Di Giuseppe Casarrubea. Estratto da "Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra", Bompiani, Milano 2005.
L'INSMLI ringrazia l'autore e la casa editrice Bompiani che hanno autorizzato la ripubblicazione dalla pagina 249 alla pagina 256 del libro.
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
È il 23 settembre 1935 quando l’educatore Oreste Morelli condusse la compagnia a lui affidata, 36 ragazzi, per una gita verso la zona agricola che si trova a est dell’istituto, a Segrate, ricca di verde e di laghetti artificiali.
Oreste Morelli non gode fama di buon educatore: figlio del noto Giovanni Achille Morelli (esponente di spicco dell’Opera nazionale Balilla ) entrò trentottenne, nel giugno del 1932, nell’Orfanotrofio grazie alle buone garanzie poste dal padre, amico del direttore Vanzelli. Nei primi anni da istitutore fu più volte ripreso per inadempienze e distrazioni e più di una volta le note di demerito vengono opportunamente “alleggerite” o addirittura annullate.
La mattina del 23 settembre 1935 Morelli era però sereno. Mentre alcuni ragazzi giocano, mangiano e si rilassano, 4 di loro si allontanano per fare un bagno nel lago Redecesio e due di loro purtroppo annegano. La vicende ebbe un’eco notevole sulla stampa dell’epoca e il Morelli venne messo immediatamente sotto accusa
Le indagini sui fatti portarono tra l’altro alla luce un episodio che coinvolse lo stesso Morelli: nel giugno 1934 l’orfano Antonio Campus avrebbe corso il rischio di annegare nello stesso punto del Redecesio..
Volume 13. Parte III - La c.d. Guerra di Mafia - capitolo 2: Gli omicidi della Guerra di Mafia
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
Su WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie la più grande voce enciclopedica sul Maxiprocesso di Palermo mai creata: http://www.wikimafia.it/wiki/index.php?title=Maxiprocesso_di_Palermo
Di Giuseppe Casarrubea. Estratto da "Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra", Bompiani, Milano 2005.
L'INSMLI ringrazia l'autore e la casa editrice Bompiani che hanno autorizzato la ripubblicazione dalla pagina 249 alla pagina 256 del libro.
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
È il 23 settembre 1935 quando l’educatore Oreste Morelli condusse la compagnia a lui affidata, 36 ragazzi, per una gita verso la zona agricola che si trova a est dell’istituto, a Segrate, ricca di verde e di laghetti artificiali.
Oreste Morelli non gode fama di buon educatore: figlio del noto Giovanni Achille Morelli (esponente di spicco dell’Opera nazionale Balilla ) entrò trentottenne, nel giugno del 1932, nell’Orfanotrofio grazie alle buone garanzie poste dal padre, amico del direttore Vanzelli. Nei primi anni da istitutore fu più volte ripreso per inadempienze e distrazioni e più di una volta le note di demerito vengono opportunamente “alleggerite” o addirittura annullate.
La mattina del 23 settembre 1935 Morelli era però sereno. Mentre alcuni ragazzi giocano, mangiano e si rilassano, 4 di loro si allontanano per fare un bagno nel lago Redecesio e due di loro purtroppo annegano. La vicende ebbe un’eco notevole sulla stampa dell’epoca e il Morelli venne messo immediatamente sotto accusa
Le indagini sui fatti portarono tra l’altro alla luce un episodio che coinvolse lo stesso Morelli: nel giugno 1934 l’orfano Antonio Campus avrebbe corso il rischio di annegare nello stesso punto del Redecesio..
Volume 13. Parte III - La c.d. Guerra di Mafia - capitolo 2: Gli omicidi della Guerra di Mafia
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
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Nel periodo tra l’ultimo decennio del XIX secolo e il primo del XX, molti degli orfani che frequentavano le botteghe artigiane cittadine per imparare un lavoro, vennero in contatto con le idee socialiste e anarchiche che circolavano tra gli operai. Alcuni ragazzi ne furono affascinati e si procurarono scritti e opuscoli che inneggiavano soprattutto a figure di anarchici, in ragione forse di constatazioni più immediate, secondo le quali “l'anarchismo non deriva da riflessioni astratte di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dalla ribellione degli oppressi contro i loro oppressori, dai bisogni e dalle necessità di questi uomini e dalle loro aspirazioni di libertà ed eguaglianza” come ebbe a dire l’anarchico e pedagogista francese Sébastien Faure. E il Partito Operaio Italiano, di impronta socialista, d’altronde, era stato fondato a Milano una decina di anni prima, nel 1882.
