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Sustainable development in the Trasimeno Area
Workshops and activities with teachers and students
Landscape
Nutrition
CULTURA
NATURA
ECONOMIA
La provenienza locale del cibo, associata al rispetto della qualità ambientale e paesaggistica,
può avere un importante effetto sinergico anche per la gestione del territorio e del paesaggio.
Identità, alimentazione, cultura
L’alimentazione non è solo la risposta a un bisogno dell’organismo, ma ha valenze economiche,
sociali e culturali. Paesaggio e alimentazione sono legati da molte relazioni che permettono di
comprendere la cultura materiale, il sistema sociale e molti elementi del sistema culturale del
territorio.
I comportamenti alimentari hanno a che vedere con i paesaggi
perché incidono sulla scelta delle colture agricole e degli animali da allevare.
Un paesaggio agrario può quindi darci informazioni
sulle abitudini alimentari di una popolazione, ma anche sulle sue attività economiche.
L’alimentazione lega gli individui agli usi di un gruppo (famiglia, comunità, popolo, nazione),
trasmette il senso di appartenenza e molti aspetti della cultura.
L’atto di cucinare è un aspetto importante del rapporto tra uomo e natura.
Nel passato il cibo distingueva anche nettamente gli strati sociali, in quanto c’erano cibi che
potevano permettersi solo i ricchi e altri considerati “del popolo” come ad esempio la zuppa di
pane.
“Non esiste una nazione meglio
attrezzata per affrontare un futuro
di economia sostenibile. Siamo il
Paese più bello del mondo e la
bellezza è oggi la merce più
ricercata»
Così si è espresso Renzo Piano, architetto di
fama internazionale e neo-Senatore a vita, in
una intervista recente.
La Convenzione EUROPEA definisce il paesaggio una parte di territorio «così
come è percepita dalle popolazioni», risultato di interrelazioni tra fattori
umani e naturali.
Il paesaggio è un bene fondamentale delle comunità umane e la sua qualità
contribuisce a migliorare le condizioni di vita delle persone. Ha, dunque, valore
sociale.
In Italia gli effetti della Convenzione europea sono entrati nella legislazione
nel 2004, attraverso il Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il Codice chiarisce che «il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e
dai beni paesaggistici». Il patrimonio culturale comprende quindi i beni
considerati «testimonianze di civiltà», come gli oggetti archeologici e le
biblioteche, e i beni paesaggistici (aree e costruzioni) «costituenti espressione
che i beni di appartenenza pubblica devono essere destinati alla fruizione della
collettività. Il patrimonio culturale, dunque, appartiene a tutti e lo Stato si
impegna a tutelarlo, ma anche a renderne possibile la fruizione.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio
Come scrive il geografo Eric Dardel nel libro L’uomo e la Terra:
«E’ attraverso il suo modo di abitare, la sistemazione dei campi, delle vigne, delle
praterie, attraverso il suo genere di vita, la circolazione delle cose, delle persone, che
l’uomo esteriorizza la sua relazione fondamentale con la Terra».
«Dimenticare come
scavare la terra e
prendersi cura del
suolo è dimenticare
noi stessi».
Mohandas K. Gandhi
DAL PUNTO DI VISTA PIU’ ALTO DEL
NOSTRO COMUNE: POGGIO SANTA MARIA
Lago di
Montepulciano
Lago di Chiusi
Lago Trasimeno
La nostra scuolaPoggio S.Maria
Le frazioni del nostro territorio
attraverso anche l’antica cartografia
Studio idrologico della Valdichiana - Leonardo da Vinci
Lago TRASIMENO
POGGIO S.MARIA in ottobre
LAGO DI CHIUSI
LAGO TRASIMENO
CASTIGLIONE DEL LAGO
POGGIO S.MARIA in primavera
Campi di grano e foraggio
Aziende Agricole
Il paesaggio e l’arte…
Percorso di studio del paesaggio attraverso le
opere d’arte e la fotografia.
Rielaborazione in chiave artistica
delle peculiarità del nostro territorio.
Il Paesaggio in Evoluzione
La percezione dello spazio
Mappe e Arte
Il territorio del nostro comune – Castiglione del Lago
a
Il paesaggio suscita emozioni e
sentimenti…
IL PAESAGGIO :
UN MANDALA VIVENTE
Il nostro paesaggio a 360°
Il paesaggio è per noi….
In Umbria le città etrusche più
importanti furono Perugia e Orvieto
Qui nel Castiglionese,
territorio di confine tra
Umbria e Toscana,
le città principali erano
Perugia, Chiusi e Cortona
Il nostro era un
territorio fertile,
mitigato dalla
presenza del Lago
Trasimeno, ricco di
raccolti e di fauna.
