2. Tanto tempo fa, c'era un convento della Merced Calzada, dell'ordine della
Misericordia, fondata da San Pedro Nolasco, che era un monaco che
indossava un cappuccio e un abito bianco.
Nel convento abitavano i monaci, ma un giorno li scacciarono da lì e
lasciarono solo San Pedro Nolasco.
Passarono molti anni e San Pedro Nolasco morì ma il suo spirito rimase.
Qualche tempo dopo, nacque un ragazzo di nome Bartolomeo Esteban
Murillo; i suoi genitori si chiamavano Gaspar e Maria.
Quando aveva 10 anni, suo padre e sua madre morirono e Murillo rimase
con la sorella Anna e suo marito John.
Durante la sua gioventù, Murillo, iniziò a dipingere gli sfondi dei suoi quadri
con colori scuri e i personaggi con colori chiari. Questi personaggi erano di
solito religiosi e della vita di tutti i giorni.
Nel 1645, Murillo sposò Beatriz Cabrera e ebbero 9 figli, 4 di loro morirono di
peste, malattia trasmessa dai ratti.
3.
4. Un giorno, Murillo mentre passeggiava verso casa, notò un negozio
che non aveva mai visto; incuriosito entrò e vide un vecchia
macchina che attirò la sua attenzione e decise di acquistarla. Murillo
non sapeva che fosse magica: era una macchina del tempo!
Sembrava un secchio, aveva 4 pulsanti con scritto: partenza,
trasformare, traduttore e contatore.
Murillo chiese all’anziana signora del negozio:
- A cosa serve?
- Non lo so, è da molto tempo qui.
- Posso comprarlo?
- Sì, costa 7 ducati.
- Ecco i ducati.
- La ringrazio per l’acquisto.
- Grazie a lei, signora.
5.
6. Tornato a casa, Murillo voleva capire come poteva essere
utilizzata quella macchina. Poi vide un pulsante con sopra la
parola “trasformare” e lo schiacciò. La macchina diventò grande;
Murillo vi entrò e vide un altro pulsante con sopra scritto
“partenza” e lo schiacciò. In quel momento, Murillo pensò a voce
alta:
- Un giorno mi piacerebbe visitare l’epoca di un altro pittore.
E improvvisamente, viaggiò nel futuro e incontrò Carlo Levi che
dipingeva nel suo studio.
- Che coincidenza! Sei un pittore come me – disse Murillo.
Carlo Levi per lo spavento versò la vernice e disse:
- Chi sei? Come sei arrivato nel mio studio?
- Non ti capisco, non sono italiano.
Murillo cercò sulla macchina il tasto per il traduttore in modo da
poter capire che cosa aveva detto Carlo Levi.
7.
8. -Oh questo pulsante lampeggia! – disse Murillo.
-Poi schiacciò il pulsante e il traduttore apparve sullo schermo,
con le parole di Carlo Levi tradotte in spagnolo e quello di Murillo in italiano.
Murillo chiese Carlo Levi:
- In che anno siamo?
- Nel 1932 - rispose Carlo Levi.
- Che strano, io ero nell’anno 1650!
- Ma allora questa cosa è una macchina del tempo! – dissero entrambi sorpresi.
- Dove siamo? – chiese Murillo a Carlo Levi.
- Siamo a Matera, in Italia.
9.
10. Carlo Levi e Murillo diventarono ottimi amici e insieme
dipinsero tanti quadri. Il quadro che a entrambi piaceva di più
era “Lucania ‘62”. Era proprio un bel quadro e tante persone
andavano ad ammirarlo.
Qualche giorno dopo l’ incontro dei due pittori, arrivarono
cinque bambini, Elena, Nicola, Enzo, Donatella e Alessandro,
per vedere “Lucania ‘62”. I bambini chiesero ai due pittori
perché avevano deciso di dipingere questo quadro insieme.
Murillo rispose che era rimasto affascinato dai sassi di Matera,
perciò i due pittori avevano deciso di rappresentare questo
straordinario paesaggio in un quadro usando anche tanta
fantasia.
I bambini chiesero ancora ai due pittori come si erano
conosciuti. Murillo e Carlo Levi decisero di raccontare loro la
verità a patto di mantenere il segreto. I bambini non
riuscivano a credere che la storia della macchina del tempo
fosse vera finché non la videro con i loro occhi. Erano
sbalorditi!!!
11.
12. Murillo annunciò che per lui era ora di ritornare a casa. I bambini gli
chiesero di restare ancora qualche giorno ma Murillo rispose che non
poteva più restare. Perciò il pittore si preparò per ritornare indietro
nel tempo ma si accorse che la macchina non funzionava.
Disperato, esclamò:
E ora come faccio?
I bambini lo rassicurarono:
Non ti preoccupare, noi ti aiuteremo!
I bambini riuscirono a riparare la macchina del tempo e Murillo poté
finalmente tornare a casa dalla sua famiglia.
Carlo Levi disse ai bambini:
Si è fatto tardi. Anche voi dovete tornare a casa altrimenti i vostri
genitori si preoccuperanno. Ma potrete tornare a trovarmi ogni volta
che vorrete. Sarò sempre molto felice di ospitarvi! E ricordate di non
rivelare mai a nessuno il nostro segreto.
I ragazzini promisero, salutarono Carlo Levi e tornarono a casa.