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Facilitazione: strumento di
partecipazione nella E-Democracy
La facilitazione è il sapere che ha lo scopo di offrire un supporto
concreto ai processi di gruppo, rendendoli produttivi ed efficaci dal
punto di vista relazionale.
La facilitazione ricorre ad un ampio set di strumenti e metodologie
(Metaplan, Focus Group, ….) che persegue il rispetto della
crescita culturale ed umana del singolo e l’obiettivo di un sano
processo di sviluppo del gruppo / Comunità, che può così ottenere
un risultato ben maggiore della somma dei singoli contributi.
Vi è uno spazio enorme per realizzare percorsi di
partecipazione e di democrazia diretta dove il cittadino può
esprimere la propria idea su come governare il territorio.
I mezzi, oltre alla democrazia diretta, sono tutti gli strumenti
di coinvolgimento, di partecipazione e di processi decisionali.
La partecipazione civica, consapevole e attiva, è un Progetto
di “Sistema” che organicamente mette insieme idee e
persone, tra le più diverse.
GLI ELEMENTI FONDANTI DEI GRUPPI
Uno scopo comune, sia che si tratti di vincere un nemico o di difendere o promuovere un ideale o un’iniziativa
concreta nel campo delle relazioni sociali o dei trattamenti sportivi
Il riconoscimento da parte di tutti i membri del gruppo dei “legami” del gruppo e della loro posizione e
funzione in relazione a quelli di gruppi o di un’unità più grandi
La capacità di assorbire nuovi membri e di perderne altri senza timore che vada persa l’individualità del
gruppo, cioè il “carattere” del gruppo deve essere flessibile
L’assenza di sottogruppi interni con legami rigidi (esclusivi). Se esiste un sottogruppo non deve essere
polarizzato attorno a uno dei suoi membri e non deve essere nemmeno essere centrato su sé stesso; va
riconosciuta l’importanza del sottogruppo per il funzionamento del gruppo principale
Ogni membro viene valutato per il contributo che porta al gruppo e gode all’interno del gruppo di una
certa libertà di movimento, limitata soltanto da condizioni generalmente accettate e decise dal gruppo.
Il gruppo deve avere la capacità di affrontare il malcontento all’interno di se stesso ed i mezzi per poterlo
dominare
Il gruppo minimo è costituito da tre persone. Due persone hanno rapporti personali; con tre o più persone si verifica
un salto qualitativo (la relazione interpersonale)
Conflitti distruttivi
• Interferiscono con l'efficacia e l’efficienza del
lavoro svolto e con un clima di lavoro salutare. Si
crea un tipo di rapporto "win-lose" in cui c'è chi
perde e c'è chi vince. Comunicazione che mette le
persone sulla difensiva e le distrae dagli obiettivi
comuni.
• Sono caratterizzati da: valutare, giudicare la
superiorità dell'uno nei confronti dell'altro. Si
pensano e si vedono le cose da un’unica
prospettiva.
• Competizione fra i membri del gruppo;
• Attenzione ai benefici individuali rispetto a quelli del
gruppo;
• Approccio "win-lose" . Decisioni e soluzioni formulate a
beneficio di uno o pochi membri del gruppo;
• Clima chiuso. Il gruppo non accetta commenti o spunti da
persone che non fanno parte del gruppo stesso;
• Comunicazione sulla difensiva. Resistenza al cambiamento
(i membri del gruppo vedono ogni nuova idea o
suggerimento come una minaccia al modo corrente di fare
le cose ed ai loro interessi personali);
• Attacchi personali. I singoli sono resi ridicoli (o oggetto di
sarcasmo) allorquando esprimono opinioni o suggerimenti.
Conflitti distruttivi – I sintomi
È domenica mattina. Anna e Maria, due sorelle, si svegliano di buon ora e si
precipitano insieme in cucina. Entrambe hanno un preciso desiderio: vogliono
un'arancia. Con disappunto scoprono presto che in casa ne è rimasta una
soltanto. Come fare?
