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III AIF DAY 2010
                             Sabato 20 marzo 2010
                 c/o SAA – Scuola di Amministrazione Aziendale
                              via Ventimiglia 115, Torino

                                 Relazione del gruppo

           L’INNOVAZIONE NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO:
                 MODELLI, STRUMENTI, METODOLOGIE

A cura di:
Giancarlo Beck
Barbara Bruschi
Vittorio Canavese
Sara Cantarutti
Walter Fugazza
Anna Garino
Antonio Piemontese
Donatella Villani
Coordinatrice: Tamara Scapin

Premessa
Il gruppo di lavoro, formato da professionisti operanti in diversi contesti, si è confrontato
sulle proprie esperienze in qualità di formatori ed ha evidenziato il mutamento verificatosi
nella concettualizzazione della Formazione che include ora la necessità di miglioramento
e di innovazione, innovazione come capacità sia di ripensare e presentare in forma
diversa idee, strumenti preesistenti sia di essere flessibile in quanto capace di rispondere
allo sviluppo tecnologico ed al cambiamento di mercato . Ciò comporta progettare
proposte ed interventi formativi maggiormente rispondenti alle esigenze di questa nuova
società della conoscenza e dell’esistenza (non a caso i percorsi di life long learning
forniscono competenze per migliorare il lavoro, l’esistenza, la qualità della vita) e di
conseguenza alle persone che incarnano il sapere come fondamento dello sviluppo
sociale ancor prima di quello economico, come ha affermato la Dott.ssa Bruschi nel corso
del suo intervento.
Il passaggio ad una società della conoscenza, e quindi la rivalutazione della conoscenza
in quanto può collegare tra loro il sistema sociale, economico e formativo,non è però
esente da difficoltà. Dal confronto sia con le connotazioni di questa nuova società, quali la
“permeabilità” tra Formazione Professionale e Formazione per così dire quotidiana, sia
con le problematiche complesse, insite nelle modalità per sviluppare e consolidare
processi innovativi di apprendimento, ne consegue l’esigenza di elaborare momenti e
situazioni concrete con metodologie “accattivanti”che diano alle persone la possibilità o la
motivazione a trasformare, in un’ottica di condivisione e di collaborazione costruttiva, le
loro conoscenze tacite in conoscenze codificate creando ulteriori nuove conoscenze.

    1. Descrizione interpretativa della tematica:
Il gruppo di lavoro, stimolato dall’introduzione della tematica esposta dalla Dott.ssa
Barbara Bruschi nel corso della mattinata, ha inizialmente discusso del contesto di
cambiamento con cui oggi la Formazione si deve confrontare e giocare un ruolo
innovativo, ha quindi proceduto ad analizzare rischi e opportunità insiti negli elementi del
contesto al fine poi di individuare modelli, modalità e metodologie attraverso i quali può
rispondere a questo cambiamento.
Tra i molteplici elementi del contesto che determinano il cambiamento si è scelto di
approfondire i seguenti temi: le Persone, la Cultura della Formazione, la Permeabilità
dei confini della Formazione, le Tecnologie a supporto della Formazione, i Tempi e i
Costi della Formazione.

     2. Punti di forza e punti di debolezza della tematica
Il gruppo ha individuato una forte delegittimazione nel riconoscimento della propria
professione, una mancanza di valorizzazione della formazione sia da parte delle
organizzazioni sia da parte delle persone. Da un lato aumenta sempre di più la
percezione di “perdita di tempo”, scarsa trasferibilità degli apprendimenti nei contesti di
lavoro in relazione alla formazione tradizionale e la percezione di inefficacia dell’e-
learning inteso come erogazione di contenuti top-down. Dall’altro c’è ancora diffidenza
verso il cosiddetto Learning 2.0 che mette in capo dinamiche relazionali, informali e
strumenti web di comunicazione, collaborazione, costruzione collaborativa della
conoscenza.