Le attività principali degli
Etruschi furono
l’Agricoltura
(cereali, viti, olivi)
l’Allevamento
la Caccia e la Pesca
Si trattava di case
raggruppate tra loro,
disposte lungo le strade
di collegamento tra i
paesi di Castiglione del
Lago, Villastrada e
Petrignano
Paesaggio: la storia e le antiche tradizioni agricole
RICERCA, ESCURSIONI, TOMBE ETRUSCHE E PAESAGGI STORICI
I villaggi realizzati con materiali
altamente deperibili sono scomparsi
Gli archeologi invece hanno ritrovato
moltissime sepolture etrusche ed
intere Necropoli
Trasimeno Terra Etrusca… percorso di studio e approfondimento sulle
“PIETRE ETRUSCHE”
La campagna di scavo (luglio 2012) ha rimosso
arbusti, rovi e tutto il terreno che ne avevano
reso impossibile l’accesso
La SCOPERTA (1907) avvenne per caso mentre
un contadino dissodava un terreno
La porta è in
pietra di
travertino
liscia e pesante
Nella camera sepolcrale, sul pavimento furono ritrovate due
anfore di argilla grezza
sopra una specie di muretto di pietra, addossato alla parete di
fondo due urne cinerarie di tufo con
coperchio decorato
L’Anfora vinaria
conteneva vino.
Il vino veniva usato
mischiato con acqua,
miele o aromatizzato
con spezie, mirto,
petali di fiori.
Visita all’azienda agraria «Madrevite» di Vaiano
Sono presenti anche
molti genitori
La signora Chiuccurlotto ci illustra la
produzione della fagiolina, del vino e
dell’olio di oliva.
Dall'inizio del '900 si susseguono le citazioni della Fagiolina del Trasimeno, tra cui:
"... la fagiolina del lago, piccoli fagioli biancastri con occhio bruno, di facile cottura e
saporitissimi"
Guida Gastronomica d'Italia del Touring Club Italiano, Prima Edizione 1931
Sembra verosimile che si
continuò a coltivare
la Fagiolina sul lago
Trasimeno, oltre che ad avere
ragioni strettamente legate al
territorio fertile ed irriguo, sia
dovuta anche alla particolarità
del periodo di semina
della Fagiolina: il seme viene
messo a dimora a giugno-
luglio, dopo la mietitura dei
cereali. Questo consentiva ai
coloni di avere un prodotto di
largo consumo senza per
questo doverne dare la metà
al padrone come avveniva in
mezzadria.
La prima testimonianza scritta della coltivazione
della Fagiolina del Trasimeno risale al 1876 ad opera
dell'Ingegnere Monaldi sul Giornale Agrario Italiano:
"... nei pressi del Trasimeno coltivasi abbondantemente
la cosiddetta fagiolina del lago, che credo sia una varietà
del dolichos cathiang"
Dopo il Monaldi testimonianze della coltivazione
della Fagiolina del Trasimeno si hanno nella cosiddetta
"inchiesta Jacini" del 1885:
"... nei terreni che limitano il lago Trasimeno, quando
nell'estate ritirandosi le acque, smaltite dell'emissario,
od evaporate, vengono a scoprirsi notevoli estensioni di
terreno, in allora dei coloni corrono subito per ridurle a
coltura e prosciugandole con enormi fosse di scolo, vi
seminano la cosidetta fagiolina dall'occhio, la quale
trovando quelle terre fertilizzate dai depositi di sostanze
vegetali rende un prodotto favoloso tanto da poter
raggiungere anche i 20 ettolitri per ettaro; ma più
spesso, in caso di piogge prolungate, le acque tornano a
coprire questi terreni e distruggono in un momento ogni
prodotto, e le dure e pericolose fatiche (per le febbri che
vi regnano) di quei laboriosi coloni."
La storia della Fagiolina del Trasimeno
Da molti anni sono
chiuso in questo
barattolo!
FATEMI USCIRE !!!
Voglio i miei
fratellini!
Eccovi !!!
Siamo tutti fratelli…
della famiglia VIGNA
UNGUICOLATA
Cioè…FAGIOLINA
DEL TRASIMENO !
Vigna è un genere di pianta
della famiglia delle
Leguminose
Unguicolata
perché mi
inserisco nella
terra con una
specie di
unghietta
Era meglio tempo
fa, quando i
contadini ci
seminavano…
Eravamo un
alimento
importante per la
famiglia che ci
coltivava.
C’è UNA NOVITàC
C’è una novità:
alcuni agricoltori ci
hanno riscoperto e ci
vogliono seminare!