Purtroppo per i ragazzi affascinati da idee socialiste e anarchiche, queste rappresentavano per l’istituto un insormontabile motivo di espulsione a causa della pericolosità sociale che vi si intravvedeva. Molti orfani vennero allontanati dal collegio e le loro azioni controllate anche dopo l’espulsione.
Volume 17. Parte IV: Gli attentati contro pubblici funzionari - capitoli 1-2-3
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
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Volume 19. Parte V: Altri delitti di mafia - capitolo 1: Gli omicidi
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
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Volume 16. Parte III: La c.d. Guerra di Mafia - capitolo 4: L'omicidio di Alfio Ferlito
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
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Don Janni Sabucco, vessato dai titini, esule da Fiume a Pisa, 1948Elio Varutti
The works and days of Monsignor Janni Sabucco in Fiume from 1939 to 1948 in the parish of the Most Holy Redeemer, with Don Luigi Polano. Arrested and tortured by the OZNA, to the point of ruining his sight, Don Sabucco is in exile in Pisa, with Monsignor Ugo Camozzo, the last Italian bishop of Fiume. His pastoral activity comes to light thanks to the documents kept by his relatives in Friuli, Canada and data from the authority of the Archdiocese of Pisa. The project is by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, to which the ANVGD of Arezzo and that of Tuscany have collaborated.
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Nel periodo tra l’ultimo decennio del XIX secolo e il primo del XX, molti degli orfani che frequentavano le botteghe artigiane cittadine per imparare un lavoro, vennero in contatto con le idee socialiste e anarchiche che circolavano tra gli operai. Alcuni ragazzi ne furono affascinati e si procurarono scritti e opuscoli che inneggiavano soprattutto a figure di anarchici, in ragione forse di constatazioni più immediate, secondo le quali “l'anarchismo non deriva da riflessioni astratte di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dalla ribellione degli oppressi contro i loro oppressori, dai bisogni e dalle necessità di questi uomini e dalle loro aspirazioni di libertà ed eguaglianza” come ebbe a dire l’anarchico e pedagogista francese Sébastien Faure. E il Partito Operaio Italiano, di impronta socialista, d’altronde, era stato fondato a Milano una decina di anni prima, nel 1882.
Purtroppo per i ragazzi affascinati da idee socialiste e anarchiche, queste rappresentavano per l’istituto un insormontabile motivo di espulsione a causa della pericolosità sociale che vi si intravvedeva. Molti orfani vennero allontanati dal collegio e le loro azioni controllate anche dopo l’espulsione.
Volume 17. Parte IV: Gli attentati contro pubblici funzionari - capitoli 1-2-3
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
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Volume 19. Parte V: Altri delitti di mafia - capitolo 1: Gli omicidi
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
Su WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie la più grande voce enciclopedica sul Maxiprocesso di Palermo mai creata: http://www.wikimafia.it/wiki/index.php?title=Maxiprocesso_di_Palermo
Volume 16. Parte III: La c.d. Guerra di Mafia - capitolo 4: L'omicidio di Alfio Ferlito
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
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Don Janni Sabucco, vessato dai titini, esule da Fiume a Pisa, 1948Elio Varutti
The works and days of Monsignor Janni Sabucco in Fiume from 1939 to 1948 in the parish of the Most Holy Redeemer, with Don Luigi Polano. Arrested and tortured by the OZNA, to the point of ruining his sight, Don Sabucco is in exile in Pisa, with Monsignor Ugo Camozzo, the last Italian bishop of Fiume. His pastoral activity comes to light thanks to the documents kept by his relatives in Friuli, Canada and data from the authority of the Archdiocese of Pisa. The project is by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, to which the ANVGD of Arezzo and that of Tuscany have collaborated.
Le vittime italiane della frontiera orientale (1920-1963)INSMLI
Testo della relazione tenuta da Raoul Pupo a Bolzano il 25 giugno 2004, al convegno "STORIA - VITTIME - POTERE", Vittime della storia - un problema di prospettiva?, organizzato dall'Accademia Europea di Bolzano e il Curatorio Claus Gatterer in occasione del ventesimo anniversario della morte del giornalista e storico Claus Gatterer, originario di Sesto (BZ), 24/27 giugno 2004, Bolzano-Sesto.
