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L’OPERATORE AMICO
Un modello di supporto tra pari
Dott. Danilo D’Adamo
Perché questo laboratorio?
 Aggiornamento su di un innovativo
e concreto modello di peer support
utilizzabile nella scuola Italiana
 Riflessione e sviluppo di alcune
capacità comunicativo-relazionali
utili nei casi in cui ci si troverà a
dover essere di supporto ad un
proprio alunno in difficoltà
Peer Support
 Il supporto tra pari (peer support) è
una forma di aiuto spontanea messa
in atto da una persona
(precedentemente formata) nei
confronti di coetanei e/o di individui
che posseggono lo stesso ruolo e/o
che si trovano in una condizione
simile
Presupposti dell’intervento nella scuola
 Il presupposto sul quale si basano gli
interventi di supporto tra pari è quello per
cui spesso la prima persona alla quale un
ragazzo chiede aiuto è un amico. Diverse
ricerche hanno dimostrato che gli
adolescenti possono essere un aiuto
molto valido per i coetanei che vivono
momenti di difficoltà
(Cowie e Sharp, 1996; Cunningham et al.,
1998; Naylor e Cowie, 1999; Stacey,
2000; Menesini e Codecasa, 2000)
Il supporto tra pari:
 è un attività volontaria
 ha luogo tra persone della stessa età e/o
aventi lo stesso ruolo e/o che vivono
condizioni di vita simili
 apporta benefici positivi nell’ambito
scolastico, lavorativo ed in altri contesti
ed aree
 permette ai partecipanti di sviluppare le
proprie life skills
 necessita della presenza di un
formatore/trainer/supervisore
Modelli di supporto tra pari
 Peer mentoring: un mentore agisce da
“modello” positivo e da guida attraverso un
rapporto uno ad uno nei confronti di un suo
coetaneo
 Circle time: i partecipanti si siedono in cerchio
ed attraverso varie attività o un confronto
prendono consapevolezza di sé e degli altri e
potenziano alcune loro abilità
 Couselling tra pari: in questo caso un ragazzo
con caratteristiche specifiche svolge una attività di
orientamento, sostegno e sviluppo di potenzialità
del compagno promuovendone atteggiamenti
attivi, propositivi e stimolando le sue capacità di
scelta
Modelli di peer support
 Mediazione tra pari: questo modello descrive un
intervento effettuato da un ragazzo mediatore che
cerca di aiutare due suoi coetanei a risolvere una
situazione conflittuale di difficile gestione. Tale attività
richiede una cooperazione ed un rispetto reciproci tra
gli attori
 Tutoraggio tra pari: un ragazzo funge da tutor nei
confronti di suoi coetanei che necessitano di un
supporto in ambito scolastico/formativo (p.e. difficoltà
di apprendimento e di studio)
 Peer education: consiste in una attività di formazione
e condivisione di informazioni, atteggiamenti e
comportamenti in aree di interesse adolescenziale (p.
e. droga, sessualità, salute mentale, bullismo, disturbi
del comportamento alimentare, ecc.)
 Operatore amico
Definizione operatore amico
 Figura di supporto flessibile e polivalente
che agisce come sostegno ai compagni
nel corso della normale vita di classe
(Menesini, 2003)
 L’operatore amico si relaziona in maniera
amichevole e competente ai compagni
che necessitano di un aiuto ed un
sostegno
I ragazzi come “agenti di cambiamento”
 L’intervento si basa sulla capacità
dei ragazzi di rappresentare un
valido aiuto per i coetanei in
difficoltà, facendo leva sulle loro
naturali abilità di dare e ricevere
aiuto e di provare empatia
Compiti dell’operatore amico
 Essere disponibili ad aiutare i compagni che
manifestano un problema
 Organizzare giochi e altre attività socializzanti per
gli amici più isolati durante le pause dell’attività
didattica
 Aiutare i ragazzi con maggiori difficoltà di
apprendimento a studiare o a fare i compiti
 Stare vicino ai compagni isolati, rifiutati o
maltrattati
(Menesini, 2003)
Intervento in 6 fasi
1. Intervento preliminare nella classe
2. Attività preparatoria per la selezione
degli operatori
3. Training comunicativo-relazionale per gli
operatori
4. Intervento degli operatori nella classe
5. Supervisione operatori amici
6. Intervento finale di raccordo-feedback
nella classe
1. Intervento preliminare nella classe
Questa prima fase serve a:
 “Preparare” la classe sul fenomeno
del bullismo
 Offrire spunti di riflessione ed un
momento di confronto agli studenti
2. Selezione operatori amici
In questa seconda fase si selezionano
gli alunni che attueranno gli
interventi di supporto tra pari durante l’anno scolastico
La scelta avviene:
1) in base alle competenze e alle caratteristiche che
devono possedere i ragazzi: disponibilità,
altruismo, empatia, fiducia in sè, capacità di ascolto, ecc.
