Il corso di WellBeing Specialist, all'interno del corso di PsicoTecnologie per il Benessere, al primo anno della Laurea Magistrale in Psicologia del Benessere, all'Università Cattolica di Milano
Contest idee innovative - Corso Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicaz...
WellBeing Specialist - Lo psicologo esperto di Benessere e Cambiamento
1. WELLBEING
SPECIALIST www.tecnologiapositiva.eu 1
WellBeing Specialist
Lo psicologo esperto di Benessere e Cambiamento
Università Cattolica
Facoltà di Psicologia
Laurea Magistrale in Psicologia del Benessere
http://www.tecnologiapositiva.eu
2. WELLBEING
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Il metodo GROW 1.0Il metodo di coaching più diffuso
Il METODO GROW è un metodo di
coaching creato da sir John Whitmore
(2002)
2002
Goal
Il soggetto deve definire i
propri obiettivi
Reality
Il soggetto deve esplorare
la situazione in cui si trova
Options
Il soggetto deve analizzare
opzioni e strategie
alternative
Will
Il soggetto deve definire
ciò che bisogna fare, chi,
dove, come, quando
Si lavora sul potenziale del soggetto e se ne migliorano le prestazioni attraverso la generazione di
consapevolezza, la presa di responsabilità individuale e la costante pianificazione e messa in atto di
azioni concrete verso gli obiettivi.
3. WELLBEING
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Il metodo GROW 1.0Il metodo di coaching più diffuso
Goal
Il soggetto deve definire i
propri obiettivi
Reality
Il soggetto deve esplorare
la situazione in cu i si trova
Options
Il soggetto deve analizzare
opzioni e strategie
alternative
Will
Il soggetto deve definire
ciò che bisogna fare, chi,
dove, come, quando
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Il metodo GROW 1.0Come si applica IN PRATICA
• Di cosa vorresti discutere?
• Che cosa vorresti ottenere?
• Se potessi esprimere un desiderio
che cosa vorresti ottenere in questa
sessione?
• Che cosa vorresti fosse diverso al
termine della sessione?
• Cosa vorresti che accadesse che non
sta accadendo, o che cosa vorresti
non accadesse che invece sta
accadendo?
• Che cosa ti sta accadendo?
• Come fai ad esserne certo?
• Quando si verifica la cosa?
• Ogni quanto accade?
• Quali conseguenze comporta?
• Hai appurato se quello che dici è
vero?
• Che cosa hai fatto finora?
GOALS: per lavorare sugli obiettivi REALITY: per comprendere la visione
5. WELLBEING
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Il metodo GROW 1.0Come si applica IN PRATICA
• Che cosa potresti fare per cambiare
questa situazione?
• Quali alternative hai?
• Come pensi di poter agire?
• Chi potrebbe aiutarti?
• Quali opzioni preferisci?
• Quali sono i pro e i contro di queste
opzioni?
• Da 0 a 10 quanto ritieni interessanti
queste opzioni (e/o) ritieni che siano
soluzioni pratiche?
• Vorresti optare per una di queste
soluzioni?
• Quali sono i passi successivi?
• Quando con esattezza, hai intenzione
di passare alla fase successiva?
• Che cosa potrebbe ostacolarti?
• Ritieni di dover annotare questi
consigli?
• Quale tipo di aiuto ritieni di ricevere?
• Come e quando conti di ricevere
aiuto?
• Se per qualche motivo l’aiuto non
arrivasse che cosa potresti fare?
OPTIONS: per definire le opzioni WILL: per definire i passi successivi
6. WELLBEING
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Punti di Forza
Chiaro ed Efficace
• E’ immediatamente
comprensibile
• Funziona bene in tutte
quelle situazioni in cui il
soggetto ha già definito un
obiettivo chiaro e vuole
essere aiutato a raggiungerlo
Punti di Debolezza
Il cambiamento riguarda
solo la dimensione
organizzativa
• Non si pone il problema di
obiettivi mancanti/poco chiari
• Non discute gli obiettivi e I
motivi per cui il soggetto li
vuole raggiungere
• Non tiene in considerazione
l’esperienza soggettiva e I
suoi correlati psicologici
Il metodo GROW 1.0Punti di Forza e di Debolezza
7. WELLBEING
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Il metodo GROW 2.0L’evoluzione del modello in ambito psicologico
Il METODO GROW 2.0 è un adattamento
del metodo originale ad una serie di principi
psicologici della psicologia positiva: quello
di Flow, e di Esperienza Ottimale (2011)
2011
Goal
Il soggetto deve definire i
propri obiettivi
Resources/Skills
Il soggetto deve identificare
le proprie risorse interne ed
esterne
Opportunities/
Challenges
Il soggetto deve
comprendere le opportunità
e le sfide legate all’obiettivo
da raggiungere
Work
Il soggetto deve definire ciò
che bisogna fare, chi, dove,
come, quando
Si lavora sul potenziale del soggetto e se ne migliorano le prestazioni attraverso l’ottimizzazione
della qualità dell’esperienza, ottenuta attraverso una costante pianificazione e messa in atto di azioni
concrete in modo da bilanciare il livello di challenge e skills.
