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MuchColours è una di quelle
aziende che ti aspetti di trovare
in nord Europa. E invece è a
Montesilvano, in provincia di
Pescara. Per arrivarci da Milano-
centro-del-mondo ci vogliono
cinque ore e mezza. Eppure, a
dispetto della posizione geografica,
è tutto tranne che un’azienda di
provincia. Il termine esatto per
definirla, forse, è glocal, sintesi tra
global e local. Infatti, pur essendo
fortemente e orgogliosamente
radicata sul territorio, MuchColours
ha una portata e un successo
internazionali.
Produttore di tecnologia di stampa
digitale a vocazione industriale da
oltre quindici anni, dà lavoro a quasi
quaranta persone, considerando
anche le due filiali a Lione e in
Brasile. Il fatturato del 2016 è
stato di oltre dodici milioni di euro,
di cui il 70% estero. Stampanti
MuchColours sono installate in tutto
il mondo, soprattutto in Europa e in
America latina.
Quali sono, quindi, i suoi
punti di forza? Una credibilità
internazionale costruita a colpi di
soluzioni tecnologiche uniche al
mondo, create appositamente
per rispondere alle richieste
‘impossibili’ di clienti provenienti
dai più diversi settori industriali.
Un centro di ricerca e sviluppo
che non sfigurerebbe in una
multinazionale, per dinamismo
e idee. Una solida visione etica
ed ecologica, che ha portato
MuchColours ad adottare le più
avanzate tecnologie sostenibili per
l’ambiente e le persone.
“Questo è il mio mestiere”.
Giancarlo Rabuffo, presidente
e fondatore di MuchColours,
è orgoglioso; dopo tanti anni,
sente di poterlo dire senza paura
di essere smentito. La sua è
un’azienda che ha precorso i
tempi, perché solamente da
qualche anno si parla di stampa
digitale industriale, e lui la ‘fa’ da
molto di più. Quello che importa
non è il numero delle macchine
vendute e installate in tutto il
mondo – quasi quattrocento –
o le dimensioni dell’azienda,
ma il fatto di avere la libertà
di sperimentare e la capacità
di ispirare il mercato, grazie a
onestà intellettuale e capacità
di pensare fuori dagli schemi.
Queste caratteristiche gli hanno
fatto guadagnare la stima non solo
dei clienti, ma anche di alcune
delle più grandi multinazionali del
digitale, con le quali si è instaurato
un clima di collaborazione e di
scambio di idee.
E del resto le nuove opportunità
offerte dal digitale, secondo
Giancarlo, bastano per tutti.
“Quante aziende italiane si
sarebbero potute salvare dal
fallimento, grazie alla stampa?”,
si interroga. MuchColours può
contribuire a cambiare le cose, ne
è certo.
42
industrialWIDE33tecnologia
ecologiaevisione,laricetta
delladecorazioneindustriale
dimuchcolours
di Elena Panciera
Credibilità internazionale,
soluzioni su misura, clienti da
ogni settore industriale (o quasi).
Una solida visione etica ed
ecologica. Non stiamo parlando
di un’azienda tedesca o svedese,
ma di una realtà italiana al 100%.
Orgogliosamente abruzzese,
per la verità. Con MuchColours
abbiamo parlato di decorazione
industriale. Ecco quello
che ci siamo detti
“Decorazione”
e “stampa” non
sono sinonimi!
Le parole sono importanti. Per
questo, MuchColours si batte
per un uso corretto e consa-
pevole dei termini “stampa” e
“decorazione”. Il primo viene
usato soprattutto nella comu-
nicazionevisiva;loscopodella
stampa,infatti,èpropriolaco-
municazione, e il materiale di
supporto ha spesso un ruolo
marginale rispetto al messag-
gio stampato.
“Decorazione”, invece, è mol-
to usata in ambito industriale.
Nella decorazione, il materiale
è protagonista: non deve ve-
nire coperto dall’inchiostro,
ma deve aggiungere valore al
supporto, senza stravolgerne
le caratteristiche estetiche.
