Come l'identità diventa valore | Gianfranco MarocchiIris Network
XVII Workshop sull'impresa sociale
12-13 settembre 2019
Riva del Garda (TN)
www.workshop.irisnetwork.it
La XVII edizione del Workshop sull'impresa sociale si è aperta con una sessione plenaria che ha previsto le seguenti presentazioni.
INTRODUZIONE ALLA XVII EDIZIONE DEL WORKSHOP SULL'IMPRESA SOCIALE
Marco Musella | Iris Network – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
COME L'IDENTITA' DIVENTA VALORE: ECONOMICO, SOCIALE E POLITICO
Elisa Chiaf (Cooperativa di Bessimo), Sara Depedri (Euricse), Gianfranco Marocchi (Welfare Oggi)
AGIRE SULLE RADICI PSICOLOGICHE DELLA DISUGUAGLIANZA: IL RUOLO DELL'IMPRESA SOCIALE
Keynote speech di Chiara Volpato | professore ordinario di Psicologia Sociale, Dipartimento di Psicologia, degli Studi di Milano-Bicocca
Modera Marika Damaggio | Corriere del Trentino
Conclusioni di Marco Musella | Iris Network – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Come l'identità diventa valore | Gianfranco MarocchiIris Network
XVII Workshop sull'impresa sociale
12-13 settembre 2019
Riva del Garda (TN)
www.workshop.irisnetwork.it
La XVII edizione del Workshop sull'impresa sociale si è aperta con una sessione plenaria che ha previsto le seguenti presentazioni.
INTRODUZIONE ALLA XVII EDIZIONE DEL WORKSHOP SULL'IMPRESA SOCIALE
Marco Musella | Iris Network – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
COME L'IDENTITA' DIVENTA VALORE: ECONOMICO, SOCIALE E POLITICO
Elisa Chiaf (Cooperativa di Bessimo), Sara Depedri (Euricse), Gianfranco Marocchi (Welfare Oggi)
AGIRE SULLE RADICI PSICOLOGICHE DELLA DISUGUAGLIANZA: IL RUOLO DELL'IMPRESA SOCIALE
Keynote speech di Chiara Volpato | professore ordinario di Psicologia Sociale, Dipartimento di Psicologia, degli Studi di Milano-Bicocca
Modera Marika Damaggio | Corriere del Trentino
Conclusioni di Marco Musella | Iris Network – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
L'AUTONOMIA COMUNALE A DIFESA DEL TERRITORIO E DEI CITTADINIFranco Brugnola
Potenziare l'autonomia comunale per utilizzare al massimo la potestà regolamentare coinvolgendo i cittadini nella fase di predisposizione degli stessi e facendoli partecipare alla valutazione della qualità dei servizi pubblici e dei dirigenti.
Presentazione ABC - Assemblea 4 aprile 2014capannoriabc
Presentazione del movimento ABC fatta all'Assemblea del 4 aprile 2014 presso l'hotel Hambros a Lunata.
Vengono illustrati il manifesto, le linee guida del programma, i criteri per la definizione della lista, il calendario degli appuntamenti.
Dal diritto urbanistico al diritto urbano o delle città: i patti urbani e i c...Sardegna Ricerche
L'intervento di Chiara Prevete in occasione del seminario "We-Economy - Il valore sociale genera valore economico" che si è tenuto il 21 febbraio 2019 a Cagliari.
Il seminario è organizzato all'interno di cambiaMENTI, il programma che mira a valorizzare le migliori idee d'impresa e progetti d'innovazione ad alto valore sociale, culturale e creativo.
Piano Urbanistico Generale - Quello che devi sapereComune di Bologna
"Quello che devi sapere” è una semplice guida per scoprire il Piano Urbanistico Generale di Bologna, uno strumento normativo composto da diversi elaborati, che individua le linee strategiche di trasformazione della città sul lungo periodo. Il Piano è stato proposto dalla Giunta del Comune di Bologna alla città a febbraio 2020 e, attraverso diverse fasi di consultazione della cittadinanza e tavoli tecnici, verrà integrato e modificato fino alla sua versione definitiva. Tutte le informazioni su comune.bologna.it/pug
Settimana UNESCO a Battipaglia - Lo sviluppo sostenibile - Agenda 21 ed Aahru...Associazione Civica Mente
Convegno dibattito sulla raccolta differenziata, visto che le discariche abusive sono uno degli elementi che deturpano il nostro paesaggio. Il 21 novembre essendo la giornata nazionale dell’albero si parlerà anche degli alberi che possono avere un ruolo funzionale alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, come ad esempio gli alberi che naturalmente possono contribuire alla bonifica dei terreni dove ci sono stati sversamenti leciti o meno.
L'iniziativa rientra tra le attività organizzate in occasione dell'Ottava Settimana UNESCO di educazione allo sviluppo sostenibile “I paesaggi della bellezza: dalla valorizzazione alla creatività” ed è indetta dalle associazioni “Civica Mente”, “Mulieres donne per il sud”, “Non sei sola” con sede in Battipaglia (SA), dalla sezione di Battipaglia della “F.I.D.A.P.A.” e “Luna e l’altra” di Eboli (Sa).
Interventi:
prof. Vincenzo Venditto docente di chimica industriale e ricercatore presso l'università di Salerno;
avv. Dario Barbirotti, componente della settima commissione consiliare permanente della regione Campania "Ambiente, Energia, Protezione Civile",
Carmine Sica, esperto di tutela dell’ambiente, membro del comitato cittadino per le bonifiche;
dott.ssa Rosa Ferro, esperta di tutela dell’ambiente, per presentare l’adesione alla Agenda 21 della nostra città e la convenzione di Aarhus;
avv. Antonio Amatucci delegato alle politiche ambientali nella precedente amministrazione comunale.
Slide presentate da Raffaele Colaizzo durante il laboratorio regionale "Lo strumento dello Sviluppo Locale Partecipativo per la realizzazione della Strategia per le Aree interne in Campania. Napoli, 10 febbraio 2014
An urban regeneration process - from call to action: the case of historic centre of molfetta, Apulia Region, Italy
Presented during the VIVA EAST Thematic Seminar on "Methodology for Urban Planning and Design of minor Historic Centres Territorial Cultural Systems, Bari, Italy, Oct. 2012
Santarcangelopiù, progetti per la città. La scommessa condivisa tra Comune e privati sul recupero e sulla rigenerazione urbana. Premio Forum PA 2018 - Città, infrastrutture e capitale sociale
La visione del Sindaco Marino e dell’Assessore Caudo di una politica urbana basata sulla rigenerazione dell’esistente attraverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffusione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architettonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale.
Torsapienza. Una esperienza di progettazione condivisa tra Inarch, Acer e Com...Marialuisa Palumbo
La proposta del sindaco Marino e dell'assessore Caudo di una politica urbana basata sulla rigenerazione dell’esistente attraverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffusione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architettonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale.
Documento programmatico elaborato dal Coordinamento Prov. del FLI di Ancona e dal Coordinamento Prov. del FLI di Fermo, per la stesura di un'azione politica alle amministrative comunali del 2012.
L'AUTONOMIA COMUNALE A DIFESA DEL TERRITORIO E DEI CITTADINIFranco Brugnola
Potenziare l'autonomia comunale per utilizzare al massimo la potestà regolamentare coinvolgendo i cittadini nella fase di predisposizione degli stessi e facendoli partecipare alla valutazione della qualità dei servizi pubblici e dei dirigenti.
Presentazione ABC - Assemblea 4 aprile 2014capannoriabc
Presentazione del movimento ABC fatta all'Assemblea del 4 aprile 2014 presso l'hotel Hambros a Lunata.
Vengono illustrati il manifesto, le linee guida del programma, i criteri per la definizione della lista, il calendario degli appuntamenti.
Dal diritto urbanistico al diritto urbano o delle città: i patti urbani e i c...Sardegna Ricerche
L'intervento di Chiara Prevete in occasione del seminario "We-Economy - Il valore sociale genera valore economico" che si è tenuto il 21 febbraio 2019 a Cagliari.
Il seminario è organizzato all'interno di cambiaMENTI, il programma che mira a valorizzare le migliori idee d'impresa e progetti d'innovazione ad alto valore sociale, culturale e creativo.
Piano Urbanistico Generale - Quello che devi sapereComune di Bologna
"Quello che devi sapere” è una semplice guida per scoprire il Piano Urbanistico Generale di Bologna, uno strumento normativo composto da diversi elaborati, che individua le linee strategiche di trasformazione della città sul lungo periodo. Il Piano è stato proposto dalla Giunta del Comune di Bologna alla città a febbraio 2020 e, attraverso diverse fasi di consultazione della cittadinanza e tavoli tecnici, verrà integrato e modificato fino alla sua versione definitiva. Tutte le informazioni su comune.bologna.it/pug
Settimana UNESCO a Battipaglia - Lo sviluppo sostenibile - Agenda 21 ed Aahru...Associazione Civica Mente
Convegno dibattito sulla raccolta differenziata, visto che le discariche abusive sono uno degli elementi che deturpano il nostro paesaggio. Il 21 novembre essendo la giornata nazionale dell’albero si parlerà anche degli alberi che possono avere un ruolo funzionale alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, come ad esempio gli alberi che naturalmente possono contribuire alla bonifica dei terreni dove ci sono stati sversamenti leciti o meno.
L'iniziativa rientra tra le attività organizzate in occasione dell'Ottava Settimana UNESCO di educazione allo sviluppo sostenibile “I paesaggi della bellezza: dalla valorizzazione alla creatività” ed è indetta dalle associazioni “Civica Mente”, “Mulieres donne per il sud”, “Non sei sola” con sede in Battipaglia (SA), dalla sezione di Battipaglia della “F.I.D.A.P.A.” e “Luna e l’altra” di Eboli (Sa).
Interventi:
prof. Vincenzo Venditto docente di chimica industriale e ricercatore presso l'università di Salerno;
avv. Dario Barbirotti, componente della settima commissione consiliare permanente della regione Campania "Ambiente, Energia, Protezione Civile",
Carmine Sica, esperto di tutela dell’ambiente, membro del comitato cittadino per le bonifiche;
dott.ssa Rosa Ferro, esperta di tutela dell’ambiente, per presentare l’adesione alla Agenda 21 della nostra città e la convenzione di Aarhus;
avv. Antonio Amatucci delegato alle politiche ambientali nella precedente amministrazione comunale.
Slide presentate da Raffaele Colaizzo durante il laboratorio regionale "Lo strumento dello Sviluppo Locale Partecipativo per la realizzazione della Strategia per le Aree interne in Campania. Napoli, 10 febbraio 2014
An urban regeneration process - from call to action: the case of historic centre of molfetta, Apulia Region, Italy
Presented during the VIVA EAST Thematic Seminar on "Methodology for Urban Planning and Design of minor Historic Centres Territorial Cultural Systems, Bari, Italy, Oct. 2012
Santarcangelopiù, progetti per la città. La scommessa condivisa tra Comune e privati sul recupero e sulla rigenerazione urbana. Premio Forum PA 2018 - Città, infrastrutture e capitale sociale
La visione del Sindaco Marino e dell’Assessore Caudo di una politica urbana basata sulla rigenerazione dell’esistente attraverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffusione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architettonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale.
Torsapienza. Una esperienza di progettazione condivisa tra Inarch, Acer e Com...Marialuisa Palumbo
La proposta del sindaco Marino e dell'assessore Caudo di una politica urbana basata sulla rigenerazione dell’esistente attraverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffusione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architettonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale.
Documento programmatico elaborato dal Coordinamento Prov. del FLI di Ancona e dal Coordinamento Prov. del FLI di Fermo, per la stesura di un'azione politica alle amministrative comunali del 2012.
La proposta del sindaco Marino e dell'assessore Caudo di una politica urbana basata sulla rigenerazione dell’esistente attraverso operazioni attente tanto alle grandi questioni ambientali (dalla riduzione del consumo di suolo allo sviluppo di pratiche di sostenibilità e resilienza) quanto alle esigenze sociali (alla reale composizione della domanda abitativa), ha trovato nell’INARCH Lazio un interlocutore interessato non solo a sostenere la diffusione e discussione di questi temi, ma pronto a lavorare insieme all’amministrazione ed agli imprenditori per renderli concreti.
