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Business School
Un e-commerce oltre confine: Intervista a Davide Giampà
Intervista a cura di Bukurije Nanushi, Elsa Terenzi, Giacomo Arminio
Programma “Retail Your Talent” 2016-2017
E-COMMERCE
Davide Giampà è un giovanissimo e-commerce specialist veneto, che ha scelto una formazione tecnica
e successivamente più manageriale per entrare nel mondo del lavoro.
Una scelta che rispecchia pienamente la visione polivalente di questo ruolo: “Si può quindi dire che sia
una figura di grande esperienza, che è in grado di muoversi tanto nell’ambito tecnico quando quello
commerciale e logistico”, come egli stesso dice nell’intervista che ci ha concesso.
Una prima esperienza Davide la svolge in Sinervis, azienda che opera nel settore IT, per la quale si
occupa principalmente di formazione informatica e tecnica. Il ruolo di Davide in questo contesto, è quello
di formare le aziende attraverso consulenza, assistenza e formazione aiutandole a sviluppare la propria
presenza nel web. Un ruolo questo che lo aiuta a delineare la sua strada nel mondo digitale, e dalla cui
esperienza ne ricava il tecnicismo operativo, nonché la flessibilità di problem solving nelle varie richieste
che si trova a fronteggiare dai clienti. Con la seconda esperienza professionale Davide esplora un nuovo
ambito: quello dell’e-commerce. Entra nel team operativo dell’azienda Dalani dove si fermerà per un
anno, occupandosi sia della parte di sviluppo che di quella commerciale.
Da pochi mesi il nostro intervistato si è trasferito in Spagna dove lavora presso Aderal, un’agenzia web
che cura la creazione e la gestione di siti dinamici ed e-commerce.
Alle mansioni tecniche già consolidate, Davide in questa realtà si occupa anche della parte grafica di siti
e-commerce proponendo modelli nuovi e personalizzati ai vari clienti.
Visti i numerosi impegni settimanali del nostro candidato, non siamo riusciti a somministrare un’intervista
diretta in video conferenza, riportiamo quindi di seguito le risposte che Davide ci ha inviato, raccontando
passo dopo passo la figura dell’e-commerce specialist.
Chi è e cosa fa un e-commerce specialist?
L’e-commerce specialist è una figura professiona-
le che si occupa di comprendere le necessità del
cliente che vuole un sito e-commerce: progettando
ed apportando soluzioni, coordinandosi con i ma-
nager di settore, al fine di ottimizzare e migliorare
nel tempo il proprio commercio elettronico. Una fi-
gura che segue costantemente il committente del
sito nel suo percorso di vendita on-line; ascoltando
le sue richieste e/o proponendo cambiamenti per-
sonalizzati.
Quale è il percorso formativo e professionale
per il tuo lavoro?
Riportandovi il mio caso personale, mi sono forma-
to tra lo studio come autodidatta e l’esperienza sul
lavoro. Grazie a questo, sono potuto arrivare a pro-
porre me stesso presso un’azienda come un profilo
“completo”. Nel caso più oggettivo, posso dirvi in-
vece che un e-commerce specialist dovrebbe ab-
bracciare un percorso di studi principalmente com-
merciale e di marketing, con un minimo di nozioni
tecniche, percorso che io ho affrontato a ritroso e
sul campo, in quanto mi sono specializzato prima
nell’ambito tecnico e, una volta scoperto il mondo
e-commerce, ho iniziato a concentrarmi sull’aspet-
to di marketing.
Com’è suddivisa la gestione di un e-commerce?
Possiamo distinguere cinque macro aree che sono
rispettivamente:
1.	 Marketing
2.	 Operation
3.	 Commercial
4.	 Creative
5.	 Technology
Il primo svolge tutte le attività di pubblicità e pro-
mozione on-line come l’ottimizzazione del SEO
(posizionamento del sito), SEM (annunci a paga-
mento), newsletter ed ovviamente analisi dei report.
