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VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
Introduzione progetto All.IV lettera z.b)
D.Lgs.152/06
SSTTUUDDIIOO DDII IIMMPPAATTTTOO AAMMBBIIEENNTTAALLEE
QQUUAADDRROO PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCOO
REV. DATA Descrizione REDATTO VERIFICATO APPROVATO
00 08/04/2019 Prima emissione
C. Grassi
F. Particelli
F. Seni F. Rocchi
File rif. SIA 1 - Quadro Programmatico
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 1
INDICE
PREMESSA 1
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 1
INDICE
PREMESSA 1
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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PREMESSA 1
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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PREMESSA 1
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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PREMESSA 1
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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PREMESSA 1
1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI
STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2
1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2
1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10
1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15
1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18
1.3.2 Attuazione del PTC 24
1.3.3 Verifica di coerenza 29
1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30
1.4.1.1 Verifica di coerenza 41
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE 44
2.1 PIANO DELLA COSTA 44
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45
2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47
2.2.2 Obiettivi 47
2.2.3 Registro delle aree protette 49
2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51
2.2.6 Verifica di coerenza 53
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57
2.3.1.1 Verifica di coerenza 61
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
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pag. 7
1. Tale regime si applica nei casi in cui a previsioni insediative dello strumento urbanistico generale
non si oppongono specifiche ragioni di ordine paesistico-ambientale che ne impediscano
l'attuazione.
2. L'obiettivo della disciplina è quello di consentire l'attuazione delle previsioni di sviluppo
insediativo definite in sede di pianificazione urbanistica, indirizzandone la realizzazione verso forme
idonee a garantirne il corretto inserimento nel contesto paesistico.
3. Sono pertanto consentite, previa elaborazione di Studio Organico d'Insieme, operazioni di
trasformazione dello stato dei luoghi, nei limiti e nelle forme dei tipi insediativi rispettivamente
specificati nella cartografia di Piano (ID o NI o TU o AI).
Per quanto riguarda invece l’assetto geomorfologico, l’area è classificata come MO-B, ossia
“Modificabilità di tipo B”, come si evince dallo stralcio cartografico sotto riportato.
Zonizzazione Assetto Geomorfologico – PTCR Liguria
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 8
L’Art. 67 delle NTA, afferma che:
Regime normativo di MODIFICABILITA’ di tipo B (MO-B)
1. Tale regime si applica in tutte le parti del territorio non assoggettate ai regimi normativi di cui ai
restanti articoli della presente Sezione.
2. Gli interventi in tali zone, oltre a rispettare la specifica disciplina di settore, dovranno
conformarsi a criteri di corretto inserimento ambientale delle opere.
Infine, per quanto riguarda l’assetto vegetazionale, l’area è classificata come COL-IDS-CO, ossia
“Colture Agricole a Impianti Diffusi di Serre”, normato agli articoli 58 e 59. Questi ultimi, non
riguardando aree boschive o di prateria, rientrano nelle disposizioni dell’assetto insediativo.
Di seguito lo stralcio cartografico.
Zonizzazione Assetto Vegetazionale – PTCR Liguria
Le indicazioni relative all'assetto vegetazionale si applicano:
• a livello territoriale, alle componenti di paesaggio - boschi e praterie - considerate nei loro
aspetti quantitativi, qualitativi e strutturali
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 9
• a livello locale, agli interventi di forestazione e a quelli che hanno per oggetto lo
sfruttamento agricolo-economico e/o il miglioramento qualitativo dei boschi e delle praterie
L’art. 58 delle NTA, afferma che:
Art. 58
Generalità
1. Il Piano, pur non disciplinando le modalità di esercizio delle attività agricole, interferisce con le
stesse nei casi in cui comportino la realizzazione di edifici, impianti ed infrastrutture, in quanto per
tali opere valgono le pertinenti norme relative all'assetto insediativo.
2. Per quanto concerne l'estensione delle aree che possono essere interessate a tali attività, il Piano
non pone limitazioni all'interno delle zone appositamente indicate con la sigla COL nella cartografia
dell'assetto vegetazionale, mentre nelle restanti parti del territorio eventuali modificazioni dello
stato attuale sono subordinate alla verifica di compatibilità con gli obiettivi definiti per l'assetto
vegetazionale.
3. È comunque vietato costruire nuovi impianti di serre nelle zone sottoposte al regime normativo
di CONSERVAZIONE degli assetti insediativo e geomorfologico.
Verifica di coerenza
Il progetto in esame risulta coerente con lo strumento di programmazione esaminato. Infatti, sia
per quanto riguarda l’assetto insediativo, sia per l’assetto geomorfologico che quello vegetazionale,
non esistono vincoli ostativi alla realizzazione dello stesso: sono infatti consentite “operazioni di
trasformazione dello stato dei luoghi, nei limiti e nelle forme dei tipi insediativi rispettivamente
specificati nella cartografia di piano” (nel nostro caso Attrezzature ed impianti), modifiche purché
conformi ai criteri di corretto inserimento ambientale delle opere, ed infine non vi sono limitazioni
all’interno delle zone indicate con la sigla COL (assetto vegetazionale).
Inoltre si sottolinea come il progetto rispetti eventuali emergenze idrogeologiche puntuali,
attraverso relazione specialistica (Relazione idrogeologica).
1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato in via definitiva con delibera del
Consiglio Provinciale n°127 in data 12.07.2005, è lo strumento di coordinamento e indirizzo a
carattere sovra comunale. Il Piano è composto dalla “Descrizione Fondativa e Documento degli
Obiettivi”, dalle “Norme di Attuazione e dalle tre tavole di rappresentazione cartografica che
costituiscono la Struttura di Piano. Le Sezioni 1, 2 e 3 della Descrizione Fondativa e Documento
degli Obiettivi e le relative tavole illustrative contengono le indicazioni di natura argomentativa e
propositiva. Le indicazioni aventi efficacia dispositivo-regolamentare e programmatica sono
contenute nell'articolato normativo e nei relativi elaborati cartografici di riferimento.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 10
1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi
La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi, oltre alle conoscenze e alle interpretazioni
della realtà locale, raccolgono le indicazioni di natura argomentativa e propositiva rivolte ai Piani
Urbanistici Comunali.
Il testo del documento è ripartito in tre differenti Sezioni:
I. La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità, la Storia. I valori territoriali sono esaminati in
modo da considerare molteplici aspetti quali la tutela dell'ambiente a la qualità della vita, i
sistemi naturalistici provinciali e i sistemi urbani ‘densi’ e ‘diffusi’, le criticità e le
vulnerabilità presenti alle vocazioni del territorio.
II. Lo Spazio rurale. La ruralità è analizzata come sistema insediativo più complesso e
articolato di quello riconducibile alla sola sfera delle attività agricole. Nello spazio rurale del
PTC trovano espressione una molteplicità di funzioni: ecologica, economica, insediativa,
ricreativa e sociale.
III. Lo Spazio urbano. Il complesso sistema di funzioni e relazioni che trova una diffusione di
tipo “metropolitano” nell'area centrale della Provincia e si caratterizza per il mantenimento
di una rete di “centri” ordinatori nell'entroterra della Val di Vara e nella fascia della
Riviera/5 Terre.
1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia
Il tema della sicurezza affronta le questioni relative alle criticità del territorio provinciale indagando
i possibili rischi di carattere idrogeologico, idraulico, sismico, industriale e incendi boschivi.
L'obiettivo prioritario del Piano relativo al tema della sicurezza è garantire un elevato livello di
manutenzione territoriale attraverso azioni consapevoli, operate sia dalle istituzioni e dagli apparati
pubblici che dagli interessi privati che nel territorio si esplicano.
L’area indagata si trova all’interno di un territorio comunale che risulta a rischio sismico ai sensi
della L. 64/74. Per il resto non risulta soggetta a particolari condizioni relativamente al tema della
sicurezza così come declinato dal Piano di Coordinamento Provinciale. (Vedi figura seguente).
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 11
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia - Sezione 1 LA SICUREZZA, estratto
cartografico dell’elaborato 1.1 (Individuazione dei comuni a rischio sismico) e dell’elaborato 1.1.a
Il tema della Salubrità affronta gli argomenti relativi alle vulnerabilità del territorio provinciale
considerando in particolare le seguenti tipologie: vulnerabilità dell'aria, delle acque, del suolo, la
vulnerabilità in conseguenza dei campi elettromagnetici e la vulnerabilità della quiete. La
vulnerabilità, assieme alla probabilità che un certo evento dannoso si verifichi e all'esposizione al
danno (il valore dei beni o l'entità delle popolazioni esposti alle conseguenze negative dell'evento)
compone l'equazione del rischio R = P x V x E. L'obiettivo del Piano, in materia di politiche di tutela
ambientale, è rivolto alla riduzione del rischio, quale parametro al quale riferire il bilancio
costi/benefici, o costi/efficacia, delle politiche stesse.
Il comune di Vezzano è individuato come comune con alto tasso di inquinamento atmosferico da
traffico.
La qualità biologica delle acque del Magra in prossimità dell’area è media.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 12
L’area in esame è classificata industriale.
L’area si trova in classe E di elevata Vulnerabilità Degli Acquiferi – zona di protezione delle risorse
idriche in situazioni litologiche ad alta permeabilità.
L’area è coinvolta dalla fonte lineare di inquinamento acustico (autostrada) e a sudest (circa 400
ml) si trova un’area industriale ad elevata rumorosità. A nord dell’area (a circa 600 ml) risulta
un’area contaminata da recuperare. A sud dell’area (circa 900 ml) si trova un gruppo pozzi a
servizio di più di 1500 utenti, Classe Ee (estremamente elevata) Zona di tutela assoluta e zona di
Rispetto delle opere di captazione delle acque destinate al consumo umano. Ad est dell’area si
trova un elettrodotto.
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Quadro Programmatico
pag. 13
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia Sezione 1, Elaborato 2 LA
SALUBRITÀ, estratto cartografico e legenda
La tematica dei “Valori, l'Identità, la Storia” pone al centro dell’attenzione il capitale naturale del
territorio provinciale; il Piano affronta il tema dei valori con l'obiettivo di considerare l'ambiente non
solo come oggetto di tutela, ma come patrimonio di risorse suscettibile di essere adeguatamente
promosso. Sono state considerate nella presente analisi la componente naturale, storico-culturale,
rurale e le relazioni tra le diverse componenti.
L’area di studio si trova nell’ambito storico 4 La Bassa Val di Magra e nel sub-ambito 4.1.3 Santo
Stefano Magra-Caprigliola. L’area è classificata come valore ambientale tra quelle Urbanizzate. Si
nota la prossimità del greto del Fiume Magra interessato dal Sistema di Fruizione Ambientale, in
particolare da Siti Natura 2000 – Oasi Faunistiche e dal Parco Regionale Magra-Vara.
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Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia
Sezione 1, Elaborato 1.4.a - I VALORI, L’IDENTITÀ, LA STORIA.
1.3.1.2 Lo Spazio rurale
Il PTC propone una propria lettura secondo cinque tipologie di quadri paesistici presenti nello spazio
rurale della Provincia: il territorio rurale periurbano, il territorio rurale della produzione agricola, il
territorio rurale seminaturale dei pascoli e delle praterie, il territorio rurale seminaturale dei boschi
e delle foreste ed il territorio rurale naturale.
Gli obiettivi generali, per tale tematica, sono rivolti a far sì che lo spazio rurale possa essere il
luogo in cui si esplicano le attività agricole e forestali, ove si rinvengono le emergenze
naturalistiche e paesaggistiche da conservare e valorizzare e, al contempo, essere un luogo nel
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pag. 16
quale (in un'ottica di massima conservazione di un bene non riproducibile) possono realizzarsi
processi di innovazione economica e funzionale rilevanti, generati anche dall'insediamento di nuove
attività economiche e di nuove strutture sociali.
L’area in esame è classificata come area urbana all’interno di un contesto rurale periurbano e in
prossimità del Parco Regionale Vara-Magra.
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Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia
Sezione 2, Elaborato 2.a – LO SPAZIO RURALE.
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1.3.1.3 Lo Spazio urbano
Il tema dello spazio urbano affronta gli aspetti organizzativi dei sistemi produttivi industriali/
artigianali, della cantieristica, della portualità e della logistica. La disamina del tema dello spazio
urbano è strutturata analizzandone le diverse componenti e sistemi che lo costituiscono:
• Le componenti dell'assetto insediativo (tavola 3.1.1)
• Il sistema delle funzioni produttive (tavola 3.1.2 e tavola 3.1.3 per il Sistema delle funzioni
produttive dell'area centrale)
• Il sistema delle funzioni turistiche
- Ambiti turistici omogenei - tavola 3.1.4,
- Sistemi turistici locali - tavola 3.1.5,
- Aree progetto (turismo) - tavola 3.1.6)
• Il sistema delle funzioni di servizio
- Servizi di interesse provinciale - tavola 3.2.1,
- Criteri per l'identificazione delle aree idonee alla realizzazione di impianti per il
trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.2,
- Individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti -
tavola 3.2.3)
• Il sistema delle infrastrutture per la mobilità
- Mobilità intra ed extra provinciale; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.1,
- Mobilità su gomma; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.2
- Classificazione funzionale delle infrastrutture - tavola 3.3.3
- Proposta per la stesura di un programma per la mobilità ciclistica - tavola 3.3.4
Tra gli argomenti trattati vengono affrontate le tematiche relative all’assetto insediativo e i vari
sistemi di servizi a carattere sovra locale. La componente dell’assetto insediativo affronta il tema
della definizione dello spazio urbano ed il riconoscimento delle prestazioni e specificazioni distintive.
I caratteri territoriali sono individuati tramite una lettura/interpretazione di natura tipologica,
funzionale, relazionale, complementare a quella storico-evolutiva.
L’area in esame si trova come Macroambito nell’Ambito Urbano che occupa la porzione meridionale
della provincia di La Spezia. L’Ambito di appartenenza è quello della Val di Magra. L’area in esame
è inoltre in un Assetto Territoriale Caratterizzato da Insediamento Strutturato, l’ambito è definito
come Sistema Insediativo nell’Ambito Urbano, l’assetto relazionale e funzionale è quello di
Insediamento Specialistico che ha come Obiettivo/Politica Generale e di Sistema quello della
Valorizzazione della vocazione produttiva e/o riuso per aree dismesse.
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Sezione 3, Elaborato 3.1.1 – LO SPAZIO URBANO.
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Di seguito si analizzano le diverse componenti ed i sistemi che costituiscono lo spazio urbano.
Il sistema delle funzioni produttive
Il sistema delle funzioni produttive - tavola 3.1.2 (tavola
3.1.3 per il Sistema delle funzioni produttive dell'area
centrale). Il TEMA di appartenenza è quello del sistema delle
aree industriali/artigianali e logistico-portuali, più
specificatamente nel sistema delle aree industriali e nel
sistema delle aree produttive ecologicamente attrezzate
dell'area centrale. Essa infatti è parte del sistema produttivo
“Magra Est” (C) la cui evoluzione prevista è quella del
POTENZIAMENTO con un indirizzo generale verso una
Riorganizzazione Funzionale.
Il sistema delle funzioni turistiche
Ambiti turistici omogenei - tavola 3.1.4. L'ambito turistico
omogeneo (ATO) di appartenenza è 1 - Val di Magra e il
contesto territoriale è quello di La piana della Magra. Le
polarità turistiche più prossime sono quelle urbane di Sarzana
e La Spezia (a prevalente caratterizzazione alberghiera). Il
sistema turistico locale è quello del sistema costiero, focivo ed
interno della Val di Magra. Le potenzialità di caratterizzazione
dell'offerta turistica dell'area sono classificate come esclusiva
Fruizione Urbana centrale, lungo il Magra si hanno
potenzialità naturalistico/sportive
Sistemi turistici locali - tavola 3.1.5. I poli turistici più vicini
sono quelli di Vezzano Ligure e di Santo Stefano Magra,
entrambi a ricettività prevalentemente alberghiera ma con
indirizzo, rispettivamente, di riqualificazione e di sviluppo.
Il sistema delle funzioni di servizio
Servizi di interesse provinciale - tavola 3.2.1. l’area si trova in
un sistema strutturato in prossimità di parco regionale
(sistema del verde)
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Criteri per l'identificazione delle aree idonee alla realizzazione
di impianti per il trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.2. L’area
fa parte delle Aree produttive. Nell’area è segnalata la
presenza di fattori escludenti per discariche e penalizzanti per
altre tipologie di impianto. L’area non si trova in presenza di
fattori escludenti ogni tipologia di impianto. L’area è nel
centro di gravitazione Val di Magra.
Individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianti per il
trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.3. L'area 2 'Saliceti
Vezzano' di cui fa parte l'area in esame non presenta fattori
escludenti, né cartografati né non cartografati (vicinanza di
centri edificati).
Presenta un fattore penalizzanti cartografato.
Presenta fattori preferenziali cartografati (1-Appartiene al
comune di Vezzano Ligure, nel Sub-Sistema di Gravitazione
dell'Area Centrale, che risulta interno al bacino di utenza e 2-
Appartiene ad aree produttive con adeguato stato di
infrastrutturazione).
Presenta fattori preferenziali non cartografati (1-sito connesso
al centro gravitazionale del bacino di utenza in condizione di
bassa interferenza con i centri abitati)
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Il sistema delle infrastrutture per la mobilità
Mobilità intra ed extra provinciale; temi, obiettivi, azioni -
tavola 3.3.1. Sono analizzate le soluzioni modali attuali
adottate dalla mobilità intra provinciale e extra provinciale e
le soluzioni modali di progetto. L’area si trova su un nodo di
interscambio logistico provinciale ed extra provinciale servito
da mobilità viaria e ferroviaria e lontano da poli urbani in
ambito urbano rispetto ai quali occupa comunque una
posizione baricentrica. Le soluzioni di progetto prevedono
l'implementazione di una viabilità di connessione industriale e
della mobilità 'metro' che congiunge l'area in esame ai centri
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di La Spezia e Sarzana.
Mobilità su gomma; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.2. Dai
livelli prestazionali e dalle criticità il Piano individua le priorità
degli interventi sulla mobilità su gomma in tre livelli più uno
con priorità ininfluente. La viabilità su gomma di
interconnessione con l'area in esame è oggetto di interventi
sia di primo che di secondo che di terzo livello di priorità.
Classificazione funzionale delle infrastrutture - tavola 3.3.3
L’area è in connessione con autostrade esistenti e in
potenziamento e con la viabilità principale di grande
comunicazione in potenziamento.
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Proposta per la stesura di un programma per la mobilità
ciclistica - tavola 3.3.4. L’area in esame non è attraversata da
nessun tratto di rete ciclabile proposta.
1.3.2 Attuazione del PTC
Il PTC si attua attraverso: gli adeguamenti della pianificazione comunale conseguenti alle
indicazioni del Piano, i progetti territoriali, le azioni di orientamento ed indirizzo dei comportamenti
degli attori istituzionali e sociali in genere ed i piani e programmi di settore e gli interventi della
Provincia nelle materie di propria competenza.
La struttura del Piano e articolata in:
- Norme di attuazione;
- Rappresentazione cartografica delle indicazioni contenute nell’articolato normativo.
L'elaborato Norme di Attuazione è articolato in un corpus di 11 Titoli e 41 Articoli, raccoglie i
"comandi" da trasferire alla pianificazione comunale, da attribuire alla propria pianificazione di
settore e da concertare con gli altri Enti di scala sovraccomunale (Parchi, Autorità di Bacino) e
rende evidenti i livelli di efficacia delle previsioni del Piano, ai sensi dell'art. 21 della Legge
Urbanistica Regionale.
Il corredo cartografico si articola attraverso tre serie di tavole che descrivono, rispettivamente:
- TAVOLA 1: il campo delle determinazioni riprese dalla pianificazione;
- TAVOLA 2: le indicazioni di natura dispositivo-regolamentare del Piano;
- TAVOLA 3: le indicazioni relative al sistema infrastrutturale.
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Come si evince dalla tavola 1A “Determinazioni della pianificazione sovraordinata” del PTCP di La
Spezia, il progetto in esame:
• L’area risulta esterna alla Fascia di Riassetto Fluviale e dal relativo ambito normativo.