Nasce così l’idea di un laboratorio di progettazione che, sulla base di una collaborazione operativa con l’Acer, e in dialogo con l’Assessorato, elabori progetti pilota sulle principali tipologie di “rigenerazione”, per verificarne scenari di sostenibilità architettonica, sociale ed ambientale, nonché di fattibilità economica e procedurale.
Finalità e modello di intervento delle politiche di coesione [riflessioni teo...OpenCoesione
Intervento di OpenCoesione al Corso di Banca d'Italia sulle "Politiche per la coesione territoriale": Finalità e modello di intervento delle politiche di coesione [riflessioni teoriche, istituzionali e di esperienza pratica]
Work in progress 1.0 del Protocollo E-S-P, per la valutazione di progetti e modalità di attuazione opere e attività a forte impatto sociale, in ambito Comunale mediante la partecipazione attiva dei cittadini, il cui valore si concretizzi in aumento dell'occupazione, risparmio per i cittadini, miglioramento del servizio.
Bando MeetYoungCities su innovazione sociale giovani nei Comuni ed Unioni di ...Parma Couture
La Fondazione Istituto per la Finanza Locale (IFEL), nell'ambito della Convenzione stipulata con l'ANCI e con l'Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG) il 23 Luglio 2014 per l'implementazione del Programma "MeetYoungCities: Social innovation e partecipazione per i giovani dei Comuni italiani", ha pubblicato un avviso pubblico per il finanziamento di progetti di innovazione sociale a livello comunale o sovra-comunale. IFEL intende, in particolare, supportare i Comuni e le Unioni di Comuni già iscritti come promotori all'Osservatorio ANCI sulla Smart City nell'identificazione e realizzazione di servizi, spazi e interventi che sappiano rispondere in forme innovative alle nuove esigenze dei cittadini, facilitando meccanismi di inclusione e partecipazione, anche attraverso le tecnologie digitali, dei giovani (16 - 35 anni) che non accedono ad opportunità formative, culturali e professionali. I principali ambiti di intervento sono il welfare, la cultura e turismo, la mobilità, l’ambiente e la condivisione di spazi pubblici per il co-working e l'avvio di start-up giovanili. Ogni Comune / Unione di Comuni potrà richiedere un contributo massimo di 125.000 euro, garantendo nel contempo il co-finanziamento (anche in partnership con altri soggetti pubblici o privati) di almeno il 20% del valore totale del progetto.
Scadenza del bando: 1 Dicembre 2014
Presentazione per il XII convegno nazionale dei sociologi dell'ambiente, "Politica, ecologia e società nell'Antropocene", Università degli studi di Salerno, 26-27 Settembre 2019
1. A cura di Giuseppe Carpentieri
https://peppecarpentieri.wordpress.com
Piccoli consigli con nozioni di diritto urbanistico e cominciare
a scoprire il conflitto fra interessi privati e interesse generale,
per tutelare il bene comune.
maggio 2017
La dispersione urbana (sprawl) a Salerno
Appunti di urbanistica
2. • PARTE I, l’approccio bioeconomico e territoriale
• PARTE II, la dispersione urbana nell’area
salernitana
• PARTE III, il governo del territorio e l’urbanistica
• PARTE IV, gli insediamenti urbani
• PARTE V, approfondimenti seguendo l’approccio
della scuola di Saverio Muratori
4. • E’ opinione dello scrivente che una soluzione politica per
migliorare la qualità della vita degli abitanti si trovi nella
necessità di cambiare i paradigmi culturali della società,
e nello specifico cambiare le politiche urbane, e persino
l’ambito territoriale delle istituzioni locali poiché non
rappresenta più la società stessa.
• Cambiare l’approccio e le modalità di distribuzione dei
finanziamenti, non più in funzione della crescita della
produttività ma in relazione allo sviluppo umano, alla
necessità della tutela del patrimonio e dei rischi
ambientali, e alla necessità di progetti bioeconomici
rigenerativi.
• La prosperità legata alla territorializzazione dello
sviluppo umano, dei diritti e delle attività manifatturiere
utili ai sistemi locali secondo principi bioeconomici.
5. Generazioni dell’urbanistica
• Campos Venuti ha riassunto l’approccio economico,
sociale, culturale e politico del rapporto fra città e
territorio:
– la prima generazione di piani è la ricostruzione post bellica
(urbanesimo) – «modernizzazione capitalista della città»;
– la seconda generazione (anni ‘60) è la «razionalizzazione
dello sviluppo capitalistico della città», l’urbanistica
razionalista e riformista, l’espansione urbana e la
prevalenza della rendita;
– la terza generazione anni ’80, la trasformazione delle aree
dismesse, la deregulation urbanistica, il condono edilizio
• Riprendendo l’approccio delle generazioni, oggi serve la
quarta generazione di piani fondata sulla bioeconomia.
6. Programmare progetti bioeconomici
• Orientare la programmazione negoziata (art. 2, punto
203, della L.662/1996) della pubblica amministrazione
e della pianificazione su progetti bioeconomici, e
quindi programmare le risorse in funzione di tali
progetti.
• La programmazione negoziata è l’accordo fra soggetti
pubblici, statali e locali, e soggetti privati per realizzare
programmi e interventi coordinati. Gli strumenti sono:
l’intesa istituzionale di programma, l’accordo di
programma quadro, il patto territoriale, il contratto di
programma, il contratto d’area.
7. • Osservando l’armatura urbana italiana e i
cambiamenti sociali degli abitanti, delle
imprese, e del mercato, si riconosce che gli
attuali livelli istituzionali sono obsoleti. Gli
attuali confini amministrativi dei Comuni non
rappresentano più il luogo per governare
correttamente il territorio.
• Una proposta è spostare la competenza
urbanistica “strutturale, attuativa e settoriale”
a un livello territoriale più vasto osservando i
“sistemi locali del lavoro”.
15. • L’aggiornamento delle aree funzionali, chiamate
“sistemi locali del lavoro”, evidenzia come
abitanti e imprese utilizzano il territorio in
un’area “vasta”.
• Per governare reti di città o il policentrismo è
necessario creare uffici di pianificazione ad hoc,
per predisporre piani intercomunali adeguati
secondo la bioeconomia.
• I piani intercomunali bioeconomici (rigenerativi)
dentro “bioregioni urbane” rappresentano
l’approccio culturale adeguato. Il concetto di
bioregione urbana è divulgato dalla scuola
territorialista.
16. • Nell’accezione tradizionale dell’economia
neoclassica e liberale, la geografia urbana e le
politiche urbane sono state pensate per stimolare
agglomerazione industriali presso i centri urbani. A
partire dagli anni ‘80, la globalizzazione neoliberale
suggerisce alle imprese di abbandonare l’Occidente
mentre i governi locali delle città continuano a
pianificare politiche di sviluppo attraverso la
rendita urbana.
• Una nuova prospettiva per le aree urbane può
essere programmata attraverso il modello della
bioregione urbana capace di produrre prosperità
valorizzando le risorse locali e la coesione sociale,
cioè territorializzando.
17. • Per attuare politiche urbane che rigenerano i
territori, affrontando i problemi veri delle aree
urbane, è necessario cambiare l’approccio
culturale delle istituzioni e finanziare
direttamente progetti dando priorità all’impatto
sociale e ambientale.
• Lo Stato deve riprendersi il ruolo attivo di
coordinatore, controllore vero della
pianificazione di politiche industriali e sociali,
poiché gli investimenti privati hanno la priorità
del profitto, e questo aspetto non
necessariamente coincide con l’interesse
generale.
18. • Una strada per riconsegnare forza ed efficacia
allo Stato è la famosa pubblicizzazione dei
suoli attraverso l’esproprio generalizzato che
toglie agli speculatori la possibilità di
appropriarsi indebitamente della rendita.
• In questo modo, come hanno fatto altri Paesi
europei, è possibile vincolare i suoli e
concentrare energie nei tessuti urbani
consolidati per rigenerarli.
• Ripristinando il controllo e l’azione dello Stato
è possibile realizzare piani di recupero urbano.
19. • E’ noto che negli ultimi trent’anni i Comuni hanno
sperimentato tecniche di perequazione urbanistica per
evitare l’uso dell’esproprio generalizzato e tentare di
pareggiare il valore economico dei diritti edificatori.
• La perequazione è stata impiegata per far crescere le
città. Oggi la priorità è rigenerare e fermare il
consumo di suolo agricolo. La tecnica perequativa
andrebbe ripensata per favorire il bene comune, cioè
intervenire per manutenere l’esistente e usare la leva
fiscale per favorire eventuali trasferimenti di volumi,
utili a recuperare standard.
20. BES 2016, le dimensioni da migliorare che indicano su cosa investire
21. Ciclo vita di un territorio che indica come pensare, fonte Torricelli
22. • Nelle slide precedenti abbiamo visto quali sono
i temi (le dimensioni del BES: salute, ambiente …)
dove investire soldi pubblici e privati, e poi il
modello concettuale economico dei flussi
(bioeconomia) per misurare gli impatti.
• Ricordandoci che lo scopo della pianificazione
urbanistica non è fare profitto ma costruire i
diritti a tutti i cittadini, dobbiamo aggiungere
l’obiettivo dell’architettura, cioè progettare la
bellezza civile.
23. Focus sulla bioeconomia
• Nell’immagine precedente sui flussi di un territorio,
possiamo cogliere alcuni principi bioeconomici
fondamentali:
– Una pluralità di valori (risorse/prestazioni sociali e ambientali)
tra loro irrinunciabili è indice di felicità
– La felicità/benessere dipende dalle relazioni (sociali,
ambientali, economiche)
– L’unità di analisi è la relazione tra le parti e i sistemi (disegno
urbano, uso dello spazio e dell’energia)
– Il territorio è soggetto alle leggi della termodinamica e della
biologia
– Le relazioni sono orientate alla cooperazione e alla coesistenza
e non alla competitività
– Nel modello bioeconomico i bisogni sono saziabili
24. PARTE II
• La dispersione urbana nell’area salernitana
25. • Cos’è lo sprawl? La dispersione urbana, chiamata
sprawl in termini anglosassoni, nasce come
edificazione sparsa a bassa densità. Nel corso del suo
sviluppo assume anche forme di disordine urbano e
di speculazione edilizia poiché i nuovi insediamenti
non sono integrati negli ambiti urbani esistenti, e
spesso si trovano ai margini delle città (periurbano)
dilatando l’area urbana e aumentando gli sprechi.
Crescendo la dispersione diminuisce il suolo agricolo,
contribuendo ad aumentare l’impronta ecologica
delle città. Lo sprawl obbliga ad aumentare i costi per
la collettività e favorisce la dipendenza dai mezzi
privati.
26. • In Italia, la dispersione urbana si realizza già ai primi
anni del secondo dopo guerra, poiché la ricostruzione
post bellica delle città e l’industrializzazione del paese
favoriscono l’inurbamento; ma questo processo di
centralizzazione e agglomerazione non è ben
governato, mentre le classi borghesi locali
approfittando della crescita sfruttano la rendita,
influenzano le scelte di pianificazione, e localizzano i
nuovi insediamenti urbani, per i ceti meno abbienti, in
periferia e mal collegati ai centri. E’ un primo periodo
di disordine urbano realizzato in tutti i centri urbani
italiani.
27. Conseguenze dello sprawl
• Le attività sono troppo diffuse per rendere
economicamente sostenibile il trasporto pubblico.
• Il pendolarismo sottrae tempo alle famiglie, aumenta
il consumo di benzina, crea ingorghi e di conseguenza
atteggiamenti aggressivi.
• Uno stile di vita che richiede l’uso di automobili è
discriminante nei confronti dei disabili e dei giovani. I
ragazzi hanno poco possibilità di scegliere attività
adeguate al loro sviluppo umano.
28. • Lo sprawl è una cementificazione a bassa densità che
crea dipendenza dall’automobile, e genera un
pendolarismo esteso, favorendo la congestione del
traffico e contribuendo all’aumento dell’inquinamento,
quindi abbassando la qualità di vita degli abitanti.
