1. I COMPORTAMENTI A cura di M. E. Dal Col Psicopedagogista XIII Istituto Tartini di Padova
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4. INTERVENTO E’ necessario analizzare la funzione: poi si attiva l’intervento. Esso può essere di tre tipi: PROATTIVO se previene i comportamenti-problema POSITIVO se attiva dei comportamenti antagonisti a quelli problematici SOSTITUTIVO se produce dei comportamenti che l’alunno riconosce positivi e che attua al posto di quelli inadeguati Ricordiamo che i comportamenti-problema servono al soggetto per dargli sensazioni positive: non li eliminiamo se non costruiamo insieme qualcosa di altrettanto valido.
5. ESEMPI DI COMPORTAMENTI Se un bambino stringe continuamente le mani, fissa lo sguardo su un punto dove non c’è nulla, evita di guardare negli occhi la persona con cui sta parlando…assume un COMPORTAMENTO OSTACOLO : gli altri notano queste stranezze e lui stesso se ne rende conto. Tuttavia, le sue manifestazioni non recano danno a nessuno e, generalmente, scompaiono nel corso dell’età evolutiva. Talvolta, all’interno della classe, c’è un alunno che si atteggia a “pagliaccio di turno”: egli interrompe di frequente le lezioni per dire e fare qualcosa che provoca l’ilarità generale. E’ un esempio di comportamento che va corretto, perché crea a chi lo reitera nel corso degli anni uno STIGMA ossia un’immagine sociale danneggiata che si ripercuote in modo negativo sull’autostima.
6. ALCUNI INTERVENTI Il bambino che subisce frequenti punizioni si sente rifiutato, costruisce un’immagine negativa di sé, pensa di non valere nulla: è frequente il rifugio nella regressione, nella passività, nella fuga dal pensare. Si nasconde così il potenziale di efficacia personale che tutti abbiamo. Se decidiamo di punire un nostro alunno, dobbiamo chiederci se veramente la situazione lo richieda. La punizione infatti, ha un alto costo psicologico in chi la riceve e in chi la effettua. Bisogna comunque sempre indicare chiaramente all’allievo i comportamenti alternativi a quelli sbagliati: la punizione e la minaccia, da sole, provocano un ulteriore danno nel comportamento e un peggioramento della relazione.
7. ALCUNI INTERVENTI POSITIVI I RINFORZATORI Un esempio di comportamento punitivo positivo è il time out : si allontana per qualche minuto l’alunno da una situazione gradevole. Costo della risposta : si fa seguire al comportamento-problema un comportamento riparatore. Può consistere nel chiedere scusa, nel dare una cosa propria integra al posto di quella rotta… Un comportamento positivo, sia di natura relazionale sia di natura apprenditiva, si rafforza se è seguito da un rinforzatore. A seconda dei soggetti e delle abilità di apprendimento, sono opportuni diversi rinforzatori: verbali –consistono in lodi per l’operato dell’alunno materiali –sono oggetti e attività piacevoli alimentari – è un cibo particolarmente gradito