• L’area risulta esterna alle fasce inondabili con tempo di ritorno T30 anni (PI4) e Tempi di
ritorno T 200 anni (PI3) e dai relativi ambiti normativi.
• L’area è esterna alle aree di pericolosità geomorfologica PG3 e PG4 e dal relativo ambito
normativo.
• L’area è prossima al sistema delle aree protette della Liguria.
• L’area fa parte dell’ambito delle aree agricole.
Tav.1 A Determinazioni della pianificazione sovraordinata – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di La
Spezia
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Come si evince dalla tavola 2A “Struttura insediativa dello spazio urbano e rurale” del PTCP di La
Spezia:
• L’area fa parte del sistema degli insediamenti produttivi e in particolare delle aree
produttive del Sistema Industriale - Aree per la logistica (Norme art. 5.2, 3° comma)
• L’area è a circa 1 km dalle aree di rispetto del campo pozzi di Fornola (Norme art. n. 2.4).
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Tav.2 A Struttura insediativa dello spazio urbano e rurale – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di La
Spezia
In particolare, le “Aree per la logistica” sono normate dall’art. 5.2, comma 3, delle NTA del PTCP
della Spezia. L’articolo afferma che:
ART. 5.2 AREE PRODUTTIVE DEL SISTEMA INDUSTRIALE
3. Le aree industriali per la logistica, identificate con apposita simbologia nella tav.2, sono
prevalentemente riservate alle attività funzionalmente connesse con la filiera logistica nella sua più
ampia accezione di complesso di attività che comprende la movimentazione e la manipolazione
delle merci, la riorganizzazione dei vettori, il confezionamento, il packaging e lo stoccaggio delle
merci in transito nel corridoio nonché tutti i servizi funzionalmente connessi a tali attività.
Come si evince dalla tavola 3A “Assetto infrastrutturale” del PTCP di La Spezia, l’area è in
connessione con autostrade esistenti adeguate e in potenziamento e con la viabilità principale di
grande comunicazione in potenziamento.
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Tav.3 A Assetto infrastrutturale – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di La Spezia
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1.3.3 Verifica di coerenza
Dall’analisi puntuale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di La Spezia, emerge
che la verifica di coerenza con la previsione di ampliamento dell’impianto di trattamento rifiuti in
progetto è assolutamente positiva.
In particolare, il progetto risulta coerente con la classificazione del territorio di futura ubicazione,
ossia zona industriale; nonostante le aree in prossimità del progetto risultano ad elevata
rumorosità, è stata condotta una campagna di monitoraggio ed una valutazione previsionale di
impatto acustico che non rileva particolari criticità ai ricettori circostanti (studio allegato).
Dall’elaborato cartografico 2 “La salubrità” inoltre, si evince che l’area di futura ubicazione
dell’ampliamento d’impianto si trova in classe E di elevata vulnerabilità degli acquiferi: questo non
comporta criticità tuttavia, in quanto il progetto in esame non prevede scarichi idrici, e non può
portare ad una compromissione delle risorse idriche presenti.
Nella sezione dedicata ai “valori, l’identità e la storia” infine, si evince che l’area è classificata come
valore ambientale tra quelle Urbanizzate, mentre il sito Natura 2000 Parco Regionale Magra-Vara
non è interessato direttamente dall’impianto in progetto: l’urbanizzazione dell’area risulta
assolutamente coerente e si sposa con l’obiettivo finale del progetto stesso; invece la prossimità
del sito Natura 2000 fa si che sia stata redatta un’apposita relazione di screening di Valutazione di
Incidenza, che porta all’assenza di ricadute del progetto sul sito stesso.
Nella sezione dedicata allo “Spazio urbano” viene definito che il progetto ricade nel sistema della
Valorizzazione della vocazione produttiva e/o riuso per aree dismesse: ciò sta ad indicare che l’area
risulta adeguata al progetto di ampliamento dell’attuale impianto di trattamento rifiuti.
Ne “il sistema delle funzioni turistiche” si evince che i poli turistici più vicini sono quelli di Vezzano
Ligure e Santo Stefano di Magra, che si trovano a circa 1,5 Km e 2 Km di distanza dall’ampliamento
in previsione.
Dalla tavola 3.2.3 dell’Individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianto per il trattamento
dei rifiuti, si evince che per il progetto in esame non vi sono fattori escludenti; è presente un unico
fattore penalizzante cartografato e ben tre fattori preferenziali (come riportato nella descrizione
sopra riportata).
Per quanto riguarda “Il sistema delle infrastrutture per la mobilità”, il progetto presenta un aspetto
preferenziale, in quanto sono previste implementazioni di viabilità di connessione industriale e della
mobilità metro che congiunge l’ara in esame ai centri di La Spezia e Sarzana.
Dall’analisi riportata, si evince che il progetto in esame risulta coerente con lo strumento di
pianificazione urbanistica esaminato.
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1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE
1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale
Il Piano Urbanistico del Comune di Vezzano Ligure è stato adottato, ai sensi dell’art. 38 comma 2 e
smi della L.R. 36/1997 e smi, con Delibera C.C. n. 30 del 28.10.2016.
Attualmente risulta in fase di definitiva approvazione.
Di seguito una disamina degli elaborati presenti nel PUC di importanza per il territorio esaminato.
Nell’elaborato “Tavola di sintesi territoriale” (Tav. 9.2.2 delle Prescrizioni Urbanistiche del PUC) si
evince che l’area di progetto è parte degli Ambiti di:
- Riqualificazione e Completamento Am.RC (Art. 14 Norme di conformità)
• B5.1 - Edifici esistenti a bassa densità
• DC2 - Areali riqualificazione/ampliamento
• DP1 - Areali esistenti da completare
- Ambiti e areali dei territori aperti (artt. 100 e succ. Norme di conformità)
• Am. E6.1 - Parco agricolo-produttivo della piana
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Tavola di sintesi territoriale” - Tav. 9.2.2 delle Prescrizioni Urbanistiche del PUC
In particolare, per quanto riguarda gli ambiti di Riqualificazione e Completamento (am.RC) gli
articoli delle norme di conformità del PUC affermano quanto segue:
SEZIONE 1. Ambiti di Riqualificazione e Completamento (am.RC)
Art.14 Ambiti di riqualificazione e completamento (Am.RC)
1. Sono definiti Ambiti di Riqualificazione e Completamento (Am.RC) le zone del territorio insediato
che presentano caratteristiche urbanistiche, edilizie, paesaggistiche e ambientali tali da richiedere
interventi di riorganizzazione e di recupero del tessuto insediativo nonché di completamento
mediante nuova edificazione. allo scopo di rigenerare il tessuto insediativo esistente e di realizzare
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pag. 32
nuove polarità urbane dotate di nuovi spazi pubblici di aggregazione, anche con la riqualificazione
degli spazi pubblici e degli standard esistenti.
2. Gli Ambiti Riqualificazione e Completamento, identificati con l’acronimo Am.RC seguito dal nome
della località o quartiere di riferimento, comprendono al loro interno i tessuti insediati e gli areali
come indicati dal comma 4 del successivo Art. 15.
3. Per ciascun Ambito il PUC indica gli obiettivi specifici da perseguire nonché gli interventi
ammessi e le rispettive modalità di attuazione per ciascun tessuto insediativo e per ciascun singolo
areale incluso nell’Ambito, secondo quanto indicato negli articoli successivi.
4. Gli Ambiti di riqualificazione e completamento (Am.RC) sono assimilabili alle zone B del D.M.
02/04/1968.
Art.15 Obiettivi e interventi per gli Ambiti di Riqualificazione e Completamento Am.RC
1. All’interno degli Ambiti di Riqualificazione e Completamento il PUC persegue in primo luogo il
diffuso miglioramento igienico-sanitario, funzionale ed energetico dei singoli immobili necessari a
conseguire l’obiettivo del rinnovo e della rigenerazione dell’edificazione esistente presente nelle
diverse tipologie insediative indicate dal PUC, B5.1 e B5.2.
2 Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente sono stabiliti dal PUC in attuazione dei principi della
legislazione regionale e nazionale vigente, con particolare riferimento all’applicazione delle leggi
regionali speciali di settore n.24/2001 s.m e 49/2009 s.m.
3. Negli Ambiti Am.RC, il PUC persegue altresì la densificazione del tessuto insediato mediante la
riorganizzazione urbanistica e il completamento con nuova edificazione, in misura ambientalmente
sostenibile ma al contempo idonea a integrare gli spazi abitativi privati con una maggiore dotazione
e qualificazione delle aree pubbliche allo scopo di aumentare la qualità e l’immagine urbana degli
insediamenti.
4. A questo fine il PUC punta a completare i lotti residuali non edificati all’interno o ai bordi dei
tessuti esistenti, identificando i possibili seguenti areali, residenziali e non residenziali, idonei alla
nuova edificazione:
· areali di nuova edificazione residenziale B1, B2, B3, B4, differenziati in relazione al crescere
progressivo della capacità edificatoria loro attribuita. La nuova edificazione ammessa è
finalizzata altresì a riqualificare gli spazi pubblici residuali, operando un riequilibrio nella
distribuzione e nella localizzazione delle aree pubbliche e degli standard, mediante l’applicazione
degli istituti degli artt. 29 bis, 29 ter, 29, quater, 29 quinquies della LR. n. 36/97 s.m;
· areali di tipo produttivo artigianale/industriale indicati dal PUC con le sigle:
• DPa, DPb, aree Produttive esistenti consolidate;
• DP1 aree Produttive esistenti da riqualificare e completare;
• DPL areali liberi per nuova edificazione di tipo produttivo;
• DP2 aree Produttive di tipo specialistico non manifatturiero da riqualificare
• DP.TRZ aree Produttive oggetto di riorganizzazione urbanistica
• DP.TRZ/Parco frantoi presenti in area Parco da ricollocare
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pag. 33
· areali di tipo commerciale indicati dal PUC con le sigle:
• DC2 aree Commerciali di riqualificazione ampliamento
• DC2.L aree Commerciali di nuova edificazione di completamento
• DC3 aree Commerciali di riorganizzazione urbanistica
• areali di tipo Turistico/ricettivo indicati dal PUC con le sigle:
• DR1 strutture turistico/ricettive da riqualificare negli Ambiti Am.A1 di Conservazione
dei centri storici;
• DR2 strutture turistico/ricettive da riqualificare negli Ambiti Am.RC di
Riqualificazione e Completamento.
5. Gli interventi ammessi e i rispettivi parametri urbanistici e paesistici (indici edificatori, rapporti
edificato/verde, altezza, ecc.) per i singoli tessuti edilizi B5.1 e B5.2 e per i singoli areali sopra
richiamati, interni all’Ambito, sono specificati dal PUC nei termini indicati nelle relative Tabelle
Sinottiche.
6. Gli areali la cui attuazione è sottoposta a PUO di iniziativa privata obbligatorio, soggetto alla
perequazione urbanistica di cui all’Art.31 delle Norme Urbanistiche Generali, sono contrassegnati
da perimetro continuo di colore nero, come indicato negli elaborati progettuali del PUC.
7. Gli areali la cui attuazione è sottoposta a progetto convenzionato obbligatorio, soggetto alla
perequazione urbanistica di cui all’Art.31 delle Norme Urbanistiche Generali, sono contrassegnati
da perimetro continuo di colore marrone, come indicato negli elaborati progettuali del PUC.
8. Per singoli Ambiti Am.RC di maggiore complessità o dotati di vincoli o caratteristiche particolari,
Il PUC, per gli interventi sui tessuti edilizi B5.1 e B5.2 o negli areali di completamento, può indicare
parametri integrativi o diversi da quelli di cui al precedente comma ovvero ulteriori indirizzi
applicativi degli stessi, mediante apposite Schede normative di Ambito. Tali parametri hanno
prevalenza rispetto a quelli generali indicati nelle Tabelle sinottiche.
9. L’elenco degli Ambiti Am.RC, con la identificazione dei rispettivi areali è contenuto nell’ Allegato
A al presente testo normativo.
SEZIONE 2. Tessuti insediati di tipo residenziale
Art.16 Tessuti insediati di tipo B5 e loro articolazione in B5.1 e B5.2
1. I tessuti insediati B5 rappresentano le parti di recente insediamento del territorio comunale
costituite da significativi aggregati con destinazione prevalentemente residenziale e una struttura
insediativa non particolarmente qualificata.
2. In relazione alla diversa tipologia e densità del tessuto insediativo esistente, al mix di funzioni
presenti ed alla diversa collocazione nella realtà urbana del Comune di Vezzano Ligure i tessuti B5
sono suddivisi in B5.1, tessuti edificati esistenti a prevalente funzione residenziale a bassa densità
e B5.2 , tessuti edificati esistenti con mix di funzioni differenziate a media e alta densità.
Art.17 Tessuti insediati a bassa densità B5.1
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1. I tessuti a bassa densità B5.1 identificano aree in cui vi è stata una crescita edilizia di tipo
residenziale caratterizzata da villini mono e bifamiliari, con giardino recintato, priva di polarità e di
spazi pubblici di relazione. Tali tessuti interessano le parti periferiche dei nuclei residenziali e sono
caratterizzati da insediamenti sparsi a bassa densità edilizia, non strutturati dai tracciati stradali
esistenti o da altri elementi di urbanizzazione.
2. Le funzioni sono caratterizzate da usi residenziali e agricoli, fermo restando che trattasi
comunque di un uso agricolo residuale in ragione della prossimità agli insediamenti residenziali che
ne condizionano le modalità colturali, e del loro stato intrinseco di subordinazione agli usi
pertinenziali.
3. Nelle aree libere interne ai tessuti a bassa densità B5.1 o in loro stretta aderenza, sono collocati
gli areali di completamento B1 e B2, con potenzialità per un equilibrato rafforzamento del tessuto
urbano.
Art.19 Obiettivi della riqualificazione per i tessuti B5.1 e B5.2
1. Il PUC individua la necessità di riqualificare i tessuti di recente crescita B5.1 e B5.2 attraverso il
rinnovo dell’edificazione esistente rispondente alle esigenze diffuse dei residenti di adeguare i
propri standard abitativi alle esigenze igienico-sanitarie ed estetico - funzionali più attuali.
2. A questi fini, fermo restando il soddisfacimento degli standard, gli interventi sono volti a
garantire:
- la rigenerazione degli insediamenti attraverso interventi di ottimizzazione, ristrutturazione,
addizione e sostituzione edilizia, in applicazione degli artt. 29 ter, 29 quater, 29 quinqies
della LR. 36/97 e s.m.i, e delle leggi regionali speciali 24/2001 e 49/2009 e loro s.m.i.;
- la densificazione degli insediamenti attraverso equilibrate quote di nuova edificazione di
completamento, soggette alla perequazione urbanistica di cui all’art.29 bis della LR.n.36/97
s.m.i, e tali comunque da garantire il rispetto degli spazi aperti e il mantenimento del grado
di permeabilità nei confronti dei contesti agricoli ed ambientali presenti all’interno e intorno
ai tessuti;
- l'incremento e la riqualificazione, mediante perequazione, della rete dei servizi pubblici
esistenti tali da rafforzare il carattere urbano centrale dei luoghi, anche attraverso la
realizzazione di nuovi fronti commerciali;
- l’insediamento di funzioni compatibili con la residenza di tipo terziario commerciale e di
servizio pubblico;
- il miglioramento delle relazioni (percorsi e fruibilità) tra questi sub Ambiti e i servizi e le
aree attrezzate interne e limitrofe.
Art.20 Interventi ammessi nei tessuti B5.1 e B5.2
1. Gli interventi ammessi, i relativi parametri urbanistici e dimensionali per gli ampliamenti, gli
accorpamenti, le sopraelevazioni e la sostituzione degli edifici esistenti, anche in
applicazione delle leggi regionali speciali 24/2001 e 49/2009 e loro s.m.i, nonché i
parametri per la nuova edificazione, le modalità di attuazione e le altre prescrizioni generali
e particolari da seguire per la corretta attuazione del PUC, sono indicati alla Tabella
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sinottica di cui all’Art.25 nel rispetto delle prescrizioni della disciplina paesistica di livello
puntuale di cui al successivo Art.21.
Art.21 Disciplina paesistica e ambientale di livello puntuale B5.1 e B5.2
…
Art.22 PUO di riqualificazione urbana: contenuti comuni per i tessuti B5.1 e B5.2
…
Art.23 Flessibilità interna: recupero residenziale nei tessuti B5.1 e B5.2
…
SEZIONE 5. Areali produttivi DP
Art.48 Identificazione e articolazione degli areali produttivi DP
1.In relazione alle diverse caratteristiche presenti, le aree produttive esistenti sono articolate in:
· Areali DPa – DPb che includono aree produttive di recepimento di SUA (Strumenti
Urbanistici Attuativi) approvati, in attuazione del PRG vigente;
· Areali DP1 che includono aree produttive esistenti da riqualificare e completare attraverso
modalità differenziate in relazione ai contesti (ampliamenti, sopraelevazione, frazionamenti,
cambi d'uso), con obiettivi e conseguenti normative (indici edificatori, rapporti di copertura,
altezza ecc ) specificamente indicati nelle rispettive schede operative e nelle relative
Tabelle Sinottiche. Gli Areali DP1.1 possono includere marginali quote di tessuti insediati di
tipo residenziale B5.1 o B5.2, disciplinati dalle normative di cui alle rispettive tabelle;
· Areali DPL singoli areali liberi per nuova edificazione produttiva;
· Areali DP2 che includono aree produttive esistenti di tipo specialistico non manifatturiero da
riqualificare, interne a contesti produttivi già insediati, ciascuna disciplinata con una propria
disposizione successivamente esposta;
· Areali DP.TRZ che includono aree produttive esistenti oggetto di necessaria riorganizzazione
urbanistica rispetto allo stato di sostanziale degrado in cui versano, articolati in:
- DP.TRZ collocato in contesto di tipo urbano, in località Prati;
- DP.TRZ collocato in contesto di tipo peri-urbano, ai margini dell’abitato in località Piano
di Vezzano II;
· Areali DP.TRZ/Parco che includono le aree occupate dai frantoi esistenti da rimuovere dalle
aree del Parco Magra-Vara in cui sono tutt’ora collocati.
3. Gli Areali DP di cui al comma 1 sono assimilabili alle zone D del DM 01.04.21968.
Capitolo 2. Aree produttive esistenti da completare
Art.50 Identificazione degli Areali DP1
1. Il PUC registra l'esistenza di un buon numero d’aree produttive, variamente distribuite sul
territorio, prive di un’adeguata rete di infrastrutturazione e di servizi, costituite da manufatti di
insufficiente qualità architettonica e di basse prestazioni energetico – ambientali, condizionate dal
prevalere della tipologia del capannone prefabbricato e dalla casualità dell'organizzazione spaziale e
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pag. 36
degli spazi esterni, ove sono presenti margini per un completamento edilizio funzionale ad una loro
qualificata riorganizzazione.
2. Con riferimento a questa categoria il PUC identifica alcuni areali che, in ragione della loro
collocazione rispetto al contesto territoriale, sono dotati di proprie specifiche schede operative:
- DP1 ex Tecnostone in loc. Piano di Vezzano II;
- DP1 ex-Barberis in loc. Piano di Vezzano I
- DP1 area produttiva in località Piano di Valeriano
3. Le rimanenti aree produttive con presenza di tanti piccoli e medi capannoni adiacenti fra loro in
tessuti consolidati, il PUC stabilisce le rispettive possibilità di intervento nelle Tabelle sinottiche di
cui all’Art.64.
Art.51 Obiettivi generali del completamento Areali DP1
1. In questi Areali il PUC intende favorire interventi di riqualificazione sia dei manufatti che del
contesto urbanistico - ambientale, attraverso una gamma articolata di possibili interventi di
completamento, nell'osservanza di idonei criteri paesistici, prestazionali e dimensionali in coerenza
con gli assetti del PTCP.