2) rispetto alla fiducia che i compagni nutrono verso i
futuri operatori amici
La scelta definitiva può avvenire attraverso una
autocandidatura, su proposta dei compagni e una
segnalazione degli insegnanti
3. Training rivolto agli operatori amici
OBIETTIVI
 Sviluppare le capacità di ascolto attivo
 Assumere una posizione del corpo corretta
per comunicare disponibilità ed attenzione
 Utilizzare Messaggi Io
 Formulare domande aperte
 Comprendere le emozioni ed i sentimenti
dell’altro (Sviluppare l’empatia)
 Approccio di tipo Problem Solving
3.1 L’ascolto attivo
Utilizzo di “carte stimolo”:
 Il non ascolto (distrazione e scarso
interesse)
 L’ascolto direttivo/aggressivo
(interruzione e svalutazione)
 L’ascolto attivo (interesse, rispetto e
sensibilità)
3.2 Comunicazione non verbale
 Tono della voce: gentile vs duro
 Espressione del viso: sorridente e interessato vs
accigliato, impassibile
 Postura: rilassata e inclinata verso l’altro vs tesa e
all’indietro
 Occhi: guardare l’altro negli occhi vs guardare
altrove
 Gesti: apertura e rilassatezza vs chiusura e
rigidità
 Distanza spaziale: prossimità vs distanza
 Contatto: toccare l’altro con gentilezza vs evitare
di toccarlo
3.3 Messaggi Io (Gordon)
I messaggi “Io” indicano che ti assumi la
responsabilità dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti e
del tuo comportamento (assertività)
E’ più facile usare il messaggio “Io” se tu:
 Parli solo per te
 Dichiari quello che vedi e senti
 Dichiari quello che pensi
 Dichiari quello che provi
 Dichiari quello che vuoi o di cui hai bisogno
I messaggi Tu sono costituiti da accuse e possono
essere percepiti come attacchi o giudizi:
 Tu non mi ascolti
 Tu stai sbagliando
 Tu non mi lasci parlare
 Ecc.
3.4 Domande aperte
 Le domande aperte lasciano più
spazio all’interlocutore e fanno si
che lo stesso possa “aprirsi” e
raccontare aspetti più profondi di sé
 Le domande chiuse sono più precise
e consentono di raccogliere risposte
mirate (chiuse), ma non spingono
l’altro a parlare di sé e ad aprirsi
3.5 Comprendere le emozioni ed i
sentimenti dell’altro
 Riconoscere gli indici verbali,
facciali, posturali e fisiologici legati
alle emozioni
 Ascoltare e osservare con
attenzione l’altro senza cercare di
anticipare le emozioni ed i
sentimenti provati
 Mettersi nei panni dell’altro
(Empatia)
3.6 Problem Solving
1. Identificazione ed analisi del
problema
2. Esplorazione delle possibili
soluzioni
3. Identificazione dei vantaggi e degli
svantaggi delle differenti soluzioni
4. Progettazione dell’azione
5. Messa in atto dell’azione
6. Valutazione dei risultati
3.6 P.E.P.A.V. (Problem solving)
 P= Problema (identificazione e analisi)
 E= Elaborazione (delle soluzioni)
 P= Piano (progettare un)
 A= Azione (mettere in atto il piano)
 V= Valutare (i risultati)
(Menesini, 2003)
4. Intervento degli operatori nelle classi
 In questa fase gli operatori amici
dovranno attivarsi affinché essi
possano essere di supporto ai loro
compagni di classe
 E’ fondamentale una collaborazione
ed un confronto tra di essi ed una
disponibilità, attenzione e sensibilità
costanti
Supervisione degli operatori amici
Gli scopi della supervisione da parte di un
esperto sono:
 Fornire supporto emotivo agli operatori
 Monitorare l’efficacia degli interventi
 Affrontare eventuali problemi
 Trasmettere ulteriori informazioni
 Sviluppare coesione tra i ragazzi
Intervento finale di raccordo-
feedback nella classe
 In questa ultima fase si effettua un
incontro con la classe per ottenere
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valutare l’efficacia degli interventi
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Comunicazione efficace

  • 1. L’OPERATORE AMICO Un modello di supporto tra pari Dott. Danilo D’Adamo
  • 2. Perché questo laboratorio?  Aggiornamento su di un innovativo e concreto modello di peer support utilizzabile nella scuola Italiana  Riflessione e sviluppo di alcune capacità comunicativo-relazionali utili nei casi in cui ci si troverà a dover essere di supporto ad un proprio alunno in difficoltà
