Medicina a distanza_nelle_sindromi_neuro_degenerative
Gabriele carbone 20_settembre_2021
1. Le cure a lungo termine
Moderatori
M. Cozzolino e C. Bauco
Il cibo e la mente
Gabriele Carbone
Neurologo
Italian Hospital Group
Guidonia (Roma)
2. L’Effetto del cibo
La relazione tra cibo e salute fisica è chiara: ciò che
mangiamo impatta sulla salute fisica, compreso il
rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete e
le malattie cardiache.
Ma, stanno emergendo relazioni sempre maggiori tra
cibo e salute mentale, ciò che mangiamo è associato
con:
cognizione
umore
comportamento
3. Cos’é la salute mentale?
Non c'è salute
senza salute mentale
«Uno stato di benessere in cui ogni
individuo realizza le proprie potenzialità,
può far fronte ai normali stress della vita,
può lavorare in modo produttivo e
fruttuoso, ed è in grado di dare un
contributo alla propria comunità.»
4. vs
Relazione cibo e cervello
Inizialmente la ricerca si concentrava su singoli
nutrienti come: magnesio, vitamina D, ecc.
MA …… non mangiamo solo singoli nutrienti.
Negli ultimi anni l'attenzione si è spostata sui modelli
nutrizionali rispetto ai singoli nutrienti.
5. Le ricerche più recenti sembrano sempre più
suggerire che i modelli nutrizionali sono associati
allo stato di salute fisica e mentale
Alcune delle modalità attraverso cui i modelli
nutrizionali hanno dimostrato di avere un impatto
sulla salute e fisica mentale sono:
Infiammazione
Lo stress ossidativo
Plasticità cerebrale (volume ippocampale)
Relazione cibo e cervello
6. Modello dietetico
“occidentale” (ad es.
ricco di grassi, zuccheri,
carboidrati raffinati)
Effetti sul corpo
Modello dietetico
ricco di frutta e
verdura, cereali
integrali, grassi
sani
Aumento Infiammazione Riduzione
Aumento Stress ossidativo Riduzione
Riduce Volume ippocampale Aumento
Messo in relazione a
ridotto benessere fisico
e mentale (depressione,
deterioramento
cognitivo)
Messo in relazione
al miglioramento
del benessere fisico
e mentale
Relazione cibo e cervello
7. Cosa significa questo?
I cibi che mangiamo hanno un impatto non solo
sul nostro stato di salute fisica ma anche:
sulle nostre funzioni cerebrali,
sulle dimensioni del nostro cervello,
sul nostro benessere mentale.
8. Cosa dovremmo mangiare?
Adottare un modello alimentare
(nutrizionale) che preveda:
maggiore consumo di frutta e
verdura, legumi, cereali
integrali, noci e semi e cibi
ricchi di omega 3
p.e.: ‟dieta” mediterranea
minore consumo di grassi
saturi, carboidrati raffinati,
alimenti trattati.
9. Mediterranean Diet and Cardiodiabesity:
A Review
Nutrients, 2014 Sep; 6(9): 3474–3500
Abstract
Cardiodiabesity has been used to define and describe
the well-known relationship between type 2 Diabetes
Mellitus (T2DM), obesity, the metabolic syndrome
(MetS) and cardiovascular disease (CVD).
The objective of this study was to perform a
scientific literature review with a systematic search to
examine all the cardiovascular risk factors combined
and their relationship with adherence to the
Mediterranean Diet (MedDiet) pattern as primary
prevention against cardiodiabesity in a holistic
approach. Research was conducted using the PubMed
database including clinical trials, cross-sectional and
prospective cohort studies. Thirty-seven studies
were reviewed: fourteen related to obesity, ten to
CVD, nine to MetS, and four to T2DM. Indeed 33
provided strong evidence on the association between
adherence to a MedDiet and a reduced incidence of
collective cardiodiabesity risk in epidemiological
studies. This scientific evidence makes the MedDiet
pattern very useful for preventive strategies directed
at the general population and also highlights the need
to consider all these diet-related risk factors and
health outcomes together in daily primary care.
Obiettivo di questa revisione della letteratura
era di esaminare fattori di rischio
cardiovascolare e la relazione con l'adesione
al modello della Dieta Mediterranea
(MedDiet) come prevenzione primaria
contro la cardiodiabesità.
Risultati: 33 dei 37 studi esaminati hanno
fornito una forte evidenza sull'associazione
tra l'aderenza alla MedDiet e una ridotta
incidenza del rischio di cardiodiabesità,
Cardiodiabesità è un termine ibrido usato per
definire e descrivere la ben nota relazione tra
diabete mellito di tipo 2 (T2DM), obesità,
sindrome metabolica (MetS) e malattie
cardiovascolari (CVD).
10. BMJ 2008;337:a1344
Conclusions
This meta-analysis shows that adherence
to a Mediterranean diet can significantly
decrease the:
risk of overall mortality,
mortality from cardiovascular diseases,
incidence of or mortality from cancer,
and
incidence of Parkinson’s disease and
Alzheimer’s disease.
