1. UN’ISOLA D’ ORO ?
“… CI SIA ANCORA POSTO PER UN’ISOLA DOVE SI POSSA
PENSARE ED ESPRIMERSI, CAMMINARE E, PERCHE’ NO,
PROGREDIRE IN CONTINUAZIONE DI LIBERA UMANITA’…”
P. Lucrezia e C. Violante – III AP. Lucrezia e C. Violante – III A
2. “… la bicocca: sopra ad un ampio poggio di tufo, secondo la regola
delle città Etrusche; adagiata tra il Tevere e la strada ferrata del
maggior traffico peninsulare, la quale solo per un riguardo alle antiche
mura attutisce in vicinanza di esse lo sferragliare dei treni entro una
doppia galleria; contornata, a rispetto, da colline e collinette ridenti e
piane fruttiere per terre alluvionale, ricche di alberi, specie d’olmi e di
pioppi …” ( Un’ isola d’oro di A. Di Marcantonio Pag. 11 )
3. “… bicocca tuttavia,
ma senza disprezzo;
bicocca affumicata
perché da 3000 anni le
case stanno arroccate
sul quel tufo, il tempo
vi ha lasciato una
patina che è indice di
magnanimi lombi.
Un’ ordinanza
comunale ha fatto
obbligo di riverniciare
tutte le facciate. Ma
presto le case
ingrigiscono, quasi
sollecitate da un
pudore antico ”.
( Pag. 12 )
4. “ …Siamo al quanto
retrivi, l’ho già detto;
e pigri. […] E mi son
reso conto di cosa sia il
pane quotidiano
quando ho rivisto il
sole sopra le facce
rossastre e pelose dei
nostri contadini. […]
Qualche volta l’uomo
trascura i segni sottili
del rinnovamento della
vita …”
( Pag. 176 - 177- 178 )
5. “… con il duomo e le case
che irregolarmente la
delimitano, la piazza di
S. Maria, il forum, fa
quartiere a sé. E’ una piazza
piccola…“ ( Pag. 30 )
6. “… il pezzo più antico della piazza è la fontana. Sta nel
mezzo e sottoterra […] i giovinetti musicanti usavano
scrivere dichiarazioni d’amore alle giovinette
occhieggiate alla fontana, disegnando a mo’ di stemma
in alto, sul foglio, lo strumento competenza, clarino
tromba o grancassa …” ( Pag. 44 – 45 )
7. “… nella mia
infanzia le mattinate
delle domeniche di
primavera erano
tutte piovose […]La
pioggia chiara, i
riflessi verde-chiari
di tutti quegli
ombrelloni che
coprivano piazza e
scalinata[…]
Infondevano nel mio
animo una gioia
profonda, un
godimento intimo,
infinito …” ( Pag. 47 )
8. “… I ritorni sembra a volte che turbino il piccolo
mondo dei ricordi e della fantasia […]
I silenzi sopra i tufi, davanti alla campagna
identica nella vegetazione nel colore e nei
sentimenti nel lento e tenue profumo, danno il
conforto che il tempo e il pensiero possano
fermarsi ne momento proprio nostro, quello che
appaga la nostra idea della vita …” ( Pag. 80 )
9. “… In declivio verso il fiume e tutt’intorno alla bicocca, lungo gli
argini tenuti su dai pioppi, questi orti opimi […] Isola d’ oro:
colore profumi sapori, abbondanza di prodotti per feracità di
terra …” ( Pag. 85 )
10. LE FAVOLE DI NONNA NAZZARENA
L’uomo è solo
“ Ogni uomo è solo nei momenti più
veri della sua giornata, solo nei
momenti in cui muore.
Chi scopre questa realtà sente sopra
le spalle il peso de mondo soltanto la
fede può dargli o potrebbe ridargli la
speranza” ( Pag. 94 – 95 )
11. LE FAVOLE DI NONNA
NAZZARENA
Il povero e il ricco
“… Da ragazzi del resto non si ha voglia di guardare nel
fondo delle cose, e fortunatamente quel fondo, se pure
intravisto, si perde nella nebbiolina dell’ottimismo […]
Più il ricco magnificava il proprio benessere dileggiando
i calli e il pane duro del povero, tanto più questo si
proclamava convito della propria felicità.
[…] gli << stati >> degli uomini saranno sempre tra loro
diversi anche nei regimi così d’eguaglianza e conviene
abituarcisi per non disperarsi …” ( Pag. 96-97 )
12. ORTE TRA PASSATO e PRESENTE
… Sulla piazza i contadini venuti per la festa sostavano a gruppi… ( pag. 47 )
Ora Orte è quasi deserto.
Dove sono gli ortani?
13. Gli orti, che prima costituivano la principale occupazione
degli ortani, ora sono diventati un diletto per alcuni
anziani.
…
ORTE TRA PASSATO e PRESENTE
14. Ieri la piazza era vivace
perché piena di persone
ORTE TRA PASSATO e PRESENTE
Oggi la piazza, piena di
macchine, è senza vita
15. ORTE TRA PASSATO e PRESENTE
La pietra dello scandalo
Ieri:
“… la pietra dello
scandalo, sul lato
sud della piazza […]
Vi salivano a
quell’epoca tutti i
tenori della politica
per i loro comizi […]
Uno scendeva e un
altro saliva […] E il
vecchio popolo
paziente e allenato
ascoltava[…] era
stata tolta dai
fascisti…” ( pag.
36-39 )
Oggi:
Ora la pietra è
conservata
nell’atrio del
palazzo
comunale
perché ha perso
la sua originaria,
importante,
funzione:
stimolare una
cittadinanza
attiva