Presentazione sull'Italia degli Anni Settanta nel contesto del laboratorio di lettura 2014-2015 di Macerata Racconta, dedicato a Morte di un uomo felice di Giorgio Fontanta
La tesi magistrale con cui uno studente lombardo, Matteo Pedrazzini*, si è laureato alla Statale di Milano in Cultura e Storia del Sistema Editoriale, ricostruendo la ‘’lezione giornalistica di Piazza Fontana’’ attraverso l’ analisi del modo con cui i giornali – quotidiani e settimanali – affrontarono la ricostruzione della strage e ne seguirono gli effetti. Via: http://www.lsdi.it/2014/la-lezione-giornalistica-di-piazza-fontana/
ANZA’,TOLOMEO,BARBARO,PARMALIANA,SANSONE,GULLO,INTERLANDI,ITALCEMENTI,ZUCCARELLO,D’ANGELO,ANGELA BIANCHETTI, ELETTRODOTTO, ENEL, Erin Brockovich, Gianluca Rossellini, Giusy Pollino, induzione magnetica, ITALCEMENTI, Luigi Maximilian Caligiuri, PACE DEL MELA, SACELIT, TRALICCI, TUMORI,BRUNO, CUTINO, ENEA,ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2009, BODY CENTER,ISOLA DELLE FEMMINE,LUCIDO MARIA STELLA, LOTTIZZAZIONE LA PALOMA, LUCIDO, MAFIA, PALAZZOTTO, POMIERO, PORTOBELLO, RISO, UFFICIO TECNICO COMUNALE,VOTO DI SCAMBIO,AIELLO MARIA,AIELLO PAOLO,BATTAGLIA ROSALIA,CARDINALE,CUTINO MARCELLO,GIUCASTRO,GUTTADAURO,LUCIDO SALVATORE,BOLOGNA, PAL_azzotto,PELOSO,CALTANISETTA,PORTOBELLO,Riso Napoleone,Riso Rosaria,ISOLA DELLE FEMMINE,REGGIO CLABRIA,SCIOGLIMENTO CONSIGLIO COMUNALE,MAFIA,INFILTRAZIONI MAFIOSE,COPACABANA,POMIERO,BRUNO
Roberto Cappelletti, LUCIDO ANTONINO RISO NAPOLEONE LUCIDO MARIA STELLA BODY CENTER ENEA CIMITERO DECADENZA AREA LOTTO 7 A DETERMINA DEL 3 SETTORE N.40, LUCIDO ANTONINO RISO NAPOLEONE LUCIDO MARIA STELLA BODY CENTER ENEA CIMITERO DECADENZA AREA LOTO 7 A DET DEL 1 SETT N.157
SENTENZA 864 2013,BRUNO FRANCESCO,BRUNO PIETRO,MOROSINI,STEFANO GALLINA,ENEA VINCENZO,ISOLA DELLE FEMMINE,SAN LORENZO 1,SAN LORENZO 2,LO BONO VINCENZO,RENAULT 18/TL,8 GIUGNO 1982,TAORMINA GIUSEPPE,ENEA PIETRO,ISOLA DELLE FEMMINE, FIAT 124 BIANCA,D’AGOSTINO BENEDETTO BENNY,MUTOLO,NAIMO,ONORATO,PROCEDIMENTO PENALE 4538 1993 R.G.N.R.,LO PICCOLO,RICCOBONO,MICALIZZI,BRUNO PIETRO,ADDIO PIZZO 5,COPACABANA,BADALAMENTI,VASSALLO GIUSEPPE,TROJA ANTONINO,BRUNO GIUSEPPE, SCALICI SALVATORE,COSTA CORSARA,AIELLO GIUSEPPE BENITO,ALIMENA GIUSEPPA,LO CICERO,POMIERO GIUSEPPE,LUCIDO,CATALDO,CARDINALE,B.B.P.,BRUNO GIOVANNI FACCIA MACCHIATA,D’AGOSTINO VINCENZO,CARDINALE GIUSEPPA,RICCOBONO CATERINA,UVA MARIA,IMPASTATO GIOVANNI,CONIGLIO MARIA CONCETTA