L’operations include tutto il reparto logistico (in-
bound/outbound) e il supporto al cliente. Apro una
parentesi di opinione personale su questo secondo
punto individuando, a mio avviso, un’area dalle criti-
cità maggiori in un e-commerce quella che tocca le
spedizioni. Molti colossi dell’e-commerce, si stanno
adeguando per garantire spedizioni in tempi rela-
tivamente brevi: lo stesso Amazon si sta adoperan-
do affinché in alcune città degli USA, la consegna
avvenga entro tre ore dall’ordine su alcuni prodotti.
Altri invece hanno fatto il loro successo mettendo
in evidenza un’eccellente politica di reso, parliamo
in questo caso di Zalando. In entrambi i casi emer-
ge la necessita di una logistica impeccabile, che
per alcune aziende non è molto sviluppata.
La terza area è il reparto commerciale, che risulta
composta dal team dei buyer e product manager
i quali si occupano insieme all’e-commerce spe-
cialist, di cercare e proporre la migliore offerta di
prodotti, (nello specifico parliamo di gestione ca-
talogo).
Il team dei creativi si occupa di mantenere aggior-
nata la grafica e lo stile del negozio elettronico, trat-
tandosi di allestire una vetrina virtuale. Allo stesso
tempo, insieme ai copywriter, si occupano di gesti-
re le newsletter ed in generale il piano editoriale.
Infine il reparto IT è responsabile di tutti i temi tecni-
ci che ruotano attorno all’e-commerce: integrazio-
ni, innovazioni, mantenimento e problem solving.
Quest’ultimo reparto, lavora comunque a stretto
contatto con i creativi ed il team logistico per le
possibili integrazioni di terze parti.
Quante persone gestiscono un e-commerce e
quale tipologia di mansioni svolgono al suo
interno?
La gestione di un e-commerce, dipende sicura-
mente dal volume di lavoro generato. Può essere
gestito da collaboratori esterni, free lance, da un
team interno all’azienda stessa, o da agenzie web
che gestiscono più clienti... Anche in questo caso
possono avvalersi di risorse sia interne che ester-
ne, l’importante è coordinarsi in team. Il tutto resta
comunque proporzionale alla mole di vendite che
l’e-commerce gestisce.
Vi riporto l’esempio della mia esperienza con Dala-
ni: come detto è stato il mio primo lavoro nell’am-
bito e-commerce, per cui quando entrai a far parte
del team, eravamo in meno di 10 persone. A di-
stanza di pochi mesi siamo cresciuti fino a oltre 80
dipendenti, tutti suddivisi nelle diverse aree che vi
ho descritto. Io mi trovavo nell’ultima area: quella IT
nella quale ero il responsabile. In questo contesto,
ho avuto la fortuna di strutturare tutto il back-offi-
ce tecnologico (server, rete, ecc...) anche se quan-
do eravamo ancora in pochi, valeva la regola che
ognuno si occupava “un po’ di tutto”.
Importanza del ruolo dell’e-commerce nel
mondo del retail. Secondo il tuo punto di vi-
sta, c’è più futuro per un punto vendita o per
l’e-commerce?
L’e-commerce è la vetrina virtuale di un punto ven-
dita, è ciò che ha permesso a tutti noi di entrare in
una nuova dimensione di acquisto. In questo mo-
mento storico non riuscirei a vedere i due “negozi”
in modo slegato, ma è anche vero che agiscono
secondo due logiche diverse: il punto vendita, ad
esempio, ha degli aspetti sensoriali legati al mar-
keting emozionale, che un e-commerce non potrà
mai avere. Tuttavia sono sempre più gli utenti che
entrano in un negozio di vendita al dettaglio (ab-
bigliamento, accessori ecc...) per provarli e poi or-
dinarli sul sito. Vista la costante innovazione non si
riesce a ragionare in termini di futuro a lungo termi-
ne, per cui si può affermare che nel breve termine i
due negozi vadano abbastanza di pari passo.
Cosa ti ha portato a lavorare all’estero e non
in Italia?
