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ANTROPOLOGIA DELL’EXPO
DOMENICA 27 SETTEMBRE, ORE 16
FUTURE FOOD DISTRICT
Relatori
Claudia Bersani - Novacoop

Luca Ciurleo - Fondazione l’UniversiCà

Ilaria Bonelli - Antropologa culturale

Samuel Piana - Landexplorer
PATRIZIA SPERANZA
CDA NOVACOOP
LUCA CIURLEO
FONDAZIONE L’UNIVERSICÀ
ANTROPOLOGO CULTURALE
MANGIARE IERI
ED OGGI
LE NUOVE FRONTIERE CULINARIE
ED IL RITORNO ALLA CICLICITÀ STAGIONALE
Le basi teoriche
Puntare su prodotti di stagione

Cercare il biologico

Preferire i prodotti locali

Carlo Cracco: «E’ importante imparare a usare
quello che la stagione permette di avere, così si
risparmia e si gode davvero dei sapori
autenticamente buoni»
Le basi teoriche
Nascono gli “chef-filosofi”, che assumono e
reclamano un ruolo di prim’ordine nel “pantheon”
contemporaneo

Massimo Bottura: «La sintesi della nostra cucina è
una saggia evoluzione delle tradizioni italiane,
precisione tecnica ed un imprescindibile rapporto
con gli artigiani italiani»

«Credo che la cucina di domani sarà
essenzialmente buona e sana»
Le basi teoriche
La Lettera ai cuochi di domani o Lettera di Lima

Manifesto culturale della nuova cucina, firmato da
cuochi di fama internazionale (Adrià, Blumenthal,
Bottura, Bras, Hattori...)

Si regolamentano i rapporti tra lo chef e la natura ed i
valori

Ruolo centrale del Cuoco e dello Chef, che diventa
punto di unione tra le istanze di contadini, produttori e
consumatori
CIBO E GLOBALIZZAZIONE
TRE MODELLI INTERPRETATIVI
IKEA
Catena nata negli anni ’60 del Novecento dove, a
fianco dei rinomati mobili, si “coccola” il cliente
fornendogli cibo a prezzi relativamente bassi

Si colloca a metà percorso e si vende la tipicità
svedese (Kötbullar, caffè svedese)

“Esoticità” anche take away

Grande successo per via dei sapori non dissimili
da quelli di matrice europea a cui siamo abituati
McDonald’s
Forma ristorativa del fast-food nata negli anni ’50
del Novecento

Ora sinonimo di junk-food ed eponimo della
globalizzazione e dell’appiattimento culturale e
culinario
McDonald’s
In realtà qualità dei cibi eccellente, con tempi di vita
della pietanza non superiori ai 15 minuti

In realtà la catena ha assunto carattere estremamente
locale attraverso menù nazionali caratteristici

Insalata di pasta, “Piccoli piaceri”, Panino di Marchesi

Target familiare in Europa, non così evidente negli Usa

Il caso indiano con McAloo tikki e Spicy delight
Centri commerciali
Oggi si è sviluppato un vero e proprio turismo
commerciale

Nei supermercati si trova spesso il “prêt a manger”

Assaporare l’esotismo o la tradizione in tempi brevi

L’offerta è variegata, soprattuto caratterizzata da cibi
etnici (seppur edulcorati ed occidentalizzati) o veloci
piatti della tradizione (fast-food con piadine o tigelle) o
piatti che promuovono i prodotti a marchio (Coop café)
Tradizionale = Buono
Uso ed abuso del termine tradizionale

Tipicità diventa valore aggiunto che ne legittima un
aumento di prezzo

Varie certificazioni: DOP, DOC, IGP, STG, DeCO

STG: Specialità tradizionale garantita. I prodotti
devono possedere una “composizione
tradizionale”, ma basta anche che siano ottenuti
“con metodo tradizionale”
La pizza “Margherita”, in onore della sovrana di casa
Savoia, nasce però nel 1889...
La tradizione
Abuso del termine

Fini commerciali e turistici

La “tradizione” diviene valore aggiunto e “surplus”

La tradizione si colloca spesso in una dimensione a-storica e
temporalmente vaga

Il termine è diventato sinonimo di genuino, soprattutto in ambito
alimentare

Viene collegato alla natura e contrapposto alla modernità

Connotazioni sempre positive
Cibo e… pop!
Cibo e… pop!
L’alimentazione è molto importante anche nella
cinematografia contemporanea

Importanza della socialità e delle ritualità correlate
al cibo: dal pranzo di nozze al banchetto funebre

Il cibo (ed il banchetto) è spesso correlato alla
teoria dei riti di passaggio di Van Gennep e
coincide con la fase post-liminare e di
aggregazione
Cibo e… pop!
Ciò che è “lecito” e non lecito mangiare

Differenti culture hanno diversi approcci con il cibo

Il caso della carne di cavallo

Il maiale e la sua impurità tra categorie e sanità
Cibo e… pop!
Cibo e… pop!
Il tabù del cannibalismo

Non si possono mangiare gli uomini

Concetto di uomo e di umanità molto labile e vario

Le uniche due possibilità per integrare il nemico
sono “sposarlo o mangiarlo”
Cibo e… pop!
Cibo e… pop!
Soylent green (2022: i sopravvissuti)

Problema della sovrappopolazione e della scarsità
di cibo, sentita già negli anni ’70 del Novecento

Nessuna tanatoprassi per il cadavere, che diventa
rifiuto

Riciclo in cibo per gli esseri umani
Cibo e… pop!
Problema della velocità e del ricorso al cibo fast

Nascita dei fast food e delle tavole calde, per
sopperire alla velocità della mensa

Idea del futuro dove il pranzo diviene mangiare
pillole
Cibo e… pop!
SPUNTI DI RIFLESSIONE 

SU EXPO 2015
PADIGLIONI ED AUTO-RAPPRESENTAZIONE
Expo2015
Tematica molto
interessante, che collega
Cibo e futuro

Simbolo: Foody, una
rielaborazione di un’opera di
Arcimboldi (che troviamo
proprio in prossimità
dell’ingresso Triulza)

Uomo di pane
Expo2015
Interessante in alcuni padiglioni notare le
tematiche presentate, ovvero come il Paese si è
rappresentato ed autorappresentato

Giappone - Ecologia, quasi in antitesi con il senso
comune (Fukushima, predazione selvaggia dei
mari, caccia alle balene…)

Brasile - Giocosità, ma pochi contenuti
Expo2015
Angola - Albero e donna, simbologia molto antica

Italia - Il bel paese, tra natura (e disastri) e cultura

Paesi arabi - Problema della desertificazione

Kazakistan - Grande tecnologia (spazioporto)
Expo2015
Svizzera - Ce n’è per tutti?

Prodotti: acqua, mele, sale
e caffé

4 torri riempite solo una
volta
Expo2015
Corea - Pentola e cucina
tradizionale come base per
il futuro 

Analogie con il Giappone su
alcune tematiche, ricorso
alla tecnologia dei robot
Expo2015
Spagna - Tradizione ed
innovazione (due facce della
stessa medaglia?)

Ambito culinario

Rielaborazione di piatti
Expo2015
Spettacolarizzazione

Estrema multimedialità e ricorso ad una
“museografia esperienziale”

Lo spettatore, in pochissimo tempo deve
sorprendersi

Molti padiglioni “fast”

USA Pavillion sull’alimentazione americana, (7’)
Expo2015
Tematica trasversale del Cibo del futuro

NO PILLOLE!

