II Rivoluzione industriale: PRIMO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
II Rivoluzione industriale: PRIMO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
II Rivoluzione industriale: VENTUNESIMO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
II Rivoluzione industriale: OTTAVO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
Big Data la nuova frontiera dei dati "la rivoluzione dell'informazione". Introduzione nel mondo dei Big Data, immergendosi a 360° nelle tecnologie correlate, un modo semplice per capire il futuro, e l'importanza di analizzare la mole di dati prodotta ogni giorno.
Tesi di Maturità.
II Rivoluzione industriale: VENTUNESIMO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
II Rivoluzione industriale: OTTAVO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
Big Data la nuova frontiera dei dati "la rivoluzione dell'informazione". Introduzione nel mondo dei Big Data, immergendosi a 360° nelle tecnologie correlate, un modo semplice per capire il futuro, e l'importanza di analizzare la mole di dati prodotta ogni giorno.
Tesi di Maturità.
II Rivoluzione industriale: UNDICESIMO concorrenteprof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
II Rivoluzione industriale: NONO concorrente
II rivoluzione industriale, power point, lavoro didattico
II Rivoluzione industriale: VENTESIMO concorrente prof_dellorto
Questa presentazione è il frutto di un lavoro di uno dei miei alunni, viene pubblicato a mio nome per partecipare a un mini-concorso indetto nella mia classe III a.s. 2013 2014 e viene pubblicato a scopo didattico.
Prima ancora della nascita di vere e proprie città industriali, nel secolo XIX si diffusero dapprima nel nord Europa e in seguito in Italia numerosi villaggi operai (che nei paesi anglosassoni vennero chiamati Garden Cities e in Germania Siedlungen), realizzati direttamente da aziende economicamente solide che nelle zone periferiche e di campagna cercavano manodopera stabile specializzata e possibilmente estranea al clima sindacalizzato e politicizzato delle città.
In Italia uno degli esempi più interessanti è rappresentato dal villaggio di Crespi d’Adda, che oltre ad essere uno dei primi insediamenti conosciuti, presenta la particolarità di aver preservato pressoché immutato il suo aspetto originale sino ai nostri giorni, giovandosi sia della collocazione geografica alquanto decentrata che ha permesso uno sviluppo protetto da influenze esterne, sia dall’essere sempre rimasta un’industria tessile, nonostante diversi cambi di proprietà.
L'economia alimentare globale è fuori dalle menti della maggior parte delle persone, ma non fuori dai loro piatti. Le nazioni che hanno milioni di gente da alimentare ma carenza di terra coltivabile e/o produzione agricola possono … affittare-un-paese da nazioni che hanno abbondanza di terra e una produzione agricola eccedente i fabbisogni nazionali. Nascono così accordi innovativi che sostituiscono l’approccio colonialista utilizzato nel passato dall’Europa per procurarsi zucchero, the, caffè, tabacco e altre colture che non crescono nei paesi freddi o a clima temperato.
"Anche a cavallo tra Ottocento e Novecento il trasferimento delle tecnologie ha rappresentato un aspetto importante, ma a causa dell’asservimento coloniale è aumentato il differenziale di utilizzo produttivo nell’uso delle macchine, elemento che ha condizionato, e condiziona tuttora, il problema del sottosviluppo. Non dimentichiamo, infatti, che la globalizzazione internazionale, con i suoi flussi di merci e persone, deriva da un’esperienza coloniale, che non si traduce in maniera scontata in crescita economica auto sostenuta o in diffusione delle tecnologie industriali".
1. La Rivoluzione Industriale
L’alba dell’Industrializzazione
Realizzato da Viola Carboni, Sabrina Coltro, Letizia Frigerio, Simona Scavone
e Alessia Tesio
2. PERCHE’ PROPRIO IN
INGHILTERRA?
