Un HR manager all’interno del “palazzo di cristallo”.
Intervista a Samuel Carassini - Direttore Area Risorse Umane e Acquisti - Bonaveri. A cura di Monica Augusta, Raffaele d’Apolito, Giovanna Paliotta del Master in Risorse Umane e Organizzazione 2015-2016
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Intervista a Samuel Carassini, Direttore Area Risorse Umane e Acquisti di Bonaveri
1. Business School
Un HR manager all’interno del “palazzo di cristallo”.
Intervista a Samuel Carassini - Direttore Area Risorse Umane e
Acquisti - Bonaveri
Intervista a cura di Monica Augusta, Raffaele d’Apolito, Giovanna Paliotta
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2015-2016
LAVORO E MADE IN ITALY
L’intervista a Samuel Carassini, direttore dell’area Risorse Umane e Acquisti di Bonaveri, ci ha fornito
degli spunti di riflessione su quelle che sono le potenzialità del Made in Italy in un’azienda da lui definita
“a conduzione familiare” nel senso più nobile del termine.
Da oltre 60 anni, Bonaveri realizza manichini e busti sartoriali capaci di interpretare le esigenze dei
propri clienti attraverso la sua storia familiare. Questa è l’eredità che l’ottantottenne Romano Bonaveri,
fondatore dell’azienda nel lontano 1952, consegna ai suoi due figli, Andrea e Guido.
Fino al 1980 il mercato di riferimento è stato soprattutto l’Italia poi, grazie alla partecipazione a diverse
fiere di settore e al buon lavoro svolto, l’azienda ha iniziato ad esportare in tutta Europa. La consacrazione
definitiva è avvenuta negli anni 90 quando Giorgio Armani ha iniziato ad allestire le vetrine dei suoi
negozi utilizzando manichini prodotti da Bonaveri. L’azienda - costituita da circa 75 collaboratori suddivisi
tra la sede amministrativa e produttiva di Renazzo (Fe) e gli uffici di Milano - è attualmente guidata da
Andrea, che si occupa della parte commerciale, e da Guido, che gestisce quella tecnica.
Entrambi hanno dato un grandissimo contributo per la sua definitiva affermazione a livello globale;
difatti esporta prodotti di qualità Made in Italy in tutto il mondo producendo l’85 % del fatturato proprio
dall’export transnazionale. La conversazione con Samuel Carassini ci ha consentito di inquadrare la figura
dell’HR manager all’interno di una media impresa emiliana a conduzione familiare nella produzione di
manichini di alta gamma interamente Made in Italy.
2. Lavoro, carriera e famiglia. Ci parli un po’ di
lei…
Ho 41 anni, una compagna, due bimbe di 5 e 12
anni e devo ammettere che riuscire a conciliare vita
privata e lavoro non è semplice, perché quando ti
piace un lavoro, esso diventa parte predominante
della giornata.
Una mia giornata tipo non esiste: durante la set-
timana esco di casa alle 8:00 e rientro non prima
delle 20:30 cercando di riservarmi il sabato pome-
riggio e la domenica per la famiglia. Per fortuna/
sfortuna sono una di quelle persone che resta in
ufficio anche dopo le otto ore di lavoro per il desi-
derio di fare un po’ di più; appartengo, infatti, alla
categoria di coloro che fanno del lavoro la propria
“ragion di vita”.
Sin da giovane il mio obiettivo è sempre stato
quello di crescere con il lavoro e di fare sempre
meglio all’interno di un’azienda per diventarne così
una pedina importante.
Sinceramente non ho mai pensato di poter diven-
tare responsabile HR, ma con un po’ di perseve-
ranza e un pizzico di fortuna oggi ricopro questo
ruolo.
Mi piace avere un contatto costante con tutti i dipen-
denti, pertanto la porta del mio ufficio è sempre
aperta ed usando una metafora posso definirmi un
direttore d’orchestra che coordina tanti bravi solisti.
Ritengo che la gestione delle risorse umane si
possa imparare con corsi o master, ma un requisito
imprescindibile è la propensione a relazionarsi con
le persone. Un consiglio a chi si avvicina a questo
mestiere: “se studi per farlo, lo fai discretamente
ma per raggiungere i migliori risultati devi abbinare
al background formativo anche una forte propen-
sione personale ed essere dotato di una grande
passione verso questa professione”.
Qual è il contesto culturale di un’azienda
familiare Made in Italy come Bonaveri?
In un’azienda accentrata sulla figura dell’impren-
ditore, così com’è Bonaveri, si percepisce come il
fondatore si è rivolto sin da subito all’interno dell’a-
zienda per trovare una dimensione capace di rea-
lizzare un prodotto che fosse all’altezza delle aspet-
tative e di qualità superiore.
Nonostante l’azienda sia gestita interamente dai
due figli, il signor Romano e la moglie Adele hanno
l’abitudine di recarsi tutte le mattine in stabilimento
per salutare i dipendenti.
Bonaveri è un’azienda costruita a misura d’uomo,
trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders
interni ed esterni. Ne troviamo conferma nel rap-
porto con i fornitori che ancora oggi sono gli stessi
di quando l’azienda è nata e con cui si sono condi-
visi momenti di gioia e sofferenza.
Uno dei nostri valori aggiunti è la “trasparenza”, che
s’identifica nella struttura dell’edificio aziendale e
nel rapporto tra direzione e personale: un “palazzo
di cristallo” dove chiunque dall’esterno può osser-
vare quello che accade all’interno e dove tutti gli
spazi interni permettono una visione completa
dell’azienda.
