SlideShare a Scribd company logo
1 of 71
1
Foggia, sabato 25 marzo 2017
• Come internet ha cambiato la comunicazione;
• Come internet ha cambiato il giornalismo;
• Gli strumenti del giornalismo digitale;
• L’articolo ai tempi di Google;
• Come usare efficacemente i social media;
• La nuova frontiera del brand journalism.
2
3
“Internet non è solo un veicolo,
è una forma di cultura”.
Jovanotti
1) Relazioni online:
Il web ha annullato le distanze
comunicative tra le persone,
consentendo legami (sentimentali,
familiari e di lavoro) che prima non
sarebbero mai nati, utilizzando vari
canali: social media, siti di incontri…
4
2) Spazio libero di pensiero:
il web permette a chiunque di dire la
propria, senza più filtri o
intermediazioni, usando i tanti
strumenti online a disposizione:
social media, forum…
5
3) Spazio libero di informazione:
il web contiene milioni di informazioni su ogni tipo di argomento, nella stragrande
maggioranza dei casi accessibile gratuitamente.
Ne è un esempio Wikipedia.
6
4) Semplificazione:
il web consente di recuperare
tempo grazie ai servizi che
consentono di effettuare
operazioni che prima
costringevano a spostarsi da casa
(azioni bancarie, e-commerce…).
7
Chiamare dal telefono fisso:
oggi sms, chat e servizi di
messaggistica (come Whatsapp)
sostituiscono le chiamate al telefono
di una volta, dove non è detto che
l’interlocutore fosse quello desiderato
(succedeva di attaccare il telefono al
padre della propria fiamma… Ora
invece basta attendere che la doppia
spunta passi da grigia a blu…).
8
Scrivere lettere e bigliettini:
prima dell’avvento di internet, per comunicare
con parenti, amici e amori lontani, si scrivevano
lettere o s’inviavano cartoline. A scuola, invece,
il passaggio da una mano all’altra dei bigliettini
era un ‘must’.
Oggi, invece, ci sono le e-mail (gratuite e con
possibilità di allegare file, tra cui le immagini) e
servizi di messaggistica online.
9
La ricerca:
prima dell’avvento del web, per
un qualsivoglia argomento, bisognava
giocoforza fare affidamento ai libri, a quelli
posseduti a casa (enciclopedie) o
a quelli che si trovavano nelle biblioteche.
Oggi, invece, la rete è un contenitore
sterminato di informazioni e soprattutto
gratuite, come Wikipedia. La regola, però, è
stare attenti alla credibilità della sorgente
delle fonti.fonti.
10
Gli appuntamenti:
prima del web – e soprattutto della telefonia
mobile – quando si fissava un appuntamento,
spesso si facevo un largo uso dell’anticipo: “ci
vediamo alle 15.45 – 16.00…”. E si entrava in
ansia in caso di ritardo, perché non c’era
modo di contattare la persona che si stava
aspettando. Oggi, invece, questo problema è
superato: basta chiamarla al telefono o
un messaggio su Whatsapp o informare chi ci
sta aspettando di un eventuale ritardo.
11
Radio e Televisione:
prima del web, guai a perdersi il proprio
programma radiofonico o televisivo
preferito. O si sperava in una replica o si
doveva registrarlo in VHS. Oggi, invece,
esistono i podcast e i siti dove si possono
tranquillamente vedere i programmi
televisivi andati in onda (come Rai Replay).
12
Il computer:
ebbene sì, nelle case c’era il computer,
oggi impossibile scindere dal web
(anzi, si ritiene quasi inutile senza la
possibilità di connettersi). Prima,
tuttavia, si usava – oltre che per
giocare – anche per scrivere testi,
elaborare fogli di calcolo, abbozzare
immagini, ecc.
13
• Andare a comprare musica in un negozio:
internet ormai la fa da padrona. Sia illegalmente – vi
ricordate Napster? – sia legalmente (iTunes, Spotify…).
• Imparare a memoria:
‘grazie’ alla miriade di informazioni presenti sul web e
alla facilità di accesso, non ci sforziamo più di
ricordare. Lo ha ‘certificato’ uno studio dell’Università
di Harvard: Google sta cambiamento il nostro sistema
cognitivo.
• Produttività:
I social media (lo è anche YouTube) distraggono e
tanto. Secondo una ricerca di Forbes, il 64% dei
lavoratori USA visita abitualmente siti che non
riguardano la propria professione (soprattutto mentre
dovrebbero lavorare!).
• Appuntamenti al buio:
è ormai impossibile incontrare una persona che non
conosce del tutto. Basta una ricerca su Facebook…
Inoltre, un terzo di chi si è sposato negli USA tra il
2005 e il 2012 si è incontrato su internet.
• Riviste per adulti:
il cartaceo pornografico è ormai inesistente.
L’industria del porno su internet, invece, è un
business incredibile.
• La scrittura:
sempre meno impugniamo una penna per scrivere,
preferiamo soprattutto digitare. Una causa? C’era una
volta la calligrafia…
• I numeri di telefono:
quanti di voi ricordano i numeri dei telefoni cellulari
dei vostri familiari o degli amici più stretti? Inutile, no?
C’è la rubrica sullo smartphone (magari sincronizzata
con il tablet e il desktop).
• I gradi di separazione:
prima dei social network erano 6, oggi sono 3
(ovvero il numero di contatti umani da stabilire prima
di incontrare qualcuno di sconosciuto).
14
Forse il più grande cambiamento che
internet ha apportato al giornalismo è il
crescente coinvolgimento del lettore.
Prima del web, il lettore ‘interveniva’ nel
giornale scrivendo lettere o chiamando
al telefono.
Oggi, il lettore, invece si è trasformato in
utente.
15
La caratteristica fondamentale delle
notizie online è che tutto è connesso.
Il lettore – utente è solo a un click o
una ricerca di distanza da qualcos’altro.
Opportunità: il giornalista oggi può
creare collegamenti a documenti
completi, relazioni precedenti o
materiale inedito.
Svantaggio: lo stesso può fare il
lettore…
16
L’RSS rappresenta una delle innovazioni
più sottovalutate nel giornalismo.
I giornalisti possono iscriversi a un feed
RSS: non c’è bisogno di stare dietro a
decine di siti web per seguire gli
aggiornamenti.
Il lettore può iscriversi a una sola sezione
del giornale.
17
Ogni grande evento –
spiacevole o felice – è
condiviso in tempo reale sui
social network da chi lo sta
vivendo.
La diffusione di videocamere e
smartphone a basso costo,
connessi a internet, hanno
determinato una ‘competizione’
tra gli editori e i lettori dei
giornali.
18
19
A cosa serve internet? A parte andare su
internet…
Jacob Berger
Definizione:
Software, installato su un server, che facilita la
gestione dei contenuti di siti web, svincolando il
webmaster da conoscenze tecniche specifiche di
programmazione web.
I CMS più usati:
Wordpress, Joomla!, Drupal, Magento e
PrestaShop.
20
I vantaggi
• Semplice da installare, configurare
e usare;
• Facilmente estendibile (tramite i
plugin);
• Economico;
• In continua evoluzione e segue i
ritmi della rete.
I Numeri
• Oltre 66 milioni di siti sviluppati con
Wordpress;
• 368 milioni di persone che ogni
mese visualizzano siti costruiti con
Wordpress;
• 4.1 miliardi di pagine di siti WP
visualizzate ogni mese;
• 100.000 nuovi blog WP creati ogni
giorno.
21
• New York Times
• The Huffington Post
• Il Fatto Quotidiano
• Il Post
• Resto Al Sud
• I siti informativi di Italiaonline
(Si Viaggia, Motori Virgilio, Di lei…).
22
Social Network:
Gruppo di persone collegate tra di loro
attraverso interessi comuni (familiari, affettivi,
politici, religiosi, ecc.).
Social media:
Insieme di strumenti, tecniche e pratiche di
creazione e condivisione dei contenuti online.
Social media marketing:
branca del marketing che si occupa di
generare visibilità sui social media.
23
• Comunicazione e informazione in tempo
reale: aggiornamento istantaneo non solo
sulle news condivise dai media ma anche su
come sta un amico o un parente che vive
lontano;
• Comunicazione e informazione globale:
contatto tra persone che vivono in Paesi
lontanissimi tra di loro (sia dal punto di vista
geografico che culturale).
• Comodità:
si può accedere da social media
da casa, dall’ufficio o in qualsiasi altri posto
grazie al mobile.
• Relazioni interpersonali:
mantenimento e miglioramento delle relazioni
esistenti, creazione di nuove.
• Perdita di contatto con il mondo reale:
si predilige il rapporto virtuale da quello
diretto. Ne soffre la comunicazione
paraverbale.
• Creazione di un’identità alternativa:
differenziazione – per dirla alla Shakespeare –
tra l’essere e il non essere.
• Informazioni errate:
incapacità a distinguere le notizie vere da
quelle false (bufale), creando confusione e
falsi allarmi attraverso le condivisioni.
• Dipendenza:
esiste anche quella da ‘social media’ con
sintomi fisici quali l’emicrania, la tachicardia e
l’ipersudorazione.
• Privacy:
si tendono a condividere informazioni private
o ad acconsentire al loro utilizzo anche in
maniera inconsapevole.
24
• Profilo personale (con login).