Siamo così importanti che
anche la Facoltà di Agraria di
Perugia ha fatto di tutto per
salvarci e mantenerci in
«forma smagliante»… D’altra
parte noi deteniamo il
primato di unicità
Il ciclo di vita della FAGIOLINA
La Fagiolina del 
Trasimeno viene piantata tra 
fine maggio - i primi di 
Luglio. Dopo un primo 
periodo di accrescimento 
(circa 60 giorni) 
la Fagiolina inizia a portare a 
maturazione i primi baccelli 
che vengono raccolti quando 
sono già parzialmente 
essiccati. 
La Fagiolina del 
Trasimeno ha andamento
scalare: fiorisce e produce i 
baccelli in maniera continua 
fino al mese di Ottobre, 
obbligando ad una raccolta
manuale anch'essa
"scalare".
I baccelli
Una volta raccolto il baccello
viene messo ad essiccare al
sole per poi essere battuto
per permettere ai semi di
fuoriuscire.
I semi vengono ancora messi
ad essiccare e, una volta
persa completamente la
componente umida.
La sgranatura
L’essiccatura
Informazioni nutrizionali
La Fagiolina del Trasimeno
presenta, rispetto alle varietà
commerciali della stessa specie,
un maggior contenuto di ceneri
e di fibre e un minor contenuto
di amido e di zuccheri totali.
Alcune specie selezionate negli
anni, nell'area del Trasimeno,
presentano elevati contenuti di
pregio dal punto di vista
nutrizionale quali emicellulose,
cellulose, lignina, tannini e
sostanze pectiche. In particolare
è molto alto il contenuto in fibra
alimentari solubili è componente
pregiata della categoria delle
fibre alimentari per l'azione pro-
biotica che svolge.
Le nostre ricette
Come cucinare la Fagiolina del
Trasimeno
Cucinare la Fagiolina del Trasimeno
è semplice e veloce: non necessita
dell'ammollo, è sufficiente infatti
sciacquarla e cuocerla in acqua
bollente per circa 45 minuti. Si
possono preparare gustose
pietanze, dalle tradizionali
bruschette e zuppe, a fantasiosi
piatti, in abbinamento anche al
pesce di lago.
Bruschetta di Fagiolina del
Trasimeno
Ingredienti: Fagiolina del Trasimeno,
pane, olio extra vergine di oliva, sale
e pepe.
Lessare la Fagiolina del Trasimeno in
acqua bollente salata, poi scolarla.
Tostare il pane, disporvi sopra la
Fagiolina del Trasimeno e
DALLA PRODUZIONE AL COMMERCIO: PRESIDIO SLOW FOOD
La zona di produzione della Fagiolina del Trasimeno è
quella racchiusa all'interno del territorio comunale dei
Comuni intorno al lago Trasimeno.
Si tratta di una realtà molto piccola: la struttura delle
aziende agricole è di tipo familiare e gli addetti non
superano le tre unità, producendo, complessivamente,
sette, otto quintali di fagiolina.
Il Presidio sta lavorando per far conoscere questo prodotto,
permettendogli di uscire dal mercato locale (oggi la vendita
è perlopiù diretta) e stimolando così un piccolo incremento
produttivo.
I piccoli produttori che ancora seminano e raccolgono
manualmente questo fagiolo policromatico si sono riuniti in
un’ associazione e si sono dotati di un disciplinare che
distingue la produzione del Presidio dalle altre,
monocromatiche, che si trovano sempre più spesso in
vendita riprendendo alcuni aspetti della coltivazione
tradizionale come la raccolta esclusivamente manuale.
Negli ultimi anni l’associazione italiana Slow Food, che ha sedi in più di cento Stati, ha riportato
al centro dell’attenzione culturale la questione dell’alimentazione. Essa si contrappone alla
standardizzazione del gusto, difende la necessità di informazione da parte dei consumatori,
tutela le identità culturali legate alle tradizioni alimentari e gastronomiche.
LA BIODIVERSITA’
L’agricoltura biologica ha privilegiato il vino di qualità, l’olio
DOP e alcuni prodotti agroalimentari di nicchia come la
fagiolina. Tutto questo è stato facilitato anche dall’ambiente
rurale che presenta poche pianure e prevalenti terreni
collinari .
La battaglia per salvare la biodiversità non è una battaglia
qualsiasi.
È la battaglia per il futuro del pianeta.
Tutti possiamo fare qualcosa, nei nostri territori, ogni giorno.
Non concentriamoci su ciò che abbiamo perso, ma su ciò che
possiamo ancora salvare.
Esperienza a scuola
La Fagiolina si caratterizza per
avere i semi di vari colori e
screziature. In alcuni casi è
presente anche un occhio. Ha
una buccia sottile.
