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- 1. 22 Economiaeimprese/Immigrazione IlSole24Ore
Lunedì17Maggio2010-N.134
MOLDAVIA,ATTI
SEMPLIFICATI
Ildecretochefapagare
imuseiaiminoriextraUe
NonècolpadegliUffizi,
madiundecretodeiBeni
culturalidel20aprile
2006cheprevede
l’ingressogratuitoper«i
cittadinidell'Unione
europeachenonabbiano
compiutoildiciottesimo
annodietà».Lapolemica
innescatadallagitaa
Firenzediunascolaresca
vicentina–allabiglietteria
tuttisonostatiammessi
gratistrannetreragazzini
diorigineserba–è
proseguitaconunbottae
rispostatrailsindacoel’ex
ministro.«Laregola–ha
sottolineatoRenzi–èstata
decisadall’alloraministro
allaculturaRocco
Buttiglione.GliUffizi,in
quantomuseostatale,non
possonocheadeguarsi».
Buttiglionehareplicato
precisandoche:«Il
decretoministerialedel20
aprile2006nonva
assolutamente
interpretatonelsensodi
unadiscriminazione.
Standoaquellacheerala
situazioneall’epoca,siè
trattatodiunaestensione
delleesenzioni,con
l'equiparazionedei
cittadinidell’Unione
europeaaicittadini
italiani,comeperaltro
richiestodalledirettive
europee».
Norme&
sentenze
UNCODICE
AMISURA
DISTRANIERI
Professionisti.Comeperdirigentiecalciatoriilnulla-ostaarrivain30-40giorni
di Carlo Giorgi
A
vviso(preoccupato)alla
cittàdiMilano:conlacu-
ra attuale via Padova
non guarisce; rischia invece, e
seriamente, di peggiorare. È
amara la diagnosi fatta dalle 50
realtà del "Comitato Vivere in
zona2",entieassociazionididi-
verso orientamento politico
che organizzano, il 22 e 23 mag-
gio,laprimafestadiviaPadova,
intitolata – con un filo di ironia
–"ViaPadovaèmegliodiMila-
no". Per due giorni parrocchie,
enti culturali, scuole e associa-
zionidistranierimetterannoin
mostralaricchezzaumanadel-
lazonapiùmultietnicadellacit-
tà. Intorno ai quattro chilome-
triemezzodell’assediviaPado-
va ruota, infatti, un quartiere
checontaabitantidi75naziona-
lità diverse, dove il 41,2% degli
oltre 13mila residenti è di origi-
neextracomunitaria.
Dopogliitaliani,lacomunità
più numerosa è quella egiziana
(1.264residenti,il9,4%deltota-
le), seguita da filippini (1.162) e
cinesi(634).Afebbraio,l’omici-
dio di un ragazzo egiziano da
partediungiovanelatino-ame-
ricano, ha indotto il Comune a
imporreun’ordinanzachelimi-
tal’orariodiaperturadeglieser-
cizi commerciali e aumenta i
controlli delle forze dell’ordi-
ne. «La sicurezza è importante
– osserva don Nicola Porcelli-
ni, della parrocchia di San Gio-
vanniCrisostomo,l’unicadelle
settechiesedellazonaadaffac-
ciarsi sulla via –. Però oggi via
Padova, con il coprifuoco e i
controllipressanti,sembraqua-
siunmalatoinstatodicomafar-
macologico… Noi che ci abitia-
mo,siamoinattesadiessere"ri-
svegliati"; per guarire davvero,
occorronoancheinterventipiù
strutturati in ambito sociale».
La parrocchia di don Nicola è
una delle più multietniche di
Milano:contacentinaiadifede-
lidinazionalitàfilippina,srilan-
cheseeprovenientidall’Ameri-
ca Latina. «Facciamo incontri
dicatechismoappostaperlaco-
munitàboliviana,moltonume-
rosa – racconta il sacerdote – e
lametàdeichierichettièdiori-
gine filippina. I nostri parroc-
chiani stranieri sono una ric-
chezza, il loro modo di vivere
lafedepotrebbe servireinfon-
do a rievangelizzare proprio
noiitaliani».