2. I parametri d’intervento sono specificati nelle sottoelencate Schede operative.
Art.58 Disciplina paesistica ambientale di livello puntuale Areali DP1
1. Per il miglioramento degli insediamenti produttivi esistenti il PUC agisce sugli aspetti
concretamente condizionabili con gli strumenti tecnici normativi propri della disciplina paesistica
relativi ai seguenti aspetti:
• a -la qualità degli spazi pubblici di contesto;
• b -la qualità degli spazi esterni di pertinenza;
• c -la mitigazione degli impatti visuali delle tipologie prevalenti;
• d -la qualificazione delle coperture.
2. Per ciascuno degli aspetti citati vigono le seguenti prescrizioni:
a - qualità degli spazi pubblici di contesto
a.1 gli interventi pubblici, preordinati alla realizzazione di nuovi assi viari devono garantire la
qualità dei medesimi in termini di alberature, percorsi pedonali, uniformità delle recinzioni,
regolamentazione degli accessi ai singoli lotti;
a.2 gli interventi privati, conseguenti a nuove edificazioni o all’applicazione delle norme della
“Flessibilità esterna” sono subordinati anche al miglioramento qualitativo e funzionale degli spazi
pubblici coinvolti, quali piazze, percorsi pedonali, parcheggi, piantumazione aree verdi nei termini
che verranno indicati dal Comune all’atto del rilascio del pertinente titolo abilitativo;
b - qualità degli spazi esterni di pertinenza:
tutti gli interventi (ampliamento, sopraelevazione, flessibilità esterna) sono subordinati alla
qualificazione delle aree esterne di pertinenza attraverso:
• b.1 la rimozione di ogni deposito-discarica presente nei lotti;
• b.2 l'accorpamento nel nuovo organismo edilizio dei manufatti precari ed incongrui presenti
nel lotto;
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pag. 37
• b.3 in alternativa, è concessa la possibilità di costruire pertinenze esterne, sostitutive di
aree di stoccaggio a cielo aperto, con i parametri urbanistici indicati nelle Tabelle Sinottiche
di cui all’Art.64;
• b.4. sul limite del lotto, prospicienti strade e spazi pubblici è prescritto collocare
un'alberatura. Possono essere realizzate recinzioni mediante siepi ovvero con muretto
intonacato di altezza massima di 1 m e sovrastante ringhiera o griglia metallica di altezza
complessiva non superiore a 2,50 m;
c. mitigazione degli impatti visuali delle tipologie prevalenti:
tutti gli interventi (ampliamento, sopraelevazione, flessibilità interna ed esterna e nuova
costruzione) sono subordinati alla mitigazione degli impatti visuali dei capannoni, in particolare nel
prospetto antistante strade e spazi pubblici, attraverso:
• c.1 una progettazione specifica che superi la banalizzazione delle soluzioni correnti in
prefabbricazione;
• c.2 in alternativa o in integrazione, la realizzazione di “pareti verdi vegetali”, anche a
garanzia di una climatizzazione estiva ottimale.
d. qualificazione delle coperture
le coperture devono assolvere, anche alternativamente, ad un ruolo:
• d.1 di efficienza energetica con l'installazione di impianti per la produzione di energia da
fonti rinnovabili;
• d.2 di qualificazione paesistico - ambientale mediante la realizzazione di “tetti verdi
vegetali” praticabili;
• d.3 di ottimizzazione funzionale al fine di realizzare spazi di parcheggio recuperando a
verde equivalenti spazi a terra
Art.59 Rimanenti Areali DP1
1. Per i rimanenti Areali DP1 caratterizzati dalla compresenza di tanti piccoli e medi capannoni
adiacenti fra loro in tessuti consolidati, il PUC indica le condizioni e le modalità di intervento atte a
guidare i singoli interventi di riqualificazione e/o nuova costruzione di edifici artigianali, come
stabilito nei successivi articoli e nelle Tabelle sinottiche dell’Art. 64.
2. E’ escluso dalla normativa di cui al comma 1, l’areale DP1 che ospita l’impianto di CDR,
identificato dal PUC con la rispettiva sigla DP1-CDR. Per tale areale il PUC prevede che gli
interventi di eventuale adeguamento e/o potenziamento dell’impianto siano sottoposti a obbligo di
PUO di iniziativa privata. Nelle more del PUO sono ammessi esclusivamente interventi di
manutenzione ordinaria, straordinaria e ristrutturazione senza aumento di SA.
SEZIONE 6. Tessuti e areali di tipo Commerciale DC
Art.77 Identificazione e articolazione degli Areali di tipo commerciale
1. Il PUC colloca all’interno degli Areali Commerciali DC le strutture commerciali e/o artigianali
esistenti e le rispettive aree di pertinenza.
2. In relazione alle diverse caratteristiche esistenti, gli Areali di tipo commerciale sono suddivisi
nelle seguenti categorie:
• • Areali DC1 aree Commerciali sature;
• • Areali DC2 aree Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento;
• • Areali DC3 aree Commerciali strategiche
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pag. 38
3. Gli interventi di riqualificazione con ampliamento delle strutture commerciali esistenti.
3. Gli Areali commerciali individuati dal PUC sono assimilabili alle zone D del D.M.
02/04/1968.
Capitolo 2. Areali Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento
Art.82 Identificazione degli Areali Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento DC2
1. Gli Areali Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento DC2 sono costituiti da complessi
commerciali esistenti che svolgono una funzione significativa nei confronti della collettività e
possono, allo scopo di migliorare tale funzione, essere riqualificati, ampliati o completati attraverso
modalità differenziate in relazione ai contesti in cui sono collocati (riorganizzazione degli spazi di
pertinenza, ampliamenti, sopraelevazione, frazionamenti, cambi d'uso) con obiettivi e conseguenti
normative (indici edificatori, rapporti di copertura, altezza ecc.) specificamente indicati nelle
Schede Descrittive/Progettuali di cui agli articoli successivi.
2. Per i casi in cui il completamento di strutture commerciali avvenga mediante nuova edificazione,
Il PUC identifica Areali Commerciali liberi con la sigla DC2.L
PARTE SECONDA. AMBITI DI INTERVENTO - TITOLO 3. TERRITORI NON INSEDIATI DI VALORE
ECOLOGICO E PAESISTICO AMBIENTALE
CAPO 5. Ambiti della produzione agricola di pianura
Art.137 Identificazione e articolazione degli Ambiti Am.E6
1. Le aree della produzione di pianura sono costituite dai campi che dalla Via Cisa Vecchia arrivano
fino al greto del Magra, parte della grande piana agricolo e orto frutticola di Sarzana.
2. Gli alti argini del Canale Lunense e dei canali di derivazione costituiscono una trama ordinata
fino alla confluenza nel Magra e segnano i confini dei campi in continuità con le alberate ed i filari.
Nel disegno del paesaggio agrario, in cui le fasi dell’appoderamento lasciano rileggere, in
trasparenza, la trama della centuriazione, permane, la memoria della colonizzazione romana.
3. I recenti usi residenziali, terziari e produttivi, nonché l’impronta delle reti infrastrutturali hanno,
quasi ovunque, distrutto i campi e cancellato il disegno sottile dei confini ed i cromatismi mutevoli
dei coltivi, con l’eccezione della piana che ricade in Comune di Vezzano (Piano di Vezzano I e Piano
di Vezzano II) che ha mantenuto pressoché intatta la sua naturalità e rappresenta l’ultimo lembo di
paesaggio agrario di pianura riconoscibile in dimensioni sufficienti a costituire ancora un sistema
agrario, che il PUC articola nei due Ambiti:
- Ambiti Am.E6.1 Parco agricolo della piana
- Ambito Am.E6.2 Aree agricole perifluviali
SEZIONE 1. Ambito Parco agricolo della piana Am.E6.1
Art.138 Identificazione dell’ Ambito Am.E6.1
1. Questo Ambito è costituito dai campi compresi tra Via Cisa Vecchia e l’Autostrada. Esso risulta
perciò in diretto contatto con il territorio del Parco del Magra – Monte Marcello e rappresenta il
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pag. 39
naturale filtro e spazio di accoglienza per i visitatori del Parco, provenienti dalla conurbazione di
Sarzana - La Spezia.
2. Le aree appartenenti al parco agricolo della piana sono caratterizzate da limitati episodi di
insediamenti sparsi, di carattere quasi esclusivamente agricolo/residenziale.
Art.139 Obiettivi della tutela e valorizzazione dell’ Ambito Am.E6.1
1. Il PUC stabilisce di mantenere e salvaguardare la piana, ripristinando le attività di coltivazione,
mantenendo la rete del sistema irriguo ed il valore ecologico e paesistico del tracciato dei singoli
canali, nonché preservando la pratica colturale dell’alberata e dei filari a vite maritata.
2. L’indicazione del PUC è di realizzare, in stretta relazione con la programmazione del Parco del
Magra, un’area agricola produttiva di qualità biologica da inserire nei prodotti DOP del Parco, fermo
restando il rispetto degli indirizzi di cui all’art. 58 delle Norme Tecniche del Parco.
Art.140 Interventi ammessi nell’ Ambito Am.E6.1
1.Non è ammessa la edificazione di nuovi edifici residenziali, mentre è favorita la pluralità degli
interventi possibili per il riutilizzo ottimale dei manufatti esistenti destinati alla produzione agricola
nonché la realizzazione, anche ex novo, di annessi agricoli e di manufatti agricoli - produttivi o
serre funzionali al conseguimento degli obiettivi sopra indicati.
2. Sugli edifici esistenti sono pertanto ammessi gli interventi consentiti per gli edifici esistenti negli
Ambiti agricoli Am.E4.
3. In caso di interventi di sostituzione edilizia in applicazione della disciplina di cui all’Art 109, in
attuazione dell’art.6 della LR.n.49/2009 s.m.i, la ricostruzione non può avvenire in aree
appartenenti all’Ambito Am.E 6.1 ma deve avvenire esclusivamente in areeidonee appartenenti a
Ambiti Am.RC ovvero ad Ambiti Am.E4 nell’osservanza dellerispettive discipline e parametri che
regolano la nuova edificazione nelle aree interessate.
4. Sono ammessi interventi per la realizzazione di annessi agricoli nei limiti e con le caratteristiche
di cui all’Art. 143, lettera B) e C).
5. É vietata la costruzione di locali interrati.
6. Gli interventi di nuova edificazione di annessi agricoli ai sensi del comma 4 nonché gli interventi
di cui al successivo Art. 141 e Art. 142, ricadenti in aree SIC o in aree adiacenti al SIC devono
essere accompagnati da apposito studio di Incidenza che dimostri la compatibilità ambientale
dell’opera.
Il PUC, nelle tavole di conoscenza e di prescrizione geologica, contiene un accurato censimento
delle sorgenti presenti nel territorio comunale di Vezzano Ligure.
Intorno alle sorgenti e ai campi pozzi sono indicate due zone di salvaguardia, appositamente
riportate sulle tavole di PUC:
a) Zone di tutela assoluta, di estensione di almeno 10 m di raggio dal punto di captazione.
All’interno di tali zone sono consentite esclusivamente opere di captazione o presa e le relative
infrastrutture di servizio.
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pag. 40
b) Zone di rispetto, di estensione di 200 metri, dove sono invece vietati l’insediamento dei seguenti
centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività: dispersione di fanghi ed acque reflue,
anche se depurati; …; dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche provenienti tetti, da piazzali e
strade. In caso di edificazione, ciò configura il divieto di dispersione al suolo di acque bianche e
nere e il conseguente obbligo di allacciamento alle rispettive reti di smaltimento; …; apertura di
pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo alimentare; aree di
stoccaggio e/o di gestione di rifiuti; stoccaggio di sostanze chimiche pericolose; ….
Nello stralcio della tavola 3.2 “Carta delle sorgenti e delle zone di rispetto dei campi pozzi” del PUC
di Vezzano Ligure, si evince che non vi sono nella vicinanza dell’area di futura ubicazione
dell’impianto né campo pozzi con relative zone di rispetto né sorgenti puntuali.
Carta delle sorgenti e delle zone di rispetto dei campi pozzi – Tav. 3.2 PUC di Vezzano Ligure
Dalla “Carta di Zonazione E Suscettibilità D'uso Del Territorio - Pericolosità Geomorfologica,
Geotecnica E Idraulica” del PUC di Vezzano Ligure, l'area in esame risulta essere soggetta
esclusivamente ad una pericolosità geotecnica, Classe 2L - pericolosità bassa, aree caratterizzate
da una situazione geologico - tecnica apparentemente stabile sulla quale tuttavia permangono
alcuni dubbi prevalentemente di carattere geotecnico.
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pag. 41
Carta di Zonazione E Suscettibilità D'uso Del Territorio - Pericolosità Geomorfologica, Geotecnica E Idraulica –
Tav. 8.2.1 PUC Vezzano Ligure
1.4.1.1 Verifica di coerenza
In virtù dei vincoli presenti sull’area, tra cui la distanza dal rilevato autostradale e dalla viabilità
ordinaria, sono previste delle varianti al PUC del Comune di Vezzano Ligure, modifiche che
interessano sia l’apparato normativo che quello cartografico.
In merito alla localizzazione proposta in località Saliceti ed ai vari pareri espressi dalla Regione
Liguria, quali quello nella RELAZIONE TECNICA n. 91 DEL 13/12/2018 ed il parere VAS ai sensi
dell’art. 10 della L.R. 32/2012 e s.m.i., si sottolinea che sono superati i rischi di potenziale
liquefacibilità dei terreni.
Le approfondite indagini geologiche dimostrano l’assenza di situazioni che potrebbero impedire un
utilizzo edificatorio dell’ambito e superano la prescrizione di una preventiva verifica ricompresa
nella variante.
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pag. 42
Nello specifico saranno apportate delle modifiche ai seguenti elaborati grafici a corredo del PUC:
• tav.9.2.2 Tavola di sintesi territoriale (su mappa CTR) sez. terr.2 TAVOLA PUC con
estensione
• tav.9.5.7 Quadro progettuale (su mappa catastale aggiornata) PUC SU CATASTALE IN
DETTAGLIO sez. terr. 7 PIANO DI VEZZANO I
e ai seguenti articoli delle Norme di Conformità e Congruenza:
• sez. 5 DP1 art.53 bis – Scheda Operativa Aerale DP1 CDR
• sez. 5 DP1 art.53 ter – Scheda Operativa Aerale DP1 BIO
• sez. 5 DP1 art.58 - 64
• sez. 6 DC art.89.
Per approfondimenti di dettaglio si rimanda allo Studio Organico d’Insieme ed alla relazione di
Variante urbanistica (allegati alla documentazione progettuale).
Per quanto riguarda la vicinanza coi pozzi e relative zone di rispetto, si segnala l’assenza di
interferenze di questo tipo con il progetto in esame.
Ci sono invece interferenze dirette con il sistema di canali di irrigazione del Consorzio di Bonifica
del Canale Lunense che portano acqua alle abitazioni dell’area: considerando che non vi sarà più la
necessità di irrigare tali aree, tale aspetto non risulta una criticità, bensì insieme al Consorzio di
bonifica sarà predisposto una riorganizzazione dei canali di irrigazione, per ottimizzare al meglio il
sistema attuale.
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pag. 43
1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA
Con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 3 del 25-02-2019 il Comune di Vezzano Ligure ha
recentemente adottato la Variante piano di zonizzazione acustica comunale.
Di seguito uno stralcio cartografico dell’allegato C Vezzano Nord, in cui si evince che l’impianto in
oggetto risulterà in classe V (limiti emissione 65 dB diurno, notturno 55 dB –limiti immissione 70
dB diurno 60 dB notturno).
Revisione sella zonizzazione acustica esistente – Piano Zonizzazione acustica esistente Comune Vezzano Ligure
Dall’analisi della tavola 2 si evince che o recettori più prossimi, fuori dall’area di impianto, ricadono
in classe IV (limiti emissione 60 dB diurno , notturno 50 dB –limiti immissione 65 dB diurno 55 dB
notturno).
Verifica di coerenza
L’impianto in progetto risulta coerente con la classificazione acustica dell’area di ubicazione. Si
rimanda alla valutazione di impatto acustico per maggiori dettagli in merito.
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pag. 44
2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
AMBIENTALE
2.1 PIANO DELLA COSTA
Tra le indicazioni generali per la riqualificazione del territorio, la valorizzazione del paesaggio
costiero e la tutela dell’ambiente marino la Provincia della Spezia propone tre diversi temi
progettuali tra i quali il tema della valorizzazione delle aree vallive del Magra (area del parco
fluviale e piana di Luni-Marinella).
Il Piano La Spezia Val di Magra prospetta, in fase di adozione (DGR 583/97), due possibili scenari
evolutivi:
⇒ attuazione delle scelte già contenute nel PRG di Sarzana (come modificato in sede di esame da
parte del C.T.U.) e del PRG di Ameglia, con la necessaria progressiva correzione e integrazione
della progettazione in ordine alle carenze.
⇒ definizione su iniziativa dei due comuni interessati (Ameglia e Sarzana), e con la partecipazione
della Provincia e della Regione, di una progettazione unitaria dell’area di valore strategico che si dia
carico delle istanze e dei temi evidenziati dal P.T.C. La Spezia Val di Magra.
Per quanto riguarda il tema del diporto nautico nell’asta del fiume Magra, tema che il Piano della
Costa non affronta, ritenendo più opportuna una sua trattazione nel quadro del Piano del Parco, si
rileva come gli interventi previsti nel golfo della Spezia possano contribuire a una significativa
riduzione della pressione della domanda di posti barca lungo le rive del fiume Magra.
A livello territoriale dunque il piano della costa non comprende il corso del fiume magra fino
all’altezza dell’area di progetto, come del resto si desume anche dall’assenza di AMBITI PROGETTO
che coinvolgano i comuni così settentrionali, limitandosi ai comuni di Ameglia - Sarzana – (ed
anche l’Ente Parco) per l’ambito di progetto AP41 - SARZANA MARINELLA.
Neanche TEMI PROGETTO e le INDICAZIONI GENERALI DI PIANO prendono in considerazione l’area
in esame.
Il piano della costa non interessa dunque direttamente l’area di progetto.
2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Il Piano di Tutela delle Acque detta le norme per la gestione e la tutela delle risorse idriche
superficiali e sotterranee; esso è lo strumento regionale per le strategie di azione in materia di
acque.
Il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato il Piano di tutela delle acque 2016-2021
(vigente) con deliberazione n. 11 del 29 marzo 2016.
Il Piano ha classificato e selezionato le proprie risorse idriche, corpi superficiali e sotterranei,
secondo specifici parametri. Gli obiettivi per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei sono
quello di raggiungere l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato “buono” e
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pag. 45
comunque devono essere adottate tutte le misure atte ad evitare un peggioramento della qualità
dei corpi idrici classificati.
2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi
2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali
La D.G.R. 430/2009 ha individuato in Liguria 186 corpi idrici fluviali, di cui 126 in bacini tirrenici e
60 in bacini padani. I bacini sono codificati con numero progressivo per i bacini tirrenici e in ordine
alfabetico per i bacini padani. Il fiume Magra è quello a maggior superficie rispetto a tutti gli altri
bacini gestiti dal Piano.
Codice bacino nome bacino superficie (Km quadrati) numero corpi idrici
32 F. MAGRA 720,47 17 - 23
La seguente figura mostra la localizzazione di massima dei bacini e dei relativi corpi idrici.
