Responsabilità: quante volte abbiamo provato a spiegare ai nostri bambini cosa vuol dire. Spocchier lo scoprirà grazie al suo nuovo amico: il cagnolino Macchietta.
Spocchier e la coccinella che aveva perso i puntiniK-Lab Education
Grazie alle esperienze di Spocchier, il protagonista immaginario di Klab Creativo, i piccoli partecipanti ai laboratori creativi acquisiranno alcune informazioni relative al tema scelto. Spocchier è un bambino che pensa di sapere sempre tutto, ma in ogni sua avventura è destinato a scoprire cose nuove che gli faranno vedere il mondo con un paio di occhiali speciali: gli occhiali della meraviglia
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Klab Creativo è il servizio di K-Lab Education che realizza laboratori creativi costruiti per nutrire una virtù fondamentale: la capacità di meravigliarsi. Volete progettare un pomeriggio speciale per il vostro bambino o per i piccoli abitanti del vostro comune? Scegliete un tema, un argomento che vi piacerebbe approfondire, e realizzeremo insieme un laboratorio creativo attraverso la narrazione, le attività manuali e lo stare insieme.
CORSO DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO - ISISS "G. Verdi" (Valdobbiadene) - Sezione: Turistico
Come migliorare l'approccio comunicativo con il turista imparando a definire obiettivi e azioni utili.
Spocchier e la magia è un racconto per bambini. Spocchier crede di sapere sempre tutto ed escogita un piano per fare uno scherzo di Halloween alla sua vecchia vicina. Con grande sorpresa, sarà lui a cadere nel sacco dell'astuta vecchietta!
La storia che sto per raccontarvi è una storia vera. Si è svolta, nel giro di pochi mesi tra il 1954 e il 1955, in un paesino nel sud dell'Italia.
Il paesino è reale ma, per motivi che non ho la libertà di spiegarvi, non posso rivelarne il vero nome. Ho dovuto inventare un nome fittizio per questo paese e, tra i tanti nomi che la fantasia m'ha suggerito, la scelta è caduta su “Policarno”
Cappuccetto rosso - Sceneggiatura in atti.
Sceneggiatura in tre atti della fiaba Cappuccetto Rosso utile a comprendere tutti i touchpoint presenti in un intreccio narrativo.
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ORGANIZZARE IL TEMPO LIBERO E FACILITARE LA PARTECIPAZIONE A SPORT E ATTIVITA' RICREATIVE Relazione del Dott. Pichal al Teatro Toniolo Conegliano - Progetto Autismo 2017-2018
Elaborati dei ragazzi di IA e IB Istituto Comprensivo San Vito Romano a.s.2009/10 - Settimana della lettura sui "Diritti dei bambini", a 20 annni dalla Convenzione - Prof.sse Cristina Galizia, Simona Martini, Regina Spoletini
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Questo mio saggio è il frutto di una ricerca che mira a comprendere quali interazioni e pratiche lavorative portino alla scelta delle notizie, considerando anche le relazioni con l’esterno, il pubblico e gli effetti riportati. Come avviene il contatto degli emittenti con le fonti? Che cosa fanno i giornalisti al riguardo nella routine quotidiana? Quali sono i mezzi di comunicazione utilizzati? Quali le pratiche più diffuse? Quale peso hanno nell'ambito del newsmaking i cosiddetti attori deboli? Considerare la quotidianità delle redazioni e le interazioni tra attori organizzativi come focus della ricerca ha comportato lo spostamento dell'asse interpretativo dal newsmaking (fare notizia) al sensemaking (quali sono i rituali di costruzione della sfera pubblica).
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Servizio di studio assistito supportato dall’impiego mirato di materiali - schede, lezioni, esercitazioni - e media digitali.
È pensato per accompagnare gli studenti in un percorso che li renda efficaci ed efficienti nello studio, che ne rafforzi le competenze e ne valorizzi le capacità scolastiche e personali, puntando sulla qualità della formazione e sulla metodologia di apprendimento.