Coop&Go

Insetti e cibi esotici

Agricoltura verticale come conseguenza alla
mancanza di spazi (Israele, Coop, Usa…)
Expo2015
La commercializzazione del cibo

Supermercato del futuro di Coop
Attenzione alle origini dei prodotti, al loro impatto
ambientale, alle calorie ed agli allergeni

Evoluzione dell’interazione tra consumatore e
prodotto, già iniziata con la app Coop Origini
Expo2015
La commercializzazione del
cibo

Supermercato del futuro di
Coop
Casse fast (già operative in
alcuni punti vendita)

Banchi ad altezza uomo,
sviluppo della convivialità
Expo2015
La commercializzazione del
cibo

Supermercato del futuro del
padiglione Germania
Attenzione alle origini dei
prodotti, alle storie dei
prodotti, all’impatto
ambientale

A livello teorico/didattico
Expo2015
La commercializzazione del
cibo

Supermercato del padiglione
Emirati Arabi
Gioco del fare la spesa con
un determinato budget

Prezzi “contestualizzati”
Expo2015
Il cibo del futuro tra distopia (allarmismi) ed utopia

Cucina è dappertutto, moda

Accendi un canale tv e trovi gente “spentolare in
diretta” (e non cucinare)

Principi ribaditi del “Buono pulito e giusto”
OSTERIA GALLO NERO
MONTECRESTESE
ILARIA BONELLI
ANTROPOCOSMOS

ANTROPOLOGA CULTURALE
ANTROPOLOGIA
DELL’ALIMENTAZIONE
UN’ETNOGRAFIA, IN ITINERE, SULLE VALLI OSSOLANE:
ALIMENTAZIONE IN TRASFORMAZIONE
PREMESSA: REGIMI ALIMENTARI,
CULTURA ALIMENTARE E TRADIZIONE
Parlare di alimentazione significa anche parlare
di regimi alimentari e attraverso questi ultimi
possiamo riconoscere una cultura alimentare.

I regimi alimentari si sono modificati nel tempo
assumendo forme diverse e dando origine a
culture alimentari anche inedite.

La cultura alimentare viene riconosciuta
tradizionale quando, chi la pratica, la
percepisce come storicamente rintracciabile,
come antica, dalla quale hanno preso vita e
significato le proprie abitudini.
COSA INTENDIAMO 

PER TRADIZIONE?
Nel linguaggio popolare “tradizionale” è un aggettivo che definisce
un patrimonio culturale che ha radici nel passato, e che viene
trasferito, immutato, nel presente (probabilmente a questa
attribuzione di significato ha influito l’uso che se ne fa in ambito
cristiano: Tradizione è infatti la parola rivelata dai padri della Chiesa,
una rivelazione vera, in quanto unica e universale). 

L’uso che si fa nel linguaggio specialistico è invece più complesso
ed anche molto distante da questa versione popolare: 

Per tradizione di un territorio o di una comunità, si intende il patrimonio
culturale trasmesso, fatto di connessioni e disconnessioni con il
passato, e comprende il contributo dei nuovi abitanti. (E’ l’esito
anche di processi di Transculturazione (F.Ortiz), di articolazione,
rifunzionalizzazione).

Ha la stessa radice del verbo latino tradire come Tradimento del
passato, quindi in se’ ha il senso della rottura con il passato.
L’OSSOLA, UNA PENISOLA
VERSO NORD
Le caratteristiche geografiche, morfologiche,
climatiche, orografiche e geologiche delle valli
ossolane sono state spesso protagoniste nella
storia sociale ed economica, determinando alcuni
interessanti aspetti culturali, nonché alimentari in
queste aree. (Ogni Valle ha sue specificità in
termini di territorio ed economia, e quindi aspetti
sociali e culturali precipue).
I confni del VCO
Esempio/Caso studio 1: i prodotti
americani(analisi a partire dai fatti storici per
arrivare agli alimenti)
I prodotti impiantati nell’Ossola in epoche diverse.
Dopo che l’Europa scopre il Continente
americano, adotta prodotti che riconosce adatti ai
terreni, ma soprattutto al proprio fabbisogno.

Il mais, la patata, pomodoro, fagioli sono i principali.

Dopo che casualità, carestia e necessità portarono
al superamento della diffidenza che questi nuovi
prodotti portavano con sé, inizia un uso anche
intensivo nella coltivazione e nell’alimentazione, tali
da assurgere ad un alimenti tradizionali, utilizzati
quindi secondo precise ricette culinarie.
Caso studio 2: le migrazioni in
entrata
Il territorio ossolano, proprio per la conformazione che possiede,
ha spinto i suoi abitanti a cercare fortuna spesso subito al di là
dei propri confini, creando reti di migrazione più o meno costanti. 

Spesso gli ossolani hanno vissuto o vivono come frontalieri, una
esistenza a metà tra Italia e Svizzera, attraverso il Sempione o le
Cento Valli, le due aree geografiche sono entrate in contatto,
scambiando di conseguenza le loro abitudini e i loro prodotti.

Altre volte ci sono state migrazioni più consistenti, perfino definitive,
come è stato il caso dei Walser in Italia, come per esempio Val
Formazza e a Macugnaga; 

Alcune volte, dopo periodi di vita medio lunghi, un migrante italiano
in Francia, in Germania o in Svizzera, tornava in Italia, portandosi
dietro un bagaglio culturale (alimentare) acquisito in queste altre
regioni. (esempio dei pittori in Francia, degli scalpellini, degli
spazzacamini)
Esempio/Caso studio 3: miniere,
centrali idroelettriche, grandi cantieri
C’è stata una grande immigrazione in entrata, lavoratori da tutta Italia hanno
partecipato ai lavori nei grandi cantieri ossolani: 

A Pestarena, una frazione di Macugnaga, durante gli anni del Secondo Conflitto
Mondiale, sono stati assunti quasi mille tra minatori e affini, tanto da rappresentare
una metafora del Regno d’Italia (da una intervista ad Angelo Iachini e Vincenzo
Nanni ex minatore e figlio di un minatore). 

Il traforo del Sempione, le centrali idroelettriche, per non parlare della ferrovia
Vigezzina, sono stati cantieri che hanno richiamato molte persone da diverse zone.

Ma qual è stato il sostrato culturale di tutte le persone che sono passate di qui? Cosa
hanno lasciato oggi? Quanto è diventato tradizionale, e quanto è passato ma non è
rimasto? 

Ancora oggi a Macugnaga si ricordano di ricette a base di merluzzo, portate dai
minatori provenienti dal Triveneto, e si ricordano quanto i minatori sardi hanno
contaminato le tradizioni locali con le loro. (es. l’agnello al forno)
Esempio/Caso studio 4: il
commercio e il contrabbando
Vino, riso sono stati prodotti commerciati all’estero, prodotti in loco
oppure recuperati da territori vicini, spesso venduti di contrabbando
in cambio di denaro o in cambio di altri prodotti tra cui il sale:

Una contaminazione importante quella del riso, che è comparso,
come in sosta durante un lungo viaggio, sulle tavole di abitanti di
diverse valli, come alimento per ricette tradizionali.

