2. IO STUDIO, QUINDI SONO LIBERO
L’importanza e il valore dell’istruzione
3. LA LEGGE CASATI
13 novembre 1859
La legge segna il punto di partenza della scuola
italiana
La legge porta l’obbligo scolastico fino agli 8 anni.
Organizza l’istruzione in 4 anni con due cicli
di 2 anni ciascuno
Il primo biennio è obbligatorio. Il secondo
biennio poteva prevedere lo sdoppiamento
in due classi.
‘’I BAMBINI DEVONO SAPER
LEGGERE,SCRIVERE E FAR DI CONTO’’.
ISTRUZIONE OBBLIGATORIA
4. • I comuni non riescono a garantire la
copertura dei costi dell’insegnamento.
• L’analfabetismo riguardava una
percentuale di quasi l’80% della
popolazione.
• La scuola dell’unificazione aveva il
compito di «fare gli italiani»
5. La scuola dell’obbligo (15 luglio 1877)
Nel 1877 Michele Coppino promulgò la
legge , dall’omonimo nome, la quale ribadiva
l’obbligo della frequenza scolastica fino ai 3
anni ( terza elementare).
La legge prevedeva anche sanzioni per i
genitori inadempienti.
Una visione dell’istruzione elementare
gratuita, obbligatoria,
laica.
6. Riforma Gentile 1923
Nel 1923 Mussolini affidò l’incarico della pubblica
istruzione a Giovanni Gentile.
La riforma di Gentile non creò una scuola fascista
ma una scuola gentiliana, nella quale l’istruzione
classica era considerata il punto centrale e la
sintesi della preparazione culturale del giovane.
Questa riforma elevò l’obbligo scolastico a 14 anni di età.
La scuola era unitaria solo per i primi cinque anni mentre negli anni
successivi gli studenti avrebbero dovuto compiere una scelta tra quattro
possibilità:
• Ginnasio
• Scuola complementare
• Istituto tecnico
• Istituto magistrale
Solo i diplomati del liceo classico avrebbero potuto frequentare tutte le
facoltà universitarie, mentre ai diplomati del liceo scientifico sarebbe
stato possibile accedere alle sole facoltà tecnico-scientifiche. Agli altri
diplomati era impedita l’iscrizione alle università.
7. Scuola
complementre
Scuola materna (3
anni)
Scuola elementare (5 anni)
Ginnasio
Istituto
tecnico
Istituto
magistrale
Un’importante novità rispetto al
passato era costituita dal numero di
esami previsti nei passaggi da un
ciclo scolastico a un altro. In tutto lo
studente doveva superare sei esami
nei primi tredici anni di studio.
8. • Giuseppe Bottai ,ministro dell’Educazione Nazionale
dal 1936 al 1943 , fece approvare la “Carta della
Scuola” al Gran Consiglio del Fascismo (rimasta però
inattuata con l’entrata in guerra dell’Italia) .
• Quella pensata da Bottai era una scuola fascista, mirava
cioè, a formare l’«uomo nuovo», il cittadino, il soldato,
il lavoratore, organicamente inserito nella nazione.
LA CARTA DELLA SCUOLA 1939
9. Riforma Bottai (1939)
• Scuola elementare di cinque anni (come attuò Gentile), gli ultimi due
si denominano “scuola del lavoro”;
• Al termine di essa si poteva scegliere tra tre tipi di scuole, tutte di durata
triennale:
– Scuola artigiana, retta da maestri per imparare un mestiere;
– Scuola tecnico professionale ,che preparava lavoratori specializzati;
– Scuola media, dove si apprendeva il latino , garantiva l’accesso all’istruzione
media di secondo grado, al termine della quale si poteva accedere a tutti gli studi
superiori;
• La scelta della carriera avveniva a 11 anni in base a criteri economici
che non tenevano conto delle reali attitudini degli alunni.
Ancora una volta la scuola prevista da questa riforma riproduceva le
stratificazioni sociali che il regime voleva mantenere nel Paese.
10. L’8 ottobre 1931 venne pubblicata sulla «Gazzetta
Ufficiale» la legge che imponeva ai professori
universitari il giuramento di fedeltà al regime fascista
19. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce
scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione,
senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che
chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un
trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di
scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio
professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di
darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Articolo 33 Costituzione
20. La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti
degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
NELLA VOLONTÀ DEI COSTITUENTI L’ISTRUZIONE CESSA DI ESSERE UN PRIVILEGIO DI POCHI E DIVENTA
FINALMENTE UN DIRITTO DI TUTTI
Articolo 34 Costituzione
22. L’istituzione della scuola media rappresenta una
conquista non solo per la nostra legislazione
scolastica, ma anche per la nostra società.
La scuola media, nel momento in cui favorisce
la mobilità e l’interscambio fra le classi
sociali, offre i mezzi per una consapevole
presenza e partecipazione alla vita del paese.