Il ricorso a strategie di lotta rovinerebbe la piacevole atmosfera domenicale,
mentre il ricorso all'autorità, la mamma, si rivela improduttivo perché lei non
vuole prendere posizione.
Non resta quindi che negoziare o fare appello all'autorità suprema rappresentata
dal "caso“. Le due sorelle optano per la prima alternativa e dopo qualche minuto
di discussione trovano una soluzione di compromesso: metà arancia a testa.
A questo punto Anna prende la sua mezza arancia, la strizza nello
spremiagrumi per farne una spremuta e butta via la buccia; all'altro
angolo della cucina Maria prende la sua mezza arancia, ne grattugia
la buccia per insaporire la torta che ha intenzione di preparare e quindi
butta via la polpa!
I PARADOSSI DEL CONFLITTO
Conflitti costruttivi
• I membri del team sono consapevoli del fatto che il
disaccordo è un aspetto naturale all'interno delle
dinamiche di gruppo e può essere un fattore chiave al
raggiungimento dei loro obiettivi comuni.
• Prevale la cooperazione: si ascoltano le idee e le
opinioni degli altri con attenzione, interesse e
positività. Si mettono in evidenza gli obiettivi comuni ai
membri del gruppo ed i fattori che li accomunano.
• E' un tipo di comunicazione che incoraggia un
orientamento "win-win" in cui tutti possono affermare
di essere vincitori. Si esprimono liberamente i punti di
vista concentrandosi sul contenuto dei temi piuttosto
che su aspetti caratteriali o personali.
• Cooperazione. I membri del gruppo lavorano volentieri assieme. E’
presente dialogo e rispetto reciproco; si respira un'aria di positività
e costruttività.
• Attenzione ai benefici del gruppo. Attenzione sugli obiettivi del
gruppo e non solamente su quelli del singolo.
• Approccio "win-win" . Le decisioni prese e le soluzioni identificate
sono a beneficio di tutti i membri del gruppo non solo del singolo o
dei pochi.
• Clima aperto. I membri del gruppo accolgono suggerimenti e spunti
che provengono da persone esterne al gruppo stesso.
• Comunicazione di supporto. Sincero interesse alle idee e alle
opinioni degli altri membri del gruppo. Ascolto empatico, feedback
costruttivo.
• Attenzione ai contenuti. Opinioni e suggerimenti sono valutate in
prospettiva del raggiungimento degli obiettivi comuni.
Conflitti costruttivi – I sintomi
LE NOTE DOLENTI DI UN PROCESSO DI PARTECIPAZIONE
Unire le competenze: il problema in ogni
luogo è l’Autoreferenzialità
Un cambiamento culturale passa
attraverso l’inclusione della Complessità
Il concetto condiviso: diamo tutti lo stesso
significato alla E-Democracy ?
Nel Global Collective Intelligence bisogna
individuare, definire e condividere i Valori
Come assicurare la massima partecipazione
e rappresentanza possibile?
