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37Martedì 4 Giugno 2019
ISTITUTO NAZIONALE DI RAGIONERIA
Intervista a Antonello Soldani, presidente dell’ordine dei commercialisti di Trani
Rendere attuale la professione
Serve un nuovo percorso formativo per il commercialista
L
a scrittrice americana
Zora Neale Hurston
ha sempre sostenu-
to che nell’arco della
vita di ogni individuo «ci
sono anni che fanno doman-
de e ci sono anni che danno
risposte». Un dato di fatto
tanto vero da poter essere
applicato anche al percorso
professionale di ogni essere
umano. Soprattutto quando
ad essere esercitata è una
professione, come quella
di commercialista, che sta
vivendo una fase di pro-
fonda trasformazione. Ne è
convinto Antonello Soldani,
alla guida dell’Ordine dei
dottori commercialisti e de-
gli esperti contabili di Trani.
Classe ’58, marito e padre
di famiglia, appassionato di
arte italiana e internaziona-
le, con il sogno del cassetto
di potersi dedicare in modo
continuativo alla terra e
all’agricoltura prendendosi
almeno un anno sabbatico,
la scelta di Soldani per la
libera professione è arriva-
ta in uno di quegli anni che,
nella vita, gli hanno dato
delle risposte. Una su tutte:
la consapevolezza del fatto
che la libera professione si
sarebbe rivelata la scelta
più giusta, rispetto ad un
percorso predefinito diviso
tra l’insegnamento e il mon-
do aziendale. Una scelta det-
tata, agli inizi degli anni 80,
dalle maggiori prospettive
che la libera professione po-
teva offrire e da un sincero
e profondo entusiasmo per
l’attività. Sentimenti che il
presidente ha avuto modo di
trasferire, col tempo, anche
nella vita ordinistica. «La
scelta di impiegare tempo e
risorse nella vita di catego-
ria è frutto delle esperienze
acquisite durante il tirocinio
e trasferitemi dal mio domi-
nus, il dott. Vitantonio Ton-
do, insieme ad un gruppo di
colleghi. A metà degli anni
80», ha spiegato Soldani, «il
numero dei commercialisti
era limitato e i rapporti per-
sonali, umani e professionali
costituivano elemento es-
senziale anche del modo di
esercitare la professione». Il
corretto e proficuo rapporto
con i colleghi, con il massi-
mo rispetto per i portatori
di maggiore esperienza pro-
fessionale e di vita, è sempre
stato alla base di ogni scel-
ta di Soldani. Al suo secon-
do mandato, prossimo alla
scadenza, Soldani è sempre
stato più un collega che un
presidente, per gli iscritti
all’Odcec di Trani.
«La nostra professione è
profondamente cambiata
rispetto agli anni 80, così
come è cambiato il mondo
sociale ed economico nel
quale operiamo. Ecco perché
l’obiettivo primario e condi-
viso, è quello di contribuire
ad attualizzare sia la nostra
professione, sia la funzio-
ne degli ordini. Questi, in
particolare», ha proseguito
Soldani, «con un’ampia col-
laborazione da parte degli
iscritti, hanno il dovere di
orientare le scelte dei gio-
vani colleghi e dei futuri
tirocinanti, indirizzandoli
verso le specializzazioni e
forme di aggregazione pro-
fessionale».
Prima di questo, però,
un ruolo importante sono
chiamate a svolgerlo le uni-
versità. «E’ diventato indi-
spensabile ripensare l’inte-
ro percorso formativo del
commercialista, partendo
dalle università che devono
necessariamente coinvolge-
re gli ordini professionali
molto di più di quanto ac-
cade attualmente, passan-
do dal tirocinio qualificante
che deve essere incentivato
in modo sostanzioso anche
attraverso benefit contribu-
tivi e non solo».
Terminata la fase prope-
deutica, poi, è necessario
continuare ad investire
in una formazione di tipo
specialistico che «non deve
e non può essere pensata
come un onere o come un
allungamento del periodo
formativo», ha sottolineato
il numero uno dell’Odcec di
Trani, «la nostra professio-
ne, così come oggi la intende
la quasi totalità di colleghi,
è ancorata ad una attività
di base tradizionale, che
certamente sta vedendo
ridursi in modo progressi-
vo gli spazi, ma è aperta a
nuovi orizzonti. Per garanti-
re un futuro alla categoria»,
ha concluso il presidente,
«è, dunque, fondamentale
attualizzare l’atavico con-
cetto di base delle profes-
sioni ordinistiche: la tutela
della fede pubblica deve
necessariamente essere
coniugata con la tutela del
ruolo e della professione del
commercialista cercando di
superare le enormi criticità
di un mondo in trasforma-
zione».
Esiste un materiale estremamente
duttile, resistente agli urti e agli
sbandamenti, ignifugo, inaffonda-
bile, elastico, estremamente con-
duttivo e in grado di rispondere
alle sollecitazioni esterne con
innata perseveranza e capacità.
