1. Liceo classico “P. Giannone” – Caserta Progetto: “Navigare con Dante” ..per lo gran mar de l’essere… Dante protagonista della sua storia : l’invettiva & la profezia.
2. <…Molti son li animali a cui s’ammoglia, E più saranno ancora , infin che ‘l veltro Verrà, che la farà morir con doglia. Questi non ciberà terra né peltro, Ma sapienza, amore e virtute, E sua nazion sarà tra feltro e feltro. Di quella umile Italia fia salute, Per cui morì la vergine Cammilla, Eurialo e Turno e Niso di ferute. Questi la caccerà per ogne villa, Fin che l’avrà rimessa ne lo ‘n ferno Là onde ‘nvidia prima dipartilla…> Inferno, CANTO I, 100-111.
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4. ...Ed egli a me:<< Dopo lunga tencione, Verranno al sangue, e la parte selvaggia Caccerà l’altra con molta offencione. Poi appresso convien che questa caggia Infra tre soli, e che l’altra sormonti Con la forza di tal che testè piaggia. Alte terrà lungo tempo le fronti, Tenendo l’altra sotto gravi pesi, Come che di ciò pianga o che n’adonti. Giusti son due, e non vi sono intesi: superbia, invidia e avarizia sono le tre faville c’hanno i cuori accesi…>> Inferno, CANTO VI, 65/77.
5. ...e quella di Ciacco… E’ l’esito del violento scontro che imperversava a Firenze tra le due fazioni Guelfe, Bianchi e Neri, protagonista della profezia che il dannato Ciacco annuncia a Dante nel sesto canto dell’inferno : in meno di tre anni , quindi nel 1302, i Bianchi saranno cacciati e mandati all’esilio. Furiosa è qui anche la condanna all’ avarizia e alla superbia che dilaniavano la città toscana, cause, per Dante, della guerra stessa.
6. <..Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali. Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna. E se già fosse, non saria per tempo. Così foss’ ei, da che pur esser dee! ché più mi graverà, com’ più m’ attempo..> Inferno, CANTO XXVI, 1/12
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8. <..Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'elli annieghi in te ogne persona!" Che se 'l conte Ugolino aveva voce d'aver tradita te de le castella, non dovrei tu i figliuoi porre a tal croce. Innocenti facea l'età novella, novella Tebe, Uguiccione e 'l Brigata e li altri due che 'l canto suso appella..> Inferno, CANTOXXXIII, 79/90
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10. L’augurio è che, nel nome di Dante, oggi come nelle passate epoche della sua storia, il Popolo italiano trovi un fattore di unità spirituale e politica.