Nei locali della parrocchia è
ospitataunafamigliaromrima-
sta priva di alloggio dopo uno
sgombero; Caritas e centro di
ascolto sono un aiuto per gli
stranieri in stato di bisogno;
l’oratorio – dove lavorano edu-
catori professionali – un punto
di osservazione importante sui
disagi degli adolescenti di se-
conda generazione. Cuore del-
la zona, per le attività rivolte
agli immigrati e per la bellezza,
èilParcoTrotter,polmonever-
de di 140mila metri quadri, che
ospita la storica scuola Casa
Del Sole. «Dei 900 bambini
iscrittioltreil50%sonostranie-
ri di 26 nazionalità diverse –
racconta Lella Trapella, presi-
dente dell’associazione Amici
del Parco Trotter –.Nonostan-
te questo, oggi purtroppo la
scuola può contare su di un so-
lofacilitatorelinguistico».
Ogni anno scolastico vengo-
noiscrittiascuolacirca40bam-
bini appena ricongiunti, che
nonparlanounaparolad’italia-
no. Per loro e per le loro mam-
mel’associazioneorganizzaat-
tività di gioco e integrazione;
unapiccolabibliotecadoveivo-
lontari fanno letture animate,
frequentatissima da alunni ex-
tracomunitari.«Glistranieridi-
mostrano di apprezzare le no-
streiniziative–spiegaTrapella
–, sanno che siamo volontari e
ricambianodandoci una mano.
Nelquartiereperòlanostraatti-
vitànonèsufficiente.Chisioc-
cupa di questi ragazzi quando
esconodiqui?C’èunurgentebi-
sognodicentriculturali,educa-
tori, strutture per i giovani». In
fondoaviaPadova,dopoilpon-
te della ferrovia, in un ex-ma-
gazzino di materiale elettrico
di400metriquadri,èospitatoil
Centro Culturale Islamico.
Asfa Mahmoud, presidente del
centro,nel2009haricevutodal
comune di Milano l’Ambrogi-
no d’Oro per la sua attività vol-
teamigliorarelaconvivenza.
«Ogni venerdì, per la pre-
ghiera,letresedi delcentro ac-
colgonocirca5milamusulmani
di 50 nazionalità diverse – rac-
conta Asfa –. Non tutti parlano
arabo; per questo dal ’93 gli
imamchepredicanodanoi,de-
vono farlo anche in italiano.
All’inizioifedelicicriticavano;
oggiseunimamnonpredicaan-
che in italiano, protestano». Il
CentroIslamicoorganizzacor-
si di lingua italiana e di lingua
araba. Ma anche incontri per
spiegareagli stranieri la Costi-
tuzioneitaliana,leleggichere-
golano l’immigrazione, il cor-
retto utilizzo degli uffici pub-
blici. «Dopo l’omicidio di feb-
braio abbiamo fattoi pompieri
– dice Asfa – facendo di tutto
per mediare e calmare gli ani-
mi. E siamo sicuri che il ruolo
del Centro Islamico sia quello
didiffondere unislam pacifico
e non integralista. Ma le istitu-
zioni devono essere presenti:
ilquartierehabisognodistrut-
ture e interventi che facilitino
l’integrazione. L’unica rispo-
sta non può essere quella dei
controlli di polizia che, da soli,
creanounclimad’assedio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ACCESSOAI
BENICULTURALI
Infocamere
Gianluca Schinaia
InItaliaci sonosettoripro-
duttividove l’offertalavorativa
èaumentatanonostantelacrisi.
Nonsitrattadinicchiedimerca-
to ma di comparti vitali per
l’economia nazionale. Infatti,
negli ultimi quattro anni,
nell’edilizia,nell’industriatradi-
zionale, nell’agricoltura e nei
servizi si è intensificato il feno-
menodello"switch"occupazio-
nale:quandounitalianovieneli-
cenziato, a volte è solo per far
spazioaunostraniero.
Idati
Nell’ultimo rapportosulle forze
lavorol’Istathamostratodatielo-
quenti. «Nel quarto trimestre
2009ilnumerodioccupatirisul-
taparia22.922.000unità,uncalo
di428milaunitàrispettoallostes-
sotrimestredell’annopreceden-
te.Laperditadell’occupazioneè
sintesidiunariduzionemoltoac-
centuata della componente ita-
liana(-530.000unità),afrontedi
una crescita, con ritmi inferiori
al passato, di quella straniera».