• Messaggi pubblici e privati tra utenti (anche
in modalità chat).
• Caricamento di contenuti multimediali (foto,
video).
• Organizzazione dei contenuti in raccolte
(album)
• Aggiornamento dello status con un
pensiero.
• Geolocalizzazione tramite coordinate o
GPS.
• Commento, voto, condivisione dei
contenuti.
• Creazione di gruppi, eventi, applicazioni.
• Motore di ricerca interno.
• Importazione ed esportazione di contenuti.
25
• Social network: Facebook, Twitter, Google Plus e LinkedIn.
• Video Sharing: YouTube, Vimeo.
• Photo Sharing: Flickr, Instagram, Pinterest.
• GeoSocial: Foursquare, Swarm.
• Aggregatori: Diggita, Blog-News.it.
• Forum.
26
Facebook: a me piace il caffè.
Twitter: Sto bevendo un caffè.
LinkeDin: Sono bravo a bere il caffè.
YouTube: Guardami mentre bevo un caffè.
Pinterest: Questa è una collezione di
fotografie di caffè.
Google Plus: Sono un impiegato di Google
che beve il caffè… (capita l’ironia?).
FourSquare: qui è dove bevo il caffè.
Instagram: questa è una foto con gli effetti di
me che bevo il caffè.
27
Facebook nasce il 4 febbraio 2004, fondato da Mark
Zuckerberg quando aveva 19 anni ed era studente di
Harvard.
Sei anni dopo, nel 2010, Facebook è il secondo sito più
visitato al mondo dopo Google. Nel marzo del 2010, per
una settimana, Facebook superò Google per numero di
pagine viste.
Nell’ottobre 2012 Facebook raggiunse il primo miliardo di
iscritti.
Gli iscritti italiani su Facebook sono 27 milioni (su una
popolazione totale di 60, quasi uno su due).
28
29
Aprire un profilo e non una pagina, pur essendo un ‘brand’ e non una persona fisica, violando
i ‘Terms of Service’ di Facebook. Un profilo simile è sempre soggetto ad eliminazione.
Concepire la pagina come semplice vetrina dove condividere post ‘nudi e crudi’, magari con
sistemi automatizzati.
Non interagire con gli utenti della pagina.
Utilizzare solo il sistema della condivisione dei link.
Aggiornare la pagina senza strategia.
Assenza di analisi degli insight.
Collegare Facebook a Twitter (o viceversa).
30
• Scegliere la tipologia di servizio più opportuna.
• Scegliere il nome più opportuno.
• Il nome deve avere solo la prima lettera maiuscola (salvo
esigenze di branding name).
• Scegliere una url facilmente memorizzabile e
comunicabile.
• Scegliere come foto del profilo il logo del brand (le foto
copertina, invece, vanno cambiate spesso).
• Aggiungere qualche contenuto prima di promuovere la
pagina (e invitare i primi ‘amici’ ad iscriversi, usando le
proprie cerchie).
• Non impedire agli iscritti di pubblicare liberamente sulla
bacheca della pagina.
31
• Attraverso foto e didascalia con ‘call-
to-action’, ‘link ridotto’ e ‘segni
grafici di indirizzamento’.
• Attraverso la classica condivisione
del link ma con una ‘call-to-action’
nell’introduzione.
• Con una ‘mention’ nel caso in cui il
protagonista del post è presente su
Facebook.
• Condividere non solo post ma anche
video, immagini e ‘semplici’ status.
• Non dimenticare la capacità di
engagement di un contest.
32
Nel dicembre 2016 sono apparse “nuove opzioni per i post, per aiutarti a
connetterti con i clienti e ottenere i risultati che desideri”.
Ovvero:
• Condividi una foto o un video: carica foto/video; crea album fotografico; crea
slideshow; crea un’unità Canvas.
• Fai in modo che le persone scoprano di più: condivisione di post con i
pulsanti per spingere i clienti a compiere una determinata azione (come visitare
il sito).
• Advertise your business: campagna advertising.
33
• Ricevi chiamate telefoniche: invitare il
pubblico al contatto tramite telefono.
• Ricevi i messaggi: invitare a inviare un
messaggio privato.
• Crea un evento: creazione di un evento con cui
si possono ‘invitare’ gli ‘amici.
• Crea un’offerta: possibilità di ‘piazzare’ un’offerta
su un bene o un servizio (come uno sconto).
• Scrivi una nota: scrivere un post direttamente su
Facebook.
34
• Gestire la pagina 7 giorni su 7, dalle 8
alle 24.
• Aggiornare la pagina con uno stacco
che varia tra i 30 minuti e le 2 ore tra un
contenuto e l'altro così da evitare
l'effetto 'spamming' nelle bacheche dei
'liker' (eccetto 'breaking news',
ovviamente).
• Attivare le notifiche per conoscere in
tempo reale quando un fan commenta o
compie un'azione significativa (e
interagire entro pochissimo tempo).
35
• Al contrario della foto del profilo che, in caso di quotidiano online, deve essere il logo,
l'immagine della copertina andrebbe modificata spesso, magari con scatti inviati dai
legati allo scorrere delle stagioni, alle feste, agli eventi, ecc.
• Risorsa consigliata: www.coverphotofinder.com.
36
• Per la stessa ragione che riguarda gli album
di foto, può essere necessario per un
quotidiano online scaricare un video da
Facebook anziché usare l'embed.
• In questo caso il consiglio è
www.downvids.net.
37
• I giornali possono essere su Facebook solo
con una pagina e mai con un profilo
personale.
• Non esiste il limite dei 5.000 amici.
• Si possono pianificare campagne ADV.
• Si possono visualizzare gli insight.
• Si possono programmare le uscite dei
post nel futuro (nei profili privati, invece, si
può solo verso il passato).
• Categoria: Media/Notizie/Editoria.
• Nome: quello della testa (no tutto
maiuscolo).
38
Facebook è un social network, in quanto tale non va usato come una vetrina dove
'collocare' i link degli articoli, nudi e crudi, e poi 'chi s'è visto, s'è visto...'.
No, Facebook è una rete sociale dove il giornale (la redazione) deve interagire con il
lettore, coinvolgendoli (engagement) finanche nel racconto della notizia. Es. “Avete sentito
il terremoto? Raccontateci le vostre esperienze”.
L'interrogativo non è che la prima tecnica da tenere in considerazione: è la cosiddetta call-
to-action, ovvero la formula che incentiva l'utente/lettore a compiere un'azione. Es. “Vuoi
saperne di più? Approfondisci su...”.
39
40
• Ecco tutti gli ingredienti dell'articolo condiviso su Facebook: Foto o
immagine della notizia.
• Simboli grafici tematici* al cui interno c'è formula per attirare
l'attenzione del lettore e menzione alla pagina dei protagonisti della
notizia?
• Sintesi della notizia.
• Call-to-action con segni di reindirizzamento e link in uscita ridotto**.
• * Esistono in rete varie risorse dove ricavare tanti simboli da usare nelle condivisioni. Esempio:
https://trucchifacebook.com/download/emoji/emoji-commenti-facebook.htm
• ** Il link ridotto è utilissimo per rendere il collegamento più semplice da 'digerire' agli occhi del lettore e, su Twitter, per usare
meno caratteri possibili, visto il limite (momentaneo, perché le cose stanno per cambiare) dei 140 caratteri.
• Il link ridotto (short link) si può ottenere su: Goo.gl (http://goo.gl).
TinyUrl (http://tinyurl.com).
TinyCC (http://tinycc.com).
41
• Come consigliato, la pagina pubblica di un
giornale non andrebbe mai 'spenta', perché gli
utenti/lettori non si collegano tutti allo stesso
orario ma è ovvio che non si può stare collegati
24 ore su 24, 7 giorni su 7.
• Ecco perché è importante programmare le uscite
dei contenuti.
• L'operazione è semplice: anziché pubblicare il
contenuto, bisogna selezionare “programma
post”, selezionare una data e un orario nel futuro.
• L'azione non è irreversibile: si può eliminare la
programmazione, modificare l'orario di uscita o
optare per la pubblicazione immediata.
42
43
• 2006: anno di nascita di Twitter
• 140: il numero massimo di caratteri consentiti in un tweet.
• 8,4 miliardi di dollari: il valore stimato di Twitter.
• 320 milioni di iscritti.
• 1 miliardo di utenti consultano Twitter senza essere iscritti.
• 500 miliardi di tweet condivisi dalla nascita, in 35 lingue diverse.
• 400 milioni di tweet pubblicati ogni giorno.
• 208 follower di media a utente.
44
La cantante Katy Perry è la persona con più follower (96,6 milioni di seguaci).
Tra gli italiani, Valentino Rossi (4,88 milioni) batte l’account italiano di Papa Francesco (4,26
Milioni) e Balotelli (3,82 milioni).
45
• Twitter è il nome dell’intero social network.
• Tweet è il singolo contenuto.
• Retweet (RT) è un tweet di un utente condiviso da un altro.
• Following è l’utente di cui seguono i tweet.
• Follower è l’utente che segue i nostri tweet.
• Hashtag (#) è la parola chiave (o etichetta o tag) che
identifica e archivia un determinato argomento.
• Messaggio Diretto (DM): messaggio privato tra utenti che
si seguono vicendevolmente.
46
• Timeline: flusso dei tweet inviati dai profili che seguiamo.
• Mention (@): la possibilità di menzionare un utente in un tweet (anche se
non ci segue).