La storia del vino è una storia particolare, antica ma anche molto
recente, un tempo prodotto molto coltivato in Ossola, per un periodo
ha subito il degrado del disinteresse, poiché considerato soprattutto
come merce di scambio, più che di consumo. Oggi si produce un
vino di qualità (marchio DOC “valli ossolane”), grazie alla proposta di
alcuni produttori consorziati e la nuova percezione attribuita a questo
prodotto e ad altri prodotti, divenuti una possibilità per valorizzare un
contesto proiettato spesso verso l’esterofilia e la ricerca di nuove
possibilità e di innalzare la qualità di vita.
Conclusioni
Questi casi studio sono in fase di approfondimento ed analisi, non hanno la pretesa di
essere esaustivi.

Sono tutti accomunabili per alcune caratteristiche:

Non esistono tradizioni immutabili, pure, intatte, a cui riferirsi;

La contaminazione è visibile fin dal Medioevo in Ossola e oggi continuano per regalarci
nuove interpretazioni della tradizione;

Le variazioni culturali sono il risultato di variazioni individuali (Remotti F., Noi i primitivi,
Universale Bollati Boringhieri, 2009);

La tradizione non perde il contatto con il passato, rimane comunque in parte in continuità,
nonostante le innovazioni apportino sempre delle modifiche; 

La tradizione fa parte del patrimonio culturale immateriale, ovvero un bene vivente, è un
bene agito.
SAMUEL PIANA
LANDEXPLORER 

AGENZIA DI WEB MARKETING TERRITORIALE
Eventi e Mega eventi
Dare una spiegazione scientifica di evento non è così semplice poiché se
guardiamo all’essenziale definizione da vocabolario perderemmo tutta una serie
di elementi caratterizzanti, in particolare:

Gli eventi celebrano

Gli eventi comunicano
Gli eventi mettono in relazione cose e persone

Gli eventi Promettono 

l’importanza dei media come discriminante tra evento e mega evento

La materia solo negli ultimi anni (2010 -2014) ha saputo concretizzare i primi studi
ed analisi sulla disciplina degli “eventi”. in Italia uno dei massimi esperti è Sergio
Cherubini
La parola agli studiosi
Getz (uno dei precursori in materia): l’evento come
celebrazione pubblica tematizzata dalla durata limitata nel
tempo

Douglas (2001): i festival delle comunità e gli eventi da essi
originati possono essere visti come un bisogno intrinseco
della stessa comunità per celebrare momenti o
caratteristiche del proprio modo di intendere la vita o la storia

Cherubini (2009): l’evento come sistema, un mix di prodotti e
servizi che devono essere ben miscelati e coordinati per
raggiungere gli obiettivi prefissati
Eventi come sistema
OBIETTIVI EVENTO
CO-MARKETING
Per raggiungere gli obiettivi diventa fondamentale saper instaurare e
intrattenere relazioni con gli elementi e le risorse che sono
necessarie allo svolgimento operativo dell’evento - azioni di
marketing collaborativo!
Eventi e marketing
territoriale
l’evento come sistema prevede la necessità di saper
attrarre investimenti (in particolare gli IDE) e i media

durante l’evento lo sforzo di marketing si
concentrerà in particolare modo sui servizi alla
persona (ristorazione ed alloggi - marketing
turistico)

Nel post-evento, il marketing dovrà essere in grado
di mantenere e, se possibile, aumentare l’immagine
del territorio divenuto destinazione turistica
Legacy
cos’è e perché è importante?
Legacy: con questo termine andiamo a definire i
legami che si creano tra stakeholders (i portatori di
interesse siano essi pubblici o privati)

Più forte è la legacy, maggiore sarà l’impatto e le
ricadute economiche dirette ed indirette

Ci vuole, però molto tempo, nell’organizzazione di
legacy efficienti ed efficaci
Eventi VS Mega eventi
Copertura media nazionale o
regionale/locale

minore complessità
nell’organizzazione

ricadute economiche circoscritte

legacy minori

investimenti minori

rapporto con la comunità più
stretto
Copertura media internazionale e
mondiale

grandi investimenti

legacy maggiori e di lungo periodo

ricadute economiche di lungo
periodo e di livello nazionale

maggiore complessità
nell’organizzazione

più difficile il rapporto con la
comunità
Eventi Mega eventi
Eventi e media: una immagine
in continuo mutamento
Grande evento
Enorme coperturamediatica suscala
nazionale einternazionale
Occasione per daregrandevisibilità alla
destinazione
Contributo allacostruzione di una nuova
immagine della destinazione o al
miglioramento di quella esistente o
all’aumento di notorietà
Medioe piccoloevento
Coperturamediatica nazionale o più
ristretta
Occasione di promozione e valorizzazione
territoriale, spessodi alcuni elementi
distintivi especifici della destinazione
Contributo allapromozione di nuove forme
di fruizione della destinazione, sostegno
all’immagine ealla riconoscibilità
Linea temporale
Outcome?
Pre-evento Post-eventoEvento
Tempo
Nella fase di pre-evento 

crescono gli investimenti 

in infrastrutture Durante l’evento 

turismo-ricettività
Nel post-evento la curva

continua a crescere?

oppure va verso il declino? 

dipende da…
Evento
Prospettiva stakeholders
primari (partner, sponsor,
fornitori)
Prospettiva Stakeholders
secondari(istituzioni,
comunitàlocale,mass
media,attori economici,
ecc.)
DIVERSE
TIPOLOGIEDI
IMPATTO
-Economico
-Socio-culturale
-Ambientale
-Marketing
-Politico
Prospettiva
partecipanti /
visitatori
Eventi: la giusta prospettiva
Grandi eventi e territorio:
ricadute economiche
• Ogni € investito per ristrutturazioni ecostruzione di
nuove opere (investimenti “hard”) mobilita circa 1,4 €
di risorsenel sistema economico, in grado di
contribuire all’aumento del PILdi alcunipunti
L’effetto
moltiplicatore
• Lerisorseattivate dall’investimento hard si
diffondonoin un territorio molto ampio:
extraregionale eaddirittura nazionale.
• Solo l’effetto derivante dalla spesadei visitatori
rimane più localizzato.
L’effetto di
“dispersione”
• L’evento èl’occasione per attrarre
investimenti, per realizzare/completare
infrastrutture eservizi afavoredella
collettività (es.rete metropolitana o
ferroviaria, collegamenti stradali, ecc.).
Nuovi servizia
favore della
collettività
Piccoli/medi eventi e territorio:
ricadute economiche
• Laquasi totalità della spesainvestita èdestinata a
interventi “soft”: sviluppo eorganizzazione evento,
promozione ecomunicazione, ecc-> maggiore
contributo al settore dei servizi su scalalocale e
regionale.
Prevalenza di
investimenti
soft
• Lericadute dell’evento si distribuiscono tra la
destinazione eil territorio limitrofo: la spesadei
visitatori in loco edestinata ai servizi rimane per il 91%
nella destinazione, dovegenera circa 0,4
€ di valore aggiunto.
Effetto di
“dispersione” più
localizzato e più
“percepibile”
• L’evento, soprattutto nei casi in cui èfondato su
caratteristiche specifiche e distintivedel territorio, è
un’occasione per coinvolgere i diversi sistemi produttivi
locali (abbigliamento, artigianato, enogastronomia, ecc.).
Coinvolgimento
attori e sistemi
produttivi locali
Investimento e effetto
moltiplicatore
Mega eventi
(Olimpiadi,
Mondiali di
calcio, Expo,
Giubileo, ecc.)
• Investimento per organizzazione
(hard +soft) chesupera il miliardodi
euro.
• Grandeeffetto di dispersione:
ricadute economiche diffuse non
solo sulladestinazione ma sull’intera
nazione.
Grandi eventi
(Capitali della
Cultura, ecc.)
• Investimento per organizzazione
(hard +soft) nell’ordine del milione di
euro.
• Discreto effetto di dispersione:
ricadute economiche diffuse sulla
destinazione esu tutto il territorio
regionale .
Entità dell’investimento per
organizzazione e dell’effetto
moltiplicatore
Fatturato
(spesa diretta
dei turisti) nella
destinazione
Valore
aggiunto nella
destinazione
Alberghi e pubblici
esercizi
70% 76%
Prodotti tipici,
abbigliamento,
artigianato, altro
17% 7%
Trasporti e
intermediazione
5% 8%
Attività ricreative,
culturali
3% 3%
Altro attività commerciali 1% 1%
Altro 4% 5%
Totale 100%
%
100%
Eventi e territorio: come
spendono i visitatori di un evento?
Benefici non solo per l’industria
prettamente turistica ma anche per
imprese di altri settori economici
localizzate nella destinazione, nel
territorio limitrofo e eventualmente -
nel caso di grandi eventi - in un’area
accorra più ampia

