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Gustavo Pietropolli Charmet
La nuova coppia amorosa
     adolescenziale
Gli adolescenti di più o meno sedici anni chiedono ascolto anche perché sono innamorati. Spesso
non si danno pace: o perché non sono ricambiati, o perché dopo esserlo stati non lo sono
inspiegabilmente più, o perché non amano più e non sanno come dirlo e cosa fare. Altri invece non
si innamorano e sembra loro che sia strano e si chiedono perché gli altri si e loro no. Insomma una
quota consistente del tempo della consultazione con l'adolescente in crisi é dedicata all'elaborazione
della vicenda amorosa.
Nel corso degli anni m'é sembrato siano comparse delle interessanti novità nella gestione delle
vicende amorose da parte degli adolescenti di più o meno sedici anni ed é di queste novità che
intendo discutere in questa relazione.
Ovviamente la trama dell'amore a sedici anni obbedisce ad un copione invariante, i contenuti sono
quelli noti a tutti: forse l'innamoramento é una vicenda adolescenziale dimodoché quando gli adulti
si innamorano rimettono in funzione dispositivi adolescenziali. C'é chi pensa si tratti di
un'esperienza alta e veritiera, da prendere molto sul serio e decidere in conseguenza e chi ritiene
invece si tratti di un sintomo di disagio e perciò si interroga su cosa non funzioni nella sua vita dal
momento che s'é innamorato e ciò vuol dire che non stava bene dove stava.
Anche gli adolescenti attuali sembrano a volte perplessi sulla natura del fenomeno: alcuni di loro lo
ritengono troppo intenso e disturbante; lo preferirebbero più mite ed indolore ed invece sono
costretti a fare i conti con emozioni intense e affetti in conflitto fra loro. E' proprio questo il punto
su cui intendo attirare l'attenzione: l'indolenza amorosa e la singolare manipolazione della passione
che i sedicenni attuali fanno in funzione di mitigarne l'intensità e attutire il dolore che l'amore
suscita in chi gli vada incontro senza cautelarsi un pò.

La psicoanalisi si é molto interessata del determinismo infantile che governa la scelta del partner
amoroso fino a diffondere l'opinione non del tutto infondata che moltissime persone scelgono
sempre lo stesso partner pur godendo della prosperità sentimentale concessa dall'attuale contesto
culturale e dell'allungamento della vita media che consente di sbizzarirsi nella scelta del partner più
opportuno a seconda della fase del ciclo di vita che si attraversa. Non ci sarebbe nulla da fare: la
scelta sarebbe per così dire obbligata, lo coazione a ripetere raggiungerebbe nella scelta del partner
amoroso un'evidenza spettacolare dimodoché l'innamoramento sarebbe la vicenda più sintomatica
di tutte quelle che ci coinvolgono. E' una teoria che trova conferme frequenti, soprattutto fra quelli
che si separano e divorziano pieni di speranza e trovano sempre la stessa persona ed il medesimo
problema.
Debbo dire che gli adolescenti sospettano anche loro che la partita amorosa sia governata da una
considerevole tendenza a rivivere brani scelti della vita infantile; quando si innamorano infatti
hanno l'impressione di aver già conosciuto il ragazzo o la ragazza mai vista prima eppure così nota
e familiare da aver l'impressione più di averla ritrovata che di averla appena conosciuta.
Come psiocoanalista mi compiaccio di vedere confermata dai vissuti del loro primo amore la teoria
che a fare da regista della vicenda amorosa sia l'eterno bambino che blindato nell'inconscio continua
a pretendere la soddisfazione o degli stessi godimenti di un tempo o un saldo dei crediti accumulati
durante la lunga fase della dipendenza infantile nei confronti dei genitori amati ed odiati per tanti
anni da rendere indelebile il loro ricordo e molto spinta la voglia di ripetere pagine scelte delle
vicende amorose consumate con loro nella realtà o nella fantasia della prima e seconda infanzia.
Non é però di questo aspetto che intendo discutere, cioé non é della regia infantile che governa gli
amori adolescenziali che intendo parlare. Sono convinto che il vissuto profondo degli adolescenti
nei giorni del primo amore e del decollo della passione abbia molto a che fare con il vissuto del
ritrovamento, anzi dò per scontato che sia proprio questo il fenomeno mentale più interessante
dell'innamoramento adolescenziale. Credo però sia essenziale decidere cosa ritrovino e perché ciò
che ritrovano ha il potere di chiudere il periodo della noia e della malinconia, cioé del lutto
adolescenziale e del ritiro narcisistico. E' chiaro che nel volto del partner amoroso intravvedono le
sembianze di un essere vivente già intravvisto nelle vite precedenti, al quale sono molto legati, che
temevano di avere perduto per sempre, almeno a giudicare dalla reazione di giubilo che manifestano
allorché l'oggetto perduto ed il suo fascino fanno ritorno sulla scena della vita reale.
Propongo le conclusioni alle quali sono giunto dopo parecchi anni trascorsi a discutere con i diretti
interessati la natura del ritrovamento. In estrema sintesi credo si possa sostenere che le femmine
ritrovano nella relazione con il ragazzo che desiderano e che le attrae degli aspetti importanti delle
relazioni infantili vissute con uno o con tutti e due i genitori. Sperano di ritrovare l'appartenenza, la
tutela, il calore, la sicurezza affettiva sperimentata un tempo, poi perduta o funestata da incidenti di
percorso oppure sognata e sperimentata solo a tratti. Il loro primo amore é un impasto di ricordi
materni e idealizzazioni paterne: sperano che l'ignaro ragazzotto che hanno catturato si presti ad
erogare esperienze oggettuali molto evolute, che sappia parlare un esperanto amoroso allineato con
le aspettative di poter risperimentare estasi infantili più quelle tipiche dell'adolescenza sessuata.
Purtroppo per loro il ragazzotto pur essendo molto innamorato anche lui é di tutt'altro avviso e cerca
un'esperienza ben diversa. Ciò che egli sente di aver finalmentre ritrovato nella relazione amorosa é
qualcosa di molto più primitivo, meno definito, molto meno oggettuale di ciò che ha ritrovato la sua
partner; il giovanissimo maschio ha ritrovato lo sguardo, il sorriso, la tenerezza rispecchiante, la
simbiosi, l'esperienza narcisistica, cioé ha ritrovato sé stesso, il proprio perduto splendore, la
propria originaria preziosità e unicità. Tutto ciò gli regala vere e proprie estasi narcisistiche
riattivando negli strati più profondi della sua mente stati affettivi di straordinaria intensità e
bellezza. In pratica il maschio ritrova se stesso, la femmina ritrova il papà o la mamma o uno
straordinario mix dei due.
