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1
Torino come stai
L’indagine sociale condotta
nei mesi di marzo e aprile 2020,
durante il primo lockdown a Torino
Novembre 2020
Un’iniziativa di
Supportata da Nell’ambito di
Indice
02.
Restituzione
01.
Introduzione
03.
Riflessioni
04.
Conclusioni
05.
Appendice
06.
Contatti
01
07
31
43
51
57
1 2
Torino come stai Torino come stai
Introduzione
01.
#Torinocomestai è un’indagine sociale condotta
nei mesi di marzo e aprile 2020 a Torino
Il progetto “Torino come stai?” è un’iniziativa citizen-centred
(centrata sui cittadini), che dà la possibilità ai torinesi di
dichiarare il percepito del proprio stato di salute fisico ed
emotivo durante il primo lockdown (marzo-aprile 2020)
attraverso una piattaforma digitale (www.torinocomestai.org).
Un aggiornamento dinamico per una lettura costante del
sentire/sentirsi dei cittadini, alimentata dai cittadini stessi
che condividono il proprio status individuale e di comunità,
rispondendo ad un questionario online estremamente
focalizzato, agile, e di facile utilizzo.
I dati sono stati raccolti con l’obiettivo di fornire una
conoscenza contestuale nell’emergenza COVID-19 e
permettere analisi, interpretazioni ed interventi mirati, anche
sostenendo le reti di prossimità attivabili o già attivate.
Il progetto ha dato voce alla cittadinanza, rendendo disponibili
dati non sensibili e permettendo a chi vorrà di sviluppare
risposte contestuali ai bisogni sociali emersi.
“Torino come stai?” è un progetto che nasce da un’idea di
Nesta Italia e SocialFare in partnership con Experientia e
TOP-IX. Il progetto è inserito nella cornice di Torino Social
Impact e supportato dalle seguenti organizzazioni di
ecosistema:
•	 Fondazione LINKS
•	 Torino Wireless
•	 Cottino Social Impact
•	 Dipartimento Cultura Politica e Società – Università di Torino
Il progetto
Cos’è “Torino come stai?”
Crediti foto: Unsplash
3 4
Torino come stai Torino come stai
Il mondo si è trovato in un’emergenza pandemica in cui sono
stati necessari strumenti per coordinare le istanze sociali e
le risposte tra i diversi attori. Le persone in isolamento, che
sono state messe in quarantena, asintomatiche o guarite dalla
malattia, sono fondamentali per supportare la gestione della
crisi e ricostruire la società civile. Con la chiusura dovuta al
COVID-19, in tutto il mondo si sono sviluppati una gamma di
strumenti mobili per la gestione dell’emergenza e monitoraggio
della fase di insorgenza dei sintomi, la più difficile da osservare
in fase preventiva. Tali approcci digitali sono utili, ma devono
essere adattati al contesto della società civile e soprattutto non
lasciare indietro o escludere nessuno.
Affrontare una pandemia non può andare a scapito della
privacy e dell’autonomia delle persone. Nel creare le
infrastrutture di emergenza si gettano le basi per una società
progressista in cui le persone hanno il controllo su come
divulgare selettivamente il loro benessere/malessere e la
gestione della vita quotidiana, con i loro pari, ma altresì per
coordinarsi con le autorità esistenti, i servizi istituzionali e i
soggetti del terzo settore.
L’emergenza COVID-19 ci ha posto di fronte alla necessità di
riorganizzarci in maniera collettiva e proattiva, ripensando tutti
le dimensioni del vivere sociale: le interazioni sociali, gli stili e
le abitudini di vita, la riorganizzazione del lavoro e dei processi
produttivi. Il cambiamento richiede azioni sistemiche ampie
che funzioneranno solo se tutti i cittadini potranno partecipare
in modo collaborativo ed attivo per definirne le soluzioni.
Questa condizione eccezionale diventa occasione per
affrontare collettivamente il presente, proponendo strategie
complementari di ripresa e rinnovamento.
Oggi, mediante la tecnologia digitale, saper organizzare una
conoscenza digitale partecipata e generativa rappresenta la
sfida per la tenuta e lo sviluppo di sistemi democratici.
Questo è un primo esempio ed esperimento in tal senso.
I nostri dati sono il nostro futuro e le tecnologie
sono a nostro servizio per una società digitale
democratica
sostiene Francesca Bria, già UN Senior Adviser on digital cities
and digital rights e advisor in Nesta Italia. Per questa ragione
la piattaforma “Torino come stai?” si colloca nella moderna
concezione di considerare i dati come un’infrastruttura
pubblica come l’elettricità, come l’acqua, le strade e l’aria
pulita che respiriamo.
A partire da marzo 2020, la piattaforma TCS e il relativo
questionario sono stati promossi fra i cittadini torinesi per
creare e nutrire la conoscenza rispetto all’importanza di usare
produttivamente e in modo collaborativo gli strumenti digitali,
perché questi possano diventare sempre più uno strumento
collettivo e non presidiato da pochi.
È stato infatti messo a disposizione dei cittadini uno strumento
di self-reporting circa le proprie condizioni psico-fisiche, con
l’auspicio che questa modalità di auto-valutazione e raccolta
delle informazioni possa in prospettiva diventare un processo
ripetibile e automatizzato per situazioni d’emergenza.
L’obiettivo finale del questionario è stato quello di monitorare
l’eventuale insorgenza di sintomi che potessero essere
correlatai al COVID-19, inserendo “Torino come stai?” in un
sistema di prevenzione della malattia, su una fascia temporale,
quella iniziale, che non viene monitorata in maniera capillare
e sistematica. I sintomi più lievi, quali febbre e tosse, possono
essere un importante campanello d’allarme che può innescare
Scopo
Modalità
Background
“
5 6
Torino come stai Torino come stai
La survey
La survey #Torinocomestai è stata nello specifico un’indagine
sociale condotta nei mesi di marzo e aprile 2020 a Torino.
L’Italia è stata la prima nazione europea ad essere interessata
dal COVID-19 con la pandemia localizzata principalmente
nel Nord Italia, in particolare nelle Regioni di Lombardia e
Piemonte. A seguito dell’individuazione delle prime infezioni,
il 21 febbraio 2020 le autorità nazionali hanno messo in atto
un numero crescente di restrizioni volte a contenere l’epidemia
e a ritardare il picco epidemico. Sono state innanzitutto
chiuse scuole e università, limitati i raduni sociali, chiusi bar e
ristoranti e disposto l’ordine di soggiorno a domicilio.
Il 12 marzo 2020 sono state chiuse tutte le attività e i servizi
non essenziali, mettendo di fatto il Paese in isolamento, il
cosiddetto lockdown. Nei mesi di marzo e aprile, quando la
popolazione non doveva uscire per lavoro, si è trovata confinata
in casa, in un contesto caratterizzato da grande incertezza e
insicurezza.
interventi mirati e anticipati da parte delle istituzioni: poter
avere il dato a livello di quartiere avrebbe permesso una lettura
più accurata dell’evoluzione del fenomeno.
Come hanno vissuto le persone e le famiglie torinesi
durante l’isolamento a casa? Si sentivano fiduciosi?
Chi erano coloro che si dichiaravano più impauriti?
C’erano servizi essenziali ai quali non si riusciva ad
accedere? E infine, c’erano zone della città dove la
paura era più diffusa?
Di seguito la macro struttura del questionario, per il dettaglio
delle domande si rimanda all’appendice.
Queste le domande alle quali l’indagine #Torinocomestai prova
a dare risposta.
Argomento Descrizione
Anagrafica genere, fascia età
Cap di Torino
Condizione abitativa
da soli, in coppia, più di tre
persone
Condizione occupazionale studente, occupato, altro
Luogo lavorativo in casa, fuori casa
Carico di cura si/no; figli, genitori
Accessibilità ai servizi e
importanza
sì/no; lista di servizi
Condizione emotiva
fiducioso/impaurito/
rassegnato
Messaggio ai concittadini testo libero, opzionale
Fig.1 • Macrostruttura del questionario
7 8
Torino come stai Torino come stai
Metodologia e campione
dei rispondenti
La metodologia seguita, adottata anche in altri studi sui
vissuti durante la pandemia, è di tipo quantitativo, con un
questionario strutturato somministrato tramite metodologia
CAWI, ossia Computer Assisted Web Interview [1].
L’area geografica di
diffusione della survey
ha interessato tutta
la municipalità di
Torino e la
popolazione
coinvolta è
rappresentata dai
torinesi di 18 anni e
più. Le analisi condotte
sono state pesate per
genere e età in modo da
essere rappresentative per i
residenti al 31/12/2019.
Il campione di coloro che hanno risposto è di 5.866 casi.
La maggioranza dei soggetti coinvolti nell’indagine appartiene
alla fascia di età centrale tra i 26 e i 55 anni, includendo sia
uomini sia donne. Sono inoltre per la maggior parte occupati o
in altra condizione (inattivi, disoccupati e pensionati).
Restituzione
02.
Fig.3 • Classi di età e genere del campione
Uomini
Donne
Fig.2 • Distribuzione dei rispondenti
Vengono presentati di seguito i risultati dell’analisi
del campione e di come la sua condizione abitativa,
occupazionale e del carico di cura abbia inciso
sullo stato emotivo delle persone
Crediti foto: Unsplash
9 10
Torino come stai Torino come stai
Condizione abitativa:
chi ha vissuto da solo e
chi in convivenza
Solo in un quarto dei casi gli intervistati hanno vissuto da soli,
mentre negli altri casi hanno passato i mesi di confinamento
con altri familiari o coinquilini. Coloro che erano soli hanno
avuto maggiore probabilità di essere nella fascia over 65 anni e
in altra condizione lavorativa, verosimilmente pensionati.
Fig.4 • Condizione abitativa per genere
In due Soli
In tre o più
Uomini
Donne
Fig.6 • Condizione abitativa per condizione occupazionale
In due Soli
In tre o più
Studenti
Occupati
Altro
Fig.5 • Condizione abitativa per classe di età
In due Soli
In tre o più
18-25
26-35
36-45
46-55
56-65
65+
11 12
Torino come stai Torino come stai
Fig.8 • Luogo lavorativo per genere
Fuori casa
In casa
Uomini
Donne
Fig.9 • Luogo lavorativo per classe di età
Fuori casa
In casa
26-35
36-45
46-55
56-65
Luogo lavorativo: chi è uscito
e chi ha lavorato da casa
Analizzando la condizione degli occupati, 1 su 5 si è trovato a
vivere da solo e 1 su 3 ha svolto la propria attività lavorativa
fuori casa. In particolare, all’aumentare dell’età aumentava
anche la probabilità di lavorare fuori casa tra gli occupati.
Questo dato potrebbe far pensare che i più giovani abbiano
avuto più chances di svolgere il proprio lavoro in modalità
home working.
Fig.7 • Condizione occupazionale per genere
Occupati Altro
Studenti
Uomini
Donne
Crediti foto: Unsplash
13 14
Torino come stai Torino come stai
La condizione occupazionale sembra essere stata associata
a maggiori timori. Gli occupati più spesso si sono dichiarati
impauriti, in particolare se nei mesi di confinamento non hanno
potuto lavorare da casa. Dover uscire di casa per lavorare
sembra esser stato dunque un elemento rilevante nel vissuto
degli intervistati.
La condizione occupazionale
Fig.12 • Condizione emotiva per condizione occupazionale
Fiduciosi
Impauriti
Rassegnati
Studenti
Occupati
Altro
Fig.11 • Condizione emotiva per classe di età
Fiduciosi
Impauriti
Rassegnati
Durante i mesi di isolamento:
fiduciosi, impauriti o rassegnati
Nel questionario è stato chiesto ai partecipanti di indicare
come si sentivano in generale. Tra coloro che hanno risposto,
circa la metà si è dichiarata fiduciosa, a fronte del 26% di
impauriti e del 21% di rassegnati. Questi ultimi sono con
maggiore probabilità giovani tra i 18 e i 25 anni.
La classe di età di coloro che si sono sentiti più impauriti e al
contempo meno fiduciosi è stata invece quella dei 36-45enni.
Rappresentano la fascia di età centrale e allo stesso tempo
quella con maggiore probabilità di essere stata occupata,
spesso svolgendo il lavoro fuori casa, di vivere con altri e di
avere carichi di cura.
Fig.10 • Condizione emotiva per genere
Fiduciosi
Impauriti
Rassegnati
Uomini
Donne
15 16
Torino come stai Torino come stai
Accesso ai servizi
Una delle condizioni che ha influenzato maggiormente fiducia,
paura e rassegnazione ha riguardato la difficoltà di accesso ai
servizi. Meno di un rispondente su 10 ha però dichiarato di non
essere in grado di accedere a tutto ciò che gli serviva.
Andando a vedere quali sono stati i servizi più frequentemente
indicati come di difficile accesso, si osserva che i tre
più frequenti sono stati i servizi di connettività digitale,
l’accesso a stampanti e i servizi integrativi per istruzione ed
apprendimento. L’esclusione digitale è congruente con il profilo
di coloro che hanno risposto di avere maggiori difficoltà, ossia
i giovani sotto i 25 anni, che probabilmente in molti casi prima
del lockdown accedevano a questi servizi fuori casa.
Fig.16 • Servizi ai quali si è dichiarato di aver difficoltà di accesso
(meno di 1 rispondente su 10)
Fig.15 • Condizione emotiva per carichi di cura di figli e genitori
Fiduciosi
Impauriti
Rassegnati
Cura dei
figli
Cura dei
genitori
Fig.14 • Condizione emotiva per carichi di cura
Fiduciosi
Impauriti
21,1%
Rassegnati
Nessun
carico
Cura di
qualcuno
Carichi di cura
Un’altra condizione associata al dichiararsi fiduciosi o impauriti
ha riguardato i carichi di cura. Chi si è trovato a doversi
prendere cura di qualcuno - un familiare, un amico o un vicino -
ha riportato con maggiore frequenza paura e minore fiducia.
In particolare, è il carico dei figli che sembra aver influenzato
maggiormente l’essere intimoriti, con un aumento della
probabilità di circa 10 punti percentuali. La cura dei genitori è
associata a un incremento di coloro che si sentono impauriti di
circa 6 punti percentuali.
Fig.13 • Condizione emotiva per luogo lavorativo
Fiduciosi
Impauriti
Rassegnati
Fuori casa
In casa
17 18
Torino come stai Torino come stai
Il contesto torinese è noto per essere particolarmente
eterogeneo dal punto di vista della distribuzione delle risorse
per quartiere. A fronte di una zona più ricca nel centro storico
e nella collina a est della città, vi sono delle aree di forte
disagio, in concomitanza delle periferie nord e sud.
Per osservare come stavano gli intervistati in base al territorio
di appartenenza sono stati raggruppati gli intervistati in decili
(definiti esclusivamente a partire dalla distribuzione statistica) e
riportati su una cartografia del Comune di Torino.
Aree di maggiore diffusione di
fiducia, paura o rassegnazione
FALCHERA
CENTRO
MADONNA
DEL
PILONE
MADONNA DI
CAMPAGNA
VALLETTE
AURORA
SAN
SALVARIO
BORGO PO
NIZZA
MILLEFONTI
LINGOTTO
PARELLA
CROCETTA
SANTA
RITA
BORGO
VITTORIA
MIRAFIORI
SUD
POZZO
STRADA
BORGO
SAN PAOLO
CIT TURIN VANCHIGLIA
BARRIERA
DI MILANO
BERTOLLA
VILLARETTO
LUCENTO
SASSI
CAVORETTO
FILADELFIA
CENISIA
BARCA
SAN
DONATO
CAMPIDOGLIO
REBAUDENGO
REGIO
PARCO
BORGATA
LESNA
MIRAFIORI
NORD
% Popolazione
tra i 18-25 anni
% Popolazione
con carichi di cura
% Popolazione
che si dichiara fiduciosa
% Popolazione
tra i 36-45 anni
% Popolazione
occupata
% Popolazione
che si dichiara impaurita
% Popolazione
con 65 anni
% Popolazione
che lavora fuori casa
% Popolazione
che si dichiara rassegnata
19 20
Torino come stai Torino come stai
Le mappe sulla distribuzione della paura, quasi del tutto
speculari a quelle della fiducia, mostrano che condizioni
sociali ed economiche migliori sembrano essere associate a un
maggiore diffusione della fiducia. Al contrario si sono dichiarati
spaventati con più probabilità coloro che si trovavano oltre la
Dora, nel quartiere Barriera di Milano e verso Sud in quello
nell’area dei Mercati Generali.
Infine, presentiamo ancora un’analisi multivariata che tiene
conto delle varie caratteristiche illustrate sopra. In particolare,
mostriamo come vi siano condizioni che influenzino la
probabilità di essere spaventati, mentre altre proteggano da
questa sensazione.
In generale essere una donna tra i 36 e i 45 anni, che vive con
altri (due, tre o più persone), con carichi di cura e che lavora
fuori casa significa essersi trovate con più probabilità ad avere
paura. In questo caso si sono dichiarate spaventate circa una
donna su due. La probabilità si dimezza e scende a un caso
ogni quattro se cambiamo il genere: uomini tra i 36 e i 45 anni,
che vivono con altri, hanno carichi di cura e lavorano fuori
casa.
Al polo opposto dei meno spaventati si trovano gli uomini con
più di 65 anni, in altra condizione (verosimilmente pensionati)
che vivono da soli e non si devono prendere cura di nessuno.
In questo caso la probabilità di essere spaventati scende al 10%
circa. Se cambiamo il genere, la probabilità quasi raddoppia
arrivando al 18,5%, ma rappresenta per le donne il profilo con
la minore probabilità di essere spaventate.
Tra questi due poli si inserisce un profilo intermedio, quello
della coppia di giovani conviventi tra i 27 e i 35 anni che
lavorano a casa, senza carichi di cura.
I profili identificati sono complementari alla probabilità di
essere fiduciosi.
Le caratteristiche che hanno
inciso maggiormente su
fiducia e paura
Genere
Uomini
Donne
Classe di età
18-25
26-35
36-45
46-55
56-65
65+
Con chi si vive
Solo/a
In due
Tre o più
Stato occupazionale
Lavoro fuori casa
Lavoro in casa
Altro
Carichi di cura
Nessun carico
Cura di qualcuno
Fiducia
1
0,5
0
-0,5
-1
Paura
1
0,5
0
-0,5
-1
Fig.15 • Le caratteristiche che incidono su fiducia e paura
21 22
Torino come stai Torino come stai
A seguito dell’analisi quali-quantitativa dei dati ricevuti, sono
stati creati dei profili archetipici [2] per rappresentare dei
gruppi di utenti, dal più preoccupato al meno preoccupato:
•	La madre lavoratrice apprensiva
•	Gli smartworker resilienti
•	Il pensionato cauto
Si tratta di profili fittizi descritti da tratti caratteristici:
anagrafica, composizione del nucleo familiare, canali di
comunicazione utilizzati e livello di preoccupazione rispetto
alla pandemia in corso. Questi tratti danno vita ai profili,
che seppur artificiosi, si basano su dati reali ed aumentano
la comprensione dei vincoli di cui tener conto quando si
progettano servizi o politiche.
I profili che emergono
Restate a casa, preservate la vita
dei vostri familiari e quella delle
persone intorno a noi. Dobbiamo
pensare agli altri più che a noi
stessi!
“
La madre lavoratrice apprensiva
Età
41
Stato
occupazionale
Occupata,
lavoratrice fuori
casa
Con chi vive
Marito e due figli
Carico di cura
Due figli (8, 6)
Come si tiene
in contatto
Chiamata,
videochiamata,
messaggi e
social network
(WhatsApp,
Facebook)
Paola è una madre lavoratrice e vive con il marito e i figli di
8 e 6 anni. Il suo lavoro non può essere svolto da remoto e
nonostante il lockdown, durante la settimana deve recarsi
sul luogo di lavoro.
Dover uscire tutti i giorni la preoccupa, creandole uno stato
d’ansia continuo, perché è consapevole del rischio che corre
e fa correre alla famiglia. Solo in casa si sente al sicuro.
Tra casa e lavoro ha tante cose di cui occuparsi e non può
permettersi di ammalarsi: vorrebbe essere più presente per
poter aiutare i figli con la didattica a distanza, al momento
seguiti dal marito che lavora da casa.
Presta sempre massima attenzione
limitando i contatti, sanificando le
superfici in casa e cercando di ridurre
gli altri spostamenti all’essenziale.
Profilo con più alto livello di preoccupazione
23 24
Torino come stai Torino come stai
Il pensionato cauto
Età
67
Stato
occupazionale
Pensionato
Con chi vive
Nessuno
Carico di cura
No
Come si tiene
in contatto
Chiamata,
talvolta
videochiamate
e social network
(WhatsApp)
“
Profilo con più basso livello di preoccupazione
Gli smartworker resilienti
Età
32
Stato
occupazionale
Occupata,
lavoratrice in
home working
Con chi vive
Con il compagno
Carico di cura
No
Come si tiene
in contatto
Videochiamata
singola e di
gruppo, dirette
social (WhatsApp,
Instagram, Facebook,
Skype, Hangout,
Zoom)
Profilo mediamente preoccupato
“
Elena e il suo compagno Fabio possono lavorare entrambi
da remoto. Durante il lockdown hanno dovuto riorganizzare
gli spazi in casa, ma non hanno avuto grossi impatti sulla
vita lavorativa.
La principale preoccupazione di Elena è per suoi i genitori,
ormai anziani, che vivono in un’altra regione e non vede da
diverse settimane. Li sente giornalmente per sapere come
stanno e se necessitano di qualcosa.
La presenza di Fabio la rassicura nei momenti di maggiore
incertezza: lui è certo che si tratti di una situazione
temporanea, che si risolverà e tornerà presto
alla normalità.
Per resistere in casa, hanno adattato i
loro ritmi di vita alla situazione:
coltivano nuovi interessi, fanno
acquisti online ed escono solo
per buttare la spazzatura.
È dura, ma in qualche
modo finirà. Cerchiamo
di resistere abbracciando
i cambiamenti e usando
questo tempo per
imparare a rallentare.
Alberto è in pensione da un paio di anni, vive da solo e
non deve occuparsi di altre persone, se non di amici e cari
in caso di necessità. Ha una rete sociale ampia ed attiva:
dedica il tempo agli amici e ai suoi hobby.
Come tutti, la pandemia ha colto Alberto di sorpresa, ma
anziché vivere questo momento con paura e timore, è certo
che si tratti di una situazione passeggera in cui occorre
essere positivi e fiduciosi.
In un momento così critico, è consapevole di essere
fortunato: non deve preoccuparsi di avere una continuità
lavorativa, di esporsi troppo perché obbligato ad uscire, di
essere direttamente responsabile della salute di qualcuno.
Rispetta le restrizioni del lockdown, ma non
rinuncia ad uscire per fare due passi e la
spesa. Continua a gestire il suo tempo
a casa come ha sempre fatto, ma
sente più spesso gli amici
telefonicamente, rispetto ad
incontrarli di persona.
Vorrei vedere alla fine
di questo periodo una
città con la forza di
riprendersi, ma anche
dotata di maggior
consapevolezza e
sensibilità verso i
problemi dei più deboli.
25 26
Torino come stai Torino come stai
A chiusura della survey c’era la possibilità di lasciare un
messaggio ai propri concittadini, tramite testo libero, in
forma anonima e facoltativa. Su 5886 compilazioni ricevute
della survey, circa 3000 utenti hanno voluto lasciare un
loro messaggio. Su questa porzione del dataset è stata fatta
un’analisi qualitativa esplorando le risposte per categorie di
sentimento, ossia: fiducia, preoccupazione, rassegnazione con
lo scopo di vedere tramite osservazione empirica se e quali
tipologie di contenuto fossero emersi.
Emerge che ci sono principalmente messaggi di
incoraggiamento ed esortazione al rispetto delle normative,
in entrambi i casi ci si appella al senso civico, alla necessità di
pensare alla salute collettiva dove ognuno può contribuire nel
suo piccolo a fare la propria parte.
Tutti i messaggi esprimono solidarietà e positività, anche da chi
ha espresso di aver paura:
Infine, in maniera trasversale e con frequenza maggiore nei
messaggi dei fiduciosi, ci si rivolge al futuro, al post-lockdown
augurandosi di fare tesoro dell’esperienza vissuta:
I messaggi dei rassegnati spesso contengono richieste e
indicazioni pratiche su come comportarsi per arginare il
contagio:
State a casa e non andate in giro passeggiando come
se nulla fosse, bisogna rispettare noi stessi e la
salute altrui ergo..uscite solo per necessità primarie
quali spesa, farmacia o lavoro.
Donna, rassegnata
State a casa, fermatevi, guardatevi dentro, guardate
oltre, Cogliete la bellezza collaterale, guardate
il disegno più grande...ciò che a prima vista può
sembrare una catastrofe, si può rivelare una grande
opportunità di cambiamento a livello mondiale e di
crescita personale.
Donna, fiduciosa
Chi può faccia la spesa in settimana e non il sabato,
per tutelare i lavoratori settimanali che fanno la
spesa il sabato.
Uomo, rassegnato
Vivo in un monolocale da 30mq, sto affrontando
tutto totalmente da solo con le mie paure. Lontano
1200km da casa, lontano dai miei 2 amici fidàti.
Quando mi sento “il più disgraziato” penso a chi ci
sta lasciando le penne per cui la mia “reclusione”
in casa diventa all’improvviso un atto di altruismo
verso il prossimo. Insieme, con qualche oculato
sacrificio, potremo farcela! All best.
Uomo, impaurito
“
“
“
“
Messaggi dai cittadini ai
cittadini: incoraggiamento e
riscoperta della dimensione
temporale e domestica
Si tratta di un campione complessivamente coscienzioso, molto
rispettoso e con alto senso civico, che ha vissuto il lockdown
con serietà. I temi che ricorrono possono essere riassunti nei
seguenti punti:
Collaborazione,
lavoro di rete
Cura e
relazioni
Equilibrio
psico-fisico
Ritmo sostenibile,
lentezza
27 28
Torino come stai Torino come stai
Ogni persona ha sviluppato più attenzione e intenzionalità
rispetto alle proprie azioni: alla scelta della persona da
chiamare o dell’esercizio commerciale in cui andare a comprare
corrisponde una volontà specifica di supportare moralmente o
economicamente l’altro.
C’è anche molta sensibilità verso il tema dell’equilibrio
psicofisico, spesso accompagnata da appelli all’empatia
e comprensione verso i comportamenti altrui, nonché
esortazione a esprimere malessere e richiesta d’aiuto:
Si osserva una riscoperta della dimensione domestica, delle
relazioni familiari per chi conviveva, ma anche della video/
chiamata di cortesia ad amici e parenti a distanza. Un
riappropriarsi di ritmi meno frenetici, rallentati e dedicati ad
attività quali la lettura, la cucina, l’attività fisica domestica per
tenersi impegnati. Da molti il lockdown è stato anche vissuto
come momento di introspezione, un’opportunità per fermarsi e
porsi delle domande, osservare quali abitudini nuove si stanno
adottando per poi capire quali modifiche apportare al proprio
stile di vita anche nel post-lockdown.
Vorrei tanto che si fosse fiduciosi per il domani e
soprattutto vorrei che si smettesse di dare adito a
tutte le stupide fake che girano in questo momento.
Leggere libri, non stare ore davanti alla TV che ci
massacra con continue notizie, poi neanche così
chiare, di infetti, guariti, morti e quant’altro. Penso
che un TG al giorno sia più che sufficiente. Stiamo
con i nostri figli, riscoprire se stessi, leggere libri che
da tempo si avrebbe voluto leggere, riscoprire film
non visti o che ci avevano emozionati nella nostra
giovinezza. Insomma riscoprire una vita meno
frenetica ed ansiosa per ritrovare se stessi.
Uomo, fiducioso
Quando tutto questo sarà finito, prendiamoci
cura delle cose preziose che abbiamo imparato e
sperimentato (l’aria poco inquinata, le relazioni, il
tempo per gli altri, la lentezza, gli spazi di creatività
e di riflessione, la lettura), difendiamole, facciamole
continuare, nelle nostre vite personali, ma anche e
soprattutto come sfide politiche.
Donna, fiduciosa
Pensare agli altri prima che a voi stessi. Chiedete
ai vicini se hanno bisogno di aiuto. Telefonate ad
amici, parenti, conoscenti e chiedete “Come stai”.
Donna, fiduciosa
Aiutiamo le piccole aziende e gli autonomi che
sono davvero in difficoltà. Evitiamo le speculazioni.
Torniamo ad economie territoriali, per il bene di
tutti.
Uomo, fiducioso
Chiedete aiuto! Non rimanete con un dubbio o una
necessità.
Donna, fiduciosa
“
“
“
“
“
Non impazzite e non guardatevi male quando siete
in giro.
Uomo, fiducioso
Dentro di voi c’è una grande energia positiva.
Abbiate preoccupazione, timore, paura se
necessario. Solo i pazzi non hanno paura. Ma
non lasciate che quei sentimenti vi divorino, vi
schiaccino. Grazie
Donna, fiduciosa
“
“
29 30
Torino come stai Torino come stai
Rispettiamoci l’un l’altro. Non aggrediamoci ai
balconi o in coda fuori dal supermercato. Ognuno ha
una propria stabilità/instabilità emotiva. Reagiamo
da comunità, non da singoli individui. Aumentiamo
la nostra tolleranza d’animo, cerchiamo di esser
più comprensivi verso scelte differenti dalle nostre
perchè non conosciamo ogni singola storia di vita e i
vissuti di ogni persona.
Donna, impaurita
Essere spaventati non vuol dire non reagire, quindi
è necessario pensare a come fare per ridurre anche
solo un po’ tensione e depressione e continuare
ad avere una normalità quotidiana che ci sostenga
e tenga allenati psicologicamente per poter alla
fine ripartire più in fretta, perché farlo sarà molto
difficile
Donna, impaurita
Bisogna sentirsi come un anello di catena, nessuno
deve venir meno alle proprie responsabilità,
altrimenti compromette la solidità e l’efficacia. Solo
insieme si vince!
Uomo, impaurito
Troviamo dei momenti in cui pensare in positivo,
mettendo da parte almeno un po’ la paura.
Pensiamo a come potremmo essere utili ora e in
futuro per la collettività.
Uomo, impaurito
“
“
“
“
In generale si osserva una acquisita consapevolezza
sull’interdipendenza tra le parti, la pandemia riguarda tutti
senza distinzione anagrafica, condizione economica o altro e
occorre collaborare in modo coordinato agendo con spirito
comunitario.
31 32
Torino come stai Torino come stai
La piattaforma nata come esperimento ci mostra come sia
possibile, tramite l’uso partecipato delle tecnologie digitali,
realizzare un canale di raccolta dei bisogni dal basso, che possa
fungere da monitoraggio leggero sullo stato di benessere del
territorio, utile sia ai servizi territoriali che alla cittadinanza
stessa per aumentare la propria consapevolezza.
Ci si sposterebbe in questo modo dall’attuale modello
di pronto intervento a un modello preventivo che
rappresenterebbe per i decisori pubblici uno strumento
in più per valutare a quali aree prestare attenzione e quali
rimodulazioni attuare in risposta ai bisogni che emergono.
Questo paradigma chiamato crowdsourcing data collection [3],
approfittando della pervasività dei mezzi digitali, realizza
infatti una raccolta dati collaborativa, capillare e puntuale,
direttamente dagli utenti finali, permettendo di osservare nel
tempo un fenomeno e agire tempestivamente all’insorgere di
segnali di attenzione o superamento di soglie critiche.
Il tema della preparedness1
è noto a tutti quegli scenari che
ricadono nella gestione delle emergenze in cui c’è bisogno di
catturare la fotografia del momento in contesti molto dinamici
che cambiano velocemente e che difficilmente si riesce a
fermare con i media tradizionali. Numerosi gli esempi di
piattaforma aperta in ambito europeo ed internazionale per
raccogliere segnalazioni geolocalizzate di incidenti e risorse
dal territorio in caso di disastri naturali quali terremoti,
alluvioni, incendi (ad esempio piattaforme come I-react e
Micromappers), ma il crowdsourcing trova applicazione anche
come strumento di attivismo sociale (activism mapping e
citizen journalism) in aree geopoliticamente poco stabili come
insegna Ushaidi, piattaforma di raccolta dati nata durante
1. Processo coordinato e continuo di pianificazione e messa in opera di attività riviste
sulla base del monitoraggio dei risultati.
Il modello di crowdsourcing
Riflessioni
03.
Crediti foto: Unsplash
Considerazioni sul modello di crowdsourcing
data collection applicato alla sorveglianza
attiva in contesto pandemico e casi studio
in ambito europeo e internazionale
33 34
Torino come stai Torino come stai
le elezioni presidenziali in Kenya del 2007 per raccogliere
testimonianze oculari di scontri e violenze non riportate dai
media ufficiali. Le segnalazioni venivano inviate per e-mail e
messaggi di testo e poi geolocalizzate una mappa creando un
archivio temporale e geospaziale degli eventi.
L’utente cittadino diventa così sentinella attiva del proprio
territorio, contribuendo al quadro generale secondo la propria
volontà e disponibilità di tempo. A seconda della progettazione
della piattaforma, la partecipazione può avvenire in forma
anonima o pubblica, in ogni caso la restituzione è sempre in
forma aggregata senza che vi sia possibilità di risalire ai dati
sensibili del singolo utente.
Per favorire una partecipazione diffusa, una piattaforma aperta
massimizza quindi l’accessibilità in ingresso ma è anche più
soggetta a rumore. Occorre quindi prevedere nel processo di
raccolta dei meccanismi e attività di scrematura e pulizia del
dato prima che esso venga analizzato.
Un altro aspetto di cui tenere conto è la difficoltà nel reperire
informazioni continuative nel tempo unito alla mancanza di
informazioni rispetto alle situazioni regolari, infatti ciò che di
solito accade nei contesti emergenziali è che una situazione
venga segnalata ai canali ufficiali istituzionali solo se è anomala,
quando è ordinaria non se ne ha visibilità.
Poter recuperare anche in parte quella porzione informativa
sarebbe invece quanto mai prezioso per avere un quadro
più completo dell’impatto generato sulla popolazione
di riferimento e intercettare prima del tempo segnali di
attenzione. Sistemi di data crowdsourcing tramite piattaforme
web o applicazioni mobile costituirebbero un’opportunità agile
per colmare il gap informativo di questo tipo e complementare
i flussi informativi a cui accedono i servizi pubblici,
aumentando la capacità di comprensione di una situazione in
continua evoluzione.
La piattaforma di “Torino come stai?” nel periodo marzo-aprile
2020 ha dimostrato di essere efficace nel misurare il benessere
mentale delle persone e individuare correlazioni con condizioni
specifiche quali il carico di cura, la situazione familiare e
lavorativa. Nello stesso periodo diverse iniziative pubbliche e
private hanno cercato di rilevare, a livello nazionale, europeo
o globale, lo stato di benessere della popolazione dando così
il loro contributo alla ricerca. Si tratta di progetti realizzati in
diversa misura da realtà accademiche, enti del terzo settore,
strutture internazionali.
Le piattaforme di data crowdsourcing messe a disposizione
della popolazione presentano una varietà di finalità e
realizzazione che possiamo ricondurre alle seguenti categorie:
sullo stato interiore collettivo tramite la condivisione di contenuti
geolocalizzati dai cittadini ai cittadini. Si tratta di mappe e bacheche
virtuali che raccolgono espressioni della vita emotiva delle persone
in lockdown da tutto il mondo, in forma scritta, sonora, fotografica:
spazi di condivisione virtuale che supportano il bisogno di comunanza
molto reale, espresso con piccole registrazioni o pensieri tratti da
momenti quotidiani.
tramite mappatura dei sintomi influenzali o raccolta dati sullo stato
di benessere psico-fisico in forma di auto-report tramite questionari
online, via desktop o app mobile. Attraverso una chiamata aperta,
i cittadini possono aderire alle seguenti iniziative registrandosi al
portale e dedicando del tempo a compilare una survey. In alcuni
casi la survey è ripetuta nel tempo e l’utente riceve un reminder.
All’interno della piattaforme spesso ci sono risorse tematizzate,
community per scambio di esperienze e linee dirette con servizi
professionali. La restituzione solitamente avviene tramite la
condivisione di report digitali che vengono aggiornati e notificati
tramite mailing list o attraverso infografiche e mappe consultabili
direttamente sulle piattaforme originarie.
Piattaforme di storytelling
1.
2. Piattaforme di monitoraggio e sorveglianza attiva
riguardo la salute mentale, continuamente aggiornate a supporto
della popolazione.
3. Piattaforme di raccolta risorse e informazioni
35 36
Torino come stai Torino come stai
Di seguito una selezione di piattaforme che hanno condotto
raccolta dati e osservazione sullo stato di benessere dei
cittadini nei mesi del lockdown e oltre, interessanti per uno o
diversi aspetti quali il target a cui si rivolgono, la rete che hanno
attivato, le modalità di compilazione agile, la restituzione visiva
immediata.
Un’iniziativa realizzata da un gruppo internazionale di giovani
urbanisti che durante un periodo di auto-quarantena ha raccolto
e diffuso storie di città e cittadini di tutto il mondo tra metà marzo
e maggio 2020, per un totale di 150+ storie. Volevano offrire una
piattaforma ai cittadini per condividere le loro esperienze e riflessioni
durante il lockdown, offrendo prospettive particolari e alternative
anziché dare risonanza alle immagini distopiche delle strade
abbandonate che dominavano le coperture dei media.
Wish I Were There nasce dalla consapevolezza che la cosa migliore
che si possa fare durante la pandemia sia rimanere a casa. Se
nell’isolamento i luoghi preferiti sembrano costellazioni lontane,
attraverso una piattaforma collettiva gli utenti possono costruire la
mappa dei loro sogni, con tutti i posti del cuore anche se costretti
a casa. Condividere questi desideri permette di creare vicinanza,
nonostante tutto. Wish I Were There è un progetto di TODO, uno
studio di design dove fisico e digitale, tecnologia e sensibilità umana
compongono ecosistemi di comunicazione che permettono alle
persone di emozionarsi e imparare. Wish I Were There è un progetto
realizzato interamente in remoto, durante il lockdown.
Piattaforme di storytelling collettivo tramite
messaggi geolocalizzati:
1.
Spreadstoriesnotthevirus
www.spreadstoriesnotthevirus.com
https://wishiwerethere.xyz
Wish I Were There
Casi studio
“Con innumerevoli comunità e paesi in tutto il mondo che entrano in
lockdown e si allontanano socialmente per combattere la pandemia
https://citiesandmemory.com/covid19-sounds
Citiesandmemory
37 38
Torino come stai Torino come stai
Covid Measures è un tracker dei cittadini delle misure governative,
delle linee guida e dell’impatto umano del coronavirus con una
presenza in oltre 140 paesi in tutto il mondo. Attraverso dati
istituzionali e di crowdsourcing, la piattaforma costruisce un
quadro accurato di come questa crisi stia colpendo i cittadini di
tutto il mondo. I visitatori che sono disposti a condividere le loro
conoscenze, la loro esperienza e le loro opinioni su questa crisi
possono compilare una survey settimanale che serve ad alimentare
la misurazione di impatto delle misure governative prese nei diversi
contesti nazionali.
Ricerca sulla salute e benessere delle donne incinte e dopo il parto
durante la pandemia COVID-19 condotto dal Registro internazionale
dell’esposizione al coronavirus in gravidanza (IRCEP) che ha arruolato
Covidmeasures (impatto misure governative)
IRCEP, International Registry of Coronavirus
Exposure in Pregnancy
https://www.covidmeasures.info/#/home
https://survey.pregistry.com/
Influweb è un progetto che raccoglie informazioni sullo stato
di salute delle persone in Italia. Si basa sui report che migliaia
di volontari inviano ogni settimana. Consente di raccogliere
informazioni complementari ai dati provenienti da medici e ospedali
liberali. Permette di seguire l’evoluzione di COVID-19, conoscere
le caratteristiche e i comportamenti dei malati, nonché conoscere
i sentimenti e la vita della popolazione riguardo a questa malattia.
E’ l’unico sistema riconosciuto dall’Istituto Superiore di Sanità per
studiare i sintomi presentati dai malati che non fanno ricorso al
sistema sanitario.
OggiComeStai è un servizio pubblico sperimentale sviluppato dal
Comune di Bergamo e A.T.S. Bergamo, per monitorare la diffusione
del Coronavirus sul territorio bergamasco e sapere ogni giorno
come stanno i cittadini residenti e i loro familiari. Tramite web app
è possibile fornire e aggiornare quotidianamente le informazioni
relative a sintomi, movimenti e andamento dei test e di trasmetterle
alle autorità sanitarie.
ComeStai è un sistema online ideato per i medici che permette
di fornire una anamnesi dedicata al COVID-19 e consente un
monitoraggio dello stato di salute.
I ricercatori e un team di volontari di Pinterest hanno sviluppato
How We Feel, un’app che utilizza l’analisi dei big data per colmare
le lacune di informazioni create da una carenza di test. L’app chiede
agli utenti di effettuare il check-in ogni giorno per rispondere a un set
di domande su come si sentono, eventuali sintomi, la loro famiglia e
il loro comportamento. Ogni invio è collegato a un codice postale,
ma non vengono raccolte informazioni di identificazione. Questi
dati vengono aggregati e poi condivisi con ricercatori e agenzie di
sanità pubblica che possono monitorare la pandemia a livello locale.
Condividere questi dati aiuta scienziati e ricercatori a trovare nuovi
hotspot e identificare le popolazioni che potrebbero essere a rischio.
I dati possono anche rivelare quali misure sanitarie stanno avendo
l’impatto più rapido in modo da poter applicare tali apprendimenti in
altre aree.
Influenzanet è la rete europea per monitorare l’attività della malattia
simil-influenzale (ILI) con l’aiuto di volontari via Internet. È operativo
in nove paesi. In contrasto con il sistema tradizionale delle reti
sentinella di medici principalmente di base, Influenzanet ottiene i
suoi dati direttamente dalla popolazione. Questo crea un sistema di
monitoraggio veloce e flessibile la cui uniformità consente il confronto
diretto dei tassi ILI tra i paesi.
Piattaforme di mappatura dei sintomi influenzali
o raccolta dati sullo stato di benessere
psico-fisico in forma di auto-report tramite
questionari online, via desktop o app mobile:
2.
Influweb e Influenzanet (sorveglianza attiva)
Oggi Come Stai (ispirato a “Torino come stai?”, aprile 2020)
ComeStai (ispirato a “Torino come stai?”, fine marzo 2020)
How i feel (sorveglianza attiva)
https://www.influweb.it
https://www.oggicomestai.it/
https://www.comestai.org/
https://howwefeel.org/
http://www.influenzanet.info/
di COVID-19, il mondo è attualmente un posto molto diverso.”
Citiesandmemory è una piattaforma che raccoglie registrazioni di
suoni ambientali e racconti da tutto il mondo da persone confinate a
casa durante il lockdown.
39 40
Torino come stai Torino come stai
Recente sondaggio condotto dall’UNICEF che mostra come la
crisi del COVID-19 stia avendo un impatto significativo sulla salute
mentale degli adolescenti e dei giovani in America Latina e nei
Caraibi. L’indagine, condotta tramite la piattaforma U-Report, ha
dato voce a 8.444 adolescenti e giovani di età compresa tra 13 e 29
anni in nove paesi e territori della regione. Il rapporto rende conto dei
sentimenti che hanno dovuto affrontare nei primi mesi della risposta
alla pandemia e della situazione di settembre ed è consultabile in
forma infografica sul sito di riferimento.
Indagine condotta dall’Ospedale pediatrico Gaslini (Genova) per
valutare gli effetti del lockdown sui bambini ed estrarre dati per avere
Le persone di età pari o superiore a 50 anni sono state invitate a
partecipare allo studio PROTECT, una piattaforma online gestita
dall’Università di Exeter e dal King’s College di Londra, che ha già
25.000 persone iscritte. Un nuovo ramo di ricerca seguirà gli impatti
sulla salute mentale e fisica delle politiche di blocco sulle persone
anziane, incorporando un questionario per cercare le esperienze
della coorte come risultato dell’isolamento. L’obiettivo finale sarà
quello di progettare nuovi modi per supportare le persone attraverso
il blocco. La survey indaga le esperienze di autoisolamento e
l’impatto immediato sulla salute mentale del campione. Comprende
domande sulla salute mentale durante la pandemia, sulla frequenza
con cui si esce di casa, sulla portata delle pratiche di isolamento,
sulle responsabilità di cura e il livello di solitudine. Le informazioni
verranno utilizzate per definire futuri interventi di supporto. Lo
studio include inoltre una batteria di test cognitivi che consentirà ai
ricercatori di esplorare qualsiasi impatto sulla funzione cerebrale a
lungo termine.
un’idea di quanto potranno essere pesanti le possibili ripercussioni
dal punto di vista comportamentale e psicologico, in modo da
attivare servizi di supporto nel presente ed essere preparati nel
futuro prossimo. L’iniziativa presenta anche una raccolta disegni
fatti dai bambini sul tema covid, in quanto la narrazione mediante
disegni ed altri strumenti creativi può aiutarli a capire meglio cosa
sta succedendo e a creare o mantenere un dialogo nell’apprendere,
capire e condividere pensieri, paure, preoccupazioni dal loro punto
di vista. Vi sono inoltre evidenze che tale approccio abbia effetti di
prevenzione delle sindromi post-traumatiche.
Giovani e adolescenti, indagine Unicef
Infanzia, indagine Ospedale Gaslini
Protect (impatto misure blocco su anziani)
https://www.unicef.org/lac/en/impact-covid-19-mental-health-adolescents-and-youth
https://www.gaslini.org/comunicazione/ciaocomestai/
https://www.protectstudy.org.uk/
Linee guida agli Stati membri della regione europea dell’OMS che
desiderano condurre studi di approfondimento comportamentale
relativi a COVID-19.
Risorse a supporto del benessere psico-fisico:
3.
Euro Covid-19-Survey Tool
https://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0007/436705/COVID-19-survey-
tool-and-guidance.pdf
Il personale medico nel Regno Unito ha avuto accesso gratuito a una
serie di app per il benessere da ora fino alla fine di dicembre 2020
per supportare la propria salute mentale e il proprio benessere.
Tra queste c’è Unmind, una piattaforma per la salute mentale che
consente al personale di migliorare in modo proattivo il proprio
benessere mentale. Utilizzando valutazioni, strumenti e formazione
scientificamente supportati, permette di misurare e gestire esigenze
di salute mentale personali, inclusi programmi digitali progettati per
supportare aspetti legati allo stress, il sonno, l’alimentazione.
donne di età pari o superiore a 18 anni, attualmente incinte o che
sono state incinte negli ultimi 6 mesi e che hanno fatto il test per
SARS-CoV-2 (indipendentemente dal risultato) o che sono stati
diagnosticati clinicamente con COVID-19 da un professionista
sanitario. Poiché si tratta di un registro internazionale, le donne di
tutti i paesi potevano partecipare. Le donne iscritte hanno fornito
informazioni all’IRCEP tramite il sito web e l’app mobile. Dopo aver
firmato il documento di consenso informato elettronico, i dichiaranti
rispondono alle domande sui seguenti moduli: dati demografici, storia
riproduttiva, altezza e peso, abitudini, condizioni di salute, farmaci,
gravidanza attuale, test di infezione COVID-19 e sintomi di infezione
COVID-19. I moduli mensili di follow-up continuano fino all’esito
della gravidanza.
Unmind (salute mentale al lavoro)
https://unmind.com/
41 42
Torino come stai Torino come stai
“Torino come stai?”, se si è dimostrata una valida piattaforma
per misurare lo stato di salute mentale delle persone.
Tuttavia, sul fronte del monitoraggio territoriale dei sintomi
ha riscontrato dei limiti di analisi legati alla limitata copertura
finale raggiunta (circa lo 0,6% della popolazione, insufficiente
a fornire una rappresentatività statistica) e alla mancanza di
continuità da parte dei rispondenti nel compilare la survey.
La quasi totalità dei partecipanti ha compilato una sola volta la
survey mentre questo tipo di raccolta dati avrebbe bisogno di
essere nutrito nel tempo.
Questo limite era previsto dallo stato di sviluppo della
piattaforma e dalle risorse disponibili per una sua più avanzata
progettazione. Nel limite previsto, i dati raccolti sono stati
comunque significativi.
Le raccomandazioni per un uso di auto-reportistica preventiva
sono di rafforzamento della diffusione e individuazione di
un campione rappresentativo di volontari, che in maniera
cadenzata nel tempo (ad esempio settimanalmente) venga
interrogato per arricchire il dataset iniziale affinché ci sia una
base costante e verificata di dati per effettuare un monitoraggio
affidabile.
Dall’esperienza di “Torino come stai?” si ricavano quindi spunti
per la modellizzazione di una piattaforma che possa essere
sia piattaforma di ascolto che di sorveglianza/partecipazione
attiva: potrebbe prevedere diversi livelli partecipazione
crescente [4] che tengano conto della disponibilità e volontà
di ogni utente, aumentando in questo modo le modalità di
ingaggio.
Tale piattaforma dovrebbe divenire strumento permanente
di e per il territorio: il modello di progettazione, raccolta/
restituzione dati, gestione e ingaggio della cittadinanza
potrebbe divenire un progetto ibrido pubblico-privato che
renda stabile la rilevazione e misurazione del benessere e dei
bisogni dei cittadini a fronte di crisi ed emergenze, sviluppando
un vero e proprio community-based index.
Il primo livello sarebbe ‘informativo’ di lettura dati tramite
infografiche pulite di immediato accesso senza necessità
di registrazione, il secondo di contributo alla narrazione
collettiva con un wall o mappa di messaggi che diano voce
ai cittadini sia per esprimere il loro stato mentale che per
rivolgersi agli altri per diffondere positività e incoraggiamento,
infine il terzo livello per chi volesse attivamente contribuire al
progetto offrirebbe la possibilità di registrarsi per far parte di
un campione volontario che in modo continuativo nel tempo
venga interrogato su uno stesso set di domande specifico.
In questo modo si avrebbe un nucleo di partenza motivato e
affidabile che si andrebbe ad accrescere nel tempo con azioni
di comunicazione e community engagement.
Potenzialità della Piattaforma
Salute mentale e benessere durante il COVID-19 - risorse e strumenti
online raccolte dal network locale di Cities-rise, iniziativa multi-
stakeholder ospitata presso il Global Development Incubator.
Cities-rise
http://cities-rise.org/covid-19/
Raccolta di risorse a cura di Mental Health Europe, un’organizzazione
di rete non governativa europea impegnata nella promozione della
salute mentale positiva, nella prevenzione del disagio mentale,
nel miglioramento delle cure, nella difesa dell’inclusione sociale
e nella protezione dei diritti degli (ex) utenti dei servizi di salute
mentale, le persone con disabilità psicosociali, le loro famiglie e gli
accompagnatori.
Mental Health Europe
https://www.mhe-sme.org/covid-19/
43 44
Torino come stai Torino come stai
Conclusioni
04.
Nei mesi di marzo e aprile 2020 il campione intervistato ha
aderito al lockdown, mettendo la salute collettiva davanti ai
bisogni e disagi individuali e mostrando capacità di compattarsi
in presenza di un obiettivo comune chiaro.
Nel momento in cui scriviamo, novembre 2020, ci troviamo nel
pieno della seconda ondata di contagio e con la prospettiva
di un nuovo lockdown che si fa vicina. Se al primo lockdown
c’era un diffuso sentimento di incoraggiamento e speranza,
adesso si avverte stanchezza e minor predisposizione verso
l’incertezza. Tutte le parti vogliono risposte e maggiori tutele:
il senso di comunità colpita nella sua interezza diviene meno
forte e la frammentazione induce a soluzioni non sistemiche e
individualistiche.
C’è bisogno di una visione sul medio e lungo periodo (che
superi l’emergenza contingente, che ci proietti ad esempio su
cosa accadrà in primavera quando avremo superato questi
mesi freddi, più soggetti al contagio), il ruolo delle istituzioni
potrebbe essere quello di dare maggiore visibilità sul futuro
in termini di anticipazione di nuovi scenari e direzioni,
preparando i cittadini a divenire parte della soluzione.
Saper immaginare e comunicare nuovi scenari, aiuta infatti
ad anticipare le sensazioni con cui affrontare le situazioni nel
momento in cui avverranno e ad aumentare la capacità di
risposta per farsi trovare pronti e non impreparati [5].
In tutti questi mesi i cittadini si sono abituati a un equilibrio
dinamico, hanno acquisito una mentalità elastica al
cambiamento e alla rimodulazione della quotidianità ma stanno
anche pagando il prezzo di chiusure, crisi occupazionale,
difficoltà organizzative, discontinuità educativa, emergenza
sanitaria.
La città si può quindi fare laboratorio e immaginare nuovi
Cantieri aperti
Crediti foto: Unsplash
Prospettive e direzioni progettuali per una città
post-pandemica più resiliente e inclusiva che tenga
conto dei bisogni sociali emersi durante il lockdown
45 46
Torino come stai Torino come stai
template per il futuro prossimo, in due fasi: durante il
COVID-19 (fino a quando non si troverà un vaccino) e post-
COVID-19. Adottare la rimodulazione dinamica come
approccio all’ordinario e non solo allo straordinario.
Nell’immediato, si può mitigare il sentimento di
preoccupazione agendo su almeno una delle condizioni emerse
dalla survey: diminuire gli spostamenti non necessari tramite
la digitalizzazione dei servizi e lo snellimento delle procedure
per agevolare la vita quotidiana delle persone. Permettere
l’accesso online ai servizi significa anche prevedere un
accompagnamento iniziale per quella fascia della popolazione
che non ha dimestichezza con gli strumenti digitali, in
particolare nelle fasce di età più avanzata (solamente 1 anziano
su 4 – nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni – usa
tecnologie digitali, laddove la media europea è invece di quasi
1 su 2 dei suoi coetanei [6]). Si pensi a quanti passaggi online
richieda l’attivazione dello stesso SPID, Sistema Pubblico di
Identità Digitale, in un loop di entry point digitali e analogici
che confondono l’utente nel momento in cui intraprende il
percorso di registrazione e attivazione. Progetti come “Pane e
internet”2
(promosso dall’Agenda Digitale della Regione Emilia-
Romagna) propongono sportelli di alfabetizzazione digitale
presso luoghi fisici quali biblioteche e centri servizi locali e al
contempo rendono disponibili delle risorse online tra cui
una programmazione televisiva che insegna in 10
trasmissioni, grazie ad esperti di comunicazione
digitale e media literacy: cos’è lo SPID, come
creare un account di posta elettronica,
configurare uno smartphone, navigare
e ricercare informazioni su Internet,
proteggere i dati sensibili, difendersi
da malware e riconoscere le fake
news.
Con la pandemia c’è stata un’accelerazione verso la
digitalizzazione di molti servizi3
e attività che ci permette
ora di riflettere e domandarci cosa ha effettivamente senso
mantenere in presenza ma soprattutto come possiamo
migliorare l’usabilità delle nostre soluzioni digitali: dobbiamo
migliorare e riprogettare il digitale e per il digitale e non solo
trasferirci su di esso.
Contemporaneamente compensare il fenomeno della
digital fatigue o ‘zoom fatigue’ causato dalle ore passare a
interagire via schermo. Ci sarà bisogno di creare degli spazi di
decompressione per permettere alle persone di mantenere il
contatto con la realtà materiale dei luoghi e con la comunità,
magari ripensando luoghi urbani ora destinati ad altre funzioni.
La pandemia ha infatti modificato in un tempo limitato il
paesaggio urbano e le modalità di fruizione dello spazio
pubblico: durante il lockdown le principali arterie di
comunicazione si sono svuotate mentre si è registrato un
incremento delle attività all’aria aperta e frequentazione delle
aree verdi. I benefici prodotti dal contatto con la natura sulla
salute mentale sono largamente documentati e descrivono
effetti di rilassamento e calo del livello di ansia e stress [7],
anche con brevi periodi di esposizione. È stato osservato
infatti che trascorrere 20-25 minuti in un contesto naturale
influenzi positivamente lo stato di benessere delle persone,
specialmente per coloro nella fascia sotto i 30 anni e sopra i
60 anni. Allo stesso modo gli operatori sanitari che sotto stress
riescano a ritagliarsi una pausa di 20-25 minuti in aree verdi
riprendono le attività con rinnovata energia e focus [8]. Diversi
studi recenti hanno osservato che chi ha avuto la possibilità di
trascorrere del tempo nel verde o anche solo esserne esposto
visivamente (per esempio avendo un balcone con piante o un
giardino di condominio) ha dimostrato di affrontare meglio il
lockdown di chi non ne ha avuto la possibilità [9].
3. Il mese di luglio, in particolare, Poste Italiane ha attivato oltre 1 milione di identità
digitali SPID, di cui 46mila in provincia di Torino.
2. https://www.paneeinternet.it/
47 48
Torino come stai Torino come stai
Il disegno e l’accessibilità al verde pubblico non è più allora
elemento estetico del paesaggio urbano ma diventa presenza
necessaria nel ridisegno di una città resiliente post-pandemia
per realizzare a lungo termine una città più diffusamente
accogliente e inclusiva [10], in quanto spesso i parchi e altri
spazi verdi pubblici sono meno disponibili e/o hanno una
qualità progettuale e una condizione manutentiva peggiore nei
quartieri con uno stato socioeconomico inferiore [11].
Si può partire da piccoli interventi di ampliamento del
verde a livello locale, con effetti positivi anche sul senso di
appartenenza alla comunità [12], fino a interventi strutturali
quali i “Superilles”4
attualmente in sperimentazioni nella città
di Barcellona: si tratta di superblocchi di 400 metri di lato, con
le strade interne pedonalizzate, parcheggi interrati, diffuse
aree di verde e redirezione del traffico non residente sulle
strade che costeggiano il blocco. In questo modo il Comune
intende ridurre la circolazione delle auto private, migliorare la
qualità dell’aria e sviluppare l’uso dei trasporti pubblici o delle
biciclette. Prevedono che l’aumento della vegetazione impedirà
60 morti premature all’anno e altre 36 vite prolungate grazie
all’aumento dell’attività fisica. In tutto, il nuovo schema di
mobilità potrebbe salvare 667 vite umane all’anno (essendoci 9
Superilles in totale).
Da qui la considerazione che la dimensione temporale sia
strettamente collegata alla mobilità: occorre una città che
contempli diversi ritmi e nuovi modelli, ad esempio il “Modello
della città in 15 minuti”5
promosso dalla municipalità di Parigi
che propone tutti i servizi primari a breve raggio realizzando
una multicittà decentralizzata a favore di una ritrovata
dimensione di vita di quartiere: il mutuo supporto tra abitanti
e una maggiore integrazione con i servizi territoriali può
accorciare le distanze e densificare le relazioni (si segnalano
tra le esperienze di
ispirazione servizi come
il portierato sociale di
quartiere come “Lulu dans ma
rue”6
e l’uso di piattaforme social
estese al solo vicinato di prossimità
come “Nextdoor”)7
. “Torino come stai?”
stimola quindi una riflessione sistemica centrata su
tre pilastri strettamente interconnessi:
l’alleanza con il tempo, le ore lavorative, educative, assistenziali,
ricreative che si estendono nella giornata in un palinsesto di impegni
organizzabile e negoziabile con i datori di lavoro e i service-provider.
Un’agenda condivisa del tempo individuale e collettivo sostenuta da
politiche empatiche e organizzazione del lavoro che metta al centro il
benessere delle persone.
Tempo
Questi tre cantieri possono costituire ambiti di ricerca
etnografica urbana per sviluppare bandi, call, iniziative
pubblico-private, innovazioni rilevanti per i cittadini, dando
luogo ad una practice di urban innovation che miri alla
resilienza, responsabilità e sostenibilità sistemica nel contesto
urbano.
la dimensione dello stare bene come cura continua e dinamica di
sé, della comunità, dei servizi, del sostegno alle fragilità. Benessere
come impegno e responsabilità di tutti, evidenza di ciò che funziona e
ciò che “occupa”, de-cluttering esistenziale, innovazione di processi e
servizi rilevanti per i più.
la presenza fisica nello spazio che si rimodula per noi, che “danza
con il virus” ma che si progetta anche per nuove abitudini e
comportamenti; la prossimità che diviene generativa e non coercitiva.
Spazi aperti a tutti in un contesto urbano fatto di regole semplici per
i cittadini.
Benessere
Spazio
4. https://nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-citta-rinasce-dal-basso/
5. https://annehidalgo2020.com/thematique/ville-du-1-4h/
6. https://www.luludansmarue.org/
7. https://it.nextdoor.com/
49 50
Torino come stai Torino come stai
[1] Sobol, M., et al., “Time of pandemic: Temporal perspectives related
to compliance with public health regulations concerning the COVID-19
pandemic”, Social Science & Medicine, 2020, 265.
https://doi.org/10.1016/j.socscimed.2020.113408
[2] Stickdorn, M., et al., “This is service design doing: applying service design
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[3] Howe, J., “Crowdsourcing: Why the Power of the Crowd Is Driving the
Future of Business”, Crown Publishing Group, 2008.
[4] Cicero, S., Inno Tribe, Platform design: https://platformdesigntoolkit.
com/wp-content/docs/Platform-Design-Toolkit-Whitepaper-ITA.pdf
[5] Hilderink, HBM., “The corona crisis and the need for public health
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[6] Zuddas, P., “Covid-19 e digital divide: tecnologie digitali e diritti sociali
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[7] American Public Health Association, “Improving health and
wellness through access to nature.”, 2013. https://www.apha.org/
policies-and-advocacy/public-health-policy-statements/policy-
database/2014/07/08/09/18/improving-health-and-wellness-through-
access-to-nature
[8] Berto, R., et al., “Biophilic Design Triggers Fascination and Enhances
Psychological Restoration in the Urban Environment. J. Biourbanism”, 2016,
1,26-35.
[9] Pouso, S., et al., “Maintaining Contact with Blue-green Spaces During
the COVID-19 Pandemic Associated with Positive Mental Health.” SocArXiv,
2020. http://osf.io/gpt3r
[10] Ballocchi, A., “Rigenerazione urbana: città post Covid-19 più verdi,
resilienti e inclusive”, 2020. https://www.infobuild.it/approfondimenti/
rigenerazione-urbana-citta-post-covid-19-verdi-resilienti-inclusive/
[11] Ferrini, F., “COVID-19, Rigenerazione Urbana Sostenibile e Alberi,”
2020. https://www.landscapefirst.it/rubriche/covid-19-rigenerazione-
urbana-sostenibile-e-alberi/
[12] Kuo, F.E., Sullivan, W.C., “Aggression and violence in the inner city:
effects of environment via mental fatigue. Environment and Behavior.”, 2001
Volume: 33 issue: 4, 543-571.
I-react: https://www.i-react.eu/
Micromappers: https://micromappers.wordpress.com/
Ushaidi: https://www.ushahidi.com/
Spreadstoriesnotthevirus: https://www.spreadstoriesnotthevirus.com/
Wish I Were There: https://wishiwerethere.xyz/
Citiesandmemory: https://citiesandmemory.com/covid19-sounds/
Oggi Come Stai: www.oggicomestai.it/
ComeStai: www.comestai.org/
Influweb e Influenzanet www.influweb.it/, http://www.influenzanet.info/
How i feel: https://howwefeel.org/
Covidmeasures: www.covidmeasures.info/#/home
IRCEP, International Registry of Coronavirus Exposure in Pregnancy: https://
survey.pregistry.com/
Unmind: https://unmind.com/
Giovani e adolescenti, indagine Unicef: www.unicef.org/lac/en/impact-covid-
19-mental-health-adolescents-and-youth
Infanzia, indagine Ospedale Gaslini: www.gaslini.org/comunicazione/
ciaocomestai/
Protect: www.protectstudy.org.uk/
Euro Covid-19-Survey Tool: www.euro.who.int/__data/assets/pdf_
file/0007/436705/COVID-19-survey-tool-and-guidance.pdf
Mental Health Europe: www.mhe-sme.org/covid-19/
Cities-rise: http://cities-rise.org/covid-19/
Pane e internet: www.paneeinternet.it/
Superilles: https://nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-citta-rinasce-dal-basso/
Città dei 15 minuti: https://annehidalgo2020.com/thematique/ville-du-1-4h/
Portierato sociale di quartiere: www.luludansmarue.org/
Nextdoor: https://it.nextdoor.com/
Referenze
Casi studio
51 52
Torino come stai Torino come stai
Appendice
05.
Tempo per la compilazione: circa 5 minuti
Numero di domande: 28
Come stai?
	
□ Sto bene
	
□ Ho la temperatura corporea superiore a 37,5°C
	
□ Ho tosse
	
□ Mi sento stanco/a o spossato/a
Qual è il tuo genere?
	
○ Maschile
	
○ Femminile
	
○ Altro
Quanti anni hai?
	
○ 18-25
	
○ 26-35
	
○ 36-45
	
○ 46-55
	
○ 56-65
	
○ Più di 65
Qual è il tuo CAP di riferimento?
	
○ 10***
Con quante persone vivi in casa?
	
○ Sono solo/a
	
○ Siamo in due
	
○ Siamo più di 2
	
○ Altro
Domande della survey
Crediti foto: Unsplash
53 54
Torino come stai Torino come stai
Con chi vivi?*
	
□ Genitori
	
□ Nonni
	
□ Fratelli e sorelle
	
□ Sposo/a o compagno/a
	
□ Figli
	
□ Coinquilini o amici
	
□ Animali domestici
	
□ Altro
Le persone con cui vivete hanno sperimentato sintomi
che possono essere collegati a COVID-19 nelle ultime due
settimane?*
	
○ Si
	
○ No
Hai un medico di medicina generale assegnato?
	
○ Si
	
○ No
Stai lavorando da casa?*
	
○ Si
	
○ No
Stai studiando da casa?*
	
○ Si
	
○ No
Ti prendi cura di qualcuno?
	
○ Si
	
○ No
Ti prendi cura degli anziani?*
	
○ Si
	
○ No
Di chi ti prendi di cura?*
	
□ Nonni
	
□ Genitori
	
□ Zii
	
□ Vicini
	
□ Figli o altri bambini
	
□ Coinquilini
	
□ Altro
Perché non riesci a studiare a casa?*
	
○ Le lezioni non sono disponibili online
	
○ Non ho internet a casa
	
○ Non ho un computer
	
○ Altro
Cosa fai attualmente?
	
○ Sono un/a lavoratore/lavoratrice dipendente
	
○ Sono un/a lavoratore/lavoratrice autonomo
	
○ Sono disoccupato/a
	
○ Sono uno/a studente/studentessa universitario/a
	
○ Sono uno/a studente/studentessa di scuole superiori
	
○ Altro
Quante delle persone con cui vivi hanno sperimentato
sintomi (escluso te stesso)?*
_________
Perché no? *
_________
* Domanda dipendente dalla risposta precedente
55 56
Torino come stai Torino come stai
Riescono a ricevere le stesse cure e attenzioni?*
	
○ Si
	
○ No
C’è qualcuno che si prende cura di te?
	
○ Si
	
○ No
Esci per fare la spesa o altri acquisti di beni di necessità?
	
○ Si
	
○ No
Sei in grado di accedere a tutto ciò che ti serve in questo
periodo?
	
○ Si
	
○ No
Segnala i servizi per te necessari in questo periodo e dai una
priorità* (poco / abbastanza / molto)
Servizi consegna spesa a domicilio
Servizi assistenza e cura a domicilio
Servizi di accompagnamento in caso di disabilità
Servizi di compagnia diurna e badantato
Servizi di pulizia domestica
Servizi integrativi per istruzione ed apprendimento
Servizi di connettività digitale
Accesso a stampanti
Accesso ad aiuti economici
Come ti senti per le prossime settimane (fino al 4 aprile
2020)?
	
○ Ben organizzato/a
	
○ Non organizzato/a
	
○ In difficoltà
Chi?*
	
□ Badante
	
□ Servizi Sociali
	
□ Familiari
	
□ Altro
Completa la frase: consiglierei di...?
_________
Come continui a socializzare con gli altri durante questo
periodo?
_________
Lascia un messaggio ai tuoi concittadini.
_________
Come ti senti in generale?
	
○ Impaurito/a
	
○ Fiducioso/a
	
○ Rassegnato/a
57 58
Torino come stai Torino come stai
Contatti
06.
Experientia è un’agenzia di
progettazione e ricerca
internazionale sulla user
experience, il service design ed il
modeling dei comportamenti.
SocialFare è un Centro per
l’Innovazione Sociale, che sviluppa,
progetta ed accelera soluzioni
innovative, conoscenza ed
imprenditorialità a impatto sociale.
CSIC è un’iniziativa interamente
dedicata alla creazione, diffusione
e promozione della cultura
dell’impatto attraverso l’educazione
trasformativa.
TOP-IX è un consorzio senza fini di
lucro con lo scopo di creare e gestire
un NAP (Neutral Access Point) per
lo scambio del traffico Internet
nell’area del Nord Ovest d’Italia.
Torino Social Impact è un
ecosistema di imprese e istituzioni
torinesi per promuovere
l’imprenditorialità e gli investimenti
ad impatto sociale.
LINKS è un ente che ha l’obiettivo di
contribuire al progresso tecnologico
e socio-economico attraverso
processi avanzati di ricerca
applicata.
Torino Wireless è un ente senza
scopo di lucro designato dalle
Istituzioni locali per la promozione
e consolidamento del Distretto ICT
piemontese.
CPS è un dipartimento di eccellenza
dell’UniTo, che funge da incubatore
di progetti di ricerca e didattica
avanzata.
info@experientia.com
info@socialfare.com
communication@cottinoimpact.org
staff@top-ix.org
info@torinosocialimpact.it
info@linksfoundation.com
socialimpact@torinowireless.it
dipartimento.cps@unito.it
info@nestaitalia.org
Nesta Italia è un’organizzazione no
profit che porta nel nostro Paese
un nuovo approccio all’innovazione
sociale sviluppato e testato a livello
internazionale.
Crediti foto: Unsplash
I Partner di “Torino come stai?” ringraziano:
•	i cittadini, che hanno spontaneamente partecipato
	 all’iniziativa condividendo il proprio status
•	la Fondazione Compagnia di San Paolo,
	 che ha sostenuto la sperimentazione
•	la Città di Torino, che ha supportato la sperimentazione
	 attraverso: Assessorato Innovazione, Assessorato Politiche
	 Sociali, Assessorato Politiche Giovanili e Pari opportunità
•	Torino Social Impact, che ha incluso
	 la sperimentazione tra le proprie iniziative
Ringraziamenti
61
Torino come stai
#Torinocomestai
www.torinocomestai.org

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Torino come stai ! Il Report

  • 1. 1 Torino come stai L’indagine sociale condotta nei mesi di marzo e aprile 2020, durante il primo lockdown a Torino Novembre 2020
  • 2. Un’iniziativa di Supportata da Nell’ambito di Indice 02. Restituzione 01. Introduzione 03. Riflessioni 04. Conclusioni 05. Appendice 06. Contatti 01 07 31 43 51 57
  • 3. 1 2 Torino come stai Torino come stai Introduzione 01. #Torinocomestai è un’indagine sociale condotta nei mesi di marzo e aprile 2020 a Torino Il progetto “Torino come stai?” è un’iniziativa citizen-centred (centrata sui cittadini), che dà la possibilità ai torinesi di dichiarare il percepito del proprio stato di salute fisico ed emotivo durante il primo lockdown (marzo-aprile 2020) attraverso una piattaforma digitale (www.torinocomestai.org). Un aggiornamento dinamico per una lettura costante del sentire/sentirsi dei cittadini, alimentata dai cittadini stessi che condividono il proprio status individuale e di comunità, rispondendo ad un questionario online estremamente focalizzato, agile, e di facile utilizzo. I dati sono stati raccolti con l’obiettivo di fornire una conoscenza contestuale nell’emergenza COVID-19 e permettere analisi, interpretazioni ed interventi mirati, anche sostenendo le reti di prossimità attivabili o già attivate. Il progetto ha dato voce alla cittadinanza, rendendo disponibili dati non sensibili e permettendo a chi vorrà di sviluppare risposte contestuali ai bisogni sociali emersi. “Torino come stai?” è un progetto che nasce da un’idea di Nesta Italia e SocialFare in partnership con Experientia e TOP-IX. Il progetto è inserito nella cornice di Torino Social Impact e supportato dalle seguenti organizzazioni di ecosistema: • Fondazione LINKS • Torino Wireless • Cottino Social Impact • Dipartimento Cultura Politica e Società – Università di Torino Il progetto Cos’è “Torino come stai?” Crediti foto: Unsplash
  • 4. 3 4 Torino come stai Torino come stai Il mondo si è trovato in un’emergenza pandemica in cui sono stati necessari strumenti per coordinare le istanze sociali e le risposte tra i diversi attori. Le persone in isolamento, che sono state messe in quarantena, asintomatiche o guarite dalla malattia, sono fondamentali per supportare la gestione della crisi e ricostruire la società civile. Con la chiusura dovuta al COVID-19, in tutto il mondo si sono sviluppati una gamma di strumenti mobili per la gestione dell’emergenza e monitoraggio della fase di insorgenza dei sintomi, la più difficile da osservare in fase preventiva. Tali approcci digitali sono utili, ma devono essere adattati al contesto della società civile e soprattutto non lasciare indietro o escludere nessuno. Affrontare una pandemia non può andare a scapito della privacy e dell’autonomia delle persone. Nel creare le infrastrutture di emergenza si gettano le basi per una società progressista in cui le persone hanno il controllo su come divulgare selettivamente il loro benessere/malessere e la gestione della vita quotidiana, con i loro pari, ma altresì per coordinarsi con le autorità esistenti, i servizi istituzionali e i soggetti del terzo settore. L’emergenza COVID-19 ci ha posto di fronte alla necessità di riorganizzarci in maniera collettiva e proattiva, ripensando tutti le dimensioni del vivere sociale: le interazioni sociali, gli stili e le abitudini di vita, la riorganizzazione del lavoro e dei processi produttivi. Il cambiamento richiede azioni sistemiche ampie che funzioneranno solo se tutti i cittadini potranno partecipare in modo collaborativo ed attivo per definirne le soluzioni. Questa condizione eccezionale diventa occasione per affrontare collettivamente il presente, proponendo strategie complementari di ripresa e rinnovamento. Oggi, mediante la tecnologia digitale, saper organizzare una conoscenza digitale partecipata e generativa rappresenta la sfida per la tenuta e lo sviluppo di sistemi democratici. Questo è un primo esempio ed esperimento in tal senso. I nostri dati sono il nostro futuro e le tecnologie sono a nostro servizio per una società digitale democratica sostiene Francesca Bria, già UN Senior Adviser on digital cities and digital rights e advisor in Nesta Italia. Per questa ragione la piattaforma “Torino come stai?” si colloca nella moderna concezione di considerare i dati come un’infrastruttura pubblica come l’elettricità, come l’acqua, le strade e l’aria pulita che respiriamo. A partire da marzo 2020, la piattaforma TCS e il relativo questionario sono stati promossi fra i cittadini torinesi per creare e nutrire la conoscenza rispetto all’importanza di usare produttivamente e in modo collaborativo gli strumenti digitali, perché questi possano diventare sempre più uno strumento collettivo e non presidiato da pochi. È stato infatti messo a disposizione dei cittadini uno strumento di self-reporting circa le proprie condizioni psico-fisiche, con l’auspicio che questa modalità di auto-valutazione e raccolta delle informazioni possa in prospettiva diventare un processo ripetibile e automatizzato per situazioni d’emergenza. L’obiettivo finale del questionario è stato quello di monitorare l’eventuale insorgenza di sintomi che potessero essere correlatai al COVID-19, inserendo “Torino come stai?” in un sistema di prevenzione della malattia, su una fascia temporale, quella iniziale, che non viene monitorata in maniera capillare e sistematica. I sintomi più lievi, quali febbre e tosse, possono essere un importante campanello d’allarme che può innescare Scopo Modalità Background “
  • 5. 5 6 Torino come stai Torino come stai La survey La survey #Torinocomestai è stata nello specifico un’indagine sociale condotta nei mesi di marzo e aprile 2020 a Torino. L’Italia è stata la prima nazione europea ad essere interessata dal COVID-19 con la pandemia localizzata principalmente nel Nord Italia, in particolare nelle Regioni di Lombardia e Piemonte. A seguito dell’individuazione delle prime infezioni, il 21 febbraio 2020 le autorità nazionali hanno messo in atto un numero crescente di restrizioni volte a contenere l’epidemia e a ritardare il picco epidemico. Sono state innanzitutto chiuse scuole e università, limitati i raduni sociali, chiusi bar e ristoranti e disposto l’ordine di soggiorno a domicilio. Il 12 marzo 2020 sono state chiuse tutte le attività e i servizi non essenziali, mettendo di fatto il Paese in isolamento, il cosiddetto lockdown. Nei mesi di marzo e aprile, quando la popolazione non doveva uscire per lavoro, si è trovata confinata in casa, in un contesto caratterizzato da grande incertezza e insicurezza. interventi mirati e anticipati da parte delle istituzioni: poter avere il dato a livello di quartiere avrebbe permesso una lettura più accurata dell’evoluzione del fenomeno. Come hanno vissuto le persone e le famiglie torinesi durante l’isolamento a casa? Si sentivano fiduciosi? Chi erano coloro che si dichiaravano più impauriti? C’erano servizi essenziali ai quali non si riusciva ad accedere? E infine, c’erano zone della città dove la paura era più diffusa? Di seguito la macro struttura del questionario, per il dettaglio delle domande si rimanda all’appendice. Queste le domande alle quali l’indagine #Torinocomestai prova a dare risposta. Argomento Descrizione Anagrafica genere, fascia età Cap di Torino Condizione abitativa da soli, in coppia, più di tre persone Condizione occupazionale studente, occupato, altro Luogo lavorativo in casa, fuori casa Carico di cura si/no; figli, genitori Accessibilità ai servizi e importanza sì/no; lista di servizi Condizione emotiva fiducioso/impaurito/ rassegnato Messaggio ai concittadini testo libero, opzionale Fig.1 • Macrostruttura del questionario
  • 6. 7 8 Torino come stai Torino come stai Metodologia e campione dei rispondenti La metodologia seguita, adottata anche in altri studi sui vissuti durante la pandemia, è di tipo quantitativo, con un questionario strutturato somministrato tramite metodologia CAWI, ossia Computer Assisted Web Interview [1]. L’area geografica di diffusione della survey ha interessato tutta la municipalità di Torino e la popolazione coinvolta è rappresentata dai torinesi di 18 anni e più. Le analisi condotte sono state pesate per genere e età in modo da essere rappresentative per i residenti al 31/12/2019. Il campione di coloro che hanno risposto è di 5.866 casi. La maggioranza dei soggetti coinvolti nell’indagine appartiene alla fascia di età centrale tra i 26 e i 55 anni, includendo sia uomini sia donne. Sono inoltre per la maggior parte occupati o in altra condizione (inattivi, disoccupati e pensionati). Restituzione 02. Fig.3 • Classi di età e genere del campione Uomini Donne Fig.2 • Distribuzione dei rispondenti Vengono presentati di seguito i risultati dell’analisi del campione e di come la sua condizione abitativa, occupazionale e del carico di cura abbia inciso sullo stato emotivo delle persone Crediti foto: Unsplash
  • 7. 9 10 Torino come stai Torino come stai Condizione abitativa: chi ha vissuto da solo e chi in convivenza Solo in un quarto dei casi gli intervistati hanno vissuto da soli, mentre negli altri casi hanno passato i mesi di confinamento con altri familiari o coinquilini. Coloro che erano soli hanno avuto maggiore probabilità di essere nella fascia over 65 anni e in altra condizione lavorativa, verosimilmente pensionati. Fig.4 • Condizione abitativa per genere In due Soli In tre o più Uomini Donne Fig.6 • Condizione abitativa per condizione occupazionale In due Soli In tre o più Studenti Occupati Altro Fig.5 • Condizione abitativa per classe di età In due Soli In tre o più 18-25 26-35 36-45 46-55 56-65 65+
  • 8. 11 12 Torino come stai Torino come stai Fig.8 • Luogo lavorativo per genere Fuori casa In casa Uomini Donne Fig.9 • Luogo lavorativo per classe di età Fuori casa In casa 26-35 36-45 46-55 56-65 Luogo lavorativo: chi è uscito e chi ha lavorato da casa Analizzando la condizione degli occupati, 1 su 5 si è trovato a vivere da solo e 1 su 3 ha svolto la propria attività lavorativa fuori casa. In particolare, all’aumentare dell’età aumentava anche la probabilità di lavorare fuori casa tra gli occupati. Questo dato potrebbe far pensare che i più giovani abbiano avuto più chances di svolgere il proprio lavoro in modalità home working. Fig.7 • Condizione occupazionale per genere Occupati Altro Studenti Uomini Donne Crediti foto: Unsplash
  • 9. 13 14 Torino come stai Torino come stai La condizione occupazionale sembra essere stata associata a maggiori timori. Gli occupati più spesso si sono dichiarati impauriti, in particolare se nei mesi di confinamento non hanno potuto lavorare da casa. Dover uscire di casa per lavorare sembra esser stato dunque un elemento rilevante nel vissuto degli intervistati. La condizione occupazionale Fig.12 • Condizione emotiva per condizione occupazionale Fiduciosi Impauriti Rassegnati Studenti Occupati Altro Fig.11 • Condizione emotiva per classe di età Fiduciosi Impauriti Rassegnati Durante i mesi di isolamento: fiduciosi, impauriti o rassegnati Nel questionario è stato chiesto ai partecipanti di indicare come si sentivano in generale. Tra coloro che hanno risposto, circa la metà si è dichiarata fiduciosa, a fronte del 26% di impauriti e del 21% di rassegnati. Questi ultimi sono con maggiore probabilità giovani tra i 18 e i 25 anni. La classe di età di coloro che si sono sentiti più impauriti e al contempo meno fiduciosi è stata invece quella dei 36-45enni. Rappresentano la fascia di età centrale e allo stesso tempo quella con maggiore probabilità di essere stata occupata, spesso svolgendo il lavoro fuori casa, di vivere con altri e di avere carichi di cura. Fig.10 • Condizione emotiva per genere Fiduciosi Impauriti Rassegnati Uomini Donne
  • 10. 15 16 Torino come stai Torino come stai Accesso ai servizi Una delle condizioni che ha influenzato maggiormente fiducia, paura e rassegnazione ha riguardato la difficoltà di accesso ai servizi. Meno di un rispondente su 10 ha però dichiarato di non essere in grado di accedere a tutto ciò che gli serviva. Andando a vedere quali sono stati i servizi più frequentemente indicati come di difficile accesso, si osserva che i tre più frequenti sono stati i servizi di connettività digitale, l’accesso a stampanti e i servizi integrativi per istruzione ed apprendimento. L’esclusione digitale è congruente con il profilo di coloro che hanno risposto di avere maggiori difficoltà, ossia i giovani sotto i 25 anni, che probabilmente in molti casi prima del lockdown accedevano a questi servizi fuori casa. Fig.16 • Servizi ai quali si è dichiarato di aver difficoltà di accesso (meno di 1 rispondente su 10) Fig.15 • Condizione emotiva per carichi di cura di figli e genitori Fiduciosi Impauriti Rassegnati Cura dei figli Cura dei genitori Fig.14 • Condizione emotiva per carichi di cura Fiduciosi Impauriti 21,1% Rassegnati Nessun carico Cura di qualcuno Carichi di cura Un’altra condizione associata al dichiararsi fiduciosi o impauriti ha riguardato i carichi di cura. Chi si è trovato a doversi prendere cura di qualcuno - un familiare, un amico o un vicino - ha riportato con maggiore frequenza paura e minore fiducia. In particolare, è il carico dei figli che sembra aver influenzato maggiormente l’essere intimoriti, con un aumento della probabilità di circa 10 punti percentuali. La cura dei genitori è associata a un incremento di coloro che si sentono impauriti di circa 6 punti percentuali. Fig.13 • Condizione emotiva per luogo lavorativo Fiduciosi Impauriti Rassegnati Fuori casa In casa
  • 11. 17 18 Torino come stai Torino come stai Il contesto torinese è noto per essere particolarmente eterogeneo dal punto di vista della distribuzione delle risorse per quartiere. A fronte di una zona più ricca nel centro storico e nella collina a est della città, vi sono delle aree di forte disagio, in concomitanza delle periferie nord e sud. Per osservare come stavano gli intervistati in base al territorio di appartenenza sono stati raggruppati gli intervistati in decili (definiti esclusivamente a partire dalla distribuzione statistica) e riportati su una cartografia del Comune di Torino. Aree di maggiore diffusione di fiducia, paura o rassegnazione FALCHERA CENTRO MADONNA DEL PILONE MADONNA DI CAMPAGNA VALLETTE AURORA SAN SALVARIO BORGO PO NIZZA MILLEFONTI LINGOTTO PARELLA CROCETTA SANTA RITA BORGO VITTORIA MIRAFIORI SUD POZZO STRADA BORGO SAN PAOLO CIT TURIN VANCHIGLIA BARRIERA DI MILANO BERTOLLA VILLARETTO LUCENTO SASSI CAVORETTO FILADELFIA CENISIA BARCA SAN DONATO CAMPIDOGLIO REBAUDENGO REGIO PARCO BORGATA LESNA MIRAFIORI NORD % Popolazione tra i 18-25 anni % Popolazione con carichi di cura % Popolazione che si dichiara fiduciosa % Popolazione tra i 36-45 anni % Popolazione occupata % Popolazione che si dichiara impaurita % Popolazione con 65 anni % Popolazione che lavora fuori casa % Popolazione che si dichiara rassegnata
  • 12. 19 20 Torino come stai Torino come stai Le mappe sulla distribuzione della paura, quasi del tutto speculari a quelle della fiducia, mostrano che condizioni sociali ed economiche migliori sembrano essere associate a un maggiore diffusione della fiducia. Al contrario si sono dichiarati spaventati con più probabilità coloro che si trovavano oltre la Dora, nel quartiere Barriera di Milano e verso Sud in quello nell’area dei Mercati Generali. Infine, presentiamo ancora un’analisi multivariata che tiene conto delle varie caratteristiche illustrate sopra. In particolare, mostriamo come vi siano condizioni che influenzino la probabilità di essere spaventati, mentre altre proteggano da questa sensazione. In generale essere una donna tra i 36 e i 45 anni, che vive con altri (due, tre o più persone), con carichi di cura e che lavora fuori casa significa essersi trovate con più probabilità ad avere paura. In questo caso si sono dichiarate spaventate circa una donna su due. La probabilità si dimezza e scende a un caso ogni quattro se cambiamo il genere: uomini tra i 36 e i 45 anni, che vivono con altri, hanno carichi di cura e lavorano fuori casa. Al polo opposto dei meno spaventati si trovano gli uomini con più di 65 anni, in altra condizione (verosimilmente pensionati) che vivono da soli e non si devono prendere cura di nessuno. In questo caso la probabilità di essere spaventati scende al 10% circa. Se cambiamo il genere, la probabilità quasi raddoppia arrivando al 18,5%, ma rappresenta per le donne il profilo con la minore probabilità di essere spaventate. Tra questi due poli si inserisce un profilo intermedio, quello della coppia di giovani conviventi tra i 27 e i 35 anni che lavorano a casa, senza carichi di cura. I profili identificati sono complementari alla probabilità di essere fiduciosi. Le caratteristiche che hanno inciso maggiormente su fiducia e paura Genere Uomini Donne Classe di età 18-25 26-35 36-45 46-55 56-65 65+ Con chi si vive Solo/a In due Tre o più Stato occupazionale Lavoro fuori casa Lavoro in casa Altro Carichi di cura Nessun carico Cura di qualcuno Fiducia 1 0,5 0 -0,5 -1 Paura 1 0,5 0 -0,5 -1 Fig.15 • Le caratteristiche che incidono su fiducia e paura
  • 13. 21 22 Torino come stai Torino come stai A seguito dell’analisi quali-quantitativa dei dati ricevuti, sono stati creati dei profili archetipici [2] per rappresentare dei gruppi di utenti, dal più preoccupato al meno preoccupato: • La madre lavoratrice apprensiva • Gli smartworker resilienti • Il pensionato cauto Si tratta di profili fittizi descritti da tratti caratteristici: anagrafica, composizione del nucleo familiare, canali di comunicazione utilizzati e livello di preoccupazione rispetto alla pandemia in corso. Questi tratti danno vita ai profili, che seppur artificiosi, si basano su dati reali ed aumentano la comprensione dei vincoli di cui tener conto quando si progettano servizi o politiche. I profili che emergono Restate a casa, preservate la vita dei vostri familiari e quella delle persone intorno a noi. Dobbiamo pensare agli altri più che a noi stessi! “ La madre lavoratrice apprensiva Età 41 Stato occupazionale Occupata, lavoratrice fuori casa Con chi vive Marito e due figli Carico di cura Due figli (8, 6) Come si tiene in contatto Chiamata, videochiamata, messaggi e social network (WhatsApp, Facebook) Paola è una madre lavoratrice e vive con il marito e i figli di 8 e 6 anni. Il suo lavoro non può essere svolto da remoto e nonostante il lockdown, durante la settimana deve recarsi sul luogo di lavoro. Dover uscire tutti i giorni la preoccupa, creandole uno stato d’ansia continuo, perché è consapevole del rischio che corre e fa correre alla famiglia. Solo in casa si sente al sicuro. Tra casa e lavoro ha tante cose di cui occuparsi e non può permettersi di ammalarsi: vorrebbe essere più presente per poter aiutare i figli con la didattica a distanza, al momento seguiti dal marito che lavora da casa. Presta sempre massima attenzione limitando i contatti, sanificando le superfici in casa e cercando di ridurre gli altri spostamenti all’essenziale. Profilo con più alto livello di preoccupazione
  • 14. 23 24 Torino come stai Torino come stai Il pensionato cauto Età 67 Stato occupazionale Pensionato Con chi vive Nessuno Carico di cura No Come si tiene in contatto Chiamata, talvolta videochiamate e social network (WhatsApp) “ Profilo con più basso livello di preoccupazione Gli smartworker resilienti Età 32 Stato occupazionale Occupata, lavoratrice in home working Con chi vive Con il compagno Carico di cura No Come si tiene in contatto Videochiamata singola e di gruppo, dirette social (WhatsApp, Instagram, Facebook, Skype, Hangout, Zoom) Profilo mediamente preoccupato “ Elena e il suo compagno Fabio possono lavorare entrambi da remoto. Durante il lockdown hanno dovuto riorganizzare gli spazi in casa, ma non hanno avuto grossi impatti sulla vita lavorativa. La principale preoccupazione di Elena è per suoi i genitori, ormai anziani, che vivono in un’altra regione e non vede da diverse settimane. Li sente giornalmente per sapere come stanno e se necessitano di qualcosa. La presenza di Fabio la rassicura nei momenti di maggiore incertezza: lui è certo che si tratti di una situazione temporanea, che si risolverà e tornerà presto alla normalità. Per resistere in casa, hanno adattato i loro ritmi di vita alla situazione: coltivano nuovi interessi, fanno acquisti online ed escono solo per buttare la spazzatura. È dura, ma in qualche modo finirà. Cerchiamo di resistere abbracciando i cambiamenti e usando questo tempo per imparare a rallentare. Alberto è in pensione da un paio di anni, vive da solo e non deve occuparsi di altre persone, se non di amici e cari in caso di necessità. Ha una rete sociale ampia ed attiva: dedica il tempo agli amici e ai suoi hobby. Come tutti, la pandemia ha colto Alberto di sorpresa, ma anziché vivere questo momento con paura e timore, è certo che si tratti di una situazione passeggera in cui occorre essere positivi e fiduciosi. In un momento così critico, è consapevole di essere fortunato: non deve preoccuparsi di avere una continuità lavorativa, di esporsi troppo perché obbligato ad uscire, di essere direttamente responsabile della salute di qualcuno. Rispetta le restrizioni del lockdown, ma non rinuncia ad uscire per fare due passi e la spesa. Continua a gestire il suo tempo a casa come ha sempre fatto, ma sente più spesso gli amici telefonicamente, rispetto ad incontrarli di persona. Vorrei vedere alla fine di questo periodo una città con la forza di riprendersi, ma anche dotata di maggior consapevolezza e sensibilità verso i problemi dei più deboli.
  • 15. 25 26 Torino come stai Torino come stai A chiusura della survey c’era la possibilità di lasciare un messaggio ai propri concittadini, tramite testo libero, in forma anonima e facoltativa. Su 5886 compilazioni ricevute della survey, circa 3000 utenti hanno voluto lasciare un loro messaggio. Su questa porzione del dataset è stata fatta un’analisi qualitativa esplorando le risposte per categorie di sentimento, ossia: fiducia, preoccupazione, rassegnazione con lo scopo di vedere tramite osservazione empirica se e quali tipologie di contenuto fossero emersi. Emerge che ci sono principalmente messaggi di incoraggiamento ed esortazione al rispetto delle normative, in entrambi i casi ci si appella al senso civico, alla necessità di pensare alla salute collettiva dove ognuno può contribuire nel suo piccolo a fare la propria parte. Tutti i messaggi esprimono solidarietà e positività, anche da chi ha espresso di aver paura: Infine, in maniera trasversale e con frequenza maggiore nei messaggi dei fiduciosi, ci si rivolge al futuro, al post-lockdown augurandosi di fare tesoro dell’esperienza vissuta: I messaggi dei rassegnati spesso contengono richieste e indicazioni pratiche su come comportarsi per arginare il contagio: State a casa e non andate in giro passeggiando come se nulla fosse, bisogna rispettare noi stessi e la salute altrui ergo..uscite solo per necessità primarie quali spesa, farmacia o lavoro. Donna, rassegnata State a casa, fermatevi, guardatevi dentro, guardate oltre, Cogliete la bellezza collaterale, guardate il disegno più grande...ciò che a prima vista può sembrare una catastrofe, si può rivelare una grande opportunità di cambiamento a livello mondiale e di crescita personale. Donna, fiduciosa Chi può faccia la spesa in settimana e non il sabato, per tutelare i lavoratori settimanali che fanno la spesa il sabato. Uomo, rassegnato Vivo in un monolocale da 30mq, sto affrontando tutto totalmente da solo con le mie paure. Lontano 1200km da casa, lontano dai miei 2 amici fidàti. Quando mi sento “il più disgraziato” penso a chi ci sta lasciando le penne per cui la mia “reclusione” in casa diventa all’improvviso un atto di altruismo verso il prossimo. Insieme, con qualche oculato sacrificio, potremo farcela! All best. Uomo, impaurito “ “ “ “ Messaggi dai cittadini ai cittadini: incoraggiamento e riscoperta della dimensione temporale e domestica Si tratta di un campione complessivamente coscienzioso, molto rispettoso e con alto senso civico, che ha vissuto il lockdown con serietà. I temi che ricorrono possono essere riassunti nei seguenti punti: Collaborazione, lavoro di rete Cura e relazioni Equilibrio psico-fisico Ritmo sostenibile, lentezza
  • 16. 27 28 Torino come stai Torino come stai Ogni persona ha sviluppato più attenzione e intenzionalità rispetto alle proprie azioni: alla scelta della persona da chiamare o dell’esercizio commerciale in cui andare a comprare corrisponde una volontà specifica di supportare moralmente o economicamente l’altro. C’è anche molta sensibilità verso il tema dell’equilibrio psicofisico, spesso accompagnata da appelli all’empatia e comprensione verso i comportamenti altrui, nonché esortazione a esprimere malessere e richiesta d’aiuto: Si osserva una riscoperta della dimensione domestica, delle relazioni familiari per chi conviveva, ma anche della video/ chiamata di cortesia ad amici e parenti a distanza. Un riappropriarsi di ritmi meno frenetici, rallentati e dedicati ad attività quali la lettura, la cucina, l’attività fisica domestica per tenersi impegnati. Da molti il lockdown è stato anche vissuto come momento di introspezione, un’opportunità per fermarsi e porsi delle domande, osservare quali abitudini nuove si stanno adottando per poi capire quali modifiche apportare al proprio stile di vita anche nel post-lockdown. Vorrei tanto che si fosse fiduciosi per il domani e soprattutto vorrei che si smettesse di dare adito a tutte le stupide fake che girano in questo momento. Leggere libri, non stare ore davanti alla TV che ci massacra con continue notizie, poi neanche così chiare, di infetti, guariti, morti e quant’altro. Penso che un TG al giorno sia più che sufficiente. Stiamo con i nostri figli, riscoprire se stessi, leggere libri che da tempo si avrebbe voluto leggere, riscoprire film non visti o che ci avevano emozionati nella nostra giovinezza. Insomma riscoprire una vita meno frenetica ed ansiosa per ritrovare se stessi. Uomo, fiducioso Quando tutto questo sarà finito, prendiamoci cura delle cose preziose che abbiamo imparato e sperimentato (l’aria poco inquinata, le relazioni, il tempo per gli altri, la lentezza, gli spazi di creatività e di riflessione, la lettura), difendiamole, facciamole continuare, nelle nostre vite personali, ma anche e soprattutto come sfide politiche. Donna, fiduciosa Pensare agli altri prima che a voi stessi. Chiedete ai vicini se hanno bisogno di aiuto. Telefonate ad amici, parenti, conoscenti e chiedete “Come stai”. Donna, fiduciosa Aiutiamo le piccole aziende e gli autonomi che sono davvero in difficoltà. Evitiamo le speculazioni. Torniamo ad economie territoriali, per il bene di tutti. Uomo, fiducioso Chiedete aiuto! Non rimanete con un dubbio o una necessità. Donna, fiduciosa “ “ “ “ “ Non impazzite e non guardatevi male quando siete in giro. Uomo, fiducioso Dentro di voi c’è una grande energia positiva. Abbiate preoccupazione, timore, paura se necessario. Solo i pazzi non hanno paura. Ma non lasciate che quei sentimenti vi divorino, vi schiaccino. Grazie Donna, fiduciosa “ “
  • 17. 29 30 Torino come stai Torino come stai Rispettiamoci l’un l’altro. Non aggrediamoci ai balconi o in coda fuori dal supermercato. Ognuno ha una propria stabilità/instabilità emotiva. Reagiamo da comunità, non da singoli individui. Aumentiamo la nostra tolleranza d’animo, cerchiamo di esser più comprensivi verso scelte differenti dalle nostre perchè non conosciamo ogni singola storia di vita e i vissuti di ogni persona. Donna, impaurita Essere spaventati non vuol dire non reagire, quindi è necessario pensare a come fare per ridurre anche solo un po’ tensione e depressione e continuare ad avere una normalità quotidiana che ci sostenga e tenga allenati psicologicamente per poter alla fine ripartire più in fretta, perché farlo sarà molto difficile Donna, impaurita Bisogna sentirsi come un anello di catena, nessuno deve venir meno alle proprie responsabilità, altrimenti compromette la solidità e l’efficacia. Solo insieme si vince! Uomo, impaurito Troviamo dei momenti in cui pensare in positivo, mettendo da parte almeno un po’ la paura. Pensiamo a come potremmo essere utili ora e in futuro per la collettività. Uomo, impaurito “ “ “ “ In generale si osserva una acquisita consapevolezza sull’interdipendenza tra le parti, la pandemia riguarda tutti senza distinzione anagrafica, condizione economica o altro e occorre collaborare in modo coordinato agendo con spirito comunitario.
  • 18. 31 32 Torino come stai Torino come stai La piattaforma nata come esperimento ci mostra come sia possibile, tramite l’uso partecipato delle tecnologie digitali, realizzare un canale di raccolta dei bisogni dal basso, che possa fungere da monitoraggio leggero sullo stato di benessere del territorio, utile sia ai servizi territoriali che alla cittadinanza stessa per aumentare la propria consapevolezza. Ci si sposterebbe in questo modo dall’attuale modello di pronto intervento a un modello preventivo che rappresenterebbe per i decisori pubblici uno strumento in più per valutare a quali aree prestare attenzione e quali rimodulazioni attuare in risposta ai bisogni che emergono. Questo paradigma chiamato crowdsourcing data collection [3], approfittando della pervasività dei mezzi digitali, realizza infatti una raccolta dati collaborativa, capillare e puntuale, direttamente dagli utenti finali, permettendo di osservare nel tempo un fenomeno e agire tempestivamente all’insorgere di segnali di attenzione o superamento di soglie critiche. Il tema della preparedness1 è noto a tutti quegli scenari che ricadono nella gestione delle emergenze in cui c’è bisogno di catturare la fotografia del momento in contesti molto dinamici che cambiano velocemente e che difficilmente si riesce a fermare con i media tradizionali. Numerosi gli esempi di piattaforma aperta in ambito europeo ed internazionale per raccogliere segnalazioni geolocalizzate di incidenti e risorse dal territorio in caso di disastri naturali quali terremoti, alluvioni, incendi (ad esempio piattaforme come I-react e Micromappers), ma il crowdsourcing trova applicazione anche come strumento di attivismo sociale (activism mapping e citizen journalism) in aree geopoliticamente poco stabili come insegna Ushaidi, piattaforma di raccolta dati nata durante 1. Processo coordinato e continuo di pianificazione e messa in opera di attività riviste sulla base del monitoraggio dei risultati. Il modello di crowdsourcing Riflessioni 03. Crediti foto: Unsplash Considerazioni sul modello di crowdsourcing data collection applicato alla sorveglianza attiva in contesto pandemico e casi studio in ambito europeo e internazionale
  • 19. 33 34 Torino come stai Torino come stai le elezioni presidenziali in Kenya del 2007 per raccogliere testimonianze oculari di scontri e violenze non riportate dai media ufficiali. Le segnalazioni venivano inviate per e-mail e messaggi di testo e poi geolocalizzate una mappa creando un archivio temporale e geospaziale degli eventi. L’utente cittadino diventa così sentinella attiva del proprio territorio, contribuendo al quadro generale secondo la propria volontà e disponibilità di tempo. A seconda della progettazione della piattaforma, la partecipazione può avvenire in forma anonima o pubblica, in ogni caso la restituzione è sempre in forma aggregata senza che vi sia possibilità di risalire ai dati sensibili del singolo utente. Per favorire una partecipazione diffusa, una piattaforma aperta massimizza quindi l’accessibilità in ingresso ma è anche più soggetta a rumore. Occorre quindi prevedere nel processo di raccolta dei meccanismi e attività di scrematura e pulizia del dato prima che esso venga analizzato. Un altro aspetto di cui tenere conto è la difficoltà nel reperire informazioni continuative nel tempo unito alla mancanza di informazioni rispetto alle situazioni regolari, infatti ciò che di solito accade nei contesti emergenziali è che una situazione venga segnalata ai canali ufficiali istituzionali solo se è anomala, quando è ordinaria non se ne ha visibilità. Poter recuperare anche in parte quella porzione informativa sarebbe invece quanto mai prezioso per avere un quadro più completo dell’impatto generato sulla popolazione di riferimento e intercettare prima del tempo segnali di attenzione. Sistemi di data crowdsourcing tramite piattaforme web o applicazioni mobile costituirebbero un’opportunità agile per colmare il gap informativo di questo tipo e complementare i flussi informativi a cui accedono i servizi pubblici, aumentando la capacità di comprensione di una situazione in continua evoluzione. La piattaforma di “Torino come stai?” nel periodo marzo-aprile 2020 ha dimostrato di essere efficace nel misurare il benessere mentale delle persone e individuare correlazioni con condizioni specifiche quali il carico di cura, la situazione familiare e lavorativa. Nello stesso periodo diverse iniziative pubbliche e private hanno cercato di rilevare, a livello nazionale, europeo o globale, lo stato di benessere della popolazione dando così il loro contributo alla ricerca. Si tratta di progetti realizzati in diversa misura da realtà accademiche, enti del terzo settore, strutture internazionali. Le piattaforme di data crowdsourcing messe a disposizione della popolazione presentano una varietà di finalità e realizzazione che possiamo ricondurre alle seguenti categorie: sullo stato interiore collettivo tramite la condivisione di contenuti geolocalizzati dai cittadini ai cittadini. Si tratta di mappe e bacheche virtuali che raccolgono espressioni della vita emotiva delle persone in lockdown da tutto il mondo, in forma scritta, sonora, fotografica: spazi di condivisione virtuale che supportano il bisogno di comunanza molto reale, espresso con piccole registrazioni o pensieri tratti da momenti quotidiani. tramite mappatura dei sintomi influenzali o raccolta dati sullo stato di benessere psico-fisico in forma di auto-report tramite questionari online, via desktop o app mobile. Attraverso una chiamata aperta, i cittadini possono aderire alle seguenti iniziative registrandosi al portale e dedicando del tempo a compilare una survey. In alcuni casi la survey è ripetuta nel tempo e l’utente riceve un reminder. All’interno della piattaforme spesso ci sono risorse tematizzate, community per scambio di esperienze e linee dirette con servizi professionali. La restituzione solitamente avviene tramite la condivisione di report digitali che vengono aggiornati e notificati tramite mailing list o attraverso infografiche e mappe consultabili direttamente sulle piattaforme originarie. Piattaforme di storytelling 1. 2. Piattaforme di monitoraggio e sorveglianza attiva riguardo la salute mentale, continuamente aggiornate a supporto della popolazione. 3. Piattaforme di raccolta risorse e informazioni
  • 20. 35 36 Torino come stai Torino come stai Di seguito una selezione di piattaforme che hanno condotto raccolta dati e osservazione sullo stato di benessere dei cittadini nei mesi del lockdown e oltre, interessanti per uno o diversi aspetti quali il target a cui si rivolgono, la rete che hanno attivato, le modalità di compilazione agile, la restituzione visiva immediata. Un’iniziativa realizzata da un gruppo internazionale di giovani urbanisti che durante un periodo di auto-quarantena ha raccolto e diffuso storie di città e cittadini di tutto il mondo tra metà marzo e maggio 2020, per un totale di 150+ storie. Volevano offrire una piattaforma ai cittadini per condividere le loro esperienze e riflessioni durante il lockdown, offrendo prospettive particolari e alternative anziché dare risonanza alle immagini distopiche delle strade abbandonate che dominavano le coperture dei media. Wish I Were There nasce dalla consapevolezza che la cosa migliore che si possa fare durante la pandemia sia rimanere a casa. Se nell’isolamento i luoghi preferiti sembrano costellazioni lontane, attraverso una piattaforma collettiva gli utenti possono costruire la mappa dei loro sogni, con tutti i posti del cuore anche se costretti a casa. Condividere questi desideri permette di creare vicinanza, nonostante tutto. Wish I Were There è un progetto di TODO, uno studio di design dove fisico e digitale, tecnologia e sensibilità umana compongono ecosistemi di comunicazione che permettono alle persone di emozionarsi e imparare. Wish I Were There è un progetto realizzato interamente in remoto, durante il lockdown. Piattaforme di storytelling collettivo tramite messaggi geolocalizzati: 1. Spreadstoriesnotthevirus www.spreadstoriesnotthevirus.com https://wishiwerethere.xyz Wish I Were There Casi studio “Con innumerevoli comunità e paesi in tutto il mondo che entrano in lockdown e si allontanano socialmente per combattere la pandemia https://citiesandmemory.com/covid19-sounds Citiesandmemory
  • 21. 37 38 Torino come stai Torino come stai Covid Measures è un tracker dei cittadini delle misure governative, delle linee guida e dell’impatto umano del coronavirus con una presenza in oltre 140 paesi in tutto il mondo. Attraverso dati istituzionali e di crowdsourcing, la piattaforma costruisce un quadro accurato di come questa crisi stia colpendo i cittadini di tutto il mondo. I visitatori che sono disposti a condividere le loro conoscenze, la loro esperienza e le loro opinioni su questa crisi possono compilare una survey settimanale che serve ad alimentare la misurazione di impatto delle misure governative prese nei diversi contesti nazionali. Ricerca sulla salute e benessere delle donne incinte e dopo il parto durante la pandemia COVID-19 condotto dal Registro internazionale dell’esposizione al coronavirus in gravidanza (IRCEP) che ha arruolato Covidmeasures (impatto misure governative) IRCEP, International Registry of Coronavirus Exposure in Pregnancy https://www.covidmeasures.info/#/home https://survey.pregistry.com/ Influweb è un progetto che raccoglie informazioni sullo stato di salute delle persone in Italia. Si basa sui report che migliaia di volontari inviano ogni settimana. Consente di raccogliere informazioni complementari ai dati provenienti da medici e ospedali liberali. Permette di seguire l’evoluzione di COVID-19, conoscere le caratteristiche e i comportamenti dei malati, nonché conoscere i sentimenti e la vita della popolazione riguardo a questa malattia. E’ l’unico sistema riconosciuto dall’Istituto Superiore di Sanità per studiare i sintomi presentati dai malati che non fanno ricorso al sistema sanitario. OggiComeStai è un servizio pubblico sperimentale sviluppato dal Comune di Bergamo e A.T.S. Bergamo, per monitorare la diffusione del Coronavirus sul territorio bergamasco e sapere ogni giorno come stanno i cittadini residenti e i loro familiari. Tramite web app è possibile fornire e aggiornare quotidianamente le informazioni relative a sintomi, movimenti e andamento dei test e di trasmetterle alle autorità sanitarie. ComeStai è un sistema online ideato per i medici che permette di fornire una anamnesi dedicata al COVID-19 e consente un monitoraggio dello stato di salute. I ricercatori e un team di volontari di Pinterest hanno sviluppato How We Feel, un’app che utilizza l’analisi dei big data per colmare le lacune di informazioni create da una carenza di test. L’app chiede agli utenti di effettuare il check-in ogni giorno per rispondere a un set di domande su come si sentono, eventuali sintomi, la loro famiglia e il loro comportamento. Ogni invio è collegato a un codice postale, ma non vengono raccolte informazioni di identificazione. Questi dati vengono aggregati e poi condivisi con ricercatori e agenzie di sanità pubblica che possono monitorare la pandemia a livello locale. Condividere questi dati aiuta scienziati e ricercatori a trovare nuovi hotspot e identificare le popolazioni che potrebbero essere a rischio. I dati possono anche rivelare quali misure sanitarie stanno avendo l’impatto più rapido in modo da poter applicare tali apprendimenti in altre aree. Influenzanet è la rete europea per monitorare l’attività della malattia simil-influenzale (ILI) con l’aiuto di volontari via Internet. È operativo in nove paesi. In contrasto con il sistema tradizionale delle reti sentinella di medici principalmente di base, Influenzanet ottiene i suoi dati direttamente dalla popolazione. Questo crea un sistema di monitoraggio veloce e flessibile la cui uniformità consente il confronto diretto dei tassi ILI tra i paesi. Piattaforme di mappatura dei sintomi influenzali o raccolta dati sullo stato di benessere psico-fisico in forma di auto-report tramite questionari online, via desktop o app mobile: 2. Influweb e Influenzanet (sorveglianza attiva) Oggi Come Stai (ispirato a “Torino come stai?”, aprile 2020) ComeStai (ispirato a “Torino come stai?”, fine marzo 2020) How i feel (sorveglianza attiva) https://www.influweb.it https://www.oggicomestai.it/ https://www.comestai.org/ https://howwefeel.org/ http://www.influenzanet.info/ di COVID-19, il mondo è attualmente un posto molto diverso.” Citiesandmemory è una piattaforma che raccoglie registrazioni di suoni ambientali e racconti da tutto il mondo da persone confinate a casa durante il lockdown.
  • 22. 39 40 Torino come stai Torino come stai Recente sondaggio condotto dall’UNICEF che mostra come la crisi del COVID-19 stia avendo un impatto significativo sulla salute mentale degli adolescenti e dei giovani in America Latina e nei Caraibi. L’indagine, condotta tramite la piattaforma U-Report, ha dato voce a 8.444 adolescenti e giovani di età compresa tra 13 e 29 anni in nove paesi e territori della regione. Il rapporto rende conto dei sentimenti che hanno dovuto affrontare nei primi mesi della risposta alla pandemia e della situazione di settembre ed è consultabile in forma infografica sul sito di riferimento. Indagine condotta dall’Ospedale pediatrico Gaslini (Genova) per valutare gli effetti del lockdown sui bambini ed estrarre dati per avere Le persone di età pari o superiore a 50 anni sono state invitate a partecipare allo studio PROTECT, una piattaforma online gestita dall’Università di Exeter e dal King’s College di Londra, che ha già 25.000 persone iscritte. Un nuovo ramo di ricerca seguirà gli impatti sulla salute mentale e fisica delle politiche di blocco sulle persone anziane, incorporando un questionario per cercare le esperienze della coorte come risultato dell’isolamento. L’obiettivo finale sarà quello di progettare nuovi modi per supportare le persone attraverso il blocco. La survey indaga le esperienze di autoisolamento e l’impatto immediato sulla salute mentale del campione. Comprende domande sulla salute mentale durante la pandemia, sulla frequenza con cui si esce di casa, sulla portata delle pratiche di isolamento, sulle responsabilità di cura e il livello di solitudine. Le informazioni verranno utilizzate per definire futuri interventi di supporto. Lo studio include inoltre una batteria di test cognitivi che consentirà ai ricercatori di esplorare qualsiasi impatto sulla funzione cerebrale a lungo termine. un’idea di quanto potranno essere pesanti le possibili ripercussioni dal punto di vista comportamentale e psicologico, in modo da attivare servizi di supporto nel presente ed essere preparati nel futuro prossimo. L’iniziativa presenta anche una raccolta disegni fatti dai bambini sul tema covid, in quanto la narrazione mediante disegni ed altri strumenti creativi può aiutarli a capire meglio cosa sta succedendo e a creare o mantenere un dialogo nell’apprendere, capire e condividere pensieri, paure, preoccupazioni dal loro punto di vista. Vi sono inoltre evidenze che tale approccio abbia effetti di prevenzione delle sindromi post-traumatiche. Giovani e adolescenti, indagine Unicef Infanzia, indagine Ospedale Gaslini Protect (impatto misure blocco su anziani) https://www.unicef.org/lac/en/impact-covid-19-mental-health-adolescents-and-youth https://www.gaslini.org/comunicazione/ciaocomestai/ https://www.protectstudy.org.uk/ Linee guida agli Stati membri della regione europea dell’OMS che desiderano condurre studi di approfondimento comportamentale relativi a COVID-19. Risorse a supporto del benessere psico-fisico: 3. Euro Covid-19-Survey Tool https://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0007/436705/COVID-19-survey- tool-and-guidance.pdf Il personale medico nel Regno Unito ha avuto accesso gratuito a una serie di app per il benessere da ora fino alla fine di dicembre 2020 per supportare la propria salute mentale e il proprio benessere. Tra queste c’è Unmind, una piattaforma per la salute mentale che consente al personale di migliorare in modo proattivo il proprio benessere mentale. Utilizzando valutazioni, strumenti e formazione scientificamente supportati, permette di misurare e gestire esigenze di salute mentale personali, inclusi programmi digitali progettati per supportare aspetti legati allo stress, il sonno, l’alimentazione. donne di età pari o superiore a 18 anni, attualmente incinte o che sono state incinte negli ultimi 6 mesi e che hanno fatto il test per SARS-CoV-2 (indipendentemente dal risultato) o che sono stati diagnosticati clinicamente con COVID-19 da un professionista sanitario. Poiché si tratta di un registro internazionale, le donne di tutti i paesi potevano partecipare. Le donne iscritte hanno fornito informazioni all’IRCEP tramite il sito web e l’app mobile. Dopo aver firmato il documento di consenso informato elettronico, i dichiaranti rispondono alle domande sui seguenti moduli: dati demografici, storia riproduttiva, altezza e peso, abitudini, condizioni di salute, farmaci, gravidanza attuale, test di infezione COVID-19 e sintomi di infezione COVID-19. I moduli mensili di follow-up continuano fino all’esito della gravidanza. Unmind (salute mentale al lavoro) https://unmind.com/
  • 23. 41 42 Torino come stai Torino come stai “Torino come stai?”, se si è dimostrata una valida piattaforma per misurare lo stato di salute mentale delle persone. Tuttavia, sul fronte del monitoraggio territoriale dei sintomi ha riscontrato dei limiti di analisi legati alla limitata copertura finale raggiunta (circa lo 0,6% della popolazione, insufficiente a fornire una rappresentatività statistica) e alla mancanza di continuità da parte dei rispondenti nel compilare la survey. La quasi totalità dei partecipanti ha compilato una sola volta la survey mentre questo tipo di raccolta dati avrebbe bisogno di essere nutrito nel tempo. Questo limite era previsto dallo stato di sviluppo della piattaforma e dalle risorse disponibili per una sua più avanzata progettazione. Nel limite previsto, i dati raccolti sono stati comunque significativi. Le raccomandazioni per un uso di auto-reportistica preventiva sono di rafforzamento della diffusione e individuazione di un campione rappresentativo di volontari, che in maniera cadenzata nel tempo (ad esempio settimanalmente) venga interrogato per arricchire il dataset iniziale affinché ci sia una base costante e verificata di dati per effettuare un monitoraggio affidabile. Dall’esperienza di “Torino come stai?” si ricavano quindi spunti per la modellizzazione di una piattaforma che possa essere sia piattaforma di ascolto che di sorveglianza/partecipazione attiva: potrebbe prevedere diversi livelli partecipazione crescente [4] che tengano conto della disponibilità e volontà di ogni utente, aumentando in questo modo le modalità di ingaggio. Tale piattaforma dovrebbe divenire strumento permanente di e per il territorio: il modello di progettazione, raccolta/ restituzione dati, gestione e ingaggio della cittadinanza potrebbe divenire un progetto ibrido pubblico-privato che renda stabile la rilevazione e misurazione del benessere e dei bisogni dei cittadini a fronte di crisi ed emergenze, sviluppando un vero e proprio community-based index. Il primo livello sarebbe ‘informativo’ di lettura dati tramite infografiche pulite di immediato accesso senza necessità di registrazione, il secondo di contributo alla narrazione collettiva con un wall o mappa di messaggi che diano voce ai cittadini sia per esprimere il loro stato mentale che per rivolgersi agli altri per diffondere positività e incoraggiamento, infine il terzo livello per chi volesse attivamente contribuire al progetto offrirebbe la possibilità di registrarsi per far parte di un campione volontario che in modo continuativo nel tempo venga interrogato su uno stesso set di domande specifico. In questo modo si avrebbe un nucleo di partenza motivato e affidabile che si andrebbe ad accrescere nel tempo con azioni di comunicazione e community engagement. Potenzialità della Piattaforma Salute mentale e benessere durante il COVID-19 - risorse e strumenti online raccolte dal network locale di Cities-rise, iniziativa multi- stakeholder ospitata presso il Global Development Incubator. Cities-rise http://cities-rise.org/covid-19/ Raccolta di risorse a cura di Mental Health Europe, un’organizzazione di rete non governativa europea impegnata nella promozione della salute mentale positiva, nella prevenzione del disagio mentale, nel miglioramento delle cure, nella difesa dell’inclusione sociale e nella protezione dei diritti degli (ex) utenti dei servizi di salute mentale, le persone con disabilità psicosociali, le loro famiglie e gli accompagnatori. Mental Health Europe https://www.mhe-sme.org/covid-19/
  • 24. 43 44 Torino come stai Torino come stai Conclusioni 04. Nei mesi di marzo e aprile 2020 il campione intervistato ha aderito al lockdown, mettendo la salute collettiva davanti ai bisogni e disagi individuali e mostrando capacità di compattarsi in presenza di un obiettivo comune chiaro. Nel momento in cui scriviamo, novembre 2020, ci troviamo nel pieno della seconda ondata di contagio e con la prospettiva di un nuovo lockdown che si fa vicina. Se al primo lockdown c’era un diffuso sentimento di incoraggiamento e speranza, adesso si avverte stanchezza e minor predisposizione verso l’incertezza. Tutte le parti vogliono risposte e maggiori tutele: il senso di comunità colpita nella sua interezza diviene meno forte e la frammentazione induce a soluzioni non sistemiche e individualistiche. C’è bisogno di una visione sul medio e lungo periodo (che superi l’emergenza contingente, che ci proietti ad esempio su cosa accadrà in primavera quando avremo superato questi mesi freddi, più soggetti al contagio), il ruolo delle istituzioni potrebbe essere quello di dare maggiore visibilità sul futuro in termini di anticipazione di nuovi scenari e direzioni, preparando i cittadini a divenire parte della soluzione. Saper immaginare e comunicare nuovi scenari, aiuta infatti ad anticipare le sensazioni con cui affrontare le situazioni nel momento in cui avverranno e ad aumentare la capacità di risposta per farsi trovare pronti e non impreparati [5]. In tutti questi mesi i cittadini si sono abituati a un equilibrio dinamico, hanno acquisito una mentalità elastica al cambiamento e alla rimodulazione della quotidianità ma stanno anche pagando il prezzo di chiusure, crisi occupazionale, difficoltà organizzative, discontinuità educativa, emergenza sanitaria. La città si può quindi fare laboratorio e immaginare nuovi Cantieri aperti Crediti foto: Unsplash Prospettive e direzioni progettuali per una città post-pandemica più resiliente e inclusiva che tenga conto dei bisogni sociali emersi durante il lockdown
  • 25. 45 46 Torino come stai Torino come stai template per il futuro prossimo, in due fasi: durante il COVID-19 (fino a quando non si troverà un vaccino) e post- COVID-19. Adottare la rimodulazione dinamica come approccio all’ordinario e non solo allo straordinario. Nell’immediato, si può mitigare il sentimento di preoccupazione agendo su almeno una delle condizioni emerse dalla survey: diminuire gli spostamenti non necessari tramite la digitalizzazione dei servizi e lo snellimento delle procedure per agevolare la vita quotidiana delle persone. Permettere l’accesso online ai servizi significa anche prevedere un accompagnamento iniziale per quella fascia della popolazione che non ha dimestichezza con gli strumenti digitali, in particolare nelle fasce di età più avanzata (solamente 1 anziano su 4 – nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni – usa tecnologie digitali, laddove la media europea è invece di quasi 1 su 2 dei suoi coetanei [6]). Si pensi a quanti passaggi online richieda l’attivazione dello stesso SPID, Sistema Pubblico di Identità Digitale, in un loop di entry point digitali e analogici che confondono l’utente nel momento in cui intraprende il percorso di registrazione e attivazione. Progetti come “Pane e internet”2 (promosso dall’Agenda Digitale della Regione Emilia- Romagna) propongono sportelli di alfabetizzazione digitale presso luoghi fisici quali biblioteche e centri servizi locali e al contempo rendono disponibili delle risorse online tra cui una programmazione televisiva che insegna in 10 trasmissioni, grazie ad esperti di comunicazione digitale e media literacy: cos’è lo SPID, come creare un account di posta elettronica, configurare uno smartphone, navigare e ricercare informazioni su Internet, proteggere i dati sensibili, difendersi da malware e riconoscere le fake news. Con la pandemia c’è stata un’accelerazione verso la digitalizzazione di molti servizi3 e attività che ci permette ora di riflettere e domandarci cosa ha effettivamente senso mantenere in presenza ma soprattutto come possiamo migliorare l’usabilità delle nostre soluzioni digitali: dobbiamo migliorare e riprogettare il digitale e per il digitale e non solo trasferirci su di esso. Contemporaneamente compensare il fenomeno della digital fatigue o ‘zoom fatigue’ causato dalle ore passare a interagire via schermo. Ci sarà bisogno di creare degli spazi di decompressione per permettere alle persone di mantenere il contatto con la realtà materiale dei luoghi e con la comunità, magari ripensando luoghi urbani ora destinati ad altre funzioni. La pandemia ha infatti modificato in un tempo limitato il paesaggio urbano e le modalità di fruizione dello spazio pubblico: durante il lockdown le principali arterie di comunicazione si sono svuotate mentre si è registrato un incremento delle attività all’aria aperta e frequentazione delle aree verdi. I benefici prodotti dal contatto con la natura sulla salute mentale sono largamente documentati e descrivono effetti di rilassamento e calo del livello di ansia e stress [7], anche con brevi periodi di esposizione. È stato osservato infatti che trascorrere 20-25 minuti in un contesto naturale influenzi positivamente lo stato di benessere delle persone, specialmente per coloro nella fascia sotto i 30 anni e sopra i 60 anni. Allo stesso modo gli operatori sanitari che sotto stress riescano a ritagliarsi una pausa di 20-25 minuti in aree verdi riprendono le attività con rinnovata energia e focus [8]. Diversi studi recenti hanno osservato che chi ha avuto la possibilità di trascorrere del tempo nel verde o anche solo esserne esposto visivamente (per esempio avendo un balcone con piante o un giardino di condominio) ha dimostrato di affrontare meglio il lockdown di chi non ne ha avuto la possibilità [9]. 3. Il mese di luglio, in particolare, Poste Italiane ha attivato oltre 1 milione di identità digitali SPID, di cui 46mila in provincia di Torino. 2. https://www.paneeinternet.it/
  • 26. 47 48 Torino come stai Torino come stai Il disegno e l’accessibilità al verde pubblico non è più allora elemento estetico del paesaggio urbano ma diventa presenza necessaria nel ridisegno di una città resiliente post-pandemia per realizzare a lungo termine una città più diffusamente accogliente e inclusiva [10], in quanto spesso i parchi e altri spazi verdi pubblici sono meno disponibili e/o hanno una qualità progettuale e una condizione manutentiva peggiore nei quartieri con uno stato socioeconomico inferiore [11]. Si può partire da piccoli interventi di ampliamento del verde a livello locale, con effetti positivi anche sul senso di appartenenza alla comunità [12], fino a interventi strutturali quali i “Superilles”4 attualmente in sperimentazioni nella città di Barcellona: si tratta di superblocchi di 400 metri di lato, con le strade interne pedonalizzate, parcheggi interrati, diffuse aree di verde e redirezione del traffico non residente sulle strade che costeggiano il blocco. In questo modo il Comune intende ridurre la circolazione delle auto private, migliorare la qualità dell’aria e sviluppare l’uso dei trasporti pubblici o delle biciclette. Prevedono che l’aumento della vegetazione impedirà 60 morti premature all’anno e altre 36 vite prolungate grazie all’aumento dell’attività fisica. In tutto, il nuovo schema di mobilità potrebbe salvare 667 vite umane all’anno (essendoci 9 Superilles in totale). Da qui la considerazione che la dimensione temporale sia strettamente collegata alla mobilità: occorre una città che contempli diversi ritmi e nuovi modelli, ad esempio il “Modello della città in 15 minuti”5 promosso dalla municipalità di Parigi che propone tutti i servizi primari a breve raggio realizzando una multicittà decentralizzata a favore di una ritrovata dimensione di vita di quartiere: il mutuo supporto tra abitanti e una maggiore integrazione con i servizi territoriali può accorciare le distanze e densificare le relazioni (si segnalano tra le esperienze di ispirazione servizi come il portierato sociale di quartiere come “Lulu dans ma rue”6 e l’uso di piattaforme social estese al solo vicinato di prossimità come “Nextdoor”)7 . “Torino come stai?” stimola quindi una riflessione sistemica centrata su tre pilastri strettamente interconnessi: l’alleanza con il tempo, le ore lavorative, educative, assistenziali, ricreative che si estendono nella giornata in un palinsesto di impegni organizzabile e negoziabile con i datori di lavoro e i service-provider. Un’agenda condivisa del tempo individuale e collettivo sostenuta da politiche empatiche e organizzazione del lavoro che metta al centro il benessere delle persone. Tempo Questi tre cantieri possono costituire ambiti di ricerca etnografica urbana per sviluppare bandi, call, iniziative pubblico-private, innovazioni rilevanti per i cittadini, dando luogo ad una practice di urban innovation che miri alla resilienza, responsabilità e sostenibilità sistemica nel contesto urbano. la dimensione dello stare bene come cura continua e dinamica di sé, della comunità, dei servizi, del sostegno alle fragilità. Benessere come impegno e responsabilità di tutti, evidenza di ciò che funziona e ciò che “occupa”, de-cluttering esistenziale, innovazione di processi e servizi rilevanti per i più. la presenza fisica nello spazio che si rimodula per noi, che “danza con il virus” ma che si progetta anche per nuove abitudini e comportamenti; la prossimità che diviene generativa e non coercitiva. Spazi aperti a tutti in un contesto urbano fatto di regole semplici per i cittadini. Benessere Spazio 4. https://nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-citta-rinasce-dal-basso/ 5. https://annehidalgo2020.com/thematique/ville-du-1-4h/ 6. https://www.luludansmarue.org/ 7. https://it.nextdoor.com/
  • 27. 49 50 Torino come stai Torino come stai [1] Sobol, M., et al., “Time of pandemic: Temporal perspectives related to compliance with public health regulations concerning the COVID-19 pandemic”, Social Science & Medicine, 2020, 265. https://doi.org/10.1016/j.socscimed.2020.113408 [2] Stickdorn, M., et al., “This is service design doing: applying service design thinking in the real world”, O’Reilly Media, Inc., 2018. [3] Howe, J., “Crowdsourcing: Why the Power of the Crowd Is Driving the Future of Business”, Crown Publishing Group, 2008. [4] Cicero, S., Inno Tribe, Platform design: https://platformdesigntoolkit. com/wp-content/docs/Platform-Design-Toolkit-Whitepaper-ITA.pdf [5] Hilderink, HBM., “The corona crisis and the need for public health foresight studies”, 2020. [6] Zuddas, P., “Covid-19 e digital divide: tecnologie digitali e diritti sociali alla prova dell’emergenza sanitaria, AIC”, 2020. https://www.osservatorioaic. it/images/rivista/pdf/2020_3_17_Zuddas.pdf [7] American Public Health Association, “Improving health and wellness through access to nature.”, 2013. https://www.apha.org/ policies-and-advocacy/public-health-policy-statements/policy- database/2014/07/08/09/18/improving-health-and-wellness-through- access-to-nature [8] Berto, R., et al., “Biophilic Design Triggers Fascination and Enhances Psychological Restoration in the Urban Environment. J. Biourbanism”, 2016, 1,26-35. [9] Pouso, S., et al., “Maintaining Contact with Blue-green Spaces During the COVID-19 Pandemic Associated with Positive Mental Health.” SocArXiv, 2020. http://osf.io/gpt3r [10] Ballocchi, A., “Rigenerazione urbana: città post Covid-19 più verdi, resilienti e inclusive”, 2020. https://www.infobuild.it/approfondimenti/ rigenerazione-urbana-citta-post-covid-19-verdi-resilienti-inclusive/ [11] Ferrini, F., “COVID-19, Rigenerazione Urbana Sostenibile e Alberi,” 2020. https://www.landscapefirst.it/rubriche/covid-19-rigenerazione- urbana-sostenibile-e-alberi/ [12] Kuo, F.E., Sullivan, W.C., “Aggression and violence in the inner city: effects of environment via mental fatigue. Environment and Behavior.”, 2001 Volume: 33 issue: 4, 543-571. I-react: https://www.i-react.eu/ Micromappers: https://micromappers.wordpress.com/ Ushaidi: https://www.ushahidi.com/ Spreadstoriesnotthevirus: https://www.spreadstoriesnotthevirus.com/ Wish I Were There: https://wishiwerethere.xyz/ Citiesandmemory: https://citiesandmemory.com/covid19-sounds/ Oggi Come Stai: www.oggicomestai.it/ ComeStai: www.comestai.org/ Influweb e Influenzanet www.influweb.it/, http://www.influenzanet.info/ How i feel: https://howwefeel.org/ Covidmeasures: www.covidmeasures.info/#/home IRCEP, International Registry of Coronavirus Exposure in Pregnancy: https:// survey.pregistry.com/ Unmind: https://unmind.com/ Giovani e adolescenti, indagine Unicef: www.unicef.org/lac/en/impact-covid- 19-mental-health-adolescents-and-youth Infanzia, indagine Ospedale Gaslini: www.gaslini.org/comunicazione/ ciaocomestai/ Protect: www.protectstudy.org.uk/ Euro Covid-19-Survey Tool: www.euro.who.int/__data/assets/pdf_ file/0007/436705/COVID-19-survey-tool-and-guidance.pdf Mental Health Europe: www.mhe-sme.org/covid-19/ Cities-rise: http://cities-rise.org/covid-19/ Pane e internet: www.paneeinternet.it/ Superilles: https://nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-citta-rinasce-dal-basso/ Città dei 15 minuti: https://annehidalgo2020.com/thematique/ville-du-1-4h/ Portierato sociale di quartiere: www.luludansmarue.org/ Nextdoor: https://it.nextdoor.com/ Referenze Casi studio
  • 28. 51 52 Torino come stai Torino come stai Appendice 05. Tempo per la compilazione: circa 5 minuti Numero di domande: 28 Come stai? □ Sto bene □ Ho la temperatura corporea superiore a 37,5°C □ Ho tosse □ Mi sento stanco/a o spossato/a Qual è il tuo genere? ○ Maschile ○ Femminile ○ Altro Quanti anni hai? ○ 18-25 ○ 26-35 ○ 36-45 ○ 46-55 ○ 56-65 ○ Più di 65 Qual è il tuo CAP di riferimento? ○ 10*** Con quante persone vivi in casa? ○ Sono solo/a ○ Siamo in due ○ Siamo più di 2 ○ Altro Domande della survey Crediti foto: Unsplash
  • 29. 53 54 Torino come stai Torino come stai Con chi vivi?* □ Genitori □ Nonni □ Fratelli e sorelle □ Sposo/a o compagno/a □ Figli □ Coinquilini o amici □ Animali domestici □ Altro Le persone con cui vivete hanno sperimentato sintomi che possono essere collegati a COVID-19 nelle ultime due settimane?* ○ Si ○ No Hai un medico di medicina generale assegnato? ○ Si ○ No Stai lavorando da casa?* ○ Si ○ No Stai studiando da casa?* ○ Si ○ No Ti prendi cura di qualcuno? ○ Si ○ No Ti prendi cura degli anziani?* ○ Si ○ No Di chi ti prendi di cura?* □ Nonni □ Genitori □ Zii □ Vicini □ Figli o altri bambini □ Coinquilini □ Altro Perché non riesci a studiare a casa?* ○ Le lezioni non sono disponibili online ○ Non ho internet a casa ○ Non ho un computer ○ Altro Cosa fai attualmente? ○ Sono un/a lavoratore/lavoratrice dipendente ○ Sono un/a lavoratore/lavoratrice autonomo ○ Sono disoccupato/a ○ Sono uno/a studente/studentessa universitario/a ○ Sono uno/a studente/studentessa di scuole superiori ○ Altro Quante delle persone con cui vivi hanno sperimentato sintomi (escluso te stesso)?* _________ Perché no? * _________ * Domanda dipendente dalla risposta precedente
  • 30. 55 56 Torino come stai Torino come stai Riescono a ricevere le stesse cure e attenzioni?* ○ Si ○ No C’è qualcuno che si prende cura di te? ○ Si ○ No Esci per fare la spesa o altri acquisti di beni di necessità? ○ Si ○ No Sei in grado di accedere a tutto ciò che ti serve in questo periodo? ○ Si ○ No Segnala i servizi per te necessari in questo periodo e dai una priorità* (poco / abbastanza / molto) Servizi consegna spesa a domicilio Servizi assistenza e cura a domicilio Servizi di accompagnamento in caso di disabilità Servizi di compagnia diurna e badantato Servizi di pulizia domestica Servizi integrativi per istruzione ed apprendimento Servizi di connettività digitale Accesso a stampanti Accesso ad aiuti economici Come ti senti per le prossime settimane (fino al 4 aprile 2020)? ○ Ben organizzato/a ○ Non organizzato/a ○ In difficoltà Chi?* □ Badante □ Servizi Sociali □ Familiari □ Altro Completa la frase: consiglierei di...? _________ Come continui a socializzare con gli altri durante questo periodo? _________ Lascia un messaggio ai tuoi concittadini. _________ Come ti senti in generale? ○ Impaurito/a ○ Fiducioso/a ○ Rassegnato/a
  • 31. 57 58 Torino come stai Torino come stai Contatti 06. Experientia è un’agenzia di progettazione e ricerca internazionale sulla user experience, il service design ed il modeling dei comportamenti. SocialFare è un Centro per l’Innovazione Sociale, che sviluppa, progetta ed accelera soluzioni innovative, conoscenza ed imprenditorialità a impatto sociale. CSIC è un’iniziativa interamente dedicata alla creazione, diffusione e promozione della cultura dell’impatto attraverso l’educazione trasformativa. TOP-IX è un consorzio senza fini di lucro con lo scopo di creare e gestire un NAP (Neutral Access Point) per lo scambio del traffico Internet nell’area del Nord Ovest d’Italia. Torino Social Impact è un ecosistema di imprese e istituzioni torinesi per promuovere l’imprenditorialità e gli investimenti ad impatto sociale. LINKS è un ente che ha l’obiettivo di contribuire al progresso tecnologico e socio-economico attraverso processi avanzati di ricerca applicata. Torino Wireless è un ente senza scopo di lucro designato dalle Istituzioni locali per la promozione e consolidamento del Distretto ICT piemontese. CPS è un dipartimento di eccellenza dell’UniTo, che funge da incubatore di progetti di ricerca e didattica avanzata. info@experientia.com info@socialfare.com communication@cottinoimpact.org staff@top-ix.org info@torinosocialimpact.it info@linksfoundation.com socialimpact@torinowireless.it dipartimento.cps@unito.it info@nestaitalia.org Nesta Italia è un’organizzazione no profit che porta nel nostro Paese un nuovo approccio all’innovazione sociale sviluppato e testato a livello internazionale. Crediti foto: Unsplash
  • 32. I Partner di “Torino come stai?” ringraziano: • i cittadini, che hanno spontaneamente partecipato all’iniziativa condividendo il proprio status • la Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha sostenuto la sperimentazione • la Città di Torino, che ha supportato la sperimentazione attraverso: Assessorato Innovazione, Assessorato Politiche Sociali, Assessorato Politiche Giovanili e Pari opportunità • Torino Social Impact, che ha incluso la sperimentazione tra le proprie iniziative Ringraziamenti