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1
Incontro ISKO Italia
Bologna, 20 aprile 2015
Michele Santoro
I dintorni della classificazione
Storia, prospettive, metodi
Michele Santoro
Università di Bologna
Biblioteca Interdipartimentale di Matematica, Fisica, Astronomia e Informatica
e- mail: michele.santoro@unibo.it
2
Di cosa parleremo
1. presupposti concettuali della classificazione
2. rapporti fra classificazioni filosofico-scientifiche
e classificazioni bibliografiche
3. rapporti fra classificazione e conoscenza
 esempi in campo antropologico, biologico e
cognitivo
4. origini del pensiero classificatorio vs. origini
della classificazione in biblioteca
3
La classificazione
 classificare vuol dire distinguere, ripartire, dividere
 attività esercitata quotidianamente in maniera più o
meno consapevole
 quando associamo (o dissociamo) le impressioni
ricevute dal mondo esterno, i concetti, gli oggetti
ed ogni altra manifestazione del reale
 cioè quando trasformiamo insiemi più o meno
indistinti o caotici in nuovi insiemi più ordinati e
omogenei
4
dal caos…
5
…alla classificazione!
6
La classificazione
 il processo di classificazione permette di realizzare
elenchi di oggetti o concetti
 che vanno a raggrupparsi in classi a seconda del loro
grado di somiglianza o affinità
 in linea teorica, la ripartizione si attua sulla base di
una caratteristica, ossia un singolo principio di
divisione
 di norma va dal generale allo specifico
 e avviene utilizzando una caratteristica, cioè un
singolo principio di divisione, per volta
 fino ad arrivare ad elementi non più suddivisibili
7
L’albero di Porfirio
8
La classificazione
 principi della classificazione elaborati dalla logica
formale:
a) divisione dicotomica genere/specie
b) divisione senza salti dal genere alla specie
immediatamente subalterna
c) le specie complementari devono escludersi a
vicenda
d) e nella loro totalità devono essere uguali al
genere dal quale derivano
9
La classificazione
 criteri applicabili solo teoricamente ai sistemi di
classificazione
 “non ci sono classificazioni scientifiche che
soddisfino a queste condizioni
 in quanto non esistono proprietà che differenzino
rigorosamente e definitivamente l’uno dall’altro
gli oggetti di una certa complessità” (Serrai)
10
La classificazione
 analogamente, le classificazioni bibliografiche
“rimangono tutte al di fuori delle garanzie offerte
dai metodi della classificazione dicotomica”
(Serrai)
 perché le proprietà rappresentate nei documenti
sono altrettanto complesse di ogni altro
fenomeno del reale
 e quindi non riconducibili ai presupposti prima
indicati
La classificazione in biblioteca
 consente di raggruppare i documenti sulla base di
determinati criteri
 per lo più di tipo contenutistico, ma anche legati al
periodo storico, all’ambito geografico o agli aspetti
formali del documento
 obiettivi: adeguata distribuzione e vantaggioso
recupero dei documenti
applicazione agli scaffali
accesso diretto ai documenti, e quindi accesso
diretto all’informazione 11
12
Classificazioni del sapere e
classificazioni bibliografiche/1
 Serrai sostiene la netta filiazione degli schemi
bibliografici da quelli filosofici e scientifici:
 è inevitabile che le prime facciano “riferimento
ad uno schema complessivo, della realtà o delle
conoscenze della realtà, quale rappresentazione
adeguata e dinamica della realtà. Supporre che le
classificazioni bibliografiche non abbiano
rapporti strettissimi con la classificazione delle
scienze è semplicemente un errore”
13
Classificazioni del sapere e
classificazioni bibliografiche/2
 in ambito bibliotecario, invece, molti si richiamano
al principio della literary warrant o garanzia
bibliografica (W. Hulme, 1911)
 che autorizza la creazione di nuove categorie
all’interno di uno schema bibliografico solo se esiste
sufficiente letteratura su quegli argomenti
 criterio che consente di “distinguere le
classificazioni bibliografiche da quelle teoretiche,
cioè logiche, metafisiche, epistemologiche” (R.
Caffo)
14
Classificazioni del sapere e
classificazioni bibliografiche/3
 Henry E. Bliss ha creato una classificazione
documentaria in sostanziale accordo con la
concezione scientifica e culturale del suo tempo
 anche se non modellata o dedotta da schemi
preesistenti
 e ciò avviene sulla base dei tre principi
dell’ordine naturale, della gradazione nella
specialità e del consenso scientifico e educativo
15
Classificazioni del sapere e
classificazioni bibliografiche/3
 appare tuttavia un’operazione “autoreferenziale”
 Bliss è consapevole dell’arbitrarietà di quelle
classificazioni bibliografiche che si sviluppano
seguendo ordinamenti esclusivamente pratici,
senza tener conto dell’organizzazione della
conoscenza”
 ma allo stesso tempo realizza il suo schema
“tenendo presenti i principi teorici su cui si basa
il sistema delle scienze che lui stesso ha
precedentemente elaborato” (M. T. Biagetti)
16
Classificazioni del sapere e
classificazioni bibliografiche/4
 sintesi tentata da Eric de Grolier
 che ammette l’influenza delle classificazioni
scientifiche su quelle bibliografiche
 ma precisa che tale influenza si manifesta in maniera
“diffusa e, in generale, con un lungo ritardo”
 “le classificazioni documentarie sono ampiamente
condizionate dall’evoluzione sociale, dalle
concezioni ideologiche e dalle caratteristiche
culturali e politiche del momento” _
17
Classificazione e conoscenza
 la classificazione è connessa ad ogni
manifestazione della realtà
 e risulta essenziale in ogni attività conoscitiva
 Georges Perec, Pensare/classificare:
“Che cosa significa la barra di divisione? Che
cosa mi si domanda alla fine? Se penso prima di
classificare? Se classifico prima di pensare?