Per quanto riguarda la tipizzazione, sono stati individuati in Liguria i tipi fluviali, di cui in prossimità
del progetto in esame:
codice
tipizzazione
descrizione tipizzazione
Macrotipo
fluviale
Macrotipo per
Macrofite
10SS4T
HER10 APENNINES N- INFLUENZA HER A MONTE
NULLA-PERENNE- ORIGINE DA SCORRIMENTO
SUPERFICIALE-BACINO GRANDE
M2 Mb
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pag. 2
3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70
3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70
3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione
rifiuti 73
3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80
3.2.1 Verifica di coerenza 85
3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86
3.3.1 Verifica di coerenza 87
3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88
4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91
4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91
4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92
4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95
5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96
ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002)
ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
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pag. 2
3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70
3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70
3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione
rifiuti 73
3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80
3.2.1 Verifica di coerenza 85
3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86
3.3.1 Verifica di coerenza 87
3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88
4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91
4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91
4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92
4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95
5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96
ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002)
ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
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pag. 2
3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70
3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70
3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione
rifiuti 73
3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80
3.2.1 Verifica di coerenza 85
3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86
3.3.1 Verifica di coerenza 87
3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88
4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91
4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91
4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92
4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95
5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96
ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002)
ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
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pag. 2
3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70
3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70
3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione
rifiuti 73
3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80
3.2.1 Verifica di coerenza 85
3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86
3.3.1 Verifica di coerenza 87
3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88
4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91
4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91
4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92
4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95
5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96
ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002)
ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
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3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70
3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70
3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione
rifiuti 73
3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80
3.2.1 Verifica di coerenza 85
3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86
3.3.1 Verifica di coerenza 87
3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88
4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91
4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91
4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92
4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95
5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96
ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002)
ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
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Quadro Programmatico
pag. 51
Sezioni di Bilancio Idrico - idrologia Bacino del Magra
Identificativo 3
Ente Redattore AdB_Magra
Bacino di appartenenza Magra
Nome sezione S02-Magra
Quota media 605.1
DMV irruguo 4090.0
Afflussi medi (mm/annui)) 1500.4
Portata media annua (l/s) 32880.0
Portata abituale estiva (l/s) 12270.0
Portata concessa 4237.9
Superficie 964.08
Portata antropizzata (l/s)
Portata per la durata di 10 giorni (l/s) 170900.0
2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra
La finalità del Piano di Tutela delle acque è di individuare le misure, sia di tipo normativo che
strutturale, finalizzate a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi quali-
quantitativi del sistema idrico.
Sono presenti nel Piano di Tutela delle Acque delle schede riassuntive delle principali caratteristiche
dei corpi idrici a rischio, dei risultati dell’analisi delle pressioni e del monitoraggio e delle tipologie di
misure chiave individuate e ritenute necessarie al raggiungimento degli obiettivi.
Per il corpo idrico 3632li Fiume Magra 2, di interesse per il progetto in esame, si riporta la scheda
riassuntiva sotto. Come si evince dalla stessa, le misure esplicitate dal piano sono di
conservazione/manutenzione, con grado di priorità per la realizzazione di misure individuali pari a
0.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 52
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 53
2.2.6 Verifica di coerenza
L’ampliamento in progetto risulta ubicato in prossimità del corpo idrico ricettore Fiume Magra,
codice identificativo 3632li; il complesso idrogeologico presente risulta invece identificato con DQ
3.1 - Acquifero prevalentemente freatico con locali confinamenti.
Il corpo idrico risulta in uno stato chimico ed in uno stato ecologico buono al 2015; anche il
complesso idrogeologico risulta in uno stato chimico ed in uno stato quantitativo buono al 2015.
Dato che gli obiettivi di stato Buono sono stati raggiunti sul corpo idrico e sul corpo acquifero di
riferimento, le Misure e gli obiettivi 2016-2021 e 2027 sono di Conservazione / Manutenzione.
Preme sottolineare inoltre, che l’area di ampliamento dell’impianto in progetto risulta esterna alla
perimetrazione di salvaguardia dell’area protetta del Fiume Magra.
Dall’analisi del Piano di Tutela in esame, si evince che non vi sono motivi ostativi alla realizzazione
del progetto; inoltre, non avendo l’impianto in progetto scarichi diretti, non si va ad aumentare
ulteriormente la pressione puntuale e diffusa che può causare lo scadimento dello stato chimico o
dello stato ecologico del fiume Magra.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 54
2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE
Il Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale è stato individuato con il Decreto Legislativo
152/2006, ai sensi delle indicazioni della Direttiva 2000/60/CE.
Con la Legge n. 221/2015 il territorio di riferimento del Distretto Idrografico dell’Appennino
Settentrionale è stato modificato, questo comprende i bacini liguri, il bacino del Magra, il bacino
dell’Arno, quello del Serchio e tutti i bacini toscani dal Carrione all’Albegna, con esclusione del
bacino del Fiora (che passa al Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale).
Il territorio del Distretto attuale interessa 3 regioni la Toscana la Liguria e marginalmente l’Umbria.
Delimitazione del Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale secondo il D. Lgs. 152/2006
Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del Distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale è
stato approvato con DPCM del 26 ottobre 2016 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 28 del 3
febbraio 2017.
L’area di ubicazione dell’ampliamento in progetto fa parte dell’Unit of Management Magra (ITI 08)
– Autorità di bacino Interregionale del Fiume Magra.
Di seguito il distretto, con le 11 UoM ed evidenziata in giallo la UoM Magra.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 55
Il Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale e le 11 UoM (in giallo la UoM Magra)
La pericolosità idraulica relativa alla nuova configurazione geografica del distretto è riportata di
seguito. Dall’estratto cartografico si evince che l’area di progetto è interessata per un piccolo areale
da una pericolosità idraulica media P2 – aree inondabili per T=200 anni.
Per quello che riguarda il rischio idraulico invece, si riporta un’estratto della mappa del rischio del
PGRA del Distretto dell’Appennino Settentrionale, dalla quale si evince che l’area di progetto
interessa un’area a Rischio R4 molto elevato (in cui è presente l’impianto esistente) ed un’area
molto piccola a rischio R2 medio.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 56
Pericolosità idraulica da alluvione – PGRA Del Distretto dell’Appennino Settentrionale
Mappa del rischio idraulico – PGRA Del Distretto dell’Appennino Settentrionale
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 57
2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra
Il “Piano di bacino, stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume Magra e del Torrente Parmignola”,
è stato approvato dalle Regioni Toscana e Liguria nell’agosto del 2006 ed è stato oggetto di
variante del giugno 2016.
La prima variante è stata adottata con Delibera di Comitato Istituzionale 29.06.2016, n.3 ed
approvata con D.C.R. 27.09.2016, n. 21 per il territorio ligure (in attesa di approvazione da parte
del Consiglio regionale della Toscana).
Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, l’area di impianto risulta esterna alle
perimetrazioni di pericolosità geomorfologica Pg2-Pg3-Pg4, come dalle perimetrazioni di rischio
geomorfologico elevato e molto elevato. Di seguito gli stralci cartografici.
Carta della pericolosità geomorfologica – PAI Autorità bacino fiume Magra
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 1
PREMESSA
Il presente documento costituisce il Quadro di riferimento Programmatico dello Studio di Impatto
Ambientale relativo al progetto “impianto per il trattamento e il recupero della FORSU con
produzione di compost di qualità e biometano sostenibile avanzato” sito nel Comune di Vezzano
Ligure.
Le analisi di coerenza e conformità del progetto agli indirizzi e agli obiettivi perseguiti dagli
strumenti di pianificazione che, a più livelli, intervengono e concorrono nel medesimo ambito
territoriale, ambientale, economico e sociale, verranno di seguito articolate su più livelli, tali da
prendere in esame le seguenti tipologie e ambiti di pianificazione:
• pianificazione urbanistica e territoriale;
• pianificazione ambientale;
• pianificazione di settore (rifiuti, energia);
• analisi vincolistica ed aree protette.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 59
Carta della pericolosità idraulica con fascia di riassetto fluviale e aree inondabili – PAI del F. Magra e del T.
Parmignola
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 60
La “Carta degli ambiti normativi delle aree inondabili” del PAI del F. Magra e del T. Parmignola
mappa una piccola parte dell’area in progetto come ambito PI3B, aree inondabili con Tr= 200 anni
a minore pericolosità relativa.
Carta degli ambiti normativi delle aree inondabili – PAI del F. Magra e del T. Parmignola
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 61
La “Carta del rischio idraulico elevato e molto elevato” del PAI del F. Magra e del T. Parmignola
mappa una piccola parte dell’area in progetto come “rischio idraulico molto elevato RI4”.
Carta del rischio elevato e molto elevato – PAI del F. Magra e del T. Parmignola
2.3.1.1 Verifica di coerenza
Il Piano di Bacino classifica l’area come esterna alla Fascia di riassetto del fiume Magra in esame in
Tipo Ambito PI3b - Ambito PI3b - Aree inondabili per T=200 a minore pericolosità relativa (DD
n.2 del 16/01/2017), con una piccola porzione in PI3a (Aree inondabili per T=200 a maggiore
pericolosità relativa).
Le Particelle Catastali coinvolte almeno in parte dalla perimetrazione dell’ambito normativo PI3a
sono: 341, 342, 511. Le Particelle Catastali coinvolte almeno in parte dalla perimetrazione
dell’ambito normativo PI3b sono le: 129, 928, 774, 918, 778, 780, 782, 784, 786, 198.
L’articolo 18 e 19 delle Norme del Piano disciplinano gli interventi nelle aree a diversa classe di
pericolosità idraulica. E nell’ Allegato N. 10 alle Norme di Attuazione sono definiti gli accorgimenti
tecnico-costruttivi finalizzati al non aumento del rischio attuale in aree inondabili. Di seguito si
riportano gli estratti dei suddetti articoli e allegati relativi agli interventi in PI3b e PI3a di cui fa
parte l’area in esame.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 62
AUTORITA' DI BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME MAGRA - SARZANA (SP)
PIANO STRALCIO «ASSETTO IDROGEOLOGICO» del bacino del fiume Magra e del torrente
Parmignola
NORME DI ATTUAZIONE (modificate con D. C.I. n. 3 del 29/06/2016)
ART. 18. Disciplina nelle aree a diversa classe di pericolosità idraulica
1. Qualsiasi intervento realizzato nelle aree inondabili deve prevedere l’assunzione delle azioni
e misure di protezione civile di cui ai Piani Comunali di settore, non deve pregiudicare la
sistemazione definitiva del corso d’acqua, né aumentare significativamente la pericolosità di
inondazione ed il rischio connesso, sia localmente, sia a monte sia valle, e non deve
costituire significativo ostacolo al deflusso delle acque di piena o ridurre significativamente
la capacità di invaso delle aree stesse.
2. Nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata (PI4),…
3. Nelle aree a pericolosità idraulica media (PI3), oltre agli interventi ammessi al comma
2, sono consentiti:
a) gli interventi di ristrutturazione edilizia, come definiti alla lettera d) dell’art. 3, comma
1, del DPR 380/01, fermo restando che non sia aumentata e, se possibile, diminuita la
vulnerabilità degli edifici ad eventi di allagamento e non vi sia cambio di destinazione
d’uso che comporti aumento del carico insediativo, salvo i casi in cui venga
contestualmente eliminata o diminuita in modo significativo la vulnerabilità dell’edificio
rispetto agli eventi alluvionali duecentennali;
b) gli interventi di ristrutturazione urbanistica, come definiti alla lettera f) dell’art. 3,
comma 1 del DPR 380/01, nonché gli interventi di nuova edificazione, in entrambi i
casi, previo parere obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico dell’Autorità di
Bacino, purché, a seguito di adeguate analisi tecnicoidrauliche:
1. interessino aree classificabili a minor pericolosità in relazione a modesti tiranti idrici
e a ridotte velocità di scorrimento rispetto ad eventi con tempi di ritorno T=200 anni,
secondo i parametri individuati nell’Allegato n. 8;
2. prevedano le opportune misure od accorgimenti tecnico-costruttivi per la protezione
passiva dagli eventi di inondazione finalizzati al non aumento del rischio attuale di cui
all’allegato n. 10;
3. non concorrano ad aumentare il livello attuale di pericolosità e di rischio nell’area di
interesse né nelle aree limitrofe, a monte e a valle;
c) in tessuto urbano consolidato, al di fuori delle aree a minor pericolosità di cui alla lett.
b) punto 1., sono altresì consentiti, previo parere obbligatorio e vincolante del
Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, interventi di ristrutturazione urbanistica e di
ampliamento del patrimonio edilizio esistente, purché, sulla base di specifiche analisi di
compatibilità idraulica, sia contestualmente assicurata l’eliminazione della vulnerabilità
del patrimonio edilizio di che trattasi rispetto agli eventi alluvionali a tempo di ritorno
duecentennale e la conseguente significativa diminuzione delle condizioni di rischio
attuale nelle aree di interesse, senza aggravio delle condizioni di pericolosità e rischio
nell’area stessa e nelle aree limitrofe.
d) gli interventi di realizzazione di nuove infrastrutture e reti dei servizi, previo parere
obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, purché
progettate sulla base di uno specifico studio di compatibilità idraulica, che attesti il non
aumento delle condizioni di pericolosità e rischio anche nelle aree limitrofe, a monte e
a valle;
e) l’ampliamento e la nuova realizzazione di impianti di betonaggio e5 di frantumazione
dei materiali inerti, previo parere obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico
dell’Autorità di Bacino, a condizione che siano supportati da un adeguato studio di
compatibilità idraulica che verifichi che gli interventi previsti rispondano alle condizioni
di cui al comma 2, lett. b), punto 6.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 63
Art. 19 Ambiti normativi delle aree inondabili
Nelle porzioni di territorio nelle quali siano stati perimetrati gli ambiti normativi delle aree inondabili
di cui all’art. 14, comma 3, in luogo della disciplina di cui agli art. 18, commi 2 e 3, si applica la
seguente disciplina:
a) Ambito PI4A: sono consentiti gli interventi di cui all’art. 18 comma 2.
b) Ambito PI3A: oltre agli interventi consentiti in ambito PI4A sono consentiti gli interventi di
cui al art. 18, comma 3, lett. a), c), d) ed e). Qualora le caratteristiche di pericolosità non
si discostino significativamente dalle condizioni di cui alla classe PI3B, possono essere
altresì consentiti gli interventi di cui all’art. 18, comma 3, lett. b), previo parere del
Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, a seguito di valutazioni di maggior dettaglio,
finalizzate a verificare le specifiche condizioni dell’area e la possibilità di adozione di
accorgimenti e/o misure per la mitigazione del rischio, eventualmente connessi ad altri
interventi locali in grado di riportare le condizioni di pericolosità e di rischio a livelli
compatibili con la nuova edificazione, senza aggravio nelle aree limitrofe;
c) Ambito PI3B: sono consentiti gli interventi di cui all’art. 18, comma 3, senza necessità di
espressione del parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino. Il Comune, nell’ambito
dei propri atti istruttori ed autorizzativi, verifica le specifiche condizioni di pericolosità
dell’area, attraverso gli studi disponibili presso l’Autorità di Bacino e/o valutazioni di
maggior dettaglio, anche al fine della definizione degli adeguati misure ed accorgimenti
tecnico-costruttivi di cui all’allegato n. 10.
Autorità di Bacino interregionale del Fiume Magra – Sarzana (SP)
ALLEGATO N. 10
ACCORGIMENTI TECNICO – COSTRUTTIVI IN AREE INONDABILI
Vengono di seguito definiti gli accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al non aumento del rischio
attuale.
Dalla definizione generale del rischio di cui all’art. 5 si evince che, affinché l’introduzione di un
nuovo elemento in un’area interessata da possibili inondazioni non determini un aumento delle
condizioni di rischio, deve poter essere eliminata la vulnerabilità dell’elemento stesso nei confronti
dell’evento temuto. Pertanto gli accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al non aumento del
rischio attuale devono essere in grado di proteggere l’elemento stesso dagli allagamenti e
limitare gli effetti dannosi per la pubblica incolumità conseguenti all’introduzione del
nuovo elemento in occasione di un evento alluvionale.
Ai fini della ammissibilità degli interventi di cui alla presente normativa, occorre verificare, caso per
caso, l’efficacia degli accorgimenti nella protezione del nuovo elemento dagli allagamenti, in
considerazione in particolare sia delle caratteristiche dell’evento atteso (quali altezze idriche e
velocità di scorrimento previste in caso di piena duecentennale) sia della alta vulnerabilità
intrinseca di alcuni elementi (per esempio locali interrati o campeggi); tale verifica deve essere
effettuata mediante un’analisi tecnico-idraulica basata sulle determinazioni delle presenti Norme
relativamente alla portata duecentennale.
Qualora tali determinazioni non risultino sufficientemente approfondite per i casi in questione deve
essere prodotto uno studio idraulico di dettaglio finalizzato a valutare l’entità e le caratteristiche del
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 64
fenomeno nell’area interessata dall’edificazione.
Le finalità sopra indicate possono essere perseguite attraverso l’adozione, sia singolarmente sia
congiuntamente, di misure od accorgimenti tecnico-costruttivi, di seguito elencati a titolo
meramente esemplificativo:
1. il confinamento idraulico dell’area oggetto dell’intervento mediante sopraelevazione o
realizzazione di barriere fisiche per la corrente di inondazione;
2. l’impermeabilizzazione dei manufatti fino a una quota congruamente superiore al livello di
piena di riferimento mediante il relativo sovralzo delle soglie di accesso, delle prese d’aria
e, in generale, di qualsiasi apertura;
3. il diniego di concessioni per locali interrati o insediamenti ad alta vulnerabilità;
4. il divieto di destinazioni d’uso che comportino la permanenza nei locali interrati.
In ogni caso la quota del piano terra abitabile delle nuove edificazioni deve essere posta ad un
livello adeguatamente superiore a quello del tirante idirico associato alla piena duecentennale e le
eventuali strutture interrate devono prevedere accessi posti ad una quota superiore al tirante
anzidetto maggiorato di metri 0.50 ed essere completamente stagne e non collegate direttamente
con le reti di smaltimento bianche e nere.
Ulteriori accorgimenti tecnico-costruttivi complementari ai precedenti possono essere costituiti da:
1. l’installazione di stazioni di pompaggio;
2. la riorganizzazione della rete di smaltimento delle acque meteoriche nelle aree limitrofe;
3. la difesa mediante sistemi passivi dal rigurgito delle acque nella rete di smaltimento delle
acque meteoriche, dei quali sia predisposto un adeguato programma di manutenzione;
4. l’installazione di sistemi di allarme e l’implementazione di procedure di emergenza.
2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE
L’area in progetto è interessata dall’attraversamento di canali idrici gestiti dal consorzio di Bonifica
Canale Lunense. Di seguito uno stralcio cartografico dell’area in esame.
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 65
Stato di fatto – Regolamento Canale di bonifica ed irrigazione Canale Lunense
Con il Consorzio di Bonifica ed irrigazione del Canale Lunense c’è stato un coordinamento
attraverso tavoli tecnici, volti a capire lo stato attuale della canalizzazione, e lo stato futuro in
progetto (modifica dell’esistente con reti in pressione): è stato concordato l’eventuale riassetto
delle linee in pressione, anche in riferimento al progetto di ampliamento dell’impianto previsto.
2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA
Il Consiglio regionale, con la delibera n.4 del 21 febbraio 2006, ha approvato il Piano regionale di
risanamento e tutela della qualità dell'aria e per la riduzione dei gas serra, pubblicato sul Burl del
29 marzo 2006 con riferimento alla normativa nazionale pregressa al d.lgs. n.155/2010.
Il Piano definisce le strategie per:
- conseguire, per l'intero territorio regionale, il rispetto dei limiti di qualità dell'aria stabiliti
dalle normative europee entro i tempi previsti;
- mantenere nel tempo, ovunque, una buona qualità dell'aria ambiente mediante: la
diminuzione delle concentrazioni in aria degli inquinanti negli ambiti territoriali regionali
dove si registrano valori di qualità dell'aria prossimi ai limiti con particolare attenzione alle
problematiche relative a ozono, PM, benzene e IPA, la prevenzione dell'aumento
Studio di Impatto Ambientale
Quadro Programmatico
pag. 66
indiscriminato dell'inquinamento atmosferico negli ambiti territoriali regionali dove i valori
di inquinamento sono al di sotto dei limiti.
- perseguire un miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualità della vita, evitando
il trasferimento dell'inquinamento tra i diversi settori ambientali
- concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni sottoscritti
dall'Italia in accordi internazionali, con particolare riferimento all'attuazione del protocollo di
Kyoto
- favorire la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico.
Si nota comunque dall’estratto cartografico “Classificazione Comuni per tutti gli inquinanti”, come il
Comune di riferimento non presenti criticità per la qualità dell’aria; tuttavia si trova in area
prossima al comune di Santo Stefano di Magra (Comune con parametri inquinanti sopra i limiti -
valutazione 2001) soggetto a criticità dovute a NO2.
