Di Patrizia Gabrielli. Pubblicato su Storia e problemi contemporanei, n°41, a. XIX, gennaio-aprile 2006, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
La festa del 2 giugno: rituali civili, spazi sociali e territorialità repubbl...INSMLI
Di Maurizio Ridolfi. Pubblicato su Storia e problemi contemporanei, n°41, a. XIX, gennaio-aprile 2006, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
Di Patrizia Gabrielli. Pubblicato su Storia e problemi contemporanei, n°41, a. XIX, gennaio-aprile 2006, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
La festa del 2 giugno: rituali civili, spazi sociali e territorialità repubbl...INSMLI
Di Maurizio Ridolfi. Pubblicato su Storia e problemi contemporanei, n°41, a. XIX, gennaio-aprile 2006, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
Di Giuseppe Casarrubea. Estratto da "Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra", Bompiani, Milano 2005.
L'INSMLI ringrazia l'autore e la casa editrice Bompiani che hanno autorizzato la ripubblicazione dalla pagina 249 alla pagina 256 del libro.
Lavoro realizzato dalla Terza C as. 2015-16 in occasione dei 70 anni della Repubblica e del primo voto delle donne italiane. Insegnante: Cristina Maggioni
“Anche per me, come per la maggior parte degli occidentali, l’Indocina era una penisola lontana, chiamata così non so per quale motivo, in ogni modo non mi è mai interessato saperlo. Il Vietnam era il paese dove John Wayne e De Niro facevano gli eroi, ma la Cambogia, quella era solo e sempre un piccolo puntino sul mappamondo”.
Storie Di Kampuchea racconta invece di una Cambogia a noi sconosciuta, più che del Paese ci presenta il suo popolo e le sue guerre, a volte passate sotto silenzio, in particolare ci fa conoscere Chivv Ngauv, un uomo straordinario, “un concentrato di dignità e coraggio, passato attraverso momenti terribili, ma che nonostante questo non prova odio, anzi, con amore e dedizione è riuscito a fare molto per coloro che maggiormente hanno sofferto e soffrono le conseguenze di questo Olocausto: i bambini”.
Di Giuseppe Casarrubea. Estratto da "Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra", Bompiani, Milano 2005.
L'INSMLI ringrazia l'autore e la casa editrice Bompiani che hanno autorizzato la ripubblicazione dalla pagina 249 alla pagina 256 del libro.
Lavoro realizzato dalla Terza C as. 2015-16 in occasione dei 70 anni della Repubblica e del primo voto delle donne italiane. Insegnante: Cristina Maggioni
“Anche per me, come per la maggior parte degli occidentali, l’Indocina era una penisola lontana, chiamata così non so per quale motivo, in ogni modo non mi è mai interessato saperlo. Il Vietnam era il paese dove John Wayne e De Niro facevano gli eroi, ma la Cambogia, quella era solo e sempre un piccolo puntino sul mappamondo”.
Storie Di Kampuchea racconta invece di una Cambogia a noi sconosciuta, più che del Paese ci presenta il suo popolo e le sue guerre, a volte passate sotto silenzio, in particolare ci fa conoscere Chivv Ngauv, un uomo straordinario, “un concentrato di dignità e coraggio, passato attraverso momenti terribili, ma che nonostante questo non prova odio, anzi, con amore e dedizione è riuscito a fare molto per coloro che maggiormente hanno sofferto e soffrono le conseguenze di questo Olocausto: i bambini”.
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storiaINSMLI
Di Maria Teresa Sega. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Ero diverso: ufficiale ed ebreo (di Silvio Ortona)INSMLI
"Ero diverso: ufficiale ed ebreo", di Silvio Ortona; tratto dal volume "Voci della Resistenza ebraica italiana", a cura di Alessandra Chiappano.
Si ringrazia la casa editrice Le Château per aver consentito la pubblicazione.