Per forza prima o poi litigano: partono su binari diversi ma sono convinti di essere sullo stesso
treno. Sono all'inizio di un lungo e doloroso viaggio che il più delle volte si rifiutano proprio per
questi motivi di affrontare e perciò scendono dal vagone amoroso e cambiano direzione e partner.
Nel frattempo hanno imparato che amare é un mestiere relativamente facile: invece lasciarsi amare
é molto difficile perché i figli delle altre famiglie amano in modo strano, diverso, quasi
incomprensibile.
Però questo aspetto della vicenda amorosa adolescenziale non é affatto una novità: é anzi un aspetto
invariante e strutturale. Maschio e femmina sedicenni quando si innamorano vivono ambedue
l'esperienza del ritrovamento dell'oggetto perduto, però ognuno trova ciò che cerca, soprattutto in
amore.
Naturalmente é di grande importanza educativa imparare a riconoscere i motivi per i quali le
adolescenti femmine sono sentimentalmente più mature dei coetanei maschi e intercettare nella
storia della formazione dei maschi e delle femmine gli elementi culturali che li rendono tanto sfasati
nella stagione degli amori adolescenziali; inoltre sarebbe di enorme interesse individuare i motivi
legati all'identità di genere che comportano vissuti così diversificati fra maschi e femmine
adolescenti. Però in questa sede intendo interessarmi solo delle nuove interpretazioni della vicenda
amorosa poiché esse conducono alla stipula di un contratto di coppia che é interessante analizzare
poiché in parte conferma ciò che già sappiamo del funzionamento mentale degli adolescenti attuali
ma in parte mi sembra approfondisca il quadro del loro diverso sentire rispetto alle generazioni
precedenti.
La trama invariante del reciproco innamoramento é a tutti nota, tranne a loro che essendo debuttanti
ne sono sostanzialmente all'oscuro o peggio suppongono di sapere già tutto solo perché hanno
devotamente studiato per anni la trama delle soap opera televisive che notoriamente mettono invece
in scena vicende che sul nostro pianeta e nella nostra razza non si sono mai verificate contribuendo
perciò ad una pessima formazione sentimentale pseudosudamericana dei nostri giovani.
La trama naturale invece si svolge come tutti sanno pressapoco così: in occasione della maturazione
erotica e generativa decollano anche dei piani di comportamento maschili e femminili che
prescrivono la formazione della coppia esogamica. Si tratta di un lavoraccio ma la specie ha
provveduto a mettere a disposizione dei volontari il premio dell'orgasmo sessuale, che per i giovani
é molto ambito e appunto quello dell'innamoramento.
Il codice femminile mette a disposizione delle giovani femmine un sapere disposizionale che le
aiuta nella messa in atto di complesse procedure definibili come pratiche seduttive, sostanzialmente
finalizzate a stabilizzare la coppia e a collaudare le capacità di contenimento del maschio e del suo
apparato sessuale come precursori del bambino e del progetto generativo.
Nel frattempo i maschi si esercitano nella mira, fanno la lotta, giocano al calcio, gareggiano
virilmente in esercizi di forza, agilità, acrobazia verificando con la coda dell'occhio l'effetto che
tutto ciò fa sulle coetanee, destinatarie ultime di tanti allenamenti propedeutici ai ben più complessi
esercizi amorosi e sessuali.
Dopo la stagione degli allenamenti propedeutici e delle condotte di prova realizzate corteggiando
qualche idolo remotissimo che appunto grazie alla distanza può essere oggetto delle profferte più
spinte, inizia la vera e propria contrattazione ravvicinata della coppia amorosa. E' proprio sulle
prime fasi della vita amorosa che mi sembra interessante intercettare alcune novità che mi sembrano
allineate con i risultati di ricerche condotte a proposito del signficato di altre condotte sociali,
alimentari, scolastiche degli adolescenti attuali.
Cominciamo dal giovanissimo maschio che già da parecchi anni é sospettato di essere svogliato, o
intimorito dai cambiamenti in corso nel gineceo dal quale é tenuto d'occhio spesso a sua insaputa.
Le ricerche sostengono che siano femminiliizzati: personalmente concordo su questo punto. Nel
corso delle consultazioni dimostrano di essere attratti dal mondo interno, dai sentimenti, di essere
disponibili a compromettersi emotivamente e appalesano una forte tendenza espressiva: attenti alla
qualità del vincolo, alla temperatura della relazione, solleciti nel sostenere il rapporto di coppia
affinché duri nel tempo. Però alla loro età sono dominati dalle donne che li circondano da tutte le
parti: sono dominati in casa dalla madre e a scuola dalla prof.: in classe sono surclassati dalle
ragazze, nel gruppo misto sono spesso a rimorchio della nuova leadership femminile. Ciò che
sostenevano i pionieri degli studi psicoanalitici sull'adolescenza maschile mi sembra in quest'ambito
ancor più vero; credo anzi che in passato si strattasse di una fantasia inconscia o quasi e che negli
ultimi anni il timore di essere risucchiati dalla voracita delle Diane cacciatrici sia invece una
vicenda del tutto consapevole e a tutti ampiamente nota, tanto da essere dibattuta nel gruppo
maschile pubblicamente. Ed infatti i maschi sono proprio sdraiati anacliticamente sul proprio
piccolo gruppo monosessuale grazie al quale divengano esperti di musica come mai nessuan
ragazza potrà diventare, padroni indiscussi del cybersapzio in cui navigano anche delle ragazze ma
senza quell'impeto e quella tenacia che caratterizza i ragazzini saldati al computer acceso e puntato
contro le lusinghe del mondo femminile che non aspetta altro che venga l'ora in cui il computer si
spegne per fare la propria comparsa nel monitor della vita reale. E' vero che i maschi frequentano il
mondo horror e che hanno una strana attrazione per il mondo del rischio; se ne dovrebbe dedurre
che sono coraggiosi; infatti forse lo debbono essere, ma certamente non lo sono nella vicenda
amorosa. Il più delle volte infatti mi sembra che sia molto viva nel loro immaginario la paura di non
riuscicre a soddisfare la ragazza che amano e desiderano di dover anche a causa dell'essere così
insoddisfacenti cedere ad una cattura passivizzante che impedisce l'espressione del loro sé
avventuroso ed esplorativo. Intimoriti da questa prospettiva i maschi siedono al tavolo delle
trattative ove si discute del nuovo galateo che regola la vita della giovane coppia e spingono verso
la socializzazione orientando la coppia verso il gruppo. Il risultato é la formazione del gruppo delle
coppie che é espressione più di esigenze maschili che femminili. Inoltre cercano di utilizzare la
coppia ciome sostegno delle condotte esplorative torcendola in direzione amicale e cameratesca
cercando in tutti modi leciti, ma lavorando anche sottobanco, per ottenere nel frattempo ciò che
cercano nella vita di coppia cioé esperienze di rispecchiamento e di conferma narcisistica.
