Le distrofie corneali sono un gruppo di malattie corneali accomunate dal fatto di essere geneticamente determinate e si caratterizzano per alterazioni strutturali della cornea. Le distrofie corneali a seconda della loro sede possono essere classificate in epiteliali (ad esempio Meesman e Reis-Bucklers) stromali (ad esempio maculare, granulare e lattice) ed endoteliali (ad esempio Fuchs, CHED).
La diagnosi è clinica è può essere completata con OCT cornea, confoscan, esami genetici.
La terapia è diversa a seconda della distrofia, in alcuni casi è sufficiente una PTK (cheratectomia fototerapeutica con laser ad eccimeri) in altri è necessaria una cheratoplastica lamellare (anteriore o endoteliale) in altri casi ancora una cheratoplastica (trapianto di cornea) perforante. Documento a cura del Dottor Luca Avoni.
DSAEK - Congresso SITRAC (Società italiana trapianto di cornea) 20 Febbraio 2014Luca Avoni
Il trapianto di cornea (cheratoplastica) endoteliale (EK) è una tecnica chirurgica in costante ascesa numerica. La letteratura internazionale ha dimostrato la validità dei lembi endoteliali pretagliati dalle Banche delle Cornee. Sempre più frequentemente i chirurghi richiedono alle Banche delle cornee lembi endoteliali pretagliati.
Durante il congresso SITRAC (società italiana trapianto di cornea) 2014 è stata presentata l'esperienza della Banca delle cornee dell'Emilia Romagna del primo anno in cui sono stati forniti i lembi endoteliali pretagliati per trapianto endoteliale DSAEK.
THE CHALLENGE OF DIABETIC VITREORETINAL INTERFACE ITA DrCanali 20 Aprile23 ...Nicola Canali
A lesson presented in Lugano on the 20 april 2023 at the ESASO vitreoretinal master. Focused on vitreoretinal surgery in diabetic retinopathy and the vitreo retinale interface
DSAEK - Congresso SITRAC (Società italiana trapianto di cornea) 20 Febbraio 2014Luca Avoni
Il trapianto di cornea (cheratoplastica) endoteliale (EK) è una tecnica chirurgica in costante ascesa numerica. La letteratura internazionale ha dimostrato la validità dei lembi endoteliali pretagliati dalle Banche delle Cornee. Sempre più frequentemente i chirurghi richiedono alle Banche delle cornee lembi endoteliali pretagliati.
Durante il congresso SITRAC (società italiana trapianto di cornea) 2014 è stata presentata l'esperienza della Banca delle cornee dell'Emilia Romagna del primo anno in cui sono stati forniti i lembi endoteliali pretagliati per trapianto endoteliale DSAEK.
THE CHALLENGE OF DIABETIC VITREORETINAL INTERFACE ITA DrCanali 20 Aprile23 ...Nicola Canali
A lesson presented in Lugano on the 20 april 2023 at the ESASO vitreoretinal master. Focused on vitreoretinal surgery in diabetic retinopathy and the vitreo retinale interface
La degenerazione maculare senile è l'invecchiamento della parte centrale della retina, la principale causa di cecità in Occidente.
Per informazioni sul documento: tinyurl.com/pnat2m5
La degenerazione maculare senile è l'invecchiamento della parte centrale della retina, la principale causa di cecità in Occidente.
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Banca delle cornee 2014 - Relazione del Dottor Luca AvoniLuca Avoni
La Banca delle cornee ha il compito di analizzare, processare, conservare e distribuire i tessuti per trapianto in campo oculistico.
Relazione del Dottor Luca Avoni presentata al convegno "Le Banche dei Tessuti e delle Cellule nel Sistema Sanitario Nazionale: esperienze in Regione Emilia-Romagna" tenutosi a Cesena il 4 ottobre 2014.
L'intervento di cataratta ha una storia lunghissima, dagli Egizi fino ai giorni nostri, con numerose evoluzioni e scoperte che ne hanno rivoluzionato le caratteristiche.
L'intervento di cataratta può essere effettuato con diverse tecniche: estrazione intracapsulare (ICCE), si asporta il cristallino in toto, è necessario un'ampio taglio e non si ha il supporto capsulare per impiantare il nuovo cristallino artificiale (IOL) che deve essere impiantato a fissazione iridea o sclerale; estrazione extracapsulare, si asporta il cristallino in toto o frammentato lasciando un supporto capsulare per l'impianto della IOL; facoemulsificazione, attraverso l'utilizzo di ultrasuoni si frammenta e si aspira il cristallino attraverso microincisioni e si impianta poi la IOL nel sacco capsulare.