43
industrial
WIDE33
tecnologia
Cos’è l’industrial decoration
secondo MuchColours? In che
modo la stampa digitale ora ha
“qualcosa da dire” in questo
settore?
MuchColours si è avvicinata fin
da subito al settore industriale:
volevamo emanciparci dalla logica
perversa della corsa al prezzo,
che appartiene purtroppo a certi
segmenti di mercato. Nel settore
industriale gli spazi di manovra
sono alti e le marginalità superiori:
qui vengono premiate la creatività
e l’innovazione, oltre all’affidabilità
dei sistemi e delle chimiche.
La decorazione industriale, per noi,
è conoscenza profonda del settore
e della materia prima, che deriva
da un approccio che definirei
‘scientifico’: test, misurazioni,
sperimentazioni documentate.
Nelle aziende ciò che conta
sono i numeri e i risultati, un
basso impatto ambientale e le
certificazioni di resistenza, e noi
offriamo proprio questo.
Nel mondo industriale non si
può prescindere dai processi
esistenti. Quali sono le sfide
che MuchColours ha dovuto
affrontare?
Rivolgendoci all’industria,
sapevamo che la prima sfida da
vincere sarebbe stata parlare
la stessa lingua dei nostri
interlocutori. Solo in questo modo
saremmo stati presi sul serio. E
quindi ci siamo messi a studiare.
Io stesso, oggi, posso dire di
conoscere diversi supporti meglio
di tanti operatori del settore.
La nostra filosofia è avvicinarci al
settore con rispetto. Pensiamo
a quello del legno: dietro a un
pannello multistrato c’è un grande
lavoro di selezione della materia
prima. Lo strato superficiale,
oltre ad avere determinate
caratteristiche fisiche, deve avere
venature gradevoli alla vista e
dare l’illusione che la tavola sia in
legno massello. La decorazione
industriale, secondo noi, non deve
stravolgere il materiale, coprirlo.
Abbiamo sviluppato i nanocoloranti
proprio con questo scopo, con un
occhio alla tradizione (per esempio
quella dell’ebanisteria) e uno al
design d’avanguardia.
Come avviene la ricerca e
sviluppo in MuchColours?
Le persone che lavorano nella
nostra R&D provengono dai
settori più svariati: dalla serigrafia,
dalla chimica, dalle arti grafiche,
dall’elettronica. Per noi non
contano soltanto gli studi o
l’esperienza: cerchiamo l’attitudine,
MuchColours, un po’ di storia
MuchColoursvienefondataall’iniziodeglianniDuemiladaGiancarloRabuffo,
che vuole portare la stampa digitale, allora nascente, nel settore industria-
le. Giancarlo comincia con due soli collaboratori a lavorare su macchine
preesistenti, che vengono modificate ad hoc sulla base delle richieste del
mercato. Dal 2007, acquisite le competenze ingegneristiche necessarie, la
produzione viene interamente realizzata da MuchColours.
Già dal 2005 Rabuffo si rende conto che la propria tecnologia hardware non
è sufficiente per ottenere i risultati di stampa che cerca. Comincia quindi a
sperimentare nuove chimiche d’inchiostro ecologiche, inodori, non invasi-
ve e rispettose delle qualità fisiche del materiale da stampare. Nascono i
“nanocoloranti”, pigmenti dalle particolari proprietà fisiche e chimiche grazie
alle nanotecnologie.
Il primo settore in cui MuchColours entra è quello della pelle, che tutt’oggi
rappresentaunafettaimportantedellasuaattività.Daallora,l’aziendaabruz-
zese ha lavorato per i più diversi segmenti industriali, tra cui il legno, il vetro,
la plastica. Dopo oltre due anni di ricerca, ora è a buon punto la tecnologia
che consentirà di stampare sull’acciaio.