Le stragi del secondo dopoguerra nei territori amministrati dall'esercito par...INSMLI
Di Raoul Pupo. Quella combattuta sui campi di battaglia della Jugoslavia non è stata soltanto una guerra di liberazione, ma anche una terribile guerra civile, in cui - dalle prime stragi ustasa del 1941 in poi - determinazione e orrore hanno sostituito la pietà
Le vittime italiane della frontiera orientale (1920-1963)INSMLI
Testo della relazione tenuta da Raoul Pupo a Bolzano il 25 giugno 2004, al convegno "STORIA - VITTIME - POTERE", Vittime della storia - un problema di prospettiva?, organizzato dall'Accademia Europea di Bolzano e il Curatorio Claus Gatterer in occasione del ventesimo anniversario della morte del giornalista e storico Claus Gatterer, originario di Sesto (BZ), 24/27 giugno 2004, Bolzano-Sesto.
Testo della lezione di Annamaria Vinci, tenuta a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale
Trascrizione della lezione di Enzo Collotti pronunciata a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale.
La comunità nazionale slovena e il mito della Trieste slovenaINSMLI
Di Marta Verginella. Pubblicato su “Qualestoria”, rivista pubblicata dall'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e Venezia Giulia
I processi di integrazione di tre generazioni di italiani a DelftINSMLI
Di Laura Briganti. Pubblicato nella rivista Il presente e la storia, n. 75, giugno 2009 dell'L'Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo
«Semo stadi sai contenti de sentir le vostre vosi». Emigrazione e comunicazio...INSMLI
Di Aleksej Kalc. Pubblicato nella rivista Qualestoria, n° 1, giugno 2007 dell' Irsml - Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia
“Pionieri del progresso”: l’impresa Borsari in Terra del Fuoco INSMLI
Di Lia Sezzi e Nora Sigman. Pubblicato in "Storia e problemi contemporanei", n. 34, sett.2003, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona
Emigrazione, identità etnica e consumi: gli italiani d’America e la fisarmonica INSMLI
Di Marco Moroni. Pubblicato in "Storia e problemi contemporanei", n. 34, sett.2003, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona
Forum Cinque domande sulla storiografia della emigrazione a Emilio Franzina e...INSMLI
A cura di Amoreno Martellini. Pubblicato in "Storia e problemi contemporanei", n. 34, sett.2003, rivista dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona.
Di Mariuccia Salvati. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Il tragico ossimoro: note sulla deriva monoculturale del multiculturalismoINSMLI
Di Roberto Malighetti. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
Di Aurora Delmonaco. Documento utlilizzato come materiale preparatorio del seminario di formazione di Reggio Emilia, 6-8 marzo 2006, intitolato Dalla storia alla cittadinanza. Saperi e pratiche per un ethos civile, che si è svolto presso la sede dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia.
Il seminario è stato promosso e progettato dal Landis.
1. Anselmi Tina - Vinci Anna
Storia di una passione politica
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Noi ragazze che avevamo partecipato
alla Resistenza, avremmo potuto non renderci
conto di quale conquista fosse il diritto
di voto alle donne?
NOI ragazze che avevamo partecipato alla Resistenza, una volta raggiunta la pace, dopo aver contrib
uito rischiando la vita ad accelerare la fine della guerra, avremmo potuto non renderci conto di quale
conquista fosse il diritto di voto alle donne? Peccato che molte di noi non avessero ancora l’età per
votare.
Posso ben dire che la lotta armata aveva determinato la nostra dolorosa emancipazione e in molte, q
ui in Veneto, e non solo da noi, vi avevano partecipato. Scrive uno storico inglese che senza le donn
e, ed eravamo per lo più ragazze, la Resistenza non sarebbe stata vittoriosa, perché non solo c’erava
mo ma eravamo anche più numerose dei ragazzi.
Fu molto bello, intenso, ritrovarsi insieme, in tempo di pace, a fare le stesse battaglie, condividere gl
i stessi ideali e poi scoprire di avere avuto un passato comune.