Quindi se il tasso di disoccupa-
zionecontinuaadaumentaredi-
pende dal numero di italiani li-
cenziati, perché in realtà l’occu-
pazionestranieracrescecostan-
temente. Tra il 2006 e il 2009 il
tassodicrescitaannualedeilavo-
ratori stranieri è aumentato del
165%(da 85mila a 225milanuove
unità l’anno) e tra il primo e il 4˚
trimestre 2009 l’Istat segna il
+13% degli occupati provenienti
daaltripaesi.Ilpuntoèchealcu-
ni lavoratori accettano qualsiasi
compromessopurdinonperde-
reilposto.«Adesso–spiegaLilia-
naOcmin,segretarioconfedera-
leCisl–lostranierochenontro-
va entro sei mesi un’occupazio-
nedeveandareviaecosìsonoau-
mentatiilavoratoriinneroasca-
pitodei"regolari"italiani».
Già l’estate scorsa era stata
descritta la crescita in termini
qualitativi (si veda Il Sole 24
Oredel13luglio2009):aumen-
tavano,infatti,icontrattistabi-
li a favore degli immigrati. Gli
ultimidatidell’Istat,invece,de-
scrivono la crescita quantitati-
va della manodopera stranie-
ra. Settore per settore, l’incre-
mentooccupazionaleèpartico-
larmenteevidentenell’agricol-
tura: dal 2006 al 2009, il tasso
dicrescitaannualedegliimmi-
grati ha segnato +766%. Nei
26mila nuovi occupati nel
2009cisonoperòanchelavora-
torisfruttati,comeraccontano
le cronache degli ultimi mesi.
Suiquali,durantelecelebrazio-
ni del 1˚ maggio il presidente
della Repubblica Giorgio Na-
politano ha puntualizzato: «Il
mondo e il valore del lavoro
hanno conosciuto nel nostro
Paese ingiuste mortificazioni,
intempirecenti».
Competitivitàstraniera
Infattinonsempretrovarelavo-
roèunafortuna.GuglielmoLoy
della Uil spiega la crescita di
competitivitàdeglistranieri:«Il
lavoratoreitalianohapiùpossi-
bilitàdiscelta,epuntaadalzare
il salario. Lo straniero è spesso
disperato e ha bisogno del per-
messo di soggiorno: ovvio che
sia piùappetibile per un’impre-
sa».Nel1998glioperaistranieri
nel settore edile erano appena
19mila, oggi sfiorano le 300mila
unitàeanchel’annoscorsociso-
nostati43milanuoviassuntinel
comparto.Maspessoglistranie-
rinonsonocontentidirimpiaz-
zaregliitaliani,anchesesitrova-
no costretti per non perdere il
permesso di soggiorno. Come
affermaJamal,operaioedileegi-
ziano: «Noi non siamo protetti
danienteesiamoobbligatiadac-
cettare qualsiasi cosa». A lui è
successocheunavoltalicenzia-
ti gli italiani il datore di lavoro
abbia abbassatola paga oraria e
abbia smesso di retribuire gli
straordinari.
Servizieindustria
Anche nei servizi il tasso di
crescita annuale è più che
raddoppiato tra il 2006 e il
2009: da +71mila a +152mila
stranieri. Solo nell’industria
si è registrata una brusca de-
celerazione, così se nel 2006
i nuovi lavoratori stranieri
erano 36mila e nel 2008
106mila, l’anno scorso il com-
parto ha segnato appena tre-
mila unità in più.
In generale, tra i circa due
milioni di immigrati impiega-
ti in Italia, il 63% lavora al
Nordnelsettoremanifatturie-
roedenergetico.Il38% delto-
taleè rappresentato daperso-
nalenonqualificato;gliopera-
ti specializzati, gli agricoltori
egliartigianicostituisconoin-
vece il 28% della forza lavoro
straniera; il 14% è composto
da venditori e solo l’1% del to-
tale è rappresentato da diri-
genti e imprenditori. Quindi,
secondo la Fondazione Leone
Moressa, gli stranieri guada-
gnanoil 23%in menodegliita-
liani a parità di mansioni. Il
numero di stranieri in cerca
dioccupazioneècresciuto co-
stantementenegliultimiquat-
troanni.Nel2006/2007gliim-
migrati in cerca di lavoro era-
no solo quattromila, mentre
tra il 2008 e il 2009 gli stranie-
riincercadioccupazionehan-
no sfiorato le 80mila unità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
+13%
OCCUPATI STRANIERI
AGRICOLTURA EDILIZIA SERVIZI INDUSTRIA
+41%
+1%
+15%+15%
Sono sempre di meno e ne
mancheranno sempre di più. Il
sistema sanitario italiano ha bi-
sogno di infermieri: nei registri
dell’Ipasvi (la Federazione dei
Collegi degli infermieri) - se-
condoidatielaboratidallaCari-
tas-allafinedel2008sonorisul-
tati iscritti 34.043 stranieri. In
pratica, oltre il 28% degli infer-
mieri in Italia proviene da altri
paesi: una cifra crescente, che
comunque non basta a coprire
le carenze negli organici ospe-
dalieri. «Il problema – spiega
FrancoPittau,coordinatoredel
dossierCaritas/Migrantes–sta
nell’invecchiamento della po-
polazioneitaliana:crescelado-
mandaefisiologicamentesiab-
bassa l’offerta». Anche per si-
tuazionicomequeste,l’articolo
27delDlgs286/98(Testounico
sull’immigrazione) prevede
che ci siano dei lavoratori stra-
nierichenonsianosottopostiai
rigidi dettami imposti dalle or-
dinarie procedure d’ingresso.