Come classifico ciò che penso? Come penso
quando voglio classificare?”
18
Classificazione e conoscenza
 “la conoscenza è classificazione” (John Dewey)
 la classificazione viene a trovarsi “nel punto
d’incontro di diverse dimensioni conoscitive, a
metà strada fra pensiero empirico e pensiero
scientifico”
 costituendo “il punto d’approdo” o “il condensato
di una teoria”, e rivelando sempre la “solidarietà
tra pensiero e linguaggio” (Fernando Gil)
19
Classificazione e biologia
 le facoltà classificatorie non sono esclusive del genere
umano:
 le attività di classificazione sono radicate nella
filogenesi, costituendo una condizione primaria della
sopravvivenza delle specie animali
 gli animali classificano il loro ambiente a seconda che
vi si trovi o no nutrimento, i loro concorrenti, i loro
partner sessuali, i loro nemici, le loro prede, etc.
 Jacques Monod: “gli animali sono capaci di
classificare oggetti o relazioni fra oggetti secondo
categorie astratte, soprattutto geometriche”
20
Classificazione e antropologia/1
 studi di Durkheim e Mauss sulle classificazioni
primitive:
 “queste classificazioni non sono eccezionali, non c’è
discontinuità con le prime classificazioni scientifiche”
 sono “sistemi di nozioni gerarchizzate” aventi uno
“scopo puramente speculativo”
 sono dirette a “unificare la conoscenza e a costituire
una prima filosofia della natura”
 ma allo stesso tempo sono sociali: “gli uomini
classificavano le cose perché erano divisi in clan, e le
forme di classificazione si basavano sulle divisioni
della società” (J. Goody)
21
22
Classificazione e antropologia/2
 Claude Lévy-Strauss:
 complessità delle classificazioni, delle tassonomie e
delle classi di vocaboli che compaiono nei linguaggi
delle società “semplici”
 questi sistemi non sono soltanto mezzi per soddisfare
dei “bisogni”
 “l’universo è oggetto di pensiero almeno nella stessa
misura in cui è un mezzo di soddisfazione di bisogni”
 e ciò significa che “la classificazione, in quanto
opposta alla non classificazione, possiede un valore a
sé stante, quale che sia la forma che può assumere”
23
Classificazione e antropologia/2
 Lévy-Strauss individua nei meccanismi logici di
natura binaria il criterio principe con cui poter
“classificare e ordinare il mondo”
 costruisce una serie di categorie mediante un sistema
bipolare di opposizione o contrasti (caldo/freddo;
crudo/cotto, destra/sinistra, etc.)
 e in base a ciò esplora alcuni aspetti fondamentali
nell’agire umano
 tra cui i sistemi di parentela e il pensiero mitico
24
Classificazione e processi cognitivi/1
 Jean Piaget:
 riconosce una stretta interdipendenza fra i diversi
campi del sapere
 prende le distanze dalle classificazioni scientifiche
lineari, statiche e quindi sterili
 dà il suo assenso al sistema “circolare” delle
scienze
 “ in cui la logica si salda alle discipline psico-
sociologiche, e in cui le scienze dell’uomo trovano
punti di contatto con le scienze della natura” (M.
T. Biagetti)
25
Classificazione e processi cognitivi/1
 tre fasi di costruzione delle classificazioni nel
bambino:
1. nella prima fase il bambino opera delle “collezioni
figurali” senza distinguere l’oggetto spaziale e la
classe
riconosce delle relazioni di somiglianza, ma le
applica soltanto a oggetti che si presentano in
successione o a coppie di oggetti, senza innalzarsi al
rapporto parti/tutto
in seguito le collezioni cesseranno di essere soltanto
figurali, e la distinzione fra “alcuni” e “tutti” – ossia
il concetto di classe – viene ricavata a poco a poco
26
Classificazione e processi cognitivi/1
2. nella seconda fase le collezioni consistono in
piccoli aggregati fondati sulle sole rassomiglianze,
pur restando giustapposte le une alle altre senza
essere ancora comunque incluse in classi più
generali
3. il terzo e ultimo stadio è raggiunto con la conquista,
piuttosto difficile, del concetto di inclusione e
quindi di gerarchizzazione
27
Classificazione e processi cognitivi/2
 ma Piaget esplora anche i rapporti fra la dimensione
organica e quella cognitiva
 indagine di vasto respiro
 che prende in considerazione gli aspetti classificatori
presenti ad ogni stadio sia dell’organizzazione
biologica sia di quella cognitiva
 la classificazione viene a trovarsi in ogni
struttura di questa organizzazione
 e ciò testimonia un rilevante “isomorfismo
strutturale” tra gli aspetti biologici e quelli
cognitivi _
28
Classificazione
e storia delle biblioteche
 un’indagine di tipo storico permette di comprendere
meglio lo sviluppo dell’idea di classificazione
 e la sua applicazione alle biblioteche
 per far ciò, è opportuno associare la “tradizionale”
storia delle biblioteche con analisi più
marcatamente biblioteconomiche
 in questo intervento il discorso si concentrerà
sulle origini
 ossia sulle civiltà mesopotamica ed egizia
29
La Mesopotamia
 in Mesopotamia, a partire dal terzo millennio a. C.