Con l’internazionalizzazione tocchiamo un tema
a me caro, visto che come vi ho già anticipato lavo-
ro da qualche mese in Spagna. Ho scelto di lavora-
re fuori poiché l’Italia non è il paese in cui vedevo
sbocchi professionali adeguati per questa profes-
sione. Per questa ragione, ma più per ragioni perso-
nali ho scelto di costruire il mio futuro lavorativo e
personale in un altro Paese.
Per quel che riguarda l’internazionalizzazione del
retail direi che se un’azienda ne ha le possibilità do-
vrebbe sicuramente investire all’estero. Soprattutto
nel caso del Made in Italy, dove la nostra qualità
artigianale parla da sola, l’azienda si troverebbe a
vendere un prodotto appunto di altissima qualità e
sempre ricercato da diversi segmenti di utenti.
Che differenza c’è tra e-commerce in Italia e
all’estero?
La differenza non è tanto strutturale quanto più
gestionale, diciamo che in Italia, a parte qualche
big del settore, siamo più impreparati a gestire
un commercio on-line. Ma qui le ragioni sono
da ricercare in diversi fattori: dalla velocità di
connessione, alle figure professionali richieste,
alle aziende che ancora non investono in questo
strumento. Tutte caratteristiche queste che trovano
invece una preparazione più alta in altri contesti
internazionali quali: gli USA, la Cina, il Regno Unito,
la Francia e sempre più anche nei paesi del sud-est
asiatico.
Con questa prospettiva internazionale, Davide ci
lascia non solo il suo contributo ma anche qualche
spunto di riflessione verso i tempi che stiamo vivendo,
con uno sguardo internazionale. Capire in quale
direzione ciascuno di noi deve muovere i passi per
professionalizzarsi, è di fondamentale importanza;
non meno importante è direzionare anche la vista
oltre confini geografici e strutturali. Decidere di
varcare questi confini spetta solo al nostro coraggio:
sia direzionando i nostri obiettivi verso l’estero, sia
decidendo di crescere in Italia investendo nelle nostre
risorse e le nostre capacità per un futuro migliore.
Ringraziamo il nostro intervistato augurandogli un
“ad maiora” per il suo futuro lavorativo, sia esso oltre
confine o in Italia, augurandogli di poter investire
sempre nella sua professionalità.

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Un e-commerce oltre confine: Intervista a Davide Giampà

  • 1. Business School Un e-commerce oltre confine: Intervista a Davide Giampà Intervista a cura di Bukurije Nanushi, Elsa Terenzi, Giacomo Arminio Programma “Retail Your Talent” 2016-2017 E-COMMERCE Davide Giampà è un giovanissimo e-commerce specialist veneto, che ha scelto una formazione tecnica e successivamente più manageriale per entrare nel mondo del lavoro. Una scelta che rispecchia pienamente la visione polivalente di questo ruolo: “Si può quindi dire che sia una figura di grande esperienza, che è in grado di muoversi tanto nell’ambito tecnico quando quello commerciale e logistico”, come egli stesso dice nell’intervista che ci ha concesso. Una prima esperienza Davide la svolge in Sinervis, azienda che opera nel settore IT, per la quale si occupa principalmente di formazione informatica e tecnica. Il ruolo di Davide in questo contesto, è quello di formare le aziende attraverso consulenza, assistenza e formazione aiutandole a sviluppare la propria presenza nel web. Un ruolo questo che lo aiuta a delineare la sua strada nel mondo digitale, e dalla cui esperienza ne ricava il tecnicismo operativo, nonché la flessibilità di problem solving nelle varie richieste che si trova a fronteggiare dai clienti. Con la seconda esperienza professionale Davide esplora un nuovo ambito: quello dell’e-commerce. Entra nel team operativo dell’azienda Dalani dove si fermerà per un anno, occupandosi sia della parte di sviluppo che di quella commerciale. Da pochi mesi il nostro intervistato si è trasferito in Spagna dove lavora presso Aderal, un’agenzia web che cura la creazione e la gestione di siti dinamici ed e-commerce. Alle mansioni tecniche già consolidate, Davide in questa realtà si occupa anche della parte grafica di siti e-commerce proponendo modelli nuovi e personalizzati ai vari clienti. Visti i numerosi impegni settimanali del nostro candidato, non siamo riusciti a somministrare un’intervista diretta in video conferenza, riportiamo quindi di seguito le risposte che Davide ci ha inviato, raccontando passo dopo passo la figura dell’e-commerce specialist.
  • 2. Chi è e cosa fa un e-commerce specialist? L’e-commerce specialist è una figura professiona- le che si occupa di comprendere le necessità del cliente che vuole un sito e-commerce: progettando ed apportando soluzioni, coordinandosi con i ma- nager di settore, al fine di ottimizzare e migliorare nel tempo il proprio commercio elettronico. Una fi- gura che segue costantemente il committente del sito nel suo percorso di vendita on-line; ascoltando le sue richieste e/o proponendo cambiamenti per- sonalizzati. Quale è il percorso formativo e professionale per il tuo lavoro? Riportandovi il mio caso personale, mi sono forma- to tra lo studio come autodidatta e l’esperienza sul lavoro. Grazie a questo, sono potuto arrivare a pro- porre me stesso presso un’azienda come un profilo “completo”. Nel caso più oggettivo, posso dirvi in- vece che un e-commerce specialist dovrebbe ab- bracciare un percorso di studi principalmente com- merciale e di marketing, con un minimo di nozioni tecniche, percorso che io ho affrontato a ritroso e sul campo, in quanto mi sono specializzato prima nell’ambito tecnico e, una volta scoperto il mondo e-commerce, ho iniziato a concentrarmi sull’aspet- to di marketing. Com’è suddivisa la gestione di un e-commerce? Possiamo distinguere cinque macro aree che sono rispettivamente: 1. Marketing 2. Operation 3. Commercial 4. Creative 5. Technology Il primo svolge tutte le attività di pubblicità e pro- mozione on-line come l’ottimizzazione del SEO (posizionamento del sito), SEM (annunci a paga- mento), newsletter ed ovviamente analisi dei report. L’operations include tutto il reparto logistico (in- bound/outbound) e il supporto al cliente. Apro una parentesi di opinione personale su questo secondo punto individuando, a mio avviso, un’area dalle criti- cità maggiori in un e-commerce quella che tocca le spedizioni. Molti colossi dell’e-commerce, si stanno adeguando per garantire spedizioni in tempi rela- tivamente brevi: lo stesso Amazon si sta adoperan- do affinché in alcune città degli USA, la consegna avvenga entro tre ore dall’ordine su alcuni prodotti. Altri invece hanno fatto il loro successo mettendo in evidenza un’eccellente politica di reso, parliamo in questo caso di Zalando. In entrambi i casi emer- ge la necessita di una logistica impeccabile, che per alcune aziende non è molto sviluppata. La terza area è il reparto commerciale, che risulta composta dal team dei buyer e product manager i quali si occupano insieme all’e-commerce spe- cialist, di cercare e proporre la migliore offerta di prodotti, (nello specifico parliamo di gestione ca- talogo). Il team dei creativi si occupa di mantenere aggior- nata la grafica e lo stile del negozio elettronico, trat- tandosi di allestire una vetrina virtuale. Allo stesso tempo, insieme ai copywriter, si occupano di gesti- re le newsletter ed in generale il piano editoriale. Infine il reparto IT è responsabile di tutti i temi tecni- ci che ruotano attorno all’e-commerce: integrazio- ni, innovazioni, mantenimento e problem solving. Quest’ultimo reparto, lavora comunque a stretto contatto con i creativi ed il team logistico per le possibili integrazioni di terze parti. Quante persone gestiscono un e-commerce e quale tipologia di mansioni svolgono al suo interno? La gestione di un e-commerce, dipende sicura- mente dal volume di lavoro generato. Può essere gestito da collaboratori esterni, free lance, da un team interno all’azienda stessa, o da agenzie web che gestiscono più clienti... Anche in questo caso possono avvalersi di risorse sia interne che ester- ne, l’importante è coordinarsi in team. Il tutto resta comunque proporzionale alla mole di vendite che l’e-commerce gestisce. Vi riporto l’esempio della mia esperienza