ANZA’,TOLOMEO,BARBARO,PARMALIANA,SANSONE,GULLO,INTERLANDI,ITALCEMENTI,ZUCCARELLO,D’ANGELO,ANGELA BIANCHETTI, ELETTRODOTTO, ENEL, Erin Brockovich, Gianluca Rossellini, Giusy Pollino, induzione magnetica, ITALCEMENTI, Luigi Maximilian Caligiuri, PACE DEL MELA, SACELIT, TRALICCI, TUMORI,BRUNO, CUTINO, ENEA,ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2009, BODY CENTER,ISOLA DELLE FEMMINE,LUCIDO MARIA STELLA, LOTTIZZAZIONE LA PALOMA, LUCIDO, MAFIA, PALAZZOTTO, POMIERO, PORTOBELLO, RISO, UFFICIO TECNICO COMUNALE,VOTO DI SCAMBIO,AIELLO MARIA,AIELLO PAOLO,BATTAGLIA ROSALIA,CARDINALE,CUTINO MARCELLO,GIUCASTRO,GUTTADAURO,LUCIDO SALVATORE,BOLOGNA, PAL_azzotto,PELOSO,CALTANISETTA,PORTOBELLO,Riso Napoleone,Riso Rosaria,ISOLA DELLE FEMMINE,REGGIO CLABRIA,SCIOGLIMENTO CONSIGLIO COMUNALE,MAFIA,INFILTRAZIONI MAFIOSE,COPACABANA,POMIERO,BRUNO
Roberto Cappelletti, LUCIDO ANTONINO RISO NAPOLEONE LUCIDO MARIA STELLA BODY CENTER ENEA CIMITERO DECADENZA AREA LOTTO 7 A DETERMINA DEL 3 SETTORE N.40, LUCIDO ANTONINO RISO NAPOLEONE LUCIDO MARIA STELLA BODY CENTER ENEA CIMITERO DECADENZA AREA LOTO 7 A DET DEL 1 SETT N.157
SENTENZA 864 2013,BRUNO FRANCESCO,BRUNO PIETRO,MOROSINI,STEFANO GALLINA,ENEA VINCENZO,ISOLA DELLE FEMMINE,SAN LORENZO 1,SAN LORENZO 2,LO BONO VINCENZO,RENAULT 18/TL,8 GIUGNO 1982,TAORMINA GIUSEPPE,ENEA PIETRO,ISOLA DELLE FEMMINE, FIAT 124 BIANCA,D’AGOSTINO BENEDETTO BENNY,MUTOLO,NAIMO,ONORATO,PROCEDIMENTO PENALE 4538 1993 R.G.N.R.,LO PICCOLO,RICCOBONO,MICALIZZI,BRUNO PIETRO,ADDIO PIZZO 5,COPACABANA,BADALAMENTI,VASSALLO GIUSEPPE,TROJA ANTONINO,BRUNO GIUSEPPE, SCALICI SALVATORE,COSTA CORSARA,AIELLO GIUSEPPE BENITO,ALIMENA GIUSEPPA,LO CICERO,POMIERO GIUSEPPE,LUCIDO,CATALDO,CARDINALE,B.B.P.,BRUNO GIOVANNI FACCIA MACCHIATA,D’AGOSTINO VINCENZO,CARDINALE GIUSEPPA,RICCOBONO CATERINA,UVA MARIA,IMPASTATO GIOVANNI,CONIGLIO MARIA CONCETTA
Liberazione e costituzione repubblicana. Contributi per una riletturaINSMLI
Di Francesco Paolo Casavola. Pubblicato in “Storia e memoria”, rivista pubblicata dall'Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea e prodotto per il convegno:"Radici e vitalità della Costituzione", svoltosi a Genova il 23 aprile 2005.