 si ritrovano non solo le prime apparizioni del
pensiero classificatorio
 ma anche i primi segni della sua presenza all’interno
delle biblioteche
 è un dato fondamentale che la nascita del
pensiero classificatorio coincida con le
prime forme di scrittura
 tuttavia... il percorso verso uno statuto classificatorio
solido ed efficace non sarà né rapido né lineare
La Mesopotamia
 occorre partire dalla prima
forma di scrittura
 quella cuneiforme elaborata dai
Sumeri intorno al 3000 a. C.
 e il primo eccellente materiale
scrittorio
 la tavoletta d’argilla
30
31
La Mesopotamia
 sulle tavolette vengono registrate una quantità di
informazioni, per lo più di natura amministrativa
 che fin dagli inizi assumono la forma di vere e
proprie liste
 ruolo cruciale giocato da questi primi tipi di
descrizione e di elencazione
 al punto che, ai primi del Novecento, è sorta una
branca del sapere definita Listenwissenschaft
le liste costituiscono un momento decisivo nello
sviluppo del pensiero
Le liste
“la lista può leggersi in diverse direzioni, sia
lateralmente che verso il basso, cioè dall’alto in
basso e da sinistra a destra
ha un chiaro inizio e una precisa fine
favorisce la sistemazione delle voci in modo
ordinato, per numero, per suono iniziale, per
categoria, ecc.
l’esistenza di limiti, esterni e interni, dà alle
categorie maggiore visibilità
rendendole al tempo stesso più astratte” (J. Goody)
33
Le liste
 queste liste però non sono strutturate secondo
precisi criteri sistematici
 i procedimenti classificatori impiegati dimostrano
una profonda insufficienza concettuale
 essendo in gran parte privi di quei principi logici
in grado di dar vita a precise strutture
classificatorie:
1) principio della scomposizione degli oggetti in
elementi semplici (es. i quattro elementi)
2) principio dell’ordinamento scalare per genere
e specie
3) principio della classificazione binaria
34
Le liste
 un ulteriore difetto è dato dal carattere ‘aperto’ della
classificazione, che cioè non raggiunge mai la
completezza definitiva
l’attività di classificazione consiste
sostanzialmente in un’attività di nomenclatura
 alcune eccezioni, tra cui il settore legislativo
 nel quale “la spartizione binaria della realtà
offre un agevole meccanismo per prevedere
ogni fattispecie possibile” (Liverani)
35
La Mesopotamia
 esiste dunque un’evoluzione verso un pensiero
classificatorio più maturo?
 se sì, questa evoluzione può portare ad un
ordinamento classificato nelle biblioteche della
Mesopotamia?
una risposta può venire dalle acquisizioni della
storia delle biblioteche
che utilizzeremo per effettuare un rapido
excursus cronologico
36
Classificazione e biblioteche
in Mesopotamia/1
 collezione ritrovata ad Ebla e costituita da circa
2000 tavolette databili fra il 2300 e il 2250 a. C.
 per alcune è stata accertata la comune provenienza
“dal ripiano superiore della parete nord della
stanza”
 da ciò si è dedotto “che questo scaffale fosse la
biblioteca di consultazione degli scribi di palazzo
 collocata con gli altri documenti relativi alla vita di
corte” (L. Casson)
37
Classificazione e biblioteche
in Mesopotamia/2
 raccolta ritrovata a Nippur (2000 a. C. circa)
 in due di queste tavolette sono elencati una serie
di testi della letteratura sumera
 il fatto che siano “elenchi relativi a un’unica
raccolta” ha fatto pensare ad un vero e proprio
catalogo, “seppur di tipo primitivo”
 ma che ha costituito comunque “un grande passo
avanti verso la sistematizzazione delle raccolte”
(Casson)
38
Classificazione e biblioteche
in Mesopotamia/3
 raccolta ritrovata ad Hattuša (17°-18° secolo a. C.)
 sistema più progredito per catalogare i testi
 con l’aggiunta di note identificative alle tavolette
informazioni impiegate anche per segnalare
tavolette di contenuto simile (vere e proprie serie)
“la creazione delle serie riflette il desiderio di
raccogliere in un unico luogo tutta la letteratura
sullo stesso soggetto” (Weitemeyer)
39
Classificazione e biblioteche
in Mesopotamia/4
 biblioteca fondata da Tiglath-Pileser I (1115-1077
a. C.)
 diverse tipologie di materiali
 testi di consultazione, liste di vocaboli, di piante e
alberi, di animali, dèi, nomi di luoghi, testi
astronomici, tavole di moltiplicazione
 ritrovati anche alcuni inni
 e addirittura un “catalogo di composizioni musicali
le cui voci bibliografiche riportano anche gli
strumenti cui erano destinati”
Classificazione e biblioteche
in Mesopotamia/5
 la biblioteca più importante è
quella allestita nel palazzo reale di
Ninive dal re assiro Assurbanipal
(668-627 a. C.)
 migliaia di tavolette con testi di
ogni tipo, tra cui l’Epopea di
Gilgamesh
 “la prima biblioteca formata in
modo sistematico in
Mesopotamia” (L. Casson)
40
41
Classificazione e biblioteche
in Mesopotamia/5
 secondo alcuni autori le tavolette erano poste
all’interno di vasi di terracotta ordinatamente allineati
su scaffali
 e distribuite in base a un preciso ordine nelle diverse
stanze del palazzo
 un’etichetta posta sulle tavolette identificava il vaso,
lo scaffale e la sala in cui erano collocate
 una sorta di catalogo elencava il posseduto di ciascuna
sala
ma non c’è accordo fra gli studiosi su quali fossero
i reali criteri di ordinamento di questi materiali _
42
L’Egitto
 anche in Egitto (2500 a. C.) ritroviamo una quantità di
liste, soprattutto di tipo lessicale
 contenenti “voci raggruppate sotto differenti classi”
 che rappresentano “i primi passi in direzione di
un’enciclopedia” (A. Gardiner)
 intorno al 1100 a. C. si assiste alla memorizzazione,
da parte degli scribi, di alcune di queste liste, e ciò
avviene attraverso una ripartizione “entro categorie
adeguate”
“non sono serie di parole in ordine alfabetico, ma
cataloghi di cose ordinate secondo la loro specie”
43
L’Egitto
 due importanti lessici onomastici
 che forniscono un’immagine precisa dei criteri di
classificazione dell’antico Egitto:
 il Ramesseum, risalente al periodo dal 2150 al
1540 a. C. circa
 e l’Amenopè, databile intorno al 1100 a. C.
44
Il Ramesseum
 è costituito da una lista di parole accompagnate
da due sezioni
 nelle quali “brevi linee verticali danno le
intestazioni classificatorie”
 mentre “la formalità della sistemazione è ancor
più posta in rilievo dal fatto che il testo era
racchiuso da linee parallele tracciate
longitudinalmente in alto e in basso” (Goody)
45
Il lessico di Amenopè
 rappresenta uno sviluppo fondamentale
 lista di oltre 600 voci (all’origine circa 2000)
 basata su precisi criteri sistematici
“nel presentare questa lista l’autore non si
limitava a enumerare, ma classificava, con
intestazioni che spesso contrassegnavano l’inizio
di categorie nuove” (Goody)
 le categorie (vere e proprie classi principali) del
lessico di Amenopè sono:
46
Il lessico di Amenopè
I Intestazione introduttiva
II Cielo, acqua, terra (n. 1-62)
III Persone, corte, uffici, occupazioni (n. 63-229)
IV Classi, tribù, e tipi di essere umano (n. 230-312)
V Le città dell’Egitto (n. 313-419)
VI Edifici, loro parti e tipi di terra (n. 420-473).
VII Terreni agricoli, cereali e loro prodotti (n. 474-
555)
VIII Bevande (n. 556-578)
IX Parti d’un bue e tipi di carne (n. 579-610)
47
Il lessico di Amenopè
 in quest’opera l’autore si proponeva una sorta di
“classificazione razionale”
 “una sistemazione dal superiore all’inferiore (II,
III)
 e dal generale al particolare (III, IV, V, IX)
 mentre l’elenco delle città dell’Alto Egitto segue
un ordine da nord a sud” (Gardiner)
L’intestazione introduttiva del lessico di Amenopè
La terza categoria del lessico di Amenopè
Classificazione e biblioteche
nell’antico Egitto
 intorno al 1100 a. C., quindi, il pensiero
classificatorio dell’antico Egitto acquisisce una
maggiore solidità
 ossia una capacità di ripartizione di oggetti e
fenomeni superiore a quella rilevata in Mesopotamia
 e in ambito bibliotecario?
 anche per l’Egitto mancano riscontri diretti fra
questa evoluzione e un’organizzazione di tipo
sistematica delle biblioteche
Classificazione e biblioteche
nell’antico Egitto
 diversi autori attestano l’esistenza di criteri di tipo
classificato applicati alle raccolte documentarie
 i rotoli di papiro erano disposti in vasi o cofani
 collocati all’interno di nicchie o su scaffali in base a
determinati criteri
 metodi di organizzazione simili a quelli
mesopotamici
 ma per trovare forme più esplicite di ordinamento
classificato si dovrà aspettare fino al III-II secolo a. C.
Classificazione e biblioteche
nell’antico Egitto
 infatti risale a questo periodo la biblioteca del tempio
di Horus a Edfu
 dove, secondo alcuni autori, le iscrizioni sulle pareti
costituivano una sorta di catalogo delle opere
 contenute in 34 casse e ripartite sistematicamente
 “i rotoli erano elencati in due registri, di cui il secondo
comprendeva soltanto opere sulla magia”
 da ciò si è pensato che vi fosse una “classificazione
logica alla base di tale ordinamento” (R. Hyman)
Classificazione e biblioteche
nell’antico Egitto
 “alcuni elementi di collocazione, simili a segnature,
erano stati usati per registrare sulle pareti le opere
classificate per soggetto
 gli antichi Egizi riponevano i rotoli di papiro in giare
di terracotta o in custodie di pelle o anche in cilindri
metallici, a cui era fissata l’etichetta con il titolo
 questi rotoli erano conservati in casse o sugli scaffali
anche se non abbiamo certezze sull’esatto
ordinamento dei rotoli, la loro disposizione,
considerando le testimonianze, non era casuale”
(R. Hyman)
Conclusione (provvisoria)
 le strutture bibliotecarie della Mesopotamia e
dell’Egitto come un banco di prova verso criteri
sistematici più definiti
 specie nelle epoche più tarde (e con l’avvento di un
pensiero classificatorio più maturo)
 attraverso un costante miglioramento dei metodi di
ripartizione dei documenti
 per dar vita a realtà, come la grande biblioteca di
Alessandria
 in cui “tutto il sapere del mondo” può essere raccolto e
ordinato con criteri più solidi ed efficienti
55
Incontro ISKO Italia
Bologna, 20 aprile 2015
Michele Santoro
I dintorni della classificazione
Grazie per l’attenzione!