8. WELLBEING
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Il metodo GROW 2.0Le variabili psicologiche
0
2
Skills/Resources
E’ la prima variabile ad
impattare sulla qualità
dell’esperienza
soggettiva
0
4
Flow
Lo stato di esperienza
ottimale frutto
dell’equilibrio tra
challenges e skills.
0
1
Obiettivi
Il modello suppone che
la principale
motivazione dietro
l’obiettivo scelto sia il
miglioramento
dell’esperienza
soggettiva
0
3
Opportunites/Challenges
E’ la seconda variabile
ad impattare sulla
qualità dell’esperienza
soggettiva
9. WELLBEING
SPECIALIST www.tecnologiapositiva.eu 9
Il metodo GROW 2.0L’evoluzione del modello in ambito psicologico
Goal
Il soggetto deve definire i
propri obiettivi
Resources/Skills
Il soggetto deve identificare
le proprie risorse interne ed
esterne
Opportunities/
Challenges
Il soggetto deve
comprendere le opportunità
e le sfide legate all’obiettivo
da raggiungere
Work
Il soggetto deve definire ciò
che bisogna fare, chi, dove,
come, quando.
10. WELLBEING
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Il metodo GROW 2.0Come si applica IN PRATICA
• Qual’è il tuo obiettivo?
• Che tipo di esperienza ti aspetti nel
momento in cui hai raggiunto
l’obiettivo/il primo/n passo verso di
esso?
• Che cosa sarà diverso in te e nel mondo
che ti circonda quando lo avrai
raggiunto?
• Prova a visualizzare la scena e a
descriverla in dettaglio, possibilmente
descrivendola in un testo/immagine che
puoi tenere con te.
• Come puoi raggiungere l’obiettivo?
• Quanto dipende da te e quanto da
altri?
• Quali sono le competenze/risorse che
hai e quelle che potresti avere?
• Quali sono quelle che non hai?
• Dove puoi trovarle?
• Se non le trovi che cosa succede al
tuo obiettivo?
GOALS: per legare obiettivi ed esperienza RESOURCES/SKILLS: come ci arrivo
11. WELLBEING
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Il metodo GROW 2.0Come si applica IN PRATICA
• Raggiungere questo obiettivo
rappresenta una sfida per te? Se si,
quale?
• In passato ti è già capitato di
affrontarne una simile? Se si come è
andata?
• Qual’è il tuo atteggiamento davanti a
tale sfida? Perché?
• Pensi che affrontare questa/e sfide
possa distoglierti da altro?
• Affrontare questa sfida può essere
un’opportunità per raggiungere
qualcos’altro? Se si, come e perché?
• Quali sono i passi successivi?
• Per ogni passo definisci le risorse
richieste e i tempi necessari
• Che cosa potrebbe ostacolarti nel
raggiungimento del primo/n passo?
• Che cosa succede se non riesci a
raggiungere il primo/n passo?
• Che cosa succede se dopo aver
raggiunto il primo/n passo ti accorgi
che l’esperienza non è quella che ti
aspettavi?
• Prova a definire un Piano B che utilizzi
possibili risorse alternative
OPPORTUNITIES/CHALLENGES WORK: per definire i passi successivi
12. WELLBEING
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Punti di Forza
Chiaro ed Efficace
• E’ immediatamente
comprensibile
• Introduce la dimensione di
esperienza ed esperienza
ottimale alla dimensione
organizzativa del GROW 1.0
• Identifica nelle variabili
challenges/skill due elementi
da manipolare per migliorare
l’esperienza
Punti di Debolezza
Il cambiamento riguarda
solo la dimensione
Organizzativa/Esperienziale
• Non discute gli obiettivi e I
motivi per cui il soggetto li
vuole raggiungere
• Ancora
Il metodo GROW 2.0Punti di Forza e di Debolezza
13. WELLBEING
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Il metodo POWERIl modello di coaching basato su una visione psicologica della soggettività
PROBLEM
Dobbiamo comprendere la posizione del
soggetto nei confronti del problema
EXPERIENCE
Dobbiamo valutare insieme la qualità
dell’esperienza legata al problema e ai
tentativi di superarlo
ORIENTING
Dobbiamo aiutarlo ad orientarsi rispetto
alla descrizione (segni e significati),
contesto (frame) e valori (identità) ad
esso legati.