Il web 2.0, inteso non solo come fenomeno tecnologico, ma soprattutto come fenomeno
sociale e culturale in rapida diffusione, mette di fronte al formatore persone che,
principalmente nella loro esperienza quotidiana extra-lavorativa, sperimentano nuove
dinamiche conversazionali, nuove modalità di accesso alle informazioni, nuove
potenzialità di costruzione collaborativa del sapere.
Il formatore quindi da un lato deve confrontarsi con il Digital Divide, che si crea tra chi
nasce e cresce utilizzando e determinando l’evoluzione del web 2.0, e chi invece deve,
con diversi livelli di resistenza e attitudine, confrontarsi con il web 2.0, poiché da un lato i
Digital Native sentono e sentiranno sempre di più l’esigenza di agire anche in ambito
professionale e formativo le nuove dinamiche, dall’altro i Digital Immigrants devono
apprendere, metabolizzare, rielaborare le loro modalità di interazione e prendere
dimestichezza con i nuovi strumenti. Lo sforzo del formatore nell’accompagnare questo
cambiamento è notevole, in quanto tipicamente è lui stesso un Digital Immigrants.
La velocità con cui nelle aziende cambiano i processi di lavoro e le competenze da
acquisire per svolgerli, la contrazione dei momenti e dei costi dedicati alla formazione, ma
anche la propensione dell’individuo ad apprendere più facilmente in contesti informali e
relazionali determinano un cambiamento di paradigma della formazione, che vede i
suoi confini conosciuti e istituzionali resi permeabili tra formazione e informazione,
formazione e comunicazione, formazione professionale e non professionale, tra formale e
informale.


     3. Obiettivi da raggiungere e prospettive:
In relazione ai rischi e alle opportunità del contesto sono state identificate alcune strade da
percorrere per innovare i processi di apprendimento:
   -            fare maggiormente “marketing” della formazione, ovvero il formatore deve
       essere capace di presentare in maniera efficace all’organizzazione e alle persone la
       propria offerta formativa fatta di metodologie, contenuti e strumenti innovativi ed
       evidenziare le ricadute degli interventi formativi sul business.
   -            progettare percorsi segmentati (talvolta molto frammentati) e
       personalizzati sulle caratteristiche delle persone e del contesto in cui si trovano ad
       apprendere: abitudini digitali, stili di apprendimento, motivazioni all’apprendimento…
       (es. corsi di “how to” per i Digital Immigrants e utilizzo in aula degli strumenti web 2.0
       nelle esercitazioni; corsi di “consapevolezza” dell’utilizzo degli strumenti web2.0 per i
       Digital Native).
   -            Diffondere la cultura una cultura Web 2.0: condivisione, fiducia,
       valorizzazione dell'apprendimento da altre persone come processo di arricchimento
       di idee e valori.
   -              Oltre il Web 2.0. Non considerare il web 2.0 come unico motore
       dell’innovazione nella formazione, ma esplorare altre possibilità offerte dalla
       tecnologia, ad esempio: l'utilizzo di software di simulazione di problemi complessi
       con la possibilità per il partecipante di modellare le relazioni cause-effetto in tempo
       reale ed eseguire analisi what-if oppure l’utilizzo in aula di tecnologie che
       permettono di creare maggiore coinvolgimento e “immersione” nell’apprendimento
   -            progettare ambienti facilitanti e user friendly, nei quali chi insegna e chi
       apprende possa accedere e imparare senza percepire il "peso" di ciò che stanno
       creando/imparando.