Si tratta della mente umana. La
resilienza è una funzione psichica
che attiva nella nostra mente un
processo dinamico di adattamento
positivo al cambiamento. La men-
te umana è per definizione resi-
liente. Infatti il nostro cervello è
in grado di rispondere alle solle-
citazioni esterne attivando tutta
una serie di meccanismi in grado
di connettere e riconnettere la re-
altà interiore con quella esterna.
Ad esempio esistono una serie di
fattori genetico, biochimici e com-
portamentali che si attivano siner-
gicamente per ridurre lo stress e
ripristinare l’equilibrio dopo un
evento traumatico. In situazioni
di forte stress o disagio emotivo
l’ipotalamo, la struttura del siste-
ma nervoso centrale che controlla
l’attività dell’ipofisi, la ghiandola
fondamentale per la vita e il be-
nessere, produce un’elevata quan-
tità di ormoni tra cui il cortisolo,
che ci spingono a difenderci o a
fuggire da una determinata situa-
zione. Il cortisolo, anche detto
ormone dello stress, può alterare
il nostro equilibrio psico-fisico
danneggiando quelle regioni ce-
rebrali responsabili di memoria e
emozioni, ovvero le cellule cere-
brali dell’ippocampo e dell’amig-
dala. La resilienza è ciò che può
arrestare tale processo ripristi-
nando l’omeostasi, l’equilibrio
dinamico responsabile del nostro
benessere; infatti gli ormoni dello
stress conoscono un processo di
disattivazione molto più repenti-
no nelle persone resilienti. Il no-
stro cervello può essere allenato
come un muscolo alla resilienza e
possiamo orientare positivamen-
te la nostra vita poiché esiste una
predisposizione biologica positi-
va che accomuna tutti gli esseri
umani. Le risorse mentali come
autostima, bontà, empatia, de-
terminazione sono una sorgente
di energia fondamentale e ci per-
mettono di affrontare le avversi-
tà, superando gli ostacoli che ci
separano dal raggiungimento dei
nostri obiettivi. Ogni evento della
nostra vita costituisce un tassello,
un mattoncino lego che possiamo
trasformare in una preziosa risor-
sa interiore che forma la nostra
esperienza. I nostri neuroni si at-
tivano da 5 a 10 volte al secondo
e, ogni qualvolta che stimoliamo
un circuito, il nostro cervello si
trasforma e si riplasma in base
alle nostre esperienze. Grazie a
questa neuroplasticità il nostro
sistema nervoso è in grado di mo-
dificare continuamente la propria
struttura e funzione rispondendo
ad input esterni. Gestire le sfide
quotidiane, fronteggiare le avver-
sità e potenziare le proprie risorse
richiede uno sforzo consistente e
costante e una capacità di control-
lo flessibile dei propri impulsi e dei
propri stati emotivi. Affrontare il
cambiamento e dispiegare le vele
del proprio potenziale rimanendo
duttili e positivi significa allenare
il nostro cervello, aumentando la
nostra autoefficacia.
Jessica Sini
La forza della resilienza nella mente umana
A sinistra, Antonello Soldani. A destra, dall’alto, La Notte Stellata
di Vincent Van Gogh e una vigna del Negroamaro del Salento

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La forza della resilienza

  • 1. 37Martedì 4 Giugno 2019 ISTITUTO NAZIONALE DI RAGIONERIA Intervista a Antonello Soldani, presidente dell’ordine dei commercialisti di Trani Rendere attuale la professione Serve un nuovo percorso formativo per il commercialista L a scrittrice americana Zora Neale Hurston ha sempre sostenu- to che nell’arco della vita di ogni individuo «ci sono anni che fanno doman- de e ci sono anni che danno risposte». Un dato di fatto tanto vero da poter essere applicato anche al percorso professionale di ogni essere umano. Soprattutto quando ad essere esercitata è una professione, come quella di commercialista, che sta vivendo una fase di pro- fonda trasformazione. Ne è convinto Antonello Soldani, alla guida dell’Ordine dei dottori commercialisti e de- gli esperti contabili di Trani. Classe ’58, marito e padre di famiglia, appassionato di arte italiana e internaziona- le, con il sogno del cassetto di potersi dedicare in modo continuativo alla terra e all’agricoltura prendendosi almeno un anno sabbatico, la scelta di Soldani per la libera professione è arriva- ta in uno di quegli anni che, nella vita, gli hanno dato delle risposte. Una su tutte: la consapevolezza del fatto che la libera professione si sarebbe rivelata la scelta più giusta, rispetto ad un percorso predefinito diviso tra l’insegnamento e il mon- do aziendale. Una scelta det- tata, agli inizi degli anni 80, dalle maggiori prospettive che la libera professione po- teva offrire e da un sincero e profondo entusiasmo per l’attività. Sentimenti che il presidente ha avuto modo di trasferire, col tempo, anche nella vita ordinistica. «La scelta di impiegare tempo e risorse nella vita di catego- ria è frutto delle esperienze acquisite durante il tirocinio e trasferitemi dal mio domi- nus, il dott. Vitantonio Ton- do, insieme ad un gruppo di colleghi. A