La semina
Dopo solo pochi giorni
Descrivo la piantina
L’oro verde del Trasimeno
I nostri laboratori artistici sull’Ulivo
Olio
L’olio è uno dei prodotti più antichi e tipici dell’area del
Trasimeno. I vasti oliveti collinari, che caratterizzano il
nostro paesaggio, consentono di produrre un’ottima
qualità di olio extra vergine, certificato e garantito dal
marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta)
“Umbria” e dalla menzione geografica “Colli del
Trasimeno”.
La varietà tipica dell’area del Trasimeno conferisce all’olio
un colore dal verde al giallo dorato ed una sensazione di
fruttato medio - leggero con note leggere di amaro e
piccante, rendendolo particolarmente indicato per tutte le
pietanze delicate e per il pesce.
La creazione della “Strada dell’Olio Extra Vergine d’Oliva
DOP Umbria”, di cui fa parte il Trasimeno, intende
collegare olio, olivo e cultura di questo prodotto, alla
storia e alle tradizioni dei territori interessati.
VINO
I vigneti e la prodizione di VINO
Il Vino D.O.C. “Colli del Trasimeno”
Nel gennaio 1997 nasce il "Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno"
con il suo marchio che, riproducendo il particolare di una tela del
"Perugino”, richiama le dolci colline che circondano il lago. Il
Consorzio ispirandosi alle bellezze del territorio ha l’obiettivo della
valorizzazione dei vini grazie al contributo dei viticoltori che da anni si
impegnano per la qualificazione del prodotto.
L’agricoltura al Trasimeno
Agricoltura di ieri e di oggi
Il grano
Laboratori artistici
Come Van Gogh: «Il seminatore»
La rivoluzione agricola
La nascita dell’agricoltura e dell’allevamento (10 000 anni
fa)costituisce il passaggio cruciale dell’evoluzione del rapporto tra
uomo e natura, in quanto l’uomo diventa stanziale, e inizia a lasciare un
segno sempre più profondo sul paesaggio terrestre.
Lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento porta con sé
innovazioni architettoniche, per la necessità di costruire spazi per le
lavorazioni e per la conservazione. Altri progressi tecnologici sono
legati all’esigenza di migliorare e aumentare i terreni coltivabili, con
terrazzamenti, bonifiche, argini, filari.
Crisi dell’agricoltura
Da sempre l’Italia è identificata con il suo paesaggio rurale, fonte di prodotti
preziosissimi (olio, vino, verdure, pane, pasta, formaggi). Sempre meno campi
sono dediti all’agricoltura, soppiantati da campi di pannelli fotovoltaici
(energia al posto del cibo), attraverso l’edificazione dei terreni agricoli,
attraverso l’inquinamento dei vari territori.
Dopo la crisi mondiale, è sulla terra e sul paesaggio che bisogna puntare
attraverso una politica economica europea che rivaluti il valore dell’agricoltura
come risorsa fondamentale per l’economia.
I pericoli di perdita dei paesaggi agrari, che
abbiamo rilevato, sono molti:
1.i territori agricoli abbandonati, incolti
2.L’abbandono delle campagne
3.i monumenti e le testimonianze storiche
dell’agricoltura antica abbandonati e degradati
4.L’inquinamento che devasta l’agricoltura con
le discariche e gli sversamenti incontrollati
5.La perdita delle agro-biodiversità (ovvero la
tendenza delle aziende agrarie a standardizzare
i processi produttivi)
6.le leggi sbagliate che annullano le nostre
colture specifiche
7.lo spreco dell’acqua
8.i disboscamenti e gli incendi
9.la perdita delle coltivazioni a causa delle
nuove destinazioni a produzione di energia
(vedi ad es. fotovoltaico a terra)
10.la cementificazione una volta ricoperto di
asfalto o di edifici il territorio agricolo sarà
perduto per l’agricoltura e l’ambiente chissà
per quante generazioni.
- Ridare valore alla terra: la campagna è vita, è
cibo, la terra vale per il futuro;
- Più terra e meno cemento
- Sostenere gli agricoltori innovatori; i giovani e le
famiglie che tornano alla terra;
- Valorizzare i nuovi stili di vita per il risparmio
energetico e l’economia sostenibile;
- Sostenere e finanziare i prodotti agricoli e
alimentari di qualità e identitari dei nostri paesaggi;
- Sostenere l’agricoltura sostenibile;
- Recuperare, conservare, rigenerare la
biodiversità;
e sostenere le ricerche sulla biodiversità
.