• Rispondi (reply): facoltà di rispondere ai tweet dei profili che seguiamo o
meno, i quali saranno visualizzati solo nella timeline di coloro che seguono
sia l’autore sia il destinatario a cui ci si rivolge.
• Trend è l’argomento di tendenza su Twitter, cioé quello su cui si stanno
inviando molti tweet.
• Follow Friday (#FF) è il tweet del venerdì con cui un utente segnala agli altri i
propri profili preferiti.
47
48
• Obiettivo: 2mila follower nel primo anno di attività.
• Monitoraggio dei competitor: individuarli e spiarli (cosa pubblicano? Quanti
tweet?).
• 1° step: seguire per essere seguiti. Non a oltranza, però. Meglio, all’inizio, non
superare i 500 follower.
• 2° step (periodico): non seguire chi non segue. Strumento utile è http://it.nofollow.me
• Lunghezza del tweet: max 100 caratteri. I restanti 40 da occupare con link esterno
al contenuto che vogliamo condividere.
• Programmare i tweet con uscite almeno ogni 30 minuti. Strumento utile è
http://laterbro.com
• Allegare, dove possibili, immagini (più potenziale di engagement).
• Menzionare i citati: @ + username.
49
Perché bisogna fare uso degli hashtag nel social media
marketing?
Per due fondamentali ragioni:
• Scovare il target di riferimento (esempio: se il profilo
gestito fa riferimento a un’azienda che produce pasta,
meglio buttarsi in uno degli hashtag più gettonati del
settore: #cucinasostenibile).
• Per raggiungere più utenti possibili: sì, perché su
Twitter il numero dei follower non è un recinto al di là del
quale non si può andare. In pratica, anche un profilo con
100 follower può raggiungere migliaia di iscritti, se si
usano gli hashtag giusti e si ha la capacità di insinuarsi
con creatività nelle tendenze (ovvero negli argomenti più
twittati).
50
Ecco 3 siti per individuare gli hashtag più usati su Twitter. Lo scopo è inserirsi nelle discussioni
più ‘calde’ per creare più engagment possibile.
• www.hashtags.org (in lingua inglese).
• www.twubs.com (in lingua inglese).
• www.it.tagdef.com (in lingua italiana).
51
A differenza di Facebook e Instagram, su Twitter, quando inviamo un tweet e ci accorgiamo di
avere commesso un errore, non abbiamo altra scelta che non sia quella di eliminarlo,
riscriverlo e pubblicarlo nuovamente.
Il 2017, tuttavia, potrebbe essere l’anno dell’introduzione della modifica dei tweet, come
emerso da un Q&A (domande e risposte) organizzato sulla piattaforma nel gennaio di
quest’anno.
La modifica del contenuto, però, potrebbe essere concessa solo entro un determinato periodo di
tempo – si è parlato della forbice 5 – 30 minuti – e per un tot di volte prestabilito.
Nota bene: ad oggi solo i profili verificati (VIP) possono modificare i tweet una volta pubblicati.
52
53
Sul web esistono varie risorse dove si possono scaricare immagini libere da diritti.
Eccone alcuni:
• Image.google.com (utilizzando il filtro corretto);
• www.pixabay.com;
• www.fotolia.com;
• www.freepik.com;
• www.flickr.com (selezionando il filtro più conforme alle necessità).
54
Un contenuto, di qualsiasi cosa esso parli, sul
web non è composto solo da parole: anche
l’occhio vuole la sua parte.
Più un post, infatti, è ‘bello’ anche a vedersi, più
acchiapperà l’attenzione del lettore, evitando
che, nel giro di pochi secondi, rimbalzi altrove,
diminuendo così il tempo medio sul sito e,
soprattutto, perdendolo per sempre (lo scopo
è farlo tornare!).
Un articolo, quindi, deve essere curato anche
esteticamente.
55
• Dimensione del font: con 16 pt lettura più
agevole;
• Variare il colore del font: ad esempio, usare
un colore diverso per la parola collegata a
un link in uscita;
• Evitare il post 'mattone': dividere il
contenuto in paragrafi (con criterio logico).
I lettori così non saranno 'intimoriti' dal
contenuto;
• Usare il grassetto per evidenziare i punti
chiave del post;
• La foto è fondamentale: sceglierne una a
dovere. Se c'è anche un video, ancora
meglio;
• Fare domande all'interno del contenuto in
modo tale da coinvolgere il lettore;
• Contenuto con un minimo di 400 parole e
con una lunghezza consigliata di massimo
600.
56
• Lunghezza: il post è scarso se composto
da 200 a 300 parole; è buono se contiene
da 400 a 600 parole;
• Originalità: il post è scarso se il contenuto
è il classico 'copia & incolla'. In questo
Google può penalizzare il sito che lo
contiene nel ranking;
• Ricerca: l'articolo è scarso se l'autore si
ferma a una sola fonte, senza citazione,
riferimenti, link in uscita e immagini per
approfondire;
• Correttezza: l'articolo è scarso se presenta
refusi o evidenti errori grammaticali e/o
sintattici. Rileggere almeno due volte è
fondamentale prima di pubblicare;
• SEO: l'articolo è scarso se non è scritto in
chiave SEO.
57
58
Opportunità per il giornalismo digitale
Il brand journalism (in
italiano giornalismo
d'impresa) è il giornalismo
che si occupa della
comunicazione di tutto ciò
che ruota attorno a un
marchio (brand).
Lo scopo è informare i
lettori sulla storia
dell'azienda attraverso gli
strumenti e le regole del
professionista che opera nei
mass media.
59
• Media e Marketing
convergono su più brand e si
occupano entrambi delle
operazioni di pubblicazione.
• Lo Storytelling è un modo
potente per connettersi con i
lettori.
• La chiave per ottenere fiducia
dal proprio target (audience)
è pubblicare contenuto che
sia credibile e onesto
(trasparenza).
60
• Convergere su più brand rimarca l'importanza della professionalizzazione della figura del brand
journalist, anche in chiave freelance.
• I brand più piccoli, non potendosi permettere giornalisti a tempo pieno, da inserire all'interno della
propria struttura, dovrebbero rivolgersi a liberi professionisti.
• Conseguenza ➡➡ più clienti su cui lavorare
61
Nel brand journalism
riveste molta importanza
il racconto delle storie
per suscitare emozioni,
focalizzarsi sui 'come',
invogliare i lettori a
conoscere il marchio
(aumentandone così la
notorietà: brand
awareness).
62
Il giornalista non deve
vendere ma
raccontare l'azienda
(brand) e deve sempre
basarsi sui fatti, così
come richiede la
deontologia. Solo così
s'instaura un rapporto
di fiducia tra il
giornale d'impresa e il
lettore.
63
Larry Light, capo dell'ufficio marketing di Mc
Donald's nel 2004, ha definito così il brand
journalism:
“è la cronaca delle varie cose che accadono al
mondo di un marchio, attraverso i giorni e gli
anni. E' così che creiamo un valore reale
percepito per sempre dal consumatore”.
64
Il brand journalist ha una
funzione fondamentale
nell'incrementare la
notorietà e la reputazione
del marchio.
La brand awaress, infatti, è la
capacità della domanda di
identificare un particolare
marchio attraverso lo
strumento del ricordo.
65
• 1° livello: assenza di
conoscenza del brand.
• 2° livello: la domanda
identifica il brand ma solo
dopo stimolo (ricordo
aiutato).
• 3° livello: la domanda
identifica il brand senza
stimolo (ricordo
spontaneo).
• 4° livello: il prodotto
coincide con il marchio.
66
• L'editore coincide spesso con l'azienda e
un'azienda non ha l'obiettivo di ricavare
profitto dall'attività giornalistica in sé ma
dagli effetti che questa può generare nel
proprio mercato di riferimento.
• L'azienda, quindi, ha bisogno di giornalisti
capaci di costruire storie e abili nell'uso degli
strumenti del web per incrementare la
notorietà del marchio.
67
Nella Carta dei Doveri si vieta al giornalista di
confondere il suo messaggio con quello
pubblicitario.
Nel brand journalism, però, il giornalista non
è né deve essere mai coinvolto
nelle vendite dei beni o dei servizi
dell'azienda.
Il brand journalist non vende ma informa
brand, non inganna il lettore ma gli dà
notizie sul marchio di cui è o potrebbe
diventare cliente.
68
Thomas Scott, pioniere del brand journalism negli USA,
disse:
“Lo è assolutamente. Si tratta di un altro tipo di
giornalismo, così come esiste il giornalismo politico,
sportivo, ecc.”.
“Prima di internet, le aziende assumevano addetti stampa
per scrivere comunicati e inviarli ai giornalisti. Oggi,
un'azienda può fare a meno di tutto questo e pubblicarsi
da sola i suoi pezzi”.
69
• L'addetto stampa deve generare
interesse in media già esistenti, facendo
da tramite tra il brand e i giornali, la tv,
radio, internet...
• Il brand journalist pubblica direttamente
sul brand magazine e si occupa non
della scrittura del contenuto (post) ma
anche della sua diffusione e di generare
traffico su di esso.
70
ROBERTO ZARRIELLO:
Roberto Zarriello
@robertozar
roberto.zarriello@gmail.com
www.robertozarriello.com –
71
WALTER GIANNÒ:
Walter Giannò
@waltergianno
walter.gianno@email.it
http://waltergianno.myblog.it
–