1. RACCONTO PER BAMBINI
Spocchier – il bambino che pensava di sapere sempre tutto – e il cagnolino che voleva tanto
Come forse già saprete, Spocchier era un bambino che pensava di sapere sempre tutto. Quella
mattina Spocchier aveva tantissimo sonno. La maestra parlava e parlava e lui pensava solo a quanto sarebbe
stato bene sotto le sue coperte con quel cane di peluche che, da quando è nato, tutte le notti gli fa compagnia.
OPS!!!!!!Questo forse non dovevo dirlo perché Spocchier, che un po’ si vergogna di dormire con un
cane di peluche, vuole che i suoi amici lo pensino forte e coraggioso e di sicuro non vorrebbe mai far sapere ai
bambini della sua classe che senza quel cane di peluche gli incubi sono dietro l’angolo e proprio non se ne
parla di dormire. Chissà…quel cane di peluche forse sarà magico, fatto sta che quando Spocchier lo stringe a
sé prima di addormentarsi, è praticamente sicuro che niente gli potrà mai succedere. Spocchier ricorda ancora
bene quando aveva quattro anni e aveva appoggiato il cane di peluche su un tavolino del bar centro
commerciale dimenticandoselo: quanta paura, vero terrore. Poi, per fortuna, nonna Adele aveva rovesciato
sotto sopra tutti i negozi del centro commerciale e, a dirla proprio tutta, anche le persone che ci lavoravano
dentro, fino a trovare il cagnolino…un vero e proprio lavoro da investigatrice privata: ha passato a tappeto bar,
supermercato, negozio dei vestiti, negozio delle scarpe, negozio dei fiori. Che sollievo per Spocchier quando
nonna Adele ha suonato il campanello di casa con il cagnolino di peluche in mano! Da quel giorno nonna
Adele è diventata un’eroina.
Spocchier era appoggiato al suo banco con la testa tra le mani e pensava proprio al suo adorato
cagnolino di peluche quando le parole della maestra si fecero finalmente interessanti: “Allora bambini un po’
d’attenzione! A casa ho quattro cuccioli che vorrebbero trovare una famiglia. Parlatene con i vostri genitori e
poi fatemi sapere se qualcuno di voi è interessato ad averne uno!”. “Un cucciolo vero?” - pensò Spocchier -
“Uno con i peli veri? Di quelli che abbaiano, sbavano, giocano, corrono…insomma un cucciolo tutto per me?”.
Quando Spocchier immaginò le sue corse sul prato insieme al nuovo amico a quattro zampe e tutti i giochi che
avrebbero potuto fare insieme, il fatto di dover prima chiedere il permesso ai suoi genitori passò
completamente in secondo piano. Spocchier, che sapeva sempre tutto, pensò che ormai la decisione era
presa e che presto avrebbe portato a casa un cucciolo vero! Del resto, chi avrebbe mai avuto il coraggio di
restituirlo…e poi, cosa ci voleva per prendersi cura di un cagnolino! I grandi, pensò Spocchier, fanno sempre
tante storie e usano sempre quella parola: responsabilità; la usano quando parlano di scuola, di amici, di sport,
insomma la usano un po’ dappertutto come il prezzemolo e poi chi ha mai capito di cosa si tratta davvero!
Il giorno successivo Spocchier andò dalla sua maestra e le disse che i genitori gli avevano dato il
permesso di portare a casa uno dei quattro cuccioli. La maestra all’inizio disse a Spocchier di voler parlare
personalmente con i suoi genitori, ma poi si lasciò convincere dalle parole affettuose di Spocchier e da quel
suo testone grande e luminoso che la guardava con gli occhi spalancati. E così, un cagnolino a macchie arrivò
tra le braccia di Spocchier quel pomeriggio stesso: al suono della campanella la maestra consegnò il cucciolo
al suo nuovo padrone.
