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Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
1
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
2
Lo scenario economico.
I sentieri di sviluppo in Africa.
Luca Paolazzi
Centro Studi Confindustria
2
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
3
La crescita globale si rafforza. Proseguirà
nel prossimo biennio. La velocità è la più alta
dal 2010 ed è in accelerazione
sul finire del 2017.
L’Italia partecipa pienamente
al maggiore slancio.
Solo incidenti di percorso, che materializzino
uno dei tanti rischi geopolitici che affollano
il panorama internazionale, potrebbero
far deragliare il treno in corsa.
3
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
4
L’espansione globale prosegue...
...grazie al contesto favorevole
Lo scenario economico italiano
e le previsioni CSC
Africa decisiva: opportunità e criticità
I temi
4
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
5
L’espansione globale prosegue...
I temi
5
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
6
L’espansione globale proseguirà robusta
nel prossimo biennio. La sua solidità
è basata soprattutto sul ciclo mondiale
degli investimenti, che è partito
nell’ultimo scorcio del 2016.
Era l’anello mancante per l’uscita economica
dalla crisi. Una volta innescato non si ferma
in breve tempo e tende ad autoalimentarsi.
6
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
7
La produzione e la domanda di beni
di investimento e l’attività manifatturiera
sono forti attivatrici di scambi internazionali.
Questa attivazione spiega larga parte del più
forte slancio del commercio mondiale
registrato quest’anno, assieme al contributo
aggiuntivo della maggiore crescita
della domanda interna cinese,
che è stata stimolata con misure espansive.
7
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
8
Commercio mondiale in diffusa espansione
(Dati trim. destag. in volume, var. % e contributi)
8
4o trimestre 2017: ottobre-novembre.
Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e Markit.
48
49
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52
53
54
-1,5
-1,0
-0,5
0,0
0,5
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1,5
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2013 2014 2015 2016 2017
Economieemergenti
Economieavanzate
Mondo
PMI ordiniesteri(scala destra)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
9
Inoltre, a sostegno della più vivace dinamica
degli scambi giocano sia la robusta crescita
nell’Euro area, dove massima è l’integrazione
tra le economie e fitta la rete
di commerci e filiere…
9
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
10
Nell’Euro area crescita sopra il potenziale
(Dati in volume, var. %)
10
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Commissione Europea.
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
PIL effettivo
PIL potenziale
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
11
…sia l’aumento del potere d’acquisto
dei paesi esportatori di materie prime,
grazie alla significativa risalita
delle quotazioni delle commodity.
11
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
12
Prezzo del petrolio oltre l’obiettivo OPEC
(Dollari al barile, dati mensili)
12
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
2014 2015 2016 2017 2018 2019
Prezzo delBrent
PrevisioniCSC
Obiettivo OPEC (non ufficiale)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
13
In recupero le commodity non-oil
(Indici in dollari, 2013=100)
13
2018-2019: previsioni Banca Mondiale (ottobre 2017).
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale.
70
75
80
85
90
95
100
105
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Alimentari
Agricolinon alimentari
Metalli non ferrosi
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
14
Nello scenario CSC le stime sono riviste
al rialzo per il commercio mondiale:
+4,3% nel 2017, +3,9% nel 2018
(da +4,1% e +3,5% in settembre)
e +3,6% nel 2019.
Anche le previsioni di crescita del PIL globale
sono ritoccate un po’ all’insù.
Esistono rischi al rialzo, se migliorassero
fiducia e aspettative di domanda,
con accelerazione del ciclo degli investimenti,
soprattutto nei paesi avanzati.
14
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
15
Accelerano gli scambi globali
(Dati a prezzi costanti, indici 2011=100)
15
2018-2019: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e FMI.
100
104
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2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
PIL
Scambicon l'estero
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
16
Il commercio mondiale fa da volano
alla ripresa globale, distribuendo gli impulsi
espansivi tra i principali paesi, che stanno
partecipando sempre più coralmente
e con ritmi che si uniformano verso l’alto.
16
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
17
Per gli scambi internazionali permangono,
tuttavia, freni strutturali:
lo stop all’espansione delle GVC;
la normalizzazione della crescita cinese;
il maggior ricorso a misure protezionistiche.
E alcuni rischi al ribasso:
l’aumento di rischi geopolitici
in Corea del Nord e Medio Oriente;
una brusca frenata in Cina; le possibili
turbolenze nei mercati finanziari.
17
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
18
Negli ultimi giorni sono stati compiuti
progressi per la Brexit.
Punti d’accordo raggiunti:
stessi diritti per i cittadini UE nel Regno
Unito e per i cittadini britannici nell’UE-27;
membership UE dell’Irlanda rispettata;
 impegni finanziari con l’UE per il 2014-
2020 (circa 60 miliardi di euro) mantenuti.
La strada dell’accordo resta lunga e in salita.
18
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
19
...grazie al contesto favorevole
I temi
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Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
20
L’espansione è sostenuta
da alcuni fattori positivi di contesto:
la costellazione di condizioni favorevoli
per gli investimenti;
le politiche monetarie lasche;
il minore effetto dell’incertezza politica.
20
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
21
Supportano gli investimenti:
la capacità produttiva satura; i buoni
margini; le positive attese di maggiore
domanda; il costo del capitale
ai minimi storici.
La rivoluzione tecnologica nel segno
della digitalizzazione spinge, infine,
le imprese a modernizzare gli impianti
e a cambiare i modelli di business.
21
Condizioni favorevoli per gli investimenti
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
22
Le Banche centrali hanno giocato
e giocheranno un ruolo chiave nel propiziare,
prima, e nel mantenere stabile, poi,
il contesto positivo, con politiche monetarie
iper-espansive per avviare la ripresa
e con la normalizzazione graduale, paziente
e prudente per consolidarla.
22
Politiche monetarie lasche
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
23
La FED continuerà passo dopo passo
ad alzare i tassi e a ritirare la liquidità
iniettata con l’acquisto di titoli.
La BCE inizierà a diminuire gli acquisti
ma li manterrà almeno fino a tutto il 2018,
e solo nel 2019 ritoccherà i tassi.
Le conseguenze sul costo del denaro, però,
si faranno sentire prima: i mercati tendono
ad anticipare gli effetti.
23
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
24
Prosegue il Quantitative Easing della BCE
(Acquisti netti di titoli pubblici e privati, miliardi di euro)
24
Da dicembre 2017: comunicati ufficiali BCE.
Fonte: elaborazioni CSC su dati BCE.
0
10
20
30
40
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2015 2016 2017 2018
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
25
L’inflazione assente permette
di pilotare il rialzo del costo del denaro
in modo molto dosato.
Ha origini sia congiunturali,
che regrediranno, sia strutturali:
caduta dei prezzi delle materie prime;
ampio bacino di persone senza lavoro;
aumento della concorrenza globale;
rapido e pervasivo progresso tecnologico.
25
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
26
Inflazione sempre molto bassa
(Italia, indici NIC, var. % annue, dati mensili)
26
*Al netto di energia e alimentari. 2018-2019: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
-1,0
-0,5
0,0
0,5
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2,0
2016 2017 2018 2019
Totale Core*
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
27
Tuttavia, la bassa inflazione
ha alcune importanti ripercussioni
sul sistema economico:
tiene alti i tassi di interesse reali; rende più
complesso il rientro dalle posizioni debitorie;
impone alle imprese di non trasferire
a valle tutti gli aumenti dei costi, tenendo
sotto pressione i margini delle aziende.
27
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
28
Nonostante i recenti risultati elettorali
rendano più complicata
la governabilità, perfino in Germania,
domanda e produzione continuano
ad avanzare apparentemente imperterrite.
Una spiegazione è che l’incertezza pesa di più
nelle fasi di recessione o stagnazione.
28
Minore effetto dell’incertezza politica
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
29
2016 2017 2018 2019
Commercio mondiale 1,4 4,3 3,9 3,6
Prezzo del petrolio1 45,1 54,0 63,0 65,0
Prodotto interno lordo
Stati Uniti 1,5 2,3 2,5 2,1
Area euro 1,8 2,4 2,1 1,9
Paesi emergenti 4,1 4,7 4,8 4,9
Cambio dollaro/euro2 1,11 1,13 1,18 1,18
Tasso FED3 0,40 1,00 1,61 1,89
Tasso di interesse a 3 mesi USA3 0,74 1,26 1,89 2,21
Tasso BCE3 0,01 0,00 0,00 0,06
Tasso di interesse a 3 mesi Area euro3 -0,26 -0,33 -0,31 -0,12
Il contesto globale
(Variazioni %)
1 Dollari per barile; 2 livelli; 3 valori percentuali.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Eurostat, FMI, CPB.
29
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
30
A proposito di Europa, le proposte appena
presentate dalla Commissione europea
per l’UEM vanno nella giusta direzione:
il fiscal compact è integrato
nell’ordinamento UE ma con la flessibilità;
il bilancio è riformato;
il Ministro delle finanze europeo è istituito.
Non va, invece, che l’FME sia identico
all’ESM, specie nel metodo intergovernativo.
30
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
31
Lo scenario economico italiano
e le previsioni CSC
I temi
31
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
32
L’Italia partecipa pienamente al maggiore
impeto della crescita mondiale,
da un lato attraverso l’ottima
performance dell’export (che da alcuni anni
sta guadagnando quote di mercato),
dall’altro attraverso l’incremento
degli investimenti (incentivati
dalle lungimiranti misure governative).
32
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
33
L’export supera la domanda potenziale
(Beni, indici 2010=100)
33
2018-2019: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB, FMI e ISTAT.
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135
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2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Exportitaliano
Domanda potenzialeitaliana
Importmondiale
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
34
Investimenti industriali in forte aumento
(Italia, indici 1o trim. 2007=100, dati trimestrali destagionalizzati)
34
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
40
50
60
70
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90
100
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120
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Totali
Costruzioni
Macchinari
Mezzidi trasporto
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
35
L’incremento della spesa delle famiglie
nell’orizzonte previsivo sarà coerente
con la dinamica del reddito disponibile reale,
alimentato nel 2018 dal brillante andamento
dell’occupazione ma eroso nel 2019
dalla risalita dell’inflazione.
35
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
36
I consumi salgono più del reddito
(Italia, dati trim. destag. in %, miliardi di euro, prezzi costanti)
36
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
6,0
6,5
7,0
7,5
8,0
8,5
9,0
9,5
10,0
225
230
235
240
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250
255
260
265
270
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Propensione al risparmio (scala destra)
Consumi delle famiglie
Reddito disponibile reale
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
37
Dopo il +0,9% nel 2016, il CSC conferma
che il PIL italiano chiuderà il 2017
con un aumento dell’1,5%.
37
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
38
Gli indicatori qualitativi finora disponibili
puntano a una variazione
nel quarto trimestre superiore
anche al profilo stimato dal CSC (+0,4%).
38
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
39
Italia: fiducia al top pre-crisi
(Saldi delle risposte e indice media di lungo periodo=100, dati mensili destag.)
39
* Formato dagli indici di fiducia tra le imprese manifatturiere, edilizie,
del commercio al dettaglio, degli altri servizi e dei consumatori.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea.
70
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-40
-30
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10
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Manifatturiero
Consumatori
Sentimento Economico*(ESI, scala destra)
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40
La performance del mercato del lavoro
supera le attese e ribadisce che il recupero
in atto non lascia indietro i lavoratori.
L’occupazione è l’unica variabile economica,
insieme all’export, ad aver superato
il picco pre-crisi.
40
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
41
Dal 2014 ad autunno 2017:
PIL +3,8%,
ULA +4,0%,
monte ore lavorate +5,0%,
persone occupate +4,1% (+900mila).
41
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
42
La risalita del numero di occupati
è cominciata prima ed è stata più intensa
nei servizi privati: +7,2% da fine 2013,
portando il livello a +957mila rispetto
a inizio 2008. D’altronde gli orari pro-capite
sono rimasti molto bassi, addirittura
in ulteriore flessione nel 2017.
Al contrario stanno salendo nell’industria
anche a causa delle difficoltà di trovare
le figure professionali richieste.
42
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
43
Nei servizi più addetti ma orari corti
(Italia, 1o trim. 2008=100, dati destagionalizzati)
43
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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2008
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2010
2011
2012
2013
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2017
Occupati
ULA
Orelavorateper occupato
Valoreaggiunto
Industria in senso stretto Servizi privati
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
44
Il CSC rivede all’insù la dinamica
occupazionale.
A fine 2019 ci saranno
370mila persone occupate in più
rispetto al picco toccato nel 2008.
44
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
45
-4,2%
-8,0%
-9,6%
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2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Occupati ULA PIL
Gli occupati erano scesi meno del PIL…
(Italia; PIL a prezzi costanti, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno
e occupati; dati destag.; 1o trim. 2008=100)
45
Le var. % sono calcolate dal picco pre-crisi al punto di minimo delle rispettive variabili.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
46
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102
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2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Occupati ULA PIL
…e superano i livelli pre-crisi
(Italia; PIL a prezzi costanti, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno
e occupati; dati destag.; 1o trim. 2008=100)
46
Il gap è calcolato rispetto al picco pre-crisi delle risp. variabili. Dal 4o trimestre 2017: stime CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
+1,6%
(+370mila
unità)
GAP 2008-2019
-3,3%
-2,2%
(-560mila
unità)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
47
Ciò non significa che il peggio sia alle spalle:
a 7,7 milioni di persone manca ancora lavoro,
in tutto o in parte.
Nel 2016 in Italia gli individui in povertà
assoluta erano 4,7 milioni, +165,1%
rispetto al 2007. È cresciuta la quota
di famiglie povere con a capo un occupato:
6,4% nel 2016 dal 2,1% nel 2007.
47
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
48
Soprattutto allarmante è la questione
della bassa occupazione giovanile
che si trasforma in emigrazione.
L’uscita di giovani dal Paese è proseguita
anche nel 2016 e con flussi accresciuti molto:
61mila under 40, +19% sul 2015
(115mila gli emigrati totali, +12%).
I laureati di ogni età che se ne sono andati
sono stati 25mila.
48
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
49
Il recupero dell’economia italiana potrebbe
avere maggiore slancio se non continuasse
a mancare l’adeguato supporto
delle banche: i prestiti, anche tenuto conto
delle cessioni delle sofferenze,
rimangono fermi, se non in retromarcia.
49
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
50
Il credito mancante zavorra le imprese
(Italia, dati mensili, var. % annue dello stock di prestiti bancari*)
50
* Corretto per l'effetto di cartolarizzazioni e altre cessioni di prestiti.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia.
-7,0
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
51
Domanda di credito ai valori pre-crisi
(Italia, imprese, indici cumulati 4o trimestre 2006=0, calcolati sulle % nette
di risposte delle banche*)
51
* Indicatori ricavati dai dati qualitativi della Bank Lending Survey;
offerta = variazione dei credit standard con segno invertito.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.
-900
-800
-700
-600
-500
-400
-300
-200
-100
0
100
200
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Domanda Offerta
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52
Ciò è aggravato dai lunghi tempi
di pagamento, sia tra privati ma soprattutto
del pubblico, che determinano
un fabbisogno di capitale circolante
elevato in modo anomalo rispetto
agli standard internazionali.
Tra le PA peggiori pagatrici
ci sono i comuni,
con grandissime differenze territoriali.
52
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
53
Lenti i pagamenti da parte dei comuni
(Pagamenti delle PA registrati sulla Piattaforma di monit. crediti comm.; 2016)
53
*I tempi medi sono ponderati per gli importi delle fatture.
Dati ordinati in senso crescente con il numero di giorni in media impiegati per effettuare il pagamento.
Fonte: elaborazioni CSC su dati MEF.
Tipologia di ente pubblico
Tempi medi
di pagamento*
(giorni)
Debito residuo
(milioni di euro)
Scuole 28,8 578
Società pubbliche in conto economico consolidato 28,9 1.284
Regioni, province autonome e loro consorzi e ass. 43,2 2.645
Comuni e loro consorzi e associazioni 59,6 14.012
Aziende sanitarie locali 61,7 6.352
Pres. del cons. dei ministri, ministeri e avv. Stato 63,0 2.526
Totale PA 57,7 36.433
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
54
Più lunghe a pagare le ASL
delle regioni tirreniche…
(Tempi medi di pagamento delle ASL; giorni; 2016)
54
I tempi medi sono ponderati per gli importi delle fatture.
Fonte: elaborazioni CSC su dati MEF.
…e i comuni del Centro-Sud
(Tempi medi di pagamento dei comuni; giorni; 2016)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
55
Alla luce dei progressi degli indicatori
e dei fattori frenanti, delle misure
del disegno di Legge di bilancio
e delle prospettive internazionali migliori,
il CSC rivede al rialzo la stima di crescita
del PIL italiano nel 2018 all’1,5% (dall’1,3%
di settembre) e si attende un rallentamento
contenuto all’1,2% nel 2019.
55
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
56
Si consolida il recupero del PIL italiano
(PIL a prezzi costanti, dati trim. destag.)
56
Dal 4o trimestre 2017: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
370
380
390
400
410
420
430
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Variazioni% congiunturali
Miliardidi euro (scala destra)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
57
2016 2017 2018 2019
Prodotto interno lordo 0,9 1,5 1,5 1,2
Consumi delle famiglie residenti 1,5 1,5 1,3 1,1
Investimenti fissi lordi 2,7 3,4 3,3 2,4
in macchinari e mezzi di trasporto 4,4 5,3 4,4 2,6
in costruzioni 1,1 1,2 2,0 2,2
Esportazioni di beni e servizi 2,4 5,2 4,2 3,7
Importazioni di beni e servizi 3,1 5,5 4,4 3,6
Saldo commerciale1 3,6 3,4 3,3 3,4
Occupazione totale (ULA) 1,4 1,2 1,1 1,0
Tasso di disoccupazione2 11,7 11,3 10,9 10,5
Prezzi al consumo -0,1 1,2 1,0 1,3
Retribuzioni totale economia3 0,7 0,7 1,3 1,1
Le nuove previsioni del CSC per l’Italia
(Variazioni %)
1 Fob-fob, valori in % del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
57
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
58
Previsioni a confronto
Ordinate per la variazione cumulata 2017-2018 del PIL.
58
2017 2018 2019 2017 2018 2019
Morgan Stanley (28 novembre 2017) 1,6 1,6 1,3 2,1 1,9 1,9
OCSE (28 novembre 2017) 1,6 1,5 1,3 2,1 1,6 1,1
UniCredit (15 novembre 2017) 1,6 1,5 1,2 2,1 1,7 1,4
CSC (13 dicembre 2017) 1,5 1,5 1,2 2,1 1,7 1,9
Governo (23 settembre 2017) 1,5 1,5 1,5 2,1 1,6 0,9
Governo - quadro tendenziale (senza manovra) 1,5 1,2 1,2 2,1 1,0 0,3
Deutsche Bank (30 novembre 2017) 1,6 1,4 1,0 2,1 1,9 1,8
CER (4 dicembre 2017) 1,5 1,5 1,2 2,2 1,8 1,1
Prometeia (17 novembre 2017) 1,6 1,3 0,9 2,1 1,7 1,5
Intesa SanPaolo (20 novembre 2017) 1,6 1,3 2,2 1,9
ISTAT (21 novembre 2017) 1,5 1,4
REF (10 ottobre 2017) 1,5 1,3 1,1 2,1 2,0 1,4
Commissione europea (9 novembre 2017) 1,5 1,3 1,0 2,1 1,8 2,0
Citigroup (23 ottobre 2017) 1,5 1,3 0,9 2,2 2,4 2,4
Banca d'Italia (14 luglio 2017) 1,4 1,3
FMI (10 ottobre 2017) 1,5 1,1 0,9 2,2 1,3 0,3
IHS Global Insight (15 ottobre 2017) 1,4 1,2 1,1 3,3 2,2 1,9
PIL (var. %) Deficit/PIL (%)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
59
Nello scenario CSC permangono
importanti rischi al rialzo:
ripartenza degli investimenti pubblici
superiore alle stime;
miglioramento del credito bancario;
dinamica dell’export
superiore alle attese;
effetto statistico
di rimbalzo delle scorte.
59
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
60
Dopo il calo estivo, che indica
una dinamica della domanda finale interna
ben più forte dell’offerta (+0,8%),
le scorte potrebbero rimbalzare a fine anno,
dando una spinta al PIL
che si trascinerebbe per tutto il 2018.
I rischi al rialzo sono indicati anche
dall’anticipatore OCSE, in netto progresso.
60
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
61
Migliorano le prospettive per l’Italia
(Indici anticipatori, 100=media di lungo periodo, dati mensili destag.)
61
Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.
99,5
100,0
100,5
101,0
2016 2017
Italia Euroarea
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
62
Infine, i conti pubblici italiani proseguono
lungo il sentiero del risanamento
e il debito pubblico ha iniziato a ripiegare.
62
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
63
2016 2017 2018 2019
Entrate totali 46,9 46,9 46,5 46,1
Uscite totali 49,4 49,0 48,2 48,0
Pressione fiscale apparente 42,7 42,4 42,1 41,7
Pressione fiscale effettiva 48,2 47,9 47,6 47,2
Indebitamento netto 2,5 2,1 1,7 1,9
Indebitamento netto strutturale 1,7 2,2 1,9 2,2
Saldo primario 1,5 1,7 1,9 1,7
Saldo primario strutturale 2,2 1,7 1,7 1,4
Debito pubblico 132,0 131,6 130,5 129,6
Debito pubblico (netto sostegni)1 128,5 128,2 127,2 126,3
La finanza pubblica
(Italia, valori in % del PIL)
1 Prestiti a paesi euro e quota di pertinenza dell’ESM.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Commissione europea.
63
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
64
Debito pubblico in calo
(Italia, valori in % del PIL)
64
2017-2019: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Banca d'Italia e ISTAT.
95
100
105
110
115
120
125
130
135
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
65
Il fatto che l’insieme dei debiti pubblici
e privati sia molto contenuto in rapporto
al PIL e che l’Italia sia, attraverso il surplus
di bilancia corrente, fornitrice netta
di risparmio alle altre nazioni non deve
essere un alibi per interrompere l’azione
di revisione della spesa e di ridisegno
dell’intervento dello Stato, in modo
da aumentarne efficacia ed efficienza
e sottrarre il Paese al rischio di crisi
di fiducia destabilizzanti.
65
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
66
Privato Pubblico Totale
Belgio 401,2 105,9 507,0
Regno Unito 358,4 89,3 447,7
Francia 301,2 96,5 397,7
Spagna 277,1 99,4 376,4
Italia 233,2 132,6 365,8
Germania 213,4 68,3 281,8
Debito: alto il pubblico, ma il totale no
(Valori in % PIL, 2016)
Paesi ordinati in senso decrescente per il debito totale.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea e OCSE.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
67
Le prossime elezioni politiche si presentano
come un test molto rilevante e disegnano
per il Paese una biforcazione
tra il proseguire lungo il cammino
delle riforme o non far nulla,
se non proprio tornare indietro.
67
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
68
Ricordiamo che l’Italia è riuscita a restringere,
ma non a chiudere, il differenziale
nell’incremento del PIL con il resto dell’Euro
area, cosicché continua ad allargarsi il divario
assoluto, soprattutto in termini di PIL
pro-capite e quindi di benessere. Cioè l’Italia
continua a diventare relativamente più
povera, come prima della crisi.
Il picco pre-crisi verrà recuperato nel 2021
se la crescita proseguisse all’1% annuo.
68
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
69
Cala ma resta ampio il differenziale di crescita
(PIL, var. % annuali su dati a prezzi costanti; indici 2007=100)
69
Dal 2017: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
-1,7
-1,3
-0,5
-1,1
-2,4
-1,8
-1,4 -1,3
-0,9 -0,8
-0,5 -0,5
65
70
75
80
85
90
95
100
105
110
115
-3,5
-2,5
-1,5
-0,5
0,5
1,5
2,5
3,5
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Differenzialedicrescita Italia-Area euro
Area euro netto Italia (scala destra)
Italia (scala destra)
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
70
Africa decisiva: opportunità e criticità
I temi
70
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
71
In Africa sono in corso e avverrano
profonde trasformazioni:
cambiamento del modello
di sviluppo economico;
miglioramento dello sviluppo umano;
esplosione delle prospettive
di crescita;
rebus sostenibilità ambientale.
71
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
72
Dall’inizio del Duemila l’economia africana
è cresciuta in modo sostenuto, lasciandosi
alle spalle un quarto di secolo
di stagnazione complessiva e di arretramento
del reddito pro-capite.
72
Modello di sviluppo economico
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
73
Standard di vita saliti ai massimi storici
(PIL pro-capite*, dollari PPA, scala logaritmica)
73
*PIL pro-capite del paese mediano della distribuzione.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Penn World Table.
1.000
2.000
4.000
8.000
16.000
1960 1966 1972 1978 1984 1990 1996 2002 2008 2014
Africa
Nordafrica
Africasubsahariana
Altripaesi non avanzati
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
74
Diversamente da quanto è successo
negli emergenti asiatici, non è stata
l’industrializzazione a trainare lo sviluppo
ma la transizione dall’agricoltura al terziario.
Inoltre, i consumi hanno in parte sostituito
il tradizionale motore della crescita dei paesi
africani, ossia l’export di risorse naturali.
Ciò consente ad alcuni stati africani
di dipendere meno dalla domanda estera.
74
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
75
Il traino dei consumi
(Africa, contributi alla crescita, %)
75
2016: previsioni Banca Mondiale.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale e OCSE.
-80,0
-40,0
0,0
40,0
80,0
120,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Scorte Consumiprivati Consumipubblici Investimenti Esportazioninette
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
76
Oltre alla crescita economica è migliorato
anche l’indice di sviluppo umano,
che tiene conto dei progressi in salute,
istruzione e standard di vita.
Sono scesi sia il tasso di povertà
(anche se rimangono 544 milioni di persone
in povertà multidimensionale
e 645 senza accesso all’elettricità),
sia gli stati interessati da guerre e conflitti.
76
Sviluppo umano
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
77
Migliorano salute e istruzione, oltre al PIL
(Indice di sviluppo umano)
77
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1990 2000 2010 2015
Africaoccidentale Africaorientale Africacentrale
Africa meridionale Nordafrica Mondo
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
78
In calo guerre e conflitti
(Africa, % paesi interessati da guerre o conflitti)
78
Fonte: elaborazioni CSC su dati UCDP/PRIO.
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
1960 1970 1980 1990 2000 2010
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
79
Nel disegnare la traiettoria dell’economia
(e non solo) sarà cruciale la demografia.
Con 1,2 miliardi di persone (il 17%
della popolazione mondiale) l’Africa è già
un gigante. E lo diverrà sempre di più:
nel 2050 un quarto del pianeta
sarà africano (2,5 miliardi) e a fine secolo
lo sarà il 40% (4,5 miliardi).
79
Prospettive di crescita
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
80
E se da oggi al 2050,
assieme al dividendo del forte incremento
degli abitanti, il PIL pro-capite
raggiungesse quello odierno della Cina,
l’economia africana avrebbe una stazza
cinque volte superiore a quella di oggi.
Nello stesso periodo, il PIL dei paesi avanzati
crescerà poco più di due volte
80
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
81
Popolazione africana in pieno boom
(Numero di abitanti*, miliardi)
81
*Stime dal 1950 al 2015, previsioni dal 2016 al 2100.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
0
1
2
3
4
5
6
1950
1960
1970
1980
1990
2000
2010
2020
2030
2040
2050
2060
2070
2080
2090
2100
Africa
Africasubsahariana
Asia
Europa
AmericaLatina e Caraibi
Americadel Nord
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
82
Attenzione specifica merita l’ambiente.
L’Africa oggi contribuisce meno di altri
continenti alle emissioni di gas serra.
Ma se la crescita economica continuerà
ai ritmi attuali, la situazione è destinata
a cambiare e l’intero pianeta ha interesse
che l’Africa compia scelte energetiche
diverse da quelle passate della Cina.
82
Sostenibilità ambientale
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
83
Nelle emissioni vince il modello UE
(CO2 in milioni di Kt)
83
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale.
0
2
4
6
8
10
12
1960 1966 1972 1978 1984 1990 1996 2002 2008 2014
Africa Cina StatiUniti UE
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
84
Le relazioni economiche e politiche
con l’Africa sono e saranno decisive.
Oltre ai principali paesi europei,
USA e Cina da tempo perseguono
con efficacia chiare strategie per rafforzare
il loro ruolo nel continente.
84
Strategie per l’Africa
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
85
La Cina è attualmente il più grande partner
commerciale dell’Africa, con un incremento
del valore di scambio di beni da 7 miliardi
di dollari nel 2000 ai 136 miliardi nel 2015.
Inoltre nel 2013 ha lanciato il progetto
della nuova Via della Seta che collegherà
Asia, Europa e Africa.
Gli USA hanno un Accordo di libero scambio
(AGOA) che rende la regione sub-sahariana
di crescente importanza geostrategica.
85
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
86
Cina in testa negli scambi di beni
86
*Somma di import ed export.
Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI.
Valore scambi di beni*
(miliardi di dollari USA)
Posizione
2000 2015 2000 2015
Cina 7,3 135,9 8 1
India 6,9 51,1 9 2
Francia 27,3 50,1 2 3
Stati Uniti 33,3 45,3 1 4
Spagna 11,0 37,0 6 5
Germania 13,3 34,8 5 6
Italia 15,5 31,5 3 7
Paesi Bassi 6,8 27,1 10 8
Regno Unito 13,6 23,1 4 9
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
87
L’Italia è in 7a posizione
per valore degli scambi commerciali di beni
(31,5 miliardi nel 2015; -4 posizioni dal 2000).
Inoltre, è il 3o investitore nel continente
dopo Cina ed Emirati Arabi, con 11,6 miliardi
di dollari allocati in 36 progetti
nel 2015-2016.
87
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
88
Italia terzo investitore
(Africa, IDE greenfield 2015-2016, miliardi di dollari)
88
Fonte: elaborazioni CSC su dati FDi Markets.
0 10 20 30 40
Germania
Sud Africa
ArabiaSaudita
Regno Unito
Francia
Marocco
StatiUniti
Italia
EmiratiArabiUniti
Cina
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
89
L’Italia ha ragioni ambientali, migratorie,
geografiche, demografiche
e geopolitiche per rafforzare le relazioni
con l’Africa. Deve farlo insieme ai principali
alleati europei e proponendosi come attore
principale nella partnership Africa-UE,
rinnovata a fine novembre 2017 al summit
di Abidjan. Anche perché Stati Uniti e Cina
rappresentano protagonisti con i quali
è difficile competere senza l’intervento UE.
89
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
90
L’attenzione delle imprese associate
per lo sviluppo dell’Africa è confermata
dall’indagine condotta presso le Associazioni:
emerge un alto interesse, valutato
con un punteggio medio-alto (5,7 su 10).
L’interesse origina dalle prospettive
di crescita dei paesi africani
e dalle opportunità di business legate
all’affermarsi di una classe media capace
di acquistare beni di qualità italiana
(48 milioni di nuovi ricchi nel 2015).
90
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
91
L’attenzione delle imprese italiane per l’Africa
91
Fonte: elaborazioni CSC su indagine presso Associazioni Confindustria, 2017.
Punteggio medio (1 min – 10 max)
Livello di attenzione 5,7
Motivato da:
Crescita economica paesi africani 6,2
Opportunità di business legate a classe media 5,7
Progetti infrastrutturali 5,5
Opportunità legate alla delocalizzazione 5,0
Apertura al settore privato della cooperazione 4,5
Opportunità nel reperire manodopera 3,6
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
92
Confindustria propone un piano per l’Africa.
Le cui principali azioni sono:
iniziative di partenariato industriale;
la formazione tecnica e manageriale, anche
attraverso tirocini presso imprese italiane;
la diffusione di scuole superiori
per dirigenti industriali e bancari africani;
il finanziamento di start up industriali.
92
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
93
In questo modo l’Italia punta a essere
ponte tra l’Europa e l’Africa,
un ruolo che le è naturale
e che può giocare con successo.
93
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
94
People are raising
their expectations.
Go on and feed them.
This is your moment, no hesitations.
(Stanno crescendo le aspettative.
Vai avanti e alimentale.
Questo è il tuo momento, niente esitazioni)
Freshlyground e Shakira, Waka Waka, 2010
94
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
95

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Scenari Economici Dicembre 2017 - Presentazione Luca Paolazzi

  • 1. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 1
  • 2. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 2 Lo scenario economico. I sentieri di sviluppo in Africa. Luca Paolazzi Centro Studi Confindustria 2
  • 3. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 3 La crescita globale si rafforza. Proseguirà nel prossimo biennio. La velocità è la più alta dal 2010 ed è in accelerazione sul finire del 2017. L’Italia partecipa pienamente al maggiore slancio. Solo incidenti di percorso, che materializzino uno dei tanti rischi geopolitici che affollano il panorama internazionale, potrebbero far deragliare il treno in corsa. 3
  • 4. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 4 L’espansione globale prosegue... ...grazie al contesto favorevole Lo scenario economico italiano e le previsioni CSC Africa decisiva: opportunità e criticità I temi 4
  • 5. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 5 L’espansione globale prosegue... I temi 5
  • 6. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 6 L’espansione globale proseguirà robusta nel prossimo biennio. La sua solidità è basata soprattutto sul ciclo mondiale degli investimenti, che è partito nell’ultimo scorcio del 2016. Era l’anello mancante per l’uscita economica dalla crisi. Una volta innescato non si ferma in breve tempo e tende ad autoalimentarsi. 6
  • 7. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 7 La produzione e la domanda di beni di investimento e l’attività manifatturiera sono forti attivatrici di scambi internazionali. Questa attivazione spiega larga parte del più forte slancio del commercio mondiale registrato quest’anno, assieme al contributo aggiuntivo della maggiore crescita della domanda interna cinese, che è stata stimolata con misure espansive. 7
  • 8. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 8 Commercio mondiale in diffusa espansione (Dati trim. destag. in volume, var. % e contributi) 8 4o trimestre 2017: ottobre-novembre. Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e Markit. 48 49 50 51 52 53 54 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2013 2014 2015 2016 2017 Economieemergenti Economieavanzate Mondo PMI ordiniesteri(scala destra)
  • 9. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 9 Inoltre, a sostegno della più vivace dinamica degli scambi giocano sia la robusta crescita nell’Euro area, dove massima è l’integrazione tra le economie e fitta la rete di commerci e filiere… 9
  • 10. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 10 Nell’Euro area crescita sopra il potenziale (Dati in volume, var. %) 10 Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Commissione Europea. -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 PIL effettivo PIL potenziale
  • 11. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 11 …sia l’aumento del potere d’acquisto dei paesi esportatori di materie prime, grazie alla significativa risalita delle quotazioni delle commodity. 11
  • 12. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 12 Prezzo del petrolio oltre l’obiettivo OPEC (Dollari al barile, dati mensili) 12 Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters. 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 110,0 120,0 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Prezzo delBrent PrevisioniCSC Obiettivo OPEC (non ufficiale)
  • 13. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 13 In recupero le commodity non-oil (Indici in dollari, 2013=100) 13 2018-2019: previsioni Banca Mondiale (ottobre 2017). Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale. 70 75 80 85 90 95 100 105 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Alimentari Agricolinon alimentari Metalli non ferrosi
  • 14. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 14 Nello scenario CSC le stime sono riviste al rialzo per il commercio mondiale: +4,3% nel 2017, +3,9% nel 2018 (da +4,1% e +3,5% in settembre) e +3,6% nel 2019. Anche le previsioni di crescita del PIL globale sono ritoccate un po’ all’insù. Esistono rischi al rialzo, se migliorassero fiducia e aspettative di domanda, con accelerazione del ciclo degli investimenti, soprattutto nei paesi avanzati. 14
  • 15. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 15 Accelerano gli scambi globali (Dati a prezzi costanti, indici 2011=100) 15 2018-2019: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e FMI. 100 104 108 112 116 120 124 128 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 PIL Scambicon l'estero
  • 16. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 16 Il commercio mondiale fa da volano alla ripresa globale, distribuendo gli impulsi espansivi tra i principali paesi, che stanno partecipando sempre più coralmente e con ritmi che si uniformano verso l’alto. 16
  • 17. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 17 Per gli scambi internazionali permangono, tuttavia, freni strutturali: lo stop all’espansione delle GVC; la normalizzazione della crescita cinese; il maggior ricorso a misure protezionistiche. E alcuni rischi al ribasso: l’aumento di rischi geopolitici in Corea del Nord e Medio Oriente; una brusca frenata in Cina; le possibili turbolenze nei mercati finanziari. 17
  • 18. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 18 Negli ultimi giorni sono stati compiuti progressi per la Brexit. Punti d’accordo raggiunti: stessi diritti per i cittadini UE nel Regno Unito e per i cittadini britannici nell’UE-27; membership UE dell’Irlanda rispettata;  impegni finanziari con l’UE per il 2014- 2020 (circa 60 miliardi di euro) mantenuti. La strada dell’accordo resta lunga e in salita. 18
  • 19. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 19 ...grazie al contesto favorevole I temi 19
  • 20. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 20 L’espansione è sostenuta da alcuni fattori positivi di contesto: la costellazione di condizioni favorevoli per gli investimenti; le politiche monetarie lasche; il minore effetto dell’incertezza politica. 20
  • 21. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 21 Supportano gli investimenti: la capacità produttiva satura; i buoni margini; le positive attese di maggiore domanda; il costo del capitale ai minimi storici. La rivoluzione tecnologica nel segno della digitalizzazione spinge, infine, le imprese a modernizzare gli impianti e a cambiare i modelli di business. 21 Condizioni favorevoli per gli investimenti
  • 22. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 22 Le Banche centrali hanno giocato e giocheranno un ruolo chiave nel propiziare, prima, e nel mantenere stabile, poi, il contesto positivo, con politiche monetarie iper-espansive per avviare la ripresa e con la normalizzazione graduale, paziente e prudente per consolidarla. 22 Politiche monetarie lasche
  • 23. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 23 La FED continuerà passo dopo passo ad alzare i tassi e a ritirare la liquidità iniettata con l’acquisto di titoli. La BCE inizierà a diminuire gli acquisti ma li manterrà almeno fino a tutto il 2018, e solo nel 2019 ritoccherà i tassi. Le conseguenze sul costo del denaro, però, si faranno sentire prima: i mercati tendono ad anticipare gli effetti. 23
  • 24. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 24 Prosegue il Quantitative Easing della BCE (Acquisti netti di titoli pubblici e privati, miliardi di euro) 24 Da dicembre 2017: comunicati ufficiali BCE. Fonte: elaborazioni CSC su dati BCE. 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 2015 2016 2017 2018
  • 25. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 25 L’inflazione assente permette di pilotare il rialzo del costo del denaro in modo molto dosato. Ha origini sia congiunturali, che regrediranno, sia strutturali: caduta dei prezzi delle materie prime; ampio bacino di persone senza lavoro; aumento della concorrenza globale; rapido e pervasivo progresso tecnologico. 25
  • 26. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 26 Inflazione sempre molto bassa (Italia, indici NIC, var. % annue, dati mensili) 26 *Al netto di energia e alimentari. 2018-2019: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2016 2017 2018 2019 Totale Core*
  • 27. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 27 Tuttavia, la bassa inflazione ha alcune importanti ripercussioni sul sistema economico: tiene alti i tassi di interesse reali; rende più complesso il rientro dalle posizioni debitorie; impone alle imprese di non trasferire a valle tutti gli aumenti dei costi, tenendo sotto pressione i margini delle aziende. 27
  • 28. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 28 Nonostante i recenti risultati elettorali rendano più complicata la governabilità, perfino in Germania, domanda e produzione continuano ad avanzare apparentemente imperterrite. Una spiegazione è che l’incertezza pesa di più nelle fasi di recessione o stagnazione. 28 Minore effetto dell’incertezza politica
  • 29. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 29 2016 2017 2018 2019 Commercio mondiale 1,4 4,3 3,9 3,6 Prezzo del petrolio1 45,1 54,0 63,0 65,0 Prodotto interno lordo Stati Uniti 1,5 2,3 2,5 2,1 Area euro 1,8 2,4 2,1 1,9 Paesi emergenti 4,1 4,7 4,8 4,9 Cambio dollaro/euro2 1,11 1,13 1,18 1,18 Tasso FED3 0,40 1,00 1,61 1,89 Tasso di interesse a 3 mesi USA3 0,74 1,26 1,89 2,21 Tasso BCE3 0,01 0,00 0,00 0,06 Tasso di interesse a 3 mesi Area euro3 -0,26 -0,33 -0,31 -0,12 Il contesto globale (Variazioni %) 1 Dollari per barile; 2 livelli; 3 valori percentuali. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Eurostat, FMI, CPB. 29
  • 30. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 30 A proposito di Europa, le proposte appena presentate dalla Commissione europea per l’UEM vanno nella giusta direzione: il fiscal compact è integrato nell’ordinamento UE ma con la flessibilità; il bilancio è riformato; il Ministro delle finanze europeo è istituito. Non va, invece, che l’FME sia identico all’ESM, specie nel metodo intergovernativo. 30
  • 31. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 31 Lo scenario economico italiano e le previsioni CSC I temi 31
  • 32. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 32 L’Italia partecipa pienamente al maggiore impeto della crescita mondiale, da un lato attraverso l’ottima performance dell’export (che da alcuni anni sta guadagnando quote di mercato), dall’altro attraverso l’incremento degli investimenti (incentivati dalle lungimiranti misure governative). 32
  • 33. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 33 L’export supera la domanda potenziale (Beni, indici 2010=100) 33 2018-2019: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB, FMI e ISTAT. 100 105 110 115 120 125 130 135 140 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Exportitaliano Domanda potenzialeitaliana Importmondiale
  • 34. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 34 Investimenti industriali in forte aumento (Italia, indici 1o trim. 2007=100, dati trimestrali destagionalizzati) 34 Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 40 50 60 70 80 90 100 110 120 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Totali Costruzioni Macchinari Mezzidi trasporto
  • 35. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 35 L’incremento della spesa delle famiglie nell’orizzonte previsivo sarà coerente con la dinamica del reddito disponibile reale, alimentato nel 2018 dal brillante andamento dell’occupazione ma eroso nel 2019 dalla risalita dell’inflazione. 35
  • 36. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 36 I consumi salgono più del reddito (Italia, dati trim. destag. in %, miliardi di euro, prezzi costanti) 36 Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 9,5 10,0 225 230 235 240 245 250 255 260 265 270 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Propensione al risparmio (scala destra) Consumi delle famiglie Reddito disponibile reale
  • 37. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 37 Dopo il +0,9% nel 2016, il CSC conferma che il PIL italiano chiuderà il 2017 con un aumento dell’1,5%. 37
  • 38. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 38 Gli indicatori qualitativi finora disponibili puntano a una variazione nel quarto trimestre superiore anche al profilo stimato dal CSC (+0,4%). 38
  • 39. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 39 Italia: fiducia al top pre-crisi (Saldi delle risposte e indice media di lungo periodo=100, dati mensili destag.) 39 * Formato dagli indici di fiducia tra le imprese manifatturiere, edilizie, del commercio al dettaglio, degli altri servizi e dei consumatori. Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea. 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Manifatturiero Consumatori Sentimento Economico*(ESI, scala destra)
  • 40. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 40 La performance del mercato del lavoro supera le attese e ribadisce che il recupero in atto non lascia indietro i lavoratori. L’occupazione è l’unica variabile economica, insieme all’export, ad aver superato il picco pre-crisi. 40
  • 41. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 41 Dal 2014 ad autunno 2017: PIL +3,8%, ULA +4,0%, monte ore lavorate +5,0%, persone occupate +4,1% (+900mila). 41
  • 42. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 42 La risalita del numero di occupati è cominciata prima ed è stata più intensa nei servizi privati: +7,2% da fine 2013, portando il livello a +957mila rispetto a inizio 2008. D’altronde gli orari pro-capite sono rimasti molto bassi, addirittura in ulteriore flessione nel 2017. Al contrario stanno salendo nell’industria anche a causa delle difficoltà di trovare le figure professionali richieste. 42
  • 43. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 43 Nei servizi più addetti ma orari corti (Italia, 1o trim. 2008=100, dati destagionalizzati) 43 Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 75 80 85 90 95 100 105 110 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 75 80 85 90 95 100 105 110 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Occupati ULA Orelavorateper occupato Valoreaggiunto Industria in senso stretto Servizi privati
  • 44. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 44 Il CSC rivede all’insù la dinamica occupazionale. A fine 2019 ci saranno 370mila persone occupate in più rispetto al picco toccato nel 2008. 44
  • 45. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 45 -4,2% -8,0% -9,6% 90 92 94 96 98 100 102 104 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Occupati ULA PIL Gli occupati erano scesi meno del PIL… (Italia; PIL a prezzi costanti, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno e occupati; dati destag.; 1o trim. 2008=100) 45 Le var. % sono calcolate dal picco pre-crisi al punto di minimo delle rispettive variabili. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
  • 46. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 46 90 92 94 96 98 100 102 104 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Occupati ULA PIL …e superano i livelli pre-crisi (Italia; PIL a prezzi costanti, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno e occupati; dati destag.; 1o trim. 2008=100) 46 Il gap è calcolato rispetto al picco pre-crisi delle risp. variabili. Dal 4o trimestre 2017: stime CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. +1,6% (+370mila unità) GAP 2008-2019 -3,3% -2,2% (-560mila unità)
  • 47. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 47 Ciò non significa che il peggio sia alle spalle: a 7,7 milioni di persone manca ancora lavoro, in tutto o in parte. Nel 2016 in Italia gli individui in povertà assoluta erano 4,7 milioni, +165,1% rispetto al 2007. È cresciuta la quota di famiglie povere con a capo un occupato: 6,4% nel 2016 dal 2,1% nel 2007. 47
  • 48. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 48 Soprattutto allarmante è la questione della bassa occupazione giovanile che si trasforma in emigrazione. L’uscita di giovani dal Paese è proseguita anche nel 2016 e con flussi accresciuti molto: 61mila under 40, +19% sul 2015 (115mila gli emigrati totali, +12%). I laureati di ogni età che se ne sono andati sono stati 25mila. 48
  • 49. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 49 Il recupero dell’economia italiana potrebbe avere maggiore slancio se non continuasse a mancare l’adeguato supporto delle banche: i prestiti, anche tenuto conto delle cessioni delle sofferenze, rimangono fermi, se non in retromarcia. 49
  • 50. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 50 Il credito mancante zavorra le imprese (Italia, dati mensili, var. % annue dello stock di prestiti bancari*) 50 * Corretto per l'effetto di cartolarizzazioni e altre cessioni di prestiti. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia. -7,0 -6,0 -5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
  • 51. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 51 Domanda di credito ai valori pre-crisi (Italia, imprese, indici cumulati 4o trimestre 2006=0, calcolati sulle % nette di risposte delle banche*) 51 * Indicatori ricavati dai dati qualitativi della Bank Lending Survey; offerta = variazione dei credit standard con segno invertito. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia. -900 -800 -700 -600 -500 -400 -300 -200 -100 0 100 200 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Domanda Offerta
  • 52. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 52 Ciò è aggravato dai lunghi tempi di pagamento, sia tra privati ma soprattutto del pubblico, che determinano un fabbisogno di capitale circolante elevato in modo anomalo rispetto agli standard internazionali. Tra le PA peggiori pagatrici ci sono i comuni, con grandissime differenze territoriali. 52
  • 53. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 53 Lenti i pagamenti da parte dei comuni (Pagamenti delle PA registrati sulla Piattaforma di monit. crediti comm.; 2016) 53 *I tempi medi sono ponderati per gli importi delle fatture. Dati ordinati in senso crescente con il numero di giorni in media impiegati per effettuare il pagamento. Fonte: elaborazioni CSC su dati MEF. Tipologia di ente pubblico Tempi medi di pagamento* (giorni) Debito residuo (milioni di euro) Scuole 28,8 578 Società pubbliche in conto economico consolidato 28,9 1.284 Regioni, province autonome e loro consorzi e ass. 43,2 2.645 Comuni e loro consorzi e associazioni 59,6 14.012 Aziende sanitarie locali 61,7 6.352 Pres. del cons. dei ministri, ministeri e avv. Stato 63,0 2.526 Totale PA 57,7 36.433
  • 54. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 54 Più lunghe a pagare le ASL delle regioni tirreniche… (Tempi medi di pagamento delle ASL; giorni; 2016) 54 I tempi medi sono ponderati per gli importi delle fatture. Fonte: elaborazioni CSC su dati MEF. …e i comuni del Centro-Sud (Tempi medi di pagamento dei comuni; giorni; 2016)
  • 55. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 55 Alla luce dei progressi degli indicatori e dei fattori frenanti, delle misure del disegno di Legge di bilancio e delle prospettive internazionali migliori, il CSC rivede al rialzo la stima di crescita del PIL italiano nel 2018 all’1,5% (dall’1,3% di settembre) e si attende un rallentamento contenuto all’1,2% nel 2019. 55
  • 56. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 56 Si consolida il recupero del PIL italiano (PIL a prezzi costanti, dati trim. destag.) 56 Dal 4o trimestre 2017: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT. 370 380 390 400 410 420 430 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Variazioni% congiunturali Miliardidi euro (scala destra)
  • 57. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 57 2016 2017 2018 2019 Prodotto interno lordo 0,9 1,5 1,5 1,2 Consumi delle famiglie residenti 1,5 1,5 1,3 1,1 Investimenti fissi lordi 2,7 3,4 3,3 2,4 in macchinari e mezzi di trasporto 4,4 5,3 4,4 2,6 in costruzioni 1,1 1,2 2,0 2,2 Esportazioni di beni e servizi 2,4 5,2 4,2 3,7 Importazioni di beni e servizi 3,1 5,5 4,4 3,6 Saldo commerciale1 3,6 3,4 3,3 3,4 Occupazione totale (ULA) 1,4 1,2 1,1 1,0 Tasso di disoccupazione2 11,7 11,3 10,9 10,5 Prezzi al consumo -0,1 1,2 1,0 1,3 Retribuzioni totale economia3 0,7 0,7 1,3 1,1 Le nuove previsioni del CSC per l’Italia (Variazioni %) 1 Fob-fob, valori in % del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT. 57
  • 58. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 58 Previsioni a confronto Ordinate per la variazione cumulata 2017-2018 del PIL. 58 2017 2018 2019 2017 2018 2019 Morgan Stanley (28 novembre 2017) 1,6 1,6 1,3 2,1 1,9 1,9 OCSE (28 novembre 2017) 1,6 1,5 1,3 2,1 1,6 1,1 UniCredit (15 novembre 2017) 1,6 1,5 1,2 2,1 1,7 1,4 CSC (13 dicembre 2017) 1,5 1,5 1,2 2,1 1,7 1,9 Governo (23 settembre 2017) 1,5 1,5 1,5 2,1 1,6 0,9 Governo - quadro tendenziale (senza manovra) 1,5 1,2 1,2 2,1 1,0 0,3 Deutsche Bank (30 novembre 2017) 1,6 1,4 1,0 2,1 1,9 1,8 CER (4 dicembre 2017) 1,5 1,5 1,2 2,2 1,8 1,1 Prometeia (17 novembre 2017) 1,6 1,3 0,9 2,1 1,7 1,5 Intesa SanPaolo (20 novembre 2017) 1,6 1,3 2,2 1,9 ISTAT (21 novembre 2017) 1,5 1,4 REF (10 ottobre 2017) 1,5 1,3 1,1 2,1 2,0 1,4 Commissione europea (9 novembre 2017) 1,5 1,3 1,0 2,1 1,8 2,0 Citigroup (23 ottobre 2017) 1,5 1,3 0,9 2,2 2,4 2,4 Banca d'Italia (14 luglio 2017) 1,4 1,3 FMI (10 ottobre 2017) 1,5 1,1 0,9 2,2 1,3 0,3 IHS Global Insight (15 ottobre 2017) 1,4 1,2 1,1 3,3 2,2 1,9 PIL (var. %) Deficit/PIL (%)
  • 59. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 59 Nello scenario CSC permangono importanti rischi al rialzo: ripartenza degli investimenti pubblici superiore alle stime; miglioramento del credito bancario; dinamica dell’export superiore alle attese; effetto statistico di rimbalzo delle scorte. 59
  • 60. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 60 Dopo il calo estivo, che indica una dinamica della domanda finale interna ben più forte dell’offerta (+0,8%), le scorte potrebbero rimbalzare a fine anno, dando una spinta al PIL che si trascinerebbe per tutto il 2018. I rischi al rialzo sono indicati anche dall’anticipatore OCSE, in netto progresso. 60
  • 61. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 61 Migliorano le prospettive per l’Italia (Indici anticipatori, 100=media di lungo periodo, dati mensili destag.) 61 Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE. 99,5 100,0 100,5 101,0 2016 2017 Italia Euroarea
  • 62. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 62 Infine, i conti pubblici italiani proseguono lungo il sentiero del risanamento e il debito pubblico ha iniziato a ripiegare. 62
  • 63. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 63 2016 2017 2018 2019 Entrate totali 46,9 46,9 46,5 46,1 Uscite totali 49,4 49,0 48,2 48,0 Pressione fiscale apparente 42,7 42,4 42,1 41,7 Pressione fiscale effettiva 48,2 47,9 47,6 47,2 Indebitamento netto 2,5 2,1 1,7 1,9 Indebitamento netto strutturale 1,7 2,2 1,9 2,2 Saldo primario 1,5 1,7 1,9 1,7 Saldo primario strutturale 2,2 1,7 1,7 1,4 Debito pubblico 132,0 131,6 130,5 129,6 Debito pubblico (netto sostegni)1 128,5 128,2 127,2 126,3 La finanza pubblica (Italia, valori in % del PIL) 1 Prestiti a paesi euro e quota di pertinenza dell’ESM. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Commissione europea. 63
  • 64. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 64 Debito pubblico in calo (Italia, valori in % del PIL) 64 2017-2019: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Banca d'Italia e ISTAT. 95 100 105 110 115 120 125 130 135 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
  • 65. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 65 Il fatto che l’insieme dei debiti pubblici e privati sia molto contenuto in rapporto al PIL e che l’Italia sia, attraverso il surplus di bilancia corrente, fornitrice netta di risparmio alle altre nazioni non deve essere un alibi per interrompere l’azione di revisione della spesa e di ridisegno dell’intervento dello Stato, in modo da aumentarne efficacia ed efficienza e sottrarre il Paese al rischio di crisi di fiducia destabilizzanti. 65
  • 66. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 66 Privato Pubblico Totale Belgio 401,2 105,9 507,0 Regno Unito 358,4 89,3 447,7 Francia 301,2 96,5 397,7 Spagna 277,1 99,4 376,4 Italia 233,2 132,6 365,8 Germania 213,4 68,3 281,8 Debito: alto il pubblico, ma il totale no (Valori in % PIL, 2016) Paesi ordinati in senso decrescente per il debito totale. Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea e OCSE.
