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CORTESE

    &


GENTILE
ETIMOLOGIA
«Cortese» deriva da "corte“, dal latino CURTIS
mediante l’aggettivo curtènsis; in spagnolo si ha
"cortés”; in francese "courtois“;.
  Deriv. Corteggiare; Cortesemente; Cortesia .
 La connessione etimologica fra corte e cortesia è
sintetizzata da Dante in un passo, dove affiora anche
la polemica contro le corti del tempo: "Cortesia e
onestade è tutt'uno: e però che nelle corti
anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano, sì
come oggi s'usa lo contrario, si tolse questo vocabulo
dalle corti, e fu tanto a dire cortesia quanto uso di
corte" (Convivio).
ETIMOLOGIA
 «Gentile» deriva dal latino “GENTILIS” e significa “proprio di
  qualche GENS”, “che appartiene alla stessa GENS”. Siccome in
  “genti” erano divisibili i cittadini romani nobili, la voce “gentile”
  passò in processo di tempo dal significato di “nobile” a quello
  moderno di civile, cortese, garbato, sensibile, delicato
  e, procedendo oltre ancora, di piacente e grazioso, come chi
  nasce da nobile stirpe.
 Gentile si disse inoltre, in età tardo- antica, chi adorava gli idoli:
  perciò furono chiamati dagli Ebrei “gentili” tutti i popoli stranieri
  al loro culto, e in seguito anche i non cristiani, i pagani. Di qui
  nella Bibbia il significato di infedele, pagano, straniero.
 Deriv. Gentilézza (=gentilitia)
SIGNIFICATI DI CORTESE
1.   Dotato delle qualità proprie di chi vive a corte
     (secondo il costume cavalleresco, che voleva
     insieme alla nobiltà di sangue il valore, la
     generosità, la lealtà, la gentilezza nei modi).

Ariosto: “Cortesi donne ebbe l'antiqua etade, che le
  virtù, non le ricchezze, amaro.”

Tasso: “La giustizia è usata dal giusto, in quella
   guisa che comandano le nostre leggi, ma la
   cortesia è fatta dal cortese come ricercano
   l'usanza e la creanza de le corti.”
2.Proprio dell'uomo nobile e generoso; che
  denota        un         animo     gentile
  (sguardo, parole, atti).
Cavalcanti: “era la vista lor tanto soave e
  tanto queta, cortese ed umile ch' i' dissi
  lor: "vo' portato le chiavi di ciascuna
  vertù alta e gentile".

Ariosto: “e copria l'uno e l'altro il suo
  difetto, con danno altrui, sotto cortesi
  aspetti.”

     Tasso: “asconde un cor superbo ed empio
      sotto cortese angelica figura.”
3. Amor cortese: celebrato nella poesia “cortese” dei
  trovatori provenzali e italiani nei secoli XII e XIII, che
  concepiva il rapporto sentimentale fra la donna
  (rappresentata come l'ideale di ogni perfezione fisica e
  morale) e l'amante in modo analogo al rapporto tra il
  signore e il vassallo, secondo le usanze delle corti feudali.

4. Che ha modi gentili, garbato, affabile, compiacente; che
  rivela o simula stima e simpatia (il modo di trattare).
   Boccaccio: “egli mi si disdice l'essere villana verso di chi a
 me è stato cortese.”
5. Benigno, scorrevole, propizio, anche indulgente.
   Dante (Paradiso): “Benedetto sie Tu, ... trino ed uno, che
 nel mio seme se' tanto cortese. “
6. Largo, generoso, magnifico.
7. Condiscendente, facile alle
 illusioni d'amore.
8.
 Dignitoso, discreto, corretto.
9. Favorevole, lusinghiero.
CORTE E CORTESIA
      DAL MEDIOEVO A…:

    Corte nell'alto
      Medioevo:
il castello del feudatario
 e il territorio limitrofo,
 abitato dai suoi servi e
 da questi coltivato. La
 curtis costituiva
 un'unità economica e
 giuridica.
Corte nei secoli IX-XIII:
poiché la "corte" è l'ambiente che circonda il signore, "cortese" è colui che si
comporta secondo i valori della nobiltà e la "cortesia" indica l'insieme delle
 virtù di un uomo di corte: nobiltà di nascita, forza fisica, eroismo, fedeltà al
                  proprio signore, equilibrio e moderazione.