• Un altro effetto dello sprawl è il movimento centrifugo
degli abitanti che sono allontanati dai centri storici
verso aree esterne corrodendo la base fiscale, e
costringendo le città ad aumentare le tasse per riuscire
a sostenere i servizi.
Conseguenze dello sprawl
Nota: tutte le immagini panoramiche sono tratte da google earth
29. Consumo di suolo agricolo nel Sistema Locale del
Lavoro (SLL) salernitano
37. Salerno e il suo ambito identitario, fonte Ptcp 2012.
38. L’ambito identitario del sistema salernitano presenta le
seguenti forme insediative: l’area di
gravitazione urbana costituita dal centro del capoluogo,
con l’unità di paesaggio area urbana di Salerno e
il periurbano collinare con l’unità di paesaggio
denominata Pendici occidentali dei Picentini.
Conurbazioni: una a Nord, da Salerno verso Mercato San
Severino che scorre nell’unità di paesaggio Valle
dell’Irno con diverse e complicate ramificazioni
periurbane e rurbane collinari che rappresentano alta
dispersione urbana. Due conurbazioni lineari a Sud, la
principale uscendo da Salerno verso i centri urbani di
Pontecagnano e Battipaglia, nell’unità di paesaggio Piana
del Sele, e l’altra minore lungo la linea di costa di piccola
formazione verso Agropoli.
39. • Altre conurbazioni lineari a Nord-Est sono in corso di
sviluppo, una da Pontecagnano verso Giffoni Valle
piana nell’unità di paesaggio fluviale del Picentino, e
l’altra fra Bellizzi e Montecorvino Rovella che sale
verso le pendici Sud-orientali dei Picentini. Due
sistemi rurbani inseriti nell’unità di paesaggio
dei Picentini: uno fra Salerno e San Mango Piemonte,
e l’altro fra Pontecagnano e Montecorvino Pugliano.
40. Salerno e il suo sistema urbano, fonte Ptcp 2012.
42. Salerno e le sue conurbazioni, una in direzione Sud verso Battipaglia e l’altra
verso Nord nella valle dell’Irno. Le dispersioni in zone collinari.
Valle dell’Irno
Battipaglia - Eboli
43. Salerno e la conurbazione nella valle dell’Irno. Le dispersioni in zone collinari.
Valle dell’Irno
Periurbano collinare
Periurbano collinare
44. • La realtà della forma urbana insediata mostra
la dispersione urbana (sprawl) che favorisce spreco
di risorse mentre potevano essere risparmiate.
Incoscienza e incapacità amministrativa sull’attività
urbanistico-edilizia hanno favorito consumo dei suoli
agricoli, congestione, traffico, inquinamento e
inquietudine urbana, danneggiando la collettività.
La crescita disordinata degli aggregati
edilizi deliberata da sprovveduti Consigli comunali,
che hanno assecondato i capricci dei proprietari dei
suoli, mostra sia i danni irreversibili e sia la cattiva
distribuzione degli insediamenti produttivi e delle
abitazioni.
45. • Il complicato contesto urbano mostra interazioni e
usi del territorio di imprese e utilizzatori (city users)
convivendo fra inquinamento, insicurezza e conflitti
sociali. E’ questa la dimensione che va governata
attraverso un piano intercomunale
bioeconomico per tutelare il territorio come
prescrive la Costituzione, localizzare opere pubbliche,
servizi e vincolare il patrimonio naturale, storico e
valorizzare le risorse agroforestali.
46. Rosso insediamenti fino 1871
Marrone chiaro 1872-1956
Grigio epoca moderna
Giallo insediamenti più recenti
Blu insediamenti speciali
Viola insediamenti produttivi
47. Il centro storico con l’impianto urbano di eredità medioevale
con alta densità, e una forma intricata a grana grossa.
48. Salerno e la sua espansione moderna a grana media,
prima del DM 1444/68.
49. • Prima di osservare le immagini più dettagliate
relative alla dispersione urbana, è necessario
ricordare che i Consigli comunali adottano i piani
mentre le Regioni approvano gli stessi. In precedenza
era il Ministero ad approvare i piani.
• La Costituzione italiana ordina la tutela del territorio
e la costruzione di diritti per tutti i cittadini, mentre
la legge urbanistica nazionale non prevedeva la
dispersione urbana ma l’esatto contrario: «favorire il
disurbanamento e di frenare la tendenza
all’urbanesimo».
50. Salerno e la sua espansione contemporanea con forme aperte
in parte avvenuta prima del DM 1444/68
Periurbano collinare
Periurbano collinare
Periurbano collinare
51. Lo sprawl sulle colline, il colle Bellaria (Sala Abbagnano) e la dispersione sul
Versante a Nord Brignano
Periurbano collinare
Periurbano collinare
Periurbano collinare
52. Lo sprawl sulle colline, il colle Bellaria (Sala Abbagnano) e la dispersione sul
versante a Nord, Casa Manzo e Brignano. Anni ‘70, ‘80 e ‘90. Edilizia privata.
53. Le prime forme di dispersione urbana, il Carmine alto con via Calenda,
la Mennola, via Seripando. Anni ‘70 e ‘80. Edilizia privata.
54. Le prime forme di dispersione urbana via Seripando e la Mennola.
Edilizia privata.
55. Disordine urbano e dispersione in collina, Matierno e Cappelle, inizio anni ’80 e
anni ’90. Edilizia pubblica e agevolata.
56. Disordine urbano e dispersione in collina, Cappelle. Edilizia agevolata.
57. Disordine urbano e dispersione in zona Monticelli e Fuorni.
Edilizia agevolata e privata.
60. Disordine urbano e dispersione in zona Brignano. Insediamenti recenti.
Edilizia privata.
61. Rurbano e dispersione urbana sulle colline di Salerno, località Piegolelle.
Anni ’70 e ‘80.
62. Rurbano e dispersione urbana nei comuni viciniori , San Mango Piemonte,
località Monticelli e campo Maiuri. Insediamenti recenti. Edilizia agevolata
e privata.
63. Rosso insediamenti fino 1871
Marrone chiaro 1872-1956
Grigio epoca moderna
Giallo insediamenti più recenti
Blu insediamenti speciali
Viola insediamenti produttivi
70. • L’opposto della dispersione urbana è la corretta
pianificazione delle aree urbane, che avviene
attraverso la progettazione degli spazi con regole di
composizione urbana, dai singoli elementi come le
cellule urbane fino ai quartieri.
• La corretta pianificazione prevede proprio la
possibilità che gli abitanti vivano in luoghi con densità
medie e di spostarsi prevalentemente a piedi o coi
mezzi pubblici.
• Gli stessi piani regolatori prevedono analisi
approfondite al fine di dimensionare correttamente i
servizi da inserire nelle cellule urbane.
71. • L’esperienza amministrativa insegna che i politici locali
non hanno saputo coniugare Costituzione e corretto
uso del territorio, pertanto sarebbe saggio affidare la
pianificazione a una struttura sovracomunale
(rescaling) capace di coordinare sapere tecnico e
partecipazione attiva dei cittadini nel processo
decisionale. Per le zone urbanizzate sono necessari
strumenti attuativi di conservazione dei centri storici e
di rigenerazione urbana della aree consolidate, mentre
è inutile pensare a un’espansione urbana, piuttosto è
più saggio ridistribuire densità e carichi urbani
(fermare il consumo di suolo agricolo), pianificando
eventuali trasferimenti di volumi, sfruttando le aree
sottoutilizzate e abbandonate, per recuperare gli
standard mancanti nelle aree consolidate.
72. • Il piano dovrebbe essere incentrato sull’analisi della
morfologia urbana e l’adozione di criteri di qualità
urbana e architettonica. Analisi della morfologia
urbana e partecipazione dei cittadini ai processi
decisionali influenzano gli interventi di
trasformazione urbana per migliorare l’ambiente
urbano esistente. Una volta censiti gli immobili
(pubblici e privati) inutilizzati, con questo approccio
rigenerativo sarebbe più utile una “perequazione
diffusa” capace di identificare meglio l’interesse
pubblico (la costruzione della città pubblica), di
rispettare una maggiore eguaglianza rispetto a quella
di “comparto”, e di attrarre gli investitori pubblici e
privati.
73. • Il piano intercomunale bioeconomico,
nel periurbano e rurbano punta alla tutela e
alla valorizzazione dell’agricoltura, favorisce e
mantiene la relazione paesaggio agrario e
città, progettando reti ecologiche e la
diversificazione colturale. Ciò può accadere
con una maglia agraria e paesaggistica di scala
medio-ampia; altro obiettivo è
il mantenimento della funzionalità e
dell’efficienza del sistema di regimazione
idraulico-agrario.
Nota: tutte le immagini panoramiche sono tratte da google earth
74. La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
75. I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
La rendita e la città senza regole
76. La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
77. La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
78. La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
79. La rendita e la città senza regole
I problemi urbani delle città come Salerno sono noti: l’edificazione senza regole
compositive e senza rispettare la tecnica urbanistica. L’insediamento è il frutto
dell’avidità dei proprietari per sfruttare il profitto della rendita ma danneggiando
ambiente e collettività. Le regole di tecnica urbanistica prevedono corretti rapporti fra
aree stradali e lotti fabbricabili.
80. Salerno, insediamento urbano condizionato dalla rendita urbana
Copenaghen, insediamento urbano costruito con le regole di composizione urbana
81. Salerno poteva avere un insediamento urbano corretto, ma si scelse la speculazione.
Piano Guerra, 1934 (Fonte immagine Giannattasio, 1983).
83. • Il diritto urbanistico è una branca del diritto
amministrativo e comprende le norme che si
occupano di pianificazione e utilizzazione del
territorio (Testo Unico dell’edilizia e L. U. N. 1150/42).
• La pianificazione urbanistica è l’attività finalizzata
all’individuazione delle regole da seguire per
l’utilizzazione del territorio allo scopo di consentire
un uso corretto e rispondente all’interesse generale
• L’attività pianificatoria è discrezionale, cioè libera nei
mezzi e vincolata nel fine, pena l’illegittimità
dell’azione stessa e del suo risultato.
• Il piano è un provvedimento amministrativo
discrezionale.
Governo del territorio
84. • Cos’è l’interesse generale?
– E’ l’applicazione dei principi costituzionali. I principi legati
al governo del territorio sono espressi negli artt. 2, 3, 9 e
42.
• «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità»; «è compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana»; «tutela il paesaggio e il patrimonio
storico e artistico della Nazione»; «la proprietà privata
può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo
indennizzo, espropriata per motivi di interesse
generale»
Governo del territorio
85. • Cos’è l’interesse generale?
– Dal punto di vista dell’urbanistica, l’applicazione
dell’interesse generale avviene attraverso un corretto
uso del territorio e la costruzione dei diritti dei cittadini
misurati in quantità minime: i cosiddetti standard
urbanistici (DM 1444/68).
– Il corretto uso del territorio è espresso nel piano
urbanistico, cioè dal disegno della città e dalle regole
costruttive che dipendono dall’interpretazione e quindi
dalla cultura politica dei consiglieri comunali e dal
progettista. In fine dalla cultura della comunità.
– Sia i consiglieri comunali che il progettista devono
rispettare la Costituzione e approvare un piano che
applica i principi, cioè l’interesse generale.
Governo del territorio
86. Governo del territorio
• Cos’è l’interesse generale?
– L’ordinamento istituzionale della nostra società è
costituito in una forma di democrazia rappresentativa a
tutti i livelli. I cittadini delegano altri cittadini e stipulano
un contratto giuridico attraverso il mandato elettorale
raccontato nel programma elettorale.
– Nonostante la delega, è compito dei cittadini osservare e
giudicare la condotta politica dei rappresentanti eletti. In
tal senso è un diritto e un dovere civico e morale dei
cittadini pretendere l’applicazione dell’interesse
generale attraverso la partecipazione attiva al processo
decisionale della politica, utilizzando gli strumenti di
democrazia diretta e partecipativa previsti dalla
Costituzione e dagli Statuti degli Enti locali.