metà degli anni 80», ha spiegato Soldani, «il numero dei commercialisti era limitato e i rapporti per- sonali, umani e professionali costituivano elemento es- senziale anche del modo di esercitare la professione». Il corretto e proficuo rapporto con i colleghi, con il massi- mo rispetto per i portatori di maggiore esperienza pro- fessionale e di vita, è sempre stato alla base di ogni scel- ta di Soldani. Al suo secon- do mandato, prossimo alla scadenza, Soldani è sempre stato più un collega che un presidente, per gli iscritti all’Odcec di Trani. «La nostra professione è profondamente cambiata rispetto agli anni 80, così come è cambiato il mondo sociale ed economico nel quale operiamo. Ecco perché l’obiettivo primario e condi- viso, è quello di contribuire ad attualizzare sia la nostra professione, sia la funzio- ne degli ordini. Questi, in particolare», ha proseguito Soldani, «con un’ampia col- laborazione da parte degli iscritti, hanno il dovere di orientare le scelte dei gio- vani colleghi e dei futuri tirocinanti, indirizzandoli verso le specializzazioni e forme di aggregazione pro- fessionale». Prima di questo, però, un ruolo importante sono chiamate a svolgerlo le uni- versità. «E’ diventato indi- spensabile ripensare l’inte- ro percorso formativo del commercialista, partendo dalle università che devono necessariamente coinvolge- re gli ordini professionali molto di più di quanto ac- cade attualmente, passan- do dal tirocinio qualificante che deve essere incentivato in modo sostanzioso anche attraverso benefit contribu- tivi e non solo». Terminata la fase prope- deutica, poi, è necessario continuare ad investire in una formazione di tipo specialistico che «non deve e non può essere pensata come un onere o come un allungamento del periodo formativo», ha sottolineato il numero uno dell’Odcec di Trani, «la nostra professio- ne, così come oggi la intende la quasi totalità di colleghi, è ancorata ad una attività di base tradizionale, che certamente sta vedendo ridursi in modo progressi- vo gli spazi, ma è aperta a nuovi orizzonti. Per garanti- re un futuro alla categoria», ha concluso il presidente, «è, dunque, fondamentale attualizzare l’atavico con- cetto di base delle profes- sioni ordinistiche: la tutela della fede pubblica deve necessariamente essere coniugata con la tutela del ruolo e della professione del commercialista cercando di superare le enormi criticità di un mondo in trasforma- zione». Esiste un materiale estremamente duttile, resistente agli urti e agli sbandamenti, ignifugo, inaffonda- bile, elastico, estremamente con- duttivo e in grado di rispondere alle sollecitazioni esterne con innata perseveranza e capacità. Si tratta della mente umana. La resilienza è una funzione psichica che attiva nella nostra mente un processo dinamico di adattamento positivo al cambiamento. La men- te umana è per definizione resi- liente. Infatti il nostro cervello è in grado di rispondere alle solle- citazioni esterne attivando tutta una serie di meccanismi in grado di connettere e riconnettere la re- altà interiore con quella esterna. Ad esempio esistono una serie di fattori genetico, biochimici e com- portamentali che si attivano siner- gicamente per ridurre lo stress e ripristinare l’equilibrio dopo un evento traumatico. 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Il no- stro cervello può essere allenato come un muscolo alla resilienza e possiamo orientare positivamen- te la nostra vita poiché esiste una predisposizione biologica positi- va che accomuna tutti gli esseri umani. Le risorse mentali come autostima, bontà, empatia, de- terminazione sono una sorgente di energia fondamentale e ci per- mettono di affrontare le avversi- tà, superando gli ostacoli che ci separano dal raggiungimento dei nostri obiettivi. Ogni evento della nostra vita costituisce un tassello, un mattoncino lego che possiamo trasformare in una preziosa risor- sa interiore che forma la nostra esperienza. I nostri neuroni si at- tivano da 5 a 10 volte al secondo e, ogni qualvolta che stimoliamo un circuito, il nostro cervello si trasforma e si riplasma in base alle nostre esperienze. Grazie a questa neuroplasticità il nostro sistema nervoso è in grado di mo- dificare continuamente la propria struttura e funzione rispondendo ad input esterni. Gestire le sfide quotidiane, fronteggiare le avver- sità e potenziare le proprie risorse richiede uno sforzo consistente e costante e una capacità di control- lo flessibile dei propri impulsi e dei propri stati emotivi. Affrontare il cambiamento e dispiegare le vele del proprio potenziale rimanendo duttili e positivi significa allenare il nostro cervello, aumentando la nostra autoefficacia. Jessica Sini La forza della resilienza nella mente umana A sinistra, Antonello Soldani. A destra, dall’alto, La Notte Stellata di Vincent Van Gogh e una vigna del Negroamaro del Salento