2. Perché questo laboratorio?
Aggiornamento su di un innovativo
e concreto modello di peer support
utilizzabile nella scuola Italiana
Riflessione e sviluppo di alcune
capacità comunicativo-relazionali
utili nei casi in cui ci si troverà a
dover essere di supporto ad un
proprio alunno in difficoltà
3. Peer Support
Il supporto tra pari (peer support) è
una forma di aiuto spontanea messa
in atto da una persona
(precedentemente formata) nei
confronti di coetanei e/o di individui
che posseggono lo stesso ruolo e/o
che si trovano in una condizione
simile
4. Presupposti dell’intervento nella scuola
Il presupposto sul quale si basano gli
interventi di supporto tra pari è quello per
cui spesso la prima persona alla quale un
ragazzo chiede aiuto è un amico. Diverse
ricerche hanno dimostrato che gli
adolescenti possono essere un aiuto
molto valido per i coetanei che vivono
momenti di difficoltà
(Cowie e Sharp, 1996; Cunningham et al.,
1998; Naylor e Cowie, 1999; Stacey,
2000; Menesini e Codecasa, 2000)
5. Il supporto tra pari:
è un attività volontaria
ha luogo tra persone della stessa età e/o
aventi lo stesso ruolo e/o che vivono
condizioni di vita simili
apporta benefici positivi nell’ambito
scolastico, lavorativo ed in altri contesti
ed aree
permette ai partecipanti di sviluppare le
proprie life skills
necessita della presenza di un
formatore/trainer/supervisore
6. Modelli di supporto tra pari
Peer mentoring: un mentore agisce da
“modello” positivo e da guida attraverso un
rapporto uno ad uno nei confronti di un suo
coetaneo
Circle time: i partecipanti si siedono in cerchio
ed attraverso varie attività o un confronto
prendono consapevolezza di sé e degli altri e
potenziano alcune loro abilità
Couselling tra pari: in questo caso un ragazzo
con caratteristiche specifiche svolge una attività di
orientamento, sostegno e sviluppo di potenzialità
del compagno promuovendone atteggiamenti
attivi, propositivi e stimolando le sue capacità di
scelta
7. Modelli di peer support
Mediazione tra pari: questo modello descrive un
intervento effettuato da un ragazzo mediatore che
cerca di aiutare due suoi coetanei a risolvere una
situazione conflittuale di difficile gestione. Tale attività
richiede una cooperazione ed un rispetto reciproci tra
gli attori
Tutoraggio tra pari: un ragazzo funge da tutor nei
confronti di suoi coetanei che necessitano di un
supporto in ambito scolastico/formativo (p.e. difficoltà
di apprendimento e di studio)
Peer education: consiste in una attività di formazione
e condivisione di informazioni, atteggiamenti e
comportamenti in aree di interesse adolescenziale (p.
e. droga, sessualità, salute mentale, bullismo, disturbi
del comportamento alimentare, ecc.)
Operatore amico
8. Definizione operatore amico
Figura di supporto flessibile e polivalente
che agisce come sostegno ai compagni
nel corso della normale vita di classe
(Menesini, 2003)
L’operatore amico si relaziona in maniera
amichevole e competente ai compagni
che necessitano di un aiuto ed un
sostegno
9. I ragazzi come “agenti di cambiamento”
L’intervento si basa sulla capacità
dei ragazzi di rappresentare un
valido aiuto per i coetanei in
difficoltà, facendo leva sulle loro
naturali abilità di dare e ricevere
aiuto e di provare empatia
10. Compiti dell’operatore amico
Essere disponibili ad aiutare i compagni che
manifestano un problema
Organizzare giochi e altre attività socializzanti per
gli amici più isolati durante le pause dell’attività
didattica
Aiutare i ragazzi con maggiori difficoltà di
apprendimento a studiare o a fare i compiti
Stare vicino ai compagni isolati, rifiutati o
maltrattati
(Menesini, 2003)
11. Intervento in 6 fasi
1. Intervento preliminare nella classe
2. Attività preparatoria per la selezione
degli operatori
3. Training comunicativo-relazionale per gli
operatori
4. Intervento degli operatori nella classe
5. Supervisione operatori amici
6. Intervento finale di raccordo-feedback
nella classe
12. 1. Intervento preliminare nella classe
Questa prima fase serve a:
“Preparare” la classe sul fenomeno
del bullismo
Offrire spunti di riflessione ed un
momento di confronto agli studenti
13. 2. Selezione operatori amici
In questa seconda fase si selezionano
gli alunni che attueranno gli
interventi di supporto tra pari durante l’anno scolastico
La scelta avviene:
1) in base alle competenze e alle caratteristiche che
devono possedere i ragazzi: disponibilità,
altruismo, empatia, fiducia in sè, capacità di ascolto, ecc.