87. • Secondo la legge 1150 del 1942, gli scopi dell’urbanistica
riguardano: «l’assetto e l’incremento edilizio dei centri
urbani e lo sviluppo urbanistico»; «assicurare il rispetto
dei caratteri tradizionali»; «favorire il disurbanamento e
di frenare la tendenza all’urbanesimo». I modi di
attuazione della disciplina si realizzano attraverso piani
regolatori territoriali e piani regolatori comunali e delle
norme sull’attività costruttiva edilizia.
• Possiamo già osservare che, trascorsi 74 anni l’armatura
urbana è completamente mutata da rendere anacronistici
e obsoleti gli obiettivi di sviluppo ed espansione degli
aggregati. L’odierna necessità è recuperare, riusare,
rigenerare l’esistente, restano attuali gli obiettivi di frenare
l’urbanesimo e valorizzare i caratteri tradizionali.
Governo del territorio
88. • La disciplina urbanistica adotta il principio
gerarchico dei livelli di pianificazione e il
principio temporale
• Piano territoriale di livello regionale (PTR) e
provinciale e piano regolatore generale di
livello comunale (PRG, PSC, PUC)
• Il livello comunale si suddivide in piano
strutturale generale e piano operativo che ha
un sottolivello attuativo.
Governo del territorio
89. • Cos’è il principio gerarchico?
– Al vertice c’è la legge urbanistica nazionale N. 1150/42
e succ. mod. e integr. Testo Unico dell’edilizia.
– Poi ci sono le leggi regionali. I piani regolatori generali
devono sottostare sia ai principi e alle regole nazionali
e sia regionali. Il PRG deve rispettare il PTR.
• Cos’è il principio temporale?
– I piani territoriali e comunali hanno valore a tempo
indeterminato (piano strutturale), mentre in ambito
comunale i livelli attuativi durano 5 anni (piano
operativo). I principi valgono sempre, mentre le
previsioni dei piani devono realizzarsi entro un
determinato tempo.
Governo del territorio
90. • Cosa significa strutturale?
– E’ l’indirizzo culturale del piano; individua le linee
guida e gli obiettivi generali del piano
• Cosa significa operativo?
– E’ il livello dove si individuano le opere pubbliche
(localizzazioni) e la zonizzazione
• Cosa significa attuativo?
– E’ il livello che costruisce il piano negli ambiti
(comparti) di quartiere o di parti di città
Governo del territorio
91. • Cosa significa temporale?
– Il piano a livello strutturale ha una durata a
tempo indeterminato
– A livello operativo ha una durata quinquennale,
cioè i diritti edificatori scadano, ma possono
essere rinnovati con una variante.
• Cos’è una variante?
– E’ lo strumento giuridico che consente al Consiglio
comunale di apporre modifiche al piano o
deliberare un nuovo piano.
Governo del territorio
92. • Abbiamo appena osservato che un “principio” della
pianificazione è il tempo. L’impostazione del sistema
giuridico urbanistico-edilizio indica che l’attività edilizia è
finalizzata all’interesse pubblico e al corretto uso del
territorio, e quindi all’attuazione degli strumenti
urbanistici. Per tale motivo esiste la decadenza del titolo
abilitativo (tre anni per il permesso di costruire) cioè
legare la possibilità dell’attività edilizia all’attuazione
delle scelte urbanistiche e assicurare il soddisfacimento
dell’interesse pubblico.
• Nonostante tale indirizzo, in alcuni comuni il numero di
opere incompiute appare significativo. La motivazione
principale è l’incapacità dei soggetti coinvolti nel fare il
proprio lavoro.
Governo del territorio
93. • Dal punto di vista del cittadino, il numero di opere
incompiute sul proprio territorio comunale è la misura
dell’incapacità dell’Amministrazione politica e
dirigenziale, da un lato, e dall’attività delle imprese,
dall’altro, nel compiere il proprio lavoro. Con l’eccezione
di casi particolari, ad esempio gli imprevisti e le calamità
naturali è facile osservare questa incapacità.
• Le opere incompiute lasciano cantieri aperti che
rappresentano un danno alla collettività. Le opere
realizzate entro i tempi stabiliti sono la normalità e il
buon andamento dell’attività urbanistico-edilizia, e per
fortuna rappresentano la maggioranza. L’anomalia
culturale è osservare la lunga vita politica di
amministratori incapaci testimoniata dalle incompiute.
Governo del territorio
94. • I territori deturpati dall’attività edilizia incompiuta
non assolve la cittadinanza, poiché il governo del
territorio è una misura della civiltà dei popoli, e la
scarsa attenzione per la protezione del nostro
territorio è la misura dell’incapacità dei cittadini nel
far rispettare l’interesse generale. L’incuria misura
l’egoismo incivile degli abitanti.
• Da un lato c’è l’incapacità di giudizio morale nei
confronti della classe politica e dirigenziale, e
dall’altro lato c’è la cosa peggiore: apatia nei
confronti della politica, cioè della cosa pubblica.
Governo del territorio
95. • I Consigli comunali hanno l’autonomia e il potere di mutare
i piani urbanistici attraverso lo strumento della variante
quando risultano «sopravvenute ragioni che determinano
la totale e parziale inattuabilità del piano medesimo» o la
«convenienza di migliorarlo».
• Esistono varianti parziali, generali, minori e automatiche.
• Rapporti con preesistenti piani di lottizzazione:
– «Il comune in sede di redazione di nuovi strumenti urbanistici, ben può disattendere le
previsioni di piani di lottizzazioni esistenti, sempreché siano puntualmente evidenziate le
ragioni di pubblico interesse a ciò sottese» (C. Stato, sez. IV, 22 gennaio 1990, n. 24, in
Giur. It., 1990, III, 1, 180).
– «L'esistenza di una lottizzazione convenzione non impedisce, per ciò solo, al Comune, di
riesaminare e rideterminare le precedenti valutazioni in sede di pianificazione
territoriale, esercitando il proprio potere di pianificazione urbanistica, sottratto al
sindacato di merito, a meno che non appaia inficiato da errore di fatto ovvero da grave
illogicità o contraddittorietà» (C. Stato, sez. IV, 16 marzo 1998, n. 437, in Foro amm.,
1998, 674).
Governo del territorio
96. • Ricordandoci della gerarchia delle fonti,
dobbiamo osservare che le Regioni legiferano
sul governo del territorio e così: il piano è
adottato dal Comune ma approvato dalla
Regione.
• La Regione può approvare, modificare, o
bocciare un piano. Il piano è approvato
attraverso decreto del Presidente.
• In alcune Regioni la verifica di conformità e
legittimità dei piani è delegata alle Province.
Governo del territorio
97. • Attraverso i piani regolatori generali, i Consigli
comunali regolano lo jus aedificandi (diritto a
edificare) cioè incidono sul diritto e sul valore della
proprietà pubblica e privata dei suoli e degli
immobili; individuano gli standard; determinano la
qualità di vita degli abitanti; determinano l’impatto
ambientale delle attività antropiche; determinano i
servizi sociali e culturali; la sicurezza; l’uso
dell’energia e la mobilità.
• Un PRG non perfettamente rispondente all’interesse
generale favorisce disuguaglianze, danni ambientali,
e spreco di risorse. In casi particolari illegalità.
Governo del territorio
98. • Lo jus aedificandi è staccato dal diritto di proprietà. Il
diritto a edificare non appartiene al privato proprietario
ma alla collettività, rappresentata dall’Ente locale
comunale mediante la concessione edilizia (oggi
Permesso di Costruire, PdC) (L. 10/1977 Bucalossi).
• E’ il Comune, attraverso la pianificazione, che attribuisce
la capacità o meno di edificare un’area, un suolo. Chi
avvia attività edilizie difformi dalle regole stabilite dal
Piano Regolatore Generale (PRG) commette illecito o
reato.
Governo del territorio
99. • Cos’è lo standard urbanistico?
– Il cosiddetto standard minimo è un diritto, che in
urbanistica si misura quantitativamente in mq/ab.
I piani hanno l’obbligo di progettare gli standard
se risultano mancare. L’art. 3 del DM 1444/68
prevede che ogni abitante delle città debba avere
almeno 18 mq di servizi, così divisi:
• 4,5 mq/ab per l’istruzione; 2 mq/ab per le attrezzature
di interesse collettivo; 9 mq/ab di verde pubblico; 2,5
mq/ab parcheggi pubblici.
– Le Regioni possono legiferare per aumentare lo
standard minimo.
Governo del territorio
100. Confronto vecchi e “nuovi” standard
DOTAZIONI PER GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI
In mq/ab secondo la dimensione demografica dei Comuni
Capacità insediativa residenziale teorica
Servizi <10.000
ab.
10-50.000
ab.
40-200.000
ab.
>200.000
ab.
Viabilità e trasporti 3,40 3,60 5,00 7,00
Culto, cultura, vita associativa 1,90 2,00 2,00 2,00
Istruzione 4,50 5,00 5,00 5,00
Assistenza 0,55 0,55 1,20 1,20
Igiene e sanità 1,00 2,60 2,60 2,60
Ricreazione, sport, verde 15,00 31,50 40,50 48,00
Spettacolo 0,15 0,20 2,30 2,30
Commercio e distribuzione 0,50 1,10 1,60 1,60
Servizi tecnologici e annonari 0,55 0,75 0,90 1,00
Sicurezza pubblica 0,10 0,25 0,25 0,30
Attrezzature varie 0,35 0,45 0,55 0,60
Totale mq/ab 28,00 48,00 61,60 71,60
DM 1444/68 -18 mq/ab
4,5 mq/qb per l’istruzione:
asili nido, scuole materne e
scuole dell’obbligo
2 mq/ab aree per attrezzature
di interesse comune: religiose
culturali, sociali, assistenziali,
sanitarie, amministrative, per
pubblici servizi (uffici P.T.
protezione civile, ecc.) ed altre
9 mq/ab di aree per spazi
pubblici attrezzati a parco e
per il gioco e lo sport,
effettivamente utilizzabili per
tali impianti con esclusione di
fasce verdi lungo le strade
2,5 mq/ab di aree per
parcheggi
Tali “nuovi” standard sono suggeriti dalla manualistica per
migliorare la qualità dei centri urbani.
Governo del territorio
101. • Si assume che, ad ogni abitante insediato o da insediare
corrispondano mediamente 25 mq di superficie lorda
abitabile (pari a circa 80 mc lordi per abitante)
eventualmente maggiorati di una quota non superiore a
5 mq (pari a circa 20 mc lordi per abitante) per le
destinazioni non specificamente residenziali ma connesse
con le residenze (negozi di prima necessità, servizi
collettivi per le abitazioni, ecc).
Governo del territorio
standard residenziali
104. • Gli indici urbanistici indicati negli standard sono strumenti
di controllo e di progettazione del territorio. Tali diritti e
strumenti non sono sempre esistiti e tutt’oggi molti
abitanti vivono in tessuti urbani costruiti prima della loro
entrate in vigore (1968).
• In taluni casi, anche dopo il 1968, i Consigli comunali non
sono stati capaci di far rispettare gli standard urbanistici ed
edilizi, contribuendo a far crescere il disordine urbano.
• Ancora oggi, certune pubbliche amministrazioni, violando i
principi di legge, cedono aree a standard ai privati per
favorire i loro profitti, oppure sacrificano aree verdi per
costruire altri servizi anziché tutelare l’esistente e realizzare
ugualmente il nuovo servizio nelle aree abbandonate.
Governo del territorio
105. • Superficie territoriale (St) indica l’area interessata da un intervento
urbanistico attuativo o esecutivo.
• Superficie fondiaria (Sf) è l’area direttamente destinata all’edificazione.
Essa si ricava sottraendo dalla superficie territoriale quella da riservarsi
alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
• Superficie utile lorda (Sul) è calcolata tenendo conto del perimetro
esterno delle mura, dei singoli piani dell’edificio.
• Superficie utile netta (Sun)
• Volume (V)
• Indice di fabbricabilità territoriale (It)
• Indice di utilizzazione territoriale (Ut)
• Indice di fabbricabilità fondiaria (If)
• Indice di utilizzazione fondiaria (Uf)
• Superficie coperta (Sc) è determinata dalla proiezione, in pianta o in
orizzontale, della superficie utile lorda del piano più del fabbricato.
