3. Toppa peggiore del buco
…il CTS sottolinea che la ratio dell’inserimento della
domanda era quella di far riflettere sulla differenza fra
carta stampata e internet soprattutto in relazione alla
velocità di composizione dei pezzi.
E’ innegabile che, per sua natura, Internet sia più
“reattivo” rispetto alla carta stampata che ha invece
tempi più dilatati.
È altresì innegabile che gli sviluppi dell’informazione
sembrano portare nella direzione “suggerita” in qualche
modo dalla domanda: se vorrà sopravvivere, la carta
stampata dovrà approfondire i temi che Internet sarà in
grado di sviluppare in tempo reale.
4. E’ invece assolutamente «negabile»
• …che la carta stampata abbia «tempi più
dilatati», infatti…
5. E’ invece assolutamente «negabile»
• …che la carta stampata abbia «tempi più
dilatati», infatti…
6. E’ invece assolutamente «negabile»
• Che la carta stampata abbia «tempi più dilatati»
• Col giornale il giorno dopo s’incarta il pesce
• Un sito web è «per sempre»
• Digitale: il tempo dell’informazione (quando
qualcosa è notizia?) non è dato, deve essere
continuamente rinegoziato
• Rischi: permanenza scemenze; «diritto oblio»
• Opportunità: creare significati diacronicamente
7. E’ invece assolutamente «negabile»
• Che gli sviluppi dell’informazioni puntino alla
divisione del lavoro carta-approfondimento,
internet-tempo reale
• E’ una scelta dei gruppi editoriali italiani, non
una legge di natura
• In tutto il mondo (e in buona parte dell’Italia)
non è così
• Un pre-giudizio culturale che va smontato
8. Le domande da porsi
• «…se la carta stampata vorrà sopravvivere…»
• Ci interessa che sopravviva la «carta
stampata», o il giornalismo?
• Ogni giornalismo?
• Quale giornalismo è a rischio? Quale
informazione non può darsi senza giornalisti?
• Quale possiamo lasciare ad algoritmi o a
comunicatori diversi?
9. Controprova
• Per noi web=immediatezza, ma numero
crescente di italiani informa per via digitale:
pensate che tendenza possa invertirsi?
• Se approfondimento=carta, e
internet=superficialità non avremmo futuro
• Fortunatamente non è così
• Il digitale consente di costruire nessi
informativi impossibili nell’analogico
10. Le nuove opportunità
• Oltre il tempo
– Possibile pubblicare quando si vuole
(es.: quando si è «certi»?)
– Connessioni diacroniche (es.: «tag», «topics»)
– Il passato è presente > archivi come profondità
11. Le nuove opportunità
• Oltre lo spazio
– Nessuna costrizione di pagine/righe: si dà quello
che riteniamo giusto
– Nessuna costrizione di pubblico: possiamo trovarci
il pubblico/i pubblici in qualunque parte del
mondo > informazione di «macro-nicchia» =
informazione di approfondimento = informazione
monetizzabile
12. Le nuove opportunità
• Oltre la forma-articolo e la forma-video
– Giornalismo dei dati, giornalismo «calcolabile»,
informazione strutturata, inchieste multimediali…
• Memoriale delle vittime dell’Aquila
• Speciale Grande Guerra
• The Migrant Files
• Open Parlamento
• Homicide Watch
• Lobotomy Files (WSJ)…
• I web doc Medialab La Stampa
• L’inutile idrovia (già nel 2004!)
13. Le nuove opportunità
• Oltre ciò che sappiamo:
– Fuori delle redazioni c’è un mondo che ne sa di più
– Possiamo sfruttarlo coinvolgendolo nel processo
• Di raccolta…
• …di sistematizzazione…
• …di validazione…
• …delle informazioni
– Un giornalismo «aperto» e collaborativo
• Libera un documento (La Nacion)
14. Insoma, graziaddio è una balla
• Il digitale offre al giornalismo opportunità
sconosciute al mondo analogico
• I giornalisti devono attrezzarsi per coglierle
• Per coglierle non basta imparare nuove
«tecniche»
• Il digitale è una cultura, non una tecnica
• Le culture devono essere vissute, non apprese
16. Una definizione
• Di che parliamo quando diciamo “giornalismo”?
• Se lo è chiesto anche la Corte di Cassazione:
“Per attività giornalistica deve intendersi la prestazione di lavoro
intellettuale volta alla raccolta, al commento e alla elaborazione di notizie
destinate a formare oggetto di comunicazione interpersonale attraverso gli
organi di informazione. Il giornalista si pone pertanto come mediatore
intellettuale tra il fatto e la diffusione della conoscenza di esso......
differenziandosi la professione giornalistica da altre professioni intellettuali
proprio in ragione di una tempestività di informazione diretta a sollecitare i
cittadini a prendere conoscenza e coscienza di tematiche meritevoli, per la
loro novità, della dovuta attenzione e considerazione
(Cass. Civ., sez. lav., 20 febbraio 1995, n. 1827).
17. 1995?
Mondo Italia Tecnologia
• Guerra
in Bosnia
(Massacro
di Srebrenica)
• Nasce WTO
• Inizia Schengen
• Yitzahk Rabin
ucciso
• Sentenza
Bosman
• Andreotti
sotto processo
per mafia
• Nasce l’Ulivo
• Microsoft lancia
Windows 95
• Nasce EBay
• Primo DVD
sul mercato!
(fino ad allora
avevamo
le videocassette)
18. • 1995 esattamente
al centro
dello “arco di crisi”
dei giornali italiani
• Non ci sono ancora
veri siti web
di informazione
giornalistica
• Repubblica.it = 14.1.997
Evoluzione tirature
e vendite
dei quotidiani italiani
(medie giornaliere)
Fonte FIEG
19. Fast Forward al 2014
• Possiamo ancora dire che “
Il giornalista si pone … come mediatore intellettuale tra il
fatto e la diffusione della conoscenza di esso... ?
• Forse sì, ma non è più il solo e – specialmente – non è
più materialmente necessario: l’universo digitale è un
universo disintermediato
• E’ la “prima legge” dell’universo digitale.
20. Quale immagine del giornalismo?
• Ciascuno di noi ha una immagine del giornalismo
Qual è la vostra?
• Dico proprio IMMAGINE: una foto, una trasmissione tv,
un film!
• La mia immagine
archetipica
del giornalismo
e del giornalista
è questa
21. Smontare l’eterno Bogart/1
• E’ “L’ultima minaccia” di Richard Brooks, 1952
• L’originale si chiamava “Deadline USA” e la
famosa battuta in inglese diceva…
• “…that’s the press – baby - the press, and
there’s nothing you can do about it. Nothing”.
• “Press” = “stampa”, ma anche “macchina di
stampa”, “rotativa”
22. Smontare l’eterno Bogart/2
• Bogart faceva sentire insieme il rumore della rotativa,
che coincideva con il rumore della “stampa”:
• Niente rotativa, niente “stampa”, niente notizie, niente
libertà
“Freedom of the press is guaranteed
only to those who own one”
A. J. Liebling (1904-1903)
• Era una fase, una «forma» storicamente determinata
della informazione
• Ora – semplicemente – non è più così
23. Smontare l’eterno Bogart/3
• Che cosa resta oggi? Che può restare?
• Se non c’è più - e non ci può essere - più Humphrey
Bogart, non ci sarà più neppure il giornalismo?
• Conseguenze per la democrazia nelle società di massa?
• Dobbiamo salvare i giornali? I giornalisti?
• In definitiva: ci può essere UN giornalismo dopo IL
Giornalismo?