Si tratta di professionisti utili
per supplire alle carenze occu-
pazionali o di lavoratori alta-
mente specializzati: ingegneri,
ricercatori, dirigenti, calciatori
e, appunto, infermieri. Per que-
sti professionisti tra il momen-
todirichiestadelnulla-ostaela
concessione passa pochissimo
tempo:trai30ei40giorni.
Ospedali pubblici e cliniche
private si dividono equamente
il personale straniero. In Lom-
bardia,dovesonomoltelestrut-
ture private, gli infermieri stra-
nieri sono un terzo del totale,
mentre in Piemonte, dove pre-
vale il pubblico, si tratta del
12%. Sei infermieri stranieri su
ventisonocomunitari,ipiùnu-
merosi sono romeni (8.497
iscritti, 25% del totale), seguiti
daipolacchi(3.557unità,circail
10%).Sorprendonopoilenazio-
nalitàcheseguononellaclassifi-
ca: Svizzera e Germania. Quin-
di tocca al Perù, da cui proven-
gono 1.766 operatori iscritti
all’Ipasvi. «Siamo utili all’Italia
ma anche per noi non c’è acco-
glienza all’arrivo, né aiuti per
imparare l’italiano - racconta
Roberto Reyes, parasanitario
peruviano -. Ho lavorato come
infermiere per dieci anni
all’ospedaleSanRaffaelediMi-
lano dove ho trovato dei colle-
ghi validissimi. Adesso lavoro
alNiguardaeanchequiglistra-
nieri sono molti». Secondo la
Caritas, il San Raffaele conta il
18% di stranieri: brasiliani, po-
lacchi,romeni,filippini,indiani
ealcuniafricani.AntonioQuar-
to,viceprefettodiMilanoediri-
gente dello Sportello unico per
l’immigrazione, descrive un
trend in lieve diminuzione:
«Nel 2008 abbiamo rilasciato
190 nulla-osta per infermieri,
l’anno scorso 148, e per adesso,
nel 2010, 75: a Milano e provin-
ciasi tratta soprattutto di suda-
mericani e albanesi». D’altra
parte,nelrestod’Italial’inciden-
za degli infermieri stranieri è
inarrestabile:dallestrutturetri-
estine al Policlinico Umberto I
diRoma.EalleMolinettediTo-
rinoglioperatoristranierisono
giàunterzodeltotale.
Gia. Schi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leonard Berberi
Un pò meno Italia e un
pòpiùBabilonia.Diminuisco-
no i Franco, Giovanni e Mi-
chele. Aumentano i Moham-
med, Nicolai e Felipe. Da un
lato le 30mila piccole impre-
se italiane che nel 2009, se-
condoUnioncamere,manca-
noall’appello.Dall’altroleol-
tre 14mila nuove partite Iva
straniere.
L’imprenditoriaetnicaresi-
ste meglio alla crisi? Solo in
parte.Perché,avverte Dome-
nicoMauriello,delcentrostu-
diUnioncamere,«ilsalto, an-
chese positivo,è per la prima
voltainferiorealleperforman-
cedeglianniprecedenti».