con Dala- ni: come detto è stato il mio primo lavoro nell’am- bito e-commerce, per cui quando entrai a far parte del team, eravamo in meno di 10 persone. A di- stanza di pochi mesi siamo cresciuti fino a oltre 80 dipendenti, tutti suddivisi nelle diverse aree che vi ho descritto. Io mi trovavo nell’ultima area: quella IT nella quale ero il responsabile. In questo contesto, ho avuto la fortuna di strutturare tutto il back-offi- ce tecnologico (server, rete, ecc...) anche se quan- do eravamo ancora in pochi, valeva la regola che ognuno si occupava “un po’ di tutto”. Importanza del ruolo dell’e-commerce nel mondo del retail. Secondo il tuo punto di vi- sta, c’è più futuro per un punto vendita o per l’e-commerce? L’e-commerce è la vetrina virtuale di un punto ven- dita, è ciò che ha permesso a tutti noi di entrare in una nuova dimensione di acquisto. In questo mo- mento storico non riuscirei a vedere i due “negozi”
  • 3. in modo slegato, ma è anche vero che agiscono secondo due logiche diverse: il punto vendita, ad esempio, ha degli aspetti sensoriali legati al mar- keting emozionale, che un e-commerce non potrà mai avere. Tuttavia sono sempre più gli utenti che entrano in un negozio di vendita al dettaglio (ab- bigliamento, accessori ecc...) per provarli e poi or- dinarli sul sito. Vista la costante innovazione non si riesce a ragionare in termini di futuro a lungo termi- ne, per cui si può affermare che nel breve termine i due negozi vadano abbastanza di pari passo. Cosa ti ha portato a lavorare all’estero e non in Italia? Con l’internazionalizzazione tocchiamo un tema a me caro, visto che come vi ho già anticipato lavo- ro da qualche mese in Spagna. Ho scelto di lavora- re fuori poiché l’Italia non è il paese in cui vedevo sbocchi professionali adeguati per questa profes- sione. Per questa ragione, ma più per ragioni perso- nali ho scelto di costruire il mio futuro lavorativo e personale in un altro Paese. Per quel che riguarda l’internazionalizzazione del retail direi che se un’azienda ne ha le possibilità do- vrebbe sicuramente investire all’estero. Soprattutto nel caso del Made in Italy, dove la nostra qualità artigianale parla da sola, l’azienda si troverebbe a vendere un prodotto appunto di altissima qualità e sempre ricercato da diversi segmenti di utenti. Che differenza c’è tra e-commerce in Italia e all’estero? La differenza non è tanto strutturale quanto più gestionale, diciamo che in Italia, a parte qualche big del settore, siamo più impreparati a gestire un commercio on-line. Ma qui le ragioni sono da ricercare in diversi fattori: dalla velocità di connessione, alle figure professionali richieste, alle aziende che ancora non investono in questo strumento. Tutte caratteristiche queste che trovano invece una preparazione più alta in altri contesti internazionali quali: gli USA, la Cina, il Regno Unito, la Francia e sempre più anche nei paesi del sud-est asiatico. Con questa prospettiva internazionale, Davide ci lascia non solo il suo contributo ma anche qualche spunto di riflessione verso i tempi che stiamo vivendo, con uno sguardo internazionale. Capire in quale direzione ciascuno di noi deve muovere i passi per professionalizzarsi, è di fondamentale importanza; non meno importante è direzionare anche la vista oltre confini geografici e strutturali. Decidere di varcare questi confini spetta solo al nostro coraggio: sia direzionando i nostri obiettivi verso l’estero, sia decidendo di crescere in Italia investendo nelle nostre risorse e le nostre capacità per un futuro migliore. Ringraziamo il nostro intervistato augurandogli un “ad maiora” per il suo futuro lavorativo, sia esso oltre confine o in Italia, augurandogli di poter investire sempre nella sua professionalità.