1) Dopo la Rivoluzione Inglese, l'Inghilterra può contare su:
• SISTEMA POLITICO
che incentivava lo spirito individuale d'iniziativa della borghesia
intraprendente
• STABILITÀ ECONOMICA
che aveva permesso agli imprenditori inglesi di investire in nuove imprese,
di incoraggiare investimenti e di scoprire nuovi mercati oltremare
3. 2) era in possesso di un vasto impero coloniale che garantiva il costante
afflusso di materie prime;
3) era stata coinvolta nella Rivoluzione Agraria, le cui nuove tecniche
favorirono una rivoluzione in agricoltura che stimolò il processo di
industrializzazione
CONSEGUENZE
maggiori disponibilità
alimentari
crescita demografica
estensione del mercato
interno (costruzione di
efficiente rete di
trasporto)
diffondersi del lavoro
salariatodisponibilità di capitali
per impieghi industriali
esodo dalle campagne
Nascita del proletariato
industriale
4. 4) era dotata di grandi depositi di carbone e ferro, materiali essenziali per
l'industrializzazione;
5) il suo clima pacifico incoraggia il libero pensiero, per cui gli scienziati
inglesi hanno potuto dedicare il loro tempo a sviluppare nuove ed efficienti
tecnologie
DUNQUE...
non c'è stato nessun unico motivo per cui la rivoluzione industriale sia
avvenuta in Gran Bretagna poiché è stata il risultato di una serie di
processi che si erano venuti a sviluppare su un lungo arco di tempo.
6. LA RIVOLUZIONE
AGRARIA
Le conseguenze della rivoluzione agraria furono:
1)l'introduzione di nuove piante alimentari di provenienza americana
2) Il passaggio dalla rotazione triennale alla rotazione quadriennale
BENEFICI: sfruttamento migliore e più efficiente del territorio coltivato
Il primo movente
7. 3) le rotazioni agrarie con le foraggere
4) Passaggio dall’OPENFIELD (terre comuni) al BOCAGE (le recinzioni).
aumento bovini e
concimazione naturale
forte incremento delle
produzioni agricole e
casearie
DI CONSEGUENZA
8. PER CUI...
L'accresciuta produttività agricola e dunque la minor richiesta di
manodopera provocarono:
1) l'allontanamento di masse rurali dalle campagne alle città (per
l'eliminazione delle terre comuni) in cerca di un lavoro;
2) i pochi contadini rimanenti divennero salariati
questo flusso di manodopera si
riversò nei centri manifatturieri,
alimentando la formazione del
proletariato urbano
9. INCREMENTO
DEMOGRAFICO
La rivoluzione industriale innescò diverse dinamiche socio-
economiche che, combinatesi fra loro, provocarono nelle aree
coinvolte un rapido e considerevole accrescimento
della popolazione a livello demografico nel giro di alcuni
decenni.L’Inghilterra sperimenta una forte caduta della
mortalità, un incremento della natalità e di conseguenza una
crescita della popolazione urbana. Il forte incremento
demografico fu reso possibile dalla disponibilità delle risorse
naturali, i progressi nel campo igienico e sanitario, che
abbatterono i tassi di mortalità innalzarono l'età media della
popolazione, l'estinzione o comunque la riduzione delle
ricorrenti calamità che da secoli colpivano le aree più
popolate, (le epidemie infatti divennero meno frequenti e
violente, mentre alcune malattie, come la peste, scomparvero
del tutto grazie alla diffusione delle pratiche igieniche,
all'attenzione riservata alla potabilità dell'acqua, alla
costruzione di sistemi fognari efficienti). Cambia la
distribuzione degli abitanti sul territorio con lo spopolamento
delle campagne e la concentrazione intorno a nuclei urbani
sempre più grandi; nasce il processo di urbanizzazione.
10. Fu infatti prevalentemente nei centri urbani, specie se industriali, che si
avvertì la crescita della popolazione, con il repentino aumentaredi
grandi sobborghi a ridosso delle città, nei quali si ammassava il
sottoproletariato che dalle campagne cercava lavoro nelle fabbriche
cittadine. Si trattava per lo più di quartieri malsani e malfamati, in cui le
condizioni di vita per decenni rimasero spesso al limite della vivibilità.
Si venne a definire quel fenomeno chiamato “urbanizzazione
incontrollata”
11. LA POLITICA FAVORÌ LA
RIVOLUZIONE
1) con la creazione di un vasto mercato nazionale
(conseguentemente all’unificazione delle corona inglese e
scozzese) che permise la libera circolazione delle merci
DUNQUE...
il commercio si avvantaggiava della presenza di mercati esterni
protetti.
Perché? In che modo?