   -            creare situazioni di apprendimento che accolgano la dimensione ludica
       dell’apprendimento, permettendo così ai partecipanti di “liberare”, divertendosi e
       rilassandosi, la loro fantasia e creatività. Secondo Rita Levi - Montalcini “Essere
       creativi significa immaginare qualcosa di inedito e cercare nuove soluzioni e nuove
       forme …, la creatività è l’essenza della progettazione e dell’innovazione… “ (in
       “Ambasciatori europei per la creatività e l’innovazione in Europa” – Manifesto –
       Bruxelles 12 Novembre 2009)
   -            innovare non solo la dimensione on line dalla formazione, ma anche le
       metodologie d’aula individuando metodi e strumenti che siano in grado di aumentare
       il grado di coinvolgimento e immersione delle persone nell’apprendimento
   -            lavorare alla progettazione di Blended nuovi che non propongano la
       semplice alternanza di momenti in presenza e momenti on line come sostituzione
       dell’aula, ma che siano pensati secondo una formula in grado di creare un mix di
       situazioni che rispondono ad obiettivi differenti, che si richiamano e si arricchiscono,
       che rendano l’esperienza di apprendimento significativa e quindi “memorabile”
-            in grado di aumentare il grado di coinvolgimento e immersione delle
    persone nell’apprendimento
-            lavorare alla progettazione di Blended nuovi che non propongano la
    semplice alternanza di momenti in presenza e momenti on line come sostituzione
    dell’aula, ma che siano pensati secondo una formula in grado di creare un mix di
    situazioni che rispondono ad obiettivi differenti, che si richiamano e si arricchiscono,
    che rendano l’esperienza di apprendimento significativa e quindi “memorabile”
-            individuare Format che permettano di identificare la tecnologia giusta in
    relazione alla metodologia più appropriata per rispondere a specifici obiettivi
    formativi. Ciò che guida non è lo strumento, ma come il formatore lo utilizza per
    attivare le dinamiche di apprendimento.
-            utilizzo di Micro-formati che permettano di info-formare negli interstizi
    temporali in una logica di self service in relazione a tempi di fruizione e bisogni
    individuali, ma anche inseriti in percorsi formativi che siano in grado di guidare la
    persona nell’elaborazione di un apprendimento consistente
-            pensare ad articolazioni didattiche che superano l'unità di misura della
    "giornata d'aula" per passare piuttosto alla durata di un percorso, segnato da "eventi"
    comuni, in presenza o a distanza, e da attività individuali on line.
-            Utilizzare, soprattutto per le sperimentazioni, strumenti di semplice utilizzo,
    facili da configurare e a basso (o senza) costo: open source, copyleft ecc
-            Sperimentare soluzioni e definire format per la formazione attraverso
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Piemonte 2010 innovazione scapin

  • 1. III AIF DAY 2010 Sabato 20 marzo 2010 c/o SAA – Scuola di Amministrazione Aziendale via Ventimiglia 115, Torino Relazione del gruppo L’INNOVAZIONE NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO: MODELLI, STRUMENTI, METODOLOGIE A cura di: Giancarlo Beck Barbara Bruschi Vittorio Canavese Sara Cantarutti Walter Fugazza Anna Garino Antonio Piemontese Donatella Villani Coordinatrice: Tamara Scapin Premessa Il gruppo di lavoro, formato da professionisti operanti in diversi contesti, si è confrontato sulle proprie esperienze in qualità di formatori ed ha evidenziato il mutamento verificatosi nella concettualizzazione della Formazione che include ora la necessità di miglioramento e di innovazione, innovazione come capacità sia di ripensare e presentare in forma diversa idee, strumenti preesistenti sia di essere flessibile in quanto capace di rispondere allo sviluppo tecnologico ed al cambiamento di mercato . Ciò comporta progettare proposte ed interventi formativi maggiormente rispondenti alle esigenze di questa nuova società della conoscenza e dell’esistenza (non a caso i percorsi di life long learning forniscono competenze per migliorare il lavoro, l’esistenza, la qualità della vita) e di conseguenza alle persone che incarnano il sapere come