La gruppalizzazione della coppia, l'amicalizzazione, la familiarizzazione esprimono bene a mio
avviso il tentativo dei maschi di mettersi al riparo da un vissuto che caratterizza le prima fasi
dell'innamoramento e che mi sembra spaventi in modo intenso gli attuali adolescenti. E' come se
avvertissero in modo intenso la minaccia che l'oggetto d'amore porta al Sé e sentissero l'urgenza di
proteggersi per evitare tre eventi molto minacciosi.
Il nuovo oggetto d'amore minaccia il potere dei vecchi oggetti d'amore che non sono ancora
disinvestiti e nei confronti dei quali gli attuali adolescenti hanno fior di conti in sospeso. E' chiaro
che se sono ancora figli della mamma e del papà debbono schierarsi in difesa della devozione per i
genitori e proteggerli dalla grave minaccia che il nuovo oggetto d'amore porta implacabilmente con
sé. Le ragazze sanno benissimo che é un lungo e difficile lavoro sradicare il loro ragazzo dal
vincolo materno, familiare e di clan. Nel mondo interno del giovanissimo maschio il sapraggiungere
della rappresentazione del nuovo oggetto d'amore suscita un contrattacco alimentato dalla
devozione ai vecchi oggetti. Il nuovo oggetto spaventa per il suo immenso potere e perciò deve
essere denigrato, reso più innoquo, ricondotto al tepore dell'amicizia, del cameratismo, del legame
fraterno. Tutti seduti alla stessa tavola a mangiare l'insalata lavata dalla mamma, così nessuno si
sente più minacciato e il nuovo oggetto familiarizzato non sembra più tanto minaccioso, ma al
contrario del tutto compatibile con la status quo. Dopo mangiato si passa qualche tempo in
cameretta ove più nessuno viene a disturbare poiché la minaccia é sventata e al posto della coppia
amorosa adolescenziale di antica memoria é nato un mesto menage parafamilare ambivalente, privo
di passione e sterile, ma rassicurante per tutti anche se tutto ciò trasforma i due adolescenti in baby
pensionati della passione e della lotta mortale fra i sessi.
L'altra minaccia che i giovanissimi maschi tentano di sventare é rappresentata dalla paura di una
forma particolare dipendenza. Trovano doloroso essere costretti a dedicare tanti pensieri, tante
emozioni e così tanto tempo ad un oggetto diverso dal Sé. Il fatto che nella loro mente un oggetto
estraneo, il volto della ragazza amata, abbia preso il sopravvento non é salutato con gioia ed assunto
come un segnale di liberazione e crescita. Suscita invece un doloroso sentimento di mortificazione
narcisistica: il sé é diventato molto meno importante dell'oggetto. L'ineludibile sentimento di
meschinità che l'innamorato prova al cospetto dello splendore dell'oggetto d'amore e di culto é
intollerabile per la fragilità narcisistica dei giovani maschi attuali. Essi perciò sono costretti a
trovare i mezzi per ridurre lo spazio che il parassita mentale occupa. A loro non piace svegliarsi al
mattino e trovarlo già li, padrone della loro mente e addormentarsi alla sera con lui ancora bello
sveglio che pretende di essere pensato un altro pò. Siccome tutti dicono che l'adolescenza attuale é
caratterizzata da un elevato livello di fragilità narcisistica mi sembra inevitabile che la meschinità e
la mortificazione che l'innamoramento produce non siano ben accetti dai maschi adolescenti e che
cerchino di proteggersi riducendo lo splendore ed il fulgido potere dell'oggetto d'amore
riconducendolo alla dimensione dell'amicizia, del cameratismo, del vincolo fraterno, inserendo la
coppia nel gruppo allargato, usandola perciò non per isolarsi a contemplare il suo splendore ma al
contrario per socializzare, viaggiare, esplorare, imparare le lingue e fare assieme dello sport.
Succede così che la giovanissima coppia ritrovi la passione nei giorni della spedizione di gruppo,
nel corso dell'esplorazione, del viaggio, dell'impresa notturna del sabato sera, nel clima eccitato ma
rassicurante del gruppo delle coppie e dei single che circondano la coppia da tutte la parti,
contestualizzandola, non lasciando solo il giovane maschio con la paura di essere stato catturato e di
non sapere come si faccia ad uscira dal dolce ma minaccioso sequestro di persona.
Ed infine il terzo timore dei giovani maschi: la paura del rifiuto e dell'abbandono, cioé del dolore,
del lutto, della perdita. Tutti dicono che gli adolescenti attuali sono in cattivi rapporti con
l'esperienza del dolore mentale, che incontrano severe difficoltà a separarsi dai propri oggetti
d'amore, che non vogliono soffrire perché li hanno abituati così. Personalmente sono molto
d'accordo con questa ipotesi ed infatti nel corso delle consultazioni con gli adolescenti maschi
innamorati ed anche con quelli che si guardano bene dall'esserlo o diventarlo, appare in primissimi
piano quanto sia temuto il rischio dell'abbandono, della presa in giro femminea, dell'inaffidabilità,
del tradimento, ingredienti naturali e strutturali della vicenda amorosa ma che negli adolescenti
attuali suscitano un vero e proprio scandalo; perciò si organizzano per evitarlo scrupolosamente. Per
non essere abbandonati, per non patire il più grande dolore é sufficiente non legarsi troppo oppure
legarsi in modo intermittente come fanno alcune giovani coppie che dichiarano di stare assieme una
settimana si e due no, così si abituano alle separazioni facendole diventare la regola.
