EXPO: un grande evento sul cibo e l'alimentazione ha la necessità di essere analizzato con occhi "diversi". L'antropologo luca Ciurleo, nella sua relazione narra l'importanza di alcuni archetipi, mentre Ilaria Bonelli descrive l'alimentazione ed il contesto ossolano. Samuel Piana tratta, invece, EXPO come un evento da cui l'Italia deve poter trarre le maggiori ricadute economiche possibili.
Alcuni schemi e dati sono stati tratti da Una ricerca della camera di commercio di milano dell'ottobre 2013 oppure dal recentissimo incontro annuale di Federalberghi organizzato a Como il 15-17 maggio 2015
6. Le basi teoriche
Puntare su prodotti di stagione
Cercare il biologico
Preferire i prodotti locali
Carlo Cracco: «E’ importante imparare a usare
quello che la stagione permette di avere, così si
risparmia e si gode davvero dei sapori
autenticamente buoni»
7. Le basi teoriche
Nascono gli “chef-filosofi”, che assumono e
reclamano un ruolo di prim’ordine nel “pantheon”
contemporaneo
Massimo Bottura: «La sintesi della nostra cucina è
una saggia evoluzione delle tradizioni italiane,
precisione tecnica ed un imprescindibile rapporto
con gli artigiani italiani»
«Credo che la cucina di domani sarà
essenzialmente buona e sana»
8. Le basi teoriche
La Lettera ai cuochi di domani o Lettera di Lima
Manifesto culturale della nuova cucina, firmato da
cuochi di fama internazionale (Adrià, Blumenthal,
Bottura, Bras, Hattori...)
Si regolamentano i rapporti tra lo chef e la natura ed i
valori
Ruolo centrale del Cuoco e dello Chef, che diventa
punto di unione tra le istanze di contadini, produttori e
consumatori
10. IKEA
Catena nata negli anni ’60 del Novecento dove, a
fianco dei rinomati mobili, si “coccola” il cliente
fornendogli cibo a prezzi relativamente bassi
Si colloca a metà percorso e si vende la tipicità
svedese (Kötbullar, caffè svedese)
“Esoticità” anche take away
Grande successo per via dei sapori non dissimili
da quelli di matrice europea a cui siamo abituati
11. McDonald’s
Forma ristorativa del fast-food nata negli anni ’50
del Novecento
Ora sinonimo di junk-food ed eponimo della
globalizzazione e dell’appiattimento culturale e
culinario
12. McDonald’s
In realtà qualità dei cibi eccellente, con tempi di vita
della pietanza non superiori ai 15 minuti
In realtà la catena ha assunto carattere estremamente
locale attraverso menù nazionali caratteristici
Insalata di pasta, “Piccoli piaceri”, Panino di Marchesi
Target familiare in Europa, non così evidente negli Usa
Il caso indiano con McAloo tikki e Spicy delight
13. Centri commerciali
Oggi si è sviluppato un vero e proprio turismo
commerciale
Nei supermercati si trova spesso il “prêt a manger”
Assaporare l’esotismo o la tradizione in tempi brevi
L’offerta è variegata, soprattuto caratterizzata da cibi
etnici (seppur edulcorati ed occidentalizzati) o veloci
piatti della tradizione (fast-food con piadine o tigelle) o
piatti che promuovono i prodotti a marchio (Coop café)
14. Tradizionale = Buono
Uso ed abuso del termine tradizionale
Tipicità diventa valore aggiunto che ne legittima un
aumento di prezzo
Varie certificazioni: DOP, DOC, IGP, STG, DeCO
STG: Specialità tradizionale garantita. I prodotti
devono possedere una “composizione
tradizionale”, ma basta anche che siano ottenuti
“con metodo tradizionale”
19. La tradizione
Abuso del termine
Fini commerciali e turistici
La “tradizione” diviene valore aggiunto e “surplus”