La filosofia di Bonaveri - fatta di dedizione e traspa-
renza - è facilmente esplicabile nel rapporto con
i clienti: “La soddisfazione del cliente è la nostra
mission. Anche a fronte di un minor guadagno, la
Bonaveri metterà sempre al primo posto la soddi-
sfazione del proprio cliente perchè questa è alla
base della nostra cultura aziendale”. Questa dina-
mica deve entrare nella logica delle nuove risorse
in quanto il loro modo di pensare deve coincidere
con quello dell’azienda.
Vista la relazione quotidiana e costante con
i suoi dipendenti come riesce a restarne
distante nei momenti delle scelte difficili?
Fortunatamente l’azienda è molto solida economi-
camente e quindi non è mai stato necessario ricor-
rere a tagli di personale.
Anche nei momenti d’impasse Bonaveri ha sop-
perito alle difficoltà non ricorrendo a facili licenzia-
menti, mobilità o distaccamenti.
Ritengo che in un ambiente sereno di trasparenza,
quando s’incorre in alcune problematicità è quasi
istintivo cercare di aiutarsi.
Ad oggi, non ricordo nessuno che si sia mai licen-
ziato: le uniche forme di allontanamento dall’a-
zienda sono state quelle legate al trasferimento per
esigenze personali e al pensionamento.
In Bonaveri come avviene il processo di
selezione, formazione e valutazione?
Innanzitutto, occorre ricordare che il personale di
Bonaveri è altamente specializzato.
Sin dalla fondazione dell’azienda, il lavoro veniva
svolto da un’unica persona: il sig. Romano era colui
che pensava al manichino ed era anche la mano
che realizzava la scultura.
Oggi, invece, sono presenti più scultori che model-
lano l’argilla secondo i disegni e le idee di altre
persone: “trasferire l’idea in disegno ed il disegno
in scultura” è compito assai complesso.
Proprio per questo, nel processo di selezione, a
seconda della figura ricercata, si richiedono parti-
colari requisiti: per figure altamente specializzate
come gli scultori è necessario essere in possesso di
3. competenze tecniche specifiche - hard skills - e di
soft skills; per tutte le altre posizioni, soprattutto per
chi è alla sua prima esperienza lavorativa, si ricerca
un personale predisposto al lavoro in team.
Per favorire l’inserimento e l’integrazione nei pro-
cessi e nella cultura aziendale del candidato sele-
zionato, nei primi mesi si attua un processo di
affiancamento ad opera di un tutor.
In particolare, in caso di nuove assunzioni negli
uffici, per le prime due settimane la nuova risorsa
vive l’azienda a 360 gradi. Affianca i colleghi dei
vari uffici e partecipa attivamente al lavoro in pro-
duzione imballando anche qualche manichino
in modo da acquisire una profonda conoscenza
dell’intera realtà aziendale e calarsi completamente
nel sistema Bonaveri. Inizialmente anch’io, che sono
stato assunto come responsabile dell’ufficio acqui-
sti, ho lavorato in fabbrica perché prima di prendere
delle decisioni per conto di Bonaveri dovevo capire
come funzionava il sistema.
Mi occupo in prima persona anche del processo
di valutazione, compito che mi è facilitato dal
costante contatto con tutto il personale. Tutte le
risorse sono controllate sin dal loro ingresso in
azienda e vengono valutate in base alla capacità
di relazionarsi, alla trasparenza, alla serietà ed alla
costanza.
Da parte mia c’è la massima propensione alla
chiarezza nel definire i ruoli per evitare, successiva-
mente, equivoci di ogni sorta.
Quali caratteristiche dovrebbe avere una
giovane risorsa che – come noi - si affaccia al
mondo HR?
E’ importante soprattutto “avere una personalità in
equilibrio”: essere motivati e possedere una giusta
dose di empatia che li renda capaci all’occorrenza
di immedesimarsi nelle persone con cui si relazio-
nano. Per questo, in fase di colloquio, vi consiglio
di interagire con il selezionatore e di scegliere le
giuste parole capaci di far trasparire la vostra moti-
vazione e la voglia di perseguire fino in fondo il
vostro obiettivo!
In particolare, quando vi troverete a svolgere il
ruolo di selezionatore in un colloquio, una regola
fondamentale sarà apparire convincenti ed evitare
toni inquisitori.
La mia personale tendenza è quella di cercare di
mettere il candidato a proprio agio, facendo brevi
domande generiche che gli/le permettano di par-
lare di sè e delle proprie aspettative evitando un’at-
mosfera da “interrogazione scolastica”.
Ricordiamoci che l’obiettivo è quello di ricevere
il maggior numero di informazioni per capire se
la persona che stiamo esaminando sarà adatta
al tipo di occupazione richiesta. Per fare ciò sarà
quindi essenziale creare un’empatia con il candi-
dato preparandosi prima dell’incontro una serie di
“domande chiave” utili per l’ottenimento di informa-
zioni cruciali per la nostra ricerca.
Credo che il mondo delle HR, rispetto ad altri settori,
sia sicuramente molto complesso perchè coinvolge
“l’aspetto umano dell’azienda” che non è sempre
gestibile tramite regole o prassi.
Proprio per questo motivo, una professione colle-
gata a questo settore credo sappia darti tanto non
solo in termini professionali ma anche sotto il pro-
filo personale ed emozionale.
Dalle parole di Samuel Carassini si può dedurre come nelle imprese familiari di ogni dimensione, come in
Bonaveri, il rapporto tra imprenditori e collaboratori si connota per un “grado d’identificazione” che non
è presente in altri tipi di imprese. L’intelligente combinazione tra sistema famiglia e sistema azienda, tra
valori familiari e prestazioni ottimali, è una particolarità che evidenzia Bonaveri come un’eccellenza del
Made in Italy nel suo settore.