More Related Content

What's hot

Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)
Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)
Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)Michele Cignarale
 
Assunto tratto dalla citazione di Metitieri
Assunto tratto dalla citazione di MetitieriAssunto tratto dalla citazione di Metitieri
Assunto tratto dalla citazione di Metitierimariagatto
 
Settimana Cultura Social Network
Settimana Cultura Social NetworkSettimana Cultura Social Network
Settimana Cultura Social Networkmircfe
 
navigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitale
navigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitalenavigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitale
navigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitaleUniversità di Pisa
 
CoderdojoBrianza, seconda edizione
CoderdojoBrianza, seconda edizioneCoderdojoBrianza, seconda edizione
CoderdojoBrianza, seconda edizioneDebora Mapelli
 
Tecnologia versus cultura?
Tecnologia versus cultura?Tecnologia versus cultura?
Tecnologia versus cultura?Bonaria Biancu
 
Tecnologia vs. cultura
Tecnologia vs. culturaTecnologia vs. cultura
Tecnologia vs. culturaaderobbio
 
Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)
Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)
Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)Pietro Zanarini
 
Giovani adulti e nuove tecnologie in biblioteca
Giovani adulti e nuove tecnologie in bibliotecaGiovani adulti e nuove tecnologie in biblioteca
Giovani adulti e nuove tecnologie in bibliotecaBiblioragazzi-blog
 
Adolescenti in biblioteca e nuove tecnologie
Adolescenti in biblioteca e nuove tecnologieAdolescenti in biblioteca e nuove tecnologie
Adolescenti in biblioteca e nuove tecnologieBiblioragazzi-blog
 
Venezia camp giraldo_alessandra
Venezia camp giraldo_alessandraVenezia camp giraldo_alessandra
Venezia camp giraldo_alessandraalessandragiraldo
 
Il futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazione
Il futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazioneIl futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazione
Il futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazioneCgodani1976
 

What's hot (20)

Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)
Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)
Internet, social network e associazioni di volontariato: insieme si può ;)
 
Assunto tratto dalla citazione di Metitieri
Assunto tratto dalla citazione di MetitieriAssunto tratto dalla citazione di Metitieri
Assunto tratto dalla citazione di Metitieri
 
Settimana Cultura Social Network
Settimana Cultura Social NetworkSettimana Cultura Social Network
Settimana Cultura Social Network
 
navigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitale
navigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitalenavigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitale
navigare nella info-sfera. Appunti per un nuovo umanesimo digitale
 
CoderdojoBrianza, seconda edizione
CoderdojoBrianza, seconda edizioneCoderdojoBrianza, seconda edizione
CoderdojoBrianza, seconda edizione
 
Tecnologia versus cultura?
Tecnologia versus cultura?Tecnologia versus cultura?
Tecnologia versus cultura?
 
Tecnologia vs. cultura
Tecnologia vs. culturaTecnologia vs. cultura
Tecnologia vs. cultura
 
Architettura web
Architettura webArchitettura web
Architettura web
 
Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)
Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)
Sardegna, Terra ICT - I contenuti del Distretto ICT (12 giugno 2006)
 
Cos'è il web 2.0 oggi
Cos'è il web 2.0 oggiCos'è il web 2.0 oggi
Cos'è il web 2.0 oggi
 
Giovani adulti e nuove tecnologie in biblioteca
Giovani adulti e nuove tecnologie in bibliotecaGiovani adulti e nuove tecnologie in biblioteca
Giovani adulti e nuove tecnologie in biblioteca
 
Adolescenti in biblioteca e nuove tecnologie
Adolescenti in biblioteca e nuove tecnologieAdolescenti in biblioteca e nuove tecnologie
Adolescenti in biblioteca e nuove tecnologie
 
Wikipedia?
Wikipedia? Wikipedia?
Wikipedia?
 
Reti di Relazioni
Reti di RelazioniReti di Relazioni
Reti di Relazioni
 
Venezia camp giraldo_alessandra
Venezia camp giraldo_alessandraVenezia camp giraldo_alessandra
Venezia camp giraldo_alessandra
 
La web science
La web scienceLa web science
La web science
 
Slide Web 20
Slide Web 20Slide Web 20
Slide Web 20
 
The Social Era
The Social EraThe Social Era
The Social Era
 
Antartide
AntartideAntartide
Antartide
 
Il futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazione
Il futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazioneIl futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazione
Il futuro della famiglia: la sfida digitale e l'educazione
 

Viewers also liked

Study: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
Study: The Future of VR, AR and Self-Driving CarsStudy: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
Study: The Future of VR, AR and Self-Driving CarsLinkedIn
 
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and Archives
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and ArchivesUX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and Archives
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and ArchivesNed Potter
 
Hype vs. Reality: The AI Explainer
Hype vs. Reality: The AI ExplainerHype vs. Reality: The AI Explainer
Hype vs. Reality: The AI ExplainerLuminary Labs
 
Designing Teams for Emerging Challenges
Designing Teams for Emerging ChallengesDesigning Teams for Emerging Challenges
Designing Teams for Emerging ChallengesAaron Irizarry
 
Visual Design with Data
Visual Design with DataVisual Design with Data
Visual Design with DataSeth Familian
 
3 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 2017
3 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 20173 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 2017
3 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 2017Drift
 
How to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your NicheHow to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your NicheLeslie Samuel
 

Viewers also liked (8)

Study: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
Study: The Future of VR, AR and Self-Driving CarsStudy: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
Study: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
 
SlideShare 101
SlideShare 101SlideShare 101
SlideShare 101
 
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and Archives
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and ArchivesUX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and Archives
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and Archives
 
Hype vs. Reality: The AI Explainer
Hype vs. Reality: The AI ExplainerHype vs. Reality: The AI Explainer
Hype vs. Reality: The AI Explainer
 
