Presentazione dell'intervento di Alessio Banini nel corso della Festa dell'Olio Novo di Trequanda del 17 ottobre 2015, presso il centro servizi per l'olivicoltura di Castelmuzio
Sentiero del Nobile e Sentiero della Via Barlettaia
I prodotti tipici e l'identità culturale: dalla tradizione contadina al marketing territoriale
1. I PRODOTTI TIPICI E L’IDENTITÀ CULTURALE: DALLA
TRADIZIONE CONTADINA AL MARKETING
TERRITORIALE
Castelmuzio, 17 ottobre 2015
2. ALESSIO BANINI
Classe 1983, vive a Montepulciano. Ha conseguito la laurea specialistica in Antropologia culturale ed
Etnologia all’Università degli Studi di Siena, con una tesi di antropologia economica sulla mezzadria dal titolo
“Dopo la mezzadria: scelte lavorative e familiari nella Valdichiana senese”
Nella ricerca sul campo ha studiato la fase di passaggio che ha caratterizzato la fine della mezzadria nel nostro
territorio, le forme di adattamento, le continuità e le differenze nel momento del cambiamento tra l’era
contadina e quella moderna, con le scelte compiute in ambito lavorativo e familiare dai protagonisti dell’epoca.
3.
4. I Prodotti Tipici
MEMORIA STORICA
(TRADIZIONI, CULTURA)
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
(TERRITORIO CIRCOSCRITTO, CONDIZIONI AMBIENTALI)
QUALITÀ
(MATERIA PRIMA D’ECCELLENZA CHE RENDE IL PRODOTTO UNICO)
TECNICHE DI PREPARAZIONE
(ESPERIENZA DEGLI ARTIGIANI, STRUMENTI E METODOLOGIE
TRAMANDATE)
Prodotti alimentari tipici, alcune caratteristiche:
5. I Marchi e la Valorizzazione
TIPICITÀ REGOLAMENTATA TRAMITE MARCHI, PER
SALVAGUARDARE PRODUTTORI E CONSUMATORI
MARCHI DI QUALITÀ: DISCIPLINARI, REGOLAMENTI
UNIONE EUROPEA: DOP (DENOMINAZIONE DI ORIGINE
PROTETTA), IGP (INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA)
STG (SPECIALITÀ TRADIZIONALE GARANTITA) NON LEGATA A UN
TERRITORIO SPECIFICO
Come stabilire se un prodotto è tipico e come proteggerlo?
Il marchio diventa utile anche per la valorizzazione di un prodotto tipico
6. L’identità in antropologia
IDENTITÀ PERSONALE: il modo in cui l’individuo considera e costruisce sé stesso
come membro di un gruppo sociale. La percezione di sé e della propria coscienza in
relazione agli altri.
IDENTITÀ SOCIALE: le norme del gruppo sociale che influenzano le azioni, i pensieri e
le relazioni di un individuo. Stabilisce le relazioni e le risposte ai bisogni e alle aspirazioni
dei gruppi
Identità definisce chi siamo, permette di identificarsi in un’entità collettiva.
ci si identifica e si imitano le caratteristiche di quelli che consideriamo simili
Ci si oppone alle caratteristiche considerate come diverse, alterità
Si crea senso di appartenenza che favorisce il perpetuarsi di modelli di
comportamento
7. La cultura in antropologia
La cultura non in senso materiale (artefatti, opere d’arte, oggetti e
letteratura) ma nel senso di sistema di norme e valori condivise all’interno
di un gruppo o di una società
La cultura come insieme di usi e costumi, appresa dall’individuo come
membro di una comunità
«La cultura, o civiltà, intesa nel suo senso etnografico più
ampio, è quell'insieme complesso che include le conoscenze, le
credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra
capacità e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro
della società.»
(Tylor, 1871)
8. Identità culturale e prodotti tipici
I prodotti tipici possono contribuire a definire l’identità culturale di un gruppo o di un
territorio
La tradizione enogastronomica diventa uno degli elementi che definisce la cultura locale
La conservazione e valorizzazione dei prodotti tipici aiuta a preservare e valorizzare anche
l’identità culturale del gruppo sociale o del territorio di riferimento
Quindi per conoscere i nostri prodotti tipici, dobbiamo conoscere la nostra
cultura e il nostro territorio, e viceversa
9.
10. Il Contratto di Mezzadria
Contratto agrario: il proprietario concede a un colono l’utilizzo dei suoi
terreni in cambio della divisione a metà dei prodotti e degli utili. Il
proprietario metteva il capitale, il mezzadro il lavoro
Istituzione antica di origine feudale, tipica dell’Italia centrale e del nord-
est
Fattoria suddivisa in poderi con famiglie mezzadrili, diretta da un fattore
come uomo di fiducia del proprietario per gestire i rapporti colonici
Al mezzadro erano imposte anche le regalie e i servizi gratuiti al padrone
11. La Famiglia mezzadrile
Famiglia allargata, vincoli di parentela agnatica (linea di discendenza maschile)
Le figlie uscivano al momento del matrimonio, la coppia di sposi viveva con il
padre del marito (regola di residenza viri-patrilocale)
Famiglia polinucleare, con autorità costituita dal maschio a capo della famiglia
(capoccia, reggitore o vergaro) responsabile delle attività economiche e agricole, e
da sua moglie (massaia) responsabile delle attività femminili e impegni domestici
L’unità di lavoro di base della mezzadria è la famiglia: il gruppo parentale concorre
allo svolgimento di tutte le attività necessarie alle conduzione del podere, e in
base a queste necessità modifica i suoi rapporti e le sue strategie familiari
La famiglia era la variabile dipendente, laddove il podere era un vincolo
indiscutibile.
