Don Janni Sabucco, vessato dai titini, esule da Fiume a Pisa, 1948Elio Varutti
The works and days of Monsignor Janni Sabucco in Fiume from 1939 to 1948 in the parish of the Most Holy Redeemer, with Don Luigi Polano. Arrested and tortured by the OZNA, to the point of ruining his sight, Don Sabucco is in exile in Pisa, with Monsignor Ugo Camozzo, the last Italian bishop of Fiume. His pastoral activity comes to light thanks to the documents kept by his relatives in Friuli, Canada and data from the authority of the Archdiocese of Pisa. The project is by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, to which the ANVGD of Arezzo and that of Tuscany have collaborated.
Elio varutti, la resistenza in italia, guerra civile e rinascita moraleElio Varutti
Corso su «LA STORIA DELLA DEPORTAZIONE» Università della Terza Età “P. Naliato” e ANED di Udine, 9 marzo 2022, ore 17. Prof. Elio Varutti, docente alla UTE di Sociologia del Ricordo. Esodo giuliano dalmata
The History of Istrian refugees at the Sorting Centre Udine 1945-1960. The refugees camps from Istria and Dalmatia since 1945 in Tuscany, by Elio Varutti
The Shoah near the vegetable gardens of Baldasseria, in Udine (North East Italy). The idea of this research was born in the parish of St. Pius X, between the scholar Tiziana Menotti, the architect Giorgio Ganis, the parish priest Don Paolo Scapin and researcher Elio Varutti.
Carlo e Giani Stuparich due volontari triestini nel 1915_Stringher_Udine_elio...Elio Varutti
Carlo e Giani Stuparich, due volontari triestini nella Prima guerra mondiale. Elaborato del Laboratorio di Storia dell'istituto Stringher di Udine. Progetto "Il Secolo breve in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione CRUP. Classe 5^ D Ristorazione, anno scolastico 2013-2014. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Coordinamento didattico: professoresse Carla Maffeo (Italiano e Storia), Cinzia Lodolo (Sostegno). Networking: prof. Elio Varutti, Economia e Tecnica dell’Azienda Turistica.
Francesca Marin, Gli esuli, tesina, diploma scuola sec. I°, 2021Elio Varutti
Pupil Francesca Marin, Gli Esuli, First degree secondary school diploma thesis, 2020-2021, First Grade Secondary School of the Uccellis School of Education, Udine. Reworked by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, coordinated by prof. Elio Varutti
Don Janni Sabucco, vessato dai titini, esule da Fiume a Pisa, 1948Elio Varutti
The works and days of Monsignor Janni Sabucco in Fiume from 1939 to 1948 in the parish of the Most Holy Redeemer, with Don Luigi Polano. Arrested and tortured by the OZNA, to the point of ruining his sight, Don Sabucco is in exile in Pisa, with Monsignor Ugo Camozzo, the last Italian bishop of Fiume. His pastoral activity comes to light thanks to the documents kept by his relatives in Friuli, Canada and data from the authority of the Archdiocese of Pisa. The project is by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, to which the ANVGD of Arezzo and that of Tuscany have collaborated.
Elio varutti, la resistenza in italia, guerra civile e rinascita moraleElio Varutti
Corso su «LA STORIA DELLA DEPORTAZIONE» Università della Terza Età “P. Naliato” e ANED di Udine, 9 marzo 2022, ore 17. Prof. Elio Varutti, docente alla UTE di Sociologia del Ricordo. Esodo giuliano dalmata
The History of Istrian refugees at the Sorting Centre Udine 1945-1960. The refugees camps from Istria and Dalmatia since 1945 in Tuscany, by Elio Varutti
The Shoah near the vegetable gardens of Baldasseria, in Udine (North East Italy). The idea of this research was born in the parish of St. Pius X, between the scholar Tiziana Menotti, the architect Giorgio Ganis, the parish priest Don Paolo Scapin and researcher Elio Varutti.
Carlo e Giani Stuparich due volontari triestini nel 1915_Stringher_Udine_elio...Elio Varutti
Carlo e Giani Stuparich, due volontari triestini nella Prima guerra mondiale. Elaborato del Laboratorio di Storia dell'istituto Stringher di Udine. Progetto "Il Secolo breve in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione CRUP. Classe 5^ D Ristorazione, anno scolastico 2013-2014. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Coordinamento didattico: professoresse Carla Maffeo (Italiano e Storia), Cinzia Lodolo (Sostegno). Networking: prof. Elio Varutti, Economia e Tecnica dell’Azienda Turistica.