Il Comune di Vezzano Ligure è compreso, secondo quanto previsto ai sensi dell’art. 7 del d.Lgs
351/99, nella zonizzazione per gli inquinanti del DM 60/02 in Zona 6, ossia di mantenimento con
bassa pressione antropica.
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Sia 1 quadro programmatico

  • 1. VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE Introduzione progetto All.IV lettera z.b) D.Lgs.152/06 SSTTUUDDIIOO DDII IIMMPPAATTTTOO AAMMBBIIEENNTTAALLEE QQUUAADDRROO PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCOO REV. DATA Descrizione REDATTO VERIFICATO APPROVATO 00 08/04/2019 Prima emissione C. Grassi F. Particelli F. Seni F. Rocchi File rif. SIA 1 - Quadro Programmatico
  • 2. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 3. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 4. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 5. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 6. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 7. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 8. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 9. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 INDICE PREMESSA 1 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI E PROGRAMMI 2 1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 2 1.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PAESISTICO REGIONALE 3 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 9 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi 10 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia 10 1.3.1.2 Lo Spazio rurale 15 1.3.1.3 Lo Spazio urbano 18 1.3.2 Attuazione del PTC 24 1.3.3 Verifica di coerenza 29 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 30 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale 30 1.4.1.1 Verifica di coerenza 41 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 43 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 44 2.1 PIANO DELLA COSTA 44 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 44 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 45 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali 45 2.2.1.2 Caratterizzazione delle acque sotterranee - I corpi idrici acquiferi vallivi 47 2.2.2 Obiettivi 47 2.2.3 Registro delle aree protette 49 2.2.4 Sintesi delle analisi quantitative e dei criteri di determinazione del dmv 50 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra 51 2.2.6 Verifica di coerenza 53 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE 54 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra 57 2.3.1.1 Verifica di coerenza 61 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE64 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA 65
  • 10. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 7 1. Tale regime si applica nei casi in cui a previsioni insediative dello strumento urbanistico generale non si oppongono specifiche ragioni di ordine paesistico-ambientale che ne impediscano l'attuazione. 2. L'obiettivo della disciplina è quello di consentire l'attuazione delle previsioni di sviluppo insediativo definite in sede di pianificazione urbanistica, indirizzandone la realizzazione verso forme idonee a garantirne il corretto inserimento nel contesto paesistico. 3. Sono pertanto consentite, previa elaborazione di Studio Organico d'Insieme, operazioni di trasformazione dello stato dei luoghi, nei limiti e nelle forme dei tipi insediativi rispettivamente specificati nella cartografia di Piano (ID o NI o TU o AI). Per quanto riguarda invece l’assetto geomorfologico, l’area è classificata come MO-B, ossia “Modificabilità di tipo B”, come si evince dallo stralcio cartografico sotto riportato. Zonizzazione Assetto Geomorfologico – PTCR Liguria
  • 11. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 8 L’Art. 67 delle NTA, afferma che: Regime normativo di MODIFICABILITA’ di tipo B (MO-B) 1. Tale regime si applica in tutte le parti del territorio non assoggettate ai regimi normativi di cui ai restanti articoli della presente Sezione. 2. Gli interventi in tali zone, oltre a rispettare la specifica disciplina di settore, dovranno conformarsi a criteri di corretto inserimento ambientale delle opere. Infine, per quanto riguarda l’assetto vegetazionale, l’area è classificata come COL-IDS-CO, ossia “Colture Agricole a Impianti Diffusi di Serre”, normato agli articoli 58 e 59. Questi ultimi, non riguardando aree boschive o di prateria, rientrano nelle disposizioni dell’assetto insediativo. Di seguito lo stralcio cartografico. Zonizzazione Assetto Vegetazionale – PTCR Liguria Le indicazioni relative all'assetto vegetazionale si applicano: • a livello territoriale, alle componenti di paesaggio - boschi e praterie - considerate nei loro aspetti quantitativi, qualitativi e strutturali
  • 12. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 9 • a livello locale, agli interventi di forestazione e a quelli che hanno per oggetto lo sfruttamento agricolo-economico e/o il miglioramento qualitativo dei boschi e delle praterie L’art. 58 delle NTA, afferma che: Art. 58 Generalità 1. Il Piano, pur non disciplinando le modalità di esercizio delle attività agricole, interferisce con le stesse nei casi in cui comportino la realizzazione di edifici, impianti ed infrastrutture, in quanto per tali opere valgono le pertinenti norme relative all'assetto insediativo. 2. Per quanto concerne l'estensione delle aree che possono essere interessate a tali attività, il Piano non pone limitazioni all'interno delle zone appositamente indicate con la sigla COL nella cartografia dell'assetto vegetazionale, mentre nelle restanti parti del territorio eventuali modificazioni dello stato attuale sono subordinate alla verifica di compatibilità con gli obiettivi definiti per l'assetto vegetazionale. 3. È comunque vietato costruire nuovi impianti di serre nelle zone sottoposte al regime normativo di CONSERVAZIONE degli assetti insediativo e geomorfologico. Verifica di coerenza Il progetto in esame risulta coerente con lo strumento di programmazione esaminato. Infatti, sia per quanto riguarda l’assetto insediativo, sia per l’assetto geomorfologico che quello vegetazionale, non esistono vincoli ostativi alla realizzazione dello stesso: sono infatti consentite “operazioni di trasformazione dello stato dei luoghi, nei limiti e nelle forme dei tipi insediativi rispettivamente specificati nella cartografia di piano” (nel nostro caso Attrezzature ed impianti), modifiche purché conformi ai criteri di corretto inserimento ambientale delle opere, ed infine non vi sono limitazioni all’interno delle zone indicate con la sigla COL (assetto vegetazionale). Inoltre si sottolinea come il progetto rispetti eventuali emergenze idrogeologiche puntuali, attraverso relazione specialistica (Relazione idrogeologica). 1.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato in via definitiva con delibera del Consiglio Provinciale n°127 in data 12.07.2005, è lo strumento di coordinamento e indirizzo a carattere sovra comunale. Il Piano è composto dalla “Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi”, dalle “Norme di Attuazione e dalle tre tavole di rappresentazione cartografica che costituiscono la Struttura di Piano. Le Sezioni 1, 2 e 3 della Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi e le relative tavole illustrative contengono le indicazioni di natura argomentativa e propositiva. Le indicazioni aventi efficacia dispositivo-regolamentare e programmatica sono contenute nell'articolato normativo e nei relativi elaborati cartografici di riferimento.
  • 13. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 10 1.3.1 La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi La Descrizione Fondativa e Documento degli Obiettivi, oltre alle conoscenze e alle interpretazioni della realtà locale, raccolgono le indicazioni di natura argomentativa e propositiva rivolte ai Piani Urbanistici Comunali. Il testo del documento è ripartito in tre differenti Sezioni: I. La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità, la Storia. I valori territoriali sono esaminati in modo da considerare molteplici aspetti quali la tutela dell'ambiente a la qualità della vita, i sistemi naturalistici provinciali e i sistemi urbani ‘densi’ e ‘diffusi’, le criticità e le vulnerabilità presenti alle vocazioni del territorio. II. Lo Spazio rurale. La ruralità è analizzata come sistema insediativo più complesso e articolato di quello riconducibile alla sola sfera delle attività agricole. Nello spazio rurale del PTC trovano espressione una molteplicità di funzioni: ecologica, economica, insediativa, ricreativa e sociale. III. Lo Spazio urbano. Il complesso sistema di funzioni e relazioni che trova una diffusione di tipo “metropolitano” nell'area centrale della Provincia e si caratterizza per il mantenimento di una rete di “centri” ordinatori nell'entroterra della Val di Vara e nella fascia della Riviera/5 Terre. 1.3.1.1 La Sicurezza, la Salubrità, i Valori, l'Identità e la Storia Il tema della sicurezza affronta le questioni relative alle criticità del territorio provinciale indagando i possibili rischi di carattere idrogeologico, idraulico, sismico, industriale e incendi boschivi. L'obiettivo prioritario del Piano relativo al tema della sicurezza è garantire un elevato livello di manutenzione territoriale attraverso azioni consapevoli, operate sia dalle istituzioni e dagli apparati pubblici che dagli interessi privati che nel territorio si esplicano. L’area indagata si trova all’interno di un territorio comunale che risulta a rischio sismico ai sensi della L. 64/74. Per il resto non risulta soggetta a particolari condizioni relativamente al tema della sicurezza così come declinato dal Piano di Coordinamento Provinciale. (Vedi figura seguente).
  • 14. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 11 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia - Sezione 1 LA SICUREZZA, estratto cartografico dell’elaborato 1.1 (Individuazione dei comuni a rischio sismico) e dell’elaborato 1.1.a Il tema della Salubrità affronta gli argomenti relativi alle vulnerabilità del territorio provinciale considerando in particolare le seguenti tipologie: vulnerabilità dell'aria, delle acque, del suolo, la vulnerabilità in conseguenza dei campi elettromagnetici e la vulnerabilità della quiete. La vulnerabilità, assieme alla probabilità che un certo evento dannoso si verifichi e all'esposizione al danno (il valore dei beni o l'entità delle popolazioni esposti alle conseguenze negative dell'evento) compone l'equazione del rischio R = P x V x E. L'obiettivo del Piano, in materia di politiche di tutela ambientale, è rivolto alla riduzione del rischio, quale parametro al quale riferire il bilancio costi/benefici, o costi/efficacia, delle politiche stesse. Il comune di Vezzano è individuato come comune con alto tasso di inquinamento atmosferico da traffico. La qualità biologica delle acque del Magra in prossimità dell’area è media.
  • 15. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 12 L’area in esame è classificata industriale. L’area si trova in classe E di elevata Vulnerabilità Degli Acquiferi – zona di protezione delle risorse idriche in situazioni litologiche ad alta permeabilità. L’area è coinvolta dalla fonte lineare di inquinamento acustico (autostrada) e a sudest (circa 400 ml) si trova un’area industriale ad elevata rumorosità. A nord dell’area (a circa 600 ml) risulta un’area contaminata da recuperare. A sud dell’area (circa 900 ml) si trova un gruppo pozzi a servizio di più di 1500 utenti, Classe Ee (estremamente elevata) Zona di tutela assoluta e zona di Rispetto delle opere di captazione delle acque destinate al consumo umano. Ad est dell’area si trova un elettrodotto.
  • 16. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 13 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia Sezione 1, Elaborato 2 LA SALUBRITÀ, estratto cartografico e legenda La tematica dei “Valori, l'Identità, la Storia” pone al centro dell’attenzione il capitale naturale del territorio provinciale; il Piano affronta il tema dei valori con l'obiettivo di considerare l'ambiente non solo come oggetto di tutela, ma come patrimonio di risorse suscettibile di essere adeguatamente promosso. Sono state considerate nella presente analisi la componente naturale, storico-culturale, rurale e le relazioni tra le diverse componenti. L’area di studio si trova nell’ambito storico 4 La Bassa Val di Magra e nel sub-ambito 4.1.3 Santo Stefano Magra-Caprigliola. L’area è classificata come valore ambientale tra quelle Urbanizzate. Si nota la prossimità del greto del Fiume Magra interessato dal Sistema di Fruizione Ambientale, in particolare da Siti Natura 2000 – Oasi Faunistiche e dal Parco Regionale Magra-Vara.
  • 17. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 14
  • 18. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 15 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia Sezione 1, Elaborato 1.4.a - I VALORI, L’IDENTITÀ, LA STORIA. 1.3.1.2 Lo Spazio rurale Il PTC propone una propria lettura secondo cinque tipologie di quadri paesistici presenti nello spazio rurale della Provincia: il territorio rurale periurbano, il territorio rurale della produzione agricola, il territorio rurale seminaturale dei pascoli e delle praterie, il territorio rurale seminaturale dei boschi e delle foreste ed il territorio rurale naturale. Gli obiettivi generali, per tale tematica, sono rivolti a far sì che lo spazio rurale possa essere il luogo in cui si esplicano le attività agricole e forestali, ove si rinvengono le emergenze naturalistiche e paesaggistiche da conservare e valorizzare e, al contempo, essere un luogo nel
  • 19. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 16 quale (in un'ottica di massima conservazione di un bene non riproducibile) possono realizzarsi processi di innovazione economica e funzionale rilevanti, generati anche dall'insediamento di nuove attività economiche e di nuove strutture sociali. L’area in esame è classificata come area urbana all’interno di un contesto rurale periurbano e in prossimità del Parco Regionale Vara-Magra.
  • 20. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 17 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia Sezione 2, Elaborato 2.a – LO SPAZIO RURALE.
  • 21. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 18 1.3.1.3 Lo Spazio urbano Il tema dello spazio urbano affronta gli aspetti organizzativi dei sistemi produttivi industriali/ artigianali, della cantieristica, della portualità e della logistica. La disamina del tema dello spazio urbano è strutturata analizzandone le diverse componenti e sistemi che lo costituiscono: • Le componenti dell'assetto insediativo (tavola 3.1.1) • Il sistema delle funzioni produttive (tavola 3.1.2 e tavola 3.1.3 per il Sistema delle funzioni produttive dell'area centrale) • Il sistema delle funzioni turistiche - Ambiti turistici omogenei - tavola 3.1.4, - Sistemi turistici locali - tavola 3.1.5, - Aree progetto (turismo) - tavola 3.1.6) • Il sistema delle funzioni di servizio - Servizi di interesse provinciale - tavola 3.2.1, - Criteri per l'identificazione delle aree idonee alla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.2, - Individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.3) • Il sistema delle infrastrutture per la mobilità - Mobilità intra ed extra provinciale; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.1, - Mobilità su gomma; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.2 - Classificazione funzionale delle infrastrutture - tavola 3.3.3 - Proposta per la stesura di un programma per la mobilità ciclistica - tavola 3.3.4 Tra gli argomenti trattati vengono affrontate le tematiche relative all’assetto insediativo e i vari sistemi di servizi a carattere sovra locale. La componente dell’assetto insediativo affronta il tema della definizione dello spazio urbano ed il riconoscimento delle prestazioni e specificazioni distintive. I caratteri territoriali sono individuati tramite una lettura/interpretazione di natura tipologica, funzionale, relazionale, complementare a quella storico-evolutiva. L’area in esame si trova come Macroambito nell’Ambito Urbano che occupa la porzione meridionale della provincia di La Spezia. L’Ambito di appartenenza è quello della Val di Magra. L’area in esame è inoltre in un Assetto Territoriale Caratterizzato da Insediamento Strutturato, l’ambito è definito come Sistema Insediativo nell’Ambito Urbano, l’assetto relazionale e funzionale è quello di Insediamento Specialistico che ha come Obiettivo/Politica Generale e di Sistema quello della Valorizzazione della vocazione produttiva e/o riuso per aree dismesse.
  • 22. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 19 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia della Spezia Sezione 3, Elaborato 3.1.1 – LO SPAZIO URBANO.
  • 23. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 20 Di seguito si analizzano le diverse componenti ed i sistemi che costituiscono lo spazio urbano. Il sistema delle funzioni produttive Il sistema delle funzioni produttive - tavola 3.1.2 (tavola 3.1.3 per il Sistema delle funzioni produttive dell'area centrale). Il TEMA di appartenenza è quello del sistema delle aree industriali/artigianali e logistico-portuali, più specificatamente nel sistema delle aree industriali e nel sistema delle aree produttive ecologicamente attrezzate dell'area centrale. Essa infatti è parte del sistema produttivo “Magra Est” (C) la cui evoluzione prevista è quella del POTENZIAMENTO con un indirizzo generale verso una Riorganizzazione Funzionale. Il sistema delle funzioni turistiche Ambiti turistici omogenei - tavola 3.1.4. L'ambito turistico omogeneo (ATO) di appartenenza è 1 - Val di Magra e il contesto territoriale è quello di La piana della Magra. Le polarità turistiche più prossime sono quelle urbane di Sarzana e La Spezia (a prevalente caratterizzazione alberghiera). Il sistema turistico locale è quello del sistema costiero, focivo ed interno della Val di Magra. Le potenzialità di caratterizzazione dell'offerta turistica dell'area sono classificate come esclusiva Fruizione Urbana centrale, lungo il Magra si hanno potenzialità naturalistico/sportive Sistemi turistici locali - tavola 3.1.5. I poli turistici più vicini sono quelli di Vezzano Ligure e di Santo Stefano Magra, entrambi a ricettività prevalentemente alberghiera ma con indirizzo, rispettivamente, di riqualificazione e di sviluppo. Il sistema delle funzioni di servizio Servizi di interesse provinciale - tavola 3.2.1. l’area si trova in un sistema strutturato in prossimità di parco regionale (sistema del verde)
  • 24. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 21 Criteri per l'identificazione delle aree idonee alla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.2. L’area fa parte delle Aree produttive. Nell’area è segnalata la presenza di fattori escludenti per discariche e penalizzanti per altre tipologie di impianto. L’area non si trova in presenza di fattori escludenti ogni tipologia di impianto. L’area è nel centro di gravitazione Val di Magra. Individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti - tavola 3.2.3. L'area 2 'Saliceti Vezzano' di cui fa parte l'area in esame non presenta fattori escludenti, né cartografati né non cartografati (vicinanza di centri edificati). Presenta un fattore penalizzanti cartografato. Presenta fattori preferenziali cartografati (1-Appartiene al comune di Vezzano Ligure, nel Sub-Sistema di Gravitazione dell'Area Centrale, che risulta interno al bacino di utenza e 2- Appartiene ad aree produttive con adeguato stato di infrastrutturazione). Presenta fattori preferenziali non cartografati (1-sito connesso al centro gravitazionale del bacino di utenza in condizione di bassa interferenza con i centri abitati)
  • 25. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 22 Il sistema delle infrastrutture per la mobilità Mobilità intra ed extra provinciale; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.1. Sono analizzate le soluzioni modali attuali adottate dalla mobilità intra provinciale e extra provinciale e le soluzioni modali di progetto. L’area si trova su un nodo di interscambio logistico provinciale ed extra provinciale servito da mobilità viaria e ferroviaria e lontano da poli urbani in ambito urbano rispetto ai quali occupa comunque una posizione baricentrica. Le soluzioni di progetto prevedono l'implementazione di una viabilità di connessione industriale e della mobilità 'metro' che congiunge l'area in esame ai centri
  • 26. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 23 di La Spezia e Sarzana. Mobilità su gomma; temi, obiettivi, azioni - tavola 3.3.2. Dai livelli prestazionali e dalle criticità il Piano individua le priorità degli interventi sulla mobilità su gomma in tre livelli più uno con priorità ininfluente. La viabilità su gomma di interconnessione con l'area in esame è oggetto di interventi sia di primo che di secondo che di terzo livello di priorità. Classificazione funzionale delle infrastrutture - tavola 3.3.3 L’area è in connessione con autostrade esistenti e in potenziamento e con la viabilità principale di grande comunicazione in potenziamento.
  • 27. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 24 Proposta per la stesura di un programma per la mobilità ciclistica - tavola 3.3.4. L’area in esame non è attraversata da nessun tratto di rete ciclabile proposta. 1.3.2 Attuazione del PTC Il PTC si attua attraverso: gli adeguamenti della pianificazione comunale conseguenti alle indicazioni del Piano, i progetti territoriali, le azioni di orientamento ed indirizzo dei comportamenti degli attori istituzionali e sociali in genere ed i piani e programmi di settore e gli interventi della Provincia nelle materie di propria competenza. La struttura del Piano e articolata in: - Norme di attuazione; - Rappresentazione cartografica delle indicazioni contenute nell’articolato normativo. L'elaborato Norme di Attuazione è articolato in un corpus di 11 Titoli e 41 Articoli, raccoglie i "comandi" da trasferire alla pianificazione comunale, da attribuire alla propria pianificazione di settore e da concertare con gli altri Enti di scala sovraccomunale (Parchi, Autorità di Bacino) e rende evidenti i livelli di efficacia delle previsioni del Piano, ai sensi dell'art. 21 della Legge Urbanistica Regionale. Il corredo cartografico si articola attraverso tre serie di tavole che descrivono, rispettivamente: - TAVOLA 1: il campo delle determinazioni riprese dalla pianificazione; - TAVOLA 2: le indicazioni di natura dispositivo-regolamentare del Piano; - TAVOLA 3: le indicazioni relative al sistema infrastrutturale.