  L'influenza della Chiesa fa
  assumere una connotazione
   morale alla "cortesia", che
 viene ad assumere sfumature
   di gentilezza, generosità e
             lealtà.
  Il cavaliere doveva nutrire
     particolare rispetto nei
  confronti delle donne, che
 doveva proteggere e aiutare.
CORTE NEI SECOLI SUCCESSIVI:
Con il passaggio alla società borghese, la "cortesia" cessa di essere un
valore legato alla nobiltà e passa a indicare gentilezza d'animo, generosità
e garbo nei rapporti con le persone. Anche l'amore di vena cortese fu cioè
investito di nobili sentimenti.
Il "fino amore" è teorizzato nel Trattato De Amore di Andrea Cappellano.
La concezione dell'amor cortese emerge nei romanzi cavallereschi del
ciclo                    brettone-arturiano della Tavola Rotonda e nella
lirica dei trovatori provenzali:
                                                     l'amore può risiedere
                                                  solo in un animo cortese,
                                                  è un codice d'onore e
                                                  nobiltà, e il rapporto
                                                  d'amore è assimilato al
                                                  rapporto feudale, nel
                                                  senso che il poeta si
                                                  rivolge all'amata come un
                                                  fedele vassallo al suo
                                                  signore.
…OGGI:
    Col tempo questi due termini
    hanno perso ogni riferimento al
    mondo cavalleresco delle corti
    feudali e sono passati a indicare
    gentilezza d'animo, generosità e
    comportamento garbato nei
    rapporti con gli altri; inoltre si
    riferiscono al desiderio
    spontaneo di far cosa grata agli
    altri.
    Il Galateo e la Civil
    conversazione lo confermano.

LA CORTESIA PER GLI AUTORI

   Nelle rime di Petrarca, la cortesia è associata all'onestà:
    "ov'alberga onestate et cortesia" (cit. Rerum vulgarium
    fragmenta, 37, v. 111); "Cortesia in bando et onestate in fondo. /
    Dogliom'io sol, né sol ho da dolerme" (338, vv. 5'6).


   Ariosto nel proemio dell'Orlando Furioso: "Le donne, i cavallier,
    l'arme, gli amori / le cortesie, l'audaci imprese io canto" (vv. 1-2).


   Nel trattato "Il Cortegiano" di Baldassarre Castiglione, la
    cortesia è fra le qualità che caratterizzano il comportamento del
    "perfetto cortegiano“, assieme a liberalità, discrezione,
    magnanimità. Nella dedica dell'opera, la cortesia è attribuita a
    Giuliano de' Medici e a Ottaviano Fregoso, “la cui bontà e
    nobil cortesia meritava piú lungamente dal mondo esser
    goduta”.
SIGNIFICATI DI GENTILE
1.   Nobile (per investitura sovrana o per diritto di
     successione), distinto dai cittadini comuni e
     ammesso al godimento di speciali onori e privilegi
     (un ceto sociale, un casato, una famiglia).
     Che appartiene a famiglia nobile, antica e illustre;
     che si distingue per diritto di nascita o per
     investitura sovrana, dai cittadini comuni.
     Sostantivo  nobile, patrizio, aristocratico
2. Capace di sentimenti nobili ed
 elevati, dotato di elette qualità morali
 (coraggio e generosità per esempio), si
 riferisce alla nobiltà che deriva dalla
 virtù, in contrapposizione, soprattutto
 nel linguaggio della poesia delle
 origini, alla nobiltà di nascita;
 generoso, magnanimo.
3. Che tratta con grande cortesia;
  garbato, educato, affabile, benevolo, premuroso.
  Che rivela delicatezza d‟animo, finezza di tratto.
  Nei rapporti fra gli uomini e le donne:
  intraprendente, galante, audace (l‟uomo o un suo
  atto);
  condiscendente, arrendevole (la donna).