“Pionieri del progresso”: l’impresa Borsari in Terra del Fuoco INSMLI
Di Lia Sezzi e Nora Sigman. Pubblicato in "Storia e problemi contemporanei", n. 34, sett.2003, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona
Testo della lezione di Annamaria Vinci, tenuta a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale
Elio varutti, la resistenza in italia, guerra civile e rinascita moraleElio Varutti
Corso su «LA STORIA DELLA DEPORTAZIONE» Università della Terza Età “P. Naliato” e ANED di Udine, 9 marzo 2022, ore 17. Prof. Elio Varutti, docente alla UTE di Sociologia del Ricordo. Esodo giuliano dalmata
Le stragi del secondo dopoguerra nei territori amministrati dall'esercito par...INSMLI
Di Raoul Pupo. Quella combattuta sui campi di battaglia della Jugoslavia non è stata soltanto una guerra di liberazione, ma anche una terribile guerra civile, in cui - dalle prime stragi ustasa del 1941 in poi - determinazione e orrore hanno sostituito la pietà
Trascrizione della lezione di Enzo Collotti pronunciata a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale.
La comunità nazionale slovena e il mito della Trieste slovenaINSMLI
Di Marta Verginella. Pubblicato su “Qualestoria”, rivista pubblicata dall'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e Venezia Giulia
I processi di integrazione di tre generazioni di italiani a DelftINSMLI
Di Laura Briganti. Pubblicato nella rivista Il presente e la storia, n. 75, giugno 2009 dell'L'Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo
«Semo stadi sai contenti de sentir le vostre vosi». Emigrazione e comunicazio...INSMLI
Di Aleksej Kalc. Pubblicato nella rivista Qualestoria, n° 1, giugno 2007 dell' Irsml - Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia
Emigrazione, identità etnica e consumi: gli italiani d’America e la fisarmonica INSMLI
Di Marco Moroni. Pubblicato in "Storia e problemi contemporanei", n. 34, sett.2003, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona
Forum Cinque domande sulla storiografia della emigrazione a Emilio Franzina e...INSMLI
A cura di Amoreno Martellini. Pubblicato in "Storia e problemi contemporanei", n. 34, sett.2003, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
La festa del 2 giugno: rituali civili, spazi sociali e territorialità repubbl...INSMLI
Di Maurizio Ridolfi. Pubblicato su Storia e problemi contemporanei, n°41, a. XIX, gennaio-aprile 2006, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
Di Patrizia Gabrielli. Pubblicato su Storia e problemi contemporanei, n°41, a. XIX, gennaio-aprile 2006, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storiaINSMLI
Di Maria Teresa Sega. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Di Mariuccia Salvati. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Il tragico ossimoro: note sulla deriva monoculturale del multiculturalismoINSMLI
Di Roberto Malighetti. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Di Aurora Delmonaco. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia.
Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Una società violenta: banditismo e terrorismo politico nella memoria dei protagonisti di Portella delle Ginestre
1. Giuseppe Boscarello
Una società violenta: banditismo e terrorismo politico nella memoria dei protagonisti di
Portella delle Ginestre
Più di 100 ore di interviste, 150 persone coinvolte in un area geografica che comprende Piana degli
Albanesi, San Giuseppe Jato, San Cipirello e Montelepre hanno permesso di ampliare la ricerca al
di là del suo tema principale: la memoria e il lutto della Strage di Portella della Ginestra.
La natura stessa dello strumento di ricerca, l’intervista con la sua base metodologica, impone di
contestualizzare la memoria e di analizzarne i processi di stratificazione. Nel far questo, ovvero nel
ricostruire le biografie degli intervistati, i ricercatori hanno disegnato uno schizzo della società in
cui i protagonisti vivevano, concentrandosi in particolare sugli anni subito precedenti e successivi
alla strage. Il risultato è stato una riflessione corale sul lungo dopoguerra siciliano (1943-1948).
Questo scritto non può, per ragioni di spazio, adempiere al passo successivo: confrontare la
memoria collettiva raccolta con la produzione storiografica già esistente su Portella. Il mio scopo è
quello di presentare, in breve, le caratteristiche ricorrenti nei discorsi dei protagonisti, recuperando
dalla manualistica solo una linea cronologica che la memoria, muovendosi per blocchi
contenutistici, non è interessata a ricostruire.
Un’economia in ginocchio – R. Marino, agricoltore di Piana degli Albanesi, testimone ventenne dei
fatti di Portella, militante comunista, utilizza una secca metafora per spiegare la situazione
economica: “dopo la guerra, la fame si raccoglieva con il rastrello”. L’operazione Husky, lo sbarco
anglo-americano, porta rapidamente alla fine del fascismo e, in Sicilia, alla formazione dell’Allied
Military Goverment (AMGOT) già nel 1943. Gli americani sono un ricordo breve ma intenso,
sempre associato al lancio di “cioccolata e caramelle” delle truppe in transito. Non c’è quasi traccia
di loro nell’interviste nonostante l’impatto che la politica alleata ebbe sul territorio.