Dovendo quindi tutelarsi dalla paura che l'amore suscita in quanto capace di far sentire meschino,
troppo esposto al rischio del dolore da abbandono e minacciato nei propri vincoli precendenti
l'adolescente maschio sospinge la coppia verso i lidi di una sostanziale virilizzazione che gli
garantisca un buon rifornimento narcisistico senza esporlo troppo al rischio di vedere coinvolte
nella vicenda amorosa la propria intolleranza al dolore mentale e alla frustrazione narcisistica. La
giovanissima coppia assume grazie a questa istanza maschile un livello elevato di autonomia
reciproca, di rispetto e sponsorizzazione delle individuali attività sportive, musicali, amicali e
familiari, viene utilizzata negli spazi di tempo residuale rispetto allo studio, allo sport, alla vita
familiare: vive all'interno del gruppo che ne mitiga la tendenza all'inglobamento simbiotico, che
attenua la dipendenza reciproca e offre continua alternative ai due partner di occuparsi anche d'altro
nel mentre sono é in coppia.

Diamo ora un'occhiata a ciò che emerge dalle consultazioni con giovani femmine adolescenti
impegnate nella vicenda amorosa e nei suoi tormenti. Anche in questo caso mi pare evidente come
giochino pesantemente tutti quei fattori che abbiamo imparato essere attivi in altri settori e capaci di
influenzare altre condotte diverse da quella amorosa.
L'attuale adolescente femmina é connotata dall'essere figlia della madre che lavora, che l'ha perciò
sospinta verso il gruppo dei coetanei aiutandola a diventare precocemente autonoma e a godersi un
livello elevato di socializzazione orizzontale con i coetanei.
E' figlia del padre che l'ha sostenuta nella competizione con i maschi ed é incitata dai modelli
socioculturali ed anche da quelli sottoculturali dei mass media e della pubblicità ad un debutto
precoce in dinamiche amorose e in certi contesti di crescita anche sessuali.
Ciò fa si che non abbia come progetto identificatorio né la coniugalità né la maternità bensi un
elevato livello di espressione e realizzazione sociale accompagnato da una forte opzione
all'espressione del sé attraverso un determinato uso della coppia amorosa. Sulla formazione della
coppia perciò si scaricano le nuove ozpioni e i nuovi valori dell'identità di genere femminile nonché
le sue contraddizioni.
Avendo ottenuto il consenso culturale e familiare a svincolare la sessualità dalla coniugalità e dalla
maternità e potendo differire sine die lo sviluppo della coppia con finalità generative dall'uso della
coppia erotica, la giovanissima femmina può prendere in considerazione mete diverse dallo
stabilizzare la coppia rendendo il maschio dipendente da lei e dal piacere sessuale. Ciò significa che
non é costretta a guarire il partner maschile dalle sue esigenze narcisistiche inducendolo a crescere e
a sviluppare interessi oggettuali più evoluti. Non deve lavorare al servizio del progetto materno
sacrificando l'espressione del sé alla stabilizzazione della coppia e alla maturazione del giovane
prtner maschio. Può festeggiare più liberamente i valori dell'identità femminile senza sottometterli
alla regia dei valori materni e alla prospettiva della coniugalità.
Ciò fa si che in molte occasioni l'adolescente femmina lavori al servizio del sé, non della coppia, o
del futuro bambino, al quale per il momento può benissimo non pensare, tanto lontano é il giorno
del suo eventuale concepimento. Anch'ella quindi può traslocare nella coppia istanze narcisistiche,
espressive, legate all'esigenza di fruire di rispecchiamenti positivi ed empatici nonché di esprimere
liberi e legittimi desideri di godimento sessuale. La femmina allora non rema più contro l'uso
espressivo della coppia auspicato dal maschio: solidarizza anch'ella con l'uso espressivo, sociale,
autonomo della vita di coppia che si appresta ad utilizzare come collaudo delle capacità orgasmiche
più che delle capacità di contenimento del maschio come precursore del bambino.
Anche a lei quindi va bene che la coppia occupi uno spazio ed un tempo residuale poiché é uno
degli strumenti per l'espressione del sé e non é certo più l'unico mezzo per realizzare la propria
identità e impreziosire il sé.
La competizione col maschio la induce a gareggiare con lui all'interno della coppia a chi pretenda
meno schiavitù, sottomissione e sacrifici umani all'altro e a se stesso: la femmina diventa complice
dei desideri del maschio di spingere la coppia verso la forma etica dell'amore, cioé verso
l'amicalizzazione e la fraternizzazione. lo fa per ragioni diverse dalle paure del maschio. Lo fa per
dare spazio ai nuovi valori di riferimento dell'identità di genere femminile che non guardano più
solo alla coniugalità e alla maternità costringendo alla passività e al masochismo. La nuova identità
esprime valori narcisisitici, espressivi e di realizzazione e inserimento sociale. Quindi la coppia
entra nel gruppo col consenso delle femmine che hanno smesso di pretendere che i maschi al
momento del loro ingresso nella coppia amorosa salutino gli amici. Al contrario esse rivendicano
l'opportunità che ognuno dei due conservi i propri amici, cioé i propri alleati e in certi casi anche
una buona ed intima relazione con i partner precedenti che non sono più condannati a scomparire
dall'ecosistema e a non farsi intravvedere neanche da lontano dalla nuova coppia: possono rimanere
e farsi vedere e sentire poiché la nuova coppia amorosa adolescenziale non ha più bisogno di
considerarsi la prima vera coppia nella vita di ambedue i contraenti. Essa non é più simbiotica,
afflitta da livelli quasi deliranti di gelosia poiché i maschi si sono femminilizzati e le femmine non
pretendono più l'esclusiva e non hanno alcune intenzione di relegarsi in una coppia blindata, priva
di amici, di spazi per la novità ed incapace di mantenere buoni rapporti con gli amici e gli ex
partner.

Dalla nuova contrattualità di coppia derivano alcuni comportamenti, apparentemente non voluti da
nessuno dei due contraenti. Innanzittutto la stabilità: a forza di abbassare le pretese e di rivendicare
l'autonomia reciproca ed i valori del personale narcisismo, la coppia amorosa adolescenziale riesce
ad essere meno polemica, effimera, immatura e a conquistare una stabilità impensabile nelle
generazioni precedenti. Tutto non si può avere però: com'é noto il menage more uxorio raramente
garantisce il permanere della passione: ed é ciò che succede alla nuova coppia adolescenziale
destinata a sopravvivere quasi tutta l'adolescenza per arrivare alle soglie dell'ingresso nella vita
adulta e costringere i due reduci dall'adolescenza a chiedersi se sia meglio andare a vivere assieme
rassegnandosi ad una vita senza passione o se ora che l'adolescenza é finita non sia meglio
abbandonare la sicurezza del menage e correre i rischi della passione.