Nel momento i cui è fattore di cultura, la scuola
media è anche fattore di democrazia.
IN ATTUAZIONE DEL
PRINCIPIO COSTITUZIONALE
23. Il Governo Fanfani IV è stato il
diciassettesimo
governo della Repubblica italiana
• Nel 1955 vennero approvati nuovi programmi della scuola elementare che
portavano la firma del ministro Ermini. Quella elementare era pensata più
come una scuola finalizzata ad educare la capacità fondamentale che non a
istruire l’intelligenza e il carattere, che trovava per questo aspetto, nella
tradizione umanistica e cristiana, la sua fonte. Qualche anno dopo, nel 1958,
venne lanciato un “Piano decennale della scuola” dal governo Fanfani, in cui
ministro dell’istruzione era A. Moro. Appariva, così, l’intento di attuare una
politica di programmazione nel settore scolastico. Si può considerare la
riforma della scuola media del 1962 il primo risultato di questo
clima. Dopo lunghe discussioni, durate vari anni, sui vari aspetti sociali,
culturali e politici della questione e dopo il confronto tra differenti disegni
di legge presentati dalle diverse forze politiche, nel dicembre 1962 fu
approvata dal Parlamento la legge istitutiva della scuola media unica
dell’obbligo. essa estendeva l’obbligo al quattordicesimo anno di
età e unificava tutte le scuole successive alle elementari (medie,
avviamenti professionali, ecc. ) in un’ unica scuola.
24. 1968 Il movimento studentesco
Nel 1968 gli studenti
diventano protagonisti
di una lotta frontale per
il diritto di espressione
e partecipazione che
sfocerà nelle
Conquiste del diritto
degli anni ‘70
25. Anni ‘70: Facciamo la storia
A partire dalle aule di scuola costruiscono il
loro mondo e la nuova società
Per comunicare si usava il volantino, un foglio
formato A4 che veniva riprodotto in serie grazie all’uso
del ciclostile.
Con il volantinaggio avveniva la distribuzione di fronte
alle facoltà occupate (1968), all’ingresso delle scuole,
dei posti di lavoro o nei quartieri e molto spesso, era
all’origine di scontri tra studenti di opposte fazioni.
28. I Decreti Delegati nella scuola italiana
Significato storico, sociale, politico e pedagogico
I decreti delegati sono una raccolta di sei atti normativi emanati in
Italia tra il luglio del 1973 ed il maggio del 1974.
Il rinnovamento nella scuola è il risultato delle lotte democratiche,
che si combatterono in Europa a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70: in
quegli anni la scuola di Francoforte introdusse “la dottrina della
rivoluzione”, contro le ferree gerarchie del potere. Il disegno politico
portò comunque nuova linfa al desiderio di libertà e di
trasformazione democratica I giovani del ‘68 lottarono per un ritorno
ai valori democratici, alla dignità umana, all’essere nel ‘69 e fu
raccolta dagli intellettuali e dagli studenti, che recepirono per primi
l’esigenza di trasformare democraticamente il sistema e
l’ordinamento scolastico. I nuovi scioperi del ‘72 e del ‘73 portarono
all’emanazione dei primi cinque Decreti Delegati, che resero la scuola
non più autoctona, ma aperta alla società.
29. La riforma scolastica fece innanzi tutto chiarezza sullo stato giuridico
del personale direttivo, ispettivo, docente e non docente (l.477del
30.7.73); furono istituiti gli organi collegiali. Il 30.5.74 il Governo
emanò i Decreti Delegati, n.416, 417 e 419, poi convertiti in legge dal
Parlamento. Con la 416 venne annullato il concetto di scuola a
sviluppo piramidale della Gentile: la scuola veniva gestita da dagli
studenti e, la grande novità, dai genitori; veniva istituito il Consiglio di
Classe
33. • Nelle aule di scuola e nelle università si comincia a
parlare apertamente di sessualità e nei movimenti
femministi si rivendica l’emancipazione della
donna che si tradurrà nella RIFORMA DEL
DIRITTO DI FAMIGLIA del 1975
Diritto di famiglia
37. Tra le modifiche apportate al precedente
ordinamento, vi furono:
• il passaggio dalla potestà del marito alla potestà (ora "responsabilità
genitoriale") condivisa dei coniugi;
• l'eguaglianza tra coniugi (si passa dalla potestà maritale all'eguaglianza fra
coniugi);
• Il regime patrimoniale della famiglia (separazione dei beni o comunione
legale/convenzionale);
• la revisione delle norme sulla separazione personale dei coniugi (dalla
separazione per colpa alla separazione per intollerabilità della
prosecuzione della convivenza)
38. Diritto di voto ai 18 anni
Il 10 marzo 1975
venne promulgata la
legge che abbassò la
maggiore età dai 21
ai 18 anni. Una svolta
storica per l’Italia, i
suoi giovani e le
generazioni future.