G
iancarlo Rabuffo, fondatore
e presidente di MuchColours,
durante i “live streaming”
del lunedì accompagna gli
spettatori attraverso le mille
facce della decorazione
industriale, un materiale
dopo l’altro.
Lo stabilimento di
Montesilvano, dove lavorano
ventiquattro persone, sede
della ricerca e sviluppo e
della produzione.
Tutti i campioni stampati con
tecnologia MuchColours sono
in mostra nello showroom di
Montesilvano, aperto a chiunque
sia alla ricerca di nuove idee.
Con l’occasione potrà confrontarsi
con manager, tecnici e ricercatori.
44
la curiosità, la voglia e la capacità
di innovare.
Tipicamente, il nostro primo
passo è ascoltare il mercato:
cosa manca? Lo chiediamo
direttamente agli imprenditori,
durante eventi e fiere di settore
anche fortemente tecniche.
La fase successiva alla raccolta
di informazioni è lo studio di
fattibilità, che – in caso positivo – si
conclude con la prototipazione. A
questo punto testiamo il prodotto,
sulla base delle certificazioni e
degli standard richiesti nel settore.
Infine, se il prototipo supera questa
fase di test, il prodotto entra
ufficialmente a catalogo.
MuchColours si sta impegnando
in prima persona nell’educazione
del mercato con attività
significative di content
marketing. Ci può spiegare le
ragioni di questo impegno? E
qual è la risposta del mercato?
Le idee vanno condivise, devono
circolare. In tanti anni di attività, mi
sono reso conto che la difficoltà
maggiore, non solo per noi, è
riuscire a comunicare. A un certo
punto ho avuto la percezione
che la discussione, per quanto
stimolante e interessante, si
facesse sempre tra le stesse
persone, che si incontrano agli
eventi, partecipano ai seminari...
I nuovi media ci permettono
di raggiungere un pubblico
industrialWIDE33tecnologia
Un polo europeo
del design
nel cuore
dell’Abruzzo
L’Università Europea del De-
sign di Pescara (UED) è nata
all’inizio degli anni Ottanta
dall’idea di un giovanissimo
Giancarlo Rabuffo. Il suo
obiettivo? Incentivare lo stu-
dio del design – appunto – e
valorizzare le eccellenze pre-
senti nel territorio: abruzzese
prima, italiano poi, portando
il tutto a una dimensione in-
ternazionale. Da sempre il
legame tra UED e aziende è
molto stretto, con scambi di
conoscenze e di intelligenze,
e programmi specifici. Oggi
l’UED è un polo di formazio-
ne privato rinomato in tutta
Italia. Conta tre percorsi di
studio triennali: Architettura
e Design, Comunicazione,
Moda. In tutti e tre, oltre al-
le materie caratterizzanti, è
preponderantelostudiodelle
nuove tecnologie digitali co-
me mezzi imprescindibili di
sviluppo e innovazione.
virtualmente infinito, e diverso.
Un pubblico giovane. Quante
più persone si renderanno conto
delle potenzialità della stampa
digitale in ambito industriale, tanto
più crescerà il nostro settore.
Senza inutili contrapposizioni:
MuchColours non ha certo le
stesse capacità produttive delle
multinazionali della stampa. Siamo
una piccola realtà, ma grazie alla
nostra capacità di ascolto e di
visione possiamo dialogare alla
pari con i grandi, e – insieme
– guidare e ispirare il mercato,
creando delle sinergie virtuose.
Le nostre iniziative stanno
riscuotendo un successo
crescente. Per esempio, il primo
‘live streaming del lunedì’, una
sorta di mini corso video in diretta
in cui trattiamo gli argomenti
più disparati relativi alla stampa
digitale industriale, ha avuto
una quarantina di spettatori.
All’ultimo hanno partecipato
oltre millecinquecento persone.