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Gustavo Pietropolli Charmet - La nuova coppia amorosa adolescenziale

  • 1. Gustavo Pietropolli Charmet La nuova coppia amorosa adolescenziale
  • 2. Gli adolescenti di più o meno sedici anni chiedono ascolto anche perché sono innamorati. Spesso non si danno pace: o perché non sono ricambiati, o perché dopo esserlo stati non lo sono inspiegabilmente più, o perché non amano più e non sanno come dirlo e cosa fare. Altri invece non si innamorano e sembra loro che sia strano e si chiedono perché gli altri si e loro no. Insomma una quota consistente del tempo della consultazione con l'adolescente in crisi é dedicata all'elaborazione della vicenda amorosa. Nel corso degli anni m'é sembrato siano comparse delle interessanti novità nella gestione delle vicende amorose da parte degli adolescenti di più o meno sedici anni ed é di queste novità che intendo discutere in questa relazione. Ovviamente la trama dell'amore a sedici anni obbedisce ad un copione invariante, i contenuti sono quelli noti a tutti: forse l'innamoramento é una vicenda adolescenziale dimodoché quando gli adulti si innamorano rimettono in funzione dispositivi adolescenziali. C'é chi pensa si tratti di un'esperienza alta e veritiera, da prendere molto sul serio e decidere in conseguenza e chi ritiene invece si tratti di un sintomo di disagio e perciò si interroga su cosa non funzioni nella sua vita dal momento che s'é innamorato e ciò vuol dire che non stava bene dove stava. Anche gli adolescenti attuali sembrano a volte perplessi sulla natura del fenomeno: alcuni di loro lo ritengono troppo intenso e disturbante; lo preferirebbero più mite ed indolore ed invece sono costretti a fare i conti con emozioni intense e affetti in conflitto fra loro. E' proprio questo il punto su cui intendo attirare l'attenzione: l'indolenza amorosa e la singolare manipolazione della passione che i sedicenni attuali fanno in funzione di mitigarne l'intensità e attutire il dolore che l'amore suscita in chi gli vada incontro senza cautelarsi un pò. La psicoanalisi si é molto interessata del determinismo infantile che governa la scelta del partner amoroso fino a diffondere l'opinione non del tutto infondata che moltissime persone scelgono sempre lo stesso partner pur godendo della prosperità sentimentale concessa dall'attuale contesto culturale e dell'allungamento della vita media che consente di sbizzarirsi nella scelta del partner più opportuno a seconda della fase del ciclo di vita che si attraversa. Non ci sarebbe nulla da fare: la scelta sarebbe per così dire obbligata, lo coazione a ripetere raggiungerebbe nella scelta del partner amoroso un'evidenza spettacolare dimodoché l'innamoramento sarebbe la vicenda più sintomatica di tutte quelle che ci coinvolgono. E' una teoria che trova conferme frequenti, soprattutto fra quelli che si separano e divorziano pieni di speranza e trovano sempre la stessa persona ed il medesimo problema. Debbo dire che gli adolescenti sospettano anche loro che la partita amorosa sia governata da una considerevole tendenza a rivivere brani scelti della vita infantile; quando si innamorano infatti hanno l'impressione di aver già conosciuto il ragazzo o la ragazza mai vista prima eppure così nota e familiare da aver l'impressione più di averla ritrovata che di averla appena conosciuta. Come psiocoanalista mi compiaccio di vedere confermata dai vissuti del loro primo amore la teoria che a fare da regista della vicenda amorosa sia l'eterno bambino che blindato nell'inconscio continua a pretendere la soddisfazione o degli stessi godimenti di un tempo o un saldo dei crediti accumulati
  • 3. durante la lunga fase della dipendenza infantile nei confronti dei genitori amati ed odiati per tanti anni da rendere indelebile il loro ricordo e molto spinta la voglia di ripetere pagine scelte delle vicende amorose consumate con loro nella realtà o nella fantasia della prima e seconda infanzia. Non é però di questo aspetto che intendo discutere, cioé non é della regia infantile che governa gli amori adolescenziali che intendo parlare. Sono convinto che il vissuto profondo degli adolescenti nei giorni del primo amore e del decollo della passione abbia molto a che fare con il vissuto del ritrovamento, anzi dò per scontato che sia proprio questo il fenomeno mentale più interessante dell'innamoramento adolescenziale. Credo però sia essenziale decidere cosa ritrovino e perché ciò che ritrovano ha il potere di chiudere il periodo della noia e della malinconia, cioé del lutto adolescenziale e del ritiro narcisistico. E' chiaro che nel volto del partner amoroso intravvedono le sembianze di un essere vivente già intravvisto nelle vite precedenti, al quale sono molto legati, che temevano di avere perduto per sempre, almeno a giudicare dalla reazione di giubilo che manifestano allorché l'oggetto perduto ed il suo fascino fanno ritorno sulla scena della vita reale. Propongo le conclusioni alle quali sono giunto dopo parecchi anni trascorsi a discutere con i diretti interessati la natura del ritrovamento. In estrema sintesi credo si possa sostenere che le femmine ritrovano nella relazione con il ragazzo che desiderano e che le attrae degli aspetti importanti delle relazioni infantili vissute con uno o con tutti e due i genitori. Sperano di ritrovare l'appartenenza, la tutela, il calore, la sicurezza affettiva sperimentata un tempo, poi perduta o funestata da incidenti di percorso oppure sognata e sperimentata solo a tratti. Il loro primo amore é un impasto di ricordi materni e idealizzazioni paterne: sperano che l'ignaro ragazzotto che hanno catturato si presti ad erogare esperienze oggettuali molto evolute, che sappia parlare un esperanto amoroso allineato con le aspettative di poter risperimentare estasi infantili più quelle tipiche dell'adolescenza sessuata. Purtroppo per loro il ragazzotto pur essendo molto innamorato anche lui é di tutt'altro avviso e cerca un'esperienza ben diversa. Ciò che egli sente di aver finalmentre ritrovato nella relazione amorosa é qualcosa di molto più primitivo, meno definito, molto meno oggettuale di ciò che ha ritrovato la sua partner; il giovanissimo maschio ha ritrovato lo sguardo, il sorriso, la tenerezza rispecchiante, la simbiosi, l'esperienza narcisistica, cioé ha ritrovato sé stesso, il proprio perduto splendore, la propria originaria preziosità e unicità. Tutto ciò gli regala vere e proprie estasi narcisistiche riattivando negli strati più profondi della sua mente stati affettivi di straordinaria intensità e bellezza. In pratica il maschio ritrova se stesso, la femmina ritrova il papà o la mamma o uno straordinario mix dei due. Per forza prima o poi litigano: partono su binari diversi ma sono convinti di essere sullo stesso treno. Sono all'inizio di un lungo e doloroso viaggio che il più delle volte si rifiutano proprio per questi motivi di affrontare e perciò scendono dal vagone amoroso e cambiano direzione e partner. Nel frattempo hanno imparato che amare é un mestiere relativamente facile: invece lasciarsi amare é molto difficile perché i figli delle altre famiglie amano in modo strano, diverso, quasi incomprensibile. Però questo aspetto della vicenda amorosa adolescenziale non é affatto una novità: é anzi un aspetto invariante e strutturale. Maschio e femmina sedicenni quando si innamorano vivono ambedue