La tradizione si colloca spesso in una dimensione a-storica e
temporalmente vaga
Il termine è diventato sinonimo di genuino, soprattutto in ambito
alimentare
Viene collegato alla natura e contrapposto alla modernità
Connotazioni sempre positive
21. Cibo e… pop!
L’alimentazione è molto importante anche nella
cinematografia contemporanea
Importanza della socialità e delle ritualità correlate
al cibo: dal pranzo di nozze al banchetto funebre
Il cibo (ed il banchetto) è spesso correlato alla
teoria dei riti di passaggio di Van Gennep e
coincide con la fase post-liminare e di
aggregazione
22. Cibo e… pop!
Ciò che è “lecito” e non lecito mangiare
Differenti culture hanno diversi approcci con il cibo
Il caso della carne di cavallo
Il maiale e la sua impurità tra categorie e sanità
24. Cibo e… pop!
Il tabù del cannibalismo
Non si possono mangiare gli uomini
Concetto di uomo e di umanità molto labile e vario
Le uniche due possibilità per integrare il nemico
sono “sposarlo o mangiarlo”
26. Cibo e… pop!
Soylent green (2022: i sopravvissuti)
Problema della sovrappopolazione e della scarsità
di cibo, sentita già negli anni ’70 del Novecento
Nessuna tanatoprassi per il cadavere, che diventa
rifiuto
Riciclo in cibo per gli esseri umani
27. Cibo e… pop!
Problema della velocità e del ricorso al cibo fast
Nascita dei fast food e delle tavole calde, per
sopperire alla velocità della mensa
Idea del futuro dove il pranzo diviene mangiare
pillole
30. Expo2015
Tematica molto
interessante, che collega
Cibo e futuro
Simbolo: Foody, una
rielaborazione di un’opera di
Arcimboldi (che troviamo
proprio in prossimità
dell’ingresso Triulza)
Uomo di pane
31. Expo2015
Interessante in alcuni padiglioni notare le
tematiche presentate, ovvero come il Paese si è
rappresentato ed autorappresentato
Giappone - Ecologia, quasi in antitesi con il senso
comune (Fukushima, predazione selvaggia dei
mari, caccia alle balene…)
Brasile - Giocosità, ma pochi contenuti
32. Expo2015
Angola - Albero e donna, simbologia molto antica
Italia - Il bel paese, tra natura (e disastri) e cultura
Paesi arabi - Problema della desertificazione
Kazakistan - Grande tecnologia (spazioporto)
33. Expo2015
Svizzera - Ce n’è per tutti?
Prodotti: acqua, mele, sale
e caffé
4 torri riempite solo una
volta
34. Expo2015
Corea - Pentola e cucina
tradizionale come base per
il futuro
Analogie con il Giappone su
alcune tematiche, ricorso
alla tecnologia dei robot
35. Expo2015
Spagna - Tradizione ed
innovazione (due facce della
stessa medaglia?)
Ambito culinario
Rielaborazione di piatti
36. Expo2015
Spettacolarizzazione
Estrema multimedialità e ricorso ad una
“museografia esperienziale”
Lo spettatore, in pochissimo tempo deve
sorprendersi
Molti padiglioni “fast”
USA Pavillion sull’alimentazione americana, (7’)
37. Expo2015
Tematica trasversale del Cibo del futuro
NO PILLOLE!
Coop&Go
Insetti e cibi esotici
Agricoltura verticale come conseguenza alla
mancanza di spazi (Israele, Coop, Usa…)
38. Expo2015
La commercializzazione del cibo
Supermercato del futuro di Coop
Attenzione alle origini dei prodotti, al loro impatto
ambientale, alle calorie ed agli allergeni
Evoluzione dell’interazione tra consumatore e
prodotto, già iniziata con la app Coop Origini
42. Expo2015
Il cibo del futuro tra distopia (allarmismi) ed utopia
Cucina è dappertutto, moda
Accendi un canale tv e trovi gente “spentolare in
diretta” (e non cucinare)
Principi ribaditi del “Buono pulito e giusto”
46. PREMESSA: REGIMI ALIMENTARI,
CULTURA ALIMENTARE E TRADIZIONE
Parlare di alimentazione significa anche parlare
di regimi alimentari e attraverso questi ultimi
possiamo riconoscere una cultura alimentare.