WORK
Dobbiamo definire insieme ciò che
bisogna fare, chi, dove, come, quando.
RESOURCES
Dobbiamo monitorare, identificare ed
aumentare le risorse disponibili, interne
ed esterne, e confrontarle con le sfide
da affrontare.
14. WELLBEING
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Accoglienza
Capacità empatica,
un rapporto sereno e
consapevole con il tempo
e le richieste del soggetto
Alleanza
L’esplicita condivisione di
obiettivi e di compiti reciproci da
parte di soggetto e psicologo
all’interno di un rapporto
caratterizzato da fiducia e rispetto
Ascolto
Ascolto passivo, messaggi
di accoglimento verbali e
non verbali, inviti
all’approfondimento e
ascolto attivo
Autenticità
Sintonizzarsi con la prppria identità e
comportarsi in maniera coerente con
il proprio Sé indipendentemente
dall’altro e dai suol problemi o
aspettative (empatia fredda).
Il metodo POWERL’approccio psicologico
15. 15
Cambiamento
Processo di tipo stadiale
che può avvenire in
maniera sequenziale o
improvvisa
Empowerment
Processo di crescita individuale
basato su aumento di autostima,
autoeffica<cia e consapevolezza
volto alla realizzazione personale
Esperienza
Misurata in termini di
Emozioni Positive e di
Coinvolgimento con
l’obiettivo di arrivare al Flow
Problema
La distanza tra la realtà
percepita e la realtà
desiderata (mondo
possibile)
Frame
Misurato in termini di
contesto socio-‐culturale,
ruoli e comunità di
pratiche
Soggettività
Unione di Identità
Personale (Io) e Identità
Sociale (Me)
Il metodo POWERLe variabili psicologiche
16. Il metodo POWERIl modello di coaching basato su una visione psicologica della soggettività
Comprendere le
caratteristiche del
problema e la
posizione del
soggetto nel
processo di
cambiamento
Capire il contesto
(frame e ruoli) al cui
interno il problema
si è creato e si è
sviluppato
Definire una serie
di attività per
superare il
problema riducendo
la distanza tra realtà
percepita e realtà
desiderata
Valutare la qualità
dell’esperienza
durante il lavoro per
comprendere il
legame tra problema,
soggettività e
autorealizzazione
Attivare un processo
di empowerment per
aiutare il soggetto a
identificare e
sviluppare nuove
risorse indipendenti
dal problema
Fase 1. Problem Fase 2. Orienting Fase 3. Work Fase 4. Experience Fase 5. Resources
17. 17
Il soggetto deve essere
chiaramente consapevole di
quello che vuole: E’ un bisogno? A
che livello si colloca nella piramide
di Maslow
Fase 2: Qual’è la realtà desiderata
Obiettivo: Definizione del Problema
Dobbiamo aiutare il soggetto a definire il
problema come distanza tra realtà
percepita e desiderata
In base alle informazioni raccolte
lo psicologo deve identificare la
fase di cambiamento del soggetto
Fase 4: Cambiamento
Il soggetto deve descrivere in
dettaglio la propria visione
della realtà e l’esperienza
soggettiva ad essa associata
Fase 1: Qual’è la realtà percepita
Dobbiamo comprendere che cosa há
già fatto il soggetto nei confronti del
problema con attenzione a successi
parziali e fallimenti
Fase 3: Storia
Fase 1: ProblemLa strategia da seguire
18. WELLBEING
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Fase 1: ProblemCome si applica IN PRATICA
• Nella nostra visione, il problema è la
distanza esistente tra la situazione
attuale e quella che vorresti.
• Come descriveresti la tua situazione
attuale? Che emozioni ti genera?
• C’è accordo con le persone vicine a
te su questa visione? Se no, perché?
• E’ sempre stata così? Se no, quando
è iniziata?