Tanto più l’evento è ancorato a
elementi caratteristici del territorio
(es. enogastronomia, artigianato,
espressioni artistiche locali, ecc.)
tanto più valorizzato sarà il tessuto
produttivo locale e tanto più
circoscritte saranno le ricadute
Eventi e ricettività:
dinamica dei flussi turistici
•Grandi e medi eventi influenzano generalmente la

dinamicadeiflussituristicinelladestinazione.

•Alcune eccezioni (ad es. Giochi Olimpici): flessione dei flussi
nell’anno dell’evento, dato che i turisti “tradizionali” evitano la
destinazione che èpercepita cometroppoaffollata,caoticaepiù
caraacausadell’eventostesso(“effettospiazzamento”).

•L’evento contribuisce anche a: un incremento del tasso di
occupazione (più o meno elevato a seconda di quanti nuovi
postilettosonostati creati)e, negli anni successivi, un aumento della
quota di arrivi/presenze nella destinazione ospitante sul totale
regionaleedel tassodiinternazionalizzazione(quotaturististranieri).

•Soprattutto negli anni post-evento anche altre variabili
influenzano la dinamica dei flussi. L’evento può contribuire
positivamente, attraverso l’effetto di immagine e di notorietà
creatoattornoalladestinazione.
Anni pre-
evento
Anno
evento
Anno post-
evento
Anni post-
evento
Ladinamica di arrivi epresenzenella destinazione ospitante l’evento
Aumentodi arrivi epresenzenell’anno
dell’evento
auntassosuperioreaquello pre-
evento,
calo fisiologicol’anno successivo,
ripresa negli anni successivi a ritmi
simili osuperiori aquelli pre-evento.
Schema evento incisivo
EVENTO
I cittadini sono i
primi
ambasciatori della
destinazione
Gestione
dell’eredità
dell’evento e
delle grandi
opere nel post
Dare
“contenuto ai
contenitori”
Sinergia pubblico-
privato ->sponsor
e partner privati
Avviare un piano
di promozionee
una campagnadi
comunicazione
alcuni anni prima
dell’evento
Offertaturistica
integrataesistema
economico locale
strutturato
Evento-levain una
strategia di
sviluppo turistico
checopra il pre eil
post
Alcuni esempi
Girolago: piccolo evento,
grandi risultati
Riscoperta dei sentieri
attorno allago d'Orta

Star up economica offerta
dal settore pubblico

Dopo 10 anni, si hanno
ricadute concrete sul
territorio

Sviluppo di "raggi" più
interni ai paesi
Olimpiadi invernali di Torino
2006
82% dei visitatori ai giochi sono
intenzionati a tornare a Torino

Torino ha saputo “re-inventare” la sua
immagine da città industriale a
turistica

Torino ha saputo attrarre nuovi eventi
per continuare la sua ascesa
nell’immagine del visitatore

ci sono, però, problemi nel post-
evento su strutture (difficilmente
remunerabili) e problemi nelle zone
limitrofe alle aree toccate da
finanziamenti per i giochi olimpici…il
caso eclatante di Pragelato!
Torinoe leOlimpiadi Invernali, 2006
Arrivi regione Piemonte e areaTorino e provincia
Var.04/05
+31%
Var. 05/06
-8,8% Var.medio annuo 08/13
+6,7%
Var.06/07
-5,8%
• Crescita sostenuta nel 2005: motivazioni
businessedi preparazioneatletica.
•+14%postilettoaTorino eprovincianel 2006.
•+6 punti percentualiil tassodi
occupazioneaTorino eprovincianel 2006.
Var.03/04
+4%
E L'EXPO?
Sta mantenendo le promesse?
EXPO: volano per
l’economia italiana
Valorizzazione degli
investimenti immobiliari

maggiore ricettività 

riqualificazione post-evento

stima nuovi posti di lavoro
EXPO volano per
l'economia italiana
L’impatto economico complessivo per
l’economia italiana può essere espresso
in produzione aggiuntiva, valore aggiunto
(incrementale) e occupazione aggiuntiva.
La produzione aggiuntiva che l’evento
Expo potrà generare tra il 2012 e il 2020
è stimata pari a €23,6 Miliardi. Tale
valore corrisponde allo 0,8% della
produzione totale nazionale (stimata pari,
nel 2012, a circa €3.100 Miliardi).3 Di
questi €23,6 Miliardi, €3,2 Miliardi
saranno dovuti all’impatto diretto, €14,2
Miliardi all’impatto indiretto e indotto (che
comprende tutti gli effetti dei flussi
turistici determinati da Expo) ed €6,2
Miliardi saranno determinati dalla legacy
dell’evento.
EXPO volano per
l'economia italiana
L’occupazione dovrebbe crescere
prima nel settore delle costruzioni,
poi nei settori di assistenza al turista/
visitatore e poi nelle imprese che
nasceranno nella fase di post-evento

Oltre al dato dell’occupazione
dipendente è interessante la nascita
di nuove aziende “start-up” stimate
tra le 5 e le 10 ogni anno
(2016-2020)

ad ogni lavoro ad alto contenuto
tecnologico se ne creeranno altri 5
(confermando la statistica di Google
presentata il 16/05)!
220
200
Occupazione - unità di lavoro (migliaia)
88,8 191
180
160
140
120
67,4
100
80
60
40
34,8
20
0
2012-14 Evento 2015 2016-2020 TOTALE
EXPO volano per
l'economia italiana
Flussi turistici diretti:

Hotel: 96,2% in Italia in base alla
disponibilità dei posti letto, la quota estera
(3,8%) riguarda il Canton Ticino; 

Ristoranti: 99% in Italia, sono state
sottratte solo le spese relative alle cene
fuori albergo dei visitatori che
pernotteranno in Canton Ticino; 