Anche il simposio del 28 e 29
fine aprile, che ospitiamo nella
nostra sede di Montesilvano, vuole
essere un’occasione informale
per chiacchierare di tecnologia
e di innovazione, di fronte a
un buon bicchiere di vino e ai
prodotti tipici della nostra terra. Le
occasioni conviviali sono un mezzo
privilegiato per scambiare cultura
e conoscenza; senza ‘giacca e
cravatta’ si condividono le idee in
modo più spontaneo e immediato,
in nome di un bene comune: la
crescita del mercato.
Chi è il cliente tipo di
MuchColours?
MuchColours non ha un ‘cliente
tipo’. In linea teorica, non ci sono
limiti ai materiali che possono
essere decorati. Anzi: più difficile è
la sfida, più ci divertiamo! Oltre al
legno, al vetro, alla pelle – settori
in cui ci sentiamo ormai ‘esperti’
– lavoriamo da alcuni anni su
materiali polimerici e sull’acciaio. E
di recente siamo riusciti a stampare
perfino sul grafene, usato nel
settore sportivo. Si tratta di un
materiale straordinario, ma difficile
da decorare, perché la stampa
rischia di alterarne le proprietà
di resistenza e traspirazione.
Soltanto dopo vari tentativi siamo
finalmente riusciti a decorarlo senza
comprometterne le performance.
Che futuro immagina per la
stampa digitale industriale?
La tecnologia digitale ha un
potenziale immenso, che per
ora viene sfruttato solo in parte.
Immagino un futuro dove ogni
superficie possa essere decorata
nel rispetto dell’ambiente, delle
persone, dei materiali. Un futuro
dove la conoscenza sia condivisa
per la crescita di tutto un mercato,
dove le idee circolino liberamente.
Le macchine e gli inchiostri sono un
mezzo per migliorare la qualità della
vita delle persone.
Le sfide sono date dal
superamento delle barriere
fisiche dei materiali: inchiostri
più performanti ed ecologici,
dalle proprietà inedite, come per
esempio i nostri Nanolux, visibili
solamente se illuminati a una
certa frequenza, che riescono ad
‘aggrappare’ anche su materiali
tradizionalmente considerati
impossibili.
La decorazione digitale è il futuro
dell’industria: a noi operatori del
settore è chiesto di entrare nelle
aziende con competenze profonde
e idee nuove.
La tecnologia
MuchColours
è studiata per
essere versatile,
performante ed
ecologica. Ecco
alcune delle
innumerevoli
applicazioni
già realizzate.
Quali saranno le
prossime?

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WIDE 33 | Ecologia e visione, la ricetta della decorazione industriale di Muchcolours

  • 1. MuchColours è una di quelle aziende che ti aspetti di trovare in nord Europa. E invece è a Montesilvano, in provincia di Pescara. Per arrivarci da Milano- centro-del-mondo ci vogliono cinque ore e mezza. Eppure, a dispetto della posizione geografica, è tutto tranne che un’azienda di provincia. Il termine esatto per definirla, forse, è glocal, sintesi tra global e local. Infatti, pur essendo fortemente e orgogliosamente radicata sul territorio, MuchColours ha una portata e un successo internazionali. Produttore di tecnologia di stampa digitale a vocazione industriale da oltre quindici anni, dà lavoro a quasi quaranta persone, considerando anche le due filiali a Lione e in Brasile. Il fatturato del 2016 è stato di oltre dodici milioni di euro, di cui il 70% estero. Stampanti MuchColours sono installate in tutto il mondo, soprattutto in Europa e in America latina. Quali sono, quindi, i suoi punti di forza? Una credibilità internazionale costruita a colpi di soluzioni tecnologiche uniche al mondo, create appositamente per rispondere alle richieste ‘impossibili’ di clienti provenienti dai più diversi settori industriali. Un centro di ricerca e sviluppo che non sfigurerebbe in una multinazionale, per dinamismo e idee. Una solida visione etica ed ecologica, che ha portato MuchColours ad adottare le più avanzate tecnologie sostenibili per