I regimi alimentari si sono modificati nel tempo
assumendo forme diverse e dando origine a
culture alimentari anche inedite.
La cultura alimentare viene riconosciuta
tradizionale quando, chi la pratica, la
percepisce come storicamente rintracciabile,
come antica, dalla quale hanno preso vita e
significato le proprie abitudini.
47. COSA INTENDIAMO
PER TRADIZIONE?
Nel linguaggio popolare “tradizionale” è un aggettivo che definisce
un patrimonio culturale che ha radici nel passato, e che viene
trasferito, immutato, nel presente (probabilmente a questa
attribuzione di significato ha influito l’uso che se ne fa in ambito
cristiano: Tradizione è infatti la parola rivelata dai padri della Chiesa,
una rivelazione vera, in quanto unica e universale).
L’uso che si fa nel linguaggio specialistico è invece più complesso
ed anche molto distante da questa versione popolare:
Per tradizione di un territorio o di una comunità, si intende il patrimonio
culturale trasmesso, fatto di connessioni e disconnessioni con il
passato, e comprende il contributo dei nuovi abitanti. (E’ l’esito
anche di processi di Transculturazione (F.Ortiz), di articolazione,
rifunzionalizzazione).
Ha la stessa radice del verbo latino tradire come Tradimento del
passato, quindi in se’ ha il senso della rottura con il passato.
48. L’OSSOLA, UNA PENISOLA
VERSO NORD
Le caratteristiche geografiche, morfologiche,
climatiche, orografiche e geologiche delle valli
ossolane sono state spesso protagoniste nella
storia sociale ed economica, determinando alcuni
interessanti aspetti culturali, nonché alimentari in
queste aree. (Ogni Valle ha sue specificità in
termini di territorio ed economia, e quindi aspetti
sociali e culturali precipue).
50. Esempio/Caso studio 1: i prodotti
americani(analisi a partire dai fatti storici per
arrivare agli alimenti)
I prodotti impiantati nell’Ossola in epoche diverse.
Dopo che l’Europa scopre il Continente
americano, adotta prodotti che riconosce adatti ai
terreni, ma soprattutto al proprio fabbisogno.
Il mais, la patata, pomodoro, fagioli sono i principali.
Dopo che casualità, carestia e necessità portarono
al superamento della diffidenza che questi nuovi
prodotti portavano con sé, inizia un uso anche
intensivo nella coltivazione e nell’alimentazione, tali
da assurgere ad un alimenti tradizionali, utilizzati
quindi secondo precise ricette culinarie.
51. Caso studio 2: le migrazioni in
entrata
Il territorio ossolano, proprio per la conformazione che possiede,
ha spinto i suoi abitanti a cercare fortuna spesso subito al di là
dei propri confini, creando reti di migrazione più o meno costanti.
Spesso gli ossolani hanno vissuto o vivono come frontalieri, una
esistenza a metà tra Italia e Svizzera, attraverso il Sempione o le
Cento Valli, le due aree geografiche sono entrate in contatto,
scambiando di conseguenza le loro abitudini e i loro prodotti.
Altre volte ci sono state migrazioni più consistenti, perfino definitive,
come è stato il caso dei Walser in Italia, come per esempio Val
Formazza e a Macugnaga;
Alcune volte, dopo periodi di vita medio lunghi, un migrante italiano
in Francia, in Germania o in Svizzera, tornava in Italia, portandosi
dietro un bagaglio culturale (alimentare) acquisito in queste altre
regioni. (esempio dei pittori in Francia, degli scalpellini, degli
spazzacamini)
52. Esempio/Caso studio 3: miniere,
centrali idroelettriche, grandi cantieri
C’è stata una grande immigrazione in entrata, lavoratori da tutta Italia hanno
partecipato ai lavori nei grandi cantieri ossolani:
A Pestarena, una frazione di Macugnaga, durante gli anni del Secondo Conflitto
Mondiale, sono stati assunti quasi mille tra minatori e affini, tanto da rappresentare
una metafora del Regno d’Italia (da una intervista ad Angelo Iachini e Vincenzo
Nanni ex minatore e figlio di un minatore).