  • 4. l'esperienza del ritrovamento dell'oggetto perduto, però ognuno trova ciò che cerca, soprattutto in amore. Naturalmente é di grande importanza educativa imparare a riconoscere i motivi per i quali le adolescenti femmine sono sentimentalmente più mature dei coetanei maschi e intercettare nella storia della formazione dei maschi e delle femmine gli elementi culturali che li rendono tanto sfasati nella stagione degli amori adolescenziali; inoltre sarebbe di enorme interesse individuare i motivi legati all'identità di genere che comportano vissuti così diversificati fra maschi e femmine adolescenti. Però in questa sede intendo interessarmi solo delle nuove interpretazioni della vicenda amorosa poiché esse conducono alla stipula di un contratto di coppia che é interessante analizzare poiché in parte conferma ciò che già sappiamo del funzionamento mentale degli adolescenti attuali ma in parte mi sembra approfondisca il quadro del loro diverso sentire rispetto alle generazioni precedenti. La trama invariante del reciproco innamoramento é a tutti nota, tranne a loro che essendo debuttanti ne sono sostanzialmente all'oscuro o peggio suppongono di sapere già tutto solo perché hanno devotamente studiato per anni la trama delle soap opera televisive che notoriamente mettono invece in scena vicende che sul nostro pianeta e nella nostra razza non si sono mai verificate contribuendo perciò ad una pessima formazione sentimentale pseudosudamericana dei nostri giovani. La trama naturale invece si svolge come tutti sanno pressapoco così: in occasione della maturazione erotica e generativa decollano anche dei piani di comportamento maschili e femminili che prescrivono la formazione della coppia esogamica. Si tratta di un lavoraccio ma la specie ha provveduto a mettere a disposizione dei volontari il premio dell'orgasmo sessuale, che per i giovani é molto ambito e appunto quello dell'innamoramento. Il codice femminile mette a disposizione delle giovani femmine un sapere disposizionale che le aiuta nella messa in atto di complesse procedure definibili come pratiche seduttive, sostanzialmente finalizzate a stabilizzare la coppia e a collaudare le capacità di contenimento del maschio e del suo apparato sessuale come precursori del bambino e del progetto generativo. Nel frattempo i maschi si esercitano nella mira, fanno la lotta, giocano al calcio, gareggiano virilmente in esercizi di forza, agilità, acrobazia verificando con la coda dell'occhio l'effetto che tutto ciò fa sulle coetanee, destinatarie ultime di tanti allenamenti propedeutici ai ben più complessi esercizi amorosi e sessuali. Dopo la stagione degli allenamenti propedeutici e delle condotte di prova realizzate corteggiando qualche idolo remotissimo che appunto grazie alla distanza può essere oggetto delle profferte più spinte, inizia la vera e propria contrattazione ravvicinata della coppia amorosa. E' proprio sulle prime fasi della vita amorosa che mi sembra interessante intercettare alcune novità che mi sembrano allineate con i risultati di ricerche condotte a proposito del signficato di altre condotte sociali, alimentari, scolastiche degli adolescenti attuali. Cominciamo dal giovanissimo maschio che già da parecchi anni é sospettato di essere svogliato, o intimorito dai cambiamenti in corso nel gineceo dal quale é tenuto d'occhio spesso a sua insaputa. Le ricerche sostengono che siano femminiliizzati: personalmente concordo su questo punto. Nel
  • 5. corso delle consultazioni dimostrano di essere attratti dal mondo interno, dai sentimenti, di essere disponibili a compromettersi emotivamente e appalesano una forte tendenza espressiva: attenti alla qualità del vincolo, alla temperatura della relazione, solleciti nel sostenere il rapporto di coppia affinché duri nel tempo. Però alla loro età sono dominati dalle donne che li circondano da tutte le parti: sono dominati in casa dalla madre e a scuola dalla prof.: in classe sono surclassati dalle ragazze, nel gruppo misto sono spesso a rimorchio della nuova leadership femminile. Ciò che sostenevano i pionieri degli studi psicoanalitici sull'adolescenza maschile mi sembra in quest'ambito ancor più vero; credo anzi che in passato si strattasse di una fantasia inconscia o quasi e che negli ultimi anni il timore di essere risucchiati dalla voracita delle Diane cacciatrici sia invece una vicenda del tutto consapevole e a tutti ampiamente nota, tanto da essere dibattuta nel gruppo maschile pubblicamente. Ed infatti i maschi sono proprio sdraiati anacliticamente sul proprio piccolo gruppo monosessuale grazie al quale divengano esperti di musica come mai nessuan ragazza potrà diventare, padroni indiscussi del cybersapzio in cui navigano anche delle ragazze ma senza quell'impeto e quella tenacia che caratterizza i ragazzini saldati al computer acceso e puntato contro le lusinghe del mondo femminile che non aspetta altro che venga l'ora in cui il computer si spegne per fare la propria comparsa nel monitor della vita reale. E' vero che i maschi frequentano il mondo horror e che hanno una strana attrazione per il mondo del rischio; se ne dovrebbe dedurre che sono coraggiosi; infatti forse lo debbono essere, ma certamente non lo sono nella vicenda amorosa. Il più delle volte infatti mi sembra che sia molto viva nel loro immaginario la paura di non riuscicre a soddisfare la ragazza che amano e desiderano di dover anche a causa dell'essere così insoddisfacenti cedere ad una cattura