These results seem to be clinically relevant
in terms of public health, particularly for
reducing the risk of premature death in the
general population and are strictly
concordant with current guidelines and
recommendations from all the major
scientific associations that strongly
encourage a Mediterranean-like dietary
pattern for primary and secondary
prevention of major chronic diseases.
Le LG dell’OMS (2019)
raccomandano una dieta mediterranea
per ridurre il rischio di declino
cognitivo o demenza.
Risk of all cause mortality associated with two point, increase in adherence score for
Mediterranean diet. Squares represent effect size; extended lines show 95%
confidence intervals; diamond represents total effect size
Adherence to Mediterranean diet and health
status: meta-analysis
11. Back to the future: the Mediterranean diet
paradigm
Le popolazioni del bacino mediterraneo stanno progressivamente allontanandosi
dalle tradizionali abitudini alimentari:
Aumento del consumo di alimenti raffinati e grassi saturi
Diminuzione del consumo di alimenti di origine vegetale e ricchi di acidi
grassi monoinsaturi
Dati allarmanti soprattutto nei più giovani
Nutr Metab Cardiovascular Dis. 2014 Mar;24(3):216-9
12. Adherence to a Mediterranean-like dietary
pattern in children from eight European countries.
The IDEFICS study
Int J Obes (Lond). 2014 Sep;38 Suppl 2:S108-14
Prevalence of high adherence to a Mediterranean-like dietary
pattern (MDS>3) among pre-school (dark grey) and school
children (light grey), stratified by country.
Obiettivo: valutare l’adesione ad un
modello alimentare mediterraneo in ragazzi
e ragazze di 2-9 anni di otto paesi europei.
Evidenze:
In Italia poco più del 50% dei bambini
mostra una elevata aderenza al modello
MedDiet, ma già in età scolare tale
percentuale di aderenza si riduce.
Non si osserva elevata aderenza in altre
regioni del mediterraneo (Spagna e
Cipro) che si dovrebbero distinguere per
questo pattern alimentare
Viene confermato che Paesi al di fuori
del bacino mediterraneo possono avere
livelli di più elevati di aderenza al
modello MedDiet rispetto ai paesi
dell’Europa meridionale.
IDEFICS - Identification and prevention of Dietary- and
lifestyle-induced health EFfects In Children and infantS
13. Negli adolescenti sono molto comuni i seguenti comportamenti
alimentari:
Frequente assenza della prima colazione
Consumo giornaliero solo del 50% delle quantità raccomandate di
frutta e verdura
Consumo inferiore ai 2/3 delle quantità raccomandate di latte e
prodotti lattiero-caseari
Elevato consumo di prodotti di origine animale, grassi e zuccheri
Elevato consumo di bevande zuccherate e succhi di frutta
Elevato consumo di acidi grassi saturi e di sale
Mentre presentavano
Bassi livelli ematici di vitamina D, B6, B9, A
Studio condotto su un campione
di 3.528 adolescenti di età
compresa tra 12,5 e 17,5 anni
Advances in Nutrition, 2014:,
Nutrition and lifestyle in european adolescents:
the HELENA (Healthy Lifestyle in Europe by
Nutrition in Adolescence) study
14. The Mediterranean diet and nutritional
adequacy: a review
La Dieta Mediterranea:
oltre alla migliore qualità dei grassi
alimentari,
agli effetti antinfiammatori,
all'aumento della quantità di antiossidanti,
è un modello con un'elevata qualità
nutrizionale.
È stato infatti dimostrato che livelli più
elevati di aderenza a un modello dietetico
mediterraneo sono associati a un
ridotto rischio di apporti inadeguati di
macro e micro-nutrienti.
Le strategie di promozione della salute
dovrebbero prioritariamente promuovere la
Dieta Mediterranea, specialmente nei gruppi
di popolazione che sono più vulnerabili alle
carenze di micronutrienti.
15. Food intake and inflammation in European children:
the IDEFICS study
IDEFICS - Identification and prevention of Dietary- and lifestyle-induced health EFfects In Children and
infantS
Abstract
PURPOSE: This cross-sectional study assesses the relationship
between consumption frequencies of food items and high-
sensitivity C-reactive protein (hs-CRP) in European children.
METHODS: Out of the baseline sample (N = 16.228) of the IDEFICS
study, 6.403 children (1.315 boys aged 2 to <6, 1.908 boys aged 6 to
<10, 1.204 girls aged 2 to <6 and 1.976 girls aged 6 to <10 years) had
hs-CRP measured and the Children's Eating Habits Questionnaire
filled, including a food frequency questionnaire. Logistic regression
adjusted for body mass index z-score, education of the mother, breast-
feeding and self-reported hours of physical activity in a sport club per
week was conducted.
RESULTS: Mean frequency intake of raw vegetable was lower in
boys (p = 0.022 in young and p = 0.020 in old) and older girls (p =
0.026) with high hs-CRP concentration, while in younger girls (p =
0.008) the same occurred with the cooked vegetables. The probability
of having higher hs-CRP concentration was significantly associated
with having low consumption frequency of vegetables (p = 0.004 in
older boys, raw vegetables; and p = 0.0032 in younger girls, cooked
vegetables). Also, honey/jam intake decreased the probability of
having higher concentration of hs-CRP, whereas soft drinks with
sugar, mayonnaise and cereals milled increased this probability.