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info@klab-education.it www.klab-education.it
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2. Spocchier si ritrovò con un cagnolino vero all’entrata della scuola. Pochi minuti dopo arrivò mamma e,
come al solito, parcheggiò l’auto e scambiò qualche parola con le altre mamme: “Veronica, mia figlia mi ha
detto che Spocchier ha adottato uno dei cuccioli della maestra e che lo porterà a casa già oggi! Molto
coraggioso da parte vostra prendersi la responsabilità di un cucciolo dal momento che siete tutti molto
impegnati”. Prima di correre dalla mamma, Spocchier si fermò ad ascoltare le chiacchiere dei genitori e pensò:
“E rieccola! Ancora questa parola! Responsabilità…ci avrei giurato che qualcuno l’avrebbe detto prima di sera”.
Quando la mamma di Spocchier si voltò e lo vide con il cucciolo in braccio diventò rossa fuoco in viso e ci
mancò davvero poco che non le uscisse il fumo dalle orecchie. Non disse una parola, aprì la portiera della
macchina e fece salire Spocchier.
“Pensi di sapere sempre tutto vero? Uno: hai detto una grave bugia alla tua maestra dicendo che
avevi il nostro permesso. Due: hai preso in giro mamma e papà e per questo avrai un castigo molto severo
che deciderò insieme a papà questa sera. Tre: un cane vero non è un cane di peluche. Un cane vero va pulito,
educato e amato come una persona. Pensi di sapere come si fa a fare tutte queste cose?”. Spocchier dentro
di sé sorrideva perché pensava che la mamma avrebbe già restituito il cucciolo se non avesse voluto
tenerlo…era fatta! E poi cosa poteva mai volerci? Con i cani basta giocare, poi si ricordava di aver visto alla tv
che al resto pensano tutto da soli.
Quella sera mamma e papà parlarono a lungo della punizione di Spocchier e se tenere o meno il
cucciolo. Anche nonna Adele disse la sua sparecchiando la tavola: "Se teniamo il cucciolo, Spocchier forse
imparerà che non è così facile prendersi cura di qualcuno e che, anche se pensa di sapere tutto, deve
imparare molte cose sugli animali e sull’amicizia, anche a fare delle rinunce". Mamma e papà non erano del
tutto convinti ma alla fine il cucciolo poté restare. Spocchier ebbe una punizione memorabile: niente computer,
tv, amichetti al parco, praticamente in esilio fino a data da destinarsi.
Spocchier non era affatto triste, avrebbe fatto di tutto per tenere il suo cucciolo. I primi giorni furono
indimenticabili ma ben presto le cose cambiarono: il cagnolino abbaiava di frequente, mordicchiava scarpe e
magliette preferite di Spocchier e rubava l’attenzione di mamma e papà, sempre a fargli un milione di coccole.
Così nonna Adele, che aveva capito che qualcosa non andava, tra un bicchiere di latte al cacao e una
fetta di torta chiese a Spocchier: “Con il tuo cagnolino nuovo va tutto bene?”. Spocchier soffiò: “Sì..sì..sì. Solo
che abbaia e non capisco cosa vuole e poi la mamma la sera prende lui in braccio invece che guardare i miei
compiti. E poi c’è tantissima pipì da pulire in camera mia ma nessuno lo fa, mamma e papà fanno finta di non
vederla ma non ha un buon odore…”. “Accidenti Spocchier! Con quel testone, pensavo sapessi che i cagnolini
abbaiano per dirci qualcosa, per esempio che hanno fame e sete – ti sei ricordato di dargli le cose giuste da
mangiare e non solo le porcherie che mangi spesso tu? Oppure vogliono dirci che hanno bisogno di uscire
perché non credo proprio che a loro piacciano i video giochi, o almeno non solo. E poi pensavo sapessi che
un cucciolo va istruito, gli si deve insegnare dove fare la pipì e bisogna avere anche parecchia pazienza, del
resto lo hanno insegnato anche a te quando avevi circa due anni. E ancora, pensavo sapessi che un cucciolo
è parte della famiglia e che quindi tutti gli vorranno bene e che dovrai imparare a dividere con lui gli spazi e
l’amore delle persone a te care e dovrai anche imparare a pensare a lui quando non ne hai proprio tanta
voglia. Insomma, avere un cucciolo richiede anche qualche piccolo sacrificio ma ben ripagato secondo me,
richiede responsabilità”.
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