passivizzante che impedisce l'espressione del loro sé avventuroso ed esplorativo. Intimoriti da questa prospettiva i maschi siedono al tavolo delle trattative ove si discute del nuovo galateo che regola la vita della giovane coppia e spingono verso la socializzazione orientando la coppia verso il gruppo. Il risultato é la formazione del gruppo delle coppie che é espressione più di esigenze maschili che femminili. Inoltre cercano di utilizzare la coppia ciome sostegno delle condotte esplorative torcendola in direzione amicale e cameratesca cercando in tutti modi leciti, ma lavorando anche sottobanco, per ottenere nel frattempo ciò che cercano nella vita di coppia cioé esperienze di rispecchiamento e di conferma narcisistica. La gruppalizzazione della coppia, l'amicalizzazione, la familiarizzazione esprimono bene a mio avviso il tentativo dei maschi di mettersi al riparo da un vissuto che caratterizza le prima fasi dell'innamoramento e che mi sembra spaventi in modo intenso gli attuali adolescenti. E' come se avvertissero in modo intenso la minaccia che l'oggetto d'amore porta al Sé e sentissero l'urgenza di proteggersi per evitare tre eventi molto minacciosi. Il nuovo oggetto d'amore minaccia il potere dei vecchi oggetti d'amore che non sono ancora disinvestiti e nei confronti dei quali gli attuali adolescenti hanno fior di conti in sospeso. E' chiaro che se sono ancora figli della mamma e del papà debbono schierarsi in difesa della devozione per i genitori e proteggerli dalla grave minaccia che il nuovo oggetto d'amore porta implacabilmente con sé. Le ragazze sanno benissimo che é un lungo e difficile lavoro sradicare il loro ragazzo dal vincolo materno, familiare e di clan. Nel mondo interno del giovanissimo maschio il sapraggiungere
  • 6. della rappresentazione del nuovo oggetto d'amore suscita un contrattacco alimentato dalla devozione ai vecchi oggetti. Il nuovo oggetto spaventa per il suo immenso potere e perciò deve essere denigrato, reso più innoquo, ricondotto al tepore dell'amicizia, del cameratismo, del legame fraterno. Tutti seduti alla stessa tavola a mangiare l'insalata lavata dalla mamma, così nessuno si sente più minacciato e il nuovo oggetto familiarizzato non sembra più tanto minaccioso, ma al contrario del tutto compatibile con la status quo. Dopo mangiato si passa qualche tempo in cameretta ove più nessuno viene a disturbare poiché la minaccia é sventata e al posto della coppia amorosa adolescenziale di antica memoria é nato un mesto menage parafamilare ambivalente, privo di passione e sterile, ma rassicurante per tutti anche se tutto ciò trasforma i due adolescenti in baby pensionati della passione e della lotta mortale fra i sessi. L'altra minaccia che i giovanissimi maschi tentano di sventare é rappresentata dalla paura di una forma particolare dipendenza. Trovano doloroso essere costretti a dedicare tanti pensieri, tante emozioni e così tanto tempo ad un oggetto diverso dal Sé. Il fatto che nella loro mente un oggetto estraneo, il volto della ragazza amata, abbia preso il sopravvento non é salutato con gioia ed assunto come un segnale di liberazione e crescita. Suscita invece un doloroso sentimento di mortificazione narcisistica: il sé é diventato molto meno importante dell'oggetto. L'ineludibile sentimento di meschinità che l'innamorato prova al cospetto dello splendore dell'oggetto d'amore e di culto é intollerabile per la fragilità narcisistica dei giovani maschi attuali. Essi perciò sono costretti a trovare i mezzi per ridurre lo spazio che il parassita mentale occupa. A loro non piace svegliarsi al mattino e trovarlo già li, padrone della loro mente e addormentarsi alla sera con lui ancora bello sveglio che pretende di essere pensato un altro pò. Siccome tutti dicono che l'adolescenza attuale é caratterizzata da un elevato livello di fragilità narcisistica mi sembra inevitabile che la meschinità e la mortificazione che l'innamoramento produce non siano ben accetti dai maschi adolescenti e che cerchino di proteggersi riducendo lo splendore ed il fulgido potere dell'oggetto d'amore riconducendolo alla dimensione dell'amicizia, del cameratismo, del vincolo fraterno, inserendo la coppia nel gruppo allargato, usandola perciò non per isolarsi a contemplare il suo splendore ma al contrario per socializzare, viaggiare, esplorare, imparare le lingue e fare assieme dello sport. Succede così che la giovanissima coppia ritrovi la passione nei giorni della spedizione di gruppo, nel corso dell'esplorazione, del viaggio, dell'impresa notturna del sabato sera, nel clima eccitato ma rassicurante del gruppo delle coppie e dei single che circondano la coppia da tutte la parti, contestualizzandola, non lasciando solo il giovane maschio con la paura di essere stato catturato e di non sapere come si faccia ad uscira dal dolce ma minaccioso sequestro di persona. Ed infine il terzo timore dei giovani maschi: la paura del rifiuto e dell'abbandono, cioé del dolore, del lutto, della perdita. Tutti dicono che gli adolescenti attuali sono in cattivi rapporti con l'esperienza del dolore mentale, che incontrano severe difficoltà a separarsi dai propri oggetti d'amore, che non vogliono soffrire perché li hanno abituati così. Personalmente sono molto d'accordo con questa ipotesi ed infatti nel corso delle consultazioni con gli adolescenti maschi innamorati ed anche con quelli che si guardano bene dall'esserlo o diventarlo, appare in primissimi piano quanto sia temuto il rischio dell'abbandono, della presa in giro femminea, dell'inaffidabilità,