Modo di dire:
- Gentile compagnia: compagnia femminile
LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI
   Guido Guinizelli: l‟amore di Guinizelli ha il suo
    luogo nel “cor gentile”. La gentilezza di cui parla
    il poeta è la nobiltà d‟animo, l‟elevatezza del
    pensiero, la disposizione del carattere verso la
    virtù, la sensibilità e la delicatezza, la capacità di
    provare sentimenti profondi.
    “Al cor gentil rempaira sempre amore” è la lirica
    di Guinizelli che è considerata il manifesto dello
    stil novo.
LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI
 Guido Cavalcanti: idea di amore come
  passione, tormento, sentimento travolgente che
  la ragione non può conoscere né controllare.
 L‟impotenza della ragione provoca nel poeta
  paura e angoscia.
  Anche a Cavalcanti la donna sembra un
  angelo, ma non può elevare l‟uomo a Dio. Di
  fronte alla donna il poeta è sconvolto dalla sua
  bellezza oppure è tormentato dall‟amore che gli fa
  immaginare la morte (A ciascun'alma presa
  e gentil core).
LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI
 Dante nella Vita Nova: nella prima parte della Vita
  Nova Dante riprende il concetto di “cor gentile” di
  Guinizelli.
 L‟amore per Beatrice è spirituale, mistico:
  Beatrice è una creatura che è tra il poeta e Dio.
 Al centro della poesia non c‟è più la sofferenza
  dell‟amante, ma la celebrazione delle doti
  spirituali dell‟amata.
 Lo scontro tra amore e fede si risolve, ma si deve
  rinunciare all‟amore terreno (“Tanto gentile e
  tanto onesta pare”).
GENTILE E GENTILEZZA
            DAL MEDIOEVO A…

 Gentile e gentilezza  col passaggio dal mondo
  feudale a età tardo-comunale, hanno avuto
  un‟evoluzione simile a cortese e cortesia
 Gentilezza nel mondo romano  gentile, da
  Gente, indicava in latino il gruppo di famiglie
  (Gens) che discendevano dallo stesso
  capostipite.
GENTILE E GENTILEZZA
              DAL MEDIOEVO A…

Gentilezza nel mondo feudale  il significato si restringe
a un gruppo di famiglie di nobile origine, appartenente
allo stesso nobile ceppo.

Gentilezza dalla II metà del „200  il termine gentile è
usato dalla borghesia di mercanti, banchieri, notai e
artigiani, con il significato di nobiltà d‟animo.
Quindi, contrapposta a quella ereditaria dell‟aristocrazia
cavalleresca e feudale ( la nobiltà di sangue e di
sentimento), la nobiltà risiede ora nelle doti spirituali
dell‟individuo.
… OGGI
  Questi due termini,
    oggi, indicano un
valore del carattere o
  del comportamento
          di ogni uomo
  indipendentemente
 dalla ricchezza o da
 altri privilegi sociali.
FINE
FONTI:

   Dizionario C. Battaglia.
   Internet:
    http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=rina
    scimento_categorie_cortesia
   Appunti.
LISA STABELLINI
ELEONORA BIANCO
  LUCIA GIUNCHI
 ELENA BETTAZZI
  CHIARA PERINI