Il traforo del Sempione, le centrali idroelettriche, per non parlare della ferrovia
Vigezzina, sono stati cantieri che hanno richiamato molte persone da diverse zone.
Ma qual è stato il sostrato culturale di tutte le persone che sono passate di qui? Cosa
hanno lasciato oggi? Quanto è diventato tradizionale, e quanto è passato ma non è
rimasto?
Ancora oggi a Macugnaga si ricordano di ricette a base di merluzzo, portate dai
minatori provenienti dal Triveneto, e si ricordano quanto i minatori sardi hanno
contaminato le tradizioni locali con le loro. (es. l’agnello al forno)
53. Esempio/Caso studio 4: il
commercio e il contrabbando
Vino, riso sono stati prodotti commerciati all’estero, prodotti in loco
oppure recuperati da territori vicini, spesso venduti di contrabbando
in cambio di denaro o in cambio di altri prodotti tra cui il sale:
Una contaminazione importante quella del riso, che è comparso,
come in sosta durante un lungo viaggio, sulle tavole di abitanti di
diverse valli, come alimento per ricette tradizionali.
La storia del vino è una storia particolare, antica ma anche molto
recente, un tempo prodotto molto coltivato in Ossola, per un periodo
ha subito il degrado del disinteresse, poiché considerato soprattutto
come merce di scambio, più che di consumo. Oggi si produce un
vino di qualità (marchio DOC “valli ossolane”), grazie alla proposta di
alcuni produttori consorziati e la nuova percezione attribuita a questo
prodotto e ad altri prodotti, divenuti una possibilità per valorizzare un
contesto proiettato spesso verso l’esterofilia e la ricerca di nuove
possibilità e di innalzare la qualità di vita.
54. Conclusioni
Questi casi studio sono in fase di approfondimento ed analisi, non hanno la pretesa di
essere esaustivi.
Sono tutti accomunabili per alcune caratteristiche:
Non esistono tradizioni immutabili, pure, intatte, a cui riferirsi;
La contaminazione è visibile fin dal Medioevo in Ossola e oggi continuano per regalarci
nuove interpretazioni della tradizione;
Le variazioni culturali sono il risultato di variazioni individuali (Remotti F., Noi i primitivi,
Universale Bollati Boringhieri, 2009);
La tradizione non perde il contatto con il passato, rimane comunque in parte in continuità,
nonostante le innovazioni apportino sempre delle modifiche;
La tradizione fa parte del patrimonio culturale immateriale, ovvero un bene vivente, è un
bene agito.
56. Eventi e Mega eventi
Dare una spiegazione scientifica di evento non è così semplice poiché se
guardiamo all’essenziale definizione da vocabolario perderemmo tutta una serie
di elementi caratterizzanti, in particolare:
Gli eventi celebrano
Gli eventi comunicano
Gli eventi mettono in relazione cose e persone
Gli eventi Promettono
l’importanza dei media come discriminante tra evento e mega evento
La materia solo negli ultimi anni (2010 -2014) ha saputo concretizzare i primi studi
ed analisi sulla disciplina degli “eventi”. in Italia uno dei massimi esperti è Sergio
Cherubini
57. La parola agli studiosi
Getz (uno dei precursori in materia): l’evento come
celebrazione pubblica tematizzata dalla durata limitata nel
tempo
Douglas (2001): i festival delle comunità e gli eventi da essi
originati possono essere visti come un bisogno intrinseco
della stessa comunità per celebrare momenti o
caratteristiche del proprio modo di intendere la vita o la storia
Cherubini (2009): l’evento come sistema, un mix di prodotti e
servizi che devono essere ben miscelati e coordinati per
raggiungere gli obiettivi prefissati
58. Eventi come sistema
OBIETTIVI EVENTO
CO-MARKETING
Per raggiungere gli obiettivi diventa fondamentale saper instaurare e
intrattenere relazioni con gli elementi e le risorse che sono
necessarie allo svolgimento operativo dell’evento - azioni di
marketing collaborativo!