CONCLUSIONS: Out of all food items associated with hs-CRP,
frequency intake of vegetables presented more associations across all
the analysis. Findings suggest that a high-frequency intake of
vegetables is inversely related to an inflammatory status in children.
More studies are needed to assess the association between diet and
inflammation.
Risultati: i livelli di hs-PCR variano in base alla
alimentazione. In particolare:
Maggiore probabilità di avere più alti
valori di hs-PCR si associava con una bassa
frequenza di consumo di verdure.
Minore probabilità di avere un alto valore di
hs-PCR, si associava al consumo di
miele/marmellata.
Il consumo di bevande analcoliche con
zucchero, maionese e cereali raffinati
aumentavano la probabilità di avere alti
valori di hs-PCR.
Conclusioni
I risultati suggeriscono che nei bambini il
frequente consumo di verdure è inversamente
correlato a uno stato infiammatorio.
Eur J Nutr 55, 2459–2468 (2016)
17. Prima colazione Pranzo Cena
Il cibo è il carburante principale del nostro corpo,
dobbiamo fornirlo regolarmente con un equilibrio di
gruppi alimentari per mantenere stabili gli zuccheri
nel sangue
Spuntino
Spuntino
8 13 20
17
10
E … numero dei pasti?
18. Calorie 150
L’ideale è un frutto di
stagione o Yogurt.
Utili per non arrivare
troppo affamati ai
pasti principali.
Calorie 700
Il pranzo ideale deve contenere
modiche quantità di tutti i
macronutrienti (proteine, carboidrati e
grassi). 70-100 grammi di riso o pasta
integrale condita con olio d’oliva,
verdure al vapore e una porzione da
50-70 grammi di carne (preferibilmente
pollo, tacchino e agnello) o meglio di
pesce sono sufficienti. Preferisci i
cereali integrali.
Calorie 150
1 frutto o 3-4
noci, o per
variare, yogurt,
cracker, grissini,
barrette ai cereali.
Calorie 600
A cena sarebbe ideale
un primo piatto in brodo
o passato di verdure
seguito dal secondo
piatto (proteine) verdura
e pane
E … calorie, macronutrienti…?
Calorie 400
Parte proteica: latte o
yogurt
Parte di carboidrati
complessi: fette biscottate,
pane, cornflakes, biscotti
secchi… (cercare di variare
la scelta).
Zuccheri semplici
(zucchero, miele,
marmellata) in quantità
19. First message to take home
Consumare più cibi integrali e poco lavorati come frutta e verdura, legumi,
cereali integrali, carni magre e pesce e meno cibo raffinati/lavorati
I cibi che mangiamo possono avere
un impatto sulle dimensioni del
nostro cervello, sulle nostre funzioni
cerebrali e sulla nostra salute
mentale
La ricerca ha dimostrato che
una migliore qualità della
alimentazione (nutrizione) è
associata anche ad un miglior
benessere fisico
20. Non ti abbuffare di cibo: chi lo fa avrà
la vita abbreviata
E’ gran lode dell’uomo saggio
contenersi nel mangiare
„…gli altri uomini vivono per
mangiare, mentre lui mangiava
per vivere“
(Socrate 469-399 a. C.)
21. Unhealthy diet, Alcohol misuse,
Smoking, Diabetes, Depression
APOE,
other genes
DEMENTIA
Physical activity,
Cognitive & social activity
0 20 60 75
Adult life Mid-life Late-life
Transition
Education
PROTECTIVE FACTORS
High blood pressure
Obesity
High blood cholesterol
Brain reserve
Cognitive reserve
Neuronal damage
Vascular insults
RISK FACTORS
Familial
aggregation
MECHANISMS
MECHANISMS
Patologia Multifattoriale
Modified from Kivipelto, Mangialasche et al., Oxford Ger Text Medicine 2017, Nature Neurology
Alimentazione e Demenze
22. Dementia prevention, intervention, and
care: 2020 report of the Lancet Commission
(Published: July 30, 2020)
Nuove evidenze hanno portato a 12 i fattori di rischio potenzialmente modificabili per
la demenza. La loro riduzione potrebbe essere protettiva per le persone con o senza un
rischio genetico, sebbene i risultati dello studio non siano stati del tutto condivisi.
Stimato il rischio di demenza pari al 7% se associato all'APOε4 e di una sua
potenziale riduzione pari al 40% controllando i fattori di rischio potenzialmente
modificabili ne consegue quanto questi ultimi siano importanti nella prevenzione
della demenza.
Le evidenze suggeriscono che una dieta mediterranea o scandinava
potrebbe avere valore nel prevenire il declino cognitivo nelle persone con
cognizione integra, in particolare come componente di uno stile di vita
sano, anche se non è chiaro quanto debba essere iniziato.
23.