(NO DAZI)
12. 2) per la presenza di una nobiltà disponibile all’attività imprenditoriale che
non disprezzava le attività economicamente produttive;
3) per la presenza di una borghesia intraprendente sempre in crescita,
sufficientemente tutelata e garantita nella propria libertà di iniziativa dalla
legislazione;
13. 4) per lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale aperta alle novità,
plasmata dall’ etica protestante del lavoro
E per la diffusione del senso della responsabilità nel rispetto del bene
comune per cui la borghesia si sentiva costantemente chiamata a
partecipare alla creazione di un mondo nuovo e questo stimolava loro a
ricercare un progresso costante
che considerava il
successo economico
un segno tangibile
della Grazia Divina
14. I COMMERCI
-Lo sviluppo dell’economia indotto dall’utilizzo delle
nuove tecnologie meccaniche determina ben
presto l’esigenza di aprire nuovi mercati.
Ampliando i mercati, la ricchezza della società può
crescere in misura sempre maggiore. Per
aumentare i capitali bisogna dunque sia
raggiungere nuovi mercati esterni (attraverso il
miglioramento della rete dei trasporti), sia aprirne
di nuovi interni (migliorando le condizioni di vita e
le retribuzioni dei lavoratori per renderli
consumatori dei beni che loro stessi producono).
UN MERCATO INTERNO BEN SVILUPPATO
GARANTISCE INFATTI:
-la compravendita con mercati esteri
-la disponibilità di un capitale che può esser investito
nella piccola industria nascente
-la disponibilità di materie prime
15. Nel Settecento si verificò un forte
sviluppo dei commerci tra gli stati
europei, ma soprattutto si
intensificarono gli scambi
commerciali tra i diversi continenti
del mondo, in particolare con quelle
regioni dell'America, dell'Africa e
dell'Asia colonizzate dalle potenze
europee. Nel 1780 le potenze
europee controllavano circa i tre
quarti di tutto il commercio
internazionale. Il centro di questa
rete di scambi mondiali era
costituito dall'Inghilterra, che allora
disponeva della flotta più potente
del mondo, seguita dalla Francia.
16. Gli scambi esterni erano
aumentati in seguito al
mercantilismo
seicentesco (in
particolare dopo gli Atti di
navigazione)
La diffusione del putting-out
system (Il settore tessile
inglese del XVIII secolo era
costituito da mercanti-
manifatturieri che si
servivano di lavoratori a
domicilio) e presenza di
un’area di libero scambio
favorirono le attività commerciali
Lo scambio interno cresce
molto nel Settecento a
causa dei redditi più
elevati e dell’aumento
della popolazione
I prodotti inglesi potevano
contare su forte domanda
interna ed esterna
Le altre potenze
alzarono barriere
doganali ma gli Inglesi
seppero approfittare
dei nuovi ricchi mercati
dell’America e della
zona dei Caraibi.
Londra divenne la
capitale del
commercio
internazionale
L’attività mercantile era
considerata onorevole e
poteva di per sé garantire
un avanzamento sociale
Condizioni geografiche
(grande diffusione di corsi
d’acqua naturali e
costruzione ante 1770 di
una vasta rete di canali
artificiali)
Capacità di utilizzare la
Rivoluzione scientifica
(trasformare invenzioni in
innovazioni).
Un forte e decisivo
impulso fu fornito dal
controllo sull’India che
significò orientarsi
decisamente verso il
cotone
FATTORI CHE
INFLUENZARONO
LA RIVOLUZIONE
COMMERCIALE IN
INGHILTERRA
17. SVILUPPO RETI DI
COMUNICAZIONE
Le esigenze del commercio, specie per la necessità di
trasporto delle merci, inducono lo sviluppo della rete dei
trasporti.
La Gran Bretagna arriva per prima al successo industriale
anche per motivi che riguardano ambiti diversi e ( come
ad esempio il mercato interno, il possesso di vaste
colonie, lo sfruttamento delle rotte commerciali marittime,
la disponibilità di manodopera e di capitali, il favorevole
contesto politico) e inoltre anche per la diffusione di alcuni
innovazioni tecniche che segnano un punto di svolta
nell’industrializzazione mondiale. La Rivoluzione
Industriale può quindi espandersi in tutta Europa.
-All'inizio del XVIII, le vie di comunicazione inglesi erano in
ritardo rispetto a quelle di altri Paesi europei, fra i quali la
Francia.
- Nella seconda metà del secolo, nel suddetto paese si
assistette alla costruzione di strade e canali fornendo un
contributo determinante per lo sviluppo degli scambi
commerciali e per la formazione del mercato interno. Tutte
le attività economiche poterono trarne beneficio.
18. Rete stradale
- Tra il 1760- 1774, il Parlamento inglese, con
l'intento di consentire uno spostamento rapido
delle proprie truppe militari in ogni stagione
dell'anno, emanò una serie di atti legislativi per
migliorare le strade esistenti e per costruirne di
nuove attraverso il sistema del pedaggio
(turnpike roads) che incoraggiò l'iniziativa di
alcuni privati nella realizzazione di queste vie di
comunicazione.
- Inoltre anche l'assembramento e la
redistribuzione delle terre agricole favorì la
costruzione di strade, in quanto si poteva più
facilmente stabilire un nuovo tracciato tra le
nuove recinzioni dei territori .
Canali
- Il primo canale inglese fu finito nel 1761 per il trasporto
di carbone ad uso industriale o domestico dal Duca di
Bridgewater, ispirato da quanto realizzato dai poichè
possedeva miniere di carbone a Worsley, e aveva
bisogno di trasportare la materia prima verso le
fabbriche di Manchester. L'importante riduzione del
costo di trasporto permise di ridurre il prezzo di vendita
del carbone incentivando altre iniziative simili, tale da
determinare negli ultimi decenni del XVIII una sorta di
“febbre dei canali” sostenuta da iniziative private.
- Quarant'anni dopo, la rete dei canali era pari a 1000
chilometri.
- Nel ‘700 le vie di comunicazione e i mezzi di trasporto
erano lenti e inadeguati: il sistema stradale permetteva
lo spostamento di merci in quantità minime, mentre la
navigazione marittima si era da tempo standardizzata
su carichi non superiori alle cento tonnellate (per via
fluviale vigeva ancora il trasporto sulle chiatte)
- Per quanto riguarda le rotte oceaniche invece,
cominciano ad essere percorse dai cosiddetti
“steamers”, vale a dire i grandi battelli di ferri azionati
da ruote o eliche, adibiti al traffico passeggeri e alle
comunicazioni postal
il primo piroscafo ideato dall’americano Fulton
19. Ferrovie Ponti
- La rivoluzione dei trasporti del XIX secolo segnò un
punto di rottura in tal senso, grazie soprattutto alle
nuove energie come il carbone e il vapore e i nuovi
materiali da sfruttare (ferro, ghisa e acciaio) per i
veicoli che sino ad allora avevano utilizzato
solamente la forza animale o le energie eolica e
idrica. Era dunque cominciata l’era delle ferrovie,
delle navi a vapore e del telegrafo.
- Il britannico Stephenson costruì la prima locomotiva
a vapore, a cui sarebbe seguita pochi anni dopo,
nel 1825, l’inaugurazione della tratta ferroviaria tra
Stockton e Darlington
- La rapidissima diffusione di questi nuovi mezzi di
comunicazione mette in evidenza come esistesse
una dimensione economica in profondo mutamento.
Le distanze sembravano infatti annullarsi, si
infittirono i rapporti tra i vari paesi, le merci, i
manufatti e i mercati, con i consumi in rapida
ascesa.Intorno alla metà del secolo, poi, l’Inghilterra
e l’Europa cento-occidentale sono coperte da un
fitto intreccio di strade ferrate
Il ponte sospeso sul Menai, di Thomas Telford.
-Nel corso del XVIII secolo furono introdotte numerose
innovazioni nella progettazione di ponti elemento cruciale per
lo sviluppo della rete stradaleTra le prime sperimentazioni
l‘Iron Bridge di Coalbrookdale del 1779, il primo ponte per il
quale furono utilizzati archi di ghisa. Furono sviluppati anche
sistemi di capriate in ferro battuto, ma tale materiale non
aveva la resistenza alla trazione necessaria per sostenere
grandi carichi e fu quindi limitato a piccole luci. --Solo con
l'avvento, nel XIX secolo, dell'acciaio, furono costruiti ponti
molto più grandi.
-Solo nel XIX secolo, dopo le primissime esperienze condotte
negli Stati Uniti, si assistette in inghilterra alle prime
realizzazioni di ponti sospesi. In effetti in Gran Bretagna lo
sviluppo della metallurgia poteva offrire materiali ad alte
prestazioni che permisero il raggiungimento di luci notevoli.
Thomas Telford, la figura di maggiore spicco del periodo,
costruì tra il 1819 ed il 1826 il ponte sospeso sul Menai, su di
una luce di ben 176 metri. Al momento della costruzione era
il ponte più lungo del mondo
21. La piaga del lavoro infantile
(articolo di Jhon Aikin citato nel libro
“LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE” di G.
Mori)
Il cronista Jhon Aikin,
dopo essersi recato di
persona nella zona
industriale di
Manchester, nel 1765
scrisse un articolo
relativo alle condizioni
degli operai delle
fabbriche inglesi
soffermandosi
particolarmente sulla
questione dei bambini
e sul ruolo che essi
assumevano all’interno
delle fabbriche.
22. I PROBLEMI AFFRONATI DA AIKIN IN QUESTO ARTICOLO SONO:
Il fatto che per i lavori nelle fabbriche vengano impiegati bambini di “tenerissima
età”, i quali sono stati costretti ad abbandonare le proprie famiglie o raccolti nelle
workhouses ( case di lavoro parrocchiali) di Londra e Westminster.
Il fatto che questi bambini siano costretti a dure condizioni lavorative: essi infatti
operano in ambienti chiusi per un arco di tempo troppo prolungato – spesso tutta la
notte- e respirano un’ aria avvelenata da olio e da altre sostanze usate per le
macchine.
Il fatto che i vari sbalzi di temperatura e le pessime condizioni igieniche siano
causa di svariate patologie e malformazioni.
Il fatto che una volta terminato il loro apprendimento all’interno delle fabbriche, i
bambini (sia femmine che maschi), non siano in grado di svolgere un qualsiasi altro
mestiere, in particolare, per quanto riguarda le femmine, queste sono incapaci di
svolgere i lavori domestici.
Il fatto che lavorando in queste fabbriche fin da giovanissimi, questi non hanno
ricevuto un’educazione religiosa e morale; oltre a danneggiare loro stessi, questa è
una minaccia per le generazioni future.
23. La divisione del lavoro
passo tratto dall’opera di Charles Babbage:
“L’economia delle macchine e delle
manifatture”
Il matematico inglese
Charles Babbage, nel
1832 scrisse un’opera
relativa ai vantaggi
prodotti dalla divisione del
lavoro; tuttavia il principio
della divisione del lavoro
fu formulato per la prima
volta nel 1776 da Adam
Smith ne La ricchezza
delle nazioni.
24. I VANTAGGI DATI DALLA SUDDIVISIONE DEL LAVORO
SECONDO BABBAGE:
Un vantaggio economico è sicuramente l’aumento della produttività,
legato al risparmio di tempo: infatti, suddividendosi il lavoro tra di loro, gli
operai imparano a svolgere un solo compito nel migliore dei modi, piuttosto
che dedicarsi ad un apprendimento superficiale di molteplici compiti. Tale
processo farà sì che non ci sarà bisogno di adoperare attrezzi diversi in
ciascuna lavorazione, e che il tempo perso sarà nullo. Inoltre la ripartizione
del lavoro contribuisce alla riduzione dei costi.
Un altro aspetto su cui Babbage si sofferma è la specializzazione nella
varie mansioni da parte degli operai, i quali, prestando attenzione ad un
solo mestiere, saranno in grado di svolgerlo nel modo migliore e saranno
in grado di garantire un’ ottima qualità del prodotto.
25. DISCIPLINA SUL LUOGO DI LAVORO
Dal Regolamento interno in vigore nel laneificio Sella &
C. di Crocemosso
Da una delle prime
fabbriche tessili italiane,
collocata nell’area biellese,
proviene un documento che
espone le proibizioni e le
sanzioni a cui ogni
lavoratore era severamente
sottoposto durante la prima
fase della rivoluzione
industriale inglese.
L’operaio era sottomesso ai
ritmi imposti da una
macchina e si doveva
adeguare a questi come
poteva.
26. LE PROIBIZIONI IMPOSTE DAL REGOLAMENTO:
Attraverso tale fonte possiamo renderci conto di quanto rigide fossero le
condizioni lavorative a cui gli operai erano sottomessi. Gli operai
lavoravano dalle 11 alle 12h, il che evidenzia quanto difficile fosse seguire i
ritmi imposti; dopo aver lavorato per 15 giorni consecutivi nella fabbrica, un
operaio era automaticamente costretto a lavorarvici per due anni; gli operai
non potevano licenziarsi nei mesi compresi tra maggio e novembre. Come
se non bastasse, gli operai all’interno della fabbrica non potevano: cantare,
camminare, parlare, disturbare, mangiare cibi che potessero imbrattare il
posto di lavoro, fumare e masticare tabacco, non potevano assentarsi
perché in caso contrario avrebbero subito una tassazione sullo stipendio.
Se inoltre entravano nella fabbrica da un ingresso diverso da quello
principale, potevano essere accusati di delinquenza e dunque essere
consegnati alla giustizia. Tutti i lavoratori inoltre venivano ritenuti
responsabili nel caso in cui le macchine o le attrezzature si guastassero.
In particolare bisognava essere subordinati ai ritmi imposti da una
macchina, bisognava rispettare i tempi stabiliti e adeguarsi a nuove
condizioni talvolta esagerate e difficili da gestire.
27. LA PROTESTA DEI LAVORATORI CONTRO
L’INTRODUZIONE DELLE NUOVE MACCHINE
da una lettera ai giornali e da una dichiarazione di
lavoratori calzettai
Sul tema della protesta dei
lavoratori contro le macchine,
abbiamo due testimonianze: nel
primo caso si tratta di una lettera
apparsa su due quotidiani il 13
giugno 1786, che evidenzia il
malessere dei lavoratori inglesi
dovuto all’introduzione delle
macchine; la seconda invece è una
dichiarazione di lavoratori calzettai
formulata nel 1812 in cui gli operai
rimarcano la loro intenzione nel
voler distruggere gli strumenti che
hanno tolto loro il lavoro.
28. I PROBLEMI CAUSATI DALL’INTRODUZIONE DELLE
MACCHINE
Un primo problema affrontato da questa fonte è quello della
disoccupazione causata dall’introduzione di macchine;
infatti ogni macchina fa perdere il lavoro a circa 12 uomini.
Come conseguenza alla perdita del lavoro, le domande che
ci si pongono nella fonte è come si possa provvedere alle
famiglie se si è disoccupati, che cosa dovranno fare i figli
dei disoccupati
Il sentimento che prevale, come è possibile evincerlo dal
testo, è quello della PAURA, la paura che anche in futuro la
situazione degli operai non cambi mai, e anzi peggiori.
29. I PROBLEMI AFFRONTATI NELLA DICHIARAZIONE
DEI LAVORATORI CALZETTAI
In questo testo i lavoratori esprimono la loro disapprovazione contro
la legge emanata da Giorgio III che condanna come criminali coloro
che distruggono le macchine. I calzettai infatti dichiarano che loro
continueranno a distruggere le macchine come segno di protesta per
la produzione illegale di prodotti fabbricati con tali macchine.
Nella parte finale del testo si fa riferimento a Ned Ludd, fondatore del
movimento luddista e responsabile di uno dei primi gesti di violenza
contro le macchine.
30. PADRONI E OPERAI
dalla petizione di un filatore alla città di
Manchester
In questa petizione
presentata alla città
di Manchester nel
1818, è descritta
l’immagine di una
nuova oligarchia
economica: i padroni
delle fabbriche in
contrapposizione con
gli operai che sono
sottomessi.
31. Contrasti tra padroni e operai
In questa petizione vengono sottolineate le differenze tra i padroni
delle fabbriche e gli operai.
I padroni vengono descritti come piccoli monarchi assoluti, dispotici,
intraprendenti, ignoranti e tirannici. Essi comandano gli operai che
sono invece “inoffensivi, umili e ben informati”, “dolci e trattabili”; essi
obbediscono al padrone quasi come fossero degli schiavi, hanno una
razione miserabile di cibo e sono “imprigionati” nelle fabbriche. I
padroni cercano di estorcere ai poveri operai la maggior quantità di
lavoro con la minima spesa.
La diversità e la distanza tra un padrone ed un operaio è netta: tra i
due non c’è comunicazione, il primo ordina e il secondo obbedisce;
l’operaio non può accordarsi con il padrone perché altrimenti verrà
licenziato senza alcuna possibilità di trovare lavoro altrove.
33. La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione economica o
industrializzazione della società che da sistema agricolo-artigianale-commerciale
divenne un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di
macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti
energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili), il tutto favorito da
una forte componente di innovazione tecnologