Organizzazioni di Volontariato, cosa cambia dopo la Riforma - Nuove regole pe...Uneba
"Le organizzazioni di volontariato, il volontario e il nuovo assetto giuridico in materia di erogazioni liberali", intervento al convegno organizzato da Uneba Lombardia (www.uneba.org) il 24 luglio 2017
Intervento di Marco Petrillo al convegno Uneba Lombardia. Video dell'intervento: http://www.uneba.org/riforma-terzo-settore-cosa-cambia-per-gli-enti-uneba-oggi-e-cosa-potra-cambiare-in-futuro/
La Mozione del MoVimento 5 Stelle sul Nuovo ISEE con la quale si impegna l'Amministrazione Comunale ad agire nelle sedi competenti per richiedere la modifica della normativa istitutiva del Nuovo ISEE in favore dei disabili e delle famiglie numerose.
Organizzazioni di Volontariato, cosa cambia dopo la Riforma - Nuove regole pe...Uneba
"Le organizzazioni di volontariato, il volontario e il nuovo assetto giuridico in materia di erogazioni liberali", intervento al convegno organizzato da Uneba Lombardia (www.uneba.org) il 24 luglio 2017
Intervento di Marco Petrillo al convegno Uneba Lombardia. Video dell'intervento: http://www.uneba.org/riforma-terzo-settore-cosa-cambia-per-gli-enti-uneba-oggi-e-cosa-potra-cambiare-in-futuro/
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Commento critico della sentenza della Corte Costituzionale che, nel Giugno 2013, ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate. Nicola Carmine Salerno
UN COLPO AI DIRITTI DEI GIOVANI, DELLE DONNE, DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATIFisac-Cgil Varese
Il governo aveva promesso agli italiani che avrebbe agito con equità, che avrebbe eliminato i privilegi, che non avrebbe fatto cassa con le pensioni, che avrebbe cercato soluzioni in favore delle donne e dei giovani. Le promesse non sono state mantenute. La riforma previdenziale Monti Fornero è profondamente iniqua, manca di qualsiasi gradualità, è stata fatta solo per fare cassa e colpisce pesantemente i diritti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati.
Lezione n. 10 (2 ore) - Semplificazione e informatizzazione nelle attività d’...Simone Chiarelli
Lezione n. 10 (2 ore) - Semplificazione e informatizzazione nelle attività d’ufficio (autocertificazioni, posta elettronica certificata, firma digitale, SPID, PagoPa, misure di sicurezza, protocollo informatico, Agid)
Welfare Aziendale: Il quadro normativo dopo le Leggi di Stabilità (2016 e 2017)ShapeMe
Intervento di Giovanni Scansani - Amministratore Unico di Valore Welfare, in occasione dell'evento Welfare Aziendale - Persone Felici e in Salute per Aziende Produttive, organizzato da ShapeMe
Intervento di Sonia Tripaldi al convegno del 23 maggio 2017 “Gli incontri con l'Amministrazione Finanziaria. L'Agenzia - Il Fisco - Il Commercialista”,
Il jobs act è legge ok del senato alla fiducia. Renzi l’italia cambia davvero!Maria Cristina Circhetta
Sì al Jobs act, contratto a tutele crescenti . La legge contiene le deleghe al governo ad emanare entro sei mesi i decreti sul nuovo contratto a tutele crescenti, il riordino dell’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), i nuovi ammortizzatori sociali, i servizi per il lavoro e le politiche attive, il codice semplificato delle discipline e delle tipologie contrattuali, la razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti, l’aggiornamento delle misure di tutela della maternità.
Costruire un’Agenda sociale per l’unità del Partito Democratico e per un’effi...Cesare Damiano
Se la diseguaglianza è la materia sulla quale prospera il populismo e che
alimenta processi di degrado della democrazia, la natura del Partito Democratico è quella di promuovere l’eguaglianza e la giustizia sociale. Restituire sicurezza e futuro ai cittadini deve essere per noi l’obiettivo centrale. Proponiamo, con la nostra Agenda, di imprimere all’azione del PD e del Governo un connotato sociale più forte e visibile.
Commento critico della sentenza della Corte Costituzionale che, nel Giugno 2013, ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate. Nicola Carmine Salerno
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Legge n. 81/2017 Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.
RIVALUTAZIONE DELLA BUONUSCITA
Pubblichiamo una importante risoluzione, che sta compiendo alcuni passi nel Governo, in merito alla rivalutazione della buonuscita.
La Svolta Buona: le decisioni del Consiglio dei MinistriParma Couture
Il comunicato in oggetto, pubblicato sul sito del Governo italiano, illustra le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri n. 6 del 12 Marzo 2014: jobs act, piano casa, dissesto, edilizia scolastica, riforma senato
La Svolta Buona: le decisioni del Consiglio dei Ministri
Sciopero doc welfare
1. Protocollo n.523/U-FP 2011
Roma 23 agosto 2011
Alle Segreterie Regionali e Territoriali FP CGIL
La situazione che si è venuta a determinare per i cittadini del nostro paese a seguito dei tagli
effettuati nei confronti di tutto il Pubblico Impiego con il DL 138/2011, soprattutto per Regioni e Sistema
delle Autonomie avrà ripercussioni che incideranno profondamente sulle condizioni di vita di milioni di
persone che non avranno più garantita l’universalità delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario,
l’assistenza a disabili ed anziani, le scuole dell’infanzia, la raccolta dei rifiuti.
A seguito di ciò, vista l’impossibilità di regioni e comuni di continuare a garantire queste
importantissime prestazioni, i cittadini saranno chiamati a pagarsi i servizi mettendo così in discussione il
principio di eguaglianza sociale e di universalità dei diritti che rappresenta uno dei fondamenti essenziali della
coesione sociale e della tenuta democratica del nostro paese.
Mai ci si è trovati in una condizione drammatica come questa che stiamo vivendo, e le scelte che si
andranno a fare saranno decisive per il nostro futuro e quello delle generazioni a venire .
Per questa ragione occorrerà la massima attenzione e vigilanza per impedire decisioni sbagliate che
possano determinare una situazione di permanente debolezza del sistema sociale ed economico il cui effetto
impedirebbe ogni futura prospettiva di crescita e lo spettro della Bancarotta .
Occorre quindi un cambio di marcia, una manovra diversa, meno ingiusta, più equa e solidale, e con una
presenza più forte ed autorevole dello Stato e del lavoro pubblico per dare al paese una reale prospettiva di
crescita e di sviluppo.
Ma la volontà di questo Governo è invece diversa perché è diversa l’idea dello Stato che ne ha ispirato
l’opera sin dall’inizio di questa legislatura; un’idea ben esplicitata nel recente articolo del Sole 24 ore a firma
di un grand- commis dello Stato, già al Ministero del Lavoro e alla Funzione Pubblica, che spiega in maniera
chiarissima cosa ci si propone di realizzare con i provvedimenti contenuti nel decreto 138.
Innanzi tutto il taglio di almeno 200.000 posti di lavoro, che in prospettiva potrebbe anche
raddoppiarsi; sopprimere molti Enti pubblici e buona parte delle partecipate soprattutto di Regioni, Province
e Comuni; ridurre drasticamente gli stanziamenti delle Pubbliche Amministrazioni; superare il divieto di
licenziamento senza giusta causa , aggirando così l’articolo 18 della legge 300, ed avere la possibilità di
derogare a livello di posto di lavoro sulle materie d competenza dei CCNL; poter trasferire senza eccessivi
vincoli da un territorio all’altro il lavoratore per le “esigenze” dell’amministrazione; ritornare ad un regime
contrattuale semi-pubblicistico per ridurre il ruolo della contrattazione ed il peso del sindacato; rimettere
infine in discussione le politiche di decentramento amministrativo finora effettuate per dare più potere
decisionale alle amministrazioni centrali; infine tagliare sui costi del lavoro pubblico .
Un ritorno al passato, prima della legge quadro per imporre un nuovo sistema di regole con meno diritti
e garanzie per il dipendente pubblico, soprattutto senza la tutela e la mediazione del sindacato negli ambiti di
contenzioso gerarchico e negli aspetti relativi all’effettuazione delle prestazioni lavorative.
Dipartimento Welfare-Diritti,Lavoro
2. Un accanimento che non si giustifica, e che non c’entra nulla con i temi oggetto della considerazione di
questo provvedimento, fondato su un’idea di rivalsa ideologica nei confronti del mondo del lavoro e della sua
rappresentanza sociale .
Per questo motivo non solo scenderemo in piazza, facendo sentire la nostra voce in tutte le sedi,
anche in previsione di uno sciopero generale che dovrà fermare tutta l’Italia e dire al Paese che questa
manovra non dovrà passare perché ingiusta ed iniqua, ma saremo anche presenti in tutte le sedi istituzionali
per fare capire alla politica le conseguenze di un provvedimento il cui unico risultato è quello di fare cassa sui
soliti noti ( pensionati, lavoratori e precari) senza nessuna proposta di rilancio e sviluppo dell’economia, per
fare crescere i consumi, dare occupazione.
E sulla base di queste considerazioni che la Funzione Pubblica CGIL, anche in previsione dell’incontro
che la Segretaria Generale Susanna Camusso terrà con i segretari di partito dell’opposizione per illustrare le
richieste di modifica del provvedimento avanzate dalla CGIL , ha chiesto che in quella sede siano presentati gli
emendamenti soppressivi delle norme riguardanti il lavoro pubblico che la categoria ritiene necessari per
impedire la realizzazione di un progetto sbagliato ed ingiusto, nonché un emendamento aggiuntivo volto a
mantenere in servizio i precari e a dare loro una prospettiva di stabilizzazione che oggi gli viene negata,
impedendo nel frattempo ulteriori assunzioni di precari la cui presenza potrebbe acuire ulteriormente
l’attuale drammatica situazione in cui versano oggi le decine di migliaia di precari pubblici .
Per quanto attiene le richieste di soppressione queste riguardano:
• Art 1 comma 3 , lettera a) e b) L’introduzione di un ulteriore riduzione degli organici in aggiunta a
quanto già disposto in precedenza, in particolare dalla legge 78/2011
• Art 1 comma 4 il congelamento delle dotazioni intendendo per organico i posti ricoperti al momento
dell’entrata in vigore della legge di conversione. Quindi nessun posto a disposizione per i precari e
per i vincitori di concorso.
• Art 1 comma 7 il disporre illegittimamente della possibilità di posticipare in più rate la 13 dei
dipendenti di quelle amministrazioni che non hanno rispettato gli obiettivi di risparmio fissati dal
Ministero dell’Economia
• Art 1 comma 14 la previsione per i precari in possesso dei requisiti di stabilizzazione , nel caso degli
enti in dissesto, prima commissariati e poi sciolti, di essere mandati via
• Art 1 comma 22 la previsione per chi matura il diritto a pensione a decorrere dalla data di entrata
in vigore del decreto di aver pagato il TFR 24 mesi dopo la cessazione del rapporto di lavoro
(INPDAP) con una evidente disparità di trattamento con chi è già andato in pensione o che sarà
pensionato con il regime INPS
• Art 1 comma 24 lo spostamento alla domenica successiva delle festività nazionali e del santo patrono,
provvedimento che non determina risparmi di spesa tali da giustificarne l’adozione, e che pone un
altro tassello al processo di svilimento e marginalizzazione della nostra identità nazionale negando
importanza a date fondamentali per la storia del paese, sia sul piano simbolico che sostanziale della
memoria collettiva quali il 25 aprile, il 2 giugno, il 1 maggio
• Art 1 comma 29 il pericoloso principio della mobilità coatta in base alle esigenze
dell’amministrazione non confutabile; quindi un rimando di legge inopportuno e discutibile visto che la
materia è oggi è demandata al libero confronto tra le parti sociali
• Art 1 comma 31 lo scioglimento degli enti pubblici non economici con meno di 70 dipendenti entro
90 giorni dalla entrata in vigore del decreto; il personale precario alla scadenza dei contrati non sarà
più rinnovato anche se ha maturato i requisiti per la stabilizzazione.
• Art 1 comma 32 la illegittima decisione di non considerare ai fini pensionistici e del TFR gli aumenti
retributivi derivanti da eventuali promozioni avute negli ultimi tre anni precedenti il pensionamento
• Art 3 comma 1 il principio che “l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso
tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legislazione nei casi di……” rappresenta un
presupposto ideologico ad un insieme normativo che potrebbe anche andare bene senza questo incipit
che rappresenta una apertura tout court alle privatizzazioni che invece andrebbero disciplinate e
vagliate con grande attenzione
• Art 4 comma 10 prevedere nella gestione dei servizi locali la presenza di società non appartenenti a
Stati membri dell’Europa implica cautele ed aperture meno esplicite, soprattutto per settori
strategici come quelli interessati alla erogazione di energia elettrica ed alle forniture di gas
2
Dipartimento Welfare-Diritti,Lavoro
3. • Art 8 comma 1, 2 e 3 la possibilità di deroga al contratto collettivo nazionale nelle intese di
posto di lavoro, mettendo così in discussione il principio dell’ erga-omnes, in particolare la possibilità di
regolare diversamente il recesso dal lavoro superando surrettiziamente i vincoli stabiliti in materia
dall’art 18 dello Statuto dei Lavoratori; inoltre ammettere l’efficacia di accordi stipulati prima
dell’accordo interconfederale dello scorso 28 giugno , anche se in contrasto con quanto affermatovi,
purché votati dalla maggioranza dei lavoratori
• Art 9 comma 1 sui disabili si stabilisce che più aziende appartenenti ad un medesima proprietà, o le
amministrazioni pubbliche, presenti nel territorio nazionale, possono non ripartire l’assunzione dei
disabili per ciascun posto di lavoro bensì concentrare le assunzioni in una o più sedi territoriali
compensando eventuali situazioni di soprannumero nell’ambito del gruppo senza la possibilità di un
effettivo controllo sulle assunzioni effettuate al livello nazionale ed anche dei comportamenti
adottati. La norma va quindi cancellata oppure riscritta inserendo specifici momenti di
programmazione e verifica dei piani assunzionali per i disabili .
• Art 12 comma 1 con questa norma si punisce la sistematica violazione delle normative in termini di
retribuzione, orario, norme igieniche e sanitarie, la sottoposizione e metodi di sorveglianza od a
situazioni alloggiative particolarmente degradanti… e così via.
• Apparentemente è una norma a favore dei lavoratori ma in realtà non lo è. Per questo si chiede di
cancellare il comma perché tali violazioni già sono disciplinate in sede civile e penale anche per le
situazioni non continuative e ricorrenti che invece questo comma in qualche misura depenalizza
preoccupandosi di colpire soltanto le situazioni “ricorrenti”
• Art 15 va cancellata la disposizione riguardante la soppressione delle province così come è formulata
perché non risolve il problema; o si cancellano tutte le province ridistribuendo compiti e personale
tra le amministrazioni locali oppure, se devono rimanere, occorre un progetto nazionale di
ridefinizione di ambiti e competenze in base alle quali poi provvedere per i successivi accorpamenti.
Così non serve a nulla è solo demagogia ed aumento di costi.
Per quanto attiene invece il testo dell’emendamento integrativo:
ART 1 comma 4 /bis
Le amministrazioni di cui all’art 1 comma 2 del dlgs 165/2001, senza ulteriore aggravio di spesa e nel
rispetto dei vincoli stabiliti dalla presente legge possono prorogare al 31.12.2012 il personale in servizio alla
data del 1 gennaio 2011 assunto a tempo determinato o con contratti di formazione lavoro, co.co.co e
co.co.pro, in somministrazione ed altre forme di lavoro accessorio nei casi in cui, per effetto della cessazione
dei rapporti di lavoro, si possano prefigurare situazioni d’interruzione del pubblico servizio con grave
pregiudizio per l’utenza.
I lavoratori che abbiano maturato al 1° gennaio 2011 3 anni di attività nella pubblica amministrazione negli
ultimi 5 anni antecedenti tale data, anche sotto forma di prestazioni in somministrazione, nonché i vincitori di
concorso non assunti, sono collocati in liste provinciali/ regionali ad esaurimento al fine di favorire il
superamento della precarietà nella Pubblica Amministrazione e cui le dette P.A. sono tenute ad attingere in via
prioritaria. L’utilizzo, di tali lavoratori da parte delle amministrazioni, anche di Comparti diversi, e nel rispetto
dei limiti di spesa e bilancio cui alla legge 78/2011 e del presente decreto, non potrà essere superiore ai tre
anni in attesa della contestuale conclusione delle procedure di stabilizzazione; criteri e modalità di utilizzo ed
assegnazione dei lavoratori interessati saranno stabiliti in sede di confronto con le organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge.
Nelle more del confronto di cui al comma precedente, eventuali ricorsi a forme di lavoro non standard, previa
la verificata assenza di profili compatibili nelle graduatorie di cui al comma precedente, sarà permesso per un
periodo massimo di sei mesi e fino ad una quantità non superiore al 4% della dotazione organica complessiva.
Per la FP CGIL Nazionale Dipartimento Mercato del Lavoro
Gianguido Santucci
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Dipartimento Welfare-Diritti,Lavoro