Il mercato della bellezza è in movimento. A confermarlo, i dati presentati durante la scorsa edizione di Cosmoprof, all’interno della seconda edizione di Retail & Beauty, progetto nato da un’idea della fiera e di Largo Consumo per creare un’occasione di incontro dedicata ai canali distributivi della bellezza e al loro contributo al successo di un comparto importante dell’economia italiana. Il workshop si è aperto con i risultati del report annuale di Cosmetica Italia sull’andamento del mercato italiano del Beauty. A seguire, i rappresentanti di tre importanti canali distributivi – department store (Coin), erboristeria (L’Erbolario) ed e-commerce (QVC Italia) – si sono confrontati sui trend del mercato e sulle strategie di engagement del consumatore moderno, sempre più multichannel ed esigente.
In questo momento di crisi, segnato dalla pandemia occorre valutare le cose con un "mindset" diverso. Un approccio bottom-up inverso che non escluda le pratiche off-line a sostegno della strategia. Comunque è vera una cosa: - niente sarà più come prima -
Il mercato della bellezza è in movimento. A confermarlo, i dati presentati durante la scorsa edizione di Cosmoprof, all’interno della seconda edizione di Retail & Beauty, progetto nato da un’idea della fiera e di Largo Consumo per creare un’occasione di incontro dedicata ai canali distributivi della bellezza e al loro contributo al successo di un comparto importante dell’economia italiana. Il workshop si è aperto con i risultati del report annuale di Cosmetica Italia sull’andamento del mercato italiano del Beauty. A seguire, i rappresentanti di tre importanti canali distributivi – department store (Coin), erboristeria (L’Erbolario) ed e-commerce (QVC Italia) – si sono confrontati sui trend del mercato e sulle strategie di engagement del consumatore moderno, sempre più multichannel ed esigente.
In questo momento di crisi, segnato dalla pandemia occorre valutare le cose con un "mindset" diverso. Un approccio bottom-up inverso che non escluda le pratiche off-line a sostegno della strategia. Comunque è vera una cosa: - niente sarà più come prima -
4 main disruptors are affecting the Retail & Consumer industry. Let's look at them, to better address and leverage our disrupting digital revolution. The document presents the Italian situation and compares it to the main and close Countries.
Stai cercando nuove idee e strategie per aumentare i tuoi fatturati? Senza idee costose e in pochissimo tempo?
Scopri subito in questo report come mettere in pratica subito in 5 minuti semplici ma potenti strategie per portarti soldi freschi in saccoccia.
prenditi tutte le informazioni su www.aumentodifatturato.com
Portiamo la cultura della cucina italiana nel mondo, il cibo delle aziende che lavorano per offrire prodotti sani e di qualità. Più di 1.000 prodotti originali italiani, freschi, freschissimi, per la spesa settimanale all'estero.Qualità a prezzi imbattibili..
Investimenti, consigli
davvero disinteressati? Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia sarebbe la panacea per distinguere
in maniera chiara e trasparente
chi, come i consulenti finanziari
indipendenti, fa pura consulenza ed è
pagato per questo servizio solo dallo
stesso cliente da chi propone i prodotti
del proprio campionario e viene pagato
per questa attività di collocamento.La settimana scorsa ho partecipato al
Salone del Risparmio di Milano ed assistendo
ad una delle conferenze con i
rappresentanti di alcune delle società di
gestione del risparmio italiane sono rimasto
sorpreso da alcune affermazioni che, al
di là delle dichiarazioni d’intenti, segnalano
la distanza tra gli interessi delle stesse e i
risparmiatori. La prima è che le società di
gestione dovrebbero seguire “la moda”
confezionando il prodotto che investe nel
settore di volta in volta sulla cresta dell’onda.
Intendiamoci non c’è nulla di sbagliato
nel proporre nuovi strumenti, ma
assecondare gli investitori che seguono il
gregge e si lanciano nell’asset di moda
significa abdicare a quel ruolo di consulenza
che le reti di distribuzione finanziarie
dicono di voler svolgere. Un buon consulente
dovrebbe guidare il cliente verso
una scelta razionale e consapevole sia
delle opportunità che dei rischi dell’investimento.
Certo è più facile assecondarne
le richieste o addirittura rafforzarne i convincimenti
magnificando i rendimenti passati
dell’investimento di moda (come avvenuto
con le azioni tecnologiche a inizio
millennio o il settore immobiliare e bancario
prima dello scoppio della crisi), ma non è
nell’interesse del cliente. La seconda affermazione
è relativa alla scarsa importanza del costo degli strumenti di risparmio
gestito. Questa tesi, sostenuta
dall’esponente di una delle società che
ha i prodotti tra i più costosi sulmercato,
suona un po’ come la storia dell’oste
che magnifica le qualità del suo vino.
Infatti se il costo sostenuto dai sottoscrittori
dei fondi comuni è gravato,
oltre che dalle commissioni di gestione,
anche da commissioni di performance
esorbitanti applicate in virtù del confronto
con indici del mercato monetario,
ormai prossimi a zero, non si fa propriamente
l’interesse del cliente. La terza
riguarda la regolamentazione e addita
come dannosa la Rdr ossia la nuova
normativa introdotta in Inghilterra
che ha sancito il divieto, da parte di chi
vuoleerogareconsulenzafinanziaria, di
ricevere qualsiasi forma di incentivo dai
gestori dei prodotti collocati. Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia s
L’Innovazione Sociale vista dai consumatori Uno studio nella fase del lancio:...Fabio Patritti
Raramente capita la possibilità di studiare le reazioni dei consumatori al lancio di un progetto di Innovazione Sociale, ponendo le condizioni per seguirne la parabola negli stadi successivi della sua diffusione. Per questo in CE&Co abbiamo colto al volo il lancio in Italia di ‘Chi è il padrone?! La marca del consumatore’, avvenuto a fine giugno 2020, subito a valle del primo e più duro lockdown.
Il progetto è una delle più recenti manifestazioni di una tendenza che, abilitata e potenziata dal consolidarsi delle relazioni digitali e dei social network, negli ultimi 10 anni è andata progressivamente affermandosi, in campo alimentare come in altri settori.
Una tendenza che vede strati crescenti di consumatori sempre più propensi ad intervenire nei processi di produzione e distribuzione di beni e servizi, facendosi carico - con un approccio condiviso e partecipativo di attività che tradizionalmente attengono al ruolo dell’impresa. In questa ottica, i consumatori non sono più soggetti passivi (riceventi), come nel modello economico classico, ma al contrario sono centrali nel processo di creazione del valore.
Non ci è quindi sfuggito l’interesse dell’iniziativa, tanto sul piano dell’analisi sociale quanto sul piano dell’analisi di marketing. A maggior ragione nel contesto attuale, in cui la crisi generata dall’emergenza sanitaria sta ridisegnando la società in molti dei suoi comparti, a partire dagli orientamenti valoriali e dai bisogni delle persone, fino alle ricadute concrete sugli stili di vita, di acquisto e di consumo.
I SOCIAL ormai sono al centro delle nostre vite, vengono utilizzati per condividere le proprie esperienze d’acquisto e per accrescere la relazione tra BRAND E CLIENTE, coinvolgere il consumatore e per conquistare continuamente la sua ATTENZIONE. Insieme a blog e forum, i social sono inoltre fondamentali per riuscire a relazionarsi con i MILLENNIALS, il loro ambito di presenza e di relazione prioritario. Dal boom dei social e del web deriva la crescente importanza dei BIG DATA che consentono di conoscere il CONSUMATORE in maniera più approfondita, ottenere insight chiave e intercettare i loro desideri.
In questo numero parliamo di FOOD & BEVERAGE. I consumatori cercano QUALITÀ e BENESSERE, ma anche CONVENIENZA e SOSTENIBILITÀ. Per ortaggi e bevande come acqua e latte, la scelta privilegia MARCHI LOCALI. E crescono i trend del cibo ETNICO e del FREE-FROM.
Restiamo nel settore alimentare per dare spazio ai mercati della PASTA e del VINO. Il cibo italiano per eccellenza vede il trionfo dei PICCOLI PRODUTTORI LOCALI, amati in patria e all’estero.
E il vino? Il futuro sarà in mano a ROSÉ, BIANCHI e BOLLICINE.
Si fanno strada nuovi PARADIGMI DISTRIBUTIVI e si sviluppano nuovi modelli di COMMERCIO ONLINE. La sharing economy si evolve nella SUBSCRIPTION ECONOMY basata sul PAY FOR USE. Dalla CINA arrivano formule innovative di ECOMMERCE.
In un TARGET SENIOR sempre più ampio e sfaccettato si afferma il segmento dei DIGITAL SILVER, alto spendenti e tecnologizzati. E sempre i senior saranno tra i CONSUMATORI DEL FUTURO, insieme ai PENSIONATI delle economie sviluppate e ai i LAVORATORI nord americani e cinesi.
Short business paper about the raise of historical small Italian retailers. A touch point in a moment of social distance that creates community and trust. Their growth goes however through the challenges of the digitalization and study of modern store concept.
Un estratto dal nostro report sulle 8 tendenze di consumo per il 2017. Nell'estratto raccontiamo 3 trend e stili di vita: life curator, survival e qualified self.
Retail 4.0: tra e-commerce e in-store experience (Camera di Commercio di Siena)Marketing Toys Consulenza
Questa è una versione aggiornata presentata al seminario della Camera di Commercio di Siena.
E’ ormai sotto gli occhi di tutti che il digitale ha ormai totalmente rivoluzionato il mondo della distribuzione commerciale: da un lato rende più efficienti le operazioni di back end (come la gestione del magazzino, degli inventari, degli ordini e riordini, della sicurezza), dall’altro migliora i servizi di front end (dall’esposizione della merce al riassortimento, dai servizi di pagamento alle iniziative legate all’ingaggio e alla fidelizzazione per arrivare all’ottimizzazione dei servizi di pre e post vendita). Il Retail è oggi radicalmente mutato grazie all’avvento della cosiddetta distribuzione multicanale o omnicanalità perché il commercio deve allinearsi all’evoluzione dei consumatori che vivono sempre più una doppia vita (analogica e digitale), usano tanta tecnologia fissa e mobile, sono influenzati non solo dai media tradizionali ma anche dai social media. Si sceglie in-store e se la merce non c’è si ordina on-line, si compra on-line e si ritira in-store, si acquista in rete ma se l’oggetto non piace si va in negozio a restituirlo. I negozi, sempre più connessi e comunicanti, offrono ai clienti tablet, pareti e specchi digitali e app per consultare informazioni e presentare i propri prodotti.
Quando il 9 marzo del 2020 abbiamo realizzato che la pandemia da Covid-19 era reale e avrebbe stravolto le nostre vite a partire da quel mattino stesso, ci siamo tutti sentiti, spaventati e disorientati.
Durante prime settimane del lockdown le conversazioni con i miei clienti giravano intorno a un solo tema: cosa e come farei meglio a comunicare in questo momento? Come posso ricalibrare la mia strategia comunicativa?
Insieme a Giulia Smerilli (Social Media Specialist) e Marta Romagnoli (Graphic Designer), abbiamo condotto una rapida ricerca sulle iniziative avviate dai imprese e brand grandi e piccoli che hanno reagito all’emergenza mettendo in campo empatia, capacità di ascolto e spirito proattivo.
Così nasce il progetto Virtuosi Non Virali: una serie di case study su alcune buone idee di comunicazione realizzate da aziende, enti no profit, freelance e startup durante il lockdown della terribile primavera del 2020.
Brand e clientela sono sempre più vicini nel mercato italiano, che pone al centro la fiducia nel marchio, nel prodotto e nel canale di vendita. Il Cosmoprof di Bologna fotografa la trasformazione in atto nel retail.
Universo Food - Mondo Bio & Veg - Bellaria, 1702019Simona Riccio
Bellaria, 17 luglio 2019 - Universo Food - Mondo Bio & Veg. Le tecnologie digitali cambiano l'agroalimentare e supportano nuovi modelli di business.
.
Leggi di più qui:
https://www.simonariccio.it/biologico/universo-food-mondo-bio-veg-17-luglio-2019-report-effetto-mediatico/
4 main disruptors are affecting the Retail & Consumer industry. Let's look at them, to better address and leverage our disrupting digital revolution. The document presents the Italian situation and compares it to the main and close Countries.
Stai cercando nuove idee e strategie per aumentare i tuoi fatturati? Senza idee costose e in pochissimo tempo?
Scopri subito in questo report come mettere in pratica subito in 5 minuti semplici ma potenti strategie per portarti soldi freschi in saccoccia.
prenditi tutte le informazioni su www.aumentodifatturato.com
Portiamo la cultura della cucina italiana nel mondo, il cibo delle aziende che lavorano per offrire prodotti sani e di qualità. Più di 1.000 prodotti originali italiani, freschi, freschissimi, per la spesa settimanale all'estero.Qualità a prezzi imbattibili..
Investimenti, consigli
davvero disinteressati? Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia sarebbe la panacea per distinguere
in maniera chiara e trasparente
chi, come i consulenti finanziari
indipendenti, fa pura consulenza ed è
pagato per questo servizio solo dallo
stesso cliente da chi propone i prodotti
del proprio campionario e viene pagato
per questa attività di collocamento.La settimana scorsa ho partecipato al
Salone del Risparmio di Milano ed assistendo
ad una delle conferenze con i
rappresentanti di alcune delle società di
gestione del risparmio italiane sono rimasto
sorpreso da alcune affermazioni che, al
di là delle dichiarazioni d’intenti, segnalano
la distanza tra gli interessi delle stesse e i
risparmiatori. La prima è che le società di
gestione dovrebbero seguire “la moda”
confezionando il prodotto che investe nel
settore di volta in volta sulla cresta dell’onda.
Intendiamoci non c’è nulla di sbagliato
nel proporre nuovi strumenti, ma
assecondare gli investitori che seguono il
gregge e si lanciano nell’asset di moda
significa abdicare a quel ruolo di consulenza
che le reti di distribuzione finanziarie
dicono di voler svolgere. Un buon consulente
dovrebbe guidare il cliente verso
una scelta razionale e consapevole sia
delle opportunità che dei rischi dell’investimento.
Certo è più facile assecondarne
le richieste o addirittura rafforzarne i convincimenti
magnificando i rendimenti passati
dell’investimento di moda (come avvenuto
con le azioni tecnologiche a inizio
millennio o il settore immobiliare e bancario
prima dello scoppio della crisi), ma non è
nell’interesse del cliente. La seconda affermazione
è relativa alla scarsa importanza del costo degli strumenti di risparmio
gestito. Questa tesi, sostenuta
dall’esponente di una delle società che
ha i prodotti tra i più costosi sulmercato,
suona un po’ come la storia dell’oste
che magnifica le qualità del suo vino.
Infatti se il costo sostenuto dai sottoscrittori
dei fondi comuni è gravato,
oltre che dalle commissioni di gestione,
anche da commissioni di performance
esorbitanti applicate in virtù del confronto
con indici del mercato monetario,
ormai prossimi a zero, non si fa propriamente
l’interesse del cliente. La terza
riguarda la regolamentazione e addita
come dannosa la Rdr ossia la nuova
normativa introdotta in Inghilterra
che ha sancito il divieto, da parte di chi
vuoleerogareconsulenzafinanziaria, di
ricevere qualsiasi forma di incentivo dai
gestori dei prodotti collocati. Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia s
L’Innovazione Sociale vista dai consumatori Uno studio nella fase del lancio:...Fabio Patritti
Raramente capita la possibilità di studiare le reazioni dei consumatori al lancio di un progetto di Innovazione Sociale, ponendo le condizioni per seguirne la parabola negli stadi successivi della sua diffusione. Per questo in CE&Co abbiamo colto al volo il lancio in Italia di ‘Chi è il padrone?! La marca del consumatore’, avvenuto a fine giugno 2020, subito a valle del primo e più duro lockdown.
Il progetto è una delle più recenti manifestazioni di una tendenza che, abilitata e potenziata dal consolidarsi delle relazioni digitali e dei social network, negli ultimi 10 anni è andata progressivamente affermandosi, in campo alimentare come in altri settori.
Una tendenza che vede strati crescenti di consumatori sempre più propensi ad intervenire nei processi di produzione e distribuzione di beni e servizi, facendosi carico - con un approccio condiviso e partecipativo di attività che tradizionalmente attengono al ruolo dell’impresa. In questa ottica, i consumatori non sono più soggetti passivi (riceventi), come nel modello economico classico, ma al contrario sono centrali nel processo di creazione del valore.
Non ci è quindi sfuggito l’interesse dell’iniziativa, tanto sul piano dell’analisi sociale quanto sul piano dell’analisi di marketing. A maggior ragione nel contesto attuale, in cui la crisi generata dall’emergenza sanitaria sta ridisegnando la società in molti dei suoi comparti, a partire dagli orientamenti valoriali e dai bisogni delle persone, fino alle ricadute concrete sugli stili di vita, di acquisto e di consumo.
