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Cosa significa essere figli?Cosa significa essere figli?
Significa essere figli di una madre e di un
padre, ma anche essere nipoti e pronipoti,
significa essere figli di una cultura, nata da
due culture, nate a loro volta dalle culture
ancora precedenti.
Il bambino sarà il figlio di quella coppia, ma
anche della relazione che esisteva in quel
momento nella coppia.
Essere figli significa assumere una posizione, un
ruolo molto specifico a seconda se si nasce
maschio o femmina, a seconda se si è figli
unici, primogeniti, o secondi, o terzi, o quarti.
Significa incarnare le aspettative della
famiglia, ma anche assorbirne le paure, le
energie positive e negative, i valori, le
credenze, i modelli culturali di riferimento, il
clima, i colori.
Oltre mamma e papà…Oltre mamma e papà…
L’evento nascita è carico di molteplici
significati, investimenti, aspettative, che
coinvolgono non solo la coppia ma
l’intero sistema familiare allargato. Avrà
un carattere evolutivo se ciascun
membro della coppia ha raggiunto un
buon grado di differenziazione e ha
stabilito con il suo partner una relazione
fondata sull’intimità e non sulla fusione.
I FRATELLII FRATELLI
Il fatto che il rapporto tra fratelli o sorelle inizi alla nascita
e in genere termini solo con la morte lo rende unico tra
i rapporti umani.
Esso è unico anche per via della condivisione di un
comune patrimonio genetico, di un comune milieu
culturale e di esperienze precoci comuni all'interno della
famiglia. Infine, essere fratello o sorella è un ruolo
attribuito, non appreso, sicché si rimane fratelli o sorelle
indipendentemente dalle circostanze.
Nasce un fratello, nasce una sorellaNasce un fratello, nasce una sorella
Gli effetti della nascita di un fratello o di una sorella sono
stati oggetto di una serie di studi, condotti su famiglie
con due figli e basati su registrazioni effettuate
osservando i bambini nel loro ambiente quotidiano
prima e dopo l'evento nascita.
Obiettivi: valutare
1) le reazioni del primogenito;
2) il ruolo di una serie di variabili, quali: età del primogenito
e differenza di età rispetto al fratello/sorella, sesso;
3) le interazioni madre-bambini.
Per dirla come Stern (4):
 I fratelli possono dunque mostrare uno per l'altro un'empatia speciale
 Soprattutto se la differenza di età è piccola, possono condividere una simile
organizzazione psichica
 Tra loro possono sperimentare un'ampia gamma di modalità relazionali,
articolandole in modi assai diversi rispetto a quelli offerti solo
dall'identificazione con gli adulti
 Possono farsi l'un l'altro da modello
 Possono indurre l'uno nell'altro processi di differenziazione
 Possono infine, proprio grazie allo status di fratelli o sorelle, dimostrarsi capaci
di stabilire precocemente relazioni significative
4) D.N. Stern, 1985. Tr. it. Il mondo interpersonale del bambino. Bollati Boringhieri, 1987
Fin dalla prima infanzia, la relazione
fraterna appare dunque come
qualcosa di più di un semplice
riflesso del rapporto con i genitori:
essa può avere caratteristiche uniche
e speciali
I NONNII NONNI
 Si può scegliere il momento di diventare padre o
madre, ma non quello in cui diventare nonno o
nonna, perché questa scelta viene fatta
esclusivamente da uno dei figli.
 Pur non essendo frutto di una “scelta” il
rapporto che nasce tra nonni e nipoti è però,
quasi sempre, qualcosa di speciale
Diventare nonni non è sempre facile. Vuol dire rivedere e
rielaborare il rapporto che si ha con i propri figli diventati
genitori, essere al tempo stesso presenti e farsi da parte.
Significa ravvivare il ricordo di quelli che furono i loro
nonni e intraprendere un nuovo cammino con i nipoti che
crescono, proponendo loro valori del passato che essi
trasformeranno e arricchiranno.