fondamento dello sviluppo sociale ancor prima di quello economico, come ha affermato la Dott.ssa Bruschi nel corso del suo intervento. Il passaggio ad una società della conoscenza, e quindi la rivalutazione della conoscenza in quanto può collegare tra loro il sistema sociale, economico e formativo,non è però esente da difficoltà. Dal confronto sia con le connotazioni di questa nuova società, quali la “permeabilità” tra Formazione Professionale e Formazione per così dire quotidiana, sia con le problematiche complesse, insite nelle modalità per sviluppare e consolidare processi innovativi di apprendimento, ne consegue l’esigenza di elaborare momenti e
  • 2. situazioni concrete con metodologie “accattivanti”che diano alle persone la possibilità o la motivazione a trasformare, in un’ottica di condivisione e di collaborazione costruttiva, le loro conoscenze tacite in conoscenze codificate creando ulteriori nuove conoscenze. 1. Descrizione interpretativa della tematica: Il gruppo di lavoro, stimolato dall’introduzione della tematica esposta dalla Dott.ssa Barbara Bruschi nel corso della mattinata, ha inizialmente discusso del contesto di cambiamento con cui oggi la Formazione si deve confrontare e giocare un ruolo innovativo, ha quindi proceduto ad analizzare rischi e opportunità insiti negli elementi del contesto al fine poi di individuare modelli, modalità e metodologie attraverso i quali può rispondere a questo cambiamento. Tra i molteplici elementi del contesto che determinano il cambiamento si è scelto di approfondire i seguenti temi: le Persone, la Cultura della Formazione, la Permeabilità dei confini della Formazione, le Tecnologie a supporto della Formazione, i Tempi e i Costi della Formazione. 2. Punti di forza e punti di debolezza della tematica Il gruppo ha individuato una forte delegittimazione nel riconoscimento della propria professione, una mancanza di valorizzazione della formazione sia da parte delle organizzazioni sia da parte delle persone. Da un lato aumenta sempre di più la percezione di “perdita di tempo”, scarsa trasferibilità degli apprendimenti nei contesti di lavoro in relazione alla formazione tradizionale e la percezione di inefficacia dell’e- learning inteso come erogazione di contenuti top-down. Dall’altro c’è ancora diffidenza verso il cosiddetto Learning 2.0 che mette in capo dinamiche relazionali, informali e strumenti web di comunicazione, collaborazione, costruzione collaborativa della conoscenza. Il web 2.0, inteso non solo come fenomeno tecnologico, ma soprattutto come fenomeno sociale e culturale in rapida diffusione, mette di fronte al formatore persone che, principalmente nella loro esperienza quotidiana extra-lavorativa, sperimentano nuove dinamiche conversazionali, nuove modalità di accesso alle informazioni, nuove potenzialità di costruzione collaborativa del sapere. Il formatore quindi da un lato deve confrontarsi con il Digital Divide, che si crea tra chi nasce e cresce utilizzando e determinando l’evoluzione del web 2.0, e chi invece deve, con diversi livelli di resistenza e attitudine, confrontarsi con il web 2.0, poiché da un lato i Digital Native sentono e sentiranno sempre di più l’esigenza di agire anche in ambito professionale e formativo le nuove dinamiche, dall’altro i Digital Immigrants devono apprendere, metabolizzare, rielaborare le loro modalità di interazione e prendere dimestichezza con i nuovi strumenti. Lo sforzo del formatore nell’accompagnare questo cambiamento è notevole, in quanto tipicamente è lui stesso un Digital Immigrants. La velocità con cui nelle aziende cambiano i processi di lavoro e le competenze da acquisire per svolgerli, la contrazione dei momenti e dei costi dedicati alla formazione, ma anche la propensione dell’individuo ad apprendere più facilmente in contesti informali e relazionali determinano un cambiamento di paradigma della formazione, che vede i suoi confini conosciuti e istituzionali resi permeabili tra formazione e informazione,