• Hai già provato a cambiarla? Se si,
che cosa ti è successo?
• Pensi di poterla cambiare?
• Chi potrebbe aiutarti?
• Come descriveresti la tua situazione
ideale? L’hai già sperimentata?
Quando hai incominciato a capire che
questo era quello che volevi?
• Qualcuno ti ha aiutato a identificare
questa nuova situazione?
• Conosci degli esempi di altri soggetti
che si trovano nella stessa situazione?
• Hai già provato a raggiungerla? Se si,
che cosa ti è successo?
• Pensi di poterla raggiungerla?
• Chi potrebbe aiutarti?
REALTA’ PERCEPITA: come esplorarla REALTA’ DESIDERATA: come esplorarla
19. WELLBEING
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Esempio 1: Quello che non c’è
Canzone degli AfterHours
• Ho questa foto di pura gioia
E' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a se
A quello che non c'è
• Ho perso il gusto, non ha sapore
Quest'alito di angelo che mi lecca il cuore
Ma credo di camminare dritto sull'acqua e
Su quello che non c'è
• Arriva l'alba o forse no
A volte ciò che sembra alba
Non è
Ma so che so camminare dritto sull'acqua
e
Su quello che non c'è
• Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza
in se
A quello che non c'è
• Perciò io maledico il modo in cui sono
fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove
m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando
che ci sia
Quello che non c'è
• Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son
morti
Ma questo è camminare alto sull'acqua e
Su quello che non c'è
• Ed ecco arriva l'alba so che è qui per me
Meraviglioso come a volte ciò che sembra
non è
Fottendosi da se, fottendomi da me
Per quello che non c'è, per quello che non
c'è, per quello che non c'è, per quello che
non c'è
Dobbiamo distinguere tra descrizione della realtà percepita, esperienza della
realtà percepita e descrizione della realtà desiderata (anche in negativo)
20. 20
Ho perso il gusto
Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
La chiave della felicità è la
disobbedienza in se
A quello che non c'è
Fase 2: Qual’è la realtà desiderata
Obiettivo: Definizione del Problema
Dobbiamo aiutare il soggetto a definire il
problema come distanza tra realtà
percepita e desiderata
Meraviglioso come a volte ciò
che sembra non è
Fottendosi da se, fottendomi da
me per quello che non c’è
Fase 4: Cambiamento
so camminare dritto sull'acqua
l'alba so che è qui per me
maledico il modo in cui sono
fatto
Fase 1: Qual’è la realtà percepita
Ho questa foto di pura gioia
E' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a se
A quello che non c'è
Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Fase 3: Storia
Fase 1: ProblemLa strategia da seguire
21. WELLBEING
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Esempio 1: Quello che non c’è
Canzone degli AfterHours
• Ma credo di camminare dritto sull'acqua e
Su quello che non c'è
• Ma so che so camminare dritto sull'acqua e
Su quello che non c'è
• Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Ma questo è camminare alto sull'acqua e
Su quello che non c'è
• Ed ecco arriva l'alba so che è qui per me
• Ho questa foto di pura gioia
E' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a se
A quello che non c'è
• Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
Quello che non c'è
• Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è
Fottendosi da se, fottendomi da me per quello che
non c’è
All’interno della realtà percepita distinguiamo tra quella di sé e del mondo, dell’
esperienza le dimensioni positive e negative, della realtà desiderata quella relative
al passato e al futuro
• Ho perso il gusto, non ha sapore
Quest'alito di angelo che mi lecca il cuore
• Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza in se
A quello che non c'è
22. WELLBEING
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Esempio 1: Quello che non c’è
Canzone degli AfterHours
• Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Ma questo è camminare alto sull'acqua e
Su quello che non c'è
• Ho questa foto di pura gioia
E' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a se
A quello che non c'è
• Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove
m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che
ci sia quello che non c'è
• Ho perso il gusto, non ha sapore
Quest'alito di angelo che mi lecca il cuore
• Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza in se
A quello che non c'è
• Autostima elevata => Lui cammina ALTO sull’acqua
• Autoefficacia elevata => Le foglie saranno FORTI
• Consapevolezza che però le sue azioni non hanno un
impatto sul resto del mondo => ignorando che gli
alberi sono MORTI
• Rimpianto del passato => Nel passato SPARARE a
quello che non c’è dava pura GIOIA
• Consapevolezza che l’esperienza attuale è differente
=> Non ha SAPORE l’alito di ANGELO
• Attribuzione della colpa a se stessi:
=> MALEDICO il modo in cui sono fatto
=> muoio SANO e SALVO dive m’ATTACCO
=> RESTO SPERANDO che ci sia quello che
non c’è
• Chiara indicazione della realtà desiderata:
=> Rivoglio il GUSTO, la SCELTA, il
CONTROLLO
=> Voglio DISOBBEDIRE a quello che non c’è
• BISOGNO => AUTOREALIZZAZIONE
• CAMBIAMENTO => CONTEMPLAZIONE
23. WELLBEING
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La piramide dei bisogniLe variabili psicologiche
STIMA
Autostima,
Autocontrollo,
Realizzazione, Rispetto
Reciproco
APPARTENENZA
Amicizia, Affetto
Familiare, Relazione di
Coppia
SICUREZZA
Sicurezza Fisica,
Lavorativa, Mentale,
Familiare, Economica, di
Salute
FISOLOGIA
Alimentazione, Sonno,
Omeostasi
AUTOREALIZZAZIONE
Moralità, Creatività.