l’ambiente e le persone. “Questo è il mio mestiere”. Giancarlo Rabuffo, presidente e fondatore di MuchColours, è orgoglioso; dopo tanti anni, sente di poterlo dire senza paura di essere smentito. La sua è un’azienda che ha precorso i tempi, perché solamente da qualche anno si parla di stampa digitale industriale, e lui la ‘fa’ da molto di più. Quello che importa non è il numero delle macchine vendute e installate in tutto il mondo – quasi quattrocento – o le dimensioni dell’azienda, ma il fatto di avere la libertà di sperimentare e la capacità di ispirare il mercato, grazie a onestà intellettuale e capacità di pensare fuori dagli schemi. Queste caratteristiche gli hanno fatto guadagnare la stima non solo dei clienti, ma anche di alcune delle più grandi multinazionali del digitale, con le quali si è instaurato un clima di collaborazione e di scambio di idee. E del resto le nuove opportunità offerte dal digitale, secondo Giancarlo, bastano per tutti. “Quante aziende italiane si sarebbero potute salvare dal fallimento, grazie alla stampa?”, si interroga. MuchColours può contribuire a cambiare le cose, ne è certo. 42 industrialWIDE33tecnologia ecologiaevisione,laricetta delladecorazioneindustriale dimuchcolours di Elena Panciera Credibilità internazionale, soluzioni su misura, clienti da ogni settore industriale (o quasi). Una solida visione etica ed ecologica. Non stiamo parlando di un’azienda tedesca o svedese, ma di una realtà italiana al 100%. Orgogliosamente abruzzese, per la verità. Con MuchColours abbiamo parlato di decorazione industriale. Ecco quello che ci siamo detti
  • 2. “Decorazione” e “stampa” non sono sinonimi! Le parole sono importanti. Per questo, MuchColours si batte per un uso corretto e consa- pevole dei termini “stampa” e “decorazione”. Il primo viene usato soprattutto nella comu- nicazionevisiva;loscopodella stampa,infatti,èpropriolaco- municazione, e il materiale di supporto ha spesso un ruolo marginale rispetto al messag- gio stampato. “Decorazione”, invece, è mol- to usata in ambito industriale. Nella decorazione, il materiale è protagonista: non deve ve- nire coperto dall’inchiostro, ma deve aggiungere valore al supporto, senza stravolgerne le caratteristiche estetiche. 43 industrial WIDE33 tecnologia Cos’è l’industrial decoration secondo MuchColours? In che modo la stampa digitale ora ha “qualcosa da dire” in questo settore? MuchColours si è avvicinata fin da subito al settore industriale: volevamo emanciparci dalla logica perversa della corsa al prezzo, che appartiene purtroppo a certi segmenti di mercato. Nel settore industriale gli spazi di manovra sono alti e le marginalità superiori: qui vengono premiate la creatività e l’innovazione, oltre all’affidabilità dei sistemi e delle chimiche. La decorazione industriale, per noi, è conoscenza profonda del settore e della materia prima, che deriva da un approccio che definirei ‘scientifico’: test, misurazioni, sperimentazioni documentate. Nelle aziende ciò che conta sono i numeri e i risultati, un basso impatto ambientale e le certificazioni di resistenza, e noi offriamo proprio questo. Nel mondo industriale non si può prescindere dai processi esistenti. Quali sono le sfide che MuchColours ha dovuto affrontare? Rivolgendoci all’industria, sapevamo che la prima sfida da vincere sarebbe stata parlare la stessa lingua dei nostri interlocutori. Solo in questo modo saremmo stati presi sul serio. E quindi ci siamo messi a studiare. Io stesso, oggi, posso dire di conoscere diversi supporti meglio di tanti operatori del settore. La nostra filosofia è avvicinarci al settore con rispetto. Pensiamo a quello del legno: dietro a un pannello multistrato c’è un grande lavoro di selezione della materia prima. Lo strato superficiale, oltre ad avere determinate caratteristiche