  • 7. del tradimento, ingredienti naturali e strutturali della vicenda amorosa ma che negli adolescenti attuali suscitano un vero e proprio scandalo; perciò si organizzano per evitarlo scrupolosamente. Per non essere abbandonati, per non patire il più grande dolore é sufficiente non legarsi troppo oppure legarsi in modo intermittente come fanno alcune giovani coppie che dichiarano di stare assieme una settimana si e due no, così si abituano alle separazioni facendole diventare la regola. Dovendo quindi tutelarsi dalla paura che l'amore suscita in quanto capace di far sentire meschino, troppo esposto al rischio del dolore da abbandono e minacciato nei propri vincoli precendenti l'adolescente maschio sospinge la coppia verso i lidi di una sostanziale virilizzazione che gli garantisca un buon rifornimento narcisistico senza esporlo troppo al rischio di vedere coinvolte nella vicenda amorosa la propria intolleranza al dolore mentale e alla frustrazione narcisistica. La giovanissima coppia assume grazie a questa istanza maschile un livello elevato di autonomia reciproca, di rispetto e sponsorizzazione delle individuali attività sportive, musicali, amicali e familiari, viene utilizzata negli spazi di tempo residuale rispetto allo studio, allo sport, alla vita familiare: vive all'interno del gruppo che ne mitiga la tendenza all'inglobamento simbiotico, che attenua la dipendenza reciproca e offre continua alternative ai due partner di occuparsi anche d'altro nel mentre sono é in coppia. Diamo ora un'occhiata a ciò che emerge dalle consultazioni con giovani femmine adolescenti impegnate nella vicenda amorosa e nei suoi tormenti. Anche in questo caso mi pare evidente come giochino pesantemente tutti quei fattori che abbiamo imparato essere attivi in altri settori e capaci di influenzare altre condotte diverse da quella amorosa. L'attuale adolescente femmina é connotata dall'essere figlia della madre che lavora, che l'ha perciò sospinta verso il gruppo dei coetanei aiutandola a diventare precocemente autonoma e a godersi un livello elevato di socializzazione orizzontale con i coetanei. E' figlia del padre che l'ha sostenuta nella competizione con i maschi ed é incitata dai modelli socioculturali ed anche da quelli sottoculturali dei mass media e della pubblicità ad un debutto precoce in dinamiche amorose e in certi contesti di crescita anche sessuali. Ciò fa si che non abbia come progetto identificatorio né la coniugalità né la maternità bensi un elevato livello di espressione e realizzazione sociale accompagnato da una forte opzione all'espressione del sé attraverso un determinato uso della coppia amorosa. Sulla formazione della coppia perciò si scaricano le nuove ozpioni e i nuovi valori dell'identità di genere femminile nonché le sue contraddizioni. Avendo ottenuto il consenso culturale e familiare a svincolare la sessualità dalla coniugalità e dalla maternità e potendo differire sine die lo sviluppo della coppia con finalità generative dall'uso della coppia erotica, la giovanissima femmina può prendere in considerazione mete diverse dallo stabilizzare la coppia rendendo il maschio dipendente da lei e dal piacere sessuale. Ciò significa che non é costretta a guarire il partner maschile dalle sue esigenze narcisistiche inducendolo a crescere e a sviluppare interessi oggettuali più evoluti. Non deve lavorare al servizio del progetto materno sacrificando l'espressione del sé alla stabilizzazione della coppia e alla maturazione del giovane
  • 8. prtner maschio. Può festeggiare più liberamente i valori dell'identità femminile senza sottometterli alla regia dei valori materni e alla prospettiva della coniugalità. Ciò fa si che in molte occasioni l'adolescente femmina lavori al servizio del sé, non della coppia, o del futuro bambino, al quale per il momento può benissimo non pensare, tanto lontano é il giorno del suo eventuale concepimento. Anch'ella quindi può traslocare nella coppia istanze narcisistiche, espressive, legate all'esigenza di fruire di rispecchiamenti positivi ed empatici nonché di esprimere liberi e legittimi desideri di godimento sessuale. La femmina allora non rema più contro l'uso espressivo della coppia auspicato dal maschio: solidarizza anch'ella con l'uso espressivo, sociale, autonomo della vita di coppia che si appresta ad utilizzare come collaudo delle capacità orgasmiche più che delle capacità di contenimento del maschio come precursore del bambino. Anche a lei quindi va bene che la coppia occupi uno spazio ed un tempo residuale poiché é uno degli strumenti per l'espressione del sé e non é certo più l'unico mezzo per realizzare la propria identità e impreziosire il sé. La competizione col maschio la induce a gareggiare con lui all'interno della coppia a chi pretenda meno schiavitù, sottomissione e sacrifici umani all'altro e a se stesso: la femmina diventa complice dei desideri del maschio di spingere la coppia verso la forma etica dell'amore, cioé verso l'amicalizzazione e la fraternizzazione. lo fa per ragioni diverse dalle paure del maschio. Lo fa per dare spazio ai nuovi valori di riferimento dell'identità di genere femminile che non guardano più solo alla coniugalità e alla maternità costringendo alla passività e al masochismo. La nuova identità esprime valori narcisisitici, espressivi e di realizzazione e inserimento sociale. Quindi la coppia entra nel gruppo col consenso delle femmine che hanno smesso di pretendere che i maschi al momento del loro ingresso nella coppia amorosa salutino gli amici. Al contrario esse rivendicano l'opportunità che ognuno dei due conservi i propri amici, cioé i propri alleati e in certi casi anche una buona ed intima relazione con i partner precedenti che non sono più condannati a scomparire dall'ecosistema e a non farsi intravvedere neanche da lontano dalla nuova coppia: possono rimanere e farsi vedere e sentire poiché la nuova coppia amorosa adolescenziale non ha più bisogno di considerarsi la prima vera coppia nella vita di ambedue i contraenti. Essa non é più simbiotica, afflitta da livelli quasi deliranti di gelosia poiché i maschi si sono femminilizzati e le femmine non pretendono più l'esclusiva e non hanno alcune intenzione di relegarsi in una coppia blindata, priva di amici, di spazi per la novità ed incapace di mantenere buoni rapporti con gli amici e gli ex partner. Dalla nuova contrattualità di coppia derivano alcuni comportamenti, apparentemente non voluti da nessuno dei due contraenti. Innanzittutto la stabilità: a forza di abbassare le pretese e di rivendicare l'autonomia reciproca ed i valori del personale narcisismo, la coppia amorosa adolescenziale riesce ad essere meno polemica, effimera, immatura e a conquistare una stabilità impensabile nelle generazioni precedenti. Tutto non si può avere però: com'é noto il menage more uxorio raramente garantisce il permanere della passione: ed é ciò che succede alla nuova coppia adolescenziale destinata a sopravvivere quasi tutta l'adolescenza per arrivare alle soglie dell'ingresso nella vita
  • 9. adulta e costringere i due reduci dall'adolescenza a chiedersi se sia meglio andare a vivere assieme rassegnandosi ad una vita senza passione o se ora che l'adolescenza é finita non sia meglio abbandonare la sicurezza del menage e correre i rischi della passione.