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Michele Santoro - I dintorni della classificazione. Storia, prospettive, metodi

  • 1. 1 Incontro ISKO Italia Bologna, 20 aprile 2015 Michele Santoro I dintorni della classificazione Storia, prospettive, metodi Michele Santoro Università di Bologna Biblioteca Interdipartimentale di Matematica, Fisica, Astronomia e Informatica e- mail: michele.santoro@unibo.it
  • 2. 2 Di cosa parleremo 1. presupposti concettuali della classificazione 2. rapporti fra classificazioni filosofico-scientifiche e classificazioni bibliografiche 3. rapporti fra classificazione e conoscenza  esempi in campo antropologico, biologico e cognitivo 4. origini del pensiero classificatorio vs. origini della classificazione in biblioteca
  • 3. 3 La classificazione  classificare vuol dire distinguere, ripartire, dividere  attività esercitata quotidianamente in maniera più o meno consapevole  quando associamo (o dissociamo) le impressioni ricevute dal mondo esterno, i concetti, gli oggetti ed ogni altra manifestazione del reale  cioè quando trasformiamo insiemi più o meno indistinti o caotici in nuovi insiemi più ordinati e omogenei
  • 6. 6 La classificazione  il processo di classificazione permette di realizzare elenchi di oggetti o concetti  che vanno a raggrupparsi in classi a seconda del loro grado di somiglianza o affinità  in linea teorica, la ripartizione si attua sulla base di una caratteristica, ossia un singolo principio di divisione  di norma va dal generale allo specifico  e avviene utilizzando una caratteristica, cioè un singolo principio di divisione, per volta  fino ad arrivare ad elementi non più suddivisibili
  • 8. 8 La classificazione  principi della classificazione elaborati dalla logica formale: a) divisione dicotomica genere/specie b) divisione senza salti dal genere alla specie immediatamente subalterna c) le specie complementari devono escludersi a vicenda d) e nella loro totalità devono essere uguali al genere dal quale derivano
  • 9. 9 La classificazione  criteri applicabili solo teoricamente ai sistemi di classificazione  “non ci sono classificazioni scientifiche che soddisfino a queste condizioni  in quanto non esistono proprietà che differenzino rigorosamente e definitivamente l’uno dall’altro gli oggetti di una certa complessità” (Serrai)
  • 10. 10 La classificazione  analogamente, le classificazioni bibliografiche “rimangono tutte al di fuori delle garanzie offerte dai metodi della classificazione dicotomica” (Serrai)  perché le proprietà rappresentate nei documenti sono altrettanto complesse di ogni altro fenomeno del reale  e quindi non riconducibili ai presupposti prima indicati
  • 11. La classificazione in biblioteca  consente di raggruppare i documenti sulla base di determinati criteri  per lo più di tipo contenutistico, ma anche legati al periodo storico, all’ambito geografico o agli aspetti formali del documento  obiettivi: adeguata distribuzione e vantaggioso recupero dei documenti applicazione agli scaffali accesso diretto ai documenti, e quindi accesso diretto all’informazione 11
  • 12. 12 Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/1  Serrai sostiene la netta filiazione degli schemi bibliografici da quelli filosofici e scientifici:  è inevitabile che le prime facciano “riferimento ad uno schema complessivo, della realtà o delle conoscenze della realtà, quale rappresentazione adeguata e dinamica della realtà. Supporre che le classificazioni bibliografiche non abbiano rapporti strettissimi con la classificazione delle scienze è semplicemente un errore”
  • 13. 13 Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/2  in ambito bibliotecario, invece, molti si richiamano al principio della literary warrant o garanzia bibliografica (W. Hulme, 1911)  che autorizza la creazione di nuove categorie all’interno di uno schema bibliografico solo se esiste sufficiente letteratura su quegli argomenti  criterio che consente di “distinguere le classificazioni bibliografiche da quelle teoretiche, cioè logiche, metafisiche, epistemologiche” (R. Caffo)
  • 14. 14 Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/3  Henry E. Bliss ha creato una classificazione documentaria in sostanziale accordo con la concezione scientifica e culturale del suo tempo  anche se non modellata o dedotta da schemi preesistenti  e ciò avviene sulla base dei tre principi dell’ordine naturale, della gradazione nella specialità e del consenso scientifico e educativo
  • 15. 15 Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/3  appare tuttavia un’operazione “autoreferenziale”  Bliss è consapevole dell’arbitrarietà di quelle classificazioni bibliografiche che si sviluppano seguendo ordinamenti esclusivamente pratici, senza tener conto dell’organizzazione della conoscenza”  ma allo stesso tempo realizza il suo schema “tenendo presenti i principi teorici su cui si basa il sistema delle scienze che lui stesso ha precedentemente elaborato” (M. T. Biagetti)
  • 16. 16 Classificazioni del sapere e classificazioni bibliografiche/4  sintesi tentata da Eric de Grolier  che ammette l’influenza delle classificazioni scientifiche su quelle bibliografiche  ma precisa che tale influenza si manifesta in maniera “diffusa e, in generale, con un lungo ritardo”  “le classificazioni documentarie sono ampiamente condizionate dall’evoluzione sociale, dalle concezioni ideologiche e dalle caratteristiche culturali e politiche del momento” _
  • 17. 17 Classificazione e conoscenza  la classificazione è connessa ad ogni manifestazione della realtà  e risulta essenziale in ogni attività conoscitiva  Georges Perec, Pensare/classificare: “Che cosa significa la barra di divisione? Che cosa mi si domanda alla fine? Se penso prima di classificare? Se classifico prima di pensare? Come classifico ciò che penso? Come penso quando voglio classificare?”
