2. ETIMOLOGIA
«Cortese» deriva da "corte“, dal latino CURTIS
mediante l’aggettivo curtènsis; in spagnolo si ha
"cortés”; in francese "courtois“;.
Deriv. Corteggiare; Cortesemente; Cortesia .
La connessione etimologica fra corte e cortesia è
sintetizzata da Dante in un passo, dove affiora anche
la polemica contro le corti del tempo: "Cortesia e
onestade è tutt'uno: e però che nelle corti
anticamente le vertudi e li belli costumi s'usavano, sì
come oggi s'usa lo contrario, si tolse questo vocabulo
dalle corti, e fu tanto a dire cortesia quanto uso di
corte" (Convivio).
3. ETIMOLOGIA
«Gentile» deriva dal latino “GENTILIS” e significa “proprio di
qualche GENS”, “che appartiene alla stessa GENS”. Siccome in
“genti” erano divisibili i cittadini romani nobili, la voce “gentile”
passò in processo di tempo dal significato di “nobile” a quello
moderno di civile, cortese, garbato, sensibile, delicato
e, procedendo oltre ancora, di piacente e grazioso, come chi
nasce da nobile stirpe.
Gentile si disse inoltre, in età tardo- antica, chi adorava gli idoli:
perciò furono chiamati dagli Ebrei “gentili” tutti i popoli stranieri
al loro culto, e in seguito anche i non cristiani, i pagani. Di qui
nella Bibbia il significato di infedele, pagano, straniero.
Deriv. Gentilézza (=gentilitia)
4. SIGNIFICATI DI CORTESE
1. Dotato delle qualità proprie di chi vive a corte
(secondo il costume cavalleresco, che voleva
insieme alla nobiltà di sangue il valore, la
generosità, la lealtà, la gentilezza nei modi).
Ariosto: “Cortesi donne ebbe l'antiqua etade, che le
virtù, non le ricchezze, amaro.”
Tasso: “La giustizia è usata dal giusto, in quella
guisa che comandano le nostre leggi, ma la
cortesia è fatta dal cortese come ricercano
l'usanza e la creanza de le corti.”
5. 2.Proprio dell'uomo nobile e generoso; che
denota un animo gentile
(sguardo, parole, atti).
Cavalcanti: “era la vista lor tanto soave e
tanto queta, cortese ed umile ch' i' dissi
lor: "vo' portato le chiavi di ciascuna
vertù alta e gentile".
Ariosto: “e copria l'uno e l'altro il suo
difetto, con danno altrui, sotto cortesi
aspetti.”
Tasso: “asconde un cor superbo ed empio
sotto cortese angelica figura.”
6. 3. Amor cortese: celebrato nella poesia “cortese” dei
trovatori provenzali e italiani nei secoli XII e XIII, che
concepiva il rapporto sentimentale fra la donna
(rappresentata come l'ideale di ogni perfezione fisica e
morale) e l'amante in modo analogo al rapporto tra il
signore e il vassallo, secondo le usanze delle corti feudali.
4. Che ha modi gentili, garbato, affabile, compiacente; che
rivela o simula stima e simpatia (il modo di trattare).
Boccaccio: “egli mi si disdice l'essere villana verso di chi a
me è stato cortese.”
5. Benigno, scorrevole, propizio, anche indulgente.
Dante (Paradiso): “Benedetto sie Tu, ... trino ed uno, che
nel mio seme se' tanto cortese. “
7. 6. Largo, generoso, magnifico.
7. Condiscendente, facile alle
illusioni d'amore.
8.
Dignitoso, discreto, corretto.
9. Favorevole, lusinghiero.
8. CORTE E CORTESIA
DAL MEDIOEVO A…:
Corte nell'alto
Medioevo:
il castello del feudatario
e il territorio limitrofo,
abitato dai suoi servi e
da questi coltivato. La
curtis costituiva
un'unità economica e
giuridica.
9. Corte nei secoli IX-XIII:
poiché la "corte" è l'ambiente che circonda il signore, "cortese" è colui che si
comporta secondo i valori della nobiltà e la "cortesia" indica l'insieme delle
virtù di un uomo di corte: nobiltà di nascita, forza fisica, eroismo, fedeltà al
proprio signore, equilibrio e moderazione.
L'influenza della Chiesa fa
assumere una connotazione
morale alla "cortesia", che
viene ad assumere sfumature
di gentilezza, generosità e
lealtà.
Il cavaliere doveva nutrire
particolare rispetto nei
confronti delle donne, che
doveva proteggere e aiutare.
10. CORTE NEI SECOLI SUCCESSIVI:
Con il passaggio alla società borghese, la "cortesia" cessa di essere un
valore legato alla nobiltà e passa a indicare gentilezza d'animo, generosità
e garbo nei rapporti con le persone. Anche l'amore di vena cortese fu cioè
investito di nobili sentimenti.
Il "fino amore" è teorizzato nel Trattato De Amore di Andrea Cappellano.
La concezione dell'amor cortese emerge nei romanzi cavallereschi del
ciclo brettone-arturiano della Tavola Rotonda e nella
lirica dei trovatori provenzali:
l'amore può risiedere
solo in un animo cortese,
è un codice d'onore e
nobiltà, e il rapporto
d'amore è assimilato al
rapporto feudale, nel
senso che il poeta si
rivolge all'amata come un
fedele vassallo al suo
signore.