Nei Paesi industrializzati l'intervento di facoemulsificazione è il gold standard, mentre nei Paesi in via di sviluppo l'intervento di estrazione extracapsulare è il più diffuso soprattutto per valutazioni di tipo economico.
Utilizzo di una Scheimpflug Camera in Banca Cornee per Pachimetria pre e post...Luca Avoni
Questa Presentazione ha ricevuto l'attestazione di Best Paper in occasione del 12° Congresso Internazionale SOI - Società Oftalmologica Italiana, tenutosi a Milano dal 21 al 24 maggio 2014
La pachimetria corneale (spessore della cornea) nel trapianto endoteliale di cornea (DSAEK) è un esame molto importante sia per la Banca delle Cornee, sia per il chirurgo oculista.
In Banca Cornee è utile per poter scegliere la testina di spessore più idonea per il taglio della cornea con microcheratomo al fine di ottenere lembi endoteliali molto sottili senza perforare la cornea durante il taglio. Al chirurgo è utile per sapere le caratteristiche del lembo endoteliale pretagliato dalla Banca delle Cornee per una ottimizzazione dell'intervento e del post operatorio.
La strumentazione per effettuare la pachimetria in Banca Cornee può essere diversa: scheimpflug camera, OCT della cornea, pachimetri ad ultrasuoni. Ogni strumentazione va testata, verificata e il processo va validato.
Presso la Banca delle Cornee dell'Emilia Romagna si è effettuata una ricerca sull'utilizzo di una scheimpflug camera per ottenere le informazioni sopracitate ottenendo risultati riproducibili e validando il processo. Altre strumentazioni che si valuteranno per la pachimetria corneale saranno i pachimetri ad ultrasuoni.
Contenuto a cura del Dottor Luca Avoni
Il cheratocono è una malattia della cornea che generalmente ha un esordio in età giovanile, in alcuni casi anche infantile. Più l'esordio è precoce, più c'è il rischio di una progressione verso stadi avanzati. In età pediatrica è quindi molto importante una diagnosi precoce del cheratocono per poter effettuare un cross linking qualora vi siano le indicazioni. In questo modo si può stabilizzare il cheratocono e cercare di evitare progressioni. Documento a cura del Dottor Luca Avoni
Laser Banca delle cornee Emilia-Romagna - Congresso SITRAC (Società italiana ...Luca Avoni
Il trapianto di cornea (cheratoplastica) endoteliale è ormai il gold standard per la maggior parte delle malattie corneali con indicazione di trapianto nelle quali l'endotelio (strato più interno della cornea) non funziona correttamente.
La letteratura internazionale evidenzia gli indubbi vantaggi di tale tecnica e il crescente numero di interventi effettuati a livello mondiale.
Tra le indicazioni più frequenti di questo intervento sono la cheratopatia bollosa e la distrofia corneale endoteliale di Fuchs.
La ricerca è particolarmente attenta allo sviluppo di questa metodica di trapianto corneale per migliorare i risultati. Le direzioni sono varie, dall'UTDSAEK (ultra thin DSAEK che prevede la creazione di lembi endoteliali particolarmente sottili per poi impiantarli) alla DMEK che prevede l'impianto del solo endotelio-descemet.
Altra linea di ricerca è il trattamento della cornea con laser ad eccimeri prima del taglio col microcheratomo al fine di ottenere lembi endoteliali sottili e a facce parallele.
Presentazione del Dottor Luca Avoni in occasione del XVII Congresso Interdisciplinare Età, Lavoro, Alimentazione e Visione - Bologna 9 e 10 febbraio 2014.
I problemi di dry eye (occhio secco) sono diventati ormai una significativa realtà clinica con la quale l'oculista ogni giorno deve confrontarsi. Molti pazienti riferiscono sovente di avere la sensazione di occhio secco e chiedono allo specialista cosa possono fare. Dai dati epidemiologici presenti in letteratura risulta che oltre il 30% delle persone con età superiore ai 50 anni ha o avrà episodi sintomatologici di dry eye. Il fenomeno è talmente diffuso che ogni anno in Italia sono milioni i prodotti che vengono venduti per alleviare questi sintomi. E' importante pertanto analizzare in maniera approfondita questa sintomatologia quando riferita per un opportuno inquadramento diagnostico terapeutico.