Ci sono mille modi di essere nonni. Ognuno vive questo
ruolo sulla base della propria esperienza di vita, ma da
sempre i nonni “ripresentano” e “rappresentano” per i loro
nipoti il passato familiare. Nello stesso tempo ogni nonno
scopre che questo passaggio generazionale non è mai
ripetizione ma ricerca e scelta delle cose fondamentali da
trasmettere.
(Tratto da Io ho bisogno dei nonni - Madeleine Natanson)
I singoli ruoli che si susseguono nel ciclo vitale
FIGLIO-CONIUGE-GENITORE-NONNO
non sono alternativi e successivi, come il
vissuto immediato più comune porterebbe a
credere, ma articolati e aggiuntivi.
Chi diventa coniuge non cessa di essere figlio;
chi diventa genitore non cessa di essere
coniuge e figlio; chi diventa nonno non cessa
di essere coniuge e genitore. 
Figli del XXI secoloFigli del XXI secolo
La scelta
L'attuale enfasi, per certi versi comprensibile,
posta sulla consapevolezza della scelta e sulla
solidità del desiderio in merito alla nascita di un
figlio, è un fenomeno culturale piuttosto recente
e sembra produrre piuttosto effetti paradossali e
controproducenti: l'arrivo di un figlio in una neo-
famiglia diventa sempre più una specie di "evento
capitale" che viene investito da eccessive
aspettative e timori. 
La responsabilità
Se nei decenni passati la nascita di un figlio in una
coppia sposata da poco attestava la nascita della
famiglia stessa ed era unanimemente considerato una
grazia, un evento fortunato che aggiungeva qualcosa,
oggi è avvenuto un ribaltamento di questo significato
nel suo opposto: un figlio priva i genitori della loro
autonomia e libertà di movimento, della loro possibilità
di realizzazione socio lavorativa (o quantomeno la
frena) e casomai aggiunge preoccupazioni e sentimenti
di responsabilità gravosissimi. 
La sfiducia
Aggiungiamo a questo quadro psico-culturale
le oggettive difficoltà prodotte dalla reale
inaccoglienza dell'intera società verso i nascituri:
problemi economici per le coppie giovani e
mancanza di sostegno sociale, carenza di
strutture, percezione di pericolosità per i
bambini, sentimento di assenza di prospettive
per il loro futuro, e così via. Insomma
assistiamo ad una saldatura tra timori interni e
difficoltà esterne, per cui affrontare la
generazione e la generatività è diventato un
problema enorme.
L’incertezza
In presenza di un eccesso d'incertezza la
psiche umana si difende legittimamente
proteggendo ciò che ha già come acquisito e,
come detto, si arrocca recedendo su posizioni
meno fluttuanti: la famiglia di origine o in
alternativa la coppia stabile non generativa
(ma potrebbe essere anche il lavoro), che
diventano immediatamente territori psichici di
rifugio (almeno nell'immaginario)
Il sentimento di "fondazione" che
caratterizza lo spirito d'intraprendenza
e d'innovazione dei neo-coniugi o neo-
genitori, rischia così di essere meno
presente nelle nuove generazioni
Ci si domanda a questo punto come
mai, alla luce di questi attuali
scenari, i figli continuino  a nascere
lo stesso.
Evidentemente, gli elementi del
desiderio finiscono per fortuna
comunque per prevalere su timori e
incertezze.
Riferimenti Bibliografici
Andolfi M. Cigoli V. (2003), La famiglia d’ origine, Franco Angeli, Milano
Andolfi M. (1999), La Crisi della Coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale, Raffaello Cortina
Editore, Milano
Andolfi M. (2003), Manuale di psicologia relazionale, A.P.F. , Roma
D.N. Stern, 1985. Tr. it. Il mondo interpersonale del bambino. Bollati Boringhieri, 1987
Io ho bisogno dei nonni - Madeleine Natanson
Scabini E., Cigoli V., Il famigliare, Raffaello Cortina Editore, 2000 Milano

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Genitorialità2

  • 1. Cosa significa essere figli?Cosa significa essere figli?