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cortese e gentile

  • 1. CORTESE & GENTILE
  • 2. ETIMOLOGIA «Cortese» deriva da "corte“, dal latino CURTIS mediante l’aggettivo curtènsis; in spagnolo si ha "cortés”; in francese "courtois“;. Deriv. Corteggiare; Cortesemente; Cortesia . La connessione etimologica fra corte e cortesia è sintetizzata da Dante in un passo, dove affiora anche la polemica contro le corti del tempo: "Cortesia e onestade è tutt'uno: e però che nelle corti anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano, sì come oggi s'usa lo contrario, si tolse questo vocabulo dalle corti, e fu tanto a dire cortesia quanto uso di corte" (Convivio).
  • 3. ETIMOLOGIA  «Gentile» deriva dal latino “GENTILIS” e significa “proprio di qualche GENS”, “che appartiene alla stessa GENS”. Siccome in “genti” erano divisibili i cittadini romani nobili, la voce “gentile” passò in processo di tempo dal significato di “nobile” a quello moderno di civile, cortese, garbato, sensibile, delicato e, procedendo oltre ancora, di piacente e grazioso, come chi nasce da nobile stirpe.  Gentile si disse inoltre, in età tardo- antica, chi adorava gli idoli: perciò furono chiamati dagli Ebrei “gentili” tutti i popoli stranieri al loro culto, e in seguito anche i non cristiani, i pagani. Di qui nella Bibbia il significato di infedele, pagano, straniero.  Deriv. Gentilézza (=gentilitia)
  • 4. SIGNIFICATI DI CORTESE 1. Dotato delle qualità proprie di chi vive a corte (secondo il costume cavalleresco, che voleva insieme alla nobiltà di sangue il valore, la generosità, la lealtà, la gentilezza nei modi). Ariosto: “Cortesi donne ebbe l'antiqua etade, che le virtù, non le ricchezze, amaro.” Tasso: “La giustizia è usata dal giusto, in quella guisa che comandano le nostre leggi, ma la cortesia è fatta dal cortese come ricercano l'usanza e la creanza de le corti.”
  • 5. 2.Proprio dell'uomo nobile e generoso; che denota un animo gentile (sguardo, parole, atti). Cavalcanti: “era la vista lor tanto soave e tanto queta, cortese ed umile ch' i' dissi lor: "vo' portato le chiavi di ciascuna vertù alta e gentile". Ariosto: “e copria l'uno e l'altro il suo difetto, con danno altrui, sotto cortesi aspetti.” Tasso: “asconde un cor superbo ed empio sotto cortese angelica figura.”
  • 6. 3. Amor cortese: celebrato nella poesia “cortese” dei trovatori provenzali e italiani nei secoli XII e XIII, che concepiva il rapporto sentimentale fra la donna (rappresentata come l'ideale di ogni perfezione fisica e morale) e l'amante in modo analogo al rapporto tra il signore e il vassallo, secondo le usanze delle corti feudali. 4. Che ha modi gentili, garbato, affabile, compiacente; che rivela o simula stima e simpatia (il modo di trattare). Boccaccio: “egli mi si disdice l'essere villana verso di chi a me è stato cortese.” 5. Benigno, scorrevole, propizio, anche indulgente. Dante (Paradiso): “Benedetto sie Tu, ... trino ed uno, che nel mio seme se' tanto cortese. “
  • 7. 6. Largo, generoso, magnifico. 7. Condiscendente, facile alle illusioni d'amore. 8. Dignitoso, discreto, corretto. 9. Favorevole, lusinghiero.
  • 8. CORTE E CORTESIA DAL MEDIOEVO A…: Corte nell'alto Medioevo: il castello del feudatario e il territorio limitrofo, abitato dai suoi servi e da questi coltivato. La curtis costituiva un'unità economica e giuridica.
  • 9. Corte nei secoli IX-XIII: poiché la "corte" è l'ambiente che circonda il signore, "cortese" è colui che si comporta secondo i valori della nobiltà e la "cortesia" indica l'insieme delle virtù di un uomo di corte: nobiltà di nascita, forza fisica, eroismo, fedeltà al proprio signore, equilibrio e moderazione. L'influenza della Chiesa fa assumere una connotazione morale alla "cortesia", che viene ad assumere sfumature di gentilezza, generosità e lealtà. Il cavaliere doveva nutrire particolare rispetto nei confronti delle donne, che doveva proteggere e aiutare.
  • 10. CORTE NEI SECOLI SUCCESSIVI: Con il passaggio alla società borghese, la "cortesia" cessa di essere un valore legato alla nobiltà e passa a indicare gentilezza d'animo, generosità e garbo nei rapporti con le persone. Anche l'amore di vena cortese fu cioè investito di nobili sentimenti. Il "fino amore" è teorizzato nel Trattato De Amore di Andrea Cappellano. La concezione dell'amor cortese emerge nei romanzi cavallereschi del ciclo brettone-arturiano della Tavola Rotonda e nella lirica dei trovatori provenzali: l'amore può risiedere solo in un animo cortese, è un codice d'onore e nobiltà, e il rapporto d'amore è assimilato al rapporto feudale, nel senso che il poeta si rivolge all'amata come un fedele vassallo al suo signore.