24. Problemi di alimentazione che insorgono nelle
diverse fasi della demenza
Fasi della demenza Cause
Fase preclinica Disfunzioni olfattive e gustative
Fase da lieve a
moderata
Deficit dell'attenzione (ambiente rumoroso o poco
confortevole, facile distraibilità e non terminare il pasto,).
Deficit di memoria (dimenticare la routine dei pasti).
Ridotta capacità decisionale (difficoltà nella scelta del
cibo, ridotta assunzione).
Deficit delle funzioni esecutive (spesa, preparazione del
cibo).
Fase da moderata
a grave
Disprassia: ad es. uso delle stoviglie
Agnosia: non riconosce gli alimenti
Problemi comportamentali (vagabondaggio, agitazione,
deliri, apatia, rifiuto ad essere aiutati)
Disfagia orale (tenere il cibo in bocca e dimenticare di
ingoiarlo)
Fase grave Rifiuto del cibo
25. Cause potenziali Interventi
Problemi di masticazione
•Cura orale e/o trattamento odontoiatrico
•Modificare la consistenza
Xerostomia
•Controllare i farmaci per gli eff. coll. - rimuoverli o sostituirli se possibile
•Garantire un'adeguata assunzione di liquidi, •Utilizzare il collutorio e il gel
Disturbi visivi
•presbiopia, miopia, cataratta, astigmatismo, percezione spaziale e riduzione
sensibilità cromatica
Mobilità limitata, immobilità •Fisioterapia, attività fisica, aiuto con la spesa e la cucina, pasti a domicilio
Declino funzionalità •Epatica, renale, gastrointestinale,
Disturbi psichiatrici (es. umore
depresso, ansia)
•Adeguato trattamento medico
•Mangiare con gli altri - pasti condivisi, ambiente piacevole del
pasto/ambiente alimentare, •Attività di gruppo, terapia occupazionale
Malattia acuta (infezioni) o
dolore cronico, LDP
• Cure mediche adeguate
Effetti avversi dei farmaci (ad
es. nausea, apatia)
•Controllare i farmaci, ridurre/sostituirli
Problemi sociali (es. mancanza
di sostegno, conflitti familiari)
•Aiuto per fare la spesa, cucinare e mangiare, pasti a domicilio, pasti
condivisi
•Risolvere i conflitti
Altre cause di disturbi dell’alimentazione nei
pazienti con demenza e possibili interventi
26. Fonti: Watson e Deary (1997),Amella (2002), Furman (2006),Chang e Roberts (2008)
Aumento dei fabbisogni nutrizionali - primi stadi -
aumento di peso (?)
Ridotto o inadeguato consumo di alimenti.
Riduzione dell’appetito e dell’idratazione.
Disturbi gastrointestinali e metabolici da farmaci.
Carenze di vitamine e oligoelementi.
Perdita di peso, ipoidratazione - denutrizione (5%-50%)
- sarcopenia, cadute….
Reefreding Syndrome.
Effetti della demenza sullo
stato nutrizionale
Rischio denutrizione in presenza di (almeno 1):
Calo ponderale > 10% del peso corporeo abituale
Peso corporeo < 90% del peso «ideale» per l’altezza
Indice di massa corporea calcolata (BMI) < 18,5
27. Stadio della
malattia
Problema Possibile supporto
Fasi iniziali
Difficoltà nello shopping,
nella preparazione dei pasti
e/o nel mangiare regolarmente
Aiuto con la spesa
Aiuto domestico
Pasti a domicilio
Persona presente ai pasti
Dimenticare di mangiare
Diminuzione della capacità di
ricordare di aver mangiato, di
riconoscere il cibo e di
mangiare in modo
indipendente
Supervisione durante i pasti
Suggerimenti verbali, incoraggiamento
Assistenza durante l'alimentazione
Aumento del tempo trascorso dal carer
durante l'alimentazione
Pasti ad alta densità energetica
Fasi avanzate
Problemi comportamentali,
vagabondaggio
Supporto emotivo e ambientale
Strategie comportamentali e
comunicative specifiche
Disfagia faringea Modificare la consistenza
Possibili interventi non farmacologici per una
adeguata alimentazione di persone con demenza
28. Strategie non farmacologiche per il trattamento di
alcuni disturbi dell'alimentazione di persone con
demenza
Strategia
1) Non somministrare
cibi solidi, ma prediligere
consistenze cremose
2) Far bere acqua con
addensanti
3) Non far iper-estendere
il capo quando si beve,
ma utilizzare bicchiere
a becco di flauto
Strategia:
1) Far sedere al tavolo
da solo
2) Utilizzare posate e
piatti piccoli
3) Sminuzzare cibo o
diluirlo con del brodo
4) Offrire poco cibo
alla volta
Strategia:
1) Far sedere al tavolo
da solo
2) Fornire solo il piatto
e la posata,
versare l’acqua
durante il pasto
3) Servire piatto unico
(primo/secondo/
contorno)
4) Utilizzare piatti e
bicchieri a tinta unita
Strategia:
1) Sollecitare
continuamente
durante il pasto
2) Aggiungere sapori
dolci a cibi salati
3) Servire piatto unico
(primo/secondo/
contorno)
Strategia:
Fornire solamente
una posata senza
opzioni per
ridurre gli stimoli e
facilitare
l'alimentazione
DISFAGIA
Difficoltà a deglutire.