  • 2. Significa essere figli di una madre e di un padre, ma anche essere nipoti e pronipoti, significa essere figli di una cultura, nata da due culture, nate a loro volta dalle culture ancora precedenti. Il bambino sarà il figlio di quella coppia, ma anche della relazione che esisteva in quel momento nella coppia.
  • 3. Essere figli significa assumere una posizione, un ruolo molto specifico a seconda se si nasce maschio o femmina, a seconda se si è figli unici, primogeniti, o secondi, o terzi, o quarti. Significa incarnare le aspettative della famiglia, ma anche assorbirne le paure, le energie positive e negative, i valori, le credenze, i modelli culturali di riferimento, il clima, i colori.
  • 4. Oltre mamma e papà…Oltre mamma e papà…
  • 5. L’evento nascita è carico di molteplici significati, investimenti, aspettative, che coinvolgono non solo la coppia ma l’intero sistema familiare allargato. Avrà un carattere evolutivo se ciascun membro della coppia ha raggiunto un buon grado di differenziazione e ha stabilito con il suo partner una relazione fondata sull’intimità e non sulla fusione.
  • 6. I FRATELLII FRATELLI Il fatto che il rapporto tra fratelli o sorelle inizi alla nascita e in genere termini solo con la morte lo rende unico tra i rapporti umani. Esso è unico anche per via della condivisione di un comune patrimonio genetico, di un comune milieu culturale e di esperienze precoci comuni all'interno della famiglia. Infine, essere fratello o sorella è un ruolo attribuito, non appreso, sicché si rimane fratelli o sorelle indipendentemente dalle circostanze.
  • 7. Nasce un fratello, nasce una sorellaNasce un fratello, nasce una sorella Gli effetti della nascita di un fratello o di una sorella sono stati oggetto di una serie di studi, condotti su famiglie con due figli e basati su registrazioni effettuate osservando i bambini nel loro ambiente quotidiano prima e dopo l'evento nascita. Obiettivi: valutare 1) le reazioni del primogenito; 2) il ruolo di una serie di variabili, quali: età del primogenito e differenza di età rispetto al fratello/sorella, sesso; 3) le interazioni madre-bambini.
  • 8. Per dirla come Stern (4):  I fratelli possono dunque mostrare uno per l'altro un'empatia speciale  Soprattutto se la differenza di età è piccola, possono condividere una simile organizzazione psichica  Tra loro possono sperimentare un'ampia gamma di modalità relazionali, articolandole in modi assai diversi rispetto a quelli offerti solo dall'identificazione con gli adulti  Possono farsi l'un l'altro da modello  Possono indurre l'uno nell'altro processi di differenziazione  Possono infine, proprio grazie allo status di fratelli o sorelle, dimostrarsi capaci di stabilire precocemente relazioni significative 4) D.N. Stern, 1985. Tr. it. Il mondo interpersonale del bambino. Bollati Boringhieri, 1987
  • 9. Fin dalla prima infanzia, la relazione fraterna appare dunque come qualcosa di più di un semplice riflesso del rapporto con i genitori: essa può avere caratteristiche uniche e speciali
  • 10. I NONNII NONNI  Si può scegliere il momento di diventare padre o madre, ma non quello in cui diventare nonno o nonna, perché questa scelta viene fatta esclusivamente da uno dei figli.  Pur non essendo frutto di una “scelta” il rapporto che nasce tra nonni e nipoti è però, quasi sempre, qualcosa di speciale
  • 11. Diventare nonni non è sempre facile. Vuol dire rivedere e rielaborare il rapporto che si ha con i propri figli diventati genitori, essere al tempo stesso presenti e farsi da parte. Significa ravvivare il ricordo di quelli che furono i loro nonni e intraprendere un nuovo cammino con i nipoti che crescono, proponendo loro valori del passato che essi trasformeranno e arricchiranno. Ci sono mille modi di essere nonni. Ognuno vive questo ruolo sulla base della propria esperienza di vita, ma da sempre i nonni “ripresentano” e “rappresentano” per i loro nipoti il passato familiare. Nello stesso tempo ogni nonno scopre che questo passaggio generazionale non è mai ripetizione ma ricerca e scelta delle cose fondamentali da trasmettere. (Tratto da Io ho bisogno dei nonni - Madeleine Natanson)
  • 12. I singoli ruoli che si susseguono nel ciclo vitale FIGLIO-CONIUGE-GENITORE-NONNO non sono alternativi e successivi, come il vissuto immediato più comune porterebbe a credere, ma articolati e aggiuntivi. Chi diventa coniuge non cessa di essere figlio; chi diventa genitore non cessa di essere coniuge e figlio; chi diventa nonno non cessa di essere coniuge e genitore. 