  • 11. …OGGI: Col tempo questi due termini hanno perso ogni riferimento al mondo cavalleresco delle corti feudali e sono passati a indicare gentilezza d'animo, generosità e comportamento garbato nei rapporti con gli altri; inoltre si riferiscono al desiderio spontaneo di far cosa grata agli altri. Il Galateo e la Civil conversazione lo confermano. 
  • 12. LA CORTESIA PER GLI AUTORI  Nelle rime di Petrarca, la cortesia è associata all'onestà: "ov'alberga onestate et cortesia" (cit. Rerum vulgarium fragmenta, 37, v. 111); "Cortesia in bando et onestate in fondo. / Dogliom'io sol, né sol ho da dolerme" (338, vv. 5'6).  Ariosto nel proemio dell'Orlando Furioso: "Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori / le cortesie, l'audaci imprese io canto" (vv. 1-2).  Nel trattato "Il Cortegiano" di Baldassarre Castiglione, la cortesia è fra le qualità che caratterizzano il comportamento del "perfetto cortegiano“, assieme a liberalità, discrezione, magnanimità. Nella dedica dell'opera, la cortesia è attribuita a Giuliano de' Medici e a Ottaviano Fregoso, “la cui bontà e nobil cortesia meritava piú lungamente dal mondo esser goduta”.
  • 13. SIGNIFICATI DI GENTILE 1. Nobile (per investitura sovrana o per diritto di successione), distinto dai cittadini comuni e ammesso al godimento di speciali onori e privilegi (un ceto sociale, un casato, una famiglia). Che appartiene a famiglia nobile, antica e illustre; che si distingue per diritto di nascita o per investitura sovrana, dai cittadini comuni. Sostantivo  nobile, patrizio, aristocratico
  • 14. 2. Capace di sentimenti nobili ed elevati, dotato di elette qualità morali (coraggio e generosità per esempio), si riferisce alla nobiltà che deriva dalla virtù, in contrapposizione, soprattutto nel linguaggio della poesia delle origini, alla nobiltà di nascita; generoso, magnanimo.
  • 15. 3. Che tratta con grande cortesia; garbato, educato, affabile, benevolo, premuroso. Che rivela delicatezza d‟animo, finezza di tratto. Nei rapporti fra gli uomini e le donne: intraprendente, galante, audace (l‟uomo o un suo atto); condiscendente, arrendevole (la donna). Modo di dire: - Gentile compagnia: compagnia femminile
  • 16. LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI  Guido Guinizelli: l‟amore di Guinizelli ha il suo luogo nel “cor gentile”. La gentilezza di cui parla il poeta è la nobiltà d‟animo, l‟elevatezza del pensiero, la disposizione del carattere verso la virtù, la sensibilità e la delicatezza, la capacità di provare sentimenti profondi. “Al cor gentil rempaira sempre amore” è la lirica di Guinizelli che è considerata il manifesto dello stil novo.
  • 17. LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI  Guido Cavalcanti: idea di amore come passione, tormento, sentimento travolgente che la ragione non può conoscere né controllare.  L‟impotenza della ragione provoca nel poeta paura e angoscia. Anche a Cavalcanti la donna sembra un angelo, ma non può elevare l‟uomo a Dio. Di fronte alla donna il poeta è sconvolto dalla sua bellezza oppure è tormentato dall‟amore che gli fa immaginare la morte (A ciascun'alma presa e gentil core).
  • 18. LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI  Dante nella Vita Nova: nella prima parte della Vita Nova Dante riprende il concetto di “cor gentile” di Guinizelli.  L‟amore per Beatrice è spirituale, mistico: Beatrice è una creatura che è tra il poeta e Dio.  Al centro della poesia non c‟è più la sofferenza dell‟amante, ma la celebrazione delle doti spirituali dell‟amata.  Lo scontro tra amore e fede si risolve, ma si deve rinunciare all‟amore terreno (“Tanto gentile e tanto onesta pare”).
  • 19. GENTILE E GENTILEZZA DAL MEDIOEVO A…  Gentile e gentilezza  col passaggio dal mondo feudale a età tardo-comunale, hanno avuto un‟evoluzione simile a cortese e cortesia  Gentilezza nel mondo romano  gentile, da Gente, indicava in latino il gruppo di famiglie (Gens) che discendevano dallo stesso capostipite.
  • 20. GENTILE E GENTILEZZA DAL MEDIOEVO A… Gentilezza nel mondo feudale  il significato si restringe a un gruppo di famiglie di nobile origine, appartenente allo stesso nobile ceppo. Gentilezza dalla II metà del „200  il termine gentile è usato dalla borghesia di mercanti, banchieri, notai e artigiani, con il significato di nobiltà d‟animo. Quindi, contrapposta a quella ereditaria dell‟aristocrazia cavalleresca e feudale ( la nobiltà di sangue e di sentimento), la nobiltà risiede ora nelle doti spirituali dell‟individuo.
  • 21. … OGGI Questi due termini, oggi, indicano un valore del carattere o del comportamento di ogni uomo indipendentemente dalla ricchezza o da altri privilegi sociali.
  • 22. FINE
  • 23. FONTI:  Dizionario C. Battaglia.  Internet: http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=rina scimento_categorie_cortesia  Appunti.
  • 24. LISA STABELLINI ELEONORA BIANCO LUCIA GIUNCHI ELENA BETTAZZI CHIARA PERINI