1. Anno VI - luglio / agosto 2009 - n. 29 - bimestrale - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB PD - ISSN 1971-8241
2. 26 — focus on
«Making Art: prediligendo invece il figurativo come nelle caricature adottate
per manifestare messaggi politici. Infatti, oltre ai materiali, an-
Making che i temi da lui affrontati sono molteplici. Con Global Warning,
una performance fatta nella foresta indigena di Ngong, vuole
a Better World» denunciare la distruzione continua della foresta e avvertire la
comunità, ribadendo l’importanza di preservare le natura. Con
Lamu in Frame, una scultura ricavata da materiale di scarto, ri-
La seconda residenza corda la spiaggia di Lamu, sito dichiarato patrimonio dell’Une-
di «Art Enclosures» sco e oggi in pericolo. The Sink è un’installazione che protesta
contro le autorità cittadine per la mancanza di acqua corrente.
di Marco Zavagno Corner Stone, una scultura di pietre naturali, simboleggia la soli-
darietà e la forza degli artisti che ha riscontrato nella sua espe-
I n occasione della mostra di fine residenza incontriamo
i due nuovi artisti di «Art Enclosures –Confini d’arte – Re-
sidenze per artisti internazionali a Venezia», Samuel Githui
(Kenya, 1973) e Victor Mutelekesha (Zambia, 1976) ospiti a Ve-
nezia per tre mesi con l’obiettivo di produrre un’opera artistica.
rienza in Sud Africa.
Victor, dopo aver iniziato i sui studi a Lusaka, sente l’esigenza
di dover andare nel punto geograficamente più lontano possibi-
le, per questo decide di proseguire i sui studi alla National Arts
Academy di Oslo. Le idee di migrazione, trasferimento e trasfor-
In attesa di vedere i nuo-
vi lavori, ci raccontano i
loro mondi e modi d’ar-
te. Entrambi credono
nell’importanza del dia-
logo interculturale fra
universi e realtà diffe-
renti, per questo l’espe-
rienza veneziana ha si-
curamente costituito
un momento di intensa
ricerca artistica. Inoltre,
gli incontri organizza-
ti, previsti dal program-
ma di residenza, hanno Victor Mutelekesha, Cry – The Belve Continent
focus on
permesso loro di stabili-
re continui contatti con
il tessuto cittadino e la
comunità artistica locale. Il progetto, ideato dalla Fondazione mazione sono concetti che stanno alla base del suo desiderio di
di Venezia e realizzato in collaborazione con la Fondazione Be- fare arte. Crede, infatti, che nella vita umana esistano persone di
vilacqua La Masa di Venezia e con Polymnia Venezia, nasce con origine e persone di destino. Nel nostro costante stato di metamorfo-
l’obiettivo di promuovere e valorizzare la figura e l’opera di gio- si non ci è possibile comprendere pienamente il significato della
vani artisti emergenti e provenienti dai paesi di Africa, Carai- nostra esistenza. Per questo ogni tentativo di lotta per la
bi e delle isole del Pacifico, dando loro visibilità e spazi attra- supremazia, rivendicando qualche forma di superio-
verso un evento espositivo e una pubblicazione. Così an- rità, non va giustificata. Victor non vuole essere sov-
che l’Africa, il continente dimenticato, dice la sua su co- versivo per forza, ma ama criticare anche indiretta-
me «fare mondi», o meglio, creare attraverso l’arte mente il potere per le cause che gli stanno a cuore, i
un mondo migliore. problemi dei più deboli e delle minoranze. Si augura,
Samuel ha studiato arte al Creative Art Cen- infatti, che tutti prima o poi si ravvedano e riescano a
tre di Nairobi, dove è nato e tuttora vive dedi- scendere sulla Terra, sperando ovviamente che
candosi interamente all’arte. Il suo lavoro si con- abbiano con sé il paracadute. L’uomo dovrebbe
centra sulla sua percezione e comprensione del preoccuparsi seriamente dei problemi ecologi-
mondo che lo circonda. Pensieri, ricordi, espe- ci ed essere custode di tutte le risorse naturali.
rienze, speranze e aspirazioni li esprime attra- Gray White Snow Peaks è un’installazione interat-
verso colori, forme e oggetti, che si materializ- tiva che mette in relazione l’uomo e il paesaggio.
zano in immagini figurative derivate dalla quo- Dagali Meltdown è una serie di fotografie, iniziate
tidianità. Nel suo fare artistico si fa da parte, qua- nel 2007, che registrano i cambiamenti umani e
si deve annullare e tacere se stesso, perché è por- naturali sull’ambiente. Cry – The Belve Continent è
tavoce della sua gente e di valo- un commovente video in cui la-
ri universali. Ovviamente non menta la condizione umana del
sparisce, anzi, è proprio grazie continente africano, che vive in
all’artefice e alla sua sensibilità una spirale negativa di morte,
che prendono forma le opere, guerra e violenza. In Suitcase, una
volte a creare un dialogo e una valigia fatta dallo stesso artista
relazione con l’osservatore. Per con le sigle degli aeroporti, riflet-
farlo non ha un medium prede- te sul tema personale e universa-
finito, al contrario qualsiasi for- le del viaggio e dell’identità che
ma di supporto può essere utile, sta dentro ad ogni bagaglio. ◼
Samuel Githui, Corner Stone