Francesca Marin, Gli esuli, tesina, diploma scuola sec. I°, 2021Elio Varutti
Pupil Francesca Marin, Gli Esuli, First degree secondary school diploma thesis, 2020-2021, First Grade Secondary School of the Uccellis School of Education, Udine. Reworked by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, coordinated by prof. Elio Varutti
Ebrei di fiume transitati a Udine per Auschwitz, 1944-'45Elio Varutti
Slides on the Shoah for a conference by Elio Varutti with the same title for the Municipality of Udine on the occasion of the 2019 Memorial Day. The case of the child Sergio De Simone, arrested in Fiume with various family members and deported to the Risiera di San Sabba in Trieste, then to Auschwitz. He will be selected by the torturer Menghele for failed TB experiments. He was murdered in a Hamburg concentration camp in Bullenhuser Damm.
Feminis tal forest_donne all'estero_elio varutti_istituto stringher udineElio Varutti
Scientific research in Italian (and Friulian) on female migration from Friuli, Northeast of Italy, with the cooperation of the Ethnographic Museum of Friuli. A survey from the sixteenth century to the "short century", described by Eric Hobsbawm
Il villaggio giuliano di S. Giorgio di Nogaro (Ud), 1950Elio Varutti
The history of the Julian village of San Giorgio di Nogaro, in the province of Udine, Friuli Venezia Giulia. A book of memories, a public meeting with various institutions and the ANVGD of Udine, 2.8.2020.
Itinerary on the exiled people from Istria and Dalmatia in Udine. Journey to the places of historical memory from the Refugee Camp to the Metallic Village, 1945-1960. An innovative document created by students and teachers of "Stringher" Secondary High School in Udine to develop the Tourism of Memory.
Memoriale dei 4 alpini fusilâts_Istituto Stringher_Udine_elio varuttiElio Varutti
Memorial of 4 soldiers shot at Cercivento in 1916. Tourist route memory. Project Stringher Institute of Udine, co-funded by the Foundation CRUP / Memoriale dei 4 alpini fucilati a Cercivento nel 1916. Itinerario turistico della memoria. Progetto dell'Istituto Stringher di Udine, cofinanziato dalla Fondazione CRUP.
Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher” Udine, Anno scolastico 2014-2015. Per il Laboratorio di Storia (referente il prof. Giancarlo Martina), hanno collaborato alla realizzazione gli allievi della classe: • 4^ C Enogastronomia: Daniel Agbetiafa, Francesco D’Andrea, Luca Del Piccolo, Fabiano Marin, Alice Matteazzi, Antonino Politi, Olga Ravazzolo, Mattia Querin, Federica Ruter ed altri. • 5^ D Dolciaria: Chiara Camatta, Elisa Dal Bello, Elisa Macor, Nadia Maffo, Alan Magagnato, Giada Todesco ed altri. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Coordinamento didattico: professoresse Maria Carraria, Carla Maffeo (Italiano e Storia). Networking e allestimento dell’itinerario in ppt: prof. Elio Varutti, Diritto e Tecniche Amministrative della Struttura Ricettiva.
Lavoro realizzato dalla Terza C as. 2015-16 in occasione dei 70 anni della Repubblica e del primo voto delle donne italiane. Insegnante: Cristina Maggioni
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
È il 23 settembre 1935 quando l’educatore Oreste Morelli condusse la compagnia a lui affidata, 36 ragazzi, per una gita verso la zona agricola che si trova a est dell’istituto, a Segrate, ricca di verde e di laghetti artificiali.
Oreste Morelli non gode fama di buon educatore: figlio del noto Giovanni Achille Morelli (esponente di spicco dell’Opera nazionale Balilla ) entrò trentottenne, nel giugno del 1932, nell’Orfanotrofio grazie alle buone garanzie poste dal padre, amico del direttore Vanzelli. Nei primi anni da istitutore fu più volte ripreso per inadempienze e distrazioni e più di una volta le note di demerito vengono opportunamente “alleggerite” o addirittura annullate.
La mattina del 23 settembre 1935 Morelli era però sereno. Mentre alcuni ragazzi giocano, mangiano e si rilassano, 4 di loro si allontanano per fare un bagno nel lago Redecesio e due di loro purtroppo annegano. La vicende ebbe un’eco notevole sulla stampa dell’epoca e il Morelli venne messo immediatamente sotto accusa
Le indagini sui fatti portarono tra l’altro alla luce un episodio che coinvolse lo stesso Morelli: nel giugno 1934 l’orfano Antonio Campus avrebbe corso il rischio di annegare nello stesso punto del Redecesio..