  • 13. Figli del XXI secoloFigli del XXI secolo La scelta L'attuale enfasi, per certi versi comprensibile, posta sulla consapevolezza della scelta e sulla solidità del desiderio in merito alla nascita di un figlio, è un fenomeno culturale piuttosto recente e sembra produrre piuttosto effetti paradossali e controproducenti: l'arrivo di un figlio in una neo- famiglia diventa sempre più una specie di "evento capitale" che viene investito da eccessive aspettative e timori. 
  • 14. La responsabilità Se nei decenni passati la nascita di un figlio in una coppia sposata da poco attestava la nascita della famiglia stessa ed era unanimemente considerato una grazia, un evento fortunato che aggiungeva qualcosa, oggi è avvenuto un ribaltamento di questo significato nel suo opposto: un figlio priva i genitori della loro autonomia e libertà di movimento, della loro possibilità di realizzazione socio lavorativa (o quantomeno la frena) e casomai aggiunge preoccupazioni e sentimenti di responsabilità gravosissimi. 
  • 15. La sfiducia Aggiungiamo a questo quadro psico-culturale le oggettive difficoltà prodotte dalla reale inaccoglienza dell'intera società verso i nascituri: problemi economici per le coppie giovani e mancanza di sostegno sociale, carenza di strutture, percezione di pericolosità per i bambini, sentimento di assenza di prospettive per il loro futuro, e così via. Insomma assistiamo ad una saldatura tra timori interni e difficoltà esterne, per cui affrontare la generazione e la generatività è diventato un problema enorme.
  • 16. L’incertezza In presenza di un eccesso d'incertezza la psiche umana si difende legittimamente proteggendo ciò che ha già come acquisito e, come detto, si arrocca recedendo su posizioni meno fluttuanti: la famiglia di origine o in alternativa la coppia stabile non generativa (ma potrebbe essere anche il lavoro), che diventano immediatamente territori psichici di rifugio (almeno nell'immaginario)
  • 17. Il sentimento di "fondazione" che caratterizza lo spirito d'intraprendenza e d'innovazione dei neo-coniugi o neo- genitori, rischia così di essere meno presente nelle nuove generazioni
  • 18. Ci si domanda a questo punto come mai, alla luce di questi attuali scenari, i figli continuino  a nascere lo stesso. Evidentemente, gli elementi del desiderio finiscono per fortuna comunque per prevalere su timori e incertezze.
  • 19.
  • 20. Riferimenti Bibliografici Andolfi M. Cigoli V. (2003), La famiglia d’ origine, Franco Angeli, Milano Andolfi M. (1999), La Crisi della Coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale, Raffaello Cortina Editore, Milano Andolfi M. (2003), Manuale di psicologia relazionale, A.P.F. , Roma D.N. Stern, 1985. Tr. it. Il mondo interpersonale del bambino. Bollati Boringhieri, 1987 Io ho bisogno dei nonni - Madeleine Natanson Scabini E., Cigoli V., Il famigliare, Raffaello Cortina Editore, 2000 Milano