Il principale problema dell’AMGOT, nonché delle autorità italiane che lo coadiuvavano e che gli
succedettero, era l’approvvigionamento delle truppe e dei civili. La soluzione, ovvero l’ammasso,
ha un impatto negativo sulla situazione economica della popolazione siciliana. “I miei genitori
dicevano di nascondermi quando mangiavo una sarda.” ricorda un dirigente della Lega delle
Cooperative siciliana, anche lui pianota come Marino. Racconta il papas (prete) Plescia: il
tesseramento non era sufficiente per sfamare le famiglie, dava cibo di pessima qualità per gli
standard della zona e inoltre riguardava anche il grano destinato alla semina con gravi problemi per
il ciclo e la qualità dei raccolti. Di fronte alla politica degli ammassi i contadini siciliani rispondono
con l’illegalità ingrandendo il mercato nero formatosi durante la guerra. “Tutti facevano
contrabbando di grano” affermano gli intervistati, una sintesi che se approfondita divide i
2. contrabbandieri fra chi effettivamente vendeva il grano e chi si rifiutava di portarlo all’ammasso. Il
mercato nero dava la possibilità ai contadini di migliorare la qualità del cibo e della semina ma
soprattutto consentiva proventi notevoli a chi ne controllava i meccanismi. Non a caso la mafia
ricostruì i sui assetti dopo la repressione fascista intorno alla struttura dell’ammasso. Non a caso la
storia banditesca dell’esecutore di Portella, Salvatore Giuliano, inizia nel ’43 proprio per un crimine
di contrabbando del grano.
Il problema della terra in assenza di stato – Le altre caratteristiche che emergono dalle interviste
sono strettamente connesse con la situazione economica. La divisione è, in primo luogo, fra chi ha
la terra e chi non ce l’ha o, forse, fra chi è in grado di lucrare sui suoi proventi e chi no. È la terra il
problema perché la terra in una società quasi integralmente contadina rappresenta il lavoro, l’aspetto
principale dell’organizzazione della vita sociale. Questo problema della terra deve essere però
inserito nel suo contesto del tempo ed è un silenzio degli intervistati che chiarisce un punto
fondamentale: manca lo stato. Le storie raccontate sono piene di rappresentanti e di strumenti dello
stato: poliziotti, carabinieri, generali, processi e prima ancora fascisti e podestà ma lo stato in
quanto cornice della società, fonte di legge, non è citato. Lo stato non è presente neanche con la sua
caratteristica base che da Weber in poi ha preso il nome di monopolio della violenza. Solo in questo
contesto non comune può essere spiegata la natura della lotta contadina in Sicilia.
La ricerca d’archivio o sui giornali è più puntuale della memoria nell’elencare le decine di morti, le
centinaia di feriti e di scontri a fuoco che si succedono in Sicilia fra il ’43 e il ’48.
contemporaneamente descrive gli autori di quegli scontri: mafiosi, separatisti, attivisti, forze
dell’ordine. Le interviste, però, danno la sensazione della diffusione del possesso delle armi.
Sempre Marino ricorda che durante la ritirata delle forze italiane, che nella sua memoria stratificata
di militante di sinistra è accaduto dopo l’otto settembre, furono saccheggiati i depositi dell’esercito:
“dopo l’otto settembre c’erano armi dappertutto…” e continua “tutti armati con il mitra, bombe a
mano e fucili mitragliatori…”, solo a Piana almeno un centinaio. Uno degli imputati per la strage,
poi assolto dalla corte di appello di Viterbo nel 1956, racconta di come nella contrada “Piana
dell’occhio” fu saccheggiato un magazzino militare: “I bambini giocavano con le casse di bombe a
mano. In un esplosione morirono ventidue persone. Li seppellirono in una fossa comune”. Sempre
lui spiega che Montelepre era difesa da tre postazioni di mitragliatrici, poi abbandonate durante la
ritirata: “Qualche giorno dopo erano scomparse, vendute”. Su tutto il territorio delle interviste molti
sono i ricordi delle scadenze elettorali in cui si andava con le granate nelle tasche della giacca.