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
Nel periodo tra l’ultimo decennio del XIX secolo e il primo del XX, molti degli orfani che frequentavano le botteghe artigiane cittadine per imparare un lavoro, vennero in contatto con le idee socialiste e anarchiche che circolavano tra gli operai. Alcuni ragazzi ne furono affascinati e si procurarono scritti e opuscoli che inneggiavano soprattutto a figure di anarchici, in ragione forse di constatazioni più immediate, secondo le quali “l'anarchismo non deriva da riflessioni astratte di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dalla ribellione degli oppressi contro i loro oppressori, dai bisogni e dalle necessità di questi uomini e dalle loro aspirazioni di libertà ed eguaglianza” come ebbe a dire l’anarchico e pedagogista francese Sébastien Faure. E il Partito Operaio Italiano, di impronta socialista, d’altronde, era stato fondato a Milano una decina di anni prima, nel 1882.
Purtroppo per i ragazzi affascinati da idee socialiste e anarchiche, queste rappresentavano per l’istituto un insormontabile motivo di espulsione a causa della pericolosità sociale che vi si intravvedeva. Molti orfani vennero allontanati dal collegio e le loro azioni controllate anche dopo l’espulsione.
Ebrei di fiume transitati a Udine per Auschwitz, 1944-'45Elio Varutti
Slides on the Shoah for a conference by Elio Varutti with the same title for the Municipality of Udine on the occasion of the 2019 Memorial Day. The case of the child Sergio De Simone, arrested in Fiume with various family members and deported to the Risiera di San Sabba in Trieste, then to Auschwitz. He will be selected by the torturer Menghele for failed TB experiments. He was murdered in a Hamburg concentration camp in Bullenhuser Damm.
Feminis tal forest_donne all'estero_elio varutti_istituto stringher udineElio Varutti
Scientific research in Italian (and Friulian) on female migration from Friuli, Northeast of Italy, with the cooperation of the Ethnographic Museum of Friuli. A survey from the sixteenth century to the "short century", described by Eric Hobsbawm
Il villaggio giuliano di S. Giorgio di Nogaro (Ud), 1950Elio Varutti
The history of the Julian village of San Giorgio di Nogaro, in the province of Udine, Friuli Venezia Giulia. A book of memories, a public meeting with various institutions and the ANVGD of Udine, 2.8.2020.
Itinerary on the exiled people from Istria and Dalmatia in Udine. Journey to the places of historical memory from the Refugee Camp to the Metallic Village, 1945-1960. An innovative document created by students and teachers of "Stringher" Secondary High School in Udine to develop the Tourism of Memory.
Memoriale dei 4 alpini fusilâts_Istituto Stringher_Udine_elio varuttiElio Varutti
Memorial of 4 soldiers shot at Cercivento in 1916. Tourist route memory. Project Stringher Institute of Udine, co-funded by the Foundation CRUP / Memoriale dei 4 alpini fucilati a Cercivento nel 1916. Itinerario turistico della memoria. Progetto dell'Istituto Stringher di Udine, cofinanziato dalla Fondazione CRUP.
Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher” Udine, Anno scolastico 2014-2015. Per il Laboratorio di Storia (referente il prof. Giancarlo Martina), hanno collaborato alla realizzazione gli allievi della classe: • 4^ C Enogastronomia: Daniel Agbetiafa, Francesco D’Andrea, Luca Del Piccolo, Fabiano Marin, Alice Matteazzi, Antonino Politi, Olga Ravazzolo, Mattia Querin, Federica Ruter ed altri. • 5^ D Dolciaria: Chiara Camatta, Elisa Dal Bello, Elisa Macor, Nadia Maffo, Alan Magagnato, Giada Todesco ed altri. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Coordinamento didattico: professoresse Maria Carraria, Carla Maffeo (Italiano e Storia). Networking e allestimento dell’itinerario in ppt: prof. Elio Varutti, Diritto e Tecniche Amministrative della Struttura Ricettiva.
Lavoro realizzato dalla Terza C as. 2015-16 in occasione dei 70 anni della Repubblica e del primo voto delle donne italiane. Insegnante: Cristina Maggioni
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
È il 23 settembre 1935 quando l’educatore Oreste Morelli condusse la compagnia a lui affidata, 36 ragazzi, per una gita verso la zona agricola che si trova a est dell’istituto, a Segrate, ricca di verde e di laghetti artificiali.
Oreste Morelli non gode fama di buon educatore: figlio del noto Giovanni Achille Morelli (esponente di spicco dell’Opera nazionale Balilla ) entrò trentottenne, nel giugno del 1932, nell’Orfanotrofio grazie alle buone garanzie poste dal padre, amico del direttore Vanzelli. Nei primi anni da istitutore fu più volte ripreso per inadempienze e distrazioni e più di una volta le note di demerito vengono opportunamente “alleggerite” o addirittura annullate.