Cultura e spettacoli: 100% in Italia, in
quanto si tratta degli acquisti di servizi
culturali e ricreativi che saranno effettuati
nel sito espositivo durante la visita a
Expo; 

Altre spese: 99,5% in Italia, anche queste
riguardano, nella quasi totalità dei casi,
acquisti che saranno effettuati a Expo
(souvenir, abbigliamento, cuoio e calzature,
guide e opuscoli, ecc.).
Conclusioni
A livello economico EXPO sembra rispondere
ai requisiti del "Mega Evento". Rischia, però di essere poco o nulla
incisivo rispetto al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita"

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Antropologia dell'expo 27 settembre

  • 1. ANTROPOLOGIA DELL’EXPO DOMENICA 27 SETTEMBRE, ORE 16 FUTURE FOOD DISTRICT
  • 2. Relatori Claudia Bersani - Novacoop Luca Ciurleo - Fondazione l’UniversiCà Ilaria Bonelli - Antropologa culturale Samuel Piana - Landexplorer
  • 5. MANGIARE IERI ED OGGI LE NUOVE FRONTIERE CULINARIE ED IL RITORNO ALLA CICLICITÀ STAGIONALE
  • 6. Le basi teoriche Puntare su prodotti di stagione Cercare il biologico Preferire i prodotti locali Carlo Cracco: «E’ importante imparare a usare quello che la stagione permette di avere, così si risparmia e si gode davvero dei sapori autenticamente buoni»
  • 7. Le basi teoriche Nascono gli “chef-filosofi”, che assumono e reclamano un ruolo di prim’ordine nel “pantheon” contemporaneo Massimo Bottura: «La sintesi della nostra cucina è una saggia evoluzione delle tradizioni italiane, precisione tecnica ed un imprescindibile rapporto con gli artigiani italiani» «Credo che la cucina di domani sarà essenzialmente buona e sana»
  • 8. Le basi teoriche La Lettera ai cuochi di domani o Lettera di Lima Manifesto culturale della nuova cucina, firmato da cuochi di fama internazionale (Adrià, Blumenthal, Bottura, Bras, Hattori...) Si regolamentano i rapporti tra lo chef e la natura ed i valori Ruolo centrale del Cuoco e dello Chef, che diventa punto di unione tra le istanze di contadini, produttori e consumatori
  • 9. CIBO E GLOBALIZZAZIONE TRE MODELLI INTERPRETATIVI
  • 10. IKEA Catena nata negli anni ’60 del Novecento dove, a fianco dei rinomati mobili, si “coccola” il cliente fornendogli cibo a prezzi relativamente bassi Si colloca a metà percorso e si vende la tipicità svedese (Kötbullar, caffè svedese) “Esoticità” anche take away Grande successo per via dei sapori non dissimili da quelli di matrice europea a cui siamo abituati
  • 11. McDonald’s Forma ristorativa del fast-food nata negli anni ’50 del Novecento Ora sinonimo di junk-food ed eponimo della globalizzazione e dell’appiattimento culturale e culinario
  • 12. McDonald’s In realtà qualità dei cibi eccellente, con tempi di vita della pietanza non superiori ai 15 minuti In realtà la catena ha assunto carattere estremamente locale attraverso menù nazionali caratteristici Insalata di pasta, “Piccoli piaceri”, Panino di Marchesi Target familiare in Europa, non così evidente negli Usa Il caso indiano con McAloo tikki e Spicy delight
  • 13. Centri commerciali Oggi si è sviluppato un vero e proprio turismo commerciale Nei supermercati si trova spesso il “prêt a manger” Assaporare l’esotismo o la tradizione in tempi brevi L’offerta è variegata, soprattuto caratterizzata da cibi etnici (seppur edulcorati ed occidentalizzati) o veloci piatti della tradizione (fast-food con piadine o tigelle) o piatti che promuovono i prodotti a marchio (Coop café)
  • 14. Tradizionale = Buono Uso ed abuso del termine tradizionale Tipicità diventa valore aggiunto che ne legittima un aumento di prezzo Varie certificazioni: DOP, DOC, IGP, STG, DeCO STG: Specialità tradizionale garantita. I prodotti devono possedere una “composizione tradizionale”, ma basta anche che siano ottenuti “con metodo tradizionale”
  • 15.
  • 16. La pizza “Margherita”, in onore della sovrana di casa Savoia, nasce però nel 1889...
  • 17.
  • 18.
  • 19. La tradizione Abuso del termine Fini commerciali e turistici La “tradizione” diviene valore aggiunto e “surplus” La tradizione si colloca spesso in una dimensione a-storica e temporalmente vaga Il termine è diventato sinonimo di genuino, soprattutto in ambito alimentare Viene collegato alla natura e contrapposto alla modernità Connotazioni sempre positive
  • 21. Cibo e… pop! L’alimentazione è molto importante anche nella cinematografia contemporanea Importanza della socialità e delle ritualità correlate al cibo: dal pranzo di nozze al banchetto funebre Il cibo (ed il banchetto) è spesso correlato alla teoria dei riti di passaggio di Van Gennep e coincide con la fase post-liminare e di aggregazione
  • 22. Cibo e… pop! Ciò che è “lecito” e non lecito mangiare Differenti culture hanno diversi approcci con il cibo Il caso della carne di cavallo Il maiale e la sua impurità tra categorie e sanità
  • 24. Cibo e… pop! Il tabù del cannibalismo Non si possono mangiare gli uomini Concetto di uomo e di umanità molto labile e vario Le uniche due possibilità per integrare il nemico sono “sposarlo o mangiarlo”
  • 26. Cibo e… pop! Soylent green (2022: i sopravvissuti) Problema della sovrappopolazione e della scarsità di cibo, sentita già negli anni ’70 del Novecento Nessuna tanatoprassi per il cadavere, che diventa rifiuto Riciclo in cibo per gli esseri umani
  • 27. Cibo e… pop! Problema della velocità e del ricorso al cibo fast Nascita dei fast food e delle tavole calde, per sopperire alla velocità della mensa Idea del futuro dove il pranzo diviene mangiare pillole
  • 29. SPUNTI DI RIFLESSIONE 
 SU EXPO 2015 PADIGLIONI ED AUTO-RAPPRESENTAZIONE
  • 30. Expo2015 Tematica molto interessante, che collega Cibo e futuro Simbolo: Foody, una rielaborazione di un’opera di Arcimboldi (che troviamo proprio in prossimità dell’ingresso Triulza) Uomo di pane
  • 31. Expo2015 Interessante in alcuni padiglioni notare le tematiche presentate, ovvero come il Paese si è rappresentato ed autorappresentato Giappone - Ecologia, quasi in antitesi con il senso comune (Fukushima, predazione selvaggia dei mari, caccia alle balene…) Brasile - Giocosità, ma pochi contenuti
  • 32. Expo2015 Angola - Albero e donna, simbologia molto antica Italia - Il bel paese, tra natura (e disastri) e cultura Paesi arabi - Problema della desertificazione Kazakistan - Grande tecnologia (spazioporto)
  • 33. Expo2015 Svizzera - Ce n’è per tutti? Prodotti: acqua, mele, sale e caffé 4 torri riempite solo una volta
  • 34. Expo2015 Corea - Pentola e cucina tradizionale come base per il futuro Analogie con il Giappone su alcune tematiche, ricorso alla tecnologia dei robot
  • 35. Expo2015 Spagna - Tradizione ed innovazione (due facce della stessa medaglia?) Ambito culinario Rielaborazione di piatti