Ho saputo che Ilda d’Este era stata partigiana dopo che da qualche tempo le ero vicina nel suo impe
gno per la tutela delle prostitute, e fu in quel periodo che conobbi anche Angelina (Lina) Merlin, e n
e apprezzai il coraggio e l’onestà intellettuale.
Erano entrambe lavoratrici instancabili, appassionate e sempre senza una lira, spendevano molto di
più di quello che avevano dai loro stipendi di parlamentari, per ingegnarsi ad aiutare le ragazze che
si prostituivano e per le quali avevano aperto a Roma un centro di pronto intervento. Spesso Ilda ci
chiedeva aiuto, a me e a Franca Falcucci: «Sentite, io dovrei andare in quel tal posto, mi portate?» E
via si andava di qua, di là, dove bisognava, tutte e tre insieme in Lambretta, io dietro, Ilda in mezzo
e Franca, che ne era la proprietaria e guidava, davanti. E non che fossimo tanto minute. Magre sì, pe
rché il cibo era sempre poco.
Finite le missioni in Lambretta, Ilda ci chiedeva se per caso potevamo offrirle una pizza. E noi: «Ma
come, siete parlamentari e dobbiamo pure pagarvi la cena?» Franca e io non avevamo né arte né part
e, in quei giorni che segnarono gli inizi della nostra vita romana.
Ricordi di un tempo in cui la fatica, le difficoltà, erano affrontate con coraggio, nella consapevolezz
a di stare facendo qualcosa di utile.
Allora ci sembrava possibile che il mondo potesse essere meno ingiusto anche per noi donne. E la re
altà ci aveva già dato ragione. Ci aveva dato ragione, a noi militanti di partiti diversi, fin dalla prima
2. volta in cui ci eravamo impegnate per portare le donne a votare, per il referendum istituzionale, il 2
giugno del 1946, e contemporaneamente per l’Assemblea Costituente.
Ricordo che andavo in giro per i paesi della Castellana, in tutta la provincia, prima di tutto per convi
ncere le donne a votare e poi davo l’orientamento di voto a favore della Democrazia Cristiana, che e
ra diventato il mio partito. Peccato che io non potessi votare, all’epoca si diventava maggiorenni a v
entun anni, ma ciò non diminuì il mio entusiasmo, il mio impegno. E devo dire che andando a parlar
e con le contadine, al mattino presto, perché si alzavano alle cinque, cinque e mezza, per governare
gli animali nelle stalle, e poi per accudire uomini, vecchi e bambini, io e le mie amiche non trovava
mo difficoltà a convincerle a partecipare. Piuttosto i dubbi erano sul come partecipare: «Che cosa do
bbiamo fare? Come facciamo a non sbagliare? Ne saremo capaci?» Per noi militanti è stato molto gr
atificante vedere che esse comprendevano i nostri discorsi, li condividevano, si rendevano conto che
il voto era il punto di partenza di una nuova partecipazione alla vita sociale e politica del paese: un d
iritto-dovere che ci proiettava, da protagoniste, nel futuro.
E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando vi
a le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo suf
ficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per
gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se esser
e maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!
Fortunatamente ci furono politici convinti non solo che il voto alle donne era giusto, ma che era util
e per la democrazia; di più: sarebbe stato una garanzia di democrazia. E mi ricordo – oggi un tale co
mportamento sarebbe inconcepibile – che Palmiro Togliatti, riguardo alla decisione da prendere, dis
se: «Sentite prima quello che ne pensa De Gasperi». E in quella occasione – come poi si vide – i lor
o giudizi, i loro comportamenti concordarono. Al di là della valutazione squisitamente politica, sem
brò giusto a entrambi affidarsi al nostro buon senso e accordarci fiducia. Purtroppo il buon senso fe
mminile, che è uno dei nostri talenti, in troppe altre situazioni non è stato ascoltato.