La mattina del 23 settembre 1935 Morelli era però sereno. Mentre alcuni ragazzi giocano, mangiano e si rilassano, 4 di loro si allontanano per fare un bagno nel lago Redecesio e due di loro purtroppo annegano. La vicende ebbe un’eco notevole sulla stampa dell’epoca e il Morelli venne messo immediatamente sotto accusa
Le indagini sui fatti portarono tra l’altro alla luce un episodio che coinvolse lo stesso Morelli: nel giugno 1934 l’orfano Antonio Campus avrebbe corso il rischio di annegare nello stesso punto del Redecesio..
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
Nel periodo tra l’ultimo decennio del XIX secolo e il primo del XX, molti degli orfani che frequentavano le botteghe artigiane cittadine per imparare un lavoro, vennero in contatto con le idee socialiste e anarchiche che circolavano tra gli operai. Alcuni ragazzi ne furono affascinati e si procurarono scritti e opuscoli che inneggiavano soprattutto a figure di anarchici, in ragione forse di constatazioni più immediate, secondo le quali “l'anarchismo non deriva da riflessioni astratte di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dalla ribellione degli oppressi contro i loro oppressori, dai bisogni e dalle necessità di questi uomini e dalle loro aspirazioni di libertà ed eguaglianza” come ebbe a dire l’anarchico e pedagogista francese Sébastien Faure. E il Partito Operaio Italiano, di impronta socialista, d’altronde, era stato fondato a Milano una decina di anni prima, nel 1882.
Purtroppo per i ragazzi affascinati da idee socialiste e anarchiche, queste rappresentavano per l’istituto un insormontabile motivo di espulsione a causa della pericolosità sociale che vi si intravvedeva. Molti orfani vennero allontanati dal collegio e le loro azioni controllate anche dopo l’espulsione.
História da Família Rossi, imigração da Itália para o Brasil em 1923. Família originária da província de Orgiano, cidade de Vicenza, região do Veneto, norte italiano.
Questi documenti sono stati realizzati nell’anno scolastico 2017-2018 da due studentesse della classe 4°E del Liceo delle Scienze Umane economico sociale Fabio Besta di Milano con il progetto di alternanza scuola lavoro e sono il frutto della consultazione, analisi ed elaborazione di documenti dell’archivio storico del Museo Martinitt e Stelline di Milano. Rappresentano fonti scritte di memoria del lavoro.
Descrizione del Popolo Veneto, i Veneti si autodescrivono la propria storia, situazione politica, sociale, economica, linguistica. Un libro senza censure, scritto dai Veneti e non dai colonizzatori italiani
Torino è una città dai tesori nascosti, e tra questi il Cimitero Monumentale è sicuramente uno dei più importanti per il suo valore storico e artistico.
Il Monumentale, inaugurato nel 1829 fu ampliato per la prima volta nel 1882.
Bombardato il 13 luglio 1943 dalla RAF, ospita personaggi celebri e numerose testimonianze d’arte, soprattutto in stile liberty.
Per la prima volta il #Torino apre ufficialmente le sue porte alle visite guidate, sviluppando il servizio rivolto ai cittadini che si dimostrano sempre più interessati.
Le Tabacchine istriane esuli al Centro Profughi di Firenze
1. Giorno del Ricordo
Le
Tabacchine
istriane esuli
alla
Manifattura
Tabacchi di
Firenze
20 febbraio 2017
Palazzo Garzolini
Via Gemona,92
Udine – aula T5 ore 17,30
Associazione dei Toscani inFVG
prof. Elio Varutti,
del Consiglio
Direttivo
ANVGD di Udine
2.
3. *Dopo il giorno 8 settembre 1943, data della comunicazione
pubblica dell’armistizio tra gli alleati angloamericani e il
governo italiano di Badoglio, inizia l’esodo di italiani dalla
Dalmazia, da Fiume e dall’Istria.
*25 aprile 1945 – Fine II Guerra mondiale.
*10 febbraio 1947 – Trattato di pace di Parigi, Diktat. Terre
adriatiche perse a favore della Jugoslavia. Nasce il TLT.
*C’è l’esodo per evitare le violenze degli iugoslavi, come l’uccisione nelle foibe
(voragini del Carso). Gli iugoslavi sono spinti dal sentimento di vendetta per le atrocità
patite nella guerra fascista e per la pulizia etnica voluta da Tito.
*5 ottobre 1954 – Memorandum di Londra. Trieste torna all’Italia il
26.10.1954.
