5. 1.3 Ritardo verso altri Paesi L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011
6. 2. Esiti positivi 3+2 L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Nell’intervallo 2004 – 2009: la quota di laureati (di età 30-34 anni) è cresciuta di 3,3 punti percentuali, partendo da un valore inferiore al 16%. La riforma 3+2 ha aumentato i laureati, anche per effetto della duplicazione dei titoli (Fonte: Alma Laurea) Per l’89% dei responsabili delle risorse umane i laureati possiedono le competenze richieste per svolgere i lavori previsti (Fonte: Alma Laurea) Disallineamento delle competenze dei laureati italiani come negli altri Paesi europei (Indagine Eurobarometro) Nel 2009, 73 laureati su 100 provengono da famiglie dove i genitori sono privi di titolo di studio universitario
7. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 2. Esiti positivi 3+2 Occupabilità e retribuzione Tasso occupazione dei laureati: oltre 11 punti percentuali > rispetto ai diplomati (Fonti ISTAT e OECD) Retribuzione più elevata del 55% rispetto ai diplomati di scuola secondaria superiore (Fonti ISTAT e OECD) Più formati, ma soprattutto formati ad apprendere Flessibilità in ingresso non è il problema primario : Nei primi 3 anni dopo la laurea il 75% ha un lavoro. Dopo 3 anni: il 62% ha contratto permanente I laureati specialistici biennali italiani che lavorano all’estero a un anno dal titolo: nel 2010: 4,5%, nel 2009: 3%; con un lavoro stabile a un anno dalla laurea: 48%, + 14% rispetto al complesso degli specialistici italiani occupati in patria Specialistici trasferitisi all’estero guadagnano, ad un anno, 1.568 euro contro 1.054 dei colleghi rimasti in Italia
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9. 3. Problemi aperti L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Famiglia di provenienza condiziona la scelta dei percorsi e le aspirazioni lavorative A 5 anni dalla laurea: i più ricchi hanno maggiori contratti stabili, maggiori contratti autonomi e maggiore reddito L'istruzione, compresa quella universitaria, non aiuta la progressione sociale degli strati più deboli della popolazione Ridotta presenza di studenti esteri nel nostro sistema universitario. Non preoccupa che i nostri più bravi vadano all'estero ma che il nostro sistema educativo e professionale non sia attrattivo per talent internazionali. L’efficienza tecnica (iscritti/laureati) è diminuita (Agasisti, 2005). Alcune università attraggono studenti ma non hanno mezzi per gestirli e quindi non aumentano proporzionalmente i laureati
10. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 4. Sintesi L’universitario italiano che esce dal 3+2 è un universitario competitivo -> la nostra università di base offre una buona preparazione. Il livello medio americano è inferiore al nostro. Non basta aver allargato il numero di studenti e laureati (negli USA 40%), impegno da mantenere e incrementare. Il problema è un altro ….
11. B. SPESA E QUALITA’ L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011
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13. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 2. Teoria del capitale umano (CU) Crescita esogena. Solow (57) Una crescita continua del PIL può essere ottenuta soltanto con la crescita della popolazione o con un miglioramento del tasso di miglioramento tecnico-organizzativo (CTO) esogeno. Crescita endogena. Romer (90) L’interazione tra input produce rendimenti di scala non decrescenti. La crescita di CU aumenta la produttività di K che cresce. La crescita di K aumenta la produttività di CU che cresce. La produttività è determinata endogenamente dalla crescita del CU, da attività di ReS, da varie modalità di apprendimento .
14. 2. Teoria del capitale umano 2.1. Impatto CU su produttività L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Diffusione ICT Aumento di creatività, di capacità di lavoro innovazione Impatto territoriale dei distretti HC Educazione Impatto sulla produttività Ricerca scientifica Progresso tecnologico Aumento di creatività, di capacità di lavoro innovazione Impatto territoriale dei distretti Educazione
15. 2. Teoria del capitale umano 2.2 Salario a tre anni dalla laurea L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Modello teorico dell’interazione tra i tre tipi di CC (da Heijke et al. 2002) CC specialistiche all’uscita Salario a 3 anni dalla laurea CC manageriali Lavoro coerente con la specializzazione CC accademiche all’uscita CC specialistiche all’uscita
16. 2. Teoria del capitale umano 2.3 CU e progresso tecnologico L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Costi/opportunità di strategie formative: (spec) (base) (appr) Source: Maggioni (1997) M.A. Maggioni, AEEE, 05/10/2004
17. 2. Teoria del capitale umano 2.4 Istruzione superiore e disuguaglianze L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Linee di età-guadagni ipotetiche in occupazioni che differiscono nell’ammontare di conoscenze richieste: Investimento come politica di redistribuzione
18. 3. CU: Il ruolo dell’istruzione superiore 3.1 Qualità investimento CU. UE vs USA L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011
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20. 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Finland Denmark Sweden Great Britain Norway New Zealand United States Switzerland Netherlands Austrailia Canada Slovenia Czech Republic Italy Ireland Hungary Chile Poland Portugal high skilled medium low skilled M.A. Maggioni, AEEE, 05/10/2004 Source: Ok-Tergeist (2002) L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 3. CU: Il ruolo dell’istruzione superiore 3.3 Occupazione per Livello di Istruzione
22. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 3. CU: Il ruolo dell’istruzione superiore 3.5 Formazione permanente di tipo terziario Source: Ok-Tergeist (2002)
23. 3. CU: Il ruolo dell’istruzione superiore 3.6 Spendiamo poco e male L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011
27. 1. I modelli 1.2 La Francia: statalismo illuminato L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Il sistema francese strettamente statalista prevede il privilegio a poche selettive università, tendenzialmente parigine, a cui vengono destinati la gran parte dei finanziamenti e a cui accede l’eccellenza degli studenti e dei professori. L’attenzione massima è a questi atenei; il resto integra.
32. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Riforma ad ampio raggio che tocca aspetti fondamentali quali: governance diritto allo studio stato giuridico reclutamento docenti accreditamento valutazione atenei. Realizzata con la collaborazione di più parti: il Governo e la maggioranza parlamentare, parte dell’opposizione, alcuni docenti universitari in veste di consiglieri ministeriali, la Conferenza dei Rettori delle università italiane, la Confindustria.
33. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 La legge è articolata in tre titoli: il primo relativo all’organizzazione del sistema universitario ( governance ); il secondo contenente norme e deleghe legislative in materia di qualità ed efficienza del sistema universitario; il terzo concernente il personale accademico e il riordino della disciplina del reclutamento di docenti e ricercatori. A sua volta il Titolo I è suddiviso nella 1.1.1. ridefinizione degli organi di governo 1.1.2. ridefinizione dell’articolazione interna (dipartimenti e strutture di coordinamento) 1.1.3. previsione della possibilità di federazione e fusione tra atenei; 1.2. Il Titolo II è rubricato norme e delega legislativa in materia di qualità ed efficienza del sistema universitario ; tra cui: - fondo per il merito (art. 4); - stato giuridico dei professori e dei ricercatori di ruolo (art. 6); - misure per la qualità del sistema universitario (art. 13); Vi sono poi 47 deleghe da perfezionare perché la legge divenga operativa
37. 2. Finanziamenti da offerta a domanda L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Cambiare mentalità: l’università non è spesa sociale Mentre spendiamo tanto e male per la scuola, spendiamo poco per l’università Smettere di finanziare a pioggia Spostare finanziamenti da offerta a domanda: Miur e regioni finanzino gli studenti che scelgono dove andare Tasse + alte proporzionate ai redditi e borse di studio + alte per permettere un effettivo diritto allo studio
38. 3. Diversificazione e competizione università L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Scegliere un modello che valorizzi una competizione virtuosa fra università, una libertà di iniziativa responsabile, positiva, costruttiva Flessibilità di didattica e di ricerca vincolati al raggiungimento di obiettivi di qualità e quantità Ruoli diversi per diverse università tenendo conto di economie di scala, risorse attivabili, diversi obiettivi effettivamente perseguibili
39. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 4. Master e dottorati Ciò che è fondamentale nell’università italiana e non è stato riformato organicamente: l’eccellenza (dottorati, master…) Dottorati di livello internazionale Formazione permanente classe dirigente attraverso master universitari Estension e fondazioni per le università a questo scopo
40. 5. Internazionalizzazione L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Strumenti per far formare gli studenti all’estero e possibilmente farli rientrare Strumenti per attirare studenti dall’estero e per mantenere i contatti
41. 6. Esternalizzazione L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Libertà di stipulare contratti con imprese, consulenti… (esternalizzazione) Libertà di vendere servizi educativi e ricerche Capacità di ricerca, ma anche capacità organizzative e di reperimento fondi Semplificazione norme reclutamento personale per attività di vendita servizi ricerca e consulenza Detassazione donazioni, ecc
42. L’Università possibile: esperienze in atto Roma, 8 aprile 2011 Valutazione per peer review Valutazione come capacità di un sistema di prendere coscienza di se stesso e di procedere per obiettivi. 7. Anvur
In questo senso, vi sono università che si prefiggono come missione l’eccellenza della ricerca e dell’insegnamento ed altre che punteranno sulla ricerca applicata sulla capacità di fare impresa; altre solo teaching, alcuni atenei (necessariamente pochi) potranno competere a livello internazionale, mentre altri costituiscono fattore di sviluppo per il territorio in cui si trova.
Si tratta di una riforma ad ampio raggio che tocca aspetti fondamentali della vita delle università: dalla governance al diritto allo studio, dallo stato giuridico al reclutamento dei docenti, dall’accreditamento alla valutazione degli atenei. Una riforma che è stata ispirata, voluta e realizzata con la collaborazione fattiva di più parti: il Governo e la maggioranza parlamentare, parte dell’opposizione, alcuni docenti universitari in veste di consiglieri ministeriali, la Conferenza dei Rettori delle università italiane, la Confindustria.
È sintomo di una grave mancanza di realismo pensare che il ministero possa assolvere in maniera efficiente ai compiti che la legge gli attribuisce. Già oggi vediamo che l’apparato burocratico ministeriale fatica a svolgere con puntualità le proprie funzioni figuriamoci cosa potrà succedere dopo questa legge. Anche qui gli esempi sono sotto gli occhi di tutti (decreto FFO, decreto indirizzi strategici, PRIN, ecc.). Ora questa incapacità del ministero nello svolgimento dei propri compiti è dovuta ad un difetto di organizzazione dell’amministrazione che non è dotata di un apparato tecnico professionale in grado di supportare, attraverso studi e valutazioni tecnico-discrezionali, le decisioni del ministro. È singolare che in una riforma a tutto campo che ha l’ambizione di rilanciare il sistema universitario proprio la governance centrale rimanga immutata. Con il rischio di tornare al solito circolo vizioso: il ministro che si appoggia ai professori universitari (CUN, CNVSU, CIVR) per prendere le sue decisioni.