Alcune conclusioni per un’economia
agricola sostenibile:
UN ESPERITO PERITO AGRARIO CI
INFORMA RIGUARDO ALLA
SITUAZIONE DELL’AGRICOLTURA DEL
NOSTRO TERRITORIO…
C’ERA UNA VOLTA…
UN MOLINO POPOLARE
DEL TRASIMENO
L’incontro con…
…UN FONDATORE, UN PRESIDENTE!

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Sustainable development - Landscape & Nutrition in Trasimeno Area

  • 1. Sustainable development in the Trasimeno Area Workshops and activities with teachers and students Landscape Nutrition
  • 2. CULTURA NATURA ECONOMIA La provenienza locale del cibo, associata al rispetto della qualità ambientale e paesaggistica, può avere un importante effetto sinergico anche per la gestione del territorio e del paesaggio.
  • 3. Identità, alimentazione, cultura L’alimentazione non è solo la risposta a un bisogno dell’organismo, ma ha valenze economiche, sociali e culturali. Paesaggio e alimentazione sono legati da molte relazioni che permettono di comprendere la cultura materiale, il sistema sociale e molti elementi del sistema culturale del territorio. I comportamenti alimentari hanno a che vedere con i paesaggi perché incidono sulla scelta delle colture agricole e degli animali da allevare. Un paesaggio agrario può quindi darci informazioni sulle abitudini alimentari di una popolazione, ma anche sulle sue attività economiche. L’alimentazione lega gli individui agli usi di un gruppo (famiglia, comunità, popolo, nazione), trasmette il senso di appartenenza e molti aspetti della cultura. L’atto di cucinare è un aspetto importante del rapporto tra uomo e natura. Nel passato il cibo distingueva anche nettamente gli strati sociali, in quanto c’erano cibi che potevano permettersi solo i ricchi e altri considerati “del popolo” come ad esempio la zuppa di pane.
  • 4. “Non esiste una nazione meglio attrezzata per affrontare un futuro di economia sostenibile. Siamo il Paese più bello del mondo e la bellezza è oggi la merce più ricercata» Così si è espresso Renzo Piano, architetto di fama internazionale e neo-Senatore a vita, in una intervista recente.
  • 5. La Convenzione EUROPEA definisce il paesaggio una parte di territorio «così come è percepita dalle popolazioni», risultato di interrelazioni tra fattori umani e naturali. Il paesaggio è un bene fondamentale delle comunità umane e la sua qualità contribuisce a migliorare le condizioni di vita delle persone. Ha, dunque, valore sociale. In Italia gli effetti della Convenzione europea sono entrati nella legislazione nel 2004, attraverso il Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il Codice chiarisce che «il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici». Il patrimonio culturale comprende quindi i beni considerati «testimonianze di civiltà», come gli oggetti archeologici e le biblioteche, e i beni paesaggistici (aree e costruzioni) «costituenti espressione che i beni di appartenenza pubblica devono essere destinati alla fruizione della collettività. Il patrimonio culturale, dunque, appartiene a tutti e lo Stato si impegna a tutelarlo, ma anche a renderne possibile la fruizione. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio
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  • 7. Come scrive il geografo Eric Dardel nel libro L’uomo e la Terra: «E’ attraverso il suo modo di abitare, la sistemazione dei campi, delle vigne, delle praterie, attraverso il suo genere di vita, la circolazione delle cose, delle persone, che l’uomo esteriorizza la sua relazione fondamentale con la Terra». «Dimenticare come scavare la terra e prendersi cura del suolo è dimenticare noi stessi». Mohandas K. Gandhi
  • 8. DAL PUNTO DI VISTA PIU’ ALTO DEL NOSTRO COMUNE: POGGIO SANTA MARIA
  • 9. Lago di Montepulciano Lago di Chiusi Lago Trasimeno La nostra scuolaPoggio S.Maria
  • 10. Le frazioni del nostro territorio
  • 12. Studio idrologico della Valdichiana - Leonardo da Vinci Lago TRASIMENO
  • 13. POGGIO S.MARIA in ottobre
  • 17. POGGIO S.MARIA in primavera Campi di grano e foraggio
  • 19. Il paesaggio e l’arte… Percorso di studio del paesaggio attraverso le opere d’arte e la fotografia. Rielaborazione in chiave artistica delle peculiarità del nostro territorio.
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  • 32. Il Paesaggio in Evoluzione La percezione dello spazio Mappe e Arte
  • 33. Il territorio del nostro comune – Castiglione del Lago
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  • 39. a Il paesaggio suscita emozioni e sentimenti… IL PAESAGGIO : UN MANDALA VIVENTE
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  • 48. Il paesaggio è per noi….