59. Eventi e marketing
territoriale
l’evento come sistema prevede la necessità di saper
attrarre investimenti (in particolare gli IDE) e i media
durante l’evento lo sforzo di marketing si
concentrerà in particolare modo sui servizi alla
persona (ristorazione ed alloggi - marketing
turistico)
Nel post-evento, il marketing dovrà essere in grado
di mantenere e, se possibile, aumentare l’immagine
del territorio divenuto destinazione turistica
60. Legacy
cos’è e perché è importante?
Legacy: con questo termine andiamo a definire i
legami che si creano tra stakeholders (i portatori di
interesse siano essi pubblici o privati)
Più forte è la legacy, maggiore sarà l’impatto e le
ricadute economiche dirette ed indirette
Ci vuole, però molto tempo, nell’organizzazione di
legacy efficienti ed efficaci
61. Eventi VS Mega eventi
Copertura media nazionale o
regionale/locale
minore complessità
nell’organizzazione
ricadute economiche circoscritte
legacy minori
investimenti minori
rapporto con la comunità più
stretto
Copertura media internazionale e
mondiale
grandi investimenti
legacy maggiori e di lungo periodo
ricadute economiche di lungo
periodo e di livello nazionale
maggiore complessità
nell’organizzazione
più difficile il rapporto con la
comunità
Eventi Mega eventi
62. Eventi e media: una immagine
in continuo mutamento
Grande evento
Enorme coperturamediatica suscala
nazionale einternazionale
Occasione per daregrandevisibilità alla
destinazione
Contributo allacostruzione di una nuova
immagine della destinazione o al
miglioramento di quella esistente o
all’aumento di notorietà
Medioe piccoloevento
Coperturamediatica nazionale o più
ristretta
Occasione di promozione e valorizzazione
territoriale, spessodi alcuni elementi
distintivi especifici della destinazione
Contributo allapromozione di nuove forme
di fruizione della destinazione, sostegno
all’immagine ealla riconoscibilità
65. Grandi eventi e territorio:
ricadute economiche
• Ogni € investito per ristrutturazioni ecostruzione di
nuove opere (investimenti “hard”) mobilita circa 1,4 €
di risorsenel sistema economico, in grado di
contribuire all’aumento del PILdi alcunipunti
L’effetto
moltiplicatore
• Lerisorseattivate dall’investimento hard si
diffondonoin un territorio molto ampio:
extraregionale eaddirittura nazionale.
• Solo l’effetto derivante dalla spesadei visitatori
rimane più localizzato.
L’effetto di
“dispersione”
• L’evento èl’occasione per attrarre
investimenti, per realizzare/completare
infrastrutture eservizi afavoredella
collettività (es.rete metropolitana o
ferroviaria, collegamenti stradali, ecc.).
Nuovi servizia
favore della
collettività
66. Piccoli/medi eventi e territorio:
ricadute economiche
• Laquasi totalità della spesainvestita èdestinata a
interventi “soft”: sviluppo eorganizzazione evento,
promozione ecomunicazione, ecc-> maggiore
contributo al settore dei servizi su scalalocale e
regionale.
Prevalenza di
investimenti
soft
• Lericadute dell’evento si distribuiscono tra la
destinazione eil territorio limitrofo: la spesadei
visitatori in loco edestinata ai servizi rimane per il 91%
nella destinazione, dovegenera circa 0,4
€ di valore aggiunto.
Effetto di
“dispersione” più
localizzato e più
“percepibile”
• L’evento, soprattutto nei casi in cui èfondato su
caratteristiche specifiche e distintivedel territorio, è
un’occasione per coinvolgere i diversi sistemi produttivi
locali (abbigliamento, artigianato, enogastronomia, ecc.).