Può riguardare solo
i cibi solidi, o anche
quelli semiliquidi o
liquidi.
IPERFAGIA
Aumento della
sensazione di fame.
VORACITA'
Avidità, ingordigia di
cibo.
AFFACCENDAMENTO
Aumento dell’attività
motoria afinalistica
fino alla manipolazione
inconcludente degli
oggetti.
APATIA
Riduzione
dei comportame
nti finalizzati
(persona
demotivata).
APRASSIA
Incapacità di
compiere
movimenti
volontari
finalizzati a
uno scopo.
ALCUNE INTERVENTI AMBIENTALI :
ambiente tranquillo,
tovaglia tinta unita,
bicchiere a becco di flauto, piatti con bordo alto
fornire posate che si utilizzano,
bicchieri e piatti colorati
…………
29. Conclusioni: assistenza e supporto nutrizionale dovrebbero essere parte integrante della
gestione della demenza. In tutte le fasi della malattia, la decisione a favore o contro gli
interventi nutrizionali dovrebbe essere presa su base individuale dopo aver attentamente
bilanciato il beneficio atteso e la potenziale gravità, tenendo conto della (presunta) volontà del
paziente e della prognosi generale.
European Society for Clinical
Nutrition and Metabolism
E’ raccomandato, per migliorare lo stato
nutrizionale, l’uso di supplementi nutrizionali
orali (ONS) ma non per prevenire il declino o
migliorare il deterioramento cognitivo.
La nutrizione artificiale è suggerita nella fase
lieve o moderata per un periodo di tempo
limitato per superare una situazione di crisi con
un apporto orale marcatamente insufficiente, se
il basso apporto nutrizionale è soprattutto
causato da una condizione potenzialmente
reversibile, ma non nei pazienti con demenza
grave o in la fase terminale della vita.
Fornisce 26 raccomandazioni per la cura nutrizionale delle persone anziane con demenza
Raccomanda lo screening per la
malnutrizione e il monitoraggio del
peso corporeo.
Raccomanda di favorire in tutte le
fasi della malattia la nutrizione orale,
offrendo cibo adeguato e gradevole in
un ambiente piacevole, con adeguato
supporto infermieristico e con
l’eliminazione delle potenziali cause
di malnutrizione.
Non è raccomanda l'integrazione di
singoli nutrienti, se non carenti.
30. Elenco completo delle dichiarazioni sulla nutrizione nella
demenza
Grado di
evidenza
Forza della
raccomandazione
1
Raccomandiamo di sottoporre a screening ogni persona con demenza per la
malnutrizione. In caso di screening positivo, deve seguire la valutazione. In
caso di valutazione positiva devono seguire interventi adeguati
Molto basso Forte
2
Raccomandiamo un attento monitoraggio e documentazione del peso
corporeo in ogni persona con demenza.
Molto basso Forte
3 Consigliamo di offrire i pasti in un'atmosfera piacevole e familiare. Moderata Forte
4
Raccomandiamo di offrire il cibo adeguato in base alle esigenze individuali
nel rispetto alle preferenze personali.
Molto basso Forte
5
Raccomandiamo di incoraggiare un'adeguata assunzione di cibo e di fornire
un supporto adeguato.
Molto basso Forte
6 Si sconsiglia l'uso sistematico di stimolanti dell'appetito. Molto basso Forte
7
Raccomandiamo di educare i caregiver per garantire conoscenze di base sui
problemi nutrizionali legati alla demenza e sulle possibili strategie di
intervento.
Basso Forte
8
Raccomandiamo di eliminare il più possibile le potenziali cause di
malnutrizione.
Molto basso Forte
9 Si consiglia di evitare restrizioni dietetiche. Molto basso Forte
La forza della raccomandazione si basava su una discussione consensuale, che includeva la intervento e la decisione di opinioni di esperti, il
rapporto rischio-beneficio della raccomandazione, i costi e una revisione delle constatazioni di supporto e una votazione fino al
raggiungimento di un accordo.
Il grado di evidenza (GOE) è stato determinato da una serie di fattori, a partire dal numero e dal tipo di studi di ricerca.
La classificazione da Alto a Molto basso è stata utilizzata per valutare la qualità delle prove sottostanti e il livello di certezza dell'effetto.
31. Elenco completo delle dichiarazioni sulla nutrizione nella
demenza
Grado di
evidenza
Forza della
raccomandazione
10a
Non raccomandiamo l'uso di integratori di acidi grassi omega-3 nelle
persone con demenza per la correzione del deterioramento cognitivo o
la prevenzione di un ulteriore declino cognitivo.
Alto Forte
10b
Si sconsiglia l'uso di integratori di vitamina B1 nelle persone con
demenza per la prevenzione o la correzione del declino cognitivo
quando non vi sono indicazioni di carenza di vitamina B1.