  • 18. 18 Classificazione e conoscenza  “la conoscenza è classificazione” (John Dewey)  la classificazione viene a trovarsi “nel punto d’incontro di diverse dimensioni conoscitive, a metà strada fra pensiero empirico e pensiero scientifico”  costituendo “il punto d’approdo” o “il condensato di una teoria”, e rivelando sempre la “solidarietà tra pensiero e linguaggio” (Fernando Gil)
  • 19. 19 Classificazione e biologia  le facoltà classificatorie non sono esclusive del genere umano:  le attività di classificazione sono radicate nella filogenesi, costituendo una condizione primaria della sopravvivenza delle specie animali  gli animali classificano il loro ambiente a seconda che vi si trovi o no nutrimento, i loro concorrenti, i loro partner sessuali, i loro nemici, le loro prede, etc.  Jacques Monod: “gli animali sono capaci di classificare oggetti o relazioni fra oggetti secondo categorie astratte, soprattutto geometriche”
  • 20. 20 Classificazione e antropologia/1  studi di Durkheim e Mauss sulle classificazioni primitive:  “queste classificazioni non sono eccezionali, non c’è discontinuità con le prime classificazioni scientifiche”  sono “sistemi di nozioni gerarchizzate” aventi uno “scopo puramente speculativo”  sono dirette a “unificare la conoscenza e a costituire una prima filosofia della natura”  ma allo stesso tempo sono sociali: “gli uomini classificavano le cose perché erano divisi in clan, e le forme di classificazione si basavano sulle divisioni della società” (J. Goody)
  • 21. 21
  • 22. 22 Classificazione e antropologia/2  Claude Lévy-Strauss:  complessità delle classificazioni, delle tassonomie e delle classi di vocaboli che compaiono nei linguaggi delle società “semplici”  questi sistemi non sono soltanto mezzi per soddisfare dei “bisogni”  “l’universo è oggetto di pensiero almeno nella stessa misura in cui è un mezzo di soddisfazione di bisogni”  e ciò significa che “la classificazione, in quanto opposta alla non classificazione, possiede un valore a sé stante, quale che sia la forma che può assumere”
  • 23. 23 Classificazione e antropologia/2  Lévy-Strauss individua nei meccanismi logici di natura binaria il criterio principe con cui poter “classificare e ordinare il mondo”  costruisce una serie di categorie mediante un sistema bipolare di opposizione o contrasti (caldo/freddo; crudo/cotto, destra/sinistra, etc.)  e in base a ciò esplora alcuni aspetti fondamentali nell’agire umano  tra cui i sistemi di parentela e il pensiero mitico
  • 24. 24 Classificazione e processi cognitivi/1  Jean Piaget:  riconosce una stretta interdipendenza fra i diversi campi del sapere  prende le distanze dalle classificazioni scientifiche lineari, statiche e quindi sterili  dà il suo assenso al sistema “circolare” delle scienze  “ in cui la logica si salda alle discipline psico- sociologiche, e in cui le scienze dell’uomo trovano punti di contatto con le scienze della natura” (M. T. Biagetti)
  • 25. 25 Classificazione e processi cognitivi/1  tre fasi di costruzione delle classificazioni nel bambino: 1. nella prima fase il bambino opera delle “collezioni figurali” senza distinguere l’oggetto spaziale e la classe riconosce delle relazioni di somiglianza, ma le applica soltanto a oggetti che si presentano in successione o a coppie di oggetti, senza innalzarsi al rapporto parti/tutto in seguito le collezioni cesseranno di essere soltanto figurali, e la distinzione fra “alcuni” e “tutti” – ossia il concetto di classe – viene ricavata a poco a poco
  • 26. 26 Classificazione e processi cognitivi/1 2. nella seconda fase le collezioni consistono in piccoli aggregati fondati sulle sole rassomiglianze, pur restando giustapposte le une alle altre senza essere ancora comunque incluse in classi più generali 3. il terzo e ultimo stadio è raggiunto con la conquista, piuttosto difficile, del concetto di inclusione e quindi di gerarchizzazione
  • 27. 27 Classificazione e processi cognitivi/2  ma Piaget esplora anche i rapporti fra la dimensione organica e quella cognitiva  indagine di vasto respiro  che prende in considerazione gli aspetti classificatori presenti ad ogni stadio sia dell’organizzazione biologica sia di quella cognitiva  la classificazione viene a trovarsi in ogni struttura di questa organizzazione  e ciò testimonia un rilevante “isomorfismo strutturale” tra gli aspetti biologici e quelli cognitivi _
  • 28. 28 Classificazione e storia delle biblioteche  un’indagine di tipo storico permette di comprendere meglio lo sviluppo dell’idea di classificazione  e la sua applicazione alle biblioteche  per far ciò, è opportuno associare la “tradizionale” storia delle biblioteche con analisi più marcatamente biblioteconomiche  in questo intervento il discorso si concentrerà sulle origini  ossia sulle civiltà mesopotamica ed egizia
  • 29. 29 La Mesopotamia  in Mesopotamia, a partire dal terzo millennio a. C.  si ritrovano non solo le prime apparizioni del pensiero classificatorio  ma anche i primi segni della sua presenza all’interno delle biblioteche  è un dato fondamentale che la nascita del pensiero classificatorio coincida con le prime forme di scrittura  tuttavia... il percorso verso uno statuto classificatorio solido ed efficace non sarà né rapido né lineare
  • 30. La Mesopotamia  occorre partire dalla prima forma di scrittura  quella cuneiforme elaborata dai Sumeri intorno al 3000 a. C.  e il primo eccellente materiale scrittorio  la tavoletta d’argilla 30