I SOCIAL ormai sono al centro delle nostre vite, vengono utilizzati per condividere le proprie esperienze d’acquisto e per accrescere la relazione tra BRAND E CLIENTE, coinvolgere il consumatore e per conquistare continuamente la sua ATTENZIONE. Insieme a blog e forum, i social sono inoltre fondamentali per riuscire a relazionarsi con i MILLENNIALS, il loro ambito di presenza e di relazione prioritario. Dal boom dei social e del web deriva la crescente importanza dei BIG DATA che consentono di conoscere il CONSUMATORE in maniera più approfondita, ottenere insight chiave e intercettare i loro desideri.
In questo numero parliamo di FOOD & BEVERAGE. I consumatori cercano QUALITÀ e BENESSERE, ma anche CONVENIENZA e SOSTENIBILITÀ. Per ortaggi e bevande come acqua e latte, la scelta privilegia MARCHI LOCALI. E crescono i trend del cibo ETNICO e del FREE-FROM.
Restiamo nel settore alimentare per dare spazio ai mercati della PASTA e del VINO. Il cibo italiano per eccellenza vede il trionfo dei PICCOLI PRODUTTORI LOCALI, amati in patria e all’estero.
E il vino? Il futuro sarà in mano a ROSÉ, BIANCHI e BOLLICINE.
Si fanno strada nuovi PARADIGMI DISTRIBUTIVI e si sviluppano nuovi modelli di COMMERCIO ONLINE. La sharing economy si evolve nella SUBSCRIPTION ECONOMY basata sul PAY FOR USE. Dalla CINA arrivano formule innovative di ECOMMERCE.
In un TARGET SENIOR sempre più ampio e sfaccettato si afferma il segmento dei DIGITAL SILVER, alto spendenti e tecnologizzati. E sempre i senior saranno tra i CONSUMATORI DEL FUTURO, insieme ai PENSIONATI delle economie sviluppate e ai i LAVORATORI nord americani e cinesi.
Short business paper about the raise of historical small Italian retailers. A touch point in a moment of social distance that creates community and trust. Their growth goes however through the challenges of the digitalization and study of modern store concept.
Un estratto dal nostro report sulle 8 tendenze di consumo per il 2017. Nell'estratto raccontiamo 3 trend e stili di vita: life curator, survival e qualified self.
Retail 4.0: tra e-commerce e in-store experience (Camera di Commercio di Siena)Marketing Toys Consulenza
Questa è una versione aggiornata presentata al seminario della Camera di Commercio di Siena.
E’ ormai sotto gli occhi di tutti che il digitale ha ormai totalmente rivoluzionato il mondo della distribuzione commerciale: da un lato rende più efficienti le operazioni di back end (come la gestione del magazzino, degli inventari, degli ordini e riordini, della sicurezza), dall’altro migliora i servizi di front end (dall’esposizione della merce al riassortimento, dai servizi di pagamento alle iniziative legate all’ingaggio e alla fidelizzazione per arrivare all’ottimizzazione dei servizi di pre e post vendita). Il Retail è oggi radicalmente mutato grazie all’avvento della cosiddetta distribuzione multicanale o omnicanalità perché il commercio deve allinearsi all’evoluzione dei consumatori che vivono sempre più una doppia vita (analogica e digitale), usano tanta tecnologia fissa e mobile, sono influenzati non solo dai media tradizionali ma anche dai social media. Si sceglie in-store e se la merce non c’è si ordina on-line, si compra on-line e si ritira in-store, si acquista in rete ma se l’oggetto non piace si va in negozio a restituirlo. I negozi, sempre più connessi e comunicanti, offrono ai clienti tablet, pareti e specchi digitali e app per consultare informazioni e presentare i propri prodotti.
Quando il 9 marzo del 2020 abbiamo realizzato che la pandemia da Covid-19 era reale e avrebbe stravolto le nostre vite a partire da quel mattino stesso, ci siamo tutti sentiti, spaventati e disorientati.
Durante prime settimane del lockdown le conversazioni con i miei clienti giravano intorno a un solo tema: cosa e come farei meglio a comunicare in questo momento? Come posso ricalibrare la mia strategia comunicativa?
Insieme a Giulia Smerilli (Social Media Specialist) e Marta Romagnoli (Graphic Designer), abbiamo condotto una rapida ricerca sulle iniziative avviate dai imprese e brand grandi e piccoli che hanno reagito all’emergenza mettendo in campo empatia, capacità di ascolto e spirito proattivo.
Così nasce il progetto Virtuosi Non Virali: una serie di case study su alcune buone idee di comunicazione realizzate da aziende, enti no profit, freelance e startup durante il lockdown della terribile primavera del 2020.
Brand e clientela sono sempre più vicini nel mercato italiano, che pone al centro la fiducia nel marchio, nel prodotto e nel canale di vendita. Il Cosmoprof di Bologna fotografa la trasformazione in atto nel retail.
Universo Food - Mondo Bio & Veg - Bellaria, 1702019Simona Riccio
Bellaria, 17 luglio 2019 - Universo Food - Mondo Bio & Veg. Le tecnologie digitali cambiano l'agroalimentare e supportano nuovi modelli di business.
.
Leggi di più qui:
https://www.simonariccio.it/biologico/universo-food-mondo-bio-veg-17-luglio-2019-report-effetto-mediatico/
Studio di un nuovo modello di turismo in Calabria attuabile con una migliore comunicazione delle potenzialità del territorio e un utilizzo più efficacie ed efficiente delle infrastrutture.
A short overview about travel retail channel through turnover and KPI. A focus on custmers and strategies allows to better understand the complexity of the channel.
La gestione dell inventario nella affiliazioneDelta Sales
A brief summary about Franchising inventory management. A correct and complete knowledge of commercial KPI could improve global results. The article is wrote to support who want to approch franchisee business.
Different point of view about travel retail business introducing the product and brand mix of the airport of the South of Italy. Recognized but regional brand vs global ones.
2. L’appello, ora diventato di fatto un monito, è
sempre uno: "State a casa!". È chiaro e forte. Lo
ha pronunciato e ripetuto più volte il Presidente
del Consiglio; lo pubblicizzano più volte al
giorno, e ad intervalli ravvicinati, tutte le reti
televisive per renderci coscienti del fatto che il
momento storico che stiamo attraversando è
veramente difficile. Molti fanno fatica ad
osservare divieti e obblighi, come dimostrano le
decine di migliaia di denunce sporte nel corso
delle ultime due settimane e l’inasprimento di
restrizioni e sanzioni, ma tante altre persone
hanno scrupolosamente seguito le istruzioni
imposte dal "distanziamento sociale".
Si tratta di un concetto nuovo per la nostra
mente che, probabilmente, l’umanità non ha mai
pensato di fare suo. Nell’epoca del networking,
dello sharing e della forte abitudine
all’aggregazione sociale siamo costretti a
isolarci per fermare il nemico invisibile che sta
mettendo in crisi la società moderna.
Inizia così a delinearsi il profilo di una "
"Separation Economy" un’economia del
distanziamento che sta cambiando i
comportamenti di consumo e influenza
marcatamente la domanda dei beni e servizi che
caratterizzano la nostra quotidianità.
Tra i primi a subire l’effetto del lockdown ci
sono i locali pubblici (bar, ristoranti ecc.)
costretti a rinunciare alle fasce orarie serali,
caratteristiche di un business che ad oggi non
può avere continuità. Ma il mondo del food, in
particolare, ha deciso di reagire subito facendo
leva sulle risorse del mondo del delivery. I
clienti non vogliono rinunciare al pasto fuori
casa; i ristoratori, d’altro canto, non vogliono
perdere clienti e relazioni di fiducia instaurate e
per questo si sono organizzati, sia
indipendentemente sia con le piattaforme di
delivery, per fare consegnare a domicilio le loro
ricette. Chi ha scelto di lavorare in autonomia lo
ha fatto soprattutto per evitare maggiori
ricarichi dovuti all’utilizzo delle piattaforme
mentre chi collabora con l’online ha potuto
beneficiare dell’appoggio di FIPE e
Assodelivery che hanno stilato tutti gli standard
da rispettare per una consegna sicura. Ai clienti
potranno essere invece riconosciute delle
agevolazioni sulle consegne stesse, per favorire
e aumentare il numero di ordini e dare al
contempo maggiori possibilità agli esercizi in
difficoltà di lavorare senza incrementi
significativi dei prezzi. I rider avranno a loro
volta la possibilità di non vedere ridotti i numeri
delle loro consegne. Si delinea chiaramente un
tema di compressione di margini che se ben
gestito impatterà in maniera non troppo netta
sui flussi di cassa di esercenti e riders. Un
esempio di collaborazione tra on e off-line è
fornito The Fork che metterà a disposizione dei
ristoranti la propria piattaforma perché questi
possano ricevere ordini direttamente dai clienti
finali. Per i partner l’utilizzo della piattaforma
sarà gratuito. Da segnalare che anche il mondo
del delivery si sta adeguando alle necessità del
momento come nel caso di Offlunch. Sbarcata a
Milano per servire pasti caldi nelle aziende ha
operato una parziale riconversione per andare a
soddisfare il segmento di lavoratori in
smartworking ed aiutare chi non può stare in
coda al supermercato.