  • 28. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 25 Come si evince dalla tavola 1A “Determinazioni della pianificazione sovraordinata” del PTCP di La Spezia, il progetto in esame: • L’area risulta esterna alla Fascia di Riassetto Fluviale e dal relativo ambito normativo. • L’area risulta esterna alle fasce inondabili con tempo di ritorno T30 anni (PI4) e Tempi di ritorno T 200 anni (PI3) e dai relativi ambiti normativi. • L’area è esterna alle aree di pericolosità geomorfologica PG3 e PG4 e dal relativo ambito normativo. • L’area è prossima al sistema delle aree protette della Liguria. • L’area fa parte dell’ambito delle aree agricole. Tav.1 A Determinazioni della pianificazione sovraordinata – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di La Spezia
  • 29. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 26 Come si evince dalla tavola 2A “Struttura insediativa dello spazio urbano e rurale” del PTCP di La Spezia: • L’area fa parte del sistema degli insediamenti produttivi e in particolare delle aree produttive del Sistema Industriale - Aree per la logistica (Norme art. 5.2, 3° comma) • L’area è a circa 1 km dalle aree di rispetto del campo pozzi di Fornola (Norme art. n. 2.4).
  • 30. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 27 Tav.2 A Struttura insediativa dello spazio urbano e rurale – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di La Spezia In particolare, le “Aree per la logistica” sono normate dall’art. 5.2, comma 3, delle NTA del PTCP della Spezia. L’articolo afferma che: ART. 5.2 AREE PRODUTTIVE DEL SISTEMA INDUSTRIALE 3. Le aree industriali per la logistica, identificate con apposita simbologia nella tav.2, sono prevalentemente riservate alle attività funzionalmente connesse con la filiera logistica nella sua più ampia accezione di complesso di attività che comprende la movimentazione e la manipolazione delle merci, la riorganizzazione dei vettori, il confezionamento, il packaging e lo stoccaggio delle merci in transito nel corridoio nonché tutti i servizi funzionalmente connessi a tali attività. Come si evince dalla tavola 3A “Assetto infrastrutturale” del PTCP di La Spezia, l’area è in connessione con autostrade esistenti adeguate e in potenziamento e con la viabilità principale di grande comunicazione in potenziamento.
  • 31. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 28 Tav.3 A Assetto infrastrutturale – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di La Spezia
  • 32. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 29 1.3.3 Verifica di coerenza Dall’analisi puntuale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di La Spezia, emerge che la verifica di coerenza con la previsione di ampliamento dell’impianto di trattamento rifiuti in progetto è assolutamente positiva. In particolare, il progetto risulta coerente con la classificazione del territorio di futura ubicazione, ossia zona industriale; nonostante le aree in prossimità del progetto risultano ad elevata rumorosità, è stata condotta una campagna di monitoraggio ed una valutazione previsionale di impatto acustico che non rileva particolari criticità ai ricettori circostanti (studio allegato). Dall’elaborato cartografico 2 “La salubrità” inoltre, si evince che l’area di futura ubicazione dell’ampliamento d’impianto si trova in classe E di elevata vulnerabilità degli acquiferi: questo non comporta criticità tuttavia, in quanto il progetto in esame non prevede scarichi idrici, e non può portare ad una compromissione delle risorse idriche presenti. Nella sezione dedicata ai “valori, l’identità e la storia” infine, si evince che l’area è classificata come valore ambientale tra quelle Urbanizzate, mentre il sito Natura 2000 Parco Regionale Magra-Vara non è interessato direttamente dall’impianto in progetto: l’urbanizzazione dell’area risulta assolutamente coerente e si sposa con l’obiettivo finale del progetto stesso; invece la prossimità del sito Natura 2000 fa si che sia stata redatta un’apposita relazione di screening di Valutazione di Incidenza, che porta all’assenza di ricadute del progetto sul sito stesso. Nella sezione dedicata allo “Spazio urbano” viene definito che il progetto ricade nel sistema della Valorizzazione della vocazione produttiva e/o riuso per aree dismesse: ciò sta ad indicare che l’area risulta adeguata al progetto di ampliamento dell’attuale impianto di trattamento rifiuti. Ne “il sistema delle funzioni turistiche” si evince che i poli turistici più vicini sono quelli di Vezzano Ligure e Santo Stefano di Magra, che si trovano a circa 1,5 Km e 2 Km di distanza dall’ampliamento in previsione. Dalla tavola 3.2.3 dell’Individuazione di siti idonei alla realizzazione di impianto per il trattamento dei rifiuti, si evince che per il progetto in esame non vi sono fattori escludenti; è presente un unico fattore penalizzante cartografato e ben tre fattori preferenziali (come riportato nella descrizione sopra riportata). Per quanto riguarda “Il sistema delle infrastrutture per la mobilità”, il progetto presenta un aspetto preferenziale, in quanto sono previste implementazioni di viabilità di connessione industriale e della mobilità metro che congiunge l’ara in esame ai centri di La Spezia e Sarzana. Dall’analisi riportata, si evince che il progetto in esame risulta coerente con lo strumento di pianificazione urbanistica esaminato.
  • 33. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 30 1.4 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE 1.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale Il Piano Urbanistico del Comune di Vezzano Ligure è stato adottato, ai sensi dell’art. 38 comma 2 e smi della L.R. 36/1997 e smi, con Delibera C.C. n. 30 del 28.10.2016. Attualmente risulta in fase di definitiva approvazione. Di seguito una disamina degli elaborati presenti nel PUC di importanza per il territorio esaminato. Nell’elaborato “Tavola di sintesi territoriale” (Tav. 9.2.2 delle Prescrizioni Urbanistiche del PUC) si evince che l’area di progetto è parte degli Ambiti di: - Riqualificazione e Completamento Am.RC (Art. 14 Norme di conformità) • B5.1 - Edifici esistenti a bassa densità • DC2 - Areali riqualificazione/ampliamento • DP1 - Areali esistenti da completare - Ambiti e areali dei territori aperti (artt. 100 e succ. Norme di conformità) • Am. E6.1 - Parco agricolo-produttivo della piana
  • 34. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 31 Tavola di sintesi territoriale” - Tav. 9.2.2 delle Prescrizioni Urbanistiche del PUC In particolare, per quanto riguarda gli ambiti di Riqualificazione e Completamento (am.RC) gli articoli delle norme di conformità del PUC affermano quanto segue: SEZIONE 1. Ambiti di Riqualificazione e Completamento (am.RC) Art.14 Ambiti di riqualificazione e completamento (Am.RC) 1. Sono definiti Ambiti di Riqualificazione e Completamento (Am.RC) le zone del territorio insediato che presentano caratteristiche urbanistiche, edilizie, paesaggistiche e ambientali tali da richiedere interventi di riorganizzazione e di recupero del tessuto insediativo nonché di completamento mediante nuova edificazione. allo scopo di rigenerare il tessuto insediativo esistente e di realizzare
  • 35. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 32 nuove polarità urbane dotate di nuovi spazi pubblici di aggregazione, anche con la riqualificazione degli spazi pubblici e degli standard esistenti. 2. Gli Ambiti Riqualificazione e Completamento, identificati con l’acronimo Am.RC seguito dal nome della località o quartiere di riferimento, comprendono al loro interno i tessuti insediati e gli areali come indicati dal comma 4 del successivo Art. 15. 3. Per ciascun Ambito il PUC indica gli obiettivi specifici da perseguire nonché gli interventi ammessi e le rispettive modalità di attuazione per ciascun tessuto insediativo e per ciascun singolo areale incluso nell’Ambito, secondo quanto indicato negli articoli successivi. 4. Gli Ambiti di riqualificazione e completamento (Am.RC) sono assimilabili alle zone B del D.M. 02/04/1968. Art.15 Obiettivi e interventi per gli Ambiti di Riqualificazione e Completamento Am.RC 1. All’interno degli Ambiti di Riqualificazione e Completamento il PUC persegue in primo luogo il diffuso miglioramento igienico-sanitario, funzionale ed energetico dei singoli immobili necessari a conseguire l’obiettivo del rinnovo e della rigenerazione dell’edificazione esistente presente nelle diverse tipologie insediative indicate dal PUC, B5.1 e B5.2. 2 Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente sono stabiliti dal PUC in attuazione dei principi della legislazione regionale e nazionale vigente, con particolare riferimento all’applicazione delle leggi regionali speciali di settore n.24/2001 s.m e 49/2009 s.m. 3. Negli Ambiti Am.RC, il PUC persegue altresì la densificazione del tessuto insediato mediante la riorganizzazione urbanistica e il completamento con nuova edificazione, in misura ambientalmente sostenibile ma al contempo idonea a integrare gli spazi abitativi privati con una maggiore dotazione e qualificazione delle aree pubbliche allo scopo di aumentare la qualità e l’immagine urbana degli insediamenti. 4. A questo fine il PUC punta a completare i lotti residuali non edificati all’interno o ai bordi dei tessuti esistenti, identificando i possibili seguenti areali, residenziali e non residenziali, idonei alla nuova edificazione: · areali di nuova edificazione residenziale B1, B2, B3, B4, differenziati in relazione al crescere progressivo della capacità edificatoria loro attribuita. La nuova edificazione ammessa è finalizzata altresì a riqualificare gli spazi pubblici residuali, operando un riequilibrio nella distribuzione e nella localizzazione delle aree pubbliche e degli standard, mediante l’applicazione degli istituti degli artt. 29 bis, 29 ter, 29, quater, 29 quinquies della LR. n. 36/97 s.m; · areali di tipo produttivo artigianale/industriale indicati dal PUC con le sigle: • DPa, DPb, aree Produttive esistenti consolidate; • DP1 aree Produttive esistenti da riqualificare e completare; • DPL areali liberi per nuova edificazione di tipo produttivo; • DP2 aree Produttive di tipo specialistico non manifatturiero da riqualificare • DP.TRZ aree Produttive oggetto di riorganizzazione urbanistica • DP.TRZ/Parco frantoi presenti in area Parco da ricollocare
  • 36. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 33 · areali di tipo commerciale indicati dal PUC con le sigle: • DC2 aree Commerciali di riqualificazione ampliamento • DC2.L aree Commerciali di nuova edificazione di completamento • DC3 aree Commerciali di riorganizzazione urbanistica • areali di tipo Turistico/ricettivo indicati dal PUC con le sigle: • DR1 strutture turistico/ricettive da riqualificare negli Ambiti Am.A1 di Conservazione dei centri storici; • DR2 strutture turistico/ricettive da riqualificare negli Ambiti Am.RC di Riqualificazione e Completamento. 5. Gli interventi ammessi e i rispettivi parametri urbanistici e paesistici (indici edificatori, rapporti edificato/verde, altezza, ecc.) per i singoli tessuti edilizi B5.1 e B5.2 e per i singoli areali sopra richiamati, interni all’Ambito, sono specificati dal PUC nei termini indicati nelle relative Tabelle Sinottiche. 6. Gli areali la cui attuazione è sottoposta a PUO di iniziativa privata obbligatorio, soggetto alla perequazione urbanistica di cui all’Art.31 delle Norme Urbanistiche Generali, sono contrassegnati da perimetro continuo di colore nero, come indicato negli elaborati progettuali del PUC. 7. Gli areali la cui attuazione è sottoposta a progetto convenzionato obbligatorio, soggetto alla perequazione urbanistica di cui all’Art.31 delle Norme Urbanistiche Generali, sono contrassegnati da perimetro continuo di colore marrone, come indicato negli elaborati progettuali del PUC. 8. Per singoli Ambiti Am.RC di maggiore complessità o dotati di vincoli o caratteristiche particolari, Il PUC, per gli interventi sui tessuti edilizi B5.1 e B5.2 o negli areali di completamento, può indicare parametri integrativi o diversi da quelli di cui al precedente comma ovvero ulteriori indirizzi applicativi degli stessi, mediante apposite Schede normative di Ambito. Tali parametri hanno prevalenza rispetto a quelli generali indicati nelle Tabelle sinottiche. 9. L’elenco degli Ambiti Am.RC, con la identificazione dei rispettivi areali è contenuto nell’ Allegato A al presente testo normativo. SEZIONE 2. Tessuti insediati di tipo residenziale Art.16 Tessuti insediati di tipo B5 e loro articolazione in B5.1 e B5.2 1. I tessuti insediati B5 rappresentano le parti di recente insediamento del territorio comunale costituite da significativi aggregati con destinazione prevalentemente residenziale e una struttura insediativa non particolarmente qualificata. 2. In relazione alla diversa tipologia e densità del tessuto insediativo esistente, al mix di funzioni presenti ed alla diversa collocazione nella realtà urbana del Comune di Vezzano Ligure i tessuti B5 sono suddivisi in B5.1, tessuti edificati esistenti a prevalente funzione residenziale a bassa densità e B5.2 , tessuti edificati esistenti con mix di funzioni differenziate a media e alta densità. Art.17 Tessuti insediati a bassa densità B5.1
  • 37. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 34 1. I tessuti a bassa densità B5.1 identificano aree in cui vi è stata una crescita edilizia di tipo residenziale caratterizzata da villini mono e bifamiliari, con giardino recintato, priva di polarità e di spazi pubblici di relazione. Tali tessuti interessano le parti periferiche dei nuclei residenziali e sono caratterizzati da insediamenti sparsi a bassa densità edilizia, non strutturati dai tracciati stradali esistenti o da altri elementi di urbanizzazione. 2. Le funzioni sono caratterizzate da usi residenziali e agricoli, fermo restando che trattasi comunque di un uso agricolo residuale in ragione della prossimità agli insediamenti residenziali che ne condizionano le modalità colturali, e del loro stato intrinseco di subordinazione agli usi pertinenziali. 3. Nelle aree libere interne ai tessuti a bassa densità B5.1 o in loro stretta aderenza, sono collocati gli areali di completamento B1 e B2, con potenzialità per un equilibrato rafforzamento del tessuto urbano. Art.19 Obiettivi della riqualificazione per i tessuti B5.1 e B5.2 1. Il PUC individua la necessità di riqualificare i tessuti di recente crescita B5.1 e B5.2 attraverso il rinnovo dell’edificazione esistente rispondente alle esigenze diffuse dei residenti di adeguare i propri standard abitativi alle esigenze igienico-sanitarie ed estetico - funzionali più attuali. 2. A questi fini, fermo restando il soddisfacimento degli standard, gli interventi sono volti a garantire: - la rigenerazione degli insediamenti attraverso interventi di ottimizzazione, ristrutturazione, addizione e sostituzione edilizia, in applicazione degli artt. 29 ter, 29 quater, 29 quinqies della LR. 36/97 e s.m.i, e delle leggi regionali speciali 24/2001 e 49/2009 e loro s.m.i.; - la densificazione degli insediamenti attraverso equilibrate quote di nuova edificazione di completamento, soggette alla perequazione urbanistica di cui all’art.29 bis della LR.n.36/97 s.m.i, e tali comunque da garantire il rispetto degli spazi aperti e il mantenimento del grado di permeabilità nei confronti dei contesti agricoli ed ambientali presenti all’interno e intorno ai tessuti; - l'incremento e la riqualificazione, mediante perequazione, della rete dei servizi pubblici esistenti tali da rafforzare il carattere urbano centrale dei luoghi, anche attraverso la realizzazione di nuovi fronti commerciali; - l’insediamento di funzioni compatibili con la residenza di tipo terziario commerciale e di servizio pubblico; - il miglioramento delle relazioni (percorsi e fruibilità) tra questi sub Ambiti e i servizi e le aree attrezzate interne e limitrofe. Art.20 Interventi ammessi nei tessuti B5.1 e B5.2 1. Gli interventi ammessi, i relativi parametri urbanistici e dimensionali per gli ampliamenti, gli accorpamenti, le sopraelevazioni e la sostituzione degli edifici esistenti, anche in applicazione delle leggi regionali speciali 24/2001 e 49/2009 e loro s.m.i, nonché i parametri per la nuova edificazione, le modalità di attuazione e le altre prescrizioni generali e particolari da seguire per la corretta attuazione del PUC, sono indicati alla Tabella
  • 38. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 35 sinottica di cui all’Art.25 nel rispetto delle prescrizioni della disciplina paesistica di livello puntuale di cui al successivo Art.21. Art.21 Disciplina paesistica e ambientale di livello puntuale B5.1 e B5.2 … Art.22 PUO di riqualificazione urbana: contenuti comuni per i tessuti B5.1 e B5.2 … Art.23 Flessibilità interna: recupero residenziale nei tessuti B5.1 e B5.2 … SEZIONE 5. Areali produttivi DP Art.48 Identificazione e articolazione degli areali produttivi DP 1.In relazione alle diverse caratteristiche presenti, le aree produttive esistenti sono articolate in: · Areali DPa – DPb che includono aree produttive di recepimento di SUA (Strumenti Urbanistici Attuativi) approvati, in attuazione del PRG vigente; · Areali DP1 che includono aree produttive esistenti da riqualificare e completare attraverso modalità differenziate in relazione ai contesti (ampliamenti, sopraelevazione, frazionamenti, cambi d'uso), con obiettivi e conseguenti normative (indici edificatori, rapporti di copertura, altezza ecc ) specificamente indicati nelle rispettive schede operative e nelle relative Tabelle Sinottiche. Gli Areali DP1.1 possono includere marginali quote di tessuti insediati di tipo residenziale B5.1 o B5.2, disciplinati dalle normative di cui alle rispettive tabelle; · Areali DPL singoli areali liberi per nuova edificazione produttiva; · Areali DP2 che includono aree produttive esistenti di tipo specialistico non manifatturiero da riqualificare, interne a contesti produttivi già insediati, ciascuna disciplinata con una propria disposizione successivamente esposta; · Areali DP.TRZ che includono aree produttive esistenti oggetto di necessaria riorganizzazione urbanistica rispetto allo stato di sostanziale degrado in cui versano, articolati in: - DP.TRZ collocato in contesto di tipo urbano, in località Prati; - DP.TRZ collocato in contesto di tipo peri-urbano, ai margini dell’abitato in località Piano di Vezzano II; · Areali DP.TRZ/Parco che includono le aree occupate dai frantoi esistenti da rimuovere dalle aree del Parco Magra-Vara in cui sono tutt’ora collocati. 3. Gli Areali DP di cui al comma 1 sono assimilabili alle zone D del DM 01.04.21968. Capitolo 2. Aree produttive esistenti da completare Art.50 Identificazione degli Areali DP1 1. Il PUC registra l'esistenza di un buon numero d’aree produttive, variamente distribuite sul territorio, prive di un’adeguata rete di infrastrutturazione e di servizi, costituite da manufatti di insufficiente qualità architettonica e di basse prestazioni energetico – ambientali, condizionate dal prevalere della tipologia del capannone prefabbricato e dalla casualità dell'organizzazione spaziale e
  • 39. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 36 degli spazi esterni, ove sono presenti margini per un completamento edilizio funzionale ad una loro qualificata riorganizzazione. 2. Con riferimento a questa categoria il PUC identifica alcuni areali che, in ragione della loro collocazione rispetto al contesto territoriale, sono dotati di proprie specifiche schede operative: - DP1 ex Tecnostone in loc. Piano di Vezzano II; - DP1 ex-Barberis in loc. Piano di Vezzano I - DP1 area produttiva in località Piano di Valeriano 3. Le rimanenti aree produttive con presenza di tanti piccoli e medi capannoni adiacenti fra loro in tessuti consolidati, il PUC stabilisce le rispettive possibilità di intervento nelle Tabelle sinottiche di cui all’Art.64. Art.51 Obiettivi generali del completamento Areali DP1 1. In questi Areali il PUC intende favorire interventi di riqualificazione sia dei manufatti che del contesto urbanistico - ambientale, attraverso una gamma articolata di possibili interventi di completamento, nell'osservanza di idonei criteri paesistici, prestazionali e dimensionali in coerenza con gli assetti del PTCP. 2. I parametri d’intervento sono specificati nelle sottoelencate Schede operative. Art.58 Disciplina paesistica ambientale di livello puntuale Areali DP1 1. Per il miglioramento degli insediamenti produttivi esistenti il PUC agisce sugli aspetti concretamente condizionabili con gli strumenti tecnici normativi propri della disciplina paesistica relativi ai seguenti aspetti: • a -la qualità degli spazi pubblici di contesto; • b -la qualità degli spazi esterni di pertinenza; • c -la mitigazione degli impatti visuali delle tipologie prevalenti; • d -la qualificazione delle coperture. 2. Per ciascuno degli aspetti citati vigono le seguenti prescrizioni: a - qualità degli spazi pubblici di contesto a.1 gli interventi pubblici, preordinati alla realizzazione di nuovi assi viari devono garantire la qualità dei medesimi in termini di alberature, percorsi pedonali, uniformità delle recinzioni, regolamentazione degli accessi ai singoli lotti; a.2 gli interventi privati, conseguenti a nuove edificazioni o all’applicazione delle norme della “Flessibilità esterna” sono subordinati anche al miglioramento qualitativo e funzionale degli spazi pubblici coinvolti, quali piazze, percorsi pedonali, parcheggi, piantumazione aree verdi nei termini che verranno indicati dal Comune all’atto del rilascio del pertinente titolo abilitativo; b - qualità degli spazi esterni di pertinenza: tutti gli interventi (ampliamento, sopraelevazione, flessibilità esterna) sono subordinati alla qualificazione delle aree esterne di pertinenza attraverso: • b.1 la rimozione di ogni deposito-discarica presente nei lotti; • b.2 l'accorpamento nel nuovo organismo edilizio dei manufatti precari ed incongrui presenti nel lotto;