Spontaneità, Problem
Solving, Flourishing
24. WELLBEING
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Le fasi del cambiamentoLe variabili psicologiche
Contemplazione
La persona considera la
possibilità di cambiare,
ma non sa come fare o
non è sicura di riuscirci
Azione
Il soggetto si impegna in azioni
concrete volte al conseguimento di
un cambiamento.
Ricaduta
Il soggetto abbandona il
processo di cambiamento. La
ricaduta è possibile in tutte
le fasi del processo di
cambiamento
Pre-‐Contemplazione
La persona non pensa di
dover cambiare
Determinazione
il soggetto apre, per un
breve periodo una
finestra di opportunità in
cui cerca di cambiare.
Mantenimento
Il soggetto consolida il
livello di cambiamento
raggiunto.
25. 25
Fase 1: ProblemLa strategia da seguire
Dobbiamo aiutarlo a
comprendere possibil errori
usando il metodo Socratico
o passando alla FASE 2
La realtà non è percepita
correttamente
Passiamo alla FASE
2 per concentrarci
sul presente
Il soggetto non vuole parlare
della sua storia
Dobbiamo aiutarlo a
comprendere possibil errori
usando il metodo Socratico o
passando alla FASE 2
Gli obiettivi non sono realistici
La fase del cambiamento
non è chiara
Obiettivo: Definizione del Problema
Dobbiamo aiutare il soggetto a identificare
possibili errori nella sua descrizione del
problema
Passiamo alla FASE 2
per cercare di acquisire
nuove informazioni
26. WELLBEING
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Esempio 2: Stupida
Canzone di Alessandra Amoroso
• Che stupida che sei
Tu non impari mai
Il tuo equilibrio è un posto
Che tu passi e te ne vai
• E più stupida di te
Sappi non ne troverai
Quelle tue paure inutili
Non finiranno
• Ma che stupida che sei
Stupida un'altra volta
Che parli ad uno specchio
E mai alla persona giusta
• E da stupida che sei
Tu non farai mai niente
Sei una persona tra la gente ma
La gente mente sempre
Imparare da sempre
Camminare da sempre
E non capirai niente
Hai sbagliato da sempre
• Ed è inutile adesso
Che ti guardi a uno specchio
Che non sa chi sei
A uno specchio che non sa chi sei
• Che stupida che sei
Che non ti sprechi mai
Le tue poesie sono coriandoli
Che non seminerai
• Se poi per ironia
Prendessi quota
Partendo da un palazzo punteresti in alto
• Ma che stupida che sei
Stupida un'altra volta
Nuda di fronte a uno specchio
E mai alla persona giusta
E da stupida che sei
Fai pure finta di niente
Lui si riveste soddisfatto
E intanto sai che mente
• Sempre imparare da sempre
Camminare da sempre
E non capirai niente
Hai sbagliato da sempre
Ed è inutile adesso
Che ti guardi a uno specchio
Che non sa chi sei
A uno specchio che non sa chi sei
• Stupida, stupida
Hai sbagliato da sempre
Ed è inutile adesso
Che ti guardi a uno specchio
Che non sa chi sei
A uno specchio che non sa chi sei
Una stupida
27. 27
All’interno del contesto, il soggetto
ha uno o più ruoli sociali? Se si,
quali sono le dimensioni valoriali e
le regole/comportamenti che lo
definiscono.
Fase 2: Qual’è il ruolo del soggetto?
Obiettivo: Comprendere il contesto in cui
è nato il problema e potrebbe essere risolto
Dobbiamo aiutare il soggetto a
comprendere il contesto in termini di
frame, ruoli, comunità di pratiche
La realtà desiderata è
dentro/fuori il frame? Se si, ci
sono dei ruoli/comportamenti
che ne impediscono/favoriscono
il raggiungimento?
Fase 4: La realtà desiderata è dentro/fuori il frame?
Dove è nato il problema?
Quali sono i confini del
problema in termini di
contesto e situazione?
Fase 1: Qual’è il frame?
Quali sono le comunità di pratiche? Il soggetto si
comporta in accordo o in disaccordo con le
regole/pratiche del contesto/ruolo? Che tipo di
esperienza genera la cosa? Ha ricevuto
sanzioni/premi per questo?
Fase 3: Quali sono i comportamenti del soggetto?
Fase 2: OrientingLa strategia da seguire
28. WELLBEING
SPECIALIST www.tecnologiapositiva.eu 28
Contesto
Le istituzioni che
formano il contesto
sociale ed i
macrogruppi che
interagiscono al loro
interno
Situazione
La parte di contesto in
cui è situato il
problema. A
caratterizzarla sono
ruoli, norme/valori e
comunità di pratiche
Ruoli
L’insieme di significati
e norme associati ad
una posizione sociale
sottoposti ad un
controllo del gruppo
sociale di riferimento
Norme/Valori
Le norme sono una regele
la cui violazione viene
sanzionalta.
I valori sono mondi
possibili caratterizzanti
l’identità che ci aiutano a
scegliere
Comunità di
Pratiche
Gruppi spontandi di
persone caratterizzati
da un obiettivo
comune e
caratterizzati da un
repertorio di risorse
Le caratteristiche del FRAMELe variabili psicologiche
Il FRAME è la cornice socialmente organizzata, istituzionalizzata e culturalmente connotata che rende “familiari” e dotate di
senso le situazioni in cui il soggetto si trova all’interno della vita quotidiana.
Comprendere il FRAME è necessario per poter rispondere alla domanda: Che cosa sta succedendo qui?
29. WELLBEING
SPECIALIST www.tecnologiapositiva.eu 29
02
Identità Sociale
La consapevolezza di
appartenere ai diversi gruppi
sociali di riferimento resa
coerente dalla dimensione
valoriale.
04
Comportamenti
Possono essere consapevoli
e controllati, consapevoli ma
intuitivi e inconsapevoli
intuitivi
01
Identità Personale
L’’Insieme di caratteristiche
che definiscono il soggetto:
da quelle fisiche come
l’altezza e il colore degli
occhi, alle caratteristiche .
03
Esperienza
Si distingue in “Soggettiva”
(da dentro, EGOGENTRICA,
sistema DORSALE, DOVE):
basata su azionei e
“Personale” (da fuori,
ALLOCENTRICA, sistema
VENTRALE, COSA) basata
su osservazione e
conoscenza
La nostra SoggettivitàLe variabili psicologiche
31. WELLBEING
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La nostra SoggettivitàLe variabili psicologiche
(Kahneman, 2002):
Sistema 1 (Intuizione): genera impressioni non volontarie
Sistema 2 (Ragionamento): giudizi intenzionali.
32. 32
Fase 2: OrientingLa strategia da seguire
Il soggetto non ha chiaro il legame
tra comportamenti ed esperienza
Dobbiamo aiutarlo a
comprenderlo, e superarlo
con attività specifiche di
riflessione/empowerment da
pianificare nella FASE 3
Esiste un conflitto tra
i diversi ruoli del soggetto
Il legame tra contesto e
realtà desiderata non è chiaro
Obiettivo: Comprendere il contesto
in cui è nato il problema e potrebbe
essere risolto
Dobbiamo aiutare il soggetto a
comprendere il contesto in termini di
frame, ruoli, comunità di pratiche
Dobbiamo aiutarlo a
comprenderlo, eventualmente
con attività specifiche di
esplorazione/riflessione da
pianificare nella FASE 3
Il frame non è chiaro al soggetto
Dobbiamo aiutarlo a
comprenderlo, eventualmente
con attività specifiche di
esplorazione/riflessione da
pianificare nella FASE 3
Dobbiamo aiutarlo a
comprenderlo, eventualmente
con attività specifiche di
esplorazione/riflessione da
pianificare nella FASE 3