11. …OGGI:
Col tempo questi due termini
hanno perso ogni riferimento al
mondo cavalleresco delle corti
feudali e sono passati a indicare
gentilezza d'animo, generosità e
comportamento garbato nei
rapporti con gli altri; inoltre si
riferiscono al desiderio
spontaneo di far cosa grata agli
altri.
Il Galateo e la Civil
conversazione lo confermano.
12. LA CORTESIA PER GLI AUTORI
Nelle rime di Petrarca, la cortesia è associata all'onestà:
"ov'alberga onestate et cortesia" (cit. Rerum vulgarium
fragmenta, 37, v. 111); "Cortesia in bando et onestate in fondo. /
Dogliom'io sol, né sol ho da dolerme" (338, vv. 5'6).
Ariosto nel proemio dell'Orlando Furioso: "Le donne, i cavallier,
l'arme, gli amori / le cortesie, l'audaci imprese io canto" (vv. 1-2).
Nel trattato "Il Cortegiano" di Baldassarre Castiglione, la
cortesia è fra le qualità che caratterizzano il comportamento del
"perfetto cortegiano“, assieme a liberalità, discrezione,
magnanimità. Nella dedica dell'opera, la cortesia è attribuita a
Giuliano de' Medici e a Ottaviano Fregoso, “la cui bontà e
nobil cortesia meritava piú lungamente dal mondo esser
goduta”.
13. SIGNIFICATI DI GENTILE
1. Nobile (per investitura sovrana o per diritto di
successione), distinto dai cittadini comuni e
ammesso al godimento di speciali onori e privilegi
(un ceto sociale, un casato, una famiglia).
Che appartiene a famiglia nobile, antica e illustre;
che si distingue per diritto di nascita o per
investitura sovrana, dai cittadini comuni.
Sostantivo nobile, patrizio, aristocratico
14. 2. Capace di sentimenti nobili ed
elevati, dotato di elette qualità morali
(coraggio e generosità per esempio), si
riferisce alla nobiltà che deriva dalla
virtù, in contrapposizione, soprattutto
nel linguaggio della poesia delle
origini, alla nobiltà di nascita;
generoso, magnanimo.
15. 3. Che tratta con grande cortesia;
garbato, educato, affabile, benevolo, premuroso.
Che rivela delicatezza d‟animo, finezza di tratto.
Nei rapporti fra gli uomini e le donne:
intraprendente, galante, audace (l‟uomo o un suo
atto);
condiscendente, arrendevole (la donna).
Modo di dire:
- Gentile compagnia: compagnia femminile
16. LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI
Guido Guinizelli: l‟amore di Guinizelli ha il suo
luogo nel “cor gentile”. La gentilezza di cui parla
il poeta è la nobiltà d‟animo, l‟elevatezza del
pensiero, la disposizione del carattere verso la
virtù, la sensibilità e la delicatezza, la capacità di
provare sentimenti profondi.
“Al cor gentil rempaira sempre amore” è la lirica
di Guinizelli che è considerata il manifesto dello
stil novo.
17. LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI
Guido Cavalcanti: idea di amore come
passione, tormento, sentimento travolgente che
la ragione non può conoscere né controllare.
L‟impotenza della ragione provoca nel poeta
paura e angoscia.
Anche a Cavalcanti la donna sembra un
angelo, ma non può elevare l‟uomo a Dio. Di
fronte alla donna il poeta è sconvolto dalla sua
bellezza oppure è tormentato dall‟amore che gli fa
immaginare la morte (A ciascun'alma presa
e gentil core).
18. LA GENTILEZZA PER GLI AUTORI
Dante nella Vita Nova: nella prima parte della Vita
Nova Dante riprende il concetto di “cor gentile” di
Guinizelli.
L‟amore per Beatrice è spirituale, mistico:
Beatrice è una creatura che è tra il poeta e Dio.
Al centro della poesia non c‟è più la sofferenza
dell‟amante, ma la celebrazione delle doti
spirituali dell‟amata.
Lo scontro tra amore e fede si risolve, ma si deve
rinunciare all‟amore terreno (“Tanto gentile e
tanto onesta pare”).
19. GENTILE E GENTILEZZA
DAL MEDIOEVO A…
Gentile e gentilezza col passaggio dal mondo
feudale a età tardo-comunale, hanno avuto
un‟evoluzione simile a cortese e cortesia
Gentilezza nel mondo romano gentile, da
Gente, indicava in latino il gruppo di famiglie
(Gens) che discendevano dallo stesso
capostipite.
20. GENTILE E GENTILEZZA
DAL MEDIOEVO A…
Gentilezza nel mondo feudale il significato si restringe
a un gruppo di famiglie di nobile origine, appartenente
allo stesso nobile ceppo.
Gentilezza dalla II metà del „200 il termine gentile è
usato dalla borghesia di mercanti, banchieri, notai e
artigiani, con il significato di nobiltà d‟animo.
Quindi, contrapposta a quella ereditaria dell‟aristocrazia
cavalleresca e feudale ( la nobiltà di sangue e di
sentimento), la nobiltà risiede ora nelle doti spirituali
dell‟individuo.
21. … OGGI
Questi due termini,
oggi, indicano un
valore del carattere o
del comportamento
di ogni uomo
indipendentemente
dalla ricchezza o da
altri privilegi sociali.