Correzione astigmatismo post cheratoplastica (PK, DALK)Luca Avoni
L’astigmatismo (cornea con due diverse curvature e quindi l’immagine con due diversi fuochi) è una condizione molto frequente dopo trapianto di cornea sia perforante (PK) che lamellare (DALK) e per consentire una corretta visione del paziente si deve tendere alla correzione di questo vizio refrattivo.
Le possibilità di correzione sono varie e possono essere utilizzate a seconda dell’entità dell’astigmatismo e della fase post chirurgica nella quale ci troviamo.
Si può correggere con occhiali, lenti a contatto, ridistribuendo la tensione delle suture, con incisioni chirurgiche sulla cornea, col laser ad eccimeri, con l’utilizzo di lenti intraoculari toriche.
Le occlusioni venose retiniche sono caratterizzate dall’ostruzione della circolazione di una vena retinica con formazione di emorragie retiniche e possibile formazione di aree ischemiche e/o di edema maculare. La diagnosi è basata sulla clinica sulla fluorangiografia e sull’OCT. Si deve sempre effettuare un inquadramento sistemico del paziente. La terapia oculistica si avvale dell’argon laser retinico e di farmaci intraviterali.
Le occlusioni arteriose retiniche sono caratterizzate dall’ostruzione della circolazione di una arteria retinica con ischemia retinica corrispondente all’area di mancata irrorazione sanguigna. La diagnosi è clinica, si può effettuare una fluorangiografia e un OCT. Si deve sempre effettuare un inquadramento sistemico del paziente. La terapia deve essere tempestiva.
Per informazioni sul documento: tinyurl.com/powk8rc
La terapia per il cheratocono ieri e oggi: indicazioni per il cross-linking corneale, modificazioni istologiche. Documento a cura del Dr. Luca Avoni. http://lucaavoni.com/default.aspx
Banca delle cornee e trapianto (cheratoplastica) endoteliale: presente e futuroLuca Avoni
Ospedale Maggiore Bologna - Banca Cornee dell’Emilia Romagna: Corso 110 SOI Roma, 30 Novembre 2013. Banca delle cornee e trapianto (cheratoplastica) endoteliale: presente e futuro. Documento a cura del Dottor Luca Avoni.
Definizione, eziopatogenesi, teoria di Wilson, ipotesi di patogenesi, classificazione, segni clinici, caratteristiche biomicroscopiche del cheratocono.
Irregular Astigmatism after DSAEK in case of Congenital Hereditary Endothelial Distrophy with Intrastromal Vacuolization - L. Avoni, L. Cappuccini, M. Busin
Trattamento mediante sostituti lacrimali della sindrome da occhio secco margi...Luca Avoni
La "Sindrome da Occhio Secco" rappresenta un disturbo molto diffuso ma allo stesso tempo poco conosciuto. In Contattologia tale sindrome è spesso la causa del "drop-out" delle lenti a contatto (LaC) e studi recenti hanno affermato che i portatori di LaC riportano più frequentemente sintomi di discomfort oculare, irritazione, secchezza, sensazione di corpo estraneo e fastidio rispetto ai non portatori. Documento a cura di Pietro Gheller Optometrista Contattologo e del Dott. Luca Avoni Medico Chirurgo Oculista
Il Cheratocono è una patologia degenerativa non infiammatoria della cornea, ad eziologia incerta, che compare generalmente nell’età della pubertà. Il Cross-Linking corneale è una tecnica parachirurgica che consiste nella foto-polimerizzazione delle fibre del collagene stromale della cornea grazie all’effetto combinato di una sostanza fotosensibile (Ribloflavina o Vitamina B2) irradiata con radiazioni UV-A1 previa asportazione dell’epitelio corneale. Documento a cura del Dott. Luca Avoni, Medico Chirurgo Oculista, e Edoardo Marani, Optometrista.