Oltre che sul cibo, chi non può varcare la porta
di casa può contare anche sul bere bene, sia per
accompagnare un pasto sia per fare un happy
hour a distanza con gli amici.
Tannico, sito di e-commerce leader nella
consegna del vino a domicilio, ha registrato a
Milano una impennata degli ordini. Enoteche e
cantine, non provviste di piattaforme, si stanno
attrezzando in modo simile facendo sentire la
loro presenza sui social.
Se si vuole, invece, bere un buon cocktail con
gli amici ci si può rivolgere a NIO. La startup
specializzata in mixology ha fatto registrare un
incremento delle vendite al cliente finale del
+150% nel corso del mese di Marzo,
probabilmente dovute anche al fenomeno di fare
un aperitivo via Skype o Zoom. Da tavola e
bancone si passa rapidamente al tappetino,
perché terza componente dello stare bene in
casa è il fitness. I negozi di articoli sportivi
hanno visto crescere le loro vendite poiché chi
non ha più potuto usufruire della palestra non ha
perso l’occasione di organizzarsi in casa con
attrezzature adatte agli spazi a disposizione.
Nel mondo dell’home fitness sono di grande
aiuto app, social e youtube. Su ogni canale è
infatti possibile trovare, gratis o a fronte di
abbonamenti ampiamente sostenibili, piani di
lavoro e suggerimenti per regimi alimentari,
tutorial di esercizi, challenge di fitness. Per i più
patiti non mancano in rete anche i suggerimenti
dei mental coach degli atleti professionisti.
La "Separation Economy", così descritta,
sembra avere per consumatori ed esercizi
commerciali tinte meno fosche di quelle attese.
La domanda che ci si pone, a questo punto, è
chi stia subendo e quanto le conseguenze di
questo scenario.
Con la chiusura totale, o quasi, dei Retailer che
non vendono beni di prima necessità, a soffrire
di più sono cosmetica, fashion. Il mercato ci
dice che stare in casa riduce gli acquisti di
make-up, profumeria abbigliamento e accessori.
Mancano infatti occasioni di incontro e
momenti di passaggio davanti alle vetrine che
stimolano bisogni latenti di acquisto.
È invece tutta la grande distribuzione che deve
fare fronte ad un richiesta molto importante
soprattutto per i prodotti di cui si può fare stock
(tipicamente derrate alimentari non facilmente
deperibili), comfort food e generi di grande
utilità casalinga.
Siamo di fronte ad un’economia che sotto sotto
non si è fermata ma che di fatto si è adattata a
gestire delle vere e proprie distorsioni di
domanda. Quando l’emergenza sarà rientrata la
vera sfida sarà ricominciare, ancora una volta.
Tutti i trend attuali potrebbero non consolidarsi
e le categorie che oggi soffrono potrebbero
trovarsi di fronte ad una crescita esponenziale
della domanda difficile da governare.
A soffrire questa contingenza siamo infine noi
cittadini, consumatori e fondamentalmente
animali sociali. Stiamo modificando i nostri stili
di vita per tutelarci e far sì che si torni alla
normalità nel più breve tempo possibile. Il 2020
lascerà un impronta forte nel nostro modo di
comportarci e riprendendo le nostre normali vite
sapremo che l’economia della distanza ci avrà
lasciato degli insegnamenti, di cui ci
ricorderemo, aiutandoci ad affrontare una
delicata fase della nostra esistenza.