Molto basso Forte
10c
Si sconsiglia l'uso di integratori di vitamina B6, vitamina B12 e/o
acido folico nelle persone con demenza per la prevenzione o la
correzione del declino cognitivo quando non vi sono indicazioni di
carenza di vitamina B6, vitamina B12 e/o acido folico.
Basso Forte
10d
Si sconsiglia l'uso di integratori di vitamina E nelle persone con
demenza per la prevenzione o la correzione del declino cognitivo.
Moderato Forte
10e
Si sconsiglia l'uso di integratori di selenio per la prevenzione o la
correzione del declino cognitivo.
Molto basso Forte
10f
Si sconsiglia l'uso di integratori di rame per la prevenzione o la
correzione del declino cognitivo.
Molto basso Forte
10g
Si sconsiglia l'uso di integratori di vitamina D per la prevenzione o la
correzione del declino cognitivo.
Molto basso Forte
11
Si consiglia l'uso di supplementi nutrizionali orali (ONS: associazioni
di macro e micronutrienti) - per migliorare lo stato nutrizionale.
Alto Forte
12
Non raccomandiamo l'uso di ONS in persone con demenza per
correggere il deterioramento cognitivo o prevenire un ulteriore declino
cognitivo.
Moderato Forte
32. Elenco completo delle dichiarazioni sulla nutrizione nella
demenza
Grado di
evidenza
Forza della
raccomandazione
13
Non raccomandiamo l'uso sistematico di alimenti medici speciali per le
persone con demenza per correggere il deterioramento cognitivo o
prevenire un ulteriore declino cognitivo.
Basso Forte
14
Non raccomandiamo nessun altro prodotto nutrizionale per le persone
con demenza per correggere il deterioramento cognitivo o prevenire un
ulteriore declino cognitivo.
Molto basso Forte
15
Raccomandiamo che ogni decisione a favore o contro la nutrizione e
l'idratazione artificiali per i pazienti con demenza sia presa su base
individuale rispetto alla prognosi generale e alle preferenze dei pazienti.
Molto basso Forte
16
Suggeriamo l'alimentazione con sondino per un periodo di tempo
limitato nei pazienti con demenza lieve o moderata, per superare una
situazione di crisi con assunzione orale marcatamente insufficiente, se il
basso apporto nutrizionale è principalmente causato da una condizione
potenzialmente reversibile.
Molto basso Debole
17
Si sconsiglia l'inizio dell'alimentazione per sondino nei pazienti con
demenza grave.
Alto Forte
18
Suggeriamo la nutrizione parenterale come alternativa se c'è
un'indicazione per la nutrizione artificiale, come descritto nella
raccomandazione 16, ma l'alimentazione con sondino è controindicata
o non tollerata.
Molto basso Debole
19
Suggeriamo liquidi parenterali per un periodo di tempo limitato in periodi
di assunzione di liquidi insufficiente per superare una situazione di crisi.
Molto basso Debole
20
Si sconsiglia l'uso della nutrizione artificiale (nutrizione enterale,
nutrizione e liquidi parenterali ) nella fase terminale della vita.
Molto basso Forte
33. Supplementi nutrizionali orali (ONS)
Sono alimenti disponibili sotto forma di bevande già pronte, bilanciate dal punto
di vista calorico, proteico, vitaminico e minerale, da assumere sotto controllo
medico e acquistabili in farmacia.
Definizione
Il Regolamento (UE) 609/2013, all’articolo 2, comma 2, lettera g), ripropone la
definizione normativa di AFSM (Alimenti a Fini Medici Speciali).
Secondo tale definizione, si configura come AFMS:
1) un prodotto alimentare espressamente elaborato o formulato, da utilizzare “sotto
controllo medico”,
2) destinato all’alimentazione (per via naturale o alla nutrizione per via artificiale)
completa o parziale di pazienti, compresi i lattanti, con capacità limitata, disturbata o
alterata di assumere, digerire, assorbire, metabolizzare o eliminare alimenti comuni o
determinate sostanze nutrienti in essi contenute o metaboliti, oppure con altre esigenze
nutrizionali determinate da condizioni cliniche,
3) la cui gestione dietetica non può essere effettuata esclusivamente con la modifica
della normale dieta (includendo nel concetto di modifica della dieta anche l’uso di
integratori alimentari)
34. Tra i requisiti necessari è l’obbligo di riportare in etichetta che l’uso deve
avvenire “sotto controllo medico”.
Una prescrizione del genere, di per sé, determina una forte distinzione tra
un AFMS e un integratore alimentare.
Mentre gli integratori alimentari sono prodotti concepiti e proposti per l’uso
discrezionale da parte dei consumatori in base alle informazioni fornite
con l’etichettatura e la pubblicità, gli AFMS vanno intesi come strumenti di
dietary management concettualmente “destinati” al medico e non
direttamente ai consumatori.
Affinché possa rivelarsi effettivamente utile, infatti, è il medico che, in
funzione della loro composizione e della specifica finalità, deve
individuare i casi in cui proporne l’uso nell’ambito della gestione
nutrizionale del paziente, valutate le condizioni individuali.