fisiche, deve avere venature gradevoli alla vista e dare l’illusione che la tavola sia in legno massello. La decorazione industriale, secondo noi, non deve stravolgere il materiale, coprirlo. Abbiamo sviluppato i nanocoloranti proprio con questo scopo, con un occhio alla tradizione (per esempio quella dell’ebanisteria) e uno al design d’avanguardia. Come avviene la ricerca e sviluppo in MuchColours? Le persone che lavorano nella nostra R&D provengono dai settori più svariati: dalla serigrafia, dalla chimica, dalle arti grafiche, dall’elettronica. Per noi non contano soltanto gli studi o l’esperienza: cerchiamo l’attitudine, MuchColours, un po’ di storia MuchColoursvienefondataall’iniziodeglianniDuemiladaGiancarloRabuffo, che vuole portare la stampa digitale, allora nascente, nel settore industria- le. Giancarlo comincia con due soli collaboratori a lavorare su macchine preesistenti, che vengono modificate ad hoc sulla base delle richieste del mercato. Dal 2007, acquisite le competenze ingegneristiche necessarie, la produzione viene interamente realizzata da MuchColours. Già dal 2005 Rabuffo si rende conto che la propria tecnologia hardware non è sufficiente per ottenere i risultati di stampa che cerca. Comincia quindi a sperimentare nuove chimiche d’inchiostro ecologiche, inodori, non invasi- ve e rispettose delle qualità fisiche del materiale da stampare. Nascono i “nanocoloranti”, pigmenti dalle particolari proprietà fisiche e chimiche grazie alle nanotecnologie. Il primo settore in cui MuchColours entra è quello della pelle, che tutt’oggi rappresentaunafettaimportantedellasuaattività.Daallora,l’aziendaabruz- zese ha lavorato per i più diversi segmenti industriali, tra cui il legno, il vetro, la plastica. Dopo oltre due anni di ricerca, ora è a buon punto la tecnologia che consentirà di stampare sull’acciaio. G iancarlo Rabuffo, fondatore e presidente di MuchColours, durante i “live streaming” del lunedì accompagna gli spettatori attraverso le mille facce della decorazione industriale, un materiale dopo l’altro. Lo stabilimento di Montesilvano, dove lavorano ventiquattro persone, sede della ricerca e sviluppo e della produzione. Tutti i campioni stampati con tecnologia MuchColours sono in mostra nello showroom di Montesilvano, aperto a chiunque sia alla ricerca di nuove idee. Con l’occasione potrà confrontarsi con manager, tecnici e ricercatori.
  • 3. 44 la curiosità, la voglia e la capacità di innovare. Tipicamente, il nostro primo passo è ascoltare il mercato: cosa manca? Lo chiediamo direttamente agli imprenditori, durante eventi e fiere di settore anche fortemente tecniche. La fase successiva alla raccolta di informazioni è lo studio di fattibilità, che – in caso positivo – si conclude con la prototipazione. A questo punto testiamo il prodotto, sulla base delle certificazioni e degli standard richiesti nel settore. Infine, se il prototipo supera questa fase di test, il prodotto entra ufficialmente a catalogo. MuchColours si sta impegnando in prima persona nell’educazione del mercato con attività significative di content marketing. Ci può spiegare le ragioni di questo impegno? E qual è la risposta del mercato? Le idee vanno condivise, devono circolare. In tanti anni di attività, mi sono reso conto che la difficoltà maggiore, non solo per noi, è riuscire a comunicare. A un certo punto ho avuto la percezione che la discussione, per quanto stimolante e interessante, si facesse sempre tra le stesse persone, che si incontrano agli eventi, partecipano ai seminari... I nuovi media ci permettono di raggiungere un pubblico industrialWIDE33tecnologia Un polo europeo del design nel cuore dell’Abruzzo L’Università Europea del De- sign di Pescara (UED) è nata all’inizio degli anni Ottanta dall’idea di un giovanissimo Giancarlo Rabuffo. Il suo