Il primo tentativo dello stato badogliano di ripristinare un controllo sulla società causa i moti del
Non si parte che a Piana iniziano la breve e poco studiata esperienza della Repubblica di Piana degli
Albanesi, mentre nelle zone limitrofe allargano la banda Giuliano con giovani renitenti.
3. Non c’è lo stato ma c’è la politica, ci sono le già citate divisioni nella società e le parti diventano
gruppi e partiti politici. In quel clima la violenza diviene un corollario. Un discorso, quello di un
dopoguerra violento, che è certo valido per tutta l’Italia ma che in Sicilia assume caratteristiche
differenti a causa della storia antica e recente dell’isola.
Le parti diventano partiti - Concentrandosi sul problema dell’approvvigionamento gli Alleati
creano un sistema amministrativo ma non ricostruiscono un sistema politico. Inglesi e Americani
diffidano dei partiti che firmano il Patto di Salerno. Privo di un piano coerente, l’AMGOT si affida
alle èlites prefasciste cercando in primo luogo l’appoggio degli agrari con le loro reti di patronage.
Questi dubbiosi nei riguardi dello stato badogliano assente e contrari alle tinte rivoluzionarie del
Vento del Nord, si incaricano in prima persona della difesa dei loro privilegi: optano per il
separatismo, riforniscono le bande dei briganti come Giuliano e affidano il controllo del territorio a
loro e alla mafia delle campagne. Contemporaneamente lo scontro per la terra si inasprisce. Ma il
lento e progressivo imporsi dei partiti di massa nel periodo fra il ’44 e il ’46 porta la DC a mediare
le esigenze del partito d’ordine, che si sposta su posizioni autonomiste, mentre il PCI si incarica di
mediare la domanda politica dei contadini. La natura violenta del controllo del territorio deve
cambiare forma. La mafia, fallita l’opzione separatista trova il suo spazio nella zona grigia della
nuova repubblica, assicurando un controllo del territorio a bassa visibilità. Il banditismo non è
altrettanto capace di adattarsi alle mutate condizioni politiche. L’arrivo del Comando Forze per la
Repressione del Banditismo incrina i rapporti fra banditi e mafia, indurendo allo stesso tempo le
condizioni di vita della popolazione fra cui le bande si muovevano.
Portella, un bandito usato? – Eppure l’aria di rivoluzione persisteva e la lotta per la terra diventava
occupazione. Giuliano, politicamente isolato, decide di dimostrare la sua utilità agli agrari e alla
mafia. Spara a Portella ma la mossa non riesce ed è definitivamente abbandonato. La necessità
politica del banditismo è finita. Ma cosa rimane nelle interviste di questa storia? Certo la causa
fondamentale, la lotta per la terra e per il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini.
“C’era aria di rivoluzione”; “ci volevano punire”. Altrettanto ferma è l’idea che a sparare sia stato
Giuliano ma che i mandanti furono gli agrari e i mafiosi. Forte è l’idea di una premeditazione nella
strage. “In paese sapevano” e chi sapeva non andava e consigliava i vicini di fare altrettanto. Forte è
l’idea di un uso politico di Giuliano, definito talvolta uno sprovveduto e talvolta uno stupido,
sicuramente uno che si è fatto usare perché da quella strage non ebbe la protezione che cercava e gli
serviva. “Era un cretino perché se fosse stato intelligente non avrebbe frequentato i salotti buoni di
Palermo. Doveva capire che era un trucco”, sintetizza uno degli intervistati. Nella memoria di una
monteleprina la direzione politica del banditismo è tanto forte da diventare una vera e propria storia
4. da raccontare dove Scelba e De Gasperi sono venuti direttamente in paese per parlare con i banditi:
“li ho davanti agli occhi, quelli che sono entrati qui!”
Dopo Portella Giuliano è solo un peso: “lo ammazzarono perché non doveva parlare. Chi lo
ammazzò fu Pisciotta suo cugino”. I mafiosi non solo furono i mandanti (intermediari?) della strage
e della morte di Giuliano ma anche del suo carnefice: “furono i mafiosi, i Riolo a fare ammazzare
Pisciotta”.