Designing Teams for Emerging Challenges
Designing Teams for Emerging ChallengesDesigning Teams for Emerging Challenges
Designing Teams for Emerging Challenges
 
Visual Design with Data
Visual Design with DataVisual Design with Data
Visual Design with Data
 
3 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 2017
3 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 20173 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 2017
3 Things Every Sales Team Needs to Be Thinking About in 2017
 
How to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your NicheHow to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your Niche
 

Similar to Stampa e nuovi media: dal giornalismo digitale al Brand Journalism

Virtuale o virtuoso.pptx
Virtuale o virtuoso.pptxVirtuale o virtuoso.pptx
Virtuale o virtuoso.pptxPippoFrizzo
 
Famiglie e social media: istruzioni per l'uso
Famiglie e social media: istruzioni per l'usoFamiglie e social media: istruzioni per l'uso
Famiglie e social media: istruzioni per l'usoGiovanni Gentili
 
lezione Micucci
lezione Micuccilezione Micucci
lezione Micucciraffaraffa
 
Politica 2.0
Politica 2.0Politica 2.0
Politica 2.0b_alberi
 
Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...
Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...
Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...Claudia Zarabara
 
CoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani Adulti
CoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani AdultiCoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani Adulti
CoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani AdultiDebora Mapelli
 
Il giornalista e i social network, questioni etiche e opportunità
Il giornalista e i social network, questioni etiche e opportunitàIl giornalista e i social network, questioni etiche e opportunità
Il giornalista e i social network, questioni etiche e opportunitàtedeschini
 
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9Reti
 
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis
Il Potere Dei Networks Store Ngo BisIl Potere Dei Networks Store Ngo Bis
Il Potere Dei Networks Store Ngo BisMassimo Micucci
 
Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0
Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0
Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0Nicola Mandich
 
Digital Divide
Digital DivideDigital Divide
Digital Dividegioffry
 
Alla scoperta dei social network
Alla scoperta dei social networkAlla scoperta dei social network
Alla scoperta dei social networkDaniele La Delia
 
Università Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola Bonaccini
Università Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola BonacciniUniversità Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola Bonaccini
Università Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola BonacciniNicola Bonaccini
 
Presentazione97 03
Presentazione97 03Presentazione97 03
Presentazione97 03siremary
 
web 2.0: Blog & Wiki
web 2.0: Blog & Wikiweb 2.0: Blog & Wiki
web 2.0: Blog & Wikisiremary
 
Presentazione social network unitre arenzano
Presentazione social network unitre arenzanoPresentazione social network unitre arenzano
Presentazione social network unitre arenzanoPietro Biase
 

Similar to Stampa e nuovi media: dal giornalismo digitale al Brand Journalism (20)

Virtuale o virtuoso.pptx
Virtuale o virtuoso.pptxVirtuale o virtuoso.pptx
Virtuale o virtuoso.pptx
 
Famiglie e social media: istruzioni per l'uso
Famiglie e social media: istruzioni per l'usoFamiglie e social media: istruzioni per l'uso
Famiglie e social media: istruzioni per l'uso
 
lezione Micucci
lezione Micuccilezione Micucci
lezione Micucci
 
Politica 2.0
Politica 2.0Politica 2.0
Politica 2.0
 
Etica e comunicazione digitale
Etica e comunicazione digitale Etica e comunicazione digitale
Etica e comunicazione digitale
 
Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...
Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...
Social media marketing: comunicare e creare relazioni all’epoca del web 2.0”...
 
CoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani Adulti
CoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani AdultiCoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani Adulti
CoderdojoBrianza,seconda edizione. Giovani Adulti
 
Il giornalista e i social network, questioni etiche e opportunità
Il giornalista e i social network, questioni etiche e opportunitàIl giornalista e i social network, questioni etiche e opportunità
Il giornalista e i social network, questioni etiche e opportunità
 
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis 1213429173038267 9
 
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis
Il Potere Dei Networks Store Ngo BisIl Potere Dei Networks Store Ngo Bis
Il Potere Dei Networks Store Ngo Bis
 
Amicizia su Internet
Amicizia su InternetAmicizia su Internet
Amicizia su Internet
 
Socialnetwork Cna
Socialnetwork CnaSocialnetwork Cna
Socialnetwork Cna
 
Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0
Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0
Re-imparare a comunicare grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0
 
Il giornalismo di domani
Il giornalismo di domaniIl giornalismo di domani
Il giornalismo di domani
 
Digital Divide
Digital DivideDigital Divide
Digital Divide
 
Alla scoperta dei social network
Alla scoperta dei social networkAlla scoperta dei social network
Alla scoperta dei social network
 
Università Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola Bonaccini
Università Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola BonacciniUniversità Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola Bonaccini
Università Bocconi - Slides Corso Digital PR - Nicola Bonaccini
 
Presentazione97 03
Presentazione97 03Presentazione97 03
Presentazione97 03
 
web 2.0: Blog & Wiki
web 2.0: Blog & Wikiweb 2.0: Blog & Wiki
web 2.0: Blog & Wiki
 
Presentazione social network unitre arenzano
Presentazione social network unitre arenzanoPresentazione social network unitre arenzano
Presentazione social network unitre arenzano
 

More from Roberto Zarriello

More from Roberto Zarriello (8)

La brand Awareness
La brand AwarenessLa brand Awareness
La brand Awareness
 
Brand Journalism: I 6 criteri
Brand Journalism: I 6 criteri Brand Journalism: I 6 criteri
Brand Journalism: I 6 criteri
 
Il brand Journalism secondo McDonald's
Il brand Journalism secondo McDonald'sIl brand Journalism secondo McDonald's
Il brand Journalism secondo McDonald's
 
2 esempi:brand magazine
2 esempi:brand magazine2 esempi:brand magazine
2 esempi:brand magazine
 
Brand e Trasparenza perchè è cosi importante
Brand e Trasparenza perchè è cosi importanteBrand e Trasparenza perchè è cosi importante
Brand e Trasparenza perchè è cosi importante
 
Media e marketing: Brand Journalism
Media e marketing: Brand JournalismMedia e marketing: Brand Journalism
Media e marketing: Brand Journalism
 