*10 novembre 1975 – Trattato di Osimo. Confini italiani orientali
definitivi. Per protesta a Trieste nasce la Lista civica del Melone.
4. «A Firenze da Pola, dove iera i inglesi,
xe rivada Zia Maria Zanetti, perché
trasferida nella Manifattura Tabacchi.
Iera un vecio fabricado vodo adibido ai
profughi. Gaveva fato i divisori coi
cartoni. Le gà abitado lì per qualche
anno».
Miranda Brussich vedova Conighi (Pola
1919-Ferrara 2013), intervista a Ferrara
del 29.12.2003 e 02.01.2004 a cura di E.
Varutti.
Nella fotografia in alto: Maria Zanetti
(Pola 1900 – Vicenza 1998) , deportata a
Wagna nel 1916.
Sotto: Il Campo di internamento per
italiani a Wagna, Austria.
12. Quanti sono i profughi italiani d’Istria, di Fiume
e della Dalmazia?
350 mila, secondo padre Flaminio Rocchi, 1990.
250 mila, secondo Raoul Pupo, 2005.
230 mila, secondo Amedeo Colella, relazione del
24.02.1956. Ritiene che il 15% della popolazione
sfugga al censimento stimando in 270.000 i profughi
istriani e dalmati. Opera Assistenza Profughi Giuliani
e Dalmati.
ROBERTA FIDANZIA – ANGELO GAMBELLA, Il censimento dei
profughi adriatici nelle carte dell’Opera Assistenza Profughi Giuliani e
Dalmati, Rivista di Storia e Cultura del Mediterraneo, 2, 2013.
13. * 4-5 mila,
secondo Guido
Rumici, 2010.
* Giuseppina
Mellace nel 2014
scrive che nel
periodo 1943-
1945 «ben 10.137
persone [sono]
mancanti in
seguito a
deportazioni,
eccidi ed
infoibamenti per
mano jugoslava»
(pag. 236).
Quanti sono gli infoibati?
Parrocchiani di Besozzo (Varese) in pellegrinaggio-visita alla Foiba di
Basovizza, con Padre Giuseppe Andreoli. 2016.
Fotografia di Carlo C. Montani, esule da Fiume.
15. Dislocazione Profughi giuliano dalmati in Italia
PROGRAMMA EDILIZIO
Centro Nord 136.116 11.157 in Lombardia
12.624 in Piemonte
18.174 nel Veneto
65.942 in Friuli Venezia Giulia
…
Sud e isole 11.175
totale 147.291
Fonte: Opera Profughi, Piano abitativo
16. Armando Delzotto, esule da Dignano d’Istria, ha
raccontato a Nicolò Giraldi («Messaggero Veneto»
5.2.2017: «Da Dignano partiva il treno denominato
delle Tabacchine, visto l’alto numero di donne che di
mattina andavano a lavorare alla fabbrica Tabacchi di
Pola».
«Giorgio Gorlato, esule da Dignano,
ha detto: Mia Zia Domenica
Bilucaglia, detta Minina, era
caporeparto alla Manifattura
Tabacchi di Pola e fu trasferita a
Lucca, dove lavoravano fino a 600
dipendenti nel 1947. Zia Minina
aveva queste 3 qualifiche in
Manifattura: maestra, ricevitrice al
controllo e ispettrice».
Armando Delzotto, Silvio Cattalini e Giorgio Gorlato a una
iniziativa ANVGD di Udine. Foto: Fulvio Pregnolato, 2013.
17. A fianco: Pola, febbraio 1947,
ultimo ricordo prima di partire.
Sopra: Firenze, piazzale degli
Uffizi, maggio 1948.
Fotografie: ANVGD Arezzo.
18. Firenze, convento di Sant’Orsola, Centro Raccolta Profughi di via
Guelfa, Pasqua 1947. Il CRP operò dal 1945 al 1968, quando alla fine
accoglieva anche sfrattati o senza tetto. Foto da ANVGD di Arezzo
19. Firenze meta dell’esodo giuliano dalmata
Un altro dato scaturì da uno studio su circa 85.000 profughi, da cui si
deduce che oltre 1/3 scelsero di stare nelle grandi città (Trieste, Roma,
Genova, Venezia, Napoli, Firenze, ecc.). Opera Profughi, tuttavia, non
mancò di appoggiare le comunità che elessero loro domicilio le province
meridionali d'Italia. L'esperimento più rilevante si ebbe in Sardegna,
nelle località di Fertilia, dove trovarono sistemazione oltre 600 profughi.