Supplementi nutrizionali orali (ONS)
35. I prodotti denominati supplementi nutrizionali orali (ONS) sono AFMS destinati
alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione calorico-proteica, presentati
in forma liquida, cremosa o in polvere per soggetti ancora in grado di alimentarsi
per la via naturale. Gli ONS sono attualmente disponibili in un’ampia gamma di
varianti nutrizionali a formulazione standard o specifica per patologia.
* cfr. documento redatto dalla European Society of Clinical Nutrition and Metabolism (ESPEN)
ONS nutrizionalmente completi
Si tratta di prodotti destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione
calorico-proteica da utilizzare per via orale come unica fonte di nutrizione, o ad
integrazione della normale alimentazione quando non è sufficiente a coprire i
fabbisogni nutrizionali, in soggetti ancora in grado di alimentarsi per la via
naturale.
ONS nutrizionalmente incompleti
Si tratta di prodotti destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione
calorico-proteica da utilizzare per via orale, come tali o in aggiunta a cibi e
bevande, quando l’alimentazione orale necessiti di essere integrata, in soggetti
ancora in grado di alimentarsi per la via naturale.
Supplementi nutrizionali orali (ONS)*
36.
37. …e non dimentichiamoci di bere
perché…
Termoregolazione
Elimina le tossine
Protegge gli organi
Lubrifica le articolazioni
Aiuta ad assorbire i nutrienti
Trasporta Ossigeno e nutrienti
Partecipa a trasformare il cibo in energia
………….………………………………..
38. Percentuale disidratazione Manifestazioni sintomatiche
1% Ripercussioni su attività e performance fisiche dell'organismo
2% Alterazioni di termoregolazione e volume plasmatico - Senso di sete
5% Crampi, astenia, irritabilità
7% Malessere generale, debolezza intensa, allucinazioni
10% Rischio concreto di insorgenza del colpo di calore - Mortalità elevata
Acqua nel corpo umano
39. QUAL’E’ LA GIUSTA QUANTITA’
DI ACQUA DA BERE?
N° di bicchieri (1=200ml) die
Kg x 14,2
113
Per un bilancio
idrico fisiologico
sono necessari in
media
1,5-2 l di liquidi.
40. Le persone che seguono una dieta mediterranea tendono ad avere:
meno malattie croniche,
migliore stato cognitivo,
tassi più bassi di declino cognitivo,
minore incidenza del M. di Alzheimer,
aumento connettività strutturale (non dei volumi della gray) con forti benefici cognitivi.
Le persone che seguivano una dieta occidentale (ricca di carni rosse) avevano in media
un volume ippocampale inferiore di 45,7-52,6 mm 3, rispetto a chi seguiva una dieta sana
assimilabile alla MeDi (frutta, verdura e pesce, e ridotto uso di latticini, carne rossa e
zuccheri).
E’ stato inoltre dimostrato che, oltre alla dieta mediterranea:
La dieta DASH, per l'approccio dietetico alla IA sistolica, rallenta il declino cognitivo.
La dieta MIND (combina MED+DASH produce risultati promettenti sul rallentamento
del declino cognitivo con l'età.
La dieta è stata a lungo considerata uno degli aspetti principali della salute e influenza molte malattie
tra cui malattie cardiovascolari, diabete e cancro. Studi recenti sembrano suggerire che la dieta
abbia un ruolo anche nella neurodegenerazione.
Nutrition and Dementia
Poiché gli effetti di una dieta sono cumulativi e richiedono molto tempo,
sarebbe prudente adottare una dieta mediterranea precocemente.