  • 36. Expo2015 Spettacolarizzazione Estrema multimedialità e ricorso ad una “museografia esperienziale” Lo spettatore, in pochissimo tempo deve sorprendersi Molti padiglioni “fast” USA Pavillion sull’alimentazione americana, (7’)
  • 37. Expo2015 Tematica trasversale del Cibo del futuro NO PILLOLE! Coop&Go Insetti e cibi esotici Agricoltura verticale come conseguenza alla mancanza di spazi (Israele, Coop, Usa…)
  • 38. Expo2015 La commercializzazione del cibo Supermercato del futuro di Coop Attenzione alle origini dei prodotti, al loro impatto ambientale, alle calorie ed agli allergeni Evoluzione dell’interazione tra consumatore e prodotto, già iniziata con la app Coop Origini
  • 39. Expo2015 La commercializzazione del cibo Supermercato del futuro di Coop Casse fast (già operative in alcuni punti vendita) Banchi ad altezza uomo, sviluppo della convivialità
  • 40. Expo2015 La commercializzazione del cibo Supermercato del futuro del padiglione Germania Attenzione alle origini dei prodotti, alle storie dei prodotti, all’impatto ambientale A livello teorico/didattico
  • 41. Expo2015 La commercializzazione del cibo Supermercato del padiglione Emirati Arabi Gioco del fare la spesa con un determinato budget Prezzi “contestualizzati”
  • 42. Expo2015 Il cibo del futuro tra distopia (allarmismi) ed utopia Cucina è dappertutto, moda Accendi un canale tv e trovi gente “spentolare in diretta” (e non cucinare) Principi ribaditi del “Buono pulito e giusto”
  • 45. ANTROPOLOGIA DELL’ALIMENTAZIONE UN’ETNOGRAFIA, IN ITINERE, SULLE VALLI OSSOLANE: ALIMENTAZIONE IN TRASFORMAZIONE
  • 46. PREMESSA: REGIMI ALIMENTARI, CULTURA ALIMENTARE E TRADIZIONE Parlare di alimentazione significa anche parlare di regimi alimentari e attraverso questi ultimi possiamo riconoscere una cultura alimentare. I regimi alimentari si sono modificati nel tempo assumendo forme diverse e dando origine a culture alimentari anche inedite. La cultura alimentare viene riconosciuta tradizionale quando, chi la pratica, la percepisce come storicamente rintracciabile, come antica, dalla quale hanno preso vita e significato le proprie abitudini.
  • 47. COSA INTENDIAMO 
 PER TRADIZIONE? Nel linguaggio popolare “tradizionale” è un aggettivo che definisce un patrimonio culturale che ha radici nel passato, e che viene trasferito, immutato, nel presente (probabilmente a questa attribuzione di significato ha influito l’uso che se ne fa in ambito cristiano: Tradizione è infatti la parola rivelata dai padri della Chiesa, una rivelazione vera, in quanto unica e universale). L’uso che si fa nel linguaggio specialistico è invece più complesso ed anche molto distante da questa versione popolare: Per tradizione di un territorio o di una comunità, si intende il patrimonio culturale trasmesso, fatto di connessioni e disconnessioni con il passato, e comprende il contributo dei nuovi abitanti. (E’ l’esito anche di processi di Transculturazione (F.Ortiz), di articolazione, rifunzionalizzazione). Ha la stessa radice del verbo latino tradire come Tradimento del passato, quindi in se’ ha il senso della rottura con il passato.
  • 48. L’OSSOLA, UNA PENISOLA VERSO NORD Le caratteristiche geografiche, morfologiche, climatiche, orografiche e geologiche delle valli ossolane sono state spesso protagoniste nella storia sociale ed economica, determinando alcuni interessanti aspetti culturali, nonché alimentari in queste aree. (Ogni Valle ha sue specificità in termini di territorio ed economia, e quindi aspetti sociali e culturali precipue).
  • 50. Esempio/Caso studio 1: i prodotti americani(analisi a partire dai fatti storici per arrivare agli alimenti) I prodotti impiantati nell’Ossola in epoche diverse. Dopo che l’Europa scopre il Continente americano, adotta prodotti che riconosce adatti ai terreni, ma soprattutto al proprio fabbisogno. Il mais, la patata, pomodoro, fagioli sono i principali. Dopo che casualità, carestia e necessità portarono al superamento della diffidenza che questi nuovi prodotti portavano con sé, inizia un uso anche intensivo nella coltivazione e nell’alimentazione, tali da assurgere ad un alimenti tradizionali, utilizzati quindi secondo precise ricette culinarie.
  • 51. Caso studio 2: le migrazioni in entrata Il territorio ossolano, proprio per la conformazione che possiede, ha spinto i suoi abitanti a cercare fortuna spesso subito al di là dei propri confini, creando reti di migrazione più o meno costanti. Spesso gli ossolani hanno vissuto o vivono come frontalieri, una esistenza a metà tra Italia e Svizzera, attraverso il Sempione o le Cento Valli, le due aree geografiche sono entrate in contatto, scambiando di conseguenza le loro abitudini e i loro prodotti. Altre volte ci sono state migrazioni più consistenti, perfino definitive, come è stato il caso dei Walser in Italia, come per esempio Val Formazza e a Macugnaga; Alcune volte, dopo periodi di vita medio lunghi, un migrante italiano in Francia, in Germania o in Svizzera, tornava in Italia, portandosi dietro un bagaglio culturale (alimentare) acquisito in queste altre regioni. (esempio dei pittori in Francia, degli scalpellini, degli spazzacamini)
  • 52. Esempio/Caso studio 3: miniere, centrali idroelettriche, grandi cantieri C’è stata una grande immigrazione in entrata, lavoratori da tutta Italia hanno partecipato ai lavori nei grandi cantieri ossolani: A Pestarena, una frazione di Macugnaga, durante gli anni del Secondo Conflitto Mondiale, sono stati assunti quasi mille tra minatori e affini, tanto da rappresentare una metafora del Regno d’Italia (da una intervista ad Angelo Iachini e Vincenzo Nanni ex minatore e figlio di un minatore). Il traforo del Sempione, le centrali idroelettriche, per non parlare della ferrovia Vigezzina, sono stati cantieri che hanno richiamato molte persone da diverse zone. Ma qual è stato il sostrato culturale di tutte le persone che sono passate di qui? Cosa hanno lasciato oggi? Quanto è diventato tradizionale, e quanto è passato ma non è rimasto? Ancora oggi a Macugnaga si ricordano di ricette a base di merluzzo, portate dai minatori provenienti dal Triveneto, e si ricordano quanto i minatori sardi hanno contaminato le tradizioni locali con le loro. (es. l’agnello al forno)
  • 53. Esempio/Caso studio 4: il commercio e il contrabbando Vino, riso sono stati prodotti commerciati all’estero, prodotti in loco oppure recuperati da territori vicini, spesso venduti di contrabbando in cambio di denaro o in cambio di altri prodotti tra cui il sale: Una contaminazione importante quella del riso, che è comparso, come in sosta durante un lungo viaggio, sulle tavole di abitanti di diverse valli, come alimento per ricette tradizionali. La storia del vino è una storia particolare, antica ma anche molto recente, un tempo prodotto molto coltivato in Ossola, per un periodo ha subito il degrado del disinteresse, poiché considerato soprattutto come merce di scambio, più che di consumo. Oggi si produce un vino di qualità (marchio DOC “valli ossolane”), grazie alla proposta di alcuni produttori consorziati e la nuova percezione attribuita a questo prodotto e ad altri prodotti, divenuti una possibilità per valorizzare un contesto proiettato spesso verso l’esterofilia e la ricerca di nuove possibilità e di innalzare la qualità di vita.