  • 3. Peer Support  Il supporto tra pari (peer support) è una forma di aiuto spontanea messa in atto da una persona (precedentemente formata) nei confronti di coetanei e/o di individui che posseggono lo stesso ruolo e/o che si trovano in una condizione simile
  • 4. Presupposti dell’intervento nella scuola  Il presupposto sul quale si basano gli interventi di supporto tra pari è quello per cui spesso la prima persona alla quale un ragazzo chiede aiuto è un amico. Diverse ricerche hanno dimostrato che gli adolescenti possono essere un aiuto molto valido per i coetanei che vivono momenti di difficoltà (Cowie e Sharp, 1996; Cunningham et al., 1998; Naylor e Cowie, 1999; Stacey, 2000; Menesini e Codecasa, 2000)
  • 5. Il supporto tra pari:  è un attività volontaria  ha luogo tra persone della stessa età e/o aventi lo stesso ruolo e/o che vivono condizioni di vita simili  apporta benefici positivi nell’ambito scolastico, lavorativo ed in altri contesti ed aree  permette ai partecipanti di sviluppare le proprie life skills  necessita della presenza di un formatore/trainer/supervisore
  • 6. Modelli di supporto tra pari  Peer mentoring: un mentore agisce da “modello” positivo e da guida attraverso un rapporto uno ad uno nei confronti di un suo coetaneo  Circle time: i partecipanti si siedono in cerchio ed attraverso varie attività o un confronto prendono consapevolezza di sé e degli altri e potenziano alcune loro abilità  Couselling tra pari: in questo caso un ragazzo con caratteristiche specifiche svolge una attività di orientamento, sostegno e sviluppo di potenzialità del compagno promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le sue capacità di scelta
  • 7. Modelli di peer support  Mediazione tra pari: questo modello descrive un intervento effettuato da un ragazzo mediatore che cerca di aiutare due suoi coetanei a risolvere una situazione conflittuale di difficile gestione. Tale attività richiede una cooperazione ed un rispetto reciproci tra gli attori  Tutoraggio tra pari: un ragazzo funge da tutor nei confronti di suoi coetanei che necessitano di un supporto in ambito scolastico/formativo (p.e. difficoltà di apprendimento e di studio)  Peer education: consiste in una attività di formazione e condivisione di informazioni, atteggiamenti e comportamenti in aree di interesse adolescenziale (p. e. droga, sessualità, salute mentale, bullismo, disturbi del comportamento alimentare, ecc.)  Operatore amico
  • 8. Definizione operatore amico  Figura di supporto flessibile e polivalente che agisce come sostegno ai compagni nel corso della normale vita di classe (Menesini, 2003)  L’operatore amico si relaziona in maniera amichevole e competente ai compagni che necessitano di un aiuto ed un sostegno
  • 9. I ragazzi come “agenti di cambiamento”  L’intervento si basa sulla capacità dei ragazzi di rappresentare un valido aiuto per i coetanei in difficoltà, facendo leva sulle loro naturali abilità di dare e ricevere aiuto e di provare empatia
  • 10. Compiti dell’operatore amico  Essere disponibili ad aiutare i compagni che manifestano un problema  Organizzare giochi e altre attività socializzanti per gli amici più isolati durante le pause dell’attività didattica  Aiutare i ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento a studiare o a fare i compiti  Stare vicino ai compagni isolati, rifiutati o maltrattati (Menesini, 2003)
  • 11. Intervento in 6 fasi 1. Intervento preliminare nella classe 2. Attività preparatoria per la selezione degli operatori 3. Training comunicativo-relazionale per gli operatori 4. Intervento degli operatori nella classe 5. Supervisione operatori amici 6. Intervento finale di raccordo-feedback nella classe
  • 12. 1. Intervento preliminare nella classe Questa prima fase serve a:  “Preparare” la classe sul fenomeno del bullismo  Offrire spunti di riflessione ed un momento di confronto agli studenti