  • 49. In Umbria le città etrusche più importanti furono Perugia e Orvieto Qui nel Castiglionese, territorio di confine tra Umbria e Toscana, le città principali erano Perugia, Chiusi e Cortona Il nostro era un territorio fertile, mitigato dalla presenza del Lago Trasimeno, ricco di raccolti e di fauna. Le attività principali degli Etruschi furono l’Agricoltura (cereali, viti, olivi) l’Allevamento la Caccia e la Pesca Si trattava di case raggruppate tra loro, disposte lungo le strade di collegamento tra i paesi di Castiglione del Lago, Villastrada e Petrignano Paesaggio: la storia e le antiche tradizioni agricole RICERCA, ESCURSIONI, TOMBE ETRUSCHE E PAESAGGI STORICI
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  • 51. I villaggi realizzati con materiali altamente deperibili sono scomparsi Gli archeologi invece hanno ritrovato moltissime sepolture etrusche ed intere Necropoli
  • 52. Trasimeno Terra Etrusca… percorso di studio e approfondimento sulle “PIETRE ETRUSCHE”
  • 53. La campagna di scavo (luglio 2012) ha rimosso arbusti, rovi e tutto il terreno che ne avevano reso impossibile l’accesso La SCOPERTA (1907) avvenne per caso mentre un contadino dissodava un terreno
  • 54. La porta è in pietra di travertino liscia e pesante
  • 55. Nella camera sepolcrale, sul pavimento furono ritrovate due anfore di argilla grezza sopra una specie di muretto di pietra, addossato alla parete di fondo due urne cinerarie di tufo con coperchio decorato
  • 56. L’Anfora vinaria conteneva vino. Il vino veniva usato mischiato con acqua, miele o aromatizzato con spezie, mirto, petali di fiori.
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  • 62. Visita all’azienda agraria «Madrevite» di Vaiano Sono presenti anche molti genitori La signora Chiuccurlotto ci illustra la produzione della fagiolina, del vino e dell’olio di oliva.
  • 63. Dall'inizio del '900 si susseguono le citazioni della Fagiolina del Trasimeno, tra cui: "... la fagiolina del lago, piccoli fagioli biancastri con occhio bruno, di facile cottura e saporitissimi" Guida Gastronomica d'Italia del Touring Club Italiano, Prima Edizione 1931 Sembra verosimile che si continuò a coltivare la Fagiolina sul lago Trasimeno, oltre che ad avere ragioni strettamente legate al territorio fertile ed irriguo, sia dovuta anche alla particolarità del periodo di semina della Fagiolina: il seme viene messo a dimora a giugno- luglio, dopo la mietitura dei cereali. Questo consentiva ai coloni di avere un prodotto di largo consumo senza per questo doverne dare la metà al padrone come avveniva in mezzadria. La prima testimonianza scritta della coltivazione della Fagiolina del Trasimeno risale al 1876 ad opera dell'Ingegnere Monaldi sul Giornale Agrario Italiano: "... nei pressi del Trasimeno coltivasi abbondantemente la cosiddetta fagiolina del lago, che credo sia una varietà del dolichos cathiang" Dopo il Monaldi testimonianze della coltivazione della Fagiolina del Trasimeno si hanno nella cosiddetta "inchiesta Jacini" del 1885: "... nei terreni che limitano il lago Trasimeno, quando nell'estate ritirandosi le acque, smaltite dell'emissario, od evaporate, vengono a scoprirsi notevoli estensioni di terreno, in allora dei coloni corrono subito per ridurle a coltura e prosciugandole con enormi fosse di scolo, vi seminano la cosidetta fagiolina dall'occhio, la quale trovando quelle terre fertilizzate dai depositi di sostanze vegetali rende un prodotto favoloso tanto da poter raggiungere anche i 20 ettolitri per ettaro; ma più spesso, in caso di piogge prolungate, le acque tornano a coprire questi terreni e distruggono in un momento ogni prodotto, e le dure e pericolose fatiche (per le febbri che vi regnano) di quei laboriosi coloni." La storia della Fagiolina del Trasimeno
  • 64. Da molti anni sono chiuso in questo barattolo! FATEMI USCIRE !!! Voglio i miei fratellini!
  • 65. Eccovi !!! Siamo tutti fratelli… della famiglia VIGNA UNGUICOLATA Cioè…FAGIOLINA DEL TRASIMENO !
  • 66. Vigna è un genere di pianta della famiglia delle Leguminose Unguicolata perché mi inserisco nella terra con una specie di unghietta
  • 67. Era meglio tempo fa, quando i contadini ci seminavano… Eravamo un alimento importante per la famiglia che ci coltivava.
  • 68. C’è UNA NOVITàC C’è una novità: alcuni agricoltori ci hanno riscoperto e ci vogliono seminare!