1. WORK UP SULLE DISTROFIE
CORNEALI STROMALI
Diagnosi clinica e strumentale delle distrofie
corneali stromali
Luca Avoni
Ospedale Maggiore Bologna
Banca delle cornee dell’Emilia Romagna
SOI Maggio 2013
4. macular corneal dystrophy
cloudy regions usually first appear within a hazy
stroma of both corneas during adolescence, but the
opacities may become apparent in early infancy or
as late as the sixth decade. Over time, the non-
transparent areas progressively merge as the entire
corneal stroma gradually becomes cloudy, causing
severe visual impairment usually before the fifth
decade. The bilateral corneal opacities progressively
extend through the entire thickness of the central
and peripheral corneal stroma. The corneal stroma
is thinner than normal
India, Saudi Arabia, Iceland and parts of the USA
MCD involves Descemet membrane and the corneal
endothelium in addition to the corneal stroma.
5. DISTROFIA CORNEALE
MACULAREDistrofia corneale di Groenouw tipo II
Rappresenta la distrofia stromale corneale meno comune in
cui l’errore congenito sistemico del metabolismo del
cheratan solfato ha solo manifestazioni corneali.
E’ stata suddivisa nei tipi I, IA e II, a seconda della presenza
o assenza del cheraton solfato antigenico (aKS) nel siero e
nella cornea, sebbene la morfologia corneale sia identica.
Malattia rara a prevalenza non conosciuta; in alcune
comunità la prevalenza raggiunge 1 su 500 abitanti.
L’esordio della malattia è fra i 5 e 9 anni, con riscontro con
riscontro di aree di opacità di densità variabile,
progressive, bilaterali dello stroma corneale, che si
estendono dalla membrana di Bowman alla membrana di
Descemet.
6. DISTROFIA CORNEALE
MACULARE
La sensibilità corneale può essere ridotta e si possono
verificare erosioni corneali ricorrenti che provocano
fotofobia ed episodi di dolore. Lo stroma corneale è più
sottile che nella norma.
L’acuità visiva si riduce significativamente dalla quarta
decade di vita, a causa dell’eventuale confluire delle opacità
corneali e dell’eventuale coinvolgimento a tutto spessore
dello stroma fino al limbus. Coinvolti centro e periferia
della cornea
La malattia è ereditaria a trasmissione autosomica
recessiva.
7. Histopathology
The histopathology of MCD is characteristic.
Intracytoplasmic accumulations occur within the
keratocytes and corneal endothelium, but the corneal
epithelium is spared. The accumulations stain positively with
histochemical stains for glycosaminoglycans, such as periodic
acid-Schiff, alcian blue, metachromatic dyes, and possess an
affinity for colloidal iron The accumulations also stain with
the periodic acid-Schiff/thiocarbohyrazide/silver proteinate
and the periodic acid-methenamine silver techniques.
Intracytoplasmic vacuoles are a distinct ultrastructural feature
of the keratocytes and with appropriate tissue fixation delicate
fibrillogranular material can be discerned within the vesicles.
Some corneal endothelial cells contain similar material.
Numerous electron-lucent lacunae are randomly distributed
throughout corneas and some lacunae are filled with clusters
of abnormal sulfated chondroitinase ABC non-susceptible
proteoglycan filaments.
8. Istologia
Accumuli di collagene, ravvicinati in
modo anormale a livello delle lamelle
corneali, e un’ anomala aggregazione dei
glicosaminoglicani che colorano con
Alcian blu.
9. Transmission electron
micrograph Transmission electron
micrograph of the corneal
stroma showing remnant
of a keratocyte distended
with fibrillogranular
material and cellular
debris. Some extracellular
debris is also present
amongst the collagen
lamellae
10. Transmission electron
micrograph Transmission electron
micrograph of the
cytoplasm of a keratocyte
showing fibrillogranular
material within
membrane bound tubules
11. Scanning electron
micrograph Scanning electron
micrograph of a section
through the corneal stroma
showing an accumulation
of abnormal material
between the collagen
lamellae in the location of
a keratocyte.
12. Scanning electron
micrograph Scanning electron
micrograph of the corneal
endothelium showing the
surface profiles of the
nuclei as well as numerous
much smaller nodules
caused by cytoplasmic
accumulations of
glycosaminoglycans
within the corneal
endothelium
13. Transmission electron
micrograph Transmission electron
micrograph of the deep corneal
stroma, Descemet membrane
and the corneal endothelium.
This portion of the corneal
endothelium contains
fibrillogranular material
within numerous vacuoles and
a distinct vacuolated band is
evident in Descemet membrane
beneath the most posterior part
of this layer
14. Scanning electron
micrograph Scanning electron
micrograph through a part
of Descemet membrane
showing a honeycomb
appearance due to spaces
where abnormal material
was lost during tissue
processing.