  • 67. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 67 Le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla, se non proprio tornare indietro. 67
  • 68. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 68 Ricordiamo che l’Italia è riuscita a restringere, ma non a chiudere, il differenziale nell’incremento del PIL con il resto dell’Euro area, cosicché continua ad allargarsi il divario assoluto, soprattutto in termini di PIL pro-capite e quindi di benessere. Cioè l’Italia continua a diventare relativamente più povera, come prima della crisi. Il picco pre-crisi verrà recuperato nel 2021 se la crescita proseguisse all’1% annuo. 68
  • 69. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 69 Cala ma resta ampio il differenziale di crescita (PIL, var. % annuali su dati a prezzi costanti; indici 2007=100) 69 Dal 2017: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. -1,7 -1,3 -0,5 -1,1 -2,4 -1,8 -1,4 -1,3 -0,9 -0,8 -0,5 -0,5 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 -3,5 -2,5 -1,5 -0,5 0,5 1,5 2,5 3,5 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Differenzialedicrescita Italia-Area euro Area euro netto Italia (scala destra) Italia (scala destra)
  • 70. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 70 Africa decisiva: opportunità e criticità I temi 70
  • 71. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 71 In Africa sono in corso e avverrano profonde trasformazioni: cambiamento del modello di sviluppo economico; miglioramento dello sviluppo umano; esplosione delle prospettive di crescita; rebus sostenibilità ambientale. 71
  • 72. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 72 Dall’inizio del Duemila l’economia africana è cresciuta in modo sostenuto, lasciandosi alle spalle un quarto di secolo di stagnazione complessiva e di arretramento del reddito pro-capite. 72 Modello di sviluppo economico
  • 73. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 73 Standard di vita saliti ai massimi storici (PIL pro-capite*, dollari PPA, scala logaritmica) 73 *PIL pro-capite del paese mediano della distribuzione. Fonte: elaborazioni CSC su dati Penn World Table. 1.000 2.000 4.000 8.000 16.000 1960 1966 1972 1978 1984 1990 1996 2002 2008 2014 Africa Nordafrica Africasubsahariana Altripaesi non avanzati
  • 74. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 74 Diversamente da quanto è successo negli emergenti asiatici, non è stata l’industrializzazione a trainare lo sviluppo ma la transizione dall’agricoltura al terziario. Inoltre, i consumi hanno in parte sostituito il tradizionale motore della crescita dei paesi africani, ossia l’export di risorse naturali. Ciò consente ad alcuni stati africani di dipendere meno dalla domanda estera. 74
  • 75. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 75 Il traino dei consumi (Africa, contributi alla crescita, %) 75 2016: previsioni Banca Mondiale. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale e OCSE. -80,0 -40,0 0,0 40,0 80,0 120,0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Scorte Consumiprivati Consumipubblici Investimenti Esportazioninette
  • 76. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 76 Oltre alla crescita economica è migliorato anche l’indice di sviluppo umano, che tiene conto dei progressi in salute, istruzione e standard di vita. Sono scesi sia il tasso di povertà (anche se rimangono 544 milioni di persone in povertà multidimensionale e 645 senza accesso all’elettricità), sia gli stati interessati da guerre e conflitti. 76 Sviluppo umano
  • 77. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 77 Migliorano salute e istruzione, oltre al PIL (Indice di sviluppo umano) 77 Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite. 0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1990 2000 2010 2015 Africaoccidentale Africaorientale Africacentrale Africa meridionale Nordafrica Mondo
  • 78. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 78 In calo guerre e conflitti (Africa, % paesi interessati da guerre o conflitti) 78 Fonte: elaborazioni CSC su dati UCDP/PRIO. 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 1960 1970 1980 1990 2000 2010
  • 79. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 79 Nel disegnare la traiettoria dell’economia (e non solo) sarà cruciale la demografia. Con 1,2 miliardi di persone (il 17% della popolazione mondiale) l’Africa è già un gigante. E lo diverrà sempre di più: nel 2050 un quarto del pianeta sarà africano (2,5 miliardi) e a fine secolo lo sarà il 40% (4,5 miliardi). 79 Prospettive di crescita
  • 80. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 80 E se da oggi al 2050, assieme al dividendo del forte incremento degli abitanti, il PIL pro-capite raggiungesse quello odierno della Cina, l’economia africana avrebbe una stazza cinque volte superiore a quella di oggi. Nello stesso periodo, il PIL dei paesi avanzati crescerà poco più di due volte 80
  • 81. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 81 Popolazione africana in pieno boom (Numero di abitanti*, miliardi) 81 *Stime dal 1950 al 2015, previsioni dal 2016 al 2100. Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite. 0 1 2 3 4 5 6 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050 2060 2070 2080 2090 2100 Africa Africasubsahariana Asia Europa AmericaLatina e Caraibi Americadel Nord
  • 82. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 82 Attenzione specifica merita l’ambiente. L’Africa oggi contribuisce meno di altri continenti alle emissioni di gas serra. Ma se la crescita economica continuerà ai ritmi attuali, la situazione è destinata a cambiare e l’intero pianeta ha interesse che l’Africa compia scelte energetiche diverse da quelle passate della Cina. 82 Sostenibilità ambientale
  • 83. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 83 Nelle emissioni vince il modello UE (CO2 in milioni di Kt) 83 Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale. 0 2 4 6 8 10 12 1960 1966 1972 1978 1984 1990 1996 2002 2008 2014 Africa Cina StatiUniti UE
  • 84. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 84 Le relazioni economiche e politiche con l’Africa sono e saranno decisive. Oltre ai principali paesi europei, USA e Cina da tempo perseguono con efficacia chiare strategie per rafforzare il loro ruolo nel continente. 84 Strategie per l’Africa
  • 85. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 85 La Cina è attualmente il più grande partner commerciale dell’Africa, con un incremento del valore di scambio di beni da 7 miliardi di dollari nel 2000 ai 136 miliardi nel 2015. Inoltre nel 2013 ha lanciato il progetto della nuova Via della Seta che collegherà Asia, Europa e Africa. Gli USA hanno un Accordo di libero scambio (AGOA) che rende la regione sub-sahariana di crescente importanza geostrategica. 85
  • 86. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 86 Cina in testa negli scambi di beni 86 *Somma di import ed export. Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI. Valore scambi di beni* (miliardi di dollari USA) Posizione 2000 2015 2000 2015 Cina 7,3 135,9 8 1 India 6,9 51,1 9 2 Francia 27,3 50,1 2 3 Stati Uniti 33,3 45,3 1 4 Spagna 11,0 37,0 6 5 Germania 13,3 34,8 5 6 Italia 15,5 31,5 3 7 Paesi Bassi 6,8 27,1 10 8 Regno Unito 13,6 23,1 4 9
  • 87. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 87 L’Italia è in 7a posizione per valore degli scambi commerciali di beni (31,5 miliardi nel 2015; -4 posizioni dal 2000). Inoltre, è il 3o investitore nel continente dopo Cina ed Emirati Arabi, con 11,6 miliardi di dollari allocati in 36 progetti nel 2015-2016. 87
  • 88. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 88 Italia terzo investitore (Africa, IDE greenfield 2015-2016, miliardi di dollari) 88 Fonte: elaborazioni CSC su dati FDi Markets. 0 10 20 30 40 Germania Sud Africa ArabiaSaudita Regno Unito Francia Marocco StatiUniti Italia EmiratiArabiUniti Cina
  • 89. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 89 L’Italia ha ragioni ambientali, migratorie, geografiche, demografiche e geopolitiche per rafforzare le relazioni con l’Africa. Deve farlo insieme ai principali alleati europei e proponendosi come attore principale nella partnership Africa-UE, rinnovata a fine novembre 2017 al summit di Abidjan. Anche perché Stati Uniti e Cina rappresentano protagonisti con i quali è difficile competere senza l’intervento UE. 89
  • 90. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 90 L’attenzione delle imprese associate per lo sviluppo dell’Africa è confermata dall’indagine condotta presso le Associazioni: emerge un alto interesse, valutato con un punteggio medio-alto (5,7 su 10). L’interesse origina dalle prospettive di crescita dei paesi africani e dalle opportunità di business legate all’affermarsi di una classe media capace di acquistare beni di qualità italiana (48 milioni di nuovi ricchi nel 2015). 90
  • 91. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 91 L’attenzione delle imprese italiane per l’Africa 91 Fonte: elaborazioni CSC su indagine presso Associazioni Confindustria, 2017. Punteggio medio (1 min – 10 max) Livello di attenzione 5,7 Motivato da: Crescita economica paesi africani 6,2 Opportunità di business legate a classe media 5,7 Progetti infrastrutturali 5,5 Opportunità legate alla delocalizzazione 5,0 Apertura al settore privato della cooperazione 4,5 Opportunità nel reperire manodopera 3,6
  • 92. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 92 Confindustria propone un piano per l’Africa. Le cui principali azioni sono: iniziative di partenariato industriale; la formazione tecnica e manageriale, anche attraverso tirocini presso imprese italiane; la diffusione di scuole superiori per dirigenti industriali e bancari africani; il finanziamento di start up industriali. 92
  • 93. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 93 In questo modo l’Italia punta a essere ponte tra l’Europa e l’Africa, un ruolo che le è naturale e che può giocare con successo. 93
  • 94. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 94 People are raising their expectations. Go on and feed them. This is your moment, no hesitations. (Stanno crescendo le aspettative. Vai avanti e alimentale. Questo è il tuo momento, niente esitazioni) Freshlyground e Shakira, Waka Waka, 2010 94
  • 95. Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 95