I programmi edilizi più importanti sul territorio nazionale italiano furono
varati a Roma (Villaggio Giuliano-Dalmata), Trieste, Brescia, Milano,
Torino, Varese e Venezia. Qui il programma abitativo dell'Opera arrivò a
realizzare circa 2.000 case, a Trieste 3.000 e in provincia di Modena fu
realizzato un organizzato Villaggio San Marco a Fossoli di Carpi per
accogliere soprattutto i profughi dalla zona B dell'Istria.
Pure nel 1917, dopo la rotta di Caporetto, molti friulani e giuliani furono esuli a Firenze
e in Toscana fino al 1918.
21. Centri Raccolta Profughi in Toscana
1. Marina di Massa, dal 1947, fucilate degli anarchici, sommossa
femminile. «Siamo arrivati a Marina di Massa e ci han messo in un angolino
con tre materassi distesi per terra». Franco S.
2. Migliarino Pisano, rischio inondazione alle tende, evacuazione a
Tirrenia
3. Marina di Carrara
4. Forte dei Marmi (Lucca)
5. Tirrenia (Pisa)
6. Calambrone (Pisa)
7. Carrara
8. Lucca, si riempie di sfollati garfagnini e versiliesi, chiude nel 1956
9. Coltano (Pisa)
10. Arena Pisana, San Giuliano Terme (Pisa)
11. Livorno, città che accolse profughi friulani nel 1917
12. Firenze, Manifattura Tabacchi, Via Guelfa «Al campo di Firenze c'era la
mensa... Si andava con una pignatta e si prendeva: eri in quattro in famiglia, e
ti davano quattro porzioni, quattro panini, quattro mele. E questo era così a
Firenze. Che a Firenze siamo stati tre o quattro mesi». Luigi P.
13. Laterina, (Arezzo)
14. Siena
22. Firenze CRP Via Guelfa, Comunione e Cresima 15-6-1948.
Foto: Anvgd Arezzo.
23. Le Tabacchine di Pola e di
Rovigno a Firenze
Relativamente ai provvedimenti emanati in favore dei profughi che
hanno riflessi sul loro inserimento lavorativo, occorre citare il decreto
legge n. 520 del 23 dicembre 1946, rivolto agli impiegati e ai lavoratori
statali per i quali il Governo italiano predispone - come recita il
documento - il riassorbimento lavorativo, con le stesse mansioni, "nei
corrispondenti uffici sparsi per l'Italia" [E. Miletto, 2012].
Emblematico in tal senso appare quanto avviene per i lavoratori dei
Monopoli di Stato, in favore dei quali il 30 agosto 1948 viene
promulgata una circolare che garantisce il reintegro nelle Manifatture
Tabacchi italiane di tutto il personale che, come recita il testo del
documento, "si sia trasferito nel territorio nazionale durante il periodo di
assestamento della zona giuliana" [E. Miletto, 2005]. ISTORETO
25. Firenze CRP Via Guelfa, Festa di San Nicola nel teatrino, 6-12-1947.
Foto: ANVGD Arezzo.
26. La documentazione conservata presso l'Archivio della Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Ufficio Zone di Confine - contiene importanti
riferimenti al trasferimento dei lavoratori dalla Manifattura Tabacchi di
Pola ad altre Manifatture attive sul territorio italiano. Personale che -
come si legge in una nota di servizio redatta dal direttore generale dei
Monopoli di Stato il 15 gennaio 1947 e inviata al Ministero dell'Interno -
sarà trasferito "verso le fabbriche di Firenze, Lucca e Sestri Ponente in
forti nuclei, e verso altri opifici in gruppi di piccola entità". Si tratta -
continua il documento - di circa 2.000 unità, delle quali "580
confluiranno a Firenze, 400 a Lucca e 420 a Sestri Ponente", mentre le
altre saranno "inviate in centri minori" [PCM, Archivio UZC]. Dopo
aver informato del prossimo arrivo dei lavoratori, il direttore dei
Monopoli di Stato invita il Ministero a "interessare i prefetti delle
Province di Firenze, Lucca e Genova", al fine di poter "assicurare ai
profughi la migliore possibile assistenza onde permettere loro una prima
sistemazione di fortuna." [PCM, Archivio UZC]. Un passaggio, quello
della sistemazione dei nuovi arrivati, che non sembra essere però di
semplice attuazione. Si veda, ad esempio, quanto avvenuto a Genova,
28. La vecchia
Manifattura
Tabacchi di Firenze
era al monastero di
Sant’Orsola, oggi da
restaurare, area
culturale. Via
Guelfa, Via Panicale,
Via Taddea.
272 box familiari,
secondo Liana Di
Giorgi Sossi, Pola
1937, con pareti «de
carton».