  • 69. Siamo così importanti che anche la Facoltà di Agraria di Perugia ha fatto di tutto per salvarci e mantenerci in «forma smagliante»… D’altra parte noi deteniamo il primato di unicità
  • 70. Il ciclo di vita della FAGIOLINA La Fagiolina del  Trasimeno viene piantata tra  fine maggio - i primi di  Luglio. Dopo un primo  periodo di accrescimento  (circa 60 giorni)  la Fagiolina inizia a portare a  maturazione i primi baccelli  che vengono raccolti quando  sono già parzialmente  essiccati.  La Fagiolina del  Trasimeno ha andamento scalare: fiorisce e produce i  baccelli in maniera continua  fino al mese di Ottobre,  obbligando ad una raccolta manuale anch'essa "scalare".
  • 71. I baccelli Una volta raccolto il baccello viene messo ad essiccare al sole per poi essere battuto per permettere ai semi di fuoriuscire. I semi vengono ancora messi ad essiccare e, una volta persa completamente la componente umida. La sgranatura L’essiccatura
  • 72. Informazioni nutrizionali La Fagiolina del Trasimeno presenta, rispetto alle varietà commerciali della stessa specie, un maggior contenuto di ceneri e di fibre e un minor contenuto di amido e di zuccheri totali. Alcune specie selezionate negli anni, nell'area del Trasimeno, presentano elevati contenuti di pregio dal punto di vista nutrizionale quali emicellulose, cellulose, lignina, tannini e sostanze pectiche. In particolare è molto alto il contenuto in fibra alimentari solubili è componente pregiata della categoria delle fibre alimentari per l'azione pro- biotica che svolge.
  • 73. Le nostre ricette Come cucinare la Fagiolina del Trasimeno Cucinare la Fagiolina del Trasimeno è semplice e veloce: non necessita dell'ammollo, è sufficiente infatti sciacquarla e cuocerla in acqua bollente per circa 45 minuti. Si possono preparare gustose pietanze, dalle tradizionali bruschette e zuppe, a fantasiosi piatti, in abbinamento anche al pesce di lago. Bruschetta di Fagiolina del Trasimeno Ingredienti: Fagiolina del Trasimeno, pane, olio extra vergine di oliva, sale e pepe. Lessare la Fagiolina del Trasimeno in acqua bollente salata, poi scolarla. Tostare il pane, disporvi sopra la Fagiolina del Trasimeno e
  • 74. DALLA PRODUZIONE AL COMMERCIO: PRESIDIO SLOW FOOD La zona di produzione della Fagiolina del Trasimeno è quella racchiusa all'interno del territorio comunale dei Comuni intorno al lago Trasimeno. Si tratta di una realtà molto piccola: la struttura delle aziende agricole è di tipo familiare e gli addetti non superano le tre unità, producendo, complessivamente, sette, otto quintali di fagiolina. Il Presidio sta lavorando per far conoscere questo prodotto, permettendogli di uscire dal mercato locale (oggi la vendita è perlopiù diretta) e stimolando così un piccolo incremento produttivo. I piccoli produttori che ancora seminano e raccolgono manualmente questo fagiolo policromatico si sono riuniti in un’ associazione e si sono dotati di un disciplinare che distingue la produzione del Presidio dalle altre, monocromatiche, che si trovano sempre più spesso in vendita riprendendo alcuni aspetti della coltivazione tradizionale come la raccolta esclusivamente manuale.
  • 75. Negli ultimi anni l’associazione italiana Slow Food, che ha sedi in più di cento Stati, ha riportato al centro dell’attenzione culturale la questione dell’alimentazione. Essa si contrappone alla standardizzazione del gusto, difende la necessità di informazione da parte dei consumatori, tutela le identità culturali legate alle tradizioni alimentari e gastronomiche.
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  • 77. LA BIODIVERSITA’ L’agricoltura biologica ha privilegiato il vino di qualità, l’olio DOP e alcuni prodotti agroalimentari di nicchia come la fagiolina. Tutto questo è stato facilitato anche dall’ambiente rurale che presenta poche pianure e prevalenti terreni collinari . La battaglia per salvare la biodiversità non è una battaglia qualsiasi. È la battaglia per il futuro del pianeta. Tutti possiamo fare qualcosa, nei nostri territori, ogni giorno. Non concentriamoci su ciò che abbiamo perso, ma su ciò che possiamo ancora salvare.
  • 78. Esperienza a scuola La Fagiolina si caratterizza per avere i semi di vari colori e screziature. In alcuni casi è presente anche un occhio. Ha una buccia sottile.