L’anno scorso gli stranieri
che hanno avuta una carica
inun’azienda(titolare,socio,
amministratore) sono stati
quasi 600mila. Cifre in co-
stante aumento. Così come
in aumento, secondo Infoca-
mere, sono anche le imprese
individuali con un titolare
straniero. Al 31 dicembre
2009 risultavano iscritte
324.749partiteIva nonitalia-
ne. Rispetto all’anno prece-
dente, il 4,5% in più. «La per-
formance positiva – conti-
nual’espertoUnioncamere–
dimostracheilsistemainpar-
te ha tenuto. Ma ci dice an-
che che quegli immigrati
espulsi dal mercato del lavo-
ro a causa della crisi hanno
sceltol’auto-impiego,apren-
dounapropriapartitaIva».
Ogni cento imprese indivi-
duali, nel 2009, 77 risultano
guidate da extracomunitari.
Significative anche le "quote
rosa": in media, poco più di
unapartitaIvasucinqueèas-
segnataaunadonna.
Il "commercio all’ingrosso
e al dettaglio", poi, si confer-
ma la voce più importante
(121.710 ditte individuali, pari
al 37,5% circa) se si guarda il
settore. Seguono le "costru-
zioni" (103.525) e le "attività
manifatturiere"(29.811).Mail
primatocambianellasuddivi-
sionetracomunitarienon.Se
lametàdegliimprenditoriUe
(48,37%) si dedica alle "co-
struzioni", quelli extracomu-
nitari preferiscono il "com-
mercio". «Nel primo caso, il
valorerisentedell’attivitàdei
romeni,concentratisull’edili-
zia – spiega Mauriello –. Nel
secondo, pesa la scelta dei
nordafricani, con i negozi di
ciboetnico,edeicinesi".
IlMaroccoguidalaclassifi-
ca delle nazionalità più attive
con48.059individui.Seguela
Romania (35.592) tallonata
dallaCina(34.595).
A livello territoriale, infi-
ne, la Lombardia resta la re-
gione preferita per aprire
un’impresa: l’anno scorso
quic’erano56.451ditteindivi-
duali. Dietro, la Toscana (ol-
tre 34 mila) e l’Emilia Roma-
gna(pocopiùdi31mila).«Un
caso molto particolare è la
provinciadiPrato–chiarisce
l’esperto–,doveleimpreseci-
nesi pesano in modo signifi-
cativonell’economiadellazo-
na e in parte anche della re-
gione». Nel 2010 la situazio-
nenondovrebbecambiaredi
molto.«LepartiteIvastranie-
re continueranno ad aumen-
tare – conclude Mauriello –
ma a ritmi inferiori rispetto
alpassatoesemprepiùverso
unastabilizzazione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
IPROTAGONISTI
Parrocchie,associazioni
ecentriculturali:
ilComitatoVivereinzona2
lanciaunavviso
«preoccupato»allacittà
L’aumento%deglioccupatistranierinel2009
Ilrecordneicampi
Menoformalitàsull’atto
chehagiàl’«apostille»
Menoostacoli
burocraticiper
autenticareinItaliagliatti
rilasciatidalleautorità
moldave.Soprattuttoperi
cittadinimoldaviche
intendonosposarsiqui.Il
chiarimentoarrivadauna
circolaredelministero
dell’Internocheribadisce
lavaliditàdell’apostille,
un"timbro"cheleautorità
deiPaesiaderentialla
convenzionedell’Aja
usanoperchèidocumenti
sianoriconosciuticonme
legalisenzachesia
necessariol’okdelle
ambasciate.Moldaviae
Italiahannofirmatola
convenzione.«Gliatti
ufficialimoldavi–silegge
nellacircolaredel4
maggioscorso–
autenticaticonla
proceduradell’apostille,
appostadagliufficidel
ministerodellaGiustizia,
autoritàcompetentein
Moldova,devonoessere
ricevutidagliufficiali
dellostatocivilesenza
richiederealcunaulteriore
formalizzazione».
Meltingpot. Extracomunitari4abitantisu10:sono75lenazionalità
Indagine Istat. Nel 2009 l’occupazione immigrata è aumentata del 13%
Daglistranieriunargine
altagliodeipostidilavoro
Solonell’ediliziasicontano43milaassunzioni
AGF
Fonte:ElaborazionesudatiIstat
L’esercitodiinfermierieparasanitari
TAM TAM
Piccoli
imprenditori:
14milanuove
partiteIva
NONCISONO«QUOTE»
InLombardiaarriva
dall’esteroil30%deltotale:
domandadivisaametàtra
strutturepubblicheeprivate
Intestaromeniepolacchi
Milano. Un week end di iniziative
ViaPadovamostra
illatopiùvivibile