  • 40. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 37 • b.3 in alternativa, è concessa la possibilità di costruire pertinenze esterne, sostitutive di aree di stoccaggio a cielo aperto, con i parametri urbanistici indicati nelle Tabelle Sinottiche di cui all’Art.64; • b.4. sul limite del lotto, prospicienti strade e spazi pubblici è prescritto collocare un'alberatura. Possono essere realizzate recinzioni mediante siepi ovvero con muretto intonacato di altezza massima di 1 m e sovrastante ringhiera o griglia metallica di altezza complessiva non superiore a 2,50 m; c. mitigazione degli impatti visuali delle tipologie prevalenti: tutti gli interventi (ampliamento, sopraelevazione, flessibilità interna ed esterna e nuova costruzione) sono subordinati alla mitigazione degli impatti visuali dei capannoni, in particolare nel prospetto antistante strade e spazi pubblici, attraverso: • c.1 una progettazione specifica che superi la banalizzazione delle soluzioni correnti in prefabbricazione; • c.2 in alternativa o in integrazione, la realizzazione di “pareti verdi vegetali”, anche a garanzia di una climatizzazione estiva ottimale. d. qualificazione delle coperture le coperture devono assolvere, anche alternativamente, ad un ruolo: • d.1 di efficienza energetica con l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; • d.2 di qualificazione paesistico - ambientale mediante la realizzazione di “tetti verdi vegetali” praticabili; • d.3 di ottimizzazione funzionale al fine di realizzare spazi di parcheggio recuperando a verde equivalenti spazi a terra Art.59 Rimanenti Areali DP1 1. Per i rimanenti Areali DP1 caratterizzati dalla compresenza di tanti piccoli e medi capannoni adiacenti fra loro in tessuti consolidati, il PUC indica le condizioni e le modalità di intervento atte a guidare i singoli interventi di riqualificazione e/o nuova costruzione di edifici artigianali, come stabilito nei successivi articoli e nelle Tabelle sinottiche dell’Art. 64. 2. E’ escluso dalla normativa di cui al comma 1, l’areale DP1 che ospita l’impianto di CDR, identificato dal PUC con la rispettiva sigla DP1-CDR. Per tale areale il PUC prevede che gli interventi di eventuale adeguamento e/o potenziamento dell’impianto siano sottoposti a obbligo di PUO di iniziativa privata. Nelle more del PUO sono ammessi esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e ristrutturazione senza aumento di SA. SEZIONE 6. Tessuti e areali di tipo Commerciale DC Art.77 Identificazione e articolazione degli Areali di tipo commerciale 1. Il PUC colloca all’interno degli Areali Commerciali DC le strutture commerciali e/o artigianali esistenti e le rispettive aree di pertinenza. 2. In relazione alle diverse caratteristiche esistenti, gli Areali di tipo commerciale sono suddivisi nelle seguenti categorie: • • Areali DC1 aree Commerciali sature; • • Areali DC2 aree Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento; • • Areali DC3 aree Commerciali strategiche
  • 41. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 38 3. Gli interventi di riqualificazione con ampliamento delle strutture commerciali esistenti. 3. Gli Areali commerciali individuati dal PUC sono assimilabili alle zone D del D.M. 02/04/1968. Capitolo 2. Areali Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento Art.82 Identificazione degli Areali Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento DC2 1. Gli Areali Commerciali di riqualificazione e/o ampliamento DC2 sono costituiti da complessi commerciali esistenti che svolgono una funzione significativa nei confronti della collettività e possono, allo scopo di migliorare tale funzione, essere riqualificati, ampliati o completati attraverso modalità differenziate in relazione ai contesti in cui sono collocati (riorganizzazione degli spazi di pertinenza, ampliamenti, sopraelevazione, frazionamenti, cambi d'uso) con obiettivi e conseguenti normative (indici edificatori, rapporti di copertura, altezza ecc.) specificamente indicati nelle Schede Descrittive/Progettuali di cui agli articoli successivi. 2. Per i casi in cui il completamento di strutture commerciali avvenga mediante nuova edificazione, Il PUC identifica Areali Commerciali liberi con la sigla DC2.L PARTE SECONDA. AMBITI DI INTERVENTO - TITOLO 3. TERRITORI NON INSEDIATI DI VALORE ECOLOGICO E PAESISTICO AMBIENTALE CAPO 5. Ambiti della produzione agricola di pianura Art.137 Identificazione e articolazione degli Ambiti Am.E6 1. Le aree della produzione di pianura sono costituite dai campi che dalla Via Cisa Vecchia arrivano fino al greto del Magra, parte della grande piana agricolo e orto frutticola di Sarzana. 2. Gli alti argini del Canale Lunense e dei canali di derivazione costituiscono una trama ordinata fino alla confluenza nel Magra e segnano i confini dei campi in continuità con le alberate ed i filari. Nel disegno del paesaggio agrario, in cui le fasi dell’appoderamento lasciano rileggere, in trasparenza, la trama della centuriazione, permane, la memoria della colonizzazione romana. 3. I recenti usi residenziali, terziari e produttivi, nonché l’impronta delle reti infrastrutturali hanno, quasi ovunque, distrutto i campi e cancellato il disegno sottile dei confini ed i cromatismi mutevoli dei coltivi, con l’eccezione della piana che ricade in Comune di Vezzano (Piano di Vezzano I e Piano di Vezzano II) che ha mantenuto pressoché intatta la sua naturalità e rappresenta l’ultimo lembo di paesaggio agrario di pianura riconoscibile in dimensioni sufficienti a costituire ancora un sistema agrario, che il PUC articola nei due Ambiti: - Ambiti Am.E6.1 Parco agricolo della piana - Ambito Am.E6.2 Aree agricole perifluviali SEZIONE 1. Ambito Parco agricolo della piana Am.E6.1 Art.138 Identificazione dell’ Ambito Am.E6.1 1. Questo Ambito è costituito dai campi compresi tra Via Cisa Vecchia e l’Autostrada. Esso risulta perciò in diretto contatto con il territorio del Parco del Magra – Monte Marcello e rappresenta il
  • 42. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 39 naturale filtro e spazio di accoglienza per i visitatori del Parco, provenienti dalla conurbazione di Sarzana - La Spezia. 2. Le aree appartenenti al parco agricolo della piana sono caratterizzate da limitati episodi di insediamenti sparsi, di carattere quasi esclusivamente agricolo/residenziale. Art.139 Obiettivi della tutela e valorizzazione dell’ Ambito Am.E6.1 1. Il PUC stabilisce di mantenere e salvaguardare la piana, ripristinando le attività di coltivazione, mantenendo la rete del sistema irriguo ed il valore ecologico e paesistico del tracciato dei singoli canali, nonché preservando la pratica colturale dell’alberata e dei filari a vite maritata. 2. L’indicazione del PUC è di realizzare, in stretta relazione con la programmazione del Parco del Magra, un’area agricola produttiva di qualità biologica da inserire nei prodotti DOP del Parco, fermo restando il rispetto degli indirizzi di cui all’art. 58 delle Norme Tecniche del Parco. Art.140 Interventi ammessi nell’ Ambito Am.E6.1 1.Non è ammessa la edificazione di nuovi edifici residenziali, mentre è favorita la pluralità degli interventi possibili per il riutilizzo ottimale dei manufatti esistenti destinati alla produzione agricola nonché la realizzazione, anche ex novo, di annessi agricoli e di manufatti agricoli - produttivi o serre funzionali al conseguimento degli obiettivi sopra indicati. 2. Sugli edifici esistenti sono pertanto ammessi gli interventi consentiti per gli edifici esistenti negli Ambiti agricoli Am.E4. 3. In caso di interventi di sostituzione edilizia in applicazione della disciplina di cui all’Art 109, in attuazione dell’art.6 della LR.n.49/2009 s.m.i, la ricostruzione non può avvenire in aree appartenenti all’Ambito Am.E 6.1 ma deve avvenire esclusivamente in areeidonee appartenenti a Ambiti Am.RC ovvero ad Ambiti Am.E4 nell’osservanza dellerispettive discipline e parametri che regolano la nuova edificazione nelle aree interessate. 4. Sono ammessi interventi per la realizzazione di annessi agricoli nei limiti e con le caratteristiche di cui all’Art. 143, lettera B) e C). 5. É vietata la costruzione di locali interrati. 6. Gli interventi di nuova edificazione di annessi agricoli ai sensi del comma 4 nonché gli interventi di cui al successivo Art. 141 e Art. 142, ricadenti in aree SIC o in aree adiacenti al SIC devono essere accompagnati da apposito studio di Incidenza che dimostri la compatibilità ambientale dell’opera. Il PUC, nelle tavole di conoscenza e di prescrizione geologica, contiene un accurato censimento delle sorgenti presenti nel territorio comunale di Vezzano Ligure. Intorno alle sorgenti e ai campi pozzi sono indicate due zone di salvaguardia, appositamente riportate sulle tavole di PUC: a) Zone di tutela assoluta, di estensione di almeno 10 m di raggio dal punto di captazione. All’interno di tali zone sono consentite esclusivamente opere di captazione o presa e le relative infrastrutture di servizio.
  • 43. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 40 b) Zone di rispetto, di estensione di 200 metri, dove sono invece vietati l’insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività: dispersione di fanghi ed acque reflue, anche se depurati; …; dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche provenienti tetti, da piazzali e strade. In caso di edificazione, ciò configura il divieto di dispersione al suolo di acque bianche e nere e il conseguente obbligo di allacciamento alle rispettive reti di smaltimento; …; apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo alimentare; aree di stoccaggio e/o di gestione di rifiuti; stoccaggio di sostanze chimiche pericolose; …. Nello stralcio della tavola 3.2 “Carta delle sorgenti e delle zone di rispetto dei campi pozzi” del PUC di Vezzano Ligure, si evince che non vi sono nella vicinanza dell’area di futura ubicazione dell’impianto né campo pozzi con relative zone di rispetto né sorgenti puntuali. Carta delle sorgenti e delle zone di rispetto dei campi pozzi – Tav. 3.2 PUC di Vezzano Ligure Dalla “Carta di Zonazione E Suscettibilità D'uso Del Territorio - Pericolosità Geomorfologica, Geotecnica E Idraulica” del PUC di Vezzano Ligure, l'area in esame risulta essere soggetta esclusivamente ad una pericolosità geotecnica, Classe 2L - pericolosità bassa, aree caratterizzate da una situazione geologico - tecnica apparentemente stabile sulla quale tuttavia permangono alcuni dubbi prevalentemente di carattere geotecnico.
  • 44. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 41 Carta di Zonazione E Suscettibilità D'uso Del Territorio - Pericolosità Geomorfologica, Geotecnica E Idraulica – Tav. 8.2.1 PUC Vezzano Ligure 1.4.1.1 Verifica di coerenza In virtù dei vincoli presenti sull’area, tra cui la distanza dal rilevato autostradale e dalla viabilità ordinaria, sono previste delle varianti al PUC del Comune di Vezzano Ligure, modifiche che interessano sia l’apparato normativo che quello cartografico. In merito alla localizzazione proposta in località Saliceti ed ai vari pareri espressi dalla Regione Liguria, quali quello nella RELAZIONE TECNICA n. 91 DEL 13/12/2018 ed il parere VAS ai sensi dell’art. 10 della L.R. 32/2012 e s.m.i., si sottolinea che sono superati i rischi di potenziale liquefacibilità dei terreni. Le approfondite indagini geologiche dimostrano l’assenza di situazioni che potrebbero impedire un utilizzo edificatorio dell’ambito e superano la prescrizione di una preventiva verifica ricompresa nella variante.
  • 45. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 42 Nello specifico saranno apportate delle modifiche ai seguenti elaborati grafici a corredo del PUC: • tav.9.2.2 Tavola di sintesi territoriale (su mappa CTR) sez. terr.2 TAVOLA PUC con estensione • tav.9.5.7 Quadro progettuale (su mappa catastale aggiornata) PUC SU CATASTALE IN DETTAGLIO sez. terr. 7 PIANO DI VEZZANO I e ai seguenti articoli delle Norme di Conformità e Congruenza: • sez. 5 DP1 art.53 bis – Scheda Operativa Aerale DP1 CDR • sez. 5 DP1 art.53 ter – Scheda Operativa Aerale DP1 BIO • sez. 5 DP1 art.58 - 64 • sez. 6 DC art.89. Per approfondimenti di dettaglio si rimanda allo Studio Organico d’Insieme ed alla relazione di Variante urbanistica (allegati alla documentazione progettuale). Per quanto riguarda la vicinanza coi pozzi e relative zone di rispetto, si segnala l’assenza di interferenze di questo tipo con il progetto in esame. Ci sono invece interferenze dirette con il sistema di canali di irrigazione del Consorzio di Bonifica del Canale Lunense che portano acqua alle abitazioni dell’area: considerando che non vi sarà più la necessità di irrigare tali aree, tale aspetto non risulta una criticità, bensì insieme al Consorzio di bonifica sarà predisposto una riorganizzazione dei canali di irrigazione, per ottimizzare al meglio il sistema attuale.
  • 46. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 43 1.5 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA Con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 3 del 25-02-2019 il Comune di Vezzano Ligure ha recentemente adottato la Variante piano di zonizzazione acustica comunale. Di seguito uno stralcio cartografico dell’allegato C Vezzano Nord, in cui si evince che l’impianto in oggetto risulterà in classe V (limiti emissione 65 dB diurno, notturno 55 dB –limiti immissione 70 dB diurno 60 dB notturno). Revisione sella zonizzazione acustica esistente – Piano Zonizzazione acustica esistente Comune Vezzano Ligure Dall’analisi della tavola 2 si evince che o recettori più prossimi, fuori dall’area di impianto, ricadono in classe IV (limiti emissione 60 dB diurno , notturno 50 dB –limiti immissione 65 dB diurno 55 dB notturno). Verifica di coerenza L’impianto in progetto risulta coerente con la classificazione acustica dell’area di ubicazione. Si rimanda alla valutazione di impatto acustico per maggiori dettagli in merito.
  • 47. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 44 2 CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE AMBIENTALE 2.1 PIANO DELLA COSTA Tra le indicazioni generali per la riqualificazione del territorio, la valorizzazione del paesaggio costiero e la tutela dell’ambiente marino la Provincia della Spezia propone tre diversi temi progettuali tra i quali il tema della valorizzazione delle aree vallive del Magra (area del parco fluviale e piana di Luni-Marinella). Il Piano La Spezia Val di Magra prospetta, in fase di adozione (DGR 583/97), due possibili scenari evolutivi: ⇒ attuazione delle scelte già contenute nel PRG di Sarzana (come modificato in sede di esame da parte del C.T.U.) e del PRG di Ameglia, con la necessaria progressiva correzione e integrazione della progettazione in ordine alle carenze. ⇒ definizione su iniziativa dei due comuni interessati (Ameglia e Sarzana), e con la partecipazione della Provincia e della Regione, di una progettazione unitaria dell’area di valore strategico che si dia carico delle istanze e dei temi evidenziati dal P.T.C. La Spezia Val di Magra. Per quanto riguarda il tema del diporto nautico nell’asta del fiume Magra, tema che il Piano della Costa non affronta, ritenendo più opportuna una sua trattazione nel quadro del Piano del Parco, si rileva come gli interventi previsti nel golfo della Spezia possano contribuire a una significativa riduzione della pressione della domanda di posti barca lungo le rive del fiume Magra. A livello territoriale dunque il piano della costa non comprende il corso del fiume magra fino all’altezza dell’area di progetto, come del resto si desume anche dall’assenza di AMBITI PROGETTO che coinvolgano i comuni così settentrionali, limitandosi ai comuni di Ameglia - Sarzana – (ed anche l’Ente Parco) per l’ambito di progetto AP41 - SARZANA MARINELLA. Neanche TEMI PROGETTO e le INDICAZIONI GENERALI DI PIANO prendono in considerazione l’area in esame. Il piano della costa non interessa dunque direttamente l’area di progetto. 2.2 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE Il Piano di Tutela delle Acque detta le norme per la gestione e la tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee; esso è lo strumento regionale per le strategie di azione in materia di acque. Il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato il Piano di tutela delle acque 2016-2021 (vigente) con deliberazione n. 11 del 29 marzo 2016. Il Piano ha classificato e selezionato le proprie risorse idriche, corpi superficiali e sotterranei, secondo specifici parametri. Gli obiettivi per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei sono quello di raggiungere l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato “buono” e
  • 48. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 45 comunque devono essere adottate tutte le misure atte ad evitare un peggioramento della qualità dei corpi idrici classificati. 2.2.1 Individuazione dei corpi idrici significativi 2.2.1.1 Tipizzazione delle acque superficiali: I corpi idrici fluviali La D.G.R. 430/2009 ha individuato in Liguria 186 corpi idrici fluviali, di cui 126 in bacini tirrenici e 60 in bacini padani. I bacini sono codificati con numero progressivo per i bacini tirrenici e in ordine alfabetico per i bacini padani. Il fiume Magra è quello a maggior superficie rispetto a tutti gli altri bacini gestiti dal Piano. Codice bacino nome bacino superficie (Km quadrati) numero corpi idrici 32 F. MAGRA 720,47 17 - 23 La seguente figura mostra la localizzazione di massima dei bacini e dei relativi corpi idrici. Per quanto riguarda la tipizzazione, sono stati individuati in Liguria i tipi fluviali, di cui in prossimità del progetto in esame: codice tipizzazione descrizione tipizzazione Macrotipo fluviale Macrotipo per Macrofite 10SS4T HER10 APENNINES N- INFLUENZA HER A MONTE NULLA-PERENNE- ORIGINE DA SCORRIMENTO SUPERFICIALE-BACINO GRANDE M2 Mb
  • 49. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 2 3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70 3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70 3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione rifiuti 73 3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80 3.2.1 Verifica di coerenza 85 3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86 3.3.1 Verifica di coerenza 87 3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88 4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91 4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91 4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92 4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95 5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96 ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002) ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
  • 50. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 2 3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70 3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70 3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione rifiuti 73 3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80 3.2.1 Verifica di coerenza 85 3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86 3.3.1 Verifica di coerenza 87 3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88 4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91 4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91 4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92 4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95 5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96 ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002) ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
  • 51. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 2 3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70 3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70 3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione rifiuti 73 3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80 3.2.1 Verifica di coerenza 85 3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86 3.3.1 Verifica di coerenza 87 3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88 4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91 4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91 4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92 4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95 5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96 ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002) ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
  • 52. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 2 3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70 3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70 3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione rifiuti 73 3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80 3.2.1 Verifica di coerenza 85 3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86 3.3.1 Verifica di coerenza 87 3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88 4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91 4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91 4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92 4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95 5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96 ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002) ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
  • 53. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 2 3 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE SETTORIALE 70 3.1 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE 70 3.1.1 Verifica di coerenza - Criteri per la localizzazione di impianti di gestione rifiuti 73 3.2 PIANO D’AREA DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA 80 3.2.1 Verifica di coerenza 85 3.3 PIANO D’AMBITO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI 86 3.3.1 Verifica di coerenza 87 3.4 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR 2014-2020) 88 4 ANALISI DELLA VINCOLISTICA E DELLE AREE PROTETTE 91 4.1 VINCOLI PAESAGGISTICI 91 4.2 AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 92 4.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO 95 5 QUADRO DI SINTESI E COERENZA 96 ALLEGATO 1 – Studio Organico d’Insieme (ARC002) ALLEGATO 2 – Variante Urbanistica (ARC001)
  • 54. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 51 Sezioni di Bilancio Idrico - idrologia Bacino del Magra Identificativo 3 Ente Redattore AdB_Magra Bacino di appartenenza Magra Nome sezione S02-Magra Quota media 605.1 DMV irruguo 4090.0 Afflussi medi (mm/annui)) 1500.4 Portata media annua (l/s) 32880.0 Portata abituale estiva (l/s) 12270.0 Portata concessa 4237.9 Superficie 964.08 Portata antropizzata (l/s) Portata per la durata di 10 giorni (l/s) 170900.0 2.2.5 Relazioni monografiche: Bacino Fiume Magra La finalità del Piano di Tutela delle acque è di individuare le misure, sia di tipo normativo che strutturale, finalizzate a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi quali- quantitativi del sistema idrico. Sono presenti nel Piano di Tutela delle Acque delle schede riassuntive delle principali caratteristiche dei corpi idrici a rischio, dei risultati dell’analisi delle pressioni e del monitoraggio e delle tipologie di misure chiave individuate e ritenute necessarie al raggiungimento degli obiettivi. Per il corpo idrico 3632li Fiume Magra 2, di interesse per il progetto in esame, si riporta la scheda riassuntiva sotto. Come si evince dalla stessa, le misure esplicitate dal piano sono di conservazione/manutenzione, con grado di priorità per la realizzazione di misure individuali pari a 0.