  • 3. formazione e comunicazione, formazione professionale e non professionale, tra formale e informale. 3. Obiettivi da raggiungere e prospettive: In relazione ai rischi e alle opportunità del contesto sono state identificate alcune strade da percorrere per innovare i processi di apprendimento: - fare maggiormente “marketing” della formazione, ovvero il formatore deve essere capace di presentare in maniera efficace all’organizzazione e alle persone la propria offerta formativa fatta di metodologie, contenuti e strumenti innovativi ed evidenziare le ricadute degli interventi formativi sul business. - progettare percorsi segmentati (talvolta molto frammentati) e personalizzati sulle caratteristiche delle persone e del contesto in cui si trovano ad apprendere: abitudini digitali, stili di apprendimento, motivazioni all’apprendimento… (es. corsi di “how to” per i Digital Immigrants e utilizzo in aula degli strumenti web 2.0 nelle esercitazioni; corsi di “consapevolezza” dell’utilizzo degli strumenti web2.0 per i Digital Native). - Diffondere la cultura una cultura Web 2.0: condivisione, fiducia, valorizzazione dell'apprendimento da altre persone come processo di arricchimento di idee e valori. - Oltre il Web 2.0. Non considerare il web 2.0 come unico motore dell’innovazione nella formazione, ma esplorare altre possibilità offerte dalla tecnologia, ad esempio: l'utilizzo di software di simulazione di problemi complessi con la possibilità per il partecipante di modellare le relazioni cause-effetto in tempo reale ed eseguire analisi what-if oppure l’utilizzo in aula di tecnologie che permettono di creare maggiore coinvolgimento e “immersione” nell’apprendimento - progettare ambienti facilitanti e user friendly, nei quali chi insegna e chi apprende possa accedere e imparare senza percepire il "peso" di ciò che stanno creando/imparando. - creare situazioni di apprendimento che accolgano la dimensione ludica dell’apprendimento, permettendo così ai partecipanti di “liberare”, divertendosi e rilassandosi, la loro fantasia e creatività. Secondo Rita Levi - Montalcini “Essere creativi significa immaginare qualcosa di inedito e cercare nuove soluzioni e nuove forme …, la creatività è l’essenza della progettazione e dell’innovazione… “ (in “Ambasciatori europei per la creatività e l’innovazione in Europa” – Manifesto – Bruxelles 12 Novembre 2009) - innovare non solo la dimensione on line dalla formazione, ma anche le metodologie d’aula individuando metodi e strumenti che siano in grado di aumentare il grado di coinvolgimento e immersione delle persone nell’apprendimento - lavorare alla progettazione di Blended nuovi che non propongano la semplice alternanza di momenti in presenza e momenti on line come sostituzione dell’aula, ma che siano pensati secondo una formula in grado di creare un mix di situazioni che rispondono ad obiettivi differenti, che si richiamano e si arricchiscono, che rendano l’esperienza di apprendimento significativa e quindi “memorabile”
  • 4. - in grado di aumentare il grado di coinvolgimento e immersione delle persone nell’apprendimento - lavorare alla progettazione di Blended nuovi che non propongano la semplice alternanza di momenti in presenza e momenti on line come sostituzione dell’aula, ma che siano pensati secondo una formula in grado di creare un mix di situazioni che rispondono ad obiettivi differenti, che si richiamano e si arricchiscono, che rendano l’esperienza di apprendimento significativa e quindi “memorabile” - individuare Format che permettano di identificare la tecnologia giusta in relazione alla metodologia più appropriata per rispondere a specifici obiettivi formativi. Ciò che guida non è lo strumento, ma come il formatore lo utilizza per attivare le dinamiche di apprendimento. - utilizzo di Micro-formati che permettano di info-formare negli interstizi temporali in una logica di self service in relazione a tempi di fruizione e bisogni individuali, ma anche inseriti in percorsi formativi che siano in grado di guidare la persona nell’elaborazione di un apprendimento consistente - pensare ad articolazioni didattiche che superano l'unità di misura della "giornata d'aula" per passare piuttosto alla durata di un percorso, segnato da "eventi" comuni, in presenza o a distanza, e da attività individuali on line. - Utilizzare, soprattutto per le sperimentazioni, strumenti di semplice utilizzo, facili da configurare e a basso (o senza) costo: open source, copyleft ecc - Sperimentare soluzioni e definire format per la formazione attraverso supporti Mobile (dall’SMS alle mobile web application)