  • 54. Conclusioni Questi casi studio sono in fase di approfondimento ed analisi, non hanno la pretesa di essere esaustivi. Sono tutti accomunabili per alcune caratteristiche: Non esistono tradizioni immutabili, pure, intatte, a cui riferirsi; La contaminazione è visibile fin dal Medioevo in Ossola e oggi continuano per regalarci nuove interpretazioni della tradizione; Le variazioni culturali sono il risultato di variazioni individuali (Remotti F., Noi i primitivi, Universale Bollati Boringhieri, 2009); La tradizione non perde il contatto con il passato, rimane comunque in parte in continuità, nonostante le innovazioni apportino sempre delle modifiche; La tradizione fa parte del patrimonio culturale immateriale, ovvero un bene vivente, è un bene agito.
  • 55. SAMUEL PIANA LANDEXPLORER 
 AGENZIA DI WEB MARKETING TERRITORIALE
  • 56. Eventi e Mega eventi Dare una spiegazione scientifica di evento non è così semplice poiché se guardiamo all’essenziale definizione da vocabolario perderemmo tutta una serie di elementi caratterizzanti, in particolare: Gli eventi celebrano Gli eventi comunicano Gli eventi mettono in relazione cose e persone Gli eventi Promettono l’importanza dei media come discriminante tra evento e mega evento La materia solo negli ultimi anni (2010 -2014) ha saputo concretizzare i primi studi ed analisi sulla disciplina degli “eventi”. in Italia uno dei massimi esperti è Sergio Cherubini
  • 57. La parola agli studiosi Getz (uno dei precursori in materia): l’evento come celebrazione pubblica tematizzata dalla durata limitata nel tempo Douglas (2001): i festival delle comunità e gli eventi da essi originati possono essere visti come un bisogno intrinseco della stessa comunità per celebrare momenti o caratteristiche del proprio modo di intendere la vita o la storia Cherubini (2009): l’evento come sistema, un mix di prodotti e servizi che devono essere ben miscelati e coordinati per raggiungere gli obiettivi prefissati
  • 58. Eventi come sistema OBIETTIVI EVENTO CO-MARKETING Per raggiungere gli obiettivi diventa fondamentale saper instaurare e intrattenere relazioni con gli elementi e le risorse che sono necessarie allo svolgimento operativo dell’evento - azioni di marketing collaborativo!
  • 59. Eventi e marketing territoriale l’evento come sistema prevede la necessità di saper attrarre investimenti (in particolare gli IDE) e i media durante l’evento lo sforzo di marketing si concentrerà in particolare modo sui servizi alla persona (ristorazione ed alloggi - marketing turistico) Nel post-evento, il marketing dovrà essere in grado di mantenere e, se possibile, aumentare l’immagine del territorio divenuto destinazione turistica
  • 60. Legacy cos’è e perché è importante? Legacy: con questo termine andiamo a definire i legami che si creano tra stakeholders (i portatori di interesse siano essi pubblici o privati) Più forte è la legacy, maggiore sarà l’impatto e le ricadute economiche dirette ed indirette Ci vuole, però molto tempo, nell’organizzazione di legacy efficienti ed efficaci
  • 61. Eventi VS Mega eventi Copertura media nazionale o regionale/locale minore complessità nell’organizzazione ricadute economiche circoscritte legacy minori investimenti minori rapporto con la comunità più stretto Copertura media internazionale e mondiale grandi investimenti legacy maggiori e di lungo periodo ricadute economiche di lungo periodo e di livello nazionale maggiore complessità nell’organizzazione più difficile il rapporto con la comunità Eventi Mega eventi
  • 62. Eventi e media: una immagine in continuo mutamento Grande evento Enorme coperturamediatica suscala nazionale einternazionale Occasione per daregrandevisibilità alla destinazione Contributo allacostruzione di una nuova immagine della destinazione o al miglioramento di quella esistente o all’aumento di notorietà Medioe piccoloevento Coperturamediatica nazionale o più ristretta Occasione di promozione e valorizzazione territoriale, spessodi alcuni elementi distintivi especifici della destinazione Contributo allapromozione di nuove forme di fruizione della destinazione, sostegno all’immagine ealla riconoscibilità
  • 63. Linea temporale Outcome? Pre-evento Post-eventoEvento Tempo Nella fase di pre-evento crescono gli investimenti in infrastrutture Durante l’evento turismo-ricettività Nel post-evento la curva continua a crescere? oppure va verso il declino? dipende da…
  • 64. Evento Prospettiva stakeholders primari (partner, sponsor, fornitori) Prospettiva Stakeholders secondari(istituzioni, comunitàlocale,mass media,attori economici, ecc.) DIVERSE TIPOLOGIEDI IMPATTO -Economico -Socio-culturale -Ambientale -Marketing -Politico Prospettiva partecipanti / visitatori Eventi: la giusta prospettiva
  • 65. Grandi eventi e territorio: ricadute economiche • Ogni € investito per ristrutturazioni ecostruzione di nuove opere (investimenti “hard”) mobilita circa 1,4 € di risorsenel sistema economico, in grado di contribuire all’aumento del PILdi alcunipunti L’effetto moltiplicatore • Lerisorseattivate dall’investimento hard si diffondonoin un territorio molto ampio: extraregionale eaddirittura nazionale. • Solo l’effetto derivante dalla spesadei visitatori rimane più localizzato. L’effetto di “dispersione” • L’evento èl’occasione per attrarre investimenti, per realizzare/completare infrastrutture eservizi afavoredella collettività (es.rete metropolitana o ferroviaria, collegamenti stradali, ecc.). Nuovi servizia favore della collettività
  • 66. Piccoli/medi eventi e territorio: ricadute economiche • Laquasi totalità della spesainvestita èdestinata a interventi “soft”: sviluppo eorganizzazione evento, promozione ecomunicazione, ecc-> maggiore contributo al settore dei servizi su scalalocale e regionale. Prevalenza di investimenti soft • Lericadute dell’evento si distribuiscono tra la destinazione eil territorio limitrofo: la spesadei visitatori in loco edestinata ai servizi rimane per il 91% nella destinazione, dovegenera circa 0,4 € di valore aggiunto. Effetto di “dispersione” più localizzato e più “percepibile” • L’evento, soprattutto nei casi in cui èfondato su caratteristiche specifiche e distintivedel territorio, è un’occasione per coinvolgere i diversi sistemi produttivi locali (abbigliamento, artigianato, enogastronomia, ecc.). Coinvolgimento attori e sistemi produttivi locali