  • 55. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 52
  • 56. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 53 2.2.6 Verifica di coerenza L’ampliamento in progetto risulta ubicato in prossimità del corpo idrico ricettore Fiume Magra, codice identificativo 3632li; il complesso idrogeologico presente risulta invece identificato con DQ 3.1 - Acquifero prevalentemente freatico con locali confinamenti. Il corpo idrico risulta in uno stato chimico ed in uno stato ecologico buono al 2015; anche il complesso idrogeologico risulta in uno stato chimico ed in uno stato quantitativo buono al 2015. Dato che gli obiettivi di stato Buono sono stati raggiunti sul corpo idrico e sul corpo acquifero di riferimento, le Misure e gli obiettivi 2016-2021 e 2027 sono di Conservazione / Manutenzione. Preme sottolineare inoltre, che l’area di ampliamento dell’impianto in progetto risulta esterna alla perimetrazione di salvaguardia dell’area protetta del Fiume Magra. Dall’analisi del Piano di Tutela in esame, si evince che non vi sono motivi ostativi alla realizzazione del progetto; inoltre, non avendo l’impianto in progetto scarichi diretti, non si va ad aumentare ulteriormente la pressione puntuale e diffusa che può causare lo scadimento dello stato chimico o dello stato ecologico del fiume Magra.
  • 57. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 54 2.3 PIANIFICAZIONE DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE Il Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale è stato individuato con il Decreto Legislativo 152/2006, ai sensi delle indicazioni della Direttiva 2000/60/CE. Con la Legge n. 221/2015 il territorio di riferimento del Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale è stato modificato, questo comprende i bacini liguri, il bacino del Magra, il bacino dell’Arno, quello del Serchio e tutti i bacini toscani dal Carrione all’Albegna, con esclusione del bacino del Fiora (che passa al Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale). Il territorio del Distretto attuale interessa 3 regioni la Toscana la Liguria e marginalmente l’Umbria. Delimitazione del Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale secondo il D. Lgs. 152/2006 Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del Distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale è stato approvato con DPCM del 26 ottobre 2016 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 28 del 3 febbraio 2017. L’area di ubicazione dell’ampliamento in progetto fa parte dell’Unit of Management Magra (ITI 08) – Autorità di bacino Interregionale del Fiume Magra. Di seguito il distretto, con le 11 UoM ed evidenziata in giallo la UoM Magra.
  • 58. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 55 Il Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale e le 11 UoM (in giallo la UoM Magra) La pericolosità idraulica relativa alla nuova configurazione geografica del distretto è riportata di seguito. Dall’estratto cartografico si evince che l’area di progetto è interessata per un piccolo areale da una pericolosità idraulica media P2 – aree inondabili per T=200 anni. Per quello che riguarda il rischio idraulico invece, si riporta un’estratto della mappa del rischio del PGRA del Distretto dell’Appennino Settentrionale, dalla quale si evince che l’area di progetto interessa un’area a Rischio R4 molto elevato (in cui è presente l’impianto esistente) ed un’area molto piccola a rischio R2 medio.
  • 59. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 56 Pericolosità idraulica da alluvione – PGRA Del Distretto dell’Appennino Settentrionale Mappa del rischio idraulico – PGRA Del Distretto dell’Appennino Settentrionale
  • 60. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 57 2.3.1 Piano Assetto Idrogeologico – Bacino del fiume Magra Il “Piano di bacino, stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume Magra e del Torrente Parmignola”, è stato approvato dalle Regioni Toscana e Liguria nell’agosto del 2006 ed è stato oggetto di variante del giugno 2016. La prima variante è stata adottata con Delibera di Comitato Istituzionale 29.06.2016, n.3 ed approvata con D.C.R. 27.09.2016, n. 21 per il territorio ligure (in attesa di approvazione da parte del Consiglio regionale della Toscana). Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, l’area di impianto risulta esterna alle perimetrazioni di pericolosità geomorfologica Pg2-Pg3-Pg4, come dalle perimetrazioni di rischio geomorfologico elevato e molto elevato. Di seguito gli stralci cartografici. Carta della pericolosità geomorfologica – PAI Autorità bacino fiume Magra
  • 61. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 1 PREMESSA Il presente documento costituisce il Quadro di riferimento Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale relativo al progetto “impianto per il trattamento e il recupero della FORSU con produzione di compost di qualità e biometano sostenibile avanzato” sito nel Comune di Vezzano Ligure. Le analisi di coerenza e conformità del progetto agli indirizzi e agli obiettivi perseguiti dagli strumenti di pianificazione che, a più livelli, intervengono e concorrono nel medesimo ambito territoriale, ambientale, economico e sociale, verranno di seguito articolate su più livelli, tali da prendere in esame le seguenti tipologie e ambiti di pianificazione: • pianificazione urbanistica e territoriale; • pianificazione ambientale; • pianificazione di settore (rifiuti, energia); • analisi vincolistica ed aree protette.
  • 62. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 59 Carta della pericolosità idraulica con fascia di riassetto fluviale e aree inondabili – PAI del F. Magra e del T. Parmignola
  • 63. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 60 La “Carta degli ambiti normativi delle aree inondabili” del PAI del F. Magra e del T. Parmignola mappa una piccola parte dell’area in progetto come ambito PI3B, aree inondabili con Tr= 200 anni a minore pericolosità relativa. Carta degli ambiti normativi delle aree inondabili – PAI del F. Magra e del T. Parmignola
  • 64. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 61 La “Carta del rischio idraulico elevato e molto elevato” del PAI del F. Magra e del T. Parmignola mappa una piccola parte dell’area in progetto come “rischio idraulico molto elevato RI4”. Carta del rischio elevato e molto elevato – PAI del F. Magra e del T. Parmignola 2.3.1.1 Verifica di coerenza Il Piano di Bacino classifica l’area come esterna alla Fascia di riassetto del fiume Magra in esame in Tipo Ambito PI3b - Ambito PI3b - Aree inondabili per T=200 a minore pericolosità relativa (DD n.2 del 16/01/2017), con una piccola porzione in PI3a (Aree inondabili per T=200 a maggiore pericolosità relativa). Le Particelle Catastali coinvolte almeno in parte dalla perimetrazione dell’ambito normativo PI3a sono: 341, 342, 511. Le Particelle Catastali coinvolte almeno in parte dalla perimetrazione dell’ambito normativo PI3b sono le: 129, 928, 774, 918, 778, 780, 782, 784, 786, 198. L’articolo 18 e 19 delle Norme del Piano disciplinano gli interventi nelle aree a diversa classe di pericolosità idraulica. E nell’ Allegato N. 10 alle Norme di Attuazione sono definiti gli accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al non aumento del rischio attuale in aree inondabili. Di seguito si riportano gli estratti dei suddetti articoli e allegati relativi agli interventi in PI3b e PI3a di cui fa parte l’area in esame.
  • 65. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 62 AUTORITA' DI BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME MAGRA - SARZANA (SP) PIANO STRALCIO «ASSETTO IDROGEOLOGICO» del bacino del fiume Magra e del torrente Parmignola NORME DI ATTUAZIONE (modificate con D. C.I. n. 3 del 29/06/2016) ART. 18. Disciplina nelle aree a diversa classe di pericolosità idraulica 1. Qualsiasi intervento realizzato nelle aree inondabili deve prevedere l’assunzione delle azioni e misure di protezione civile di cui ai Piani Comunali di settore, non deve pregiudicare la sistemazione definitiva del corso d’acqua, né aumentare significativamente la pericolosità di inondazione ed il rischio connesso, sia localmente, sia a monte sia valle, e non deve costituire significativo ostacolo al deflusso delle acque di piena o ridurre significativamente la capacità di invaso delle aree stesse. 2. Nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata - elevata (PI4),… 3. Nelle aree a pericolosità idraulica media (PI3), oltre agli interventi ammessi al comma 2, sono consentiti: a) gli interventi di ristrutturazione edilizia, come definiti alla lettera d) dell’art. 3, comma 1, del DPR 380/01, fermo restando che non sia aumentata e, se possibile, diminuita la vulnerabilità degli edifici ad eventi di allagamento e non vi sia cambio di destinazione d’uso che comporti aumento del carico insediativo, salvo i casi in cui venga contestualmente eliminata o diminuita in modo significativo la vulnerabilità dell’edificio rispetto agli eventi alluvionali duecentennali; b) gli interventi di ristrutturazione urbanistica, come definiti alla lettera f) dell’art. 3, comma 1 del DPR 380/01, nonché gli interventi di nuova edificazione, in entrambi i casi, previo parere obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, purché, a seguito di adeguate analisi tecnicoidrauliche: 1. interessino aree classificabili a minor pericolosità in relazione a modesti tiranti idrici e a ridotte velocità di scorrimento rispetto ad eventi con tempi di ritorno T=200 anni, secondo i parametri individuati nell’Allegato n. 8; 2. prevedano le opportune misure od accorgimenti tecnico-costruttivi per la protezione passiva dagli eventi di inondazione finalizzati al non aumento del rischio attuale di cui all’allegato n. 10; 3. non concorrano ad aumentare il livello attuale di pericolosità e di rischio nell’area di interesse né nelle aree limitrofe, a monte e a valle; c) in tessuto urbano consolidato, al di fuori delle aree a minor pericolosità di cui alla lett. b) punto 1., sono altresì consentiti, previo parere obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, interventi di ristrutturazione urbanistica e di ampliamento del patrimonio edilizio esistente, purché, sulla base di specifiche analisi di compatibilità idraulica, sia contestualmente assicurata l’eliminazione della vulnerabilità del patrimonio edilizio di che trattasi rispetto agli eventi alluvionali a tempo di ritorno duecentennale e la conseguente significativa diminuzione delle condizioni di rischio attuale nelle aree di interesse, senza aggravio delle condizioni di pericolosità e rischio nell’area stessa e nelle aree limitrofe. d) gli interventi di realizzazione di nuove infrastrutture e reti dei servizi, previo parere obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, purché progettate sulla base di uno specifico studio di compatibilità idraulica, che attesti il non aumento delle condizioni di pericolosità e rischio anche nelle aree limitrofe, a monte e a valle; e) l’ampliamento e la nuova realizzazione di impianti di betonaggio e5 di frantumazione dei materiali inerti, previo parere obbligatorio e vincolante del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, a condizione che siano supportati da un adeguato studio di compatibilità idraulica che verifichi che gli interventi previsti rispondano alle condizioni di cui al comma 2, lett. b), punto 6.
  • 66. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 63 Art. 19 Ambiti normativi delle aree inondabili Nelle porzioni di territorio nelle quali siano stati perimetrati gli ambiti normativi delle aree inondabili di cui all’art. 14, comma 3, in luogo della disciplina di cui agli art. 18, commi 2 e 3, si applica la seguente disciplina: a) Ambito PI4A: sono consentiti gli interventi di cui all’art. 18 comma 2. b) Ambito PI3A: oltre agli interventi consentiti in ambito PI4A sono consentiti gli interventi di cui al art. 18, comma 3, lett. a), c), d) ed e). Qualora le caratteristiche di pericolosità non si discostino significativamente dalle condizioni di cui alla classe PI3B, possono essere altresì consentiti gli interventi di cui all’art. 18, comma 3, lett. b), previo parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, a seguito di valutazioni di maggior dettaglio, finalizzate a verificare le specifiche condizioni dell’area e la possibilità di adozione di accorgimenti e/o misure per la mitigazione del rischio, eventualmente connessi ad altri interventi locali in grado di riportare le condizioni di pericolosità e di rischio a livelli compatibili con la nuova edificazione, senza aggravio nelle aree limitrofe; c) Ambito PI3B: sono consentiti gli interventi di cui all’art. 18, comma 3, senza necessità di espressione del parere del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino. Il Comune, nell’ambito dei propri atti istruttori ed autorizzativi, verifica le specifiche condizioni di pericolosità dell’area, attraverso gli studi disponibili presso l’Autorità di Bacino e/o valutazioni di maggior dettaglio, anche al fine della definizione degli adeguati misure ed accorgimenti tecnico-costruttivi di cui all’allegato n. 10. Autorità di Bacino interregionale del Fiume Magra – Sarzana (SP) ALLEGATO N. 10 ACCORGIMENTI TECNICO – COSTRUTTIVI IN AREE INONDABILI Vengono di seguito definiti gli accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al non aumento del rischio attuale. Dalla definizione generale del rischio di cui all’art. 5 si evince che, affinché l’introduzione di un nuovo elemento in un’area interessata da possibili inondazioni non determini un aumento delle condizioni di rischio, deve poter essere eliminata la vulnerabilità dell’elemento stesso nei confronti dell’evento temuto. Pertanto gli accorgimenti tecnico-costruttivi finalizzati al non aumento del rischio attuale devono essere in grado di proteggere l’elemento stesso dagli allagamenti e limitare gli effetti dannosi per la pubblica incolumità conseguenti all’introduzione del nuovo elemento in occasione di un evento alluvionale. Ai fini della ammissibilità degli interventi di cui alla presente normativa, occorre verificare, caso per caso, l’efficacia degli accorgimenti nella protezione del nuovo elemento dagli allagamenti, in considerazione in particolare sia delle caratteristiche dell’evento atteso (quali altezze idriche e velocità di scorrimento previste in caso di piena duecentennale) sia della alta vulnerabilità intrinseca di alcuni elementi (per esempio locali interrati o campeggi); tale verifica deve essere effettuata mediante un’analisi tecnico-idraulica basata sulle determinazioni delle presenti Norme relativamente alla portata duecentennale. Qualora tali determinazioni non risultino sufficientemente approfondite per i casi in questione deve essere prodotto uno studio idraulico di dettaglio finalizzato a valutare l’entità e le caratteristiche del
  • 67. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 64 fenomeno nell’area interessata dall’edificazione. Le finalità sopra indicate possono essere perseguite attraverso l’adozione, sia singolarmente sia congiuntamente, di misure od accorgimenti tecnico-costruttivi, di seguito elencati a titolo meramente esemplificativo: 1. il confinamento idraulico dell’area oggetto dell’intervento mediante sopraelevazione o realizzazione di barriere fisiche per la corrente di inondazione; 2. l’impermeabilizzazione dei manufatti fino a una quota congruamente superiore al livello di piena di riferimento mediante il relativo sovralzo delle soglie di accesso, delle prese d’aria e, in generale, di qualsiasi apertura; 3. il diniego di concessioni per locali interrati o insediamenti ad alta vulnerabilità; 4. il divieto di destinazioni d’uso che comportino la permanenza nei locali interrati. In ogni caso la quota del piano terra abitabile delle nuove edificazioni deve essere posta ad un livello adeguatamente superiore a quello del tirante idirico associato alla piena duecentennale e le eventuali strutture interrate devono prevedere accessi posti ad una quota superiore al tirante anzidetto maggiorato di metri 0.50 ed essere completamente stagne e non collegate direttamente con le reti di smaltimento bianche e nere. Ulteriori accorgimenti tecnico-costruttivi complementari ai precedenti possono essere costituiti da: 1. l’installazione di stazioni di pompaggio; 2. la riorganizzazione della rete di smaltimento delle acque meteoriche nelle aree limitrofe; 3. la difesa mediante sistemi passivi dal rigurgito delle acque nella rete di smaltimento delle acque meteoriche, dei quali sia predisposto un adeguato programma di manutenzione; 4. l’installazione di sistemi di allarme e l’implementazione di procedure di emergenza. 2.4 REGOLAMENTO CONSORZIALE – CONSORZIO DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE DEL CANALE LUNENSE L’area in progetto è interessata dall’attraversamento di canali idrici gestiti dal consorzio di Bonifica Canale Lunense. Di seguito uno stralcio cartografico dell’area in esame.
  • 68. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 65 Stato di fatto – Regolamento Canale di bonifica ed irrigazione Canale Lunense Con il Consorzio di Bonifica ed irrigazione del Canale Lunense c’è stato un coordinamento attraverso tavoli tecnici, volti a capire lo stato attuale della canalizzazione, e lo stato futuro in progetto (modifica dell’esistente con reti in pressione): è stato concordato l’eventuale riassetto delle linee in pressione, anche in riferimento al progetto di ampliamento dell’impianto previsto. 2.5 PIANO DI RISANAMENTO E TUTELA QUALITÀ DELL'ARIA E PER LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA Il Consiglio regionale, con la delibera n.4 del 21 febbraio 2006, ha approvato il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell'aria e per la riduzione dei gas serra, pubblicato sul Burl del 29 marzo 2006 con riferimento alla normativa nazionale pregressa al d.lgs. n.155/2010. Il Piano definisce le strategie per: - conseguire, per l'intero territorio regionale, il rispetto dei limiti di qualità dell'aria stabiliti dalle normative europee entro i tempi previsti; - mantenere nel tempo, ovunque, una buona qualità dell'aria ambiente mediante: la diminuzione delle concentrazioni in aria degli inquinanti negli ambiti territoriali regionali dove si registrano valori di qualità dell'aria prossimi ai limiti con particolare attenzione alle problematiche relative a ozono, PM, benzene e IPA, la prevenzione dell'aumento
  • 69. Studio di Impatto Ambientale Quadro Programmatico pag. 66 indiscriminato dell'inquinamento atmosferico negli ambiti territoriali regionali dove i valori di inquinamento sono al di sotto dei limiti. - perseguire un miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell'inquinamento tra i diversi settori ambientali - concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni sottoscritti dall'Italia in accordi internazionali, con particolare riferimento all'attuazione del protocollo di Kyoto - favorire la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico. Si nota comunque dall’estratto cartografico “Classificazione Comuni per tutti gli inquinanti”, come il Comune di riferimento non presenti criticità per la qualità dell’aria; tuttavia si trova in area prossima al comune di Santo Stefano di Magra (Comune con parametri inquinanti sopra i limiti - valutazione 2001) soggetto a criticità dovute a NO2. Il Comune di Vezzano Ligure è compreso, secondo quanto previsto ai sensi dell’art. 7 del d.Lgs 351/99, nella zonizzazione per gli inquinanti del DM 60/02 in Zona 6, ossia di mantenimento con bassa pressione antropica.