Storytelling
StorytellingStorytelling
Storytelling
 
Brand Journalism
Brand JournalismBrand Journalism
Brand Journalism
 

Stampa e nuovi media: dal giornalismo digitale al Brand Journalism

  • 1. 1 Foggia, sabato 25 marzo 2017
  • 2. • Come internet ha cambiato la comunicazione; • Come internet ha cambiato il giornalismo; • Gli strumenti del giornalismo digitale; • L’articolo ai tempi di Google; • Come usare efficacemente i social media; • La nuova frontiera del brand journalism. 2
  • 3. 3 “Internet non è solo un veicolo, è una forma di cultura”. Jovanotti
  • 4. 1) Relazioni online: Il web ha annullato le distanze comunicative tra le persone, consentendo legami (sentimentali, familiari e di lavoro) che prima non sarebbero mai nati, utilizzando vari canali: social media, siti di incontri… 4
  • 5. 2) Spazio libero di pensiero: il web permette a chiunque di dire la propria, senza più filtri o intermediazioni, usando i tanti strumenti online a disposizione: social media, forum… 5
  • 6. 3) Spazio libero di informazione: il web contiene milioni di informazioni su ogni tipo di argomento, nella stragrande maggioranza dei casi accessibile gratuitamente. Ne è un esempio Wikipedia. 6
  • 7. 4) Semplificazione: il web consente di recuperare tempo grazie ai servizi che consentono di effettuare operazioni che prima costringevano a spostarsi da casa (azioni bancarie, e-commerce…). 7
  • 8. Chiamare dal telefono fisso: oggi sms, chat e servizi di messaggistica (come Whatsapp) sostituiscono le chiamate al telefono di una volta, dove non è detto che l’interlocutore fosse quello desiderato (succedeva di attaccare il telefono al padre della propria fiamma… Ora invece basta attendere che la doppia spunta passi da grigia a blu…). 8
  • 9. Scrivere lettere e bigliettini: prima dell’avvento di internet, per comunicare con parenti, amici e amori lontani, si scrivevano lettere o s’inviavano cartoline. A scuola, invece, il passaggio da una mano all’altra dei bigliettini era un ‘must’. Oggi, invece, ci sono le e-mail (gratuite e con possibilità di allegare file, tra cui le immagini) e servizi di messaggistica online. 9
  • 10. La ricerca: prima dell’avvento del web, per un qualsivoglia argomento, bisognava giocoforza fare affidamento ai libri, a quelli posseduti a casa (enciclopedie) o a quelli che si trovavano nelle biblioteche. Oggi, invece, la rete è un contenitore sterminato di informazioni e soprattutto gratuite, come Wikipedia. La regola, però, è stare attenti alla credibilità della sorgente delle fonti.fonti. 10
  • 11. Gli appuntamenti: prima del web – e soprattutto della telefonia mobile – quando si fissava un appuntamento, spesso si facevo un largo uso dell’anticipo: “ci vediamo alle 15.45 – 16.00…”. E si entrava in ansia in caso di ritardo, perché non c’era modo di contattare la persona che si stava aspettando. Oggi, invece, questo problema è superato: basta chiamarla al telefono o un messaggio su Whatsapp o informare chi ci sta aspettando di un eventuale ritardo. 11
  • 12. Radio e Televisione: prima del web, guai a perdersi il proprio programma radiofonico o televisivo preferito. O si sperava in una replica o si doveva registrarlo in VHS. Oggi, invece, esistono i podcast e i siti dove si possono tranquillamente vedere i programmi televisivi andati in onda (come Rai Replay). 12
  • 13. Il computer: ebbene sì, nelle case c’era il computer, oggi impossibile scindere dal web (anzi, si ritiene quasi inutile senza la possibilità di connettersi). Prima, tuttavia, si usava – oltre che per giocare – anche per scrivere testi, elaborare fogli di calcolo, abbozzare immagini, ecc. 13
  • 14. • Andare a comprare musica in un negozio: internet ormai la fa da padrona. Sia illegalmente – vi ricordate Napster? – sia legalmente (iTunes, Spotify…). • Imparare a memoria: ‘grazie’ alla miriade di informazioni presenti sul web e alla facilità di accesso, non ci sforziamo più di ricordare. Lo ha ‘certificato’ uno studio dell’Università di Harvard: Google sta cambiamento il nostro sistema cognitivo. • Produttività: I social media (lo è anche YouTube) distraggono e tanto. Secondo una ricerca di Forbes, il 64% dei lavoratori USA visita abitualmente siti che non riguardano la propria professione (soprattutto mentre dovrebbero lavorare!). • Appuntamenti al buio: è ormai impossibile incontrare una persona che non conosce del tutto. Basta una ricerca su Facebook… Inoltre, un terzo di chi si è sposato negli USA tra il 2005 e il 2012 si è incontrato su internet. • Riviste per adulti: il cartaceo pornografico è ormai inesistente. L’industria del porno su internet, invece, è un business incredibile. • La scrittura: sempre meno impugniamo una penna per scrivere, preferiamo soprattutto digitare. Una causa? C’era una volta la calligrafia… • I numeri di telefono: quanti di voi ricordano i numeri dei telefoni cellulari dei vostri familiari o degli amici più stretti? Inutile, no? C’è la rubrica sullo smartphone (magari sincronizzata con il tablet e il desktop). • I gradi di separazione: prima dei social network erano 6, oggi sono 3 (ovvero il numero di contatti umani da stabilire prima di incontrare qualcuno di sconosciuto). 14
  • 15. Forse il più grande cambiamento che internet ha apportato al giornalismo è il crescente coinvolgimento del lettore. Prima del web, il lettore ‘interveniva’ nel giornale scrivendo lettere o chiamando al telefono. Oggi, il lettore, invece si è trasformato in utente. 15
  • 16. La caratteristica fondamentale delle notizie online è che tutto è connesso. Il lettore – utente è solo a un click o una ricerca di distanza da qualcos’altro. Opportunità: il giornalista oggi può creare collegamenti a documenti completi, relazioni precedenti o materiale inedito. Svantaggio: lo stesso può fare il lettore… 16
  • 17. L’RSS rappresenta una delle innovazioni più sottovalutate nel giornalismo. I giornalisti possono iscriversi a un feed RSS: non c’è bisogno di stare dietro a decine di siti web per seguire gli aggiornamenti. Il lettore può iscriversi a una sola sezione del giornale. 17
  • 18. Ogni grande evento – spiacevole o felice – è condiviso in tempo reale sui social network da chi lo sta vivendo. La diffusione di videocamere e smartphone a basso costo, connessi a internet, hanno determinato una ‘competizione’ tra gli editori e i lettori dei giornali. 18
  • 19. 19 A cosa serve internet? A parte andare su internet… Jacob Berger
  • 20. Definizione: Software, installato su un server, che facilita la gestione dei contenuti di siti web, svincolando il webmaster da conoscenze tecniche specifiche di programmazione web. I CMS più usati: Wordpress, Joomla!, Drupal, Magento e PrestaShop. 20
  • 21. I vantaggi • Semplice da installare, configurare e usare; • Facilmente estendibile (tramite i plugin); • Economico; • In continua evoluzione e segue i ritmi della rete. I Numeri • Oltre 66 milioni di siti sviluppati con Wordpress; • 368 milioni di persone che ogni mese visualizzano siti costruiti con Wordpress; • 4.1 miliardi di pagine di siti WP visualizzate ogni mese; • 100.000 nuovi blog WP creati ogni giorno. 21
  • 22. • New York Times • The Huffington Post • Il Fatto Quotidiano • Il Post • Resto Al Sud • I siti informativi di Italiaonline (Si Viaggia, Motori Virgilio, Di lei…). 22
  • 23. Social Network: Gruppo di persone collegate tra di loro attraverso interessi comuni (familiari, affettivi, politici, religiosi, ecc.). Social media: Insieme di strumenti, tecniche e pratiche di creazione e condivisione dei contenuti online. Social media marketing: branca del marketing che si occupa di generare visibilità sui social media. 23
  • 24. • Comunicazione e informazione in tempo reale: aggiornamento istantaneo non solo sulle news condivise dai media ma anche su come sta un amico o un parente che vive lontano; • Comunicazione e informazione globale: contatto tra persone che vivono in Paesi lontanissimi tra di loro (sia dal punto di vista geografico che culturale). • Comodità: si può accedere da social media da casa, dall’ufficio o in qualsiasi altri posto grazie al mobile. • Relazioni interpersonali: mantenimento e miglioramento delle relazioni esistenti, creazione di nuove. • Perdita di contatto con il mondo reale: si predilige il rapporto virtuale da quello diretto. Ne soffre la comunicazione paraverbale. • Creazione di un’identità alternativa: differenziazione – per dirla alla Shakespeare – tra l’essere e il non essere. • Informazioni errate: incapacità a distinguere le notizie vere da quelle false (bufale), creando confusione e falsi allarmi attraverso le condivisioni. • Dipendenza: esiste anche quella da ‘social media’ con sintomi fisici quali l’emicrania, la tachicardia e l’ipersudorazione. • Privacy: si tendono a condividere informazioni private o ad acconsentire al loro utilizzo anche in maniera inconsapevole. 24