  • 80. Dopo solo pochi giorni Descrivo la piantina
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  • 82. L’oro verde del Trasimeno
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  • 84. I nostri laboratori artistici sull’Ulivo
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  • 88. Olio L’olio è uno dei prodotti più antichi e tipici dell’area del Trasimeno. I vasti oliveti collinari, che caratterizzano il nostro paesaggio, consentono di produrre un’ottima qualità di olio extra vergine, certificato e garantito dal marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) “Umbria” e dalla menzione geografica “Colli del Trasimeno”. La varietà tipica dell’area del Trasimeno conferisce all’olio un colore dal verde al giallo dorato ed una sensazione di fruttato medio - leggero con note leggere di amaro e piccante, rendendolo particolarmente indicato per tutte le pietanze delicate e per il pesce. La creazione della “Strada dell’Olio Extra Vergine d’Oliva DOP Umbria”, di cui fa parte il Trasimeno, intende collegare olio, olivo e cultura di questo prodotto, alla storia e alle tradizioni dei territori interessati.
  • 89. VINO I vigneti e la prodizione di VINO Il Vino D.O.C. “Colli del Trasimeno”
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  • 93. Nel gennaio 1997 nasce il "Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno" con il suo marchio che, riproducendo il particolare di una tela del "Perugino”, richiama le dolci colline che circondano il lago. Il Consorzio ispirandosi alle bellezze del territorio ha l’obiettivo della valorizzazione dei vini grazie al contributo dei viticoltori che da anni si impegnano per la qualificazione del prodotto.
  • 95. Agricoltura di ieri e di oggi
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  • 104. Laboratori artistici Come Van Gogh: «Il seminatore»
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  • 106. La rivoluzione agricola La nascita dell’agricoltura e dell’allevamento (10 000 anni fa)costituisce il passaggio cruciale dell’evoluzione del rapporto tra uomo e natura, in quanto l’uomo diventa stanziale, e inizia a lasciare un segno sempre più profondo sul paesaggio terrestre. Lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento porta con sé innovazioni architettoniche, per la necessità di costruire spazi per le lavorazioni e per la conservazione. Altri progressi tecnologici sono legati all’esigenza di migliorare e aumentare i terreni coltivabili, con terrazzamenti, bonifiche, argini, filari.
  • 107. Crisi dell’agricoltura Da sempre l’Italia è identificata con il suo paesaggio rurale, fonte di prodotti preziosissimi (olio, vino, verdure, pane, pasta, formaggi). Sempre meno campi sono dediti all’agricoltura, soppiantati da campi di pannelli fotovoltaici (energia al posto del cibo), attraverso l’edificazione dei terreni agricoli, attraverso l’inquinamento dei vari territori. Dopo la crisi mondiale, è sulla terra e sul paesaggio che bisogna puntare attraverso una politica economica europea che rivaluti il valore dell’agricoltura come risorsa fondamentale per l’economia.
  • 108. I pericoli di perdita dei paesaggi agrari, che abbiamo rilevato, sono molti: 1.i territori agricoli abbandonati, incolti 2.L’abbandono delle campagne 3.i monumenti e le testimonianze storiche dell’agricoltura antica abbandonati e degradati 4.L’inquinamento che devasta l’agricoltura con le discariche e gli sversamenti incontrollati 5.La perdita delle agro-biodiversità (ovvero la tendenza delle aziende agrarie a standardizzare i processi produttivi) 6.le leggi sbagliate che annullano le nostre colture specifiche 7.lo spreco dell’acqua 8.i disboscamenti e gli incendi 9.la perdita delle coltivazioni a causa delle nuove destinazioni a produzione di energia (vedi ad es. fotovoltaico a terra) 10.la cementificazione una volta ricoperto di asfalto o di edifici il territorio agricolo sarà perduto per l’agricoltura e l’ambiente chissà per quante generazioni.
  • 109. - Ridare valore alla terra: la campagna è vita, è cibo, la terra vale per il futuro; - Più terra e meno cemento - Sostenere gli agricoltori innovatori; i giovani e le famiglie che tornano alla terra; - Valorizzare i nuovi stili di vita per il risparmio energetico e l’economia sostenibile; - Sostenere e finanziare i prodotti agricoli e alimentari di qualità e identitari dei nostri paesaggi; - Sostenere l’agricoltura sostenibile; - Recuperare, conservare, rigenerare la biodiversità; e sostenere le ricerche sulla biodiversità . Alcune conclusioni per un’economia agricola sostenibile:
  • 110. UN ESPERITO PERITO AGRARIO CI INFORMA RIGUARDO ALLA SITUAZIONE DELL’AGRICOLTURA DEL NOSTRO TERRITORIO…
  • 111. C’ERA UNA VOLTA… UN MOLINO POPOLARE DEL TRASIMENO