2) rispetto alla fiducia che i compagni nutrono verso i
futuri operatori amici
La scelta definitiva può avvenire attraverso una
autocandidatura, su proposta dei compagni e una
segnalazione degli insegnanti
14. 3. Training rivolto agli operatori amici
OBIETTIVI
Sviluppare le capacità di ascolto attivo
Assumere una posizione del corpo corretta
per comunicare disponibilità ed attenzione
Utilizzare Messaggi Io
Formulare domande aperte
Comprendere le emozioni ed i sentimenti
dell’altro (Sviluppare l’empatia)
Approccio di tipo Problem Solving
15. 3.1 L’ascolto attivo
Utilizzo di “carte stimolo”:
Il non ascolto (distrazione e scarso
interesse)
L’ascolto direttivo/aggressivo
(interruzione e svalutazione)
L’ascolto attivo (interesse, rispetto e
sensibilità)
16. 3.2 Comunicazione non verbale
Tono della voce: gentile vs duro
Espressione del viso: sorridente e interessato vs
accigliato, impassibile
Postura: rilassata e inclinata verso l’altro vs tesa e
all’indietro
Occhi: guardare l’altro negli occhi vs guardare
altrove
Gesti: apertura e rilassatezza vs chiusura e
rigidità
Distanza spaziale: prossimità vs distanza
Contatto: toccare l’altro con gentilezza vs evitare
di toccarlo
17. 3.3 Messaggi Io (Gordon)
I messaggi “Io” indicano che ti assumi la
responsabilità dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti e
del tuo comportamento (assertività)
E’ più facile usare il messaggio “Io” se tu:
Parli solo per te
Dichiari quello che vedi e senti
Dichiari quello che pensi
Dichiari quello che provi
Dichiari quello che vuoi o di cui hai bisogno
I messaggi Tu sono costituiti da accuse e possono
essere percepiti come attacchi o giudizi:
Tu non mi ascolti
Tu stai sbagliando
Tu non mi lasci parlare
Ecc.
18. 3.4 Domande aperte
Le domande aperte lasciano più
spazio all’interlocutore e fanno si
che lo stesso possa “aprirsi” e
raccontare aspetti più profondi di sé
Le domande chiuse sono più precise
e consentono di raccogliere risposte
mirate (chiuse), ma non spingono
l’altro a parlare di sé e ad aprirsi
19. 3.5 Comprendere le emozioni ed i
sentimenti dell’altro
Riconoscere gli indici verbali,
facciali, posturali e fisiologici legati
alle emozioni
Ascoltare e osservare con
attenzione l’altro senza cercare di
anticipare le emozioni ed i
sentimenti provati
Mettersi nei panni dell’altro
(Empatia)
20. 3.6 Problem Solving
1. Identificazione ed analisi del
problema
2. Esplorazione delle possibili
soluzioni
3. Identificazione dei vantaggi e degli
svantaggi delle differenti soluzioni
4. Progettazione dell’azione
5. Messa in atto dell’azione
6. Valutazione dei risultati
21. 3.6 P.E.P.A.V. (Problem solving)
P= Problema (identificazione e analisi)
E= Elaborazione (delle soluzioni)
P= Piano (progettare un)
A= Azione (mettere in atto il piano)
V= Valutare (i risultati)
(Menesini, 2003)
22. 4. Intervento degli operatori nelle classi
In questa fase gli operatori amici
dovranno attivarsi affinché essi
possano essere di supporto ai loro
compagni di classe
E’ fondamentale una collaborazione
ed un confronto tra di essi ed una
disponibilità, attenzione e sensibilità
costanti
23. Supervisione degli operatori amici
Gli scopi della supervisione da parte di un
esperto sono:
Fornire supporto emotivo agli operatori
Monitorare l’efficacia degli interventi
Affrontare eventuali problemi
Trasmettere ulteriori informazioni
Sviluppare coesione tra i ragazzi
24. Intervento finale di raccordo-
feedback nella classe
In questa ultima fase si effettua un
incontro con la classe per ottenere
un feedback sull’esperienza e
valutare l’efficacia degli interventi
e/o eventuali problematiche
riscontrate durante il percorso