  • 25. • Profilo personale (con login). • Messaggi pubblici e privati tra utenti (anche in modalità chat). • Caricamento di contenuti multimediali (foto, video). • Organizzazione dei contenuti in raccolte (album) • Aggiornamento dello status con un pensiero. • Geolocalizzazione tramite coordinate o GPS. • Commento, voto, condivisione dei contenuti. • Creazione di gruppi, eventi, applicazioni. • Motore di ricerca interno. • Importazione ed esportazione di contenuti. 25
  • 26. • Social network: Facebook, Twitter, Google Plus e LinkedIn. • Video Sharing: YouTube, Vimeo. • Photo Sharing: Flickr, Instagram, Pinterest. • GeoSocial: Foursquare, Swarm. • Aggregatori: Diggita, Blog-News.it. • Forum. 26
  • 27. Facebook: a me piace il caffè. Twitter: Sto bevendo un caffè. LinkeDin: Sono bravo a bere il caffè. YouTube: Guardami mentre bevo un caffè. Pinterest: Questa è una collezione di fotografie di caffè. Google Plus: Sono un impiegato di Google che beve il caffè… (capita l’ironia?). FourSquare: qui è dove bevo il caffè. Instagram: questa è una foto con gli effetti di me che bevo il caffè. 27
  • 28. Facebook nasce il 4 febbraio 2004, fondato da Mark Zuckerberg quando aveva 19 anni ed era studente di Harvard. Sei anni dopo, nel 2010, Facebook è il secondo sito più visitato al mondo dopo Google. Nel marzo del 2010, per una settimana, Facebook superò Google per numero di pagine viste. Nell’ottobre 2012 Facebook raggiunse il primo miliardo di iscritti. Gli iscritti italiani su Facebook sono 27 milioni (su una popolazione totale di 60, quasi uno su due). 28
  • 29. 29
  • 30. Aprire un profilo e non una pagina, pur essendo un ‘brand’ e non una persona fisica, violando i ‘Terms of Service’ di Facebook. Un profilo simile è sempre soggetto ad eliminazione. Concepire la pagina come semplice vetrina dove condividere post ‘nudi e crudi’, magari con sistemi automatizzati. Non interagire con gli utenti della pagina. Utilizzare solo il sistema della condivisione dei link. Aggiornare la pagina senza strategia. Assenza di analisi degli insight. Collegare Facebook a Twitter (o viceversa). 30
  • 31. • Scegliere la tipologia di servizio più opportuna. • Scegliere il nome più opportuno. • Il nome deve avere solo la prima lettera maiuscola (salvo esigenze di branding name). • Scegliere una url facilmente memorizzabile e comunicabile. • Scegliere come foto del profilo il logo del brand (le foto copertina, invece, vanno cambiate spesso). • Aggiungere qualche contenuto prima di promuovere la pagina (e invitare i primi ‘amici’ ad iscriversi, usando le proprie cerchie). • Non impedire agli iscritti di pubblicare liberamente sulla bacheca della pagina. 31
  • 32. • Attraverso foto e didascalia con ‘call- to-action’, ‘link ridotto’ e ‘segni grafici di indirizzamento’. • Attraverso la classica condivisione del link ma con una ‘call-to-action’ nell’introduzione. • Con una ‘mention’ nel caso in cui il protagonista del post è presente su Facebook. • Condividere non solo post ma anche video, immagini e ‘semplici’ status. • Non dimenticare la capacità di engagement di un contest. 32
  • 33. Nel dicembre 2016 sono apparse “nuove opzioni per i post, per aiutarti a connetterti con i clienti e ottenere i risultati che desideri”. Ovvero: • Condividi una foto o un video: carica foto/video; crea album fotografico; crea slideshow; crea un’unità Canvas. • Fai in modo che le persone scoprano di più: condivisione di post con i pulsanti per spingere i clienti a compiere una determinata azione (come visitare il sito). • Advertise your business: campagna advertising. 33
  • 34. • Ricevi chiamate telefoniche: invitare il pubblico al contatto tramite telefono. • Ricevi i messaggi: invitare a inviare un messaggio privato. • Crea un evento: creazione di un evento con cui si possono ‘invitare’ gli ‘amici. • Crea un’offerta: possibilità di ‘piazzare’ un’offerta su un bene o un servizio (come uno sconto). • Scrivi una nota: scrivere un post direttamente su Facebook. 34
  • 35. • Gestire la pagina 7 giorni su 7, dalle 8 alle 24. • Aggiornare la pagina con uno stacco che varia tra i 30 minuti e le 2 ore tra un contenuto e l'altro così da evitare l'effetto 'spamming' nelle bacheche dei 'liker' (eccetto 'breaking news', ovviamente). • Attivare le notifiche per conoscere in tempo reale quando un fan commenta o compie un'azione significativa (e interagire entro pochissimo tempo). 35
  • 36. • Al contrario della foto del profilo che, in caso di quotidiano online, deve essere il logo, l'immagine della copertina andrebbe modificata spesso, magari con scatti inviati dai legati allo scorrere delle stagioni, alle feste, agli eventi, ecc. • Risorsa consigliata: www.coverphotofinder.com. 36
  • 37. • Per la stessa ragione che riguarda gli album di foto, può essere necessario per un quotidiano online scaricare un video da Facebook anziché usare l'embed. • In questo caso il consiglio è www.downvids.net. 37
  • 38. • I giornali possono essere su Facebook solo con una pagina e mai con un profilo personale. • Non esiste il limite dei 5.000 amici. • Si possono pianificare campagne ADV. • Si possono visualizzare gli insight. • Si possono programmare le uscite dei post nel futuro (nei profili privati, invece, si può solo verso il passato). • Categoria: Media/Notizie/Editoria. • Nome: quello della testa (no tutto maiuscolo). 38
  • 39. Facebook è un social network, in quanto tale non va usato come una vetrina dove 'collocare' i link degli articoli, nudi e crudi, e poi 'chi s'è visto, s'è visto...'. No, Facebook è una rete sociale dove il giornale (la redazione) deve interagire con il lettore, coinvolgendoli (engagement) finanche nel racconto della notizia. Es. “Avete sentito il terremoto? Raccontateci le vostre esperienze”. L'interrogativo non è che la prima tecnica da tenere in considerazione: è la cosiddetta call- to-action, ovvero la formula che incentiva l'utente/lettore a compiere un'azione. Es. “Vuoi saperne di più? Approfondisci su...”. 39
  • 40. 40
  • 41. • Ecco tutti gli ingredienti dell'articolo condiviso su Facebook: Foto o immagine della notizia. • Simboli grafici tematici* al cui interno c'è formula per attirare l'attenzione del lettore e menzione alla pagina dei protagonisti della notizia? • Sintesi della notizia. • Call-to-action con segni di reindirizzamento e link in uscita ridotto**. • * Esistono in rete varie risorse dove ricavare tanti simboli da usare nelle condivisioni. Esempio: https://trucchifacebook.com/download/emoji/emoji-commenti-facebook.htm • ** Il link ridotto è utilissimo per rendere il collegamento più semplice da 'digerire' agli occhi del lettore e, su Twitter, per usare meno caratteri possibili, visto il limite (momentaneo, perché le cose stanno per cambiare) dei 140 caratteri. • Il link ridotto (short link) si può ottenere su: Goo.gl (http://goo.gl). TinyUrl (http://tinyurl.com). TinyCC (http://tinycc.com). 41
  • 42. • Come consigliato, la pagina pubblica di un giornale non andrebbe mai 'spenta', perché gli utenti/lettori non si collegano tutti allo stesso orario ma è ovvio che non si può stare collegati 24 ore su 24, 7 giorni su 7. • Ecco perché è importante programmare le uscite dei contenuti. • L'operazione è semplice: anziché pubblicare il contenuto, bisogna selezionare “programma post”, selezionare una data e un orario nel futuro. • L'azione non è irreversibile: si può eliminare la programmazione, modificare l'orario di uscita o optare per la pubblicazione immediata. 42
  • 43. 43
  • 44. • 2006: anno di nascita di Twitter • 140: il numero massimo di caratteri consentiti in un tweet. • 8,4 miliardi di dollari: il valore stimato di Twitter. • 320 milioni di iscritti. • 1 miliardo di utenti consultano Twitter senza essere iscritti. • 500 miliardi di tweet condivisi dalla nascita, in 35 lingue diverse. • 400 milioni di tweet pubblicati ogni giorno. • 208 follower di media a utente. 44
  • 45. La cantante Katy Perry è la persona con più follower (96,6 milioni di seguaci). Tra gli italiani, Valentino Rossi (4,88 milioni) batte l’account italiano di Papa Francesco (4,26 Milioni) e Balotelli (3,82 milioni). 45
  • 46. • Twitter è il nome dell’intero social network. • Tweet è il singolo contenuto. • Retweet (RT) è un tweet di un utente condiviso da un altro. • Following è l’utente di cui seguono i tweet. • Follower è l’utente che segue i nostri tweet. • Hashtag (#) è la parola chiave (o etichetta o tag) che identifica e archivia un determinato argomento. • Messaggio Diretto (DM): messaggio privato tra utenti che si seguono vicendevolmente. 46