  • 67. Investimento e effetto moltiplicatore Mega eventi (Olimpiadi, Mondiali di calcio, Expo, Giubileo, ecc.) • Investimento per organizzazione (hard +soft) chesupera il miliardodi euro. • Grandeeffetto di dispersione: ricadute economiche diffuse non solo sulladestinazione ma sull’intera nazione. Grandi eventi (Capitali della Cultura, ecc.) • Investimento per organizzazione (hard +soft) nell’ordine del milione di euro. • Discreto effetto di dispersione: ricadute economiche diffuse sulla destinazione esu tutto il territorio regionale . Entità dell’investimento per organizzazione e dell’effetto moltiplicatore
  • 68. Fatturato (spesa diretta dei turisti) nella destinazione Valore aggiunto nella destinazione Alberghi e pubblici esercizi 70% 76% Prodotti tipici, abbigliamento, artigianato, altro 17% 7% Trasporti e intermediazione 5% 8% Attività ricreative, culturali 3% 3% Altro attività commerciali 1% 1% Altro 4% 5% Totale 100% % 100% Eventi e territorio: come spendono i visitatori di un evento? Benefici non solo per l’industria prettamente turistica ma anche per imprese di altri settori economici localizzate nella destinazione, nel territorio limitrofo e eventualmente - nel caso di grandi eventi - in un’area accorra più ampia Tanto più l’evento è ancorato a elementi caratteristici del territorio (es. enogastronomia, artigianato, espressioni artistiche locali, ecc.) tanto più valorizzato sarà il tessuto produttivo locale e tanto più circoscritte saranno le ricadute
  • 69. Eventi e ricettività: dinamica dei flussi turistici •Grandi e medi eventi influenzano generalmente la dinamicadeiflussituristicinelladestinazione. •Alcune eccezioni (ad es. Giochi Olimpici): flessione dei flussi nell’anno dell’evento, dato che i turisti “tradizionali” evitano la destinazione che èpercepita cometroppoaffollata,caoticaepiù caraacausadell’eventostesso(“effettospiazzamento”). •L’evento contribuisce anche a: un incremento del tasso di occupazione (più o meno elevato a seconda di quanti nuovi postilettosonostati creati)e, negli anni successivi, un aumento della quota di arrivi/presenze nella destinazione ospitante sul totale regionaleedel tassodiinternazionalizzazione(quotaturististranieri). •Soprattutto negli anni post-evento anche altre variabili influenzano la dinamica dei flussi. L’evento può contribuire positivamente, attraverso l’effetto di immagine e di notorietà creatoattornoalladestinazione. Anni pre- evento Anno evento Anno post- evento Anni post- evento Ladinamica di arrivi epresenzenella destinazione ospitante l’evento Aumentodi arrivi epresenzenell’anno dell’evento auntassosuperioreaquello pre- evento, calo fisiologicol’anno successivo, ripresa negli anni successivi a ritmi simili osuperiori aquelli pre-evento.
  • 70. Schema evento incisivo EVENTO I cittadini sono i primi ambasciatori della destinazione Gestione dell’eredità dell’evento e delle grandi opere nel post Dare “contenuto ai contenitori” Sinergia pubblico- privato ->sponsor e partner privati Avviare un piano di promozionee una campagnadi comunicazione alcuni anni prima dell’evento Offertaturistica integrataesistema economico locale strutturato Evento-levain una strategia di sviluppo turistico checopra il pre eil post
  • 72. Girolago: piccolo evento, grandi risultati Riscoperta dei sentieri attorno allago d'Orta Star up economica offerta dal settore pubblico Dopo 10 anni, si hanno ricadute concrete sul territorio Sviluppo di "raggi" più interni ai paesi
  • 73. Olimpiadi invernali di Torino 2006 82% dei visitatori ai giochi sono intenzionati a tornare a Torino Torino ha saputo “re-inventare” la sua immagine da città industriale a turistica Torino ha saputo attrarre nuovi eventi per continuare la sua ascesa nell’immagine del visitatore ci sono, però, problemi nel post- evento su strutture (difficilmente remunerabili) e problemi nelle zone limitrofe alle aree toccate da finanziamenti per i giochi olimpici…il caso eclatante di Pragelato! Torinoe leOlimpiadi Invernali, 2006 Arrivi regione Piemonte e areaTorino e provincia Var.04/05 +31% Var. 05/06 -8,8% Var.medio annuo 08/13 +6,7% Var.06/07 -5,8% • Crescita sostenuta nel 2005: motivazioni businessedi preparazioneatletica. •+14%postilettoaTorino eprovincianel 2006. •+6 punti percentualiil tassodi occupazioneaTorino eprovincianel 2006. Var.03/04 +4%
  • 74. E L'EXPO? Sta mantenendo le promesse?
  • 75. EXPO: volano per l’economia italiana Valorizzazione degli investimenti immobiliari maggiore ricettività riqualificazione post-evento stima nuovi posti di lavoro
  • 76. EXPO volano per l'economia italiana L’impatto economico complessivo per l’economia italiana può essere espresso in produzione aggiuntiva, valore aggiunto (incrementale) e occupazione aggiuntiva. La produzione aggiuntiva che l’evento Expo potrà generare tra il 2012 e il 2020 è stimata pari a €23,6 Miliardi. Tale valore corrisponde allo 0,8% della produzione totale nazionale (stimata pari, nel 2012, a circa €3.100 Miliardi).3 Di questi €23,6 Miliardi, €3,2 Miliardi saranno dovuti all’impatto diretto, €14,2 Miliardi all’impatto indiretto e indotto (che comprende tutti gli effetti dei flussi turistici determinati da Expo) ed €6,2 Miliardi saranno determinati dalla legacy dell’evento.
  • 77. EXPO volano per l'economia italiana L’occupazione dovrebbe crescere prima nel settore delle costruzioni, poi nei settori di assistenza al turista/ visitatore e poi nelle imprese che nasceranno nella fase di post-evento Oltre al dato dell’occupazione dipendente è interessante la nascita di nuove aziende “start-up” stimate tra le 5 e le 10 ogni anno (2016-2020) ad ogni lavoro ad alto contenuto tecnologico se ne creeranno altri 5 (confermando la statistica di Google presentata il 16/05)! 220 200 Occupazione - unità di lavoro (migliaia) 88,8 191 180 160 140 120 67,4 100 80 60 40 34,8 20 0 2012-14 Evento 2015 2016-2020 TOTALE
  • 78. EXPO volano per l'economia italiana Flussi turistici diretti: Hotel: 96,2% in Italia in base alla disponibilità dei posti letto, la quota estera (3,8%) riguarda il Canton Ticino; Ristoranti: 99% in Italia, sono state sottratte solo le spese relative alle cene fuori albergo dei visitatori che pernotteranno in Canton Ticino; Cultura e spettacoli: 100% in Italia, in quanto si tratta degli acquisti di servizi culturali e ricreativi che saranno effettuati nel sito espositivo durante la visita a Expo; Altre spese: 99,5% in Italia, anche queste riguardano, nella quasi totalità dei casi, acquisti che saranno effettuati a Expo (souvenir, abbigliamento, cuoio e calzature, guide e opuscoli, ecc.).
  • 79. Conclusioni A livello economico EXPO sembra rispondere ai requisiti del "Mega Evento". Rischia, però di essere poco o nulla incisivo rispetto al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita"