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La terapia di supporto
nella glicogenosi tipo 2
Terapia di supporto
Nutrizione
Esercizio fisico
Terapia cardiaca
Assistenza ventilatoria
Supporto psicologico
Prevenzione e trattamento comorbilità
La glicogenosi tipo 2 è una malattia sistemica che
richiede un approccio multidisciplinare
Nutrizione
SCOPO:
- mantenere un adeguato introito calorico
Consentire un’adeguata crescita
Evitare l’eccessiva perdita di peso, un basso BMI è
stato correlato ad un peggiore outcome [Kobayashi H et al
2010]
Evitare l’eccessivo aumento ponderale (potrebbe
peggiorare la funzione muscolare e respiratoria)
- sopperire all’aumentato catabolismo proteico
A livello metabolico
Nelle cellule muscolari il glicogeno si accumula nei
lisosomi e si ha un eccessivo consumo proteico,
verosimilmente come fonte alternativa di energia.
La proteolisi con conseguente deplezione proteica
contribuisce al danno muscolare.
Raccomandazioni dietetiche
Consensus internazionale:
“Provide adequate nutrition (high protein
consisting of 20-25% protein) with attention to
vitamins and minerals” [Kishnani PS et al. 2006]
Il razionale è quello di fornire aminoacidi come
substrato per la sintesi proteica.
Alcuni studi dimostrano che le diete ricche in proteine
sono in grado di rallentare la progressione della
malattia [Slonim AE et al 2007, Ravaglia S et al 2006]
dalla maggior parte degli autori:
25-30% proteine
30-35% carboidrati
35-40% grassi
Solo il 25% dei pazienti
ha avuto benefici.
Scarsa compliance??
Dieta proposta
L-Alanina, yes or not?
La L-Alanina è un aminoacido utilizzato nella
gluconeogenesi.
Alcuni autori hanno proposto il suo utilizzo al dosaggio
di 2 g x 3/die allo scopo di ridurre il catabolismo degli
aa ramificati
In alcuni pazienti il trattamento con L-alanina ha
consentito un aumento della massa magra, senza
evidenza di miglioramento nelle performance [Mundy HR
et al 2006].
La nostra esperienza: i pazienti non riferiscono alcuna
differenza soggettiva.
Esercizio fisico
SCOPO
Ridurre il deposito di glicogeno e aumentare l’utilizzo di
grassi come fonte energetica. Mantenere il tono e il
trofismo muscolare.
QUALE ESERCIZIO?
Personalizzato in base al grado di compromissione del
paziente. In generale andrebbe fatto un allenamento
aerobico submassimale almeno 2-3 volte la settimana.
Ottimi il nuoto e la bicicletta
N.B. Evitare l’esercizio eccessivo che potrebbe portare
alla rottura delle cellule muscolari!
Esercizio fisico
Evidenze positive di associazione dieta ed esercizio fisico:
Slonim AE et al. 2007:
22 pazienti late onset non in ERT,
4 anni di esercizio aerobico submassimale quotidiano
6/22 miglioramento del Walton score. 14/22
stabilizzazione.
Terzis G et al. 2011:
5 pazienti late onset in ERT ≥ 1 anno,
20 settimane di esercizio aerobico a giorni alterni.
Miglioramento della forza muscolare degli arti superiori e
inferiori e delle performance al 6 min walking test
Terapia cardiaca
Il coinvolgimento cardiaco interressa soprattutto le
forme classiche infantili, ma può raramente
comparire anche nelle forme late-onset.
La cardiomiopatia risponde bene alla terapia
enzimatica sostitutiva.
L’ipertrofia cardiaca, con o senza ostruzione
richiede farmaci cardiologici quali diuretici e Ace
inibitori.
I beta bloccanti possono essere utilizzati per ridurre
lo stato di congestizione e lo stress sulla parete
miocardica.
In caso di interventi è importante la profilassi per
endocardite batterica
Terapia cardiaca
Terapia cardiaca
Negli adulti sono stati segnalati casi di sindrome di
Wolff-Parkinson-White, probabilmente causati da
accumulo di glicogeno nel sistema di conduzione
cardiaca, in assenza di cardiomiopatia ipertrofica.
Il paziente che presenta sintomi da tachiaritmia deve essere
trattato farmacologicamente o tramite ablazione.
Terapia di supporto ventilatorio
In caso di deficit respiratorio significativo, la
ventilazione non invasiva a pressione positiva si è
dimostrata molto utile.
Nei pazienti più gravente compromessi (con
alterazione della deglutizione e rischio di aspirazione
cronica, con importante deficit dell’espettorazione o
con necessità di ventilazione > 20h) può essere
necessaria la ventilazione meccanica invasiva tramite
tracheostomia.
Il cough-assist o “macchina per la tosse” consente di
generare una espirazione forzata che aiuta
l’espettorazione, consentendo di evitare l’eccessivo
accumulo di secrezioni nelle vie aeree.
Ogni condizione che può aggravare il quadro
respiratorio deve essere trattata es. broncodilatatori
per l’asma, inibitori di pompa per il reflusso gastro-
esofageo.
Terapia di supporto ventilatorio
Supporto psicologico
Importante nelle diverse fasi della vita.
Genitori di bambini con forma classica: effetto destabilizzante
sulla famiglia, senso di colpa per aver trasmesso una malattia
genetica
Pazienti adolescenti: senso di inadeguatezza, mancanza di
autostima, depressione, difficoltà a stabilire relazioni con i
coetanei, eccessiva dipendenza dalla famiglia (regressione,
negazione, intellettualizzazione).
Pazienti adulti: necessità di accettare una malattia cronica con
infusioni e.v. ogni 2 settimane, ansia verso il futuro
(carriera, famiglia, amici).
Il contatto con altre persone che hanno avuto un’esperienza
analoga (associazioni di pazienti) può essere d’aiuto per
evitare il senso di isolamento ed aumentare la compliance
terapeutica.
Raccomandazioni mediche
generali
Vaccinazione: è raccomandata l’anti-influenzale in
tutti i pazienti e nei familiari a stretto contatto. Nei
bambini si raccomanda anche l’anti-pneumococco.
Attenzione ai seguenti farmaci:
miorilassanti andrebbero sempre evitati
corticosteroidi possono peggiorare l’osteopenia
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Grazie per l’attenzione!Grazie per l’attenzione!Grazie per l’attenzione!Grazie per l’attenzione!

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Affettività e rischio psicopatologico delle disabilità intellettive
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Affettività e rischio psicopatologico delle disabilità intellettive
 

La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2

  • 1. La terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2
  • 2. Terapia di supporto Nutrizione Esercizio fisico Terapia cardiaca Assistenza ventilatoria Supporto psicologico Prevenzione e trattamento comorbilità La glicogenosi tipo 2 è una malattia sistemica che richiede un approccio multidisciplinare
  • 3. Nutrizione SCOPO: - mantenere un adeguato introito calorico Consentire un’adeguata crescita Evitare l’eccessiva perdita di peso, un basso BMI è stato correlato ad un peggiore outcome [Kobayashi H et al 2010] Evitare l’eccessivo aumento ponderale (potrebbe peggiorare la funzione muscolare e respiratoria) - sopperire all’aumentato catabolismo proteico
  • 4. A livello metabolico Nelle cellule muscolari il glicogeno si accumula nei lisosomi e si ha un eccessivo consumo proteico, verosimilmente come fonte alternativa di energia. La proteolisi con conseguente deplezione proteica contribuisce al danno muscolare.
  • 5. Raccomandazioni dietetiche Consensus internazionale: “Provide adequate nutrition (high protein consisting of 20-25% protein) with attention to vitamins and minerals” [Kishnani PS et al. 2006] Il razionale è quello di fornire aminoacidi come substrato per la sintesi proteica. Alcuni studi dimostrano che le diete ricche in proteine sono in grado di rallentare la progressione della malattia [Slonim AE et al 2007, Ravaglia S et al 2006]
  • 6. dalla maggior parte degli autori: 25-30% proteine 30-35% carboidrati 35-40% grassi Solo il 25% dei pazienti ha avuto benefici. Scarsa compliance?? Dieta proposta
  • 7. L-Alanina, yes or not? La L-Alanina è un aminoacido utilizzato nella gluconeogenesi. Alcuni autori hanno proposto il suo utilizzo al dosaggio di 2 g x 3/die allo scopo di ridurre il catabolismo degli aa ramificati In alcuni pazienti il trattamento con L-alanina ha consentito un aumento della massa magra, senza evidenza di miglioramento nelle performance [Mundy HR et al 2006]. La nostra esperienza: i pazienti non riferiscono alcuna differenza soggettiva.
  • 8. Esercizio fisico SCOPO Ridurre il deposito di glicogeno e aumentare l’utilizzo di grassi come fonte energetica. Mantenere il tono e il trofismo muscolare. QUALE ESERCIZIO? Personalizzato in base al grado di compromissione del paziente. In generale andrebbe fatto un allenamento aerobico submassimale almeno 2-3 volte la settimana. Ottimi il nuoto e la bicicletta N.B. Evitare l’esercizio eccessivo che potrebbe portare alla rottura delle cellule muscolari!
  • 9. Esercizio fisico Evidenze positive di associazione dieta ed esercizio fisico: Slonim AE et al. 2007: 22 pazienti late onset non in ERT, 4 anni di esercizio aerobico submassimale quotidiano 6/22 miglioramento del Walton score. 14/22 stabilizzazione. Terzis G et al. 2011: 5 pazienti late onset in ERT ≥ 1 anno, 20 settimane di esercizio aerobico a giorni alterni. Miglioramento della forza muscolare degli arti superiori e inferiori e delle performance al 6 min walking test
  • 10. Terapia cardiaca Il coinvolgimento cardiaco interressa soprattutto le forme classiche infantili, ma può raramente comparire anche nelle forme late-onset.
  • 11. La cardiomiopatia risponde bene alla terapia enzimatica sostitutiva. L’ipertrofia cardiaca, con o senza ostruzione richiede farmaci cardiologici quali diuretici e Ace inibitori. I beta bloccanti possono essere utilizzati per ridurre lo stato di congestizione e lo stress sulla parete miocardica. In caso di interventi è importante la profilassi per endocardite batterica Terapia cardiaca
  • 12. Terapia cardiaca Negli adulti sono stati segnalati casi di sindrome di Wolff-Parkinson-White, probabilmente causati da accumulo di glicogeno nel sistema di conduzione cardiaca, in assenza di cardiomiopatia ipertrofica. Il paziente che presenta sintomi da tachiaritmia deve essere trattato farmacologicamente o tramite ablazione.
  • 13. Terapia di supporto ventilatorio In caso di deficit respiratorio significativo, la ventilazione non invasiva a pressione positiva si è dimostrata molto utile. Nei pazienti più gravente compromessi (con alterazione della deglutizione e rischio di aspirazione cronica, con importante deficit dell’espettorazione o con necessità di ventilazione > 20h) può essere necessaria la ventilazione meccanica invasiva tramite tracheostomia.
  • 14. Il cough-assist o “macchina per la tosse” consente di generare una espirazione forzata che aiuta l’espettorazione, consentendo di evitare l’eccessivo accumulo di secrezioni nelle vie aeree. Ogni condizione che può aggravare il quadro respiratorio deve essere trattata es. broncodilatatori per l’asma, inibitori di pompa per il reflusso gastro- esofageo. Terapia di supporto ventilatorio
  • 15. Supporto psicologico Importante nelle diverse fasi della vita. Genitori di bambini con forma classica: effetto destabilizzante sulla famiglia, senso di colpa per aver trasmesso una malattia genetica Pazienti adolescenti: senso di inadeguatezza, mancanza di autostima, depressione, difficoltà a stabilire relazioni con i coetanei, eccessiva dipendenza dalla famiglia (regressione, negazione, intellettualizzazione). Pazienti adulti: necessità di accettare una malattia cronica con infusioni e.v. ogni 2 settimane, ansia verso il futuro (carriera, famiglia, amici). Il contatto con altre persone che hanno avuto un’esperienza analoga (associazioni di pazienti) può essere d’aiuto per evitare il senso di isolamento ed aumentare la compliance terapeutica.
  • 16. Raccomandazioni mediche generali Vaccinazione: è raccomandata l’anti-influenzale in tutti i pazienti e nei familiari a stretto contatto. Nei bambini si raccomanda anche l’anti-pneumococco. Attenzione ai seguenti farmaci: miorilassanti andrebbero sempre evitati corticosteroidi possono peggiorare l’osteopenia e l’atrofia muscolare; statine possono peggiorare la miopatia
  • 17. Grazie per l’attenzione!Grazie per l’attenzione!Grazie per l’attenzione!Grazie per l’attenzione!