  • 31. 31 La Mesopotamia  sulle tavolette vengono registrate una quantità di informazioni, per lo più di natura amministrativa  che fin dagli inizi assumono la forma di vere e proprie liste  ruolo cruciale giocato da questi primi tipi di descrizione e di elencazione  al punto che, ai primi del Novecento, è sorta una branca del sapere definita Listenwissenschaft le liste costituiscono un momento decisivo nello sviluppo del pensiero
  • 32. Le liste “la lista può leggersi in diverse direzioni, sia lateralmente che verso il basso, cioè dall’alto in basso e da sinistra a destra ha un chiaro inizio e una precisa fine favorisce la sistemazione delle voci in modo ordinato, per numero, per suono iniziale, per categoria, ecc. l’esistenza di limiti, esterni e interni, dà alle categorie maggiore visibilità rendendole al tempo stesso più astratte” (J. Goody)
  • 33. 33 Le liste  queste liste però non sono strutturate secondo precisi criteri sistematici  i procedimenti classificatori impiegati dimostrano una profonda insufficienza concettuale  essendo in gran parte privi di quei principi logici in grado di dar vita a precise strutture classificatorie: 1) principio della scomposizione degli oggetti in elementi semplici (es. i quattro elementi) 2) principio dell’ordinamento scalare per genere e specie 3) principio della classificazione binaria
  • 34. 34 Le liste  un ulteriore difetto è dato dal carattere ‘aperto’ della classificazione, che cioè non raggiunge mai la completezza definitiva l’attività di classificazione consiste sostanzialmente in un’attività di nomenclatura  alcune eccezioni, tra cui il settore legislativo  nel quale “la spartizione binaria della realtà offre un agevole meccanismo per prevedere ogni fattispecie possibile” (Liverani)
  • 35. 35 La Mesopotamia  esiste dunque un’evoluzione verso un pensiero classificatorio più maturo?  se sì, questa evoluzione può portare ad un ordinamento classificato nelle biblioteche della Mesopotamia? una risposta può venire dalle acquisizioni della storia delle biblioteche che utilizzeremo per effettuare un rapido excursus cronologico
  • 36. 36 Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/1  collezione ritrovata ad Ebla e costituita da circa 2000 tavolette databili fra il 2300 e il 2250 a. C.  per alcune è stata accertata la comune provenienza “dal ripiano superiore della parete nord della stanza”  da ciò si è dedotto “che questo scaffale fosse la biblioteca di consultazione degli scribi di palazzo  collocata con gli altri documenti relativi alla vita di corte” (L. Casson)
  • 37. 37 Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/2  raccolta ritrovata a Nippur (2000 a. C. circa)  in due di queste tavolette sono elencati una serie di testi della letteratura sumera  il fatto che siano “elenchi relativi a un’unica raccolta” ha fatto pensare ad un vero e proprio catalogo, “seppur di tipo primitivo”  ma che ha costituito comunque “un grande passo avanti verso la sistematizzazione delle raccolte” (Casson)
  • 38. 38 Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/3  raccolta ritrovata ad Hattuša (17°-18° secolo a. C.)  sistema più progredito per catalogare i testi  con l’aggiunta di note identificative alle tavolette informazioni impiegate anche per segnalare tavolette di contenuto simile (vere e proprie serie) “la creazione delle serie riflette il desiderio di raccogliere in un unico luogo tutta la letteratura sullo stesso soggetto” (Weitemeyer)
  • 39. 39 Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/4  biblioteca fondata da Tiglath-Pileser I (1115-1077 a. C.)  diverse tipologie di materiali  testi di consultazione, liste di vocaboli, di piante e alberi, di animali, dèi, nomi di luoghi, testi astronomici, tavole di moltiplicazione  ritrovati anche alcuni inni  e addirittura un “catalogo di composizioni musicali le cui voci bibliografiche riportano anche gli strumenti cui erano destinati”
  • 40. Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/5  la biblioteca più importante è quella allestita nel palazzo reale di Ninive dal re assiro Assurbanipal (668-627 a. C.)  migliaia di tavolette con testi di ogni tipo, tra cui l’Epopea di Gilgamesh  “la prima biblioteca formata in modo sistematico in Mesopotamia” (L. Casson) 40
  • 41. 41 Classificazione e biblioteche in Mesopotamia/5  secondo alcuni autori le tavolette erano poste all’interno di vasi di terracotta ordinatamente allineati su scaffali  e distribuite in base a un preciso ordine nelle diverse stanze del palazzo  un’etichetta posta sulle tavolette identificava il vaso, lo scaffale e la sala in cui erano collocate  una sorta di catalogo elencava il posseduto di ciascuna sala ma non c’è accordo fra gli studiosi su quali fossero i reali criteri di ordinamento di questi materiali _
  • 42. 42 L’Egitto  anche in Egitto (2500 a. C.) ritroviamo una quantità di liste, soprattutto di tipo lessicale  contenenti “voci raggruppate sotto differenti classi”  che rappresentano “i primi passi in direzione di un’enciclopedia” (A. Gardiner)  intorno al 1100 a. C. si assiste alla memorizzazione, da parte degli scribi, di alcune di queste liste, e ciò avviene attraverso una ripartizione “entro categorie adeguate” “non sono serie di parole in ordine alfabetico, ma cataloghi di cose ordinate secondo la loro specie”
  • 43. 43 L’Egitto  due importanti lessici onomastici  che forniscono un’immagine precisa dei criteri di classificazione dell’antico Egitto:  il Ramesseum, risalente al periodo dal 2150 al 1540 a. C. circa  e l’Amenopè, databile intorno al 1100 a. C.
  • 44. 44 Il Ramesseum  è costituito da una lista di parole accompagnate da due sezioni  nelle quali “brevi linee verticali danno le intestazioni classificatorie”  mentre “la formalità della sistemazione è ancor più posta in rilievo dal fatto che il testo era racchiuso da linee parallele tracciate longitudinalmente in alto e in basso” (Goody)
  • 45. 45 Il lessico di Amenopè  rappresenta uno sviluppo fondamentale  lista di oltre 600 voci (all’origine circa 2000)  basata su precisi criteri sistematici “nel presentare questa lista l’autore non si limitava a enumerare, ma classificava, con intestazioni che spesso contrassegnavano l’inizio di categorie nuove” (Goody)  le categorie (vere e proprie classi principali) del lessico di Amenopè sono:
  • 46. 46 Il lessico di Amenopè I Intestazione introduttiva II Cielo, acqua, terra (n. 1-62) III Persone, corte, uffici, occupazioni (n. 63-229) IV Classi, tribù, e tipi di essere umano (n. 230-312) V Le città dell’Egitto (n. 313-419) VI Edifici, loro parti e tipi di terra (n. 420-473). VII Terreni agricoli, cereali e loro prodotti (n. 474- 555) VIII Bevande (n. 556-578) IX Parti d’un bue e tipi di carne (n. 579-610)
  • 47. 47 Il lessico di Amenopè  in quest’opera l’autore si proponeva una sorta di “classificazione razionale”  “una sistemazione dal superiore all’inferiore (II, III)  e dal generale al particolare (III, IV, V, IX)  mentre l’elenco delle città dell’Alto Egitto segue un ordine da nord a sud” (Gardiner)
  • 48. L’intestazione introduttiva del lessico di Amenopè
  • 49. La terza categoria del lessico di Amenopè
  • 50. Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto  intorno al 1100 a. C., quindi, il pensiero classificatorio dell’antico Egitto acquisisce una maggiore solidità  ossia una capacità di ripartizione di oggetti e fenomeni superiore a quella rilevata in Mesopotamia  e in ambito bibliotecario?  anche per l’Egitto mancano riscontri diretti fra questa evoluzione e un’organizzazione di tipo sistematica delle biblioteche
  • 51. Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto  diversi autori attestano l’esistenza di criteri di tipo classificato applicati alle raccolte documentarie  i rotoli di papiro erano disposti in vasi o cofani  collocati all’interno di nicchie o su scaffali in base a determinati criteri  metodi di organizzazione simili a quelli mesopotamici  ma per trovare forme più esplicite di ordinamento classificato si dovrà aspettare fino al III-II secolo a. C.
  • 52. Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto  infatti risale a questo periodo la biblioteca del tempio di Horus a Edfu  dove, secondo alcuni autori, le iscrizioni sulle pareti costituivano una sorta di catalogo delle opere  contenute in 34 casse e ripartite sistematicamente  “i rotoli erano elencati in due registri, di cui il secondo comprendeva soltanto opere sulla magia”  da ciò si è pensato che vi fosse una “classificazione logica alla base di tale ordinamento” (R. Hyman)
  • 53. Classificazione e biblioteche nell’antico Egitto  “alcuni elementi di collocazione, simili a segnature, erano stati usati per registrare sulle pareti le opere classificate per soggetto  gli antichi Egizi riponevano i rotoli di papiro in giare di terracotta o in custodie di pelle o anche in cilindri metallici, a cui era fissata l’etichetta con il titolo  questi rotoli erano conservati in casse o sugli scaffali anche se non abbiamo certezze sull’esatto ordinamento dei rotoli, la loro disposizione, considerando le testimonianze, non era casuale” (R. Hyman)
  • 54. Conclusione (provvisoria)  le strutture bibliotecarie della Mesopotamia e dell’Egitto come un banco di prova verso criteri sistematici più definiti  specie nelle epoche più tarde (e con l’avvento di un pensiero classificatorio più maturo)  attraverso un costante miglioramento dei metodi di ripartizione dei documenti  per dar vita a realtà, come la grande biblioteca di Alessandria  in cui “tutto il sapere del mondo” può essere raccolto e ordinato con criteri più solidi ed efficienti
  • 55. 55 Incontro ISKO Italia Bologna, 20 aprile 2015 Michele Santoro I dintorni della classificazione Grazie per l’attenzione!