  • 47. • Timeline: flusso dei tweet inviati dai profili che seguiamo. • Mention (@): la possibilità di menzionare un utente in un tweet (anche se non ci segue). • Rispondi (reply): facoltà di rispondere ai tweet dei profili che seguiamo o meno, i quali saranno visualizzati solo nella timeline di coloro che seguono sia l’autore sia il destinatario a cui ci si rivolge. • Trend è l’argomento di tendenza su Twitter, cioé quello su cui si stanno inviando molti tweet. • Follow Friday (#FF) è il tweet del venerdì con cui un utente segnala agli altri i propri profili preferiti. 47
  • 48. 48
  • 49. • Obiettivo: 2mila follower nel primo anno di attività. • Monitoraggio dei competitor: individuarli e spiarli (cosa pubblicano? Quanti tweet?). • 1° step: seguire per essere seguiti. Non a oltranza, però. Meglio, all’inizio, non superare i 500 follower. • 2° step (periodico): non seguire chi non segue. Strumento utile è http://it.nofollow.me • Lunghezza del tweet: max 100 caratteri. I restanti 40 da occupare con link esterno al contenuto che vogliamo condividere. • Programmare i tweet con uscite almeno ogni 30 minuti. Strumento utile è http://laterbro.com • Allegare, dove possibili, immagini (più potenziale di engagement). • Menzionare i citati: @ + username. 49
  • 50. Perché bisogna fare uso degli hashtag nel social media marketing? Per due fondamentali ragioni: • Scovare il target di riferimento (esempio: se il profilo gestito fa riferimento a un’azienda che produce pasta, meglio buttarsi in uno degli hashtag più gettonati del settore: #cucinasostenibile). • Per raggiungere più utenti possibili: sì, perché su Twitter il numero dei follower non è un recinto al di là del quale non si può andare. In pratica, anche un profilo con 100 follower può raggiungere migliaia di iscritti, se si usano gli hashtag giusti e si ha la capacità di insinuarsi con creatività nelle tendenze (ovvero negli argomenti più twittati). 50
  • 51. Ecco 3 siti per individuare gli hashtag più usati su Twitter. Lo scopo è inserirsi nelle discussioni più ‘calde’ per creare più engagment possibile. • www.hashtags.org (in lingua inglese). • www.twubs.com (in lingua inglese). • www.it.tagdef.com (in lingua italiana). 51
  • 52. A differenza di Facebook e Instagram, su Twitter, quando inviamo un tweet e ci accorgiamo di avere commesso un errore, non abbiamo altra scelta che non sia quella di eliminarlo, riscriverlo e pubblicarlo nuovamente. Il 2017, tuttavia, potrebbe essere l’anno dell’introduzione della modifica dei tweet, come emerso da un Q&A (domande e risposte) organizzato sulla piattaforma nel gennaio di quest’anno. La modifica del contenuto, però, potrebbe essere concessa solo entro un determinato periodo di tempo – si è parlato della forbice 5 – 30 minuti – e per un tot di volte prestabilito. Nota bene: ad oggi solo i profili verificati (VIP) possono modificare i tweet una volta pubblicati. 52
  • 53. 53
  • 54. Sul web esistono varie risorse dove si possono scaricare immagini libere da diritti. Eccone alcuni: • Image.google.com (utilizzando il filtro corretto); • www.pixabay.com; • www.fotolia.com; • www.freepik.com; • www.flickr.com (selezionando il filtro più conforme alle necessità). 54
  • 55. Un contenuto, di qualsiasi cosa esso parli, sul web non è composto solo da parole: anche l’occhio vuole la sua parte. Più un post, infatti, è ‘bello’ anche a vedersi, più acchiapperà l’attenzione del lettore, evitando che, nel giro di pochi secondi, rimbalzi altrove, diminuendo così il tempo medio sul sito e, soprattutto, perdendolo per sempre (lo scopo è farlo tornare!). Un articolo, quindi, deve essere curato anche esteticamente. 55
  • 56. • Dimensione del font: con 16 pt lettura più agevole; • Variare il colore del font: ad esempio, usare un colore diverso per la parola collegata a un link in uscita; • Evitare il post 'mattone': dividere il contenuto in paragrafi (con criterio logico). I lettori così non saranno 'intimoriti' dal contenuto; • Usare il grassetto per evidenziare i punti chiave del post; • La foto è fondamentale: sceglierne una a dovere. Se c'è anche un video, ancora meglio; • Fare domande all'interno del contenuto in modo tale da coinvolgere il lettore; • Contenuto con un minimo di 400 parole e con una lunghezza consigliata di massimo 600. 56
  • 57. • Lunghezza: il post è scarso se composto da 200 a 300 parole; è buono se contiene da 400 a 600 parole; • Originalità: il post è scarso se il contenuto è il classico 'copia & incolla'. In questo Google può penalizzare il sito che lo contiene nel ranking; • Ricerca: l'articolo è scarso se l'autore si ferma a una sola fonte, senza citazione, riferimenti, link in uscita e immagini per approfondire; • Correttezza: l'articolo è scarso se presenta refusi o evidenti errori grammaticali e/o sintattici. Rileggere almeno due volte è fondamentale prima di pubblicare; • SEO: l'articolo è scarso se non è scritto in chiave SEO. 57
  • 58. 58 Opportunità per il giornalismo digitale
  • 59. Il brand journalism (in italiano giornalismo d'impresa) è il giornalismo che si occupa della comunicazione di tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand). Lo scopo è informare i lettori sulla storia dell'azienda attraverso gli strumenti e le regole del professionista che opera nei mass media. 59
  • 60. • Media e Marketing convergono su più brand e si occupano entrambi delle operazioni di pubblicazione. • Lo Storytelling è un modo potente per connettersi con i lettori. • La chiave per ottenere fiducia dal proprio target (audience) è pubblicare contenuto che sia credibile e onesto (trasparenza). 60
  • 61. • Convergere su più brand rimarca l'importanza della professionalizzazione della figura del brand journalist, anche in chiave freelance. • I brand più piccoli, non potendosi permettere giornalisti a tempo pieno, da inserire all'interno della propria struttura, dovrebbero rivolgersi a liberi professionisti. • Conseguenza ➡➡ più clienti su cui lavorare 61
  • 62. Nel brand journalism riveste molta importanza il racconto delle storie per suscitare emozioni, focalizzarsi sui 'come', invogliare i lettori a conoscere il marchio (aumentandone così la notorietà: brand awareness). 62
  • 63. Il giornalista non deve vendere ma raccontare l'azienda (brand) e deve sempre basarsi sui fatti, così come richiede la deontologia. Solo così s'instaura un rapporto di fiducia tra il giornale d'impresa e il lettore. 63
  • 64. Larry Light, capo dell'ufficio marketing di Mc Donald's nel 2004, ha definito così il brand journalism: “è la cronaca delle varie cose che accadono al mondo di un marchio, attraverso i giorni e gli anni. E' così che creiamo un valore reale percepito per sempre dal consumatore”. 64
  • 65. Il brand journalist ha una funzione fondamentale nell'incrementare la notorietà e la reputazione del marchio. La brand awaress, infatti, è la capacità della domanda di identificare un particolare marchio attraverso lo strumento del ricordo. 65
  • 66. • 1° livello: assenza di conoscenza del brand. • 2° livello: la domanda identifica il brand ma solo dopo stimolo (ricordo aiutato). • 3° livello: la domanda identifica il brand senza stimolo (ricordo spontaneo). • 4° livello: il prodotto coincide con il marchio. 66
  • 67. • L'editore coincide spesso con l'azienda e un'azienda non ha l'obiettivo di ricavare profitto dall'attività giornalistica in sé ma dagli effetti che questa può generare nel proprio mercato di riferimento. • L'azienda, quindi, ha bisogno di giornalisti capaci di costruire storie e abili nell'uso degli strumenti del web per incrementare la notorietà del marchio. 67
  • 68. Nella Carta dei Doveri si vieta al giornalista di confondere il suo messaggio con quello pubblicitario. Nel brand journalism, però, il giornalista non è né deve essere mai coinvolto nelle vendite dei beni o dei servizi dell'azienda. Il brand journalist non vende ma informa brand, non inganna il lettore ma gli dà notizie sul marchio di cui è o potrebbe diventare cliente. 68
  • 69. Thomas Scott, pioniere del brand journalism negli USA, disse: “Lo è assolutamente. Si tratta di un altro tipo di giornalismo, così come esiste il giornalismo politico, sportivo, ecc.”. “Prima di internet, le aziende assumevano addetti stampa per scrivere comunicati e inviarli ai giornalisti. Oggi, un'azienda può fare a meno di tutto questo e pubblicarsi da sola i suoi pezzi”. 69
  • 70. • L'addetto stampa deve generare interesse in media già esistenti, facendo da tramite tra il brand e i giornali, la tv, radio, internet... • Il brand journalist pubblica direttamente sul brand magazine e si occupa non della scrittura del contenuto (post) ma anche della sua diffusione e di generare traffico su di esso. 70
  • 71. ROBERTO ZARRIELLO: Roberto Zarriello @robertozar roberto.zarriello@gmail.com www.robertozarriello.com – 71 WALTER GIANNÒ: Walter Giannò @waltergianno walter.gianno@email.it http://waltergianno.myblog.it –