• Indice di copertura (Ic)
• Altezza delle fronti (Hf)
Sono di progetto e li troviamo
nel regolamento edilizio
Nomenclatura tecnica
106. • Attraverso un’analisi quantitativa dei tessuti urbani che
misura le densità con gli indici urbanistici dentro le zone
A e B si può riscontrare che talune densità superano le
soglie limite consentite dal DM 1444/68:
– 7 mc/mq per Comuni superiori ai 200 mila abitanti
– 6 mc/mq per Comuni tra i 200 mila e i 50 abitanti
– 4 mc/mq per Comuni al di sotto dei 50 mila abitanti
• La letteratura giudica intensive le densità individuate dal
DM 1444/68:
Governo del territorio
Fonte immagine: Luca Zevi, Il nuovissimo manuale dell’architetto, Mancosu editore
107. • PRG non perfettamente aderenti alle norme
(L.U. e DM 1444/68) e ai principi costituzionali
(artt. 2, 3 , 9 e 42) sono già esistiti e hanno
costruito il disordine urbano, il degrado e
favorito disuguaglianze attraverso l’uso
scorretto dei suoli e delle rendite fondiarie e
immobiliari, determinando l’espulsione dei
ceti meno abbienti dai centri urbani verso le
periferie e verso comuni limitrofi ai centri
principali.
Governo del territorio
108. • Se oggi ereditiamo un’armatura urbana costituita
dalle cosiddette città regioni che generano
un’enorme consumo del suolo e di risorse, è
responsabilità dei Consigli comunali che non hanno
voluto e saputo deliberare piani regolatori rispettosi
dei principi costituzionali e della legge urbanistica
nazionale.
– Cos’è l’armatura urbana? E’ la struttura delle aree urbane,
costituita da poche città metropolitane e un’insieme di
città.
• Il famigerato degrado urbano delle periferie è
responsabilità dei Consigli comunali, incapaci di
pianificare in maniera coerente con l’interesse
generale
Governo del territorio
109. Contenuto del PRG
• La rete delle principali vie di comunicazione stradali,
ferroviarie e navigabili e dei relativi impianti;
• La divisione in zone del territorio comunale, con
precisazione delle zone destinate dall’espansione
dell’aggregato urbano e la destinazione dei vincoli e dei
caratteri da osservare in ciascuna zona;
• Le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o
sottoposte a speciali servitù;
• Le aree da riservare a edifici pubblici o di uso pubblico
nonché ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale;
• I vincoli da osservare nelle zone a carattere storico,
ambientale e paesistico;
• Le norme di attuazione del piano.
110. • Localizzazioni: riguardano l’allocazione sul territorio
comunale delle opere pubbliche che si caratterizzano
per la loro destinazione all’attività pubblica e che non
sono ricomprese nelle opere di urbanizzazione
primaria.
• Zonizzazione: è l’effetto dell’attività di suddivisione
del territorio comunale secondo le diverse vocazioni
o destinazioni urbanistiche, quali individuate dal
pianificatore comunale in ossequio alle previsioni
dell’art. 7 DM 1444/68. La zonizzazione costituisce il
regime giuridico che connota il diritto di proprietà dei
suoli ricadenti nelle varie zone (A, B, C, D, E, F).
• Regolamento urbanistico (Norme di Attuazione)
Contenuto del PRG
111. • Agisce e ha valore su tutto il territorio comunale, o sul territorio di più
comuni nel caso di piano intercomunale
• Recepisce e comprende nei contenuti i vincoli e le prescrizioni della
pianificazione sovraordinata (PTR, PTCP)
• Esplicita gli obiettivi dell’Amministrazione con ipotesi di carattere
quantitativo (demografia, abitazioni, produzione, infrastrutture, servizi)
• Indica e regolamenta le misure e gli interventi per la conservazione, la
riqualificazione e il recupero della città e del patrimonio esistente
• Individua e disciplina gli usi del territorio, e le rispettive dotazioni di
standard (attrezzature pubbliche, parcheggi, verde)
• Distingue le zone e i casi in cui il piano può essere direttamente
operativo da quelli in cui è necessaria la formazione di un piano attuativo
• Localizza sul territorio comunale le principali reti infrastrutturali e le
principali attrezzature
• Indicando una programmazione dell’attuazione, indica le priorità degli
interventi e i relativi provvedimenti previsti
Contenuto del PRG
112. • Cos’è il regolamento urbanistico?
– L’art. 33 della L. 1150/42 descrive il contenuto del
regolamento urbanistico, oggi sostituito dall’art. 4 del
T.U. dell’edilizia, ossia regolamento edilizio comunale
che descrive «la disciplina delle modalità costruttive,
con particolare riguardo al rispetto delle normative
tecnico-estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e di
vivibilità degli immobili e delle pertinenze degli
stessi».
– Nel regolamento urbanistico, il Comune norma le modalità
dello jus aedificandi, cioè la facoltà del proprietario a
edificare; e dello jus utendi cioè la facoltà del proprietario
di usare il proprio bene e compiere l’attività strumentale
per assicurare l’usabilità del bene.
Contenuto del PRG
113. Le zone omogenee
(zonizzazione funzionale)
• Zona A: centro storico
– Standard minimi (DM 1444/68) e limiti …
• Zona B: aree consolidate, tessuti urbani esistenti o di
completamento
– Standard minimi (DM 1444/68) e limiti …
• Zona C: nuova espansione
– Standard minimi (DM 1444/68) e di progetto
• Zona D: nuovi insediamenti industriali e attività produttive,
quartieri artigianali
• Zona E: area agricola
– Non edificabile
• Zona F: attrezzature e impianti di interesse generale
Contenuto del PRG
114. Localizzazione
Zonizzazione
Vincolo urbanistico:
inedificabilità o opera pubblica
Vincolo urbanistico:
Piano Particolareggiato d’Iniziativa pubblica
Tre fattispecie di vincoli urbanistici:
•Vincoli preordinati all’espropriazione;
•Vincoli di inedificabilità assoluta:
•Vincoli procedimentali o procedurali.
I primi sono quelli che riguardano aree, su cui vengono localizzate le
opere pubbliche e per le quali è conseguente l’esproprio per pubblica
utilità. I secondi sono quelli in virtù dei quali i fondi vengono riservati
all’uso pubblico con la conseguente ed automatica inutilizzabilità. I terzi
sono quelli caratterizzati dall’imposizione dell’obbligo di preventiva
adozione di un Piano Particolareggiato di Attuazione.
Il vincolo preordinato dura 5 anni.
Contenuto del PRG
115. Procedimento di approvazione del PRG
– Sub procedimento comunale
• Sottofase di impulso -> delibera del Consiglio comunale
• Sottofase istruttoria -> raccolta informazioni per la formazione del piano
• Sottofase decisionale -> il piano viene consegnato all’Amministrazione e si
raccolgono i pareri degli Enti. In questa fase si può avviare una
consultazione informale a gruppi di cittadini, associazioni …
• Fase preparatoria e fase costitutiva -> delibera del Consiglio comunale
• Il piano adottato è pubblicato mediante deposito per trenta giorni
• Scattano le misure di salvaguardia
– Sub procedimento regionale
• Sottofase preparatoria e di impulso trasmissione degli atti deliberativi al
Presidente di Giunta regionale
• Sottofase istruttoria
• Sottofase predecisionale (possibili modifiche)
– Approvazione o diniego
• Approvazione con raccomandazione
• Approvazione condizionata
116. • Attraverso il PRG e il suo regolamento edilizio, i Consigli
comunali, regolano le destinazioni d’uso e lo jus utendi
(diritto a godere del proprio bene) in questo modo si
indirizza l’attività architettonica e urbanistica.
• Nel regolamento troviamo i limiti di densità edilizia, le
altezze, i limiti di distanza fra i fabbricati e l’uso degli indici
urbanistici nelle zone omogenee, e l’attività edilizia
soggetta a titoli abilitativi (Permesso di Costruire, Denuncia
di Inizio Attività, Segnalazione Certifica di Inizio Attività).
• Se nei nostri comuni riscontriamo disordine urbano e scarsa
qualità architettonica, ciò accade poiché l’Amministrazione è
incapace di applicare le leggi, i cittadini compiono reati come
gli abusi edilizi, e perché la P.A. non ha regolamenti per la
bellezza.
Governo del territorio
117. • Cosa significa destinazione d’uso?
– Nell’accezione giuridica la destinazione d’uso è la funzione
che gli strumenti urbanistici, in base alle previsioni
legislative, attribuiscono a porzioni del territorio
comunale. Nell’impostazione della legge urbanistica e del
DM 1444/68 sono le zone omogenee. Sulla base della
previsione urbanistica si determina la destinazione d’uso
dei singoli edifici che ne costituirà una caratteristica reale
con effetti diretti sul diritto di proprietà. La destinazione
d’uso urbanistica è frutto della pianificazione propria di
una zona omogenea; e la destinazione d’uso edilizia
propria del singolo edificio è definita dal titolo abilitativo
in ottemperanza a quanto stabilito dalle norme
urbanistiche. La destinazione d’uso come categoria
giuridica, è il presupposto legale dell’uso concreto e
secondo legge degli immobili.
Governo del territorio
118. • La destinazione d’uso come categoria giuridica, è il
presupposto legale dell’uso concreto e secondo legge
degli immobili. Chi utilizza lo spazio del proprio immobile
svolgendo una funzione diversa rispetto alla destinazione
d’uso compie un illecito, abuso edilizio poiché l’utilizzo è
difforme dal titolo abilitativo originario o successivo. Ad
esempio, usare una cantina come una stanza per
dormire.
• Il mutamento della destinazione d’uso edilizia può essere
determinato dal proprietario, senza alcuna modificazione
della struttura (senza opere), e si può avere solo se le
disposizioni urbanistiche consentono di farlo, e se
ammesso nella zona, altrimenti è necessario il titolo
abilitativo. Ad esempio, è fatto divieto localizzare nelle
Zone C, destinate a civili abitazioni, le strutture produttive.
Governo del territorio
119. IMPORTANTE
• La destinazione d’uso urbanistica è frutto della
pianificazione propria di una zona omogenea (Principio
della corretta pianificazione).
• Pianificare significa regolare, organizzare, progettare
secondo un piano, ogni qualvolta che cambia la
destinazione d’uso di un’area senza un’analisi del nuovo
piano, si crea una contraddizione nella pianificazione stessa,
e ciò può comportare l’aumento del disordine urbano, a
volte persino danni ambientali ed economici. Purtroppo,
Sindaci e Consigli comunali, sotto la spinta di interessi
privati, consentono continui cambi di destinazione d’uso
delle aree, ma senza ripensare adeguatamente le
conseguenze e il piano stesso (eccessiva flessibilità).
Governo del territorio
120. • Cosa sono i titoli abilitativi?
– I titoli abilitativi sono quei documenti che attestano
l’autorizzazione, da parte dell’Ente preposto alla
vigilanza, ad attuare determinati interventi nei tempi e
con le modalità previste proprio dal titolo abilitativo. Il
Testo Unico dell’Edilizia disciplina in tutto il territorio
nazionale l’attività urbanistico-edilizia attraverso due
tipologie di titoli abilitativi: il Permesso di Costruire
(PdC) e la Denuncia di Inizio Attività (DIA). Gli interventi
per i quali non è previsto un titolo abilitativo sono
considerati Attività Edilizia Libera (AEL). L’introduzione
della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA)
non ha abolito del tutto la DIA, in quanto la DIA può
essere ancora utilizzata in alternativa al PdC.
Governo del territorio
121. • Il mutamento di destinazione d’uso è un vincolo non
indifferente poiché ad ogni destinazione d’uso sono
collegati obblighi di concorso nelle dotazioni
urbanistiche e il pagamento di contributi di costruzione,
che varia a seconda della tipologia funzionale degli
edifici. Ad esempio, per gli insediamenti residenziali si
prevede 2,5 mq di parcheggi pubblici per ogni 25 mq di
superficie lorda abitabile, e per quelli commerciali
almeno 40 mq di parcheggi pubblici ogni 100 mq di
superficie lorda di pavimento.
• Nei casi di cambio di destinazione d’uso e di ampliamento va posta
particolare attenzione al calcolo degli oneri secondo le delibere
comunali del singolo comune di riferimento.
• La competenza è regionale.
Governo del territorio
122. • Nonostante la competenza sia regionale (art. 10, II
comma, T. U. edilizia), la legislazione nazionale vigente
riconosce rilevanza legale tanto al mutamento
strutturale quanto a quello funzionale. Pertanto il
regime è assoggettato a titolo abilitativo (PdC, DIA, SCIA)
poiché il legislatore nazionale ritiene che si concretizza
una «trasformazione urbanistica ed edilizia» del
territorio. Sono le leggi regionali che devono definire i
mutamenti – strutturali o funzionali – assoggettati alla
disciplina dei titoli abilitativi.
• Si deve dedurre che per le ipotesi non contemplate dalle leggi certuni
mutamenti d’uso sono liberi, e per il resto può accadere che, in una
Regione taluna condotta del proprietario può avere rilievo penale e in
un’altra no (dubbia costituzionalità del II co. Dell’art. 10 T.U. Edilizia) .
• In generale, l’uso è quello desumibile dal titolo abilitativo.
Governo del territorio
123. • I Consiglieri comunali, attraverso l’adozione del PRG e la sua
approvazione da parte della Regione, determinano il valore
della proprietà attraverso le destinazioni d’uso.
• Un PRG non adeguato è responsabile di danni sociali,
economici, ambientali, sanitari. Un esempio? L’espansione
urbana che avviene attraverso il cambio di destinazione d’uso
dei suoli, prima erano agricoli e poi diventano edificabili per
lottizzazioni private. Se sono vicini a industrie insalubri di
prima categoria (inceneritori, cementifici, acciaierie) tali
destinazioni d’uso generano rischi. Un altro esempio:
l’espansione delle attività produttive commerciali che
possono recare danno economico agli esercenti locali dei
centri storici, e generano l’aumento dei carichi urbanistici e
l’aumento dell’inquinamento (trasporti e mobilità). In fine, la
scarsa programmazione per prevenire il rischio sismico e
idrogeologico.
Governo del territorio
124. • Cos’è il carico urbanistico?
– E’ una definizione tecnica utilizzata in urbanistica.
Esprime un concetto che indica la misura dell’attività
urbanistico-edilizio sul territorio. Il carico urbanistico si
misura con le densità e l’utilizzazione territoriale.
– La densità si misura in ab/ha, mc/mq e in mq/mq.
– Maggiore è il carico e più il tessuto urbano può essere
sovraffollato, indice di degrado. Per avere un cattivo uso
del suolo devono sussistere anche altre condizioni come
il non rispetto dei limiti delle distanze minime tra
edifici, il non rispetto dei limiti di altezza, l’inesistenza
degli standard e un disequilibrio fra spazio pubblico e
privato.
Governo del territorio
125. • Come si favorisce un uso scorretto del suolo?
– Ad esempio, il piano è sbilanciato sugli interessi dei
privati (aree commerciali, attività produttive, lottizzazioni
private); il piano non recupera il centro storico, non ha un
adeguato ambito dei vincoli; il piano ignora l’obbligo di
recuperare standard cioè i diritti dei cittadini (standard
minimi) e non coinvolge i cittadini nel processo decisionale
utile a suggerire nuovi servizi (standard qualitativi).
• Come facciamo a cogliere questo aspetto?
– Ad esempio, il piano sbaglia il fabbisogno e l’assegnazione
delle aree standard esistenti; assegna alti indici urbanistici
che favoriscono la rendita immobiliare.
– Il regolamento urbanistico non prevede regole e principi di
bellezza e decoro, e non prevede la qualità urbanistica e
architettonica.
Governo del territorio
126. • Cos’è la bellezza?
– Nella storia dell’umanità e nella letteratura il tema della
bellezza in architettura e nelle città è antico. La bellezza è
stata lentamente e progressivamente abbandonata
quando è emersa la società dei consumi che ha distrutto il
senso civico delle comunità.
– Gianbattista Vico coniò il concetto di «bellezza civile»
riferito alla forma del mondo e delle città. La bellezza è
legata al carattere storico dei luoghi urbani composti da
piazze e monumenti (C. Sitte); «La bellezza [..] non è un
elemento puramente accidentale della vita umana [..]
bensì una positiva necessità della vita» (W.Morris). La
bellezza nei luoghi urbani è l'armonia data dal disegno
urbano che prevede un equilibrio fra volumi e spazi urbani,
il colore dei materiali e la cura dei dettagli.
Governo del territorio
127. • Come si favorisce un uso scorretto del suolo?
– Ad esempio, il piano è sbilanciato sugli interessi dei
privati (aree commerciali, attività produttive, lottizzazioni
private) e significa aumento delle Zone C e D e riduzione
delle Zone E e F. In letteratura si chiama consumo del
suolo agricolo (riduzione Zone E) e aumento dei carichi
urbanistici (trasformazione di centri culturali in centri
commerciali).
• Come facciamo a cogliere questo aspetto?
– Alienazione di beni pubblici a favore dei privati, è la scelta
classica di Amministrazioni che contraddicono la
Costituzione e la L.U. nazionale, cioè vendono standard
(asili nido, scuole, verde pubblico, teatri).
Governo del territorio
128. • Come si favorisce un uso scorretto del suolo?
– Una condotta sciagurata tipica dei politicastri è
quella di favorire interventi visibili realizzabili in tempi
veloci, mettendo da parte l’applicazione dell’interesse
generale per favorire l’interesse politico del Sindaco.
E’ facile che i piani siano condizionati dalla scadenza
dei mandati elettorali (5 anni), introducendo obiettivi
che si possono realizzare entro tempi brevi, non
importa quali.
– Con questo approccio si sacrifica l’intera
pianificazione urbanistica, che ha tempi molto più
lunghi degli interessi personali dei politici.
Governo del territorio
129. • Ricordiamolo, è scopo della pianificazione urbanistica
promuovere un uso corretto del suolo attraverso un
piano che interpreta l’interesse generale. Il fine del
piano è favorire l’uso sociale dei suoli, tant’è che, è
previsto anche l’esproprio per pubblica utilità. Per quale
motivo esistono piani che sembrano fare l’opposto?
– Lo Stato e i Comuni rinunciano al modello del regime
giuridico, denominato pubblicizzazione dei suoli per
consegnare i proventi delle rendite ai privati.
– Negli anni ’80, lo Stato abdica alla sovranità monetaria, e
ricorre al sistema dell’indebitamento nei confronti del
mercato per creare moneta.
– Si riducono i Trasferimenti statali verso i Comuni e gli stessi
si affidano ai privati per pagare le urbanizzazioni.
Governo del territorio
130. • Cosa sono le urbanizzazioni?
– Le opere di urbanizzazione primaria sono: le strade
residenziali, gli spazi di sosta o di parcheggio, le fognature,
la rete idrica, la rete di distribuzione dell’energia elettrica e
del gas, la pubblica illuminazione, gli spazi a verde
attrezzato.
– Le opere di urbanizzazione secondaria sono: gli asili nido,
le scuole materne, le scuole dell’obbligo e le struttura per
l’istruzione superiore all’obbligo, i mercati di quartiere, le
delegazioni comunali, le chiese, gli impianti sportivi, i
centri sociali, le attrezzature culturali, le aree verdi di
quartiere, le attrezzature sanitarie.
– E’ consuetudine prevalente che i costi delle urbanizzazioni
siano anticipati da soggetti attuatori (privati-pubblici) dei
piani e poi scaricati ai cittadini acquirenti (il mercato).
Governo del territorio
131. • Per quale motivo esistono piani che sembrano fare
l’opposto [corretto uso del territorio]?
– Sin dalla nascita dell’urbanistica si sviluppò un conflitto
politico culturale fra gli ideali socialisti e liberali. Entrambi
si muovono all’interno della società capitalista. Ha prevalso
la concezione liberale del capitalismo che favorisce il
profitto dei privati all’interno del cosiddetto libero mercato
e riduce il ruolo dello Stato. Nella società capitalista il
territorio è considerato una merce.
– Dal punto di vista del capitalismo, il piano è un processo
economico di mercificazione del territorio ove i soggetti
privati sono invitati a soddisfare i propri interessi di
profitto. Nell’attuale contesto, lo Stato, attraverso i Comuni
è incapace di promuovere politiche libere dai ricatti del
mercato.
Governo del territorio
132. • Per quale motivo esistono piani che sembrano fare
l’opposto [corretto uso del territorio]?
– Nonostante il prevalere di una concezione liberale e
liberista della pianificazione frutto della consuetudine, la
Costituzione non prevede la mercificazione del territorio
ma l’esatto contrario. Il fine dell’attività pianificatoria è
realizzare l’interesse generale.
– La responsabilità politica della distruzione del territorio
per favorire il profitto dei privati è dei politici locali e
anche dei cittadini, spesso apatici e disinteressati al bene
comune.
– Nella Costituzione e negli strumenti urbanistici esistono le
opportunità per rigenerare le aree urbane introducendo
una nuova consuetudine, dettata dalla visione culturale
bioeconomica.
Governo del territorio
133. • Dove mentono i piani?
– Può capitare che i piani dichiarino il rispetto degli standard
minimi ma questo non corrisponde alla realtà. In questo
modo le cosiddette aree libere possono essere sfruttate
dagli interessi privati (centri commerciali, lottizzazioni
private, attività produttive).
• Chi dovrebbe controllare?
– I dirigenti pubblici del Comune e della Regione, e cittadini.
• Perché non emerge mai questo danno?
– Gli ordini professionali, gli organi di valutazione interna alle
istituzioni e Sindacati non hanno il coraggio e la volontà di
avviare cause civili e penali.
– I cittadini non si rendono neanche conto di questo danno
alla collettività.
Governo del territorio
134. • Cos’è il disordine urbano?
– Il disordine urbano è: l’aggregazione di elementi disomogenei
isolati e non preordinati (È il caso tipico dello sviluppo edilizio spontaneo);
l’aggregazione di elementi lineari continui disomogenei
(Soluzione presente in tutti i tessuti urbani, specialmente antichi, in carenza di
normative edilizie); l’aggregazione complessa di elementi
disomogenei discontinui (Soluzione frequente in aree periferiche dove la
strumentazione edilizia-urbanistica è più carente); la dispersione urbana
(nuove lottizzazioni non integrate nel tessuto edilizio esistente)
– Il concetto disordine è relativo ai nostri tempi poiché aggregati edilizi dei
centri storici non corrispondono all’idea compositiva moderna ma
rappresentano un’idea di bellezza. E’ disordine la trasformazione urbana
non conforme alla corretta composizione urbana. Trasformazione e
disordine non sono necessariamente legate, tant’è che esistono anche
trasformazioni urbane con corrette composizioni urbane ma sono l’effetto
della rendita immobiliare e della speculazione.
Governo del territorio
135. • Una sola domanda svela l’orientamento e il
senso del piano: sono rispettati gli standard
minimi previsti dalle leggi?
– Rispettare gli standard significa tener conto dei
bisogni e dei diritti dei cittadini in funzione
dall’andamento demografico della città.
• Se la risposta è SI, allora tutte le
trasformazioni previste dal piano a chi
servono?
• In questo modo si entra nel merito politico
delle scelte del piano.
Governo del territorio
136. • I piani si dimensionano rispetto ad analisi sociali,
ambientali ed economiche approfondite. La fase del
dimensionamento del PRG riguarda la definizione della
quantità minima di aree (mq) e di volumi (mc) necessari
al corretto svolgimento delle principali attività urbane:
attività residenziale; servizi connessi alle residenze;
servizi generali; altri servizi d’uso pubblico; attività
produttiva; attività commerciale.
• Nella nostra realtà è ragionevole osservare che non si
costruiscono più città ex novo, ma si dovrebbe privilegiare la
manutenzione del territorio esistente.
• La contraddizione culturale sta nel fatto che i Comuni hanno
incentivato un approccio di dimensionamento tipico per le città
nuove, a volte sbagliando il fabbisogno abitativo e commerciale
rispetto al fenomeno della contrazione delle città stesse.
Governo del territorio
137. • Un’altra consuetudine disonesta degli ultimi
vent’anni:
– Spesso i politici locali fanno un uso strumentale politico
dei piani per affermare la propria immagine pubblica e
gestire il consenso. Essi sfruttano singoli interventi di
trasformazione urbana solitamente firmati dalle
cosiddette archistar, per manipolare l’opinione pubblica.
– I cittadini non hanno gli strumenti culturali per giudicare
l’architettura e così credono che qualsiasi intervento
firmato sia meritevole di sostegno.
– Gli stessi consiglieri comunali sono vittime di questa
disonestà intellettuale che approfitta dell’ignoranza delle
persone.
Governo del territorio
138. – L’egoismo capitalista, la fine dell’epoca industriale, e
l’incapacità culturale di governare il territorio sono alle base di
una nuova questione abitativa.
– Disagio abitativo: è in affaticamento il ceto medio – che
coincide in larga misura con un segmento proprietario
composto da 17 milioni di persone (il 71,2% degli italiani) – sia
per rischio d’insolvenza del mutuo sia per aumento
dell’incidenza del costo della casa sul reddito. 4,4 milioni di
persone che vivono oggi in affitto (il 18% degli italiani) sono
anche più poveri. In questo segmento solo il 5% gode di un
canone concordato ai sensi della legge del 1998 e il costo
dell’abitazione, aumentato negli anni della bolla immobiliare,
incide sul reddito delle famiglie più povere al 60%.
Governo del territorio
Fonte: Annunziata, in Città tra declino e sviluppo, a cura di Calafati, Donzelli, 2014
139. • La strategia dei neoliberali:
– La recessione del capitalismo drena risorse alle famiglie
salariate e innesca il disagio abitativo, mentre cattive
espansioni urbane e il ciclo vita degli edifici mostrano la
necessità di interventi.
– Secondo la cultura liberale, i privati devono avere un
profitto dalla mercificazione della città. Poiché il
capitalismo ha aumentato le diseguaglianze economiche
accadrà che i ricchi esproprieranno i poveri. Il fenomeno è
ampiamente in corso e si chiama gentrificazione.
• La Costituzione:
– Prevede che lo Stato intervenga per rimuovere ostacoli di
ordine economico e sociale, e quindi finanzi la
rigenerazione urbana per favorire lo sviluppo umano.
Governo del territorio
140. • E’ importante una regia pubblica con sensibilità culturali
sociali e ambientali che controlli il processo e applichi la
Costituzione.
• Per evitare la gentrificazione, i cittadini devono diventare i
committenti della rigenerazione urbana e partecipare al
processo decisionale della politica. Uno strumento giuridico
utile sono le cooperative che hanno lo scopo del mutuo
soccorso.
• Lo strumento giuridico più efficace è la pubblicizzazione dei
suoli che sottrae ai privati la possibilità di speculare. Altri
hanno usato le cooperative per evitare l’espulsione dei ceti
medi e meno abbienti dai luoghi urbani, e hanno favorito la
rinascita di quartieri e parti di città.
Governo del territorio
141. • Consigli della letteratura urbanistica:
– I piani possono avere un’utilizzazione del territorio
intensiva (oltre i 300 ab/ha) o estensiva (fino a 100
ab/ha); cioè possono realizzare insediamenti urbani
con un alto carico urbanistico concentrando funzioni e
attività (densità superiori ai 380 ab/ha), oppure
possono consentire insediamenti che consumando
suolo distribuiscono funzioni e servizi (densità
inferiore ai 100 ab/ha).
– Un modo corretto è individuare insediamenti con
densità territoriali equilibrate (300 ab/ha) e pianificare
la cosiddetta mixité funzionale e sociale.
Governo del territorio
142. • Consigli della letteratura urbanistica:
– Densità medie 300 ab/ha.
– Progettare la cellula urbana che suggerisce di
distribuire i servizi di quartiere entro un raggio di
influenza di 400 metri, cosicché gli spostamenti si
possono realizzare a piedi.
– Progettare standard superiori a quelli previsti dal
DM 1444/68
– Manutenzione del patrimonio edilizio esistente
finalizzato alla prevenzione del rischio sismico e
progettare l’auto sufficienza energetica
realizzando una rete che scambia i surplus
energetici di proprietà dei cittadini.
Governo del territorio
143. • Cos’è la manutenzione del patrimonio
esistente?
– Nel concetto di manutenzione rientrano una
tipologia di interventi quali la conservazione del
patrimonio storico, la ristrutturazione edilizia e la
trasformazione urbanistica finalizzata alla
rigenerazione urbana, cioè un’evoluzione del
concetto di rinnovo urbano.
– Si intuisce che tali interventi si occupano delle
zone A e B, escludendo l’ipotesi di nuove
espansioni.
Governo del territorio
144. • Quali strumenti a disposizione per rigenerare i luoghi
urbani?
– I Consigli comunali, attraverso una variante al PRG
possono indicare l’obiettivo della rigenerazione
urbana. I progettisti incaricati possono individuare i
comparti ove intervenire per conservare, ristrutturare
e trasformare tenendo conto dell’obiettivo da
perseguire: la qualità urbana e architettonica.
– Ai comparti è possibile associare lo strumento: piano di
recupero del patrimonio edilizio esistente (L. 457/78),
programma di riqualificazione urbana (art. 2 L.179/92),
programma integrato di intervento (art. 16 L.179/92),
programmi di recupero urbano (art. 11 DL 398/93 conv.
L.493/93).
Governo del territorio
145. • Cos’è la rigenerazione urbana?
– E’ una tecnica urbanistica per rinnovare i tessuti urbani
esistenti. Il progetto di rigenerazione nasce dall’analisi dei
tessuti esistenti in funzione dei diritti e dei bisogni dei
cittadini, con lo scopo di aggiustare un ambiente degradato
e obsoleto, e per favorire un corretto uso dello spazio e
dei luoghi con una qualità urbana e architettonica. Il
piano di rigenerazione favorisce i temi sociali, ambientali, e
dell’economia locale. Secondo l’approccio bioeconomico
che adotta il concetto di metabolismo urbano, l’intervento
consente di offrire soluzioni che concorrono a realizzare
l’auto sufficienza energetica e la drastica riduzione degli
sprechi (suolo, acqua, rifiuti). Il piano realizza modelli
insediativi che favoriscono stili di vita più sostenibili.
Governo del territorio
146. Cellula urbana e standard
Nella classica e corretta pianificazione urbana i progettisti immaginano la
cosiddetta “cellula urbana” degli isolati ove inserire gli standard minimi al fine di
consentire una corretta fruibilità dei servizi raggiungibili a piedi (Giorgio Rigotti,
Urbanistica. La composizione, UTET, 1973).
Raggio di influenza, 400 mt
Schema urbano con maglia regolare
Governo del territorio
147. Governo del territorio
Esempi di utilizzazione di
un’area con
differenti indici
TERMINOLOGIA PRINCIPALE
S = superficie, area
St = superficie territoriale (area totale)
Sf = superficie fondiaria (area edificabile)
V = volumetria edificabile
It = indice di utilizzazione territoriale
If = indice di utilizzazione fondiaria
Sc= superficie coperta
H = altezza edifici
P = numero di piani fuori terra
148. Governo del territorio
Esempi di utilizzazione di un’area con differenti indici
Fonte immagine: Reale, Densità città residenza: tecniche di densificazione e strategie anti-
sprawl, Gangemi, 2008
149. Calcolo dell’area coperta degli
edifici per avere una corretta
proporzione fra area stradale
ed area fabbricabile. C.Chiodi,
La città moderna. Tecnica
urbanistica, Gangemi editore.
CASO I-MM ed MM’ sono le mezzerie di due strade
parallele adiacenti, 2a la loro distanza da, L la profondità
dei lotti fabbricabili misurata dal ciglio della strada e λ la
semi-larghezza della via, cosicché: a=L+λ. I regolamenti
locali consentiranno ai fabbricati sorgenti lungo le vie una
altezza H in gronda ovvero un numero N di piani fuori terra,
tali che esista un determinato rapporto con la larghezza 2λ
della strada. Sarà cioè λ=αN, essendo α un coefficiente
numerico in generale >1. Si provi per α=1,6
152. • Lo standard è anche una limitazione virtuosa:
– Ad esempio nelle zone A (centri storici) non è
consentito superare le altezze degli edifici
preesistenti; tale regola vale anche per le B (zone
consolidate) con l’eccezione di edifici che rientrano in
piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate
– Nelle zone B la distanza minima fra i fabbricati è di 10
mt; e per quanto riguarda la realizzazione delle
dotazioni minime obbligatorie (standard urbanistici), i
Comuni hanno l’obbligo di dimostrare l’impossibilità
di recuperarli (vale sia le zone A e sia le B)
Governo del territorio
155. • Un modo corretto per usare il territorio è avere un
piano con un regolamento capace di raffigurare
un’adeguata morfologia urbana. Un esempio
virtuoso fu il piano di Siena di Secchi che introdusse
le famose schede norma raffiguranti le tipologie di
insediamenti realizzabili. Il New Urbanism suggerisce
l’uso di un “codice forma”.
Governo del territorio
156. Dal disegno alla perequazione
• Nelle slide precedenti abbiamo visto come la tecnica
urbanistica (disegno urbano) possa rappresentare lo
spazio urbano (volumi e superfici). Il progetto si può
misurare con indici (carico urbanistico) e standard.
• La consuetudine associa a tali indici anche una misura
monetaria trasformando il territorio in un processo
economico. Tutto ciò ha rilevanti conseguenze sociali e
ambientali poiché è accaduto spesso che le
trasformazioni urbanistiche abbiano avuto la
conseguenza di peggiorare la qualità di vita degli
abitanti, quando le scelte di pianificazione sono state
suggerite dall’avidità di pochi attuatori privati.
157. La perequazione
• In questi appunti abbiamo visto che i Piani individuano le
localizzazioni e le zonizzazioni determinando in maniera
diseguale lo jus aedificandi e il valore monetario dei suoli. I
piani creano una disparità economica dei suoli che
influenzano l’economia dei cittadini.
• Per evitare/ridurre disparità fra i suoli edificabili e i diritti
edificatori l’esperienza inventa la cosiddetta perequazione
urbanistica per «riconoscere ai proprietari un valore della
proprietà commisurato alla tipologia, alla localizzazione,
all’urbanizzazione, alla classificazione delle aree rispetto al
contesto territoriale nel quale si collocano», ma una certa
dose di diseguaglianza è connaturale alla pianificazione
urbanistica. La perequazione costituirebbe un modo
alternativo di attuazione della zonizzazione (Urbani, in Fiale).
158. • L’intenzione della perequazione è stabilire uno stesso
valore ai suoli ed ai diritti edificatori che rientrano nella
zonizzazione (perequare = pareggiare) per farli concorrere
in egual misura alla costruzione della cosiddetta “città
pubblica” presente nelle localizzazioni.
• La perequazione urbanistica, stabilita nella fase operativa
dei piani (mai in quella attuativa), è un accordo economico
e pianificatorio dove c’è uno scambio fra privati e pubblico.
Consente al pubblico di costruire i servizi con i soldi dei
privati in cambio di capacità edificatorie persino
commerciabili (“perequazione diffusa”).
• Non tutti i Comuni usano lo stesso approccio e spesso la
perequazione è vanificata, inutile e addirittura
controproducente.
La perequazione
159. Modalità di attuazione della perequazione
• «Perequazione di comparto» si realizza concentrando la
cubatura afferente a una certa zona in una specifica sua
parte: il mezzo tecnico è quello della creazione di una “zona
a trasformazione unitaria”, che costringe i proprietari della
zona medesima ad accordarsi tra loro se vogliono evitare la
paralisi di qualsiasi iniziativa.
• «Perequazione diffusa» consiste in una tecnica di scissione
tra conformazione della proprietà e la distribuzione su tutto
il territorio comunale di una “edificabilità uniforme
meramente potenziale”, avente rilevanza sotto il profilo
economico. Può costruire chi possiede un’area edificabile
prevista dal piano.
160. • L’uso della perequazione urbanistica è una scelta
politica e non un obbligo di legge, anche le sue modalità
di attuazione sono discrezionali. Fu inventata per
assolvere a due ruoli: (1) reperire risorse alleggerendo il
peso dello Stato (evitare l’esproprio) e (2) provare a
realizzare un’uguaglianza nel mercato immobiliare.
• Le modalità di attuazione della perequazione hanno
avuto esperienze complesse, evidenziando insidie e
contraddizioni.
• Nello scambio perequativo, spesso i soggetti attuatori
privati hanno avuto una netta prevalenza nei confronti
dello Stato, che abdica volontariamente a un’efficace
controllo del processo urbanistico ed edilizio.
Contraddizioni della pianificazione
161. • Ancora oggi paghiamo la scelta politica e culturale dei
liberali che hanno rinunciato alla sovranità economica
dello Stato. Negli anni ‘60 e fino agli anni ‘80 lo Stato ha
avuto un ruolo attivo ed ha potuto se lo voleva, associare
la pubblicizzazione dei suoli e il diritto di superficie
incassando i proventi delle rendite per costruire i diritti a
tutti i cittadini.
• L’opzione liberale è chiara, togliendo allo Stato la forza e
l’autonomia di spendere si manipola il mercato
consentendo ai soggetti privati (laissez faire)
economicamente più forti di controllare direttamente e
indirettamente la pianificazione urbana e incassare i
proventi delle rendite. Gli effetti sociali sono noti: razzismo
e gentrificazione.
I problemi della cattiva pianificazione
162. • La pianificazione è nelle mani dei politici, il conflitto fra privati
e pubblico spesso di “esaurisce” consentendo ai privati di
realizzare i propri interessi, senza un’attenta valutazione degli
effetti di tali trasformazioni e privilegiando la cosiddetta
“fattibilità economica e finanziaria”, che non misura la qualità
di piani e progetti ma il ritorno economico degli investitori.
• Con questo approccio culturale solo economico, i piani
possono essere edulcorati dalla famigerata “urbanistica
contratta”, favorendo il disordine urbano e la gentrificazione.
• “L’urbanistica contratta” è un modo elegante per dire che i
forti sono autorizzati a farsi gli affari propri. In questo modo i
politici usurpano sia i principi della legge urbanistica nazionale
e sia lo jus aedificandi che viene regolato dai privati e non più
dallo Stato .
I problemi della cattiva pianificazione
163. • La pianificazione urbanistica comunale è un’attività
discrezionale dei Comuni in coerenza coi piani sovraordinati.
• I politici devono, ma non è detto che ne siano capaci di farlo,
usare il potere e la funzione di pianificatori per applicare la
Costituzione secondo gli articoli 9, 32, 42, 44 e 47.
• La pianificazione deve tener conto del modello di sviluppo
che si intende imprimere ai luoghi stessi, in considerazione
della loro storia, tradizione, ubicazione e di una riflessione
del futuro sulla propria stessa essenza, svolta per
autorappresentazione ed autodeterminazione della
comunità medesima, con le decisioni dei propri organi
elettivi e con la partecipazione dei cittadini al processo
pianificatorio (vedi C. Stato, sez. IV: 10 maggio 2012)
I limiti culturali della classe politica
164. • Negli attuali processi di pianificazione le città sono
considerate merce e le trasformazioni urbane sono
realizzate per aumentare la produttività delle imprese,
confondendo lo sviluppo umano con la crescita.
• Le città sono merce, nonostante questo non sia il dettato
costituzionale e neanche il mandato della legge urbanistica
nazionale. Il capitalismo si concretizza attraverso un
razzismo economico sfruttando la pianificazione urbanistica
per accumulare capitale (rendita), e usurpando i diritti dei
cittadini quando sceglie per se i luoghi per generare rendita
e localizzare la propria impresa, ma scaricando i costi sulla
collettività. Lo fa vendendo la merce a prezzo di mercato,
cioè vende a chi può pagare quel prezzo escludendo i ceti
più deboli.
I limiti culturali della classe politica
165. • Poiché il processo di pianificazione è stato inserito nel
processo economico, esiste il rischio che i piani siano
sbilanciati sugli interessi privati anziché progettare diritti a
tutti i cittadini, innescando una degenerazione politica
poiché gli investitori privati ricattano lo Stato.
• Due questioni culturali possono liberare il disegno urbano
e applicare la Costituzione: (1) la sovranità economica
dello Stato e (2) la bioeconomia che consente alla corretta
pianificazione di riportare l’economia nell’ambito
originario (la moneta non è ricchezza), e poi concepire la
città come sistema metabolico e usare razionalmente
l’energia e tutelare il territorio.
I limiti politici della pianificazione
166. • Le necessità di oggi sono dettate dall’applicare la
Costituzione e quindi di realizzare i diritti, oggi
negati.
• In che modo? Convertendo i piani espansivi in
rigenerativi attraverso la bioeconomia, cioè
interpretare la città come un sistema metabolico e
realizzare un sistema di monitoraggio dei flussi di
energia in entrata e in uscita. Recuperare e riusare i
tessuti urbani consolidati introducendo la qualità
urbana.
• Abbattere le rendite di posizione e avviare la
partecipazione popolare al processo decisionale
della politica.
Governo del territorio
167. Benessere
psicofisico
Cultura (educazione, istruzione, relazioni ...) e carattere della persona
Occupazione utile
Comfort
ambientale
Edilizia (benessere termoigrometrico, acustico,
efficienza energetica ...)
Urbanistica (morfologia urbana, mixité, servizi,
bellezza, rapporto spazio pubblico/privato, verde
pubblico, accessibilità, impianto urbano, densità ...)
Territorio (clima, paesaggio, orografia, prevenzione
dal rischio idrogeologico e sismico ...)
I progettisti possono occuparsi del comfort ambientale e della "cultura" nel senso di
pianificare mq/ab, corrispondenti a determinati usi del suolo per spazi e luoghi
dell'educazione e della cultura. Anche in città dove questi spazi (servizi - mq/ab, DM
1444/68) esistono possono esser presenti condizioni di degrado sociale a causa della
disgregazione familiare (disoccupazione, basso potere d'acquisto) e della comunità
incapace di dare amore e sostegno ai propri figli. Già Rigotti individuava il "fattore
umano" come aspetto importante per la progettazione e stabiliva che «per ogni
comunità le caratteristiche principali determinanti sono il genere di vita, l'elevatezza
dei costumi, le credenze religiose, in una parola la civiltà».
Governo del territorio
168. • Possibili obiettivi:
– analisi e monitoraggio della morfologia finalizzata alla rigenerazione
urbana (Assetto morfologico/disegno urbano; Conformazione dello spazio
pubblico; Rapporto tra edificato, spazio pubblico e spazi collettivi (spazi
condominiali, portici, etc.); Considerazione delle caratteristiche climatiche e
ambientali del sito per la definizione dell'impianto urbanistico; mix di
funzioni; Continuità e coerenza della maglia urbana (strade); Continuità del
sistema ambientale (spazi verdi); ...)
– conservazione dei centri storici
– rilocalizzazione delle attività produttive (cibo, manifattura, merci e servizi)
– riduzione dell'uso di risorse (acqua, energia,suolo, rifiuti)
• Possibili indicatori:
– Indicatori che misurano i flussi di materia ed energia in entrata e in uscita.
– Indicatori per la qualità urbana: morfologia e indici urbanistici.
Governo del territorio
169. Modello
concettuale del
sistema
metabolico che
osservare i
flussi di energia
in ingresso e in
uscita.
Rileva gli sprechi e
li cancella
riducendo
l’impatto
ambientale.
Fonte immagine, Monica Lavagna, Life Cycle
Assessment in edilizia, Hoepli
Governo del territorio
171. Fonte immagine: Carol Monticelli, Life cycle design in architettura, Maggioli
editore, 2013
Governo del territorio
172. • La produzione del cibo dipende da un sottile strato di
suolo, profondo da 30 a 100 cm. 500 anni è il tempo
minimo necessario dalla formazione di uno spessore
di 2,5 cm di suolo: per questo il suolo è riconosciuto
come una risorsa non rinnovabile.
• In Italia in soli 14 anni (1998-2012) si sono consumati
oltre 360.000 ettari di suoli, prevalentemente agricoli
e la superficie urbanizzata è salita oltre il 7% di quella
totale, in valore assoluto oltre 21.000 km quadrati.
• Per queste e altre ragioni i Consigli comunali,
attraverso una variante, devono trasformare i piani
espansivi in rigenerazioni bioeconomiche.
Governo del territorio
174. Governo del territorio
< http://www.postmetropoli.it/atlante/?p0=B-Usi-e-coperture-del-suolo&p1=B5-Consumo-di-suolo&p2=00Consumo-di-suolo-2012>
Consumo di suolo
175. • Al di là delle nozioni di diritto urbanistico e della
tecnica, la disciplina è costruita su teorie di modelli
spaziali.
• Il padre della scienza urbanistica è Ildefonso Cerdà
(1815-1876) teorico dell’eguaglianza spaziale; poi
seguono Ebenezer Howard (1850-1928) modello
spaziale dell’equilibrio e Garden City; Patrick Geddes
(1854-1932) scuola territorialista; Patrick
Abercrombie (1879-1957) piano della Grande Londra
controllando le densità; Gustavo Giovannoni (1873-
1947) scuola del recupero, Giovanni Astengo (1915-
1990); Bernardo Secchi (1934-2014) e molti altri.
Governo del territorio
176. Parte IV
• Gli insediamenti urbani costruiti dall’uomo,
forma e utilizzazione territoriale. Una piccola
selezione di immagini per interpretare la
struttura urbana.
Nota: tutte le immagini panoramiche sono tratte da google earth
177. Insediamenti urbani
Il Pireo e Selinunte, insediamenti urbani a scacchiera (schema Ippodameo).
Fonte immagine, Cesare Chiodi, La città moderna, tecnica urbanistica, Gangemi
210. PARTE V
• Per un’efficace approfondimento dello spazio
antropico delle città si rimanda alla lettura
delle pubblicazioni della scuola muratoriana
(di Saverio Muratori)
• Le immagini che seguono sono tratte da G.
Caniggia & G.L. Maffei, Lettura dell’edilizia di
base, Alinea editrice
211. • Interpretare la città analizzando le strutture edilizie
nel corso dello sviluppo storico dell’insediamento è il
metodo conoscitivo per l’analisi urbana dell’esistente.
L’analisi riconosce i tipi edilizi e le singole unità.
Studiando il tipo edilizio e l’insieme dei suoi aggregati,
questi possono formare un tessuto urbano e si
possono riconoscere gli insieme dei sistemi di tessuti,
che sono alla base dell’organismo urbano.
• Il processo è storico-tipologico-formativo-
conservativo-evolutivo.
• La lettura-progetto e il metodo sono finalizzati al
progetto
• Tipologia edilizia-> tessuto-> organismo urbano
212.
213.
214.
215.
216.
217.
218.
219.
220.
221. bibliografia
• Elio Piroddi e Antonio Cappuccitti, Urbanistica è progetto di città, Maggioli editore, 2012
• Luca Marescotti, Città tecnologie ambiente. Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione
ambientale, Maggioli editore, 2009
• Macionis & Parrillo, Prospettive urbane. Un approccio sociologico e multidisciplinare,
Paerson, 2014
• Marvi Maggio, Le invarianti strutturali del territorio, FUP, 2014
• Maria Chiara Torricelli, ES-LCA e patrimonio naturale, FUP, 2015
• Alberto Magnaghi, La regola e il progetto. Un approccio bioregionalista alla pianificazione
territoriale, FUP, 2014
• Giorgio Pagliari, Corso di Diritto urbanistico, Giuffrè Editore, 2015
• Aldo Fiale, Diritto Urbanistico, Edizioni Simone, XV edizione, 2015
• Colombo, Pagano, Rossetti, Manuale dell’urbanistica. Strumenti urbanistici, tecnica, disciplina
legislativa, procedure e giurisprudenza, 2013
• Paolo Pileri, Che cosa c’è sotto, Altreconomia, 2016
• Paolo Berdini, Le città fallite, Donzelli editore, 2014
• Michelangelo Russo, Urbanistica per una diversa crescita, Donzelli, 2014
• Giuseppe Dematteis, Carla Lanza, Le città nel mondo. Una geografia urbana, Utet, 2014
• Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973
• Luca Reale, Densità città residenza: tecniche di densificazione e strategie anti-sprawl,
Gangemi, 2008