12. Il podere e la casa colonica
Podere come unità di base della fattoria, dotato di campi coltivati e casa colonica
Tipiche le case leopoldine in Toscana, con modello a padiglione e torretta
centrale; locali abitati ai piani superiori, al piano inferiore stalle per bestiame,
cantina e granaio
Nell’orto venivano coltivati i prodotti per l’uso giornaliero della famiglia
Il grano rimase la principale coltivazione fino alla fine della mezzadria nella
pianura, assieme al tabacco e barbabietole da zucchero dal XX secolo; nelle
colline apparivano più spesso vigneti e uliveti
Il podere come centro di aggregazione, con reti di aiuti economici e scambio
sociale: l’usanza della veglia
13. Mezzadria in Valdichiana
Valdichiana senese: area rurale con forte presenza di agricoltura mezzadrile. Nel
1901, 53% abitanti mezzadri e tasso ruralità del 76% (media regionale di 32% e 58%)
Società tradizionale e rurale, economia caratterizzata da identità contadina. Modello
produttivo mostrava limiti con meccanizzazione industriale e mercati internazionali
Ritardo di sviluppo economico inValdichiana senese viene fatto risalire alla
mezzadria tradizionale: ancora nel 1961 la mezzadria interessava il 47% delle aziende,
che corrispondevano al 56% della superficie totale, con una dimensione media di 13
ettari.
Sempre nel 1961 le piccole proprietà contadine erano il 37% del totale, ma i poderi
erano di piccole dimensioni: 4.3 ettari di media, pari al 14% della superficie totale.A
differenza della Brianza, in cui è stata la base dell’imprenditorialità locale, la piccola
proprietà contadina si è poco sviluppata
14. La fine della Mezzadria: le lotte politiche
I primi scioperi contadini nel 1902 inValdichiana, tra Chianciano e Chiusi
Il fascismo e il ruolo dei fattori, la mezzadria esaltata in funzione
antiproletaria
Le lotte mezzadrili del dopoguerra, i consigli di fattoria,“La terra a chi la
lavora”
Il PCI e il legame con le campagne dell’Italia centrale, contadini e operai
La DC e la formazione della piccola proprietà contadina
15. Dagli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70 diminuiscono i contratti di
mezzadria
I mezzadri diventano operai dipendenti delle aziende agricole, formano
una piccola proprietà terriera oppure cercano maggiore fortuna nelle
città come operai
La tipica area mezzadrile, centro Italia e nord-est, si trasforma in ampio
bacino di sviluppo per la piccola impresa
Nel giro di venti anni, il secolare sistema della mezzadria di dissolve e
lascia spazio a nuove forme economiche, sociali e culturali
La fine della Mezzadria: l’abbandono
delle campagne
16. La mezzadria ha contribuito a modellare il paesaggio delle campagne
La produzione per auto sussistenza: orto, vino, olio, animali
Economia basata su autoconsumo e agricoltura promiscua: obiettivo era
coltivare quanto più possibile per sussistenza, in modo da annullare le
spese per l’alimentazione
I mezzadri godevano di una relativa prosperità, se paragonati ai braccianti
o agli altri proletari agricoli, perché avevano accesso ai prodotti per
l’autoconsumo e il profitto della fattoria era dipendente dall’alta
produttività dei rispettivi poderi
La Mezzadria e i prodotti tipici
17. Abbandono delle campagne nel secondo dopoguerra è abbandono dei
prodotti tipici?
Produzione per auto sussistenza: punto chiave non è qualità, ma
quantità e tradizione
La specializzazione della produzione porta il punto di svolta: la qualità.
I prodotti tipici come risposta territoriale: in un mercato mondiale che
tende a uniformare e standardizzare le produzioni, il prodotto tipico è
un punto di forza.
Recupero dei prodotti tipici
18.
19. Promozione strategica del territorio per lo sviluppo locale
I prodotti tipici locali come elemento distintivo
Sinergia tra turismo, ambiente e sviluppo economico
Vocazione del territorio in un contesto globale
Il Marketing Territoriale
20. Il turismo e il paesaggio da cartolina
La tipicità contro la qualità
La chianina al McDonald’s: l’ambiguità dei valori
comunicati
I rischi: la Valdichiana al fast-food
21. L’identità culturale è fluida e multipla, vive di scambi e di
adattamenti
Le tradizioni non sono fisse, ma si modificano e si rinnovano
Le culture non sono isolate
La difesa acritica della tradizione provoca immobilismo,
chiusura, aridità
I rischi: cultura e tradizione
22. Le tradizioni enogastronomiche si mescolano
I prodotti tipici, come le culture, vivono di scambi e
adattamenti
Aridità contro creatività, chiusura contro apertura
I prodotti tipici del futuro
Difendete i prodotti tipici, ma sperimentate! Cosa ci riserva il futuro?