I CONTRIBUTI DELLA FACILITAZIONE ALLA E-DEMOCRACY (1/2)
Se non c’è un ambiente di lavoro positivo
ogni obiettivo diventa una fatica improba
Saper fissare obiettivi comuni attraverso
differenti metodologie di coinvolgimento
Superare gli impasse nei lavori: offrire
momenti di riformulazione /rimodulazione
Semplificare il percorso del gruppo,
visualizzandolo con Mappe ed Indicatori
Moderare le scelte, le discussioni ed i
contributi attraverso regole condivise
I CONTRIBUTI DELLA FACILITAZIONE NELLA E-DEMOCRACY (2/2)
Assicurare, il più possibile, un corretto
Feedback a tutti i contributori
Essere vigili e garanti nel riportare a
Sistema la discussione ed i lavori
Affrontare i conflitti emozionali: il 99% dei
conflitti sono di natura personale
Unire Produttività e necessità di
Relazione: né efficientisti, né psicanalisti
La figura del Facilitatore, non moderatore
ma attivatore di processi di gruppo
LA VERA SFIDA
CONCILIARE PRODUZIONE E PARTECIPAZIONE
PRODUZIONE
PARTECIPAZIONE
IL PERCORSO METODOLOGICO
Ruoli divergenti
L’aggressività attraverso attacchi
diretti, insoddisfazione e ironia
L’opposizione come l’ostilità,
l’avversione, il restare contrario
L’esibizionismo con interventi
continui, il richiamo
dell’attenzione l’auto-riferimento
La superiorità con il disinteresse,
il distacco, il sarcasmo e la
distrazione
La dipendenza con la ricerca di
appoggio, la passività e la
sfiducia in sè stessi
La dominazione con il
comportamento autoritario, la
presa del potere decisionale
Ruoli
convergenti
L’incoraggiamento con le
espressioni di sostegno, la
solidarietà e l’adesione alle
proposte solidali e costruttive
L’armonizzazione delle
differenze sdrammatizzando e
spersonalizzando i conflitti
La ricerca dell’accordo ossia la
ricerca continua del dialogo e
della negoziazione
La facilitazione della
comunicazione stimolando i
silenziosi e canalizzando i
loquaci
Ruoli operativi
La stimolazione del gruppo
attraverso la proposta di
nuove idee e i suggerimenti
concreti
L’informazione con la richiesta
di chiarimenti o la produzione
di materiale chiarificatore
La richiesta di opinioni, cioè
l’ascolto e l’interesse per tutte
le posizioni
L’organizzazione pratica delle
attività di animazione
Solo alcuni esempi:
1. Fare domande
2. Rimando
3. Ascolto attivo
4. Eco-verbale
5. Feedback positivo
6. Autocritica
7. Risposta flessibile
8. Gestione conflitto
9. Metodo del consenso
10. Vincere-vincere
11. Tecniche di attivazione
12. Debriefing (sistematizzare le azioni)
GLI ATTREZZI DEL FACILITATORE
PERCORSO ORGANIZZATIVO
Un percorso possibile verso una decisione condivisa
1.OBIETTIVI
2.FASI DEL
PROCESSO
3.AZIONI
6.RISORSE5.SOGGETTI4.TEMPI
7.STRUMENTI 8.COMPITI
9.PROGRAMMA
FINALE
L’importante è …. Partecipare!

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Facilitazione e democracy 2016

  • 2. La facilitazione è il sapere che ha lo scopo di offrire un supporto concreto ai processi di gruppo, rendendoli produttivi ed efficaci dal punto di vista relazionale. La facilitazione ricorre ad un ampio set di strumenti e metodologie (Metaplan, Focus Group, ….) che persegue il rispetto della crescita culturale ed umana del singolo e l’obiettivo di un sano processo di sviluppo del gruppo / Comunità, che può così ottenere un risultato ben maggiore della somma dei singoli contributi. Vi è uno spazio enorme per realizzare percorsi di partecipazione e di democrazia diretta dove il cittadino può esprimere la propria idea su come governare il territorio. I mezzi, oltre alla democrazia diretta, sono tutti gli strumenti di coinvolgimento, di partecipazione e di processi decisionali. La partecipazione civica, consapevole e attiva, è un Progetto di “Sistema” che organicamente mette insieme idee e persone, tra le più diverse.
  • 3. GLI ELEMENTI FONDANTI DEI GRUPPI Uno scopo comune, sia che si tratti di vincere un nemico o di difendere o promuovere un ideale o un’iniziativa concreta nel campo delle relazioni sociali o dei trattamenti sportivi Il riconoscimento da parte di tutti i membri del gruppo dei “legami” del gruppo e della loro posizione e funzione in relazione a quelli di gruppi o di un’unità più grandi La capacità di assorbire nuovi membri e di perderne altri senza timore che vada persa l’individualità del gruppo, cioè il “carattere” del gruppo deve essere flessibile L’assenza di sottogruppi interni con legami rigidi (esclusivi). Se esiste un sottogruppo non deve essere polarizzato attorno a uno dei suoi membri e non deve essere nemmeno essere centrato su sé stesso; va riconosciuta l’importanza del sottogruppo per il funzionamento del gruppo principale Ogni membro viene valutato per il contributo che porta al gruppo e gode all’interno del gruppo di una certa libertà di movimento, limitata soltanto da condizioni generalmente accettate e decise dal gruppo. Il gruppo deve avere la capacità di affrontare il malcontento all’interno di se stesso ed i mezzi per poterlo dominare Il gruppo minimo è costituito da tre persone. Due persone hanno rapporti personali; con tre o più persone si verifica un salto qualitativo (la relazione interpersonale)
  • 4. Conflitti distruttivi • Interferiscono con l'efficacia e l’efficienza del lavoro svolto e con un clima di lavoro salutare. Si crea un tipo di rapporto "win-lose" in cui c'è chi perde e c'è chi vince. Comunicazione che mette le persone sulla difensiva e le distrae dagli obiettivi comuni. • Sono caratterizzati da: valutare, giudicare la superiorità dell'uno nei confronti dell'altro. Si pensano e si vedono le cose da un’unica prospettiva.
  • 5. • Competizione fra i membri del gruppo; • Attenzione ai benefici individuali rispetto a quelli del gruppo; • Approccio "win-lose" . Decisioni e soluzioni formulate a beneficio di uno o pochi membri del gruppo; • Clima chiuso. Il gruppo non accetta commenti o spunti da persone che non fanno parte del gruppo stesso; • Comunicazione sulla difensiva. Resistenza al cambiamento (i membri del gruppo vedono ogni nuova idea o suggerimento come una minaccia al modo corrente di fare le cose ed ai loro interessi personali); • Attacchi personali. I singoli sono resi ridicoli (o oggetto di sarcasmo) allorquando esprimono opinioni o suggerimenti. Conflitti distruttivi – I sintomi
  • 6. È domenica mattina. Anna e Maria, due sorelle, si svegliano di buon ora e si precipitano insieme in cucina. Entrambe hanno un preciso desiderio: vogliono un'arancia. Con disappunto scoprono presto che in casa ne è rimasta una soltanto. Come fare? Il ricorso a strategie di lotta rovinerebbe la piacevole atmosfera domenicale, mentre il ricorso all'autorità, la mamma, si rivela improduttivo perché lei non vuole prendere posizione. Non resta quindi che negoziare o fare appello all'autorità suprema rappresentata dal "caso“. Le due sorelle optano per la prima alternativa e dopo qualche minuto di discussione trovano una soluzione di compromesso: metà arancia a testa. A questo punto Anna prende la sua mezza arancia, la strizza nello spremiagrumi per farne una spremuta e butta via la buccia; all'altro angolo della cucina Maria prende la sua mezza arancia, ne grattugia la buccia per insaporire la torta che ha intenzione di preparare e quindi butta via la polpa! I PARADOSSI DEL CONFLITTO
  • 7. Conflitti costruttivi • I membri del team sono consapevoli del fatto che il disaccordo è un aspetto naturale all'interno delle dinamiche di gruppo e può essere un fattore chiave al raggiungimento dei loro obiettivi comuni. • Prevale la cooperazione: si ascoltano le idee e le opinioni degli altri con attenzione, interesse e positività. Si mettono in evidenza gli obiettivi comuni ai membri del gruppo ed i fattori che li accomunano. • E' un tipo di comunicazione che incoraggia un orientamento "win-win" in cui tutti possono affermare di essere vincitori. Si esprimono liberamente i punti di vista concentrandosi sul contenuto dei temi piuttosto che su aspetti caratteriali o personali.
  • 8. • Cooperazione. I membri del gruppo lavorano volentieri assieme. E’ presente dialogo e rispetto reciproco; si respira un'aria di positività e costruttività. • Attenzione ai benefici del gruppo. Attenzione sugli obiettivi del gruppo e non solamente su quelli del singolo. • Approccio "win-win" . Le decisioni prese e le soluzioni identificate sono a beneficio di tutti i membri del gruppo non solo del singolo o dei pochi. • Clima aperto. I membri del gruppo accolgono suggerimenti e spunti che provengono da persone esterne al gruppo stesso. • Comunicazione di supporto. Sincero interesse alle idee e alle opinioni degli altri membri del gruppo. Ascolto empatico, feedback costruttivo. • Attenzione ai contenuti. Opinioni e suggerimenti sono valutate in prospettiva del raggiungimento degli obiettivi comuni. Conflitti costruttivi – I sintomi
  • 9. LE NOTE DOLENTI DI UN PROCESSO DI PARTECIPAZIONE Unire le competenze: il problema in ogni luogo è l’Autoreferenzialità Un cambiamento culturale passa attraverso l’inclusione della Complessità Il concetto condiviso: diamo tutti lo stesso significato alla E-Democracy ? Nel Global Collective Intelligence bisogna individuare, definire e condividere i Valori Come assicurare la massima partecipazione e rappresentanza possibile?
  • 10. I CONTRIBUTI DELLA FACILITAZIONE ALLA E-DEMOCRACY (1/2) Se non c’è un ambiente di lavoro positivo ogni obiettivo diventa una fatica improba Saper fissare obiettivi comuni attraverso differenti metodologie di coinvolgimento Superare gli impasse nei lavori: offrire momenti di riformulazione /rimodulazione Semplificare il percorso del gruppo, visualizzandolo con Mappe ed Indicatori Moderare le scelte, le discussioni ed i contributi attraverso regole condivise
  • 11. I CONTRIBUTI DELLA FACILITAZIONE NELLA E-DEMOCRACY (2/2) Assicurare, il più possibile, un corretto Feedback a tutti i contributori Essere vigili e garanti nel riportare a Sistema la discussione ed i lavori Affrontare i conflitti emozionali: il 99% dei conflitti sono di natura personale Unire Produttività e necessità di Relazione: né efficientisti, né psicanalisti La figura del Facilitatore, non moderatore ma attivatore di processi di gruppo
  • 12. LA VERA SFIDA CONCILIARE PRODUZIONE E PARTECIPAZIONE PRODUZIONE PARTECIPAZIONE
  • 13. IL PERCORSO METODOLOGICO Ruoli divergenti L’aggressività attraverso attacchi diretti, insoddisfazione e ironia L’opposizione come l’ostilità, l’avversione, il restare contrario L’esibizionismo con interventi continui, il richiamo dell’attenzione l’auto-riferimento La superiorità con il disinteresse, il distacco, il sarcasmo e la distrazione La dipendenza con la ricerca di appoggio, la passività e la sfiducia in sè stessi La dominazione con il comportamento autoritario, la presa del potere decisionale Ruoli convergenti L’incoraggiamento con le espressioni di sostegno, la solidarietà e l’adesione alle proposte solidali e costruttive L’armonizzazione delle differenze sdrammatizzando e spersonalizzando i conflitti La ricerca dell’accordo ossia la ricerca continua del dialogo e della negoziazione La facilitazione della comunicazione stimolando i silenziosi e canalizzando i loquaci Ruoli operativi La stimolazione del gruppo attraverso la proposta di nuove idee e i suggerimenti concreti L’informazione con la richiesta di chiarimenti o la produzione di materiale chiarificatore La richiesta di opinioni, cioè l’ascolto e l’interesse per tutte le posizioni L’organizzazione pratica delle attività di animazione
  • 14. Solo alcuni esempi: 1. Fare domande 2. Rimando 3. Ascolto attivo 4. Eco-verbale 5. Feedback positivo 6. Autocritica 7. Risposta flessibile 8. Gestione conflitto 9. Metodo del consenso 10. Vincere-vincere 11. Tecniche di attivazione 12. Debriefing (sistematizzare le azioni) GLI ATTREZZI DEL FACILITATORE
  • 15. PERCORSO ORGANIZZATIVO Un percorso possibile verso una decisione condivisa 1.OBIETTIVI 2.FASI DEL PROCESSO 3.AZIONI 6.RISORSE5.SOGGETTI4.TEMPI 7.STRUMENTI 8.COMPITI 9.PROGRAMMA FINALE
  • 16. L’importante è …. Partecipare!