Telemedicina e “doctor web”: l'eHealth che rinnova la Sanità
1. Telemedicina e “doctor web”: l'eHealth che rinnova la Sanità
Abstract:
Internet e l’informatizzazione stanno cambiando il nostro mondo, il nostro modo di comunicare con
gli altri e informarci, ma anche il nostro modo di affrontare le questioni mediche come singoli e
come comunità.
Nel presente lavoro di ricerca, svolto nell’ambito del Programma “Scienziati in Azienda” XIII Edizione
presso Fondazione ISTUD, sono stati affrontati i due aspetti dell’eHealth che maggiormente hanno
influito sul nostro modo di approcciarci alla sanità come individui: la telemedicina e il “doctor
web”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la telemedicina come: “l’erogazione di
servizi di cura ed assistenza, in situazioni in cui la distanza è un fattore critico, da parte di
qualsiasi operatore sanitario attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche e della
comunicazione per lo scambio di informazioni utili alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione
di malattie e traumi, alla ricerca e alla valutazione e per la formazione continua del personale
sanitario, nell’interesse della salute dell’individuo e della comunità”.
La telemedicina nasce con lo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente, agevolare e
migliorare la qualità del lavoro di medici e infermieri, incrementare l’efficienza e la produttività del
servizio sanitario; le sue radici possono essere individuate nei primi esperimenti compiuti negli anni
’60 negli Stati Uniti per prestare assistenza agli astronauti impegnati nella missione Mercury, e
successivamente con numerose sperimentazioni anche in Europa, soprattutto attraverso lo stimolo
della Commissione Europea.
La prima parte di questo lavoro si propone di analizzare lo stato dell’arte della telemedicina a livello
internazionale, per poi passare ad un’analisi approfondita del contesto nazionale. Al fine di ottenere
un quadro di riferimento quanto più completo possibile sono state effettuate delle interviste field e
delle ricerche desk comprendendo tutte le realtà che sono coinvolte nella realizzazione di questo
servizio: l'ambito regionale e dei centri sanitari, l’ambito accademico e dei centri di ricerca e
l’ambito aziendale. Infine è stato analizzato anche il punto di vista del paziente rilevando dei dati di
customer satisfaction da alcuni progetti di rilevanza nazionale presi come esempio di “best
practices”.
Per quanto riguarda il contesto sanitario sono stati intervistati:
• Dott. Michelangelo Bartolo, Responsabile del reparto di Telemedicina dell’Ospedale San
Giovanni-Addolarata di Roma;
• Dott.ssa Maria Carmen Azzolino, Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Molinette
di Torino.
Per quanto riguarda il mondo accademico e dei centri di ricerca sono stati intervistati:
• Prof. Antonio Sciarappa, Responsabile del Programma SMART HEALTH presso
l’Istituto Superiore Mario Boella e docente di Telemedicina nel corso di Laurea
Specialistica di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Torino;
2. • Prof.ssa Gabriella Balestra, esperta di HTA e docente dei corsi di Informatica Medica e
Classificazione e Interpretazione di Dati Biomedici nel corso di Laurea in Ingegneria
Biomedica presso il Politecnico di Torino.
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Mentre per quanto riguarda il punto di vista aziendale sono stati intervistati:
• Dott. Marco Albertinazzi (Biotronik);
• Dott. Duilio Coratella (Telecom);
• Dott. Marco Curtona (St.Jude Medical);
• Dott.ssa Serena Gilardi (Medtronic);
• Dott. Alessandro Marsich (Tesan-Televita srl);
• Dott. Fulvio Paone (Insiel Mercato, TBS Group);
• Dott. Alessandro Sappia (Biotechware).
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Infine è stato anche analizzato il punto di vista di Assobiomedica, la Federazione nazionale per le
tecnologie biomediche, diagnostiche, apparecchiature medicali, dispositivi medici borderline,
servizi e telemedicina, intervistando l’Ing. Enrico Porri.
L'analisi di questi punti di vista pone in evidenza la frammentazione sanitaria nazionale e la
mancanza di un tariffario nazionale su servizi e prestazioni di telemedicina; risulta chiaro, quindi,
che lo sviluppo e la diffusione dei servizi di telemedicina sono tuttora inadeguati alle necessità della
Sanità, malgrado i notevoli progressi tecnologici conseguiti nell’ultimo decennio e i notevoli
vantaggi, anche economici, evidenziati dalla sperimentazione (considerati secondo criteri di analisi
costi-benefici). Strettamente connessi a questi aspetti positivi, esistono numerose criticità che
impediscono l’affermazione della telemedicina, come la mancanza di formazione ed aggiornamento
professionale e problemi culturali quali il conservatorismo della classe medica e la diffidenza degli
operatori. Infine, ad oggi l’assenza di una disciplina giuridica impedisce che le prestazioni di
telemedicina abbiano un riconoscimento da parte del Servizio Sanitario Nazionale e siano, di
conseguenza, ammesse al rimborso.
Per quanto riguarda il “doctor web”, emerge chiaramente come, ad oggi, le molteplici fonti di
informazione presenti online abbiano permesso ai pazienti di svolgere un ruolo attivo nella cura di
loro stessi, soprattutto in termini di apprendimento e ampliamento della propria conoscenza sulle
tematiche di salute, malattie e possibili trattamenti e cure esistenti.
Dato che il carico di conoscenza in campo medico si sta diffondendo ad un numero di persone
sempre più elevato, è diventato possibile avviare una modalità di comunicazione interattiva più
approfondita e partecipativa tra medici e pazienti, e per i medici, un paziente maggiormente
informato e partecipe è un paziente migliore, anche se spesso richiede maggiore attenzione.
La grande limitazione al concetto di patient empowerment è, però, rappresentata dall’assenza di
certificazione delle informazioni disponibili nel web. Mentre in lingua inglese sono presenti siti
autorizzati e certificati, le cui informazioni sono attendibili e verificabili, in Italia il discorso si fa
più complesso, con la diffusione spesso di esperienze e considerazioni personali dei pazienti che
non si basano su alcuna evidenza medica. Non va poi dimenticato che una buona percentuale dei
pazienti non possiede una cultura medica adeguata a comprendere il gergo tecnico utilizzato da siti
specifici.
3. A cura dei partecipanti alla XIII edizione del Programma Scienziati in Azienda:
• Amato Serena, dott.ssa in Biotecnologie Mediche
• Bruno Fiorentina, dott.ssa in Biotecnologie Mediche
• Cappuccio Antonietta, dott.ssa in Biotecnologie Farmaceutiche
• Ceraulo Giorgia, dott.ssa in Ingegneria Biomedica
• Galati Carmela, dott.ssa in Scienza della Nutrizione Umana
• Lagrimosa Maria Chiara, dott.ssa in Biotecnologie Mediche
• Rescio Federico, dott. in Ingegneria Biomedica
Per informazioni sul Programma Scienziati in Azienda: http://www.istud.it/scienziati