  • 13. 2. Selezione operatori amici In questa seconda fase si selezionano gli alunni che attueranno gli interventi di supporto tra pari durante l’anno scolastico La scelta avviene: 1) in base alle competenze e alle caratteristiche che devono possedere i ragazzi: disponibilità, altruismo, empatia, fiducia in sè, capacità di ascolto, ecc. 2) rispetto alla fiducia che i compagni nutrono verso i futuri operatori amici La scelta definitiva può avvenire attraverso una autocandidatura, su proposta dei compagni e una segnalazione degli insegnanti
  • 14. 3. Training rivolto agli operatori amici OBIETTIVI  Sviluppare le capacità di ascolto attivo  Assumere una posizione del corpo corretta per comunicare disponibilità ed attenzione  Utilizzare Messaggi Io  Formulare domande aperte  Comprendere le emozioni ed i sentimenti dell’altro (Sviluppare l’empatia)  Approccio di tipo Problem Solving
  • 15. 3.1 L’ascolto attivo Utilizzo di “carte stimolo”:  Il non ascolto (distrazione e scarso interesse)  L’ascolto direttivo/aggressivo (interruzione e svalutazione)  L’ascolto attivo (interesse, rispetto e sensibilità)
  • 16. 3.2 Comunicazione non verbale  Tono della voce: gentile vs duro  Espressione del viso: sorridente e interessato vs accigliato, impassibile  Postura: rilassata e inclinata verso l’altro vs tesa e all’indietro  Occhi: guardare l’altro negli occhi vs guardare altrove  Gesti: apertura e rilassatezza vs chiusura e rigidità  Distanza spaziale: prossimità vs distanza  Contatto: toccare l’altro con gentilezza vs evitare di toccarlo
  • 17. 3.3 Messaggi Io (Gordon) I messaggi “Io” indicano che ti assumi la responsabilità dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti e del tuo comportamento (assertività) E’ più facile usare il messaggio “Io” se tu:  Parli solo per te  Dichiari quello che vedi e senti  Dichiari quello che pensi  Dichiari quello che provi  Dichiari quello che vuoi o di cui hai bisogno I messaggi Tu sono costituiti da accuse e possono essere percepiti come attacchi o giudizi:  Tu non mi ascolti  Tu stai sbagliando  Tu non mi lasci parlare  Ecc.
  • 18. 3.4 Domande aperte  Le domande aperte lasciano più spazio all’interlocutore e fanno si che lo stesso possa “aprirsi” e raccontare aspetti più profondi di sé  Le domande chiuse sono più precise e consentono di raccogliere risposte mirate (chiuse), ma non spingono l’altro a parlare di sé e ad aprirsi
  • 19. 3.5 Comprendere le emozioni ed i sentimenti dell’altro  Riconoscere gli indici verbali, facciali, posturali e fisiologici legati alle emozioni  Ascoltare e osservare con attenzione l’altro senza cercare di anticipare le emozioni ed i sentimenti provati  Mettersi nei panni dell’altro (Empatia)
  • 20. 3.6 Problem Solving 1. Identificazione ed analisi del problema 2. Esplorazione delle possibili soluzioni 3. Identificazione dei vantaggi e degli svantaggi delle differenti soluzioni 4. Progettazione dell’azione 5. Messa in atto dell’azione 6. Valutazione dei risultati
  • 21. 3.6 P.E.P.A.V. (Problem solving)  P= Problema (identificazione e analisi)  E= Elaborazione (delle soluzioni)  P= Piano (progettare un)  A= Azione (mettere in atto il piano)  V= Valutare (i risultati) (Menesini, 2003)
  • 22. 4. Intervento degli operatori nelle classi  In questa fase gli operatori amici dovranno attivarsi affinché essi possano essere di supporto ai loro compagni di classe  E’ fondamentale una collaborazione ed un confronto tra di essi ed una disponibilità, attenzione e sensibilità costanti
  • 23. Supervisione degli operatori amici Gli scopi della supervisione da parte di un esperto sono:  Fornire supporto emotivo agli operatori  Monitorare l’efficacia degli interventi  Affrontare eventuali problemi  Trasmettere ulteriori informazioni  Sviluppare coesione tra i ragazzi
  • 24. Intervento finale di raccordo- feedback nella classe  In questa ultima fase si effettua un incontro con la classe per ottenere un feedback sull’esperienza e valutare l’efficacia degli interventi e/o eventuali problematiche riscontrate durante il percorso