15. Genetics Mutations in the CHST6 gene are responsible for most cases of MCD, but all cases of
MCD can not be explained by mutations in the coding region of CHST6, by major deletions
or insertions in the upstream region, or by splice site mutations which create or destroy
signals for exon-intron splicing. Marked allelic heterogeneity in CHST6 has been
documented in different populations throughout the world. The most frequent abnormalities
are missense and nonsense single nucleotide polymorphisms (SNPs) in CHST6 that alter a
conserved amino acid. Insertional or deletional defects in the region between the CHST5
and CHST6 genes account for some cases. More than 125 CHST6 mutations have been
identified in subjects with MCD from different countries (Britain, France, Iceland, India,
Italy, Japan, Saudi Arabia, USA, and Vietnam). Heterozygous mutations have been detected
in exon 3 of CHST6 in most families and almost all of them are associated with another
heterozygous mutation in the coding region of CHST6 on the other chromosome. Other
MCD causing mutations are nucleotide insertions or deletions in the coding region of
CHST6 that cause frameshift changes as well as a few deletions or substitutions upstream
between CHST5 and CHST6. The molecular basis for the different immunophenotypes
remains to be determined and a molecular genetic study of MCD in Saudi Arabia found
identical CHST6 mutations in families with MCD type I, IA and II. A recent study has
recognized several atypical immunophenotypes and found no relationship to specific
mutations in CHST6
16. Granular corneal dystrophy
(GCD) Groenouw type I
Multiple small white discrete irregular-shaped sharply
demarcated spots that resemble bread crumbs or snowflakes
become apparent beneath Bowman zone in the superficial
central corneal stroma. They initially appear within the first
decade of life and may be evident by 3 years of age. The
opaque spots are often arranged in lines and with time they
gradually enlarge and become more numerous. In children the
external corneal surface is smooth, but in adults it often
becomes uneven. While some patients have only a few corneal
granules, others eventually have many and the cornea becomes
markedly opaque. Visual acuity is more or less normal.
17. Granular corneal dystrophy
(GCD) Groenouw type I
By the end of a second decade, many opacities are present in
the central and superficial cornea but rarely in the deep stroma.
Intervening tissue between the opacities and in the peripheral
2–3 mm of the cornea usually remains crystal clear. The opaque
spots eventually extend throughout the central two-thirds of the
cornea. The stromal deposits do not move after they form.
Subtle differences in the clinical appearance of the discrete
corneal opacities permit two types of GCD to be recognized:
GCD type I (GCD1) and GCD type II (GCD2). GCD2 tends to
have fewer corneal deposits that GCD1 and the corneal deposits
in GCD2 sometimes resemble a combination of GCD and LCD.
18. DISTROFIA GRANULARE
Distrofia corneale granulare.Distrofia corneale di
Groenouw tipo I
Trattasi di una malattia corneale caratterizzata dalla
presenza di piccole opacità biancastre a livello dello
stroma corneale anteriore assiale visibili alla lampada a
fessura.
La malattia è rara a prevalenza non nota. Maschi e femmine sono affetti in ugual misura. AD.
L’esordio della malattia è nel giovane adulto; si evidenziano piccoli depositi biancastri, ben
delimitati che ricordano i fiocchi di neve o le briciole, centralmente nello stroma anteriore.
Le lesioni sono multiple, progressive e bilaterali. La forma di tali opacità è ben definita e
possono assumere forma a disco, ciambella, nodulare, clava, puntiforme. La graduale
confluenza è causa di deficit visivo ed in genere tale deficit si verifica tra la terza e la quinta
decade di vita. La cornea periferica solitamente non è coinvolta. Possono verificarsi anche se
non molto frequentemente ricorrenti lesioni epiteliali dolorose con secondarie opacizzazioni e
vascolarizzazioni.
● Criteri diagnostici La diagnosi rimane clinica e strumentale..
● Istologia Mostra depositi ialini amorfi che colorano in rosso brillante con il tricromo
Masson.
● Terapia Cheratoplastica lamellare o occasionalmente penetrante, a seconda
della profondità della opacità stromale.