41. "Fa che il Cibo sia la tua
Medicina e che la
Medicina sia il tuo Cibo"
Dal trattato “ Antica Medicina”
Alimentazione:
la nostra farmacia naturale
Infiammazione (da fumo, insonnia, cattiva alimentazione)
Livelli più alti di infiammazione sono stati collegati alla depressione
La ricerca suggerisce che diete ricche di PUFA (es. noci, semi, pesce grasso), fibre, verdure e frutta determinano livelli inferiori di infiammazione
Lo stress ossidativo che si verifica quando due molecole di O2 nel corpo si scindono e una singola molecola di O2 provoca danni
E’ un processo normale ma nelle persone che soffrono di depressione sono stati riscontrati livelli più elevati di stress ossidativo
Gli antiossidanti presenti nella verdura e nella frutta (es. Vit. C) possono aiutare a ridurre i danni causati dai radicali liberi
Volume dell'ippocampo
L'ippocampo è associato all'apprendimento, alla memoria e alla regolazione dell'umore
Il suo normale sviluppo e funzionamento è associato a benessere mentale, un alterato funzionamento è legato a un ridotto benessere mentale (depressione, disfunzione cognitiva)
Una dieta "occidentale" è stata associata a un volume dell'ippocampo più piccolo, mentre una dieta ricca di frutta e verdura è risultata associata a un volume dell'ippocampo più grande
Inflammation
Higher levels of inflammation have been linked to depression
There are many causes of inflammation (e.g. smoking, lack of sleep, poor diet)
Research suggests that diets higher in poly-unsaturated fats (PUFAs e.g. nuts, seeds, fatty fish), fibre, vegetables and fruit results in lower levels of inflammation
Oxidative stress
Oxidative stress happens when two oxygen molecules in the body get split and a single oxygen molecule causes damage looking for another molecule to pair with
This is a normal process but higher levels of oxidative stress have been found in people who suffer from depression
Antioxidants found in vegetables and fruit (e.g. vitamin C) can help to reduce the damage caused by free radicals
Hippocampal volume
The hippocampus is associated with learning, memory and mood regulation
Stability and growth in the hippocampus is associated with positive mental well-being
Change or shrinking in the hippocampus is linked to reduced mental well-being (depression)
A “western” diet has been associated with smaller hippocampal volume whereas a diet high in vegetables and fruit was found to be associated with larger hippocampal volume
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28942748
Ask class for examples of meals and snacks based on overall recommendations
E.g. oatmeal with fruit, nuts/seeds
Canned salmon sandwich or wrap with veggies
Hummus and veggies
Plain yogurt and fruit
Banana with peanut/nut butter and whole grain bread
Salad with whole grains (e.g. quinoa), beans (chickpeas), and veggies
A Mediterranean pattern of eating is rich in vegetables and fruit, legumes (beans, chickpeas, lentils), fish, moderate amounts of red meat, and less processed foods
These foods are rich in fibre, antioxidants, and healthy fats
Healthy fat choices include:
Omega-3’s – salmon, mackerel, trout, herring, sardines
Polyunsaturated fats (PUFAs) – vegetable oils (safflower, sunflower, canola, olive), nuts and seeds
Research has shows that a Mediterranean diet pattern is associated with better mental well-being
Images:
Salad bar: https://unsplash.com/photos/4_jhDO54BYg
Fish: https://pixabay.com/en/salmon-dish-food-meal-fish-518032/
I carboidrati vengono digeriti in zuccheri che vengono assorbiti e utilizzati come energia
Lo zucchero è il principale carburante utilizzato dai muscoli e dalle cellule e l'unico carburante utilizzato dal cervello.
Quando i tuoi zuccheri nel sangue scendono, questo è il momento in cui puoi diventare irritabile, avere difficoltà a pensare, ecc.
Quando mangiamo un pasto abbondante, ricco di carboidrati trasformati, questi vengono digeriti rapidamente e provocano un picco di zucchero nel sangue seguito da un calo, lasciandoti di nuovo stanco e affamato subito dopo per il calo della glicemia (“sugar crash”)
Quando trascorriamo troppo tempo senza mangiare, è più probabile che facciamo scelte alimentari meno salutari e scegliamo tutto ciò che è conveniente e veloce
Mangiare pasti regolari ed equilibrati aiuta a mantenere stabili i nostri zuccheri nel sangue per tutto il giorno
Una ricerca sistematica della letteratura è stata condotta in PubMed e nella Cochrane Library.
Il grado di evidenza (GOE) è stato determinato da una serie di fattori, a partire dal numero e dal tipo di studi di ricerca.
La classificazione da Alto a Molto basso è stata utilizzata per valutare la qualità delle prove sottostanti e il livello di certezza dell'effetto.
Grado di evidenza Alto è stato attribuito a Studi di qualità più elevata derivate da risultati coerenti o meta-analisi di più studi randomizzati controllati, con il successivo livello più alto definito da almeno uno studio controllato randomizzato ben progettato.
Evidenze moderate e di basso livello provenivano da studi controllati che non erano randomizzati, da studi di coorte o caso-controllo o da studi multipli su serie temporali.
Evidenze di livello molto basso provenivano dall'esperienza clinica di esperti o da studi descrittivi. Il voto veniva quindi diminuito se c'erano limitazioni alla qualità dello studio, incongruenze nei risultati, dati imprecisi o sparsi o un'alta probabilità di riportare errori. Il grado è stato aumentato se c'era un'elevata coerenza dei risultati o una forte evidenza di associazione.
Gradi di evidenza
Definizioni di Livello di evidenza
Alto È improbabile che ulteriori ricerche cambino la nostra fiducia nella stima dell'effetto.
Moderato È probabile che ulteriori ricerche abbiano un impatto importante sulla nostra fiducia nella stima dell'effetto e potrebbero modificare la stima.
Basso È molto probabile che ulteriori ricerche abbiano un impatto importante sulla nostra fiducia nella stima dell'effetto ed è probabile che cambino la stima.
Molto basso Qualsiasi stima dell'effetto è molto incerta.
La forza della raccomandazione si basava su una discussione consensuale, che includeva l'espressione e la deliberazione di opinioni di esperti, il rapporto rischio-beneficio della raccomandazione, i costi e una revisione delle prove di supporto e una votazione fino al raggiungimento di un accordo
Forza della raccomandazione
Forte Consigliamo/sconsigliamo
Debole Suggeriamo/non suggeriamo