Foto di E. Varutti, 2015.
29. Firenze CRP Via Guelfa. Ballo campestre nel teatrino nella notte di
Capodanno 1-1-1948. Foto ANVGD AREZZO.
30. CRP di Via Guelfa, Via
Panicale, Via Taddea.
Foto di E. Varutti, 2015.
31. La Manifattura Tabacchi
di Firenze, per grande
parte opera dell’Ing. Pier
Luigi Nervi è una delle
più significative
espressioni del
patrimonio industriale
del nostro paese.
Il complesso, inaugurato
nel 1941, si è mantenuto
nella sua interezza
(Italia Nostra).
33. 1906
Il 1872 saluta la nascita sull’isola di Sant’Andrea, della fabbrica Tabacchi: il 16
agosto, presente il podestà Campitelli, il primo reparto per la lavorazione del tabacco
viene aperto nella vecchia caserma, adattata allo scopo, di Via San Damiano.
34. Maria Grisanaz era la mamma di Francesco Tromba, esule da Rovigno
d’Istria. Lavorava alla Manifattura Tabacchi di Rovigno, poi trasferita a
Bari e Mestre.
Il padre dell’autore era Antonio Giuseppe Tromba, nato a Rovigno
d’Istria il 26 giugno 1899.
Dalla cardensia alla
foiba
Sette partigiani titini
prelevarono Antonio Tromba il
16 settembre 1943. Il tale
Abbà, aprendo uno sportello
della «cardensia» disse: «El xe
qua, el xe qua, vien fora
merlo». Fu ucciso e gettato
nella foiba di Vines, come
indicarono le donne del paese,
sia al tempo che nel 2003.
Anche lui lavorava alla
Manifattura Tabacchi di
Rovigno.
Ringrazio per i contatti: Carlo C. Montani, esule da Fiume a Trieste e
Laura Brussi, esule da Pola a Trieste.
35. Francesco Tromba è autore di «Pola cara, Istria terra
nostra, Storia di uno di noi esuli istriani» 2013, 7.a
edizione, premio Firenze 2016. New Press Photo Firenze
36. Claudio Bugatto (intervista del 13 luglio 2016) mi ricorda che anche a Zara c’era la
Manifattura Tabacchi. Suo padre Giuseppe Bugatto, nato a Zara nel 1924 e morto a
Udine nel 2014, ricordava di aver visto le sigarette tutte il fila nei macchinari da una
finestra che dava sul marciapiede di Zara.
Zara,
manifattura
Tabacchi,
1930
Fotografia da:
ANVGD di Arezzo
38. A Zara operano 7 manifatture tabacchi
1) Industria Tabacchi V. Caravassilis, che produceva sigarette della marca stessa;
2) Fabbrica Sigarette Diadora, che produceva sigarette delle marche "Diadora" e
"Radio". Fu assorbita dalla Manifattura Zaratina Sigarette;
3) Manifattura Sigarette e Tabacchi Grima, che produceva sigarette della marca
"Grima";
4) Manifattura Zaratina Tabacchi e Sigarette N. Peristeridis, che produceva sigarette
delle marche "Calypso" e "Samos". Nel 1922 cambiò nome e divenne "Manifattura
Zaratina Sigarette" e nel 1928 fu acquistata dall’industriale zaratino Antonio
Zerauschek;
5) Manifattura Tabacchi C. P. Pavlidis, che produceva sigarette delle marche
"Brillante", "Capriccio", "Omega", "C. Pavlidis", "Extra Fine", "Super Extra". Il 27
Novembre 1945 il tribunale del popolo del distretto di Zara decretò la confisca
della manifattura tabacchi e di tutti i beni dei 3 comproprietari (Ivano, Costantino e
Ljubica Pavlidis), giudicati colpevoli di collaborazionismo;
6) Società Italiana Tabacchi, poi confluita nel dicembre 1926 nella Manifattura
Tabacchi Orientali, che produceva sigarette delle marche "Milano", "Roma" e
"Venezia";
7) Manifattura Tabacchi Orientali, direttamente controllata dallo stato italiano con una
quota di maggioranza.
40. Fondata il 30 maggio 1920, fu inaugurata il 3 luglio 1923. La manifattura fu collocata
nell’imponente immobile dell’ex caserma di fanteria dell’esercito austriaco sulla Riva a
cui, un decennio dopo, fu affiancato un nuovo edificio sull’area dell’ex autoparco
militare. Si trattò di un’attività produttiva di grande rilevanza per la città, dato l’elevato
numero di maestranze impiegate, in gran parte femminili. Le attività produttive
continuarono, con delle interruzioni per danni di guerra in seguito ai bombardamenti
del 1944, fino all’inverno del 1947, e lo stabilimento fu definitivamente chiuso dalla
nuova amministrazione jugoslava il 16 settembre 1947.
Cfr: Raul MARSETIČ, La Regia Manifattura Tabacchi a Pola, Quaderni XXVII, 2016, p. 81-139
L’industria
del tabacco
a Pola
41. Laterina (Arezzo) 1951 - Profughi partecipanti a una processione all'interno del campo. In
primo piano bambini e bambine con i vestiti della Prima Comunione. Dietro di loro una statua
con l'effigie della Madonna, portata a spalla da alcuni uomini. Si nota, insieme a quella dei
profughi, la presenza di un sacerdote e di un carabiniere partecipante alla cerimonia.
42. Centro Raccolta Profughi, Laterina 1949, processione delle donne.
Notare il fazzoletto devozionale delle anziane
43. Classe di studenti al CRP di Lucca, 1951. Si riconoscono, davanti al
maestro, Mafalda Giovanutti assieme ad altre tre sorelle, tra cui Anna
Maria, a destra. Rimasero in campo dal 1948 al 1951.
45. CRP Lucca, anni 1946-1947 circa, famiglia Andretti, tra cui Mario Andretti (Montona,
28 febbraio 1940) pilota automobilistico italiano naturalizzato statunitense, attivo sia
negli Stati Uniti sia in Europa. Campione del mondo 1978.
46. CRP di Migliarino Pisano, provincia di Pisa, 1949; fonte: Shamira
Franceschi, Livorno, 2014
47. Nonno Checo al CRP di
Migliarino Pisano.
Fonte: Shamira Franceschi,
Livorno 2014
Il primo uomo da dx è il bisnonno
Checo, il bambino inginocchiato è lo zio
Giannino, sulla sinistra la zia Maricci e
la figlia. Fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014
48. Etta Bertotto,
Cherso. Nel 1943
scappa a causa delle
fucilazioni
dei titini contro gli
italiani. Fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014
49. Tona Bertotto, a sx, con ragazze del Campo Profughi di Migliarino
Pisano 1949, fonte: Shamira Franceschi, Livorno 2014.
50. CRP
Migliarino
Pisano, 10
aprile 1950,
Matrimonio in
Campo
Profughi. Gino
Beltramini
(Aiello) e
Maria
Maracich
(Veglia,
Regno dei
Serbi, Croati e
Sloveni, 27
marzo 1926).
Dal 1929:
Jugoslavia.
Dal libro:
M. Maracich, Il viaggio di
Meri, Codroipo,
Beltramini, 2013.
51. CRP Migliarino Pisano, 10.04.1950. Matrimonio in Campo Profughi,
Don Mario Maracich. «Prima notte di nozze in baracca. Vestito prestato
da un’altra sposa di Aiello. I sandali erano miei, vecchi e con i buchi,
mia sorella mi tirava giù il vestito, così no se vedeva i busi. Anche i
guanti erano vecchi. Per mio fratello fui la prima sposa».
Dal libro: M. Maracich, Il viaggio di Meri, Codroipo, Beltramini, 2013.
52. 19.03.1949 – «Riabbracciai la mia famiglia. Mio
fratello Mario era in seminario a Pisa.
Arrivarono a Udine al Centro di Smistamento
Profughi [foto sotto, ISTORETO]. Quello fu il
giorno più bello della mia vita».
«10.04.1950 - Ci sposammo nella baracca del
Campo Profughi di Migliarino Pisano. Eravamo in
17 in una baracca.
Il menu era: minestra in brodo, tre polli arrosto
regalati dalla gente di Aiello, cavolfiori e piselli,
al posto della torta biscotti.
Uno del Campo suonava la fisarmonica [Checo,
testimonianza di Shamira Franceschi, 2014], c’era
un piazzale e ballavamo tutti, tanto non c’era
niente per cena!
Alle 10 di sera tolsero la luce e… tutti a nanna!».
Dal libro: M. Maracich, Il viaggio di Meri, Codroipo, Beltramini, 2013.
53. CRP di Laterina, prov. di Arezzo, 1955 panoramica.
Ringrazio: Claudio Ausilio, delegato provinciale ANVGD di Arezzo.
54. Pola 1947, esodo italiano sulla neve…
Ringrazio per le fotografie dell’ANVGD di Arezzo i signori Claudio Ausilio,
esule da Fiume e delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo e Aldo Tardivelli,
esule da Fiume a Genova ed altri esuli e discendenti trapiantati in Toscana.
FINE e… grazie per l’attenzione !