20. Genetics GCD usually has an autosomal dominant mode of inheritance, but rarely occurs
sporadically due to de novo mutations or perhaps even mosaicism. In some families the
mutant gene is completely penetrant, but in others the penetrance is incomplete. The
mutation rate for GCD has been estimated to be about 0.3/1,000,000 in the Danish
population. Inter-familial differences and intra-familial similarities occur. When both parents
have GCD their offspring may be homozygous for the TGFBI mutation and develop an
unusually severe corneal dystrophy with larger corneal opacities and an earlier onset than
heterozygous cases. One family study suggests that persons heterozygous and homozygous
for the TGFBI gene are phenotypically identical, but genetic mutations were not performed
in this instance. Numerous mutations in TGFB1 have been found in clinically and
histopathologically distinct phenotypes, but GCD1 results from a p. Arg555Trp mutation,
whereas GCD2 is the effect of a p. Arg124His mutation in the TGFBI gene.
24. DISTROFIA CORNEALE
RETICOLARE
· Amiloidosi corneale
· Distrofia tipo lattice
La distrofia corneale reticolare è una malattia a trasmissione autosomica
dominante, che consiste nella deposizione di amiloide nello stroma corneale e
negli spazi subepiteliali, configurando il caratteristico quadro di piccoli accumuli
sferoidali uniti da un reticolato di linee. Ne derivano erosioni corneali e un
deterioramento progressivo dell’acuità visiva. Da un punto di vista genetico, si
possono distinguere due tipi: il tipo I, senza il coinvolgimento di ulteriori tessuti e
organi, e il tipo II, associato a una amiloidosi sistemica.
Un’altra classificazione si basa sul quadro clinico e in tal caso la distrofia reticolata
viene distinta in: Distrofia reticolata tipo I (Biber-Haab-Dimmer), Distrofia
reticolata tipo II (Sindrome di Meretoja) e Distrofia reticolata tipo III e IIIA.
25. DISTROFIA RETICOLATA TIPO
1 (BIBER-HAAB-DIMMER) Autosomica dominante (AD), con il locus del gene su
5q31
Avviene verso la fine della prima decade con erosioni
ricorrenti che precedono i cambiamenti tipici dello stroma.
E’pertanto possibile che, inizialmente, sfugga alla
diagnosi.
Si verifica la comparsa di macchioline biancastre di forma rotondeggiante nello stroma anteriore
che successivamente vanno incontro ad una progressione e coalescenza in fini linee, simili a una
tela di ragno, ramificate che formano un reticolato, meglio visibili con la retroilluminazione.
Inoltre, si verifica una diffusione profonda e verso l’esterno che risparmia la periferia corneale.
L’opacizzazione generalizzata conduce a un progressivo deficit visivo e può talora mascherare le
fini linee reticolate.
Istologia: mostra sostanza amiloide che colora con rosso Congo, presenta metacromasia con
viola cristallino e birifrangenza attraverso polaroid.
Terapia: è spesso necessario un trattamento con cheratoplastica perforante o lamellare prima
della sesta decade.
27. DISTROFIA RETICOLATA TIPO
2 (SINDROME DI MERETOJA)
AD, con il locus del gene su 9q34
Avviene nella mezza età con paralisi faciale progressiva e
coinvolgimento corneale.
Le erosioni ricorrenti sono meno frequenti rispetto alla reticolata
tipo 1.
Le linee reticolate sono fini, corte, disseminate in maniera casuale. Inoltre, sono più rade e
delicate, con un orientamento più radiale rispetto alla distrofia reticolata tipo 1. Le
manifestazioni sistemiche comprendono la neuropatia bilaterale progressiva cronica e
periferica, disartria, cute secca ed estremamente molle e pruriginosa, un’espressione
caratteristica del volto “a maschera”, labbra protrudenti e orecchie pendule.
L’amiloidosi può anche coinvolgere reni e cuore.
Istologia Mostra depositi di amiloide nello stroma corneale e negli altri distretti coinvolti.
Trattamento Avviene mediante cheratoplastica lamellare o perforante; può essere necessario
nella settima decade, ma è correlato all’insorgenza di complicanze quali infezioni ricorrenti
conseguenti alla cheratopatia da esposizione.
28. DISTROFIA RETICOLATA
TIPO 3-3A Ereditarietà: si presume sia autosomico-recessivo (AR), mentre quella del tipo 3A è AD
con il locus del gene su 5q31 per entrambe.
Origini e diffusione
Avviene tra la quarta e la sesta decade con deficit visivo, ma le erosioni ricorrenti sono
poco comuni.
Si apprezzano linee spesse e filamentose che si estendono da limbus a limbus intervallate
da una minima opacizzazione. Vi può essere una grossolana asimmetria oppure le lesioni
possono essere una grossolana monolaterali e comparire saltuariamente.
La progressione è rapida se la cornea è sottoposta a traumi, anche se minimi.
Trattamento: Con la cheratoplastica lamellare o perforante è inevitabile.
29. DISTROFIA DI AVELLINO·Distrofia combinata granulare-reticolare della cornea.
Distrofia corneale caratterizzata da alterazioni istopatologiche
tipiche della distrofia granulare che di quella reticolare. Dal punto
di vista clinico si riscontrano: depositi stremali anteriori bianco-
grigiastri; lesioni reticolari dello stroma.
E’ una malattia rara a prevalenza non nota. Maschi e femmine sono affetti in eguale misura. Si
caratterizza per tre segni fondamentali: depositi stromali anteriori bianco-grigiastri; lesioni
reticolari situate nello stroma medio fino a quello posteriore; opacità stremali anteriori. Dal
punto di vista istopatologico sono presenti le lesioni caratteristiche sia della distrofia granulare
che di quella reticolare. Nella distrofia granulare si ritrovano opacità multiple bilaterali,
progressive, centrali, anteriori, abitualmente grigie e/o bianche. La forma di tali opacità è ben
definita e può essere a disco, ciambella, clava, nodulare, puntiforme. Nella distrofia reticolare si
osservano nella zona centrale della cornea opacità lineari fini che formano un fitto reticolato e
opacità nodulari che rendono torbido lo stroma. In questa forma combinata le lesioni sono di
diametro maggiore che nella forma tipo lattice isolata. L’esordio della malattia è nel giovane
adulto. In genere il deficit dell’acuità visiva si verifica tra la terza e la quinta decade di vita.
E’ una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante. E’ bene ricordare che la distrofia
di Avellino, reticolata tipo I e granulare, sono correlate a un singolo locus del cromosoma 5q e
possono quindi rappresentare forme cliniche diverse di un medesima Entità. La diagnosi rimane
clinica e strumentale. Non esiste al momento un test genetico di conferma diagnostica.
Terapia E’ indicata la cheratoplastica perforante negli stadi tardivi, ma sono
possibili recidive.
30. CONFOSCAN In vivo laser confocal microscopic findings of corneal stromal dystrophies.
Kobayashi A, Fujiki K, Fujimaki T, Murakami A, Sugiyama K.
Source Department of Ophthalmology, Kanazawa University Graduate School of Medical
Science, 13-1 Takara-machi, Kanazawa-shi, Ishikawa-ken 920-8641, Japan.
kobaya@kenroku.kanazawa-u.ac.jp
Abstract
OBJECTIVE: To investigate in vivo laser confocal microscopic findings of genetically
mapped corneal stromal dystrophies and their relationship to histopathologic findings.
METHODS: Seven patients with Avellino corneal dystrophy, 2 patients with lattice corneal
dystrophy, and 2 patients with macular corneal dystrophy were examined genetically and
using slitlamp biomicroscopy and in vivo laser confocal microscopy. Corneal specimens
obtained after surgery in selected patients were histopathologically studied.
31. CONFOSCAN RESULTS: In Avellino corneal dystrophy (Arg124His mutation of human transforming
growth factor beta-induced gene [TGFBI]), highly reflective granular materials with irregular
edges were observed in the superficial stroma. In lattice corneal dystrophy (Arg124Cys and
Leu527Arg mutations of TGFBI), highly reflective branching filaments of variable width
were observed in the stroma. In macular corneal dystrophy (Ala217Thr mutation of the
carbohydrate sulfotransferase gene [CHST6]), homogeneous reflective materials with dark
striaelike images were observed throughout the stroma. All confocal findings correlated well
with histopathologic findings.
CONCLUSIONS: In vivo laser confocal microscopy is capable of high-resolution
visualization of characteristic corneal microstructural changes related to 3 types of genetically
mapped corneal stromal dystrophies. The use of laser confocal microscopy may be valuable
in the differential diagnosis of corneal stromal dystrophies, especially when diagnosis is
otherwise uncertain.