obiettivo? Incentivare lo stu- dio del design – appunto – e valorizzare le eccellenze pre- senti nel territorio: abruzzese prima, italiano poi, portando il tutto a una dimensione in- ternazionale. Da sempre il legame tra UED e aziende è molto stretto, con scambi di conoscenze e di intelligenze, e programmi specifici. Oggi l’UED è un polo di formazio- ne privato rinomato in tutta Italia. Conta tre percorsi di studio triennali: Architettura e Design, Comunicazione, Moda. In tutti e tre, oltre al- le materie caratterizzanti, è preponderantelostudiodelle nuove tecnologie digitali co- me mezzi imprescindibili di sviluppo e innovazione. virtualmente infinito, e diverso. Un pubblico giovane. Quante più persone si renderanno conto delle potenzialità della stampa digitale in ambito industriale, tanto più crescerà il nostro settore. Senza inutili contrapposizioni: MuchColours non ha certo le stesse capacità produttive delle multinazionali della stampa. Siamo una piccola realtà, ma grazie alla nostra capacità di ascolto e di visione possiamo dialogare alla pari con i grandi, e – insieme – guidare e ispirare il mercato, creando delle sinergie virtuose. Le nostre iniziative stanno riscuotendo un successo crescente. Per esempio, il primo ‘live streaming del lunedì’, una sorta di mini corso video in diretta in cui trattiamo gli argomenti più disparati relativi alla stampa digitale industriale, ha avuto una quarantina di spettatori. All’ultimo hanno partecipato oltre millecinquecento persone. Anche il simposio del 28 e 29 fine aprile, che ospitiamo nella nostra sede di Montesilvano, vuole essere un’occasione informale per chiacchierare di tecnologia e di innovazione, di fronte a un buon bicchiere di vino e ai prodotti tipici della nostra terra. Le occasioni conviviali sono un mezzo privilegiato per scambiare cultura e conoscenza; senza ‘giacca e cravatta’ si condividono le idee in modo più spontaneo e immediato, in nome di un bene comune: la crescita del mercato. Chi è il cliente tipo di MuchColours? MuchColours non ha un ‘cliente tipo’. In linea teorica, non ci sono limiti ai materiali che possono essere decorati. Anzi: più difficile è la sfida, più ci divertiamo! Oltre al legno, al vetro, alla pelle – settori in cui ci sentiamo ormai ‘esperti’ – lavoriamo da alcuni anni su materiali polimerici e sull’acciaio. E di recente siamo riusciti a stampare perfino sul grafene, usato nel settore sportivo. Si tratta di un materiale straordinario, ma difficile da decorare, perché la stampa rischia di alterarne le proprietà di resistenza e traspirazione. Soltanto dopo vari tentativi siamo finalmente riusciti a decorarlo senza comprometterne le performance. Che futuro immagina per la stampa digitale industriale? La tecnologia digitale ha un potenziale immenso, che per ora viene sfruttato solo in parte. Immagino un futuro dove ogni superficie possa essere decorata nel rispetto dell’ambiente, delle persone, dei materiali. Un futuro dove la conoscenza sia condivisa per la crescita di tutto un mercato, dove le idee circolino liberamente. Le macchine e gli inchiostri sono un mezzo per migliorare la qualità della vita delle persone. Le sfide sono date dal superamento delle barriere fisiche dei materiali: inchiostri più performanti ed ecologici, dalle proprietà inedite, come per esempio i nostri Nanolux, visibili solamente se illuminati a una certa frequenza, che riescono ad ‘aggrappare’ anche su materiali tradizionalmente considerati impossibili. La decorazione digitale è il futuro dell’industria: a noi operatori del settore è chiesto di entrare nelle aziende con competenze profonde e idee nuove. La tecnologia MuchColours è studiata per essere versatile, performante ed ecologica. Ecco alcune delle innumerevoli applicazioni già realizzate. Quali saranno le prossime?