Coinvolgimento
attori e sistemi
produttivi locali
67. Investimento e effetto
moltiplicatore
Mega eventi
(Olimpiadi,
Mondiali di
calcio, Expo,
Giubileo, ecc.)
• Investimento per organizzazione
(hard +soft) chesupera il miliardodi
euro.
• Grandeeffetto di dispersione:
ricadute economiche diffuse non
solo sulladestinazione ma sull’intera
nazione.
Grandi eventi
(Capitali della
Cultura, ecc.)
• Investimento per organizzazione
(hard +soft) nell’ordine del milione di
euro.
• Discreto effetto di dispersione:
ricadute economiche diffuse sulla
destinazione esu tutto il territorio
regionale .
Entità dell’investimento per
organizzazione e dell’effetto
moltiplicatore
68. Fatturato
(spesa diretta
dei turisti) nella
destinazione
Valore
aggiunto nella
destinazione
Alberghi e pubblici
esercizi
70% 76%
Prodotti tipici,
abbigliamento,
artigianato, altro
17% 7%
Trasporti e
intermediazione
5% 8%
Attività ricreative,
culturali
3% 3%
Altro attività commerciali 1% 1%
Altro 4% 5%
Totale 100%
%
100%
Eventi e territorio: come
spendono i visitatori di un evento?
Benefici non solo per l’industria
prettamente turistica ma anche per
imprese di altri settori economici
localizzate nella destinazione, nel
territorio limitrofo e eventualmente -
nel caso di grandi eventi - in un’area
accorra più ampia
Tanto più l’evento è ancorato a
elementi caratteristici del territorio
(es. enogastronomia, artigianato,
espressioni artistiche locali, ecc.)
tanto più valorizzato sarà il tessuto
produttivo locale e tanto più
circoscritte saranno le ricadute
69. Eventi e ricettività:
dinamica dei flussi turistici
•Grandi e medi eventi influenzano generalmente la
dinamicadeiflussituristicinelladestinazione.
•Alcune eccezioni (ad es. Giochi Olimpici): flessione dei flussi
nell’anno dell’evento, dato che i turisti “tradizionali” evitano la
destinazione che èpercepita cometroppoaffollata,caoticaepiù
caraacausadell’eventostesso(“effettospiazzamento”).
•L’evento contribuisce anche a: un incremento del tasso di
occupazione (più o meno elevato a seconda di quanti nuovi
postilettosonostati creati)e, negli anni successivi, un aumento della
quota di arrivi/presenze nella destinazione ospitante sul totale
regionaleedel tassodiinternazionalizzazione(quotaturististranieri).
•Soprattutto negli anni post-evento anche altre variabili
influenzano la dinamica dei flussi. L’evento può contribuire
positivamente, attraverso l’effetto di immagine e di notorietà
creatoattornoalladestinazione.
Anni pre-
evento
Anno
evento
Anno post-
evento
Anni post-
evento
Ladinamica di arrivi epresenzenella destinazione ospitante l’evento
Aumentodi arrivi epresenzenell’anno
dell’evento
auntassosuperioreaquello pre-
evento,
calo fisiologicol’anno successivo,
ripresa negli anni successivi a ritmi
simili osuperiori aquelli pre-evento.
70. Schema evento incisivo
EVENTO
I cittadini sono i
primi
ambasciatori della
destinazione
Gestione
dell’eredità
dell’evento e
delle grandi
opere nel post
Dare
“contenuto ai
contenitori”
Sinergia pubblico-
privato ->sponsor
e partner privati
Avviare un piano
di promozionee
una campagnadi
comunicazione
alcuni anni prima
dell’evento
Offertaturistica
integrataesistema
economico locale
strutturato
Evento-levain una
strategia di
sviluppo turistico
checopra il pre eil
post
72. Girolago: piccolo evento,
grandi risultati
Riscoperta dei sentieri
attorno allago d'Orta
Star up economica offerta
dal settore pubblico
Dopo 10 anni, si hanno
ricadute concrete sul
territorio
Sviluppo di "raggi" più
interni ai paesi
73. Olimpiadi invernali di Torino
2006
82% dei visitatori ai giochi sono
intenzionati a tornare a Torino
Torino ha saputo “re-inventare” la sua
immagine da città industriale a
turistica
Torino ha saputo attrarre nuovi eventi
per continuare la sua ascesa
nell’immagine del visitatore
ci sono, però, problemi nel post-
evento su strutture (difficilmente
remunerabili) e problemi nelle zone
limitrofe alle aree toccate da
finanziamenti per i giochi olimpici…il
caso eclatante di Pragelato!
Torinoe leOlimpiadi Invernali, 2006
Arrivi regione Piemonte e areaTorino e provincia
Var.04/05
+31%
Var. 05/06
-8,8% Var.medio annuo 08/13
+6,7%
Var.06/07
-5,8%
• Crescita sostenuta nel 2005: motivazioni
businessedi preparazioneatletica.
•+14%postilettoaTorino eprovincianel 2006.
•+6 punti percentualiil tassodi
occupazioneaTorino eprovincianel 2006.
Var.03/04
+4%
75. EXPO: volano per
l’economia italiana
Valorizzazione degli
investimenti immobiliari
maggiore ricettività
riqualificazione post-evento
stima nuovi posti di lavoro
76. EXPO volano per
l'economia italiana
L’impatto economico complessivo per
l’economia italiana può essere espresso
in produzione aggiuntiva, valore aggiunto
(incrementale) e occupazione aggiuntiva.
La produzione aggiuntiva che l’evento
Expo potrà generare tra il 2012 e il 2020
è stimata pari a €23,6 Miliardi. Tale
valore corrisponde allo 0,8% della
produzione totale nazionale (stimata pari,
nel 2012, a circa €3.100 Miliardi).3 Di
questi €23,6 Miliardi, €3,2 Miliardi
saranno dovuti all’impatto diretto, €14,2
Miliardi all’impatto indiretto e indotto (che
comprende tutti gli effetti dei flussi
turistici determinati da Expo) ed €6,2
Miliardi saranno determinati dalla legacy
dell’evento.
77. EXPO volano per
l'economia italiana
L’occupazione dovrebbe crescere
prima nel settore delle costruzioni,
poi nei settori di assistenza al turista/
visitatore e poi nelle imprese che
nasceranno nella fase di post-evento
Oltre al dato dell’occupazione
dipendente è interessante la nascita
di nuove aziende “start-up” stimate
tra le 5 e le 10 ogni anno
(2016-2020)
ad ogni lavoro ad alto contenuto
tecnologico se ne creeranno altri 5
(confermando la statistica di Google
presentata il 16/05)!
220
200
Occupazione - unità di lavoro (migliaia)
88,8 191
180
160
140
120
67,4
100
80
60
40
34,8
20
0
2012-14 Evento 2015 2016-2020 TOTALE
78. EXPO volano per
l'economia italiana
Flussi turistici diretti:
Hotel: 96,2% in Italia in base alla
disponibilità dei posti letto, la quota estera
(3,8%) riguarda il Canton Ticino;
Ristoranti: 99% in Italia, sono state
sottratte solo le spese relative alle cene
fuori albergo dei visitatori che
pernotteranno in Canton Ticino;
Cultura e spettacoli: 100% in Italia, in
quanto si tratta degli acquisti di servizi
culturali e ricreativi che saranno effettuati
nel sito espositivo durante la visita a
Expo;
Altre spese: 99,5% in Italia, anche queste
riguardano, nella quasi totalità dei casi,
acquisti che saranno effettuati a Expo
(souvenir, abbigliamento, cuoio e calzature,
guide e opuscoli, ecc.).
79. Conclusioni
A livello economico EXPO sembra rispondere
ai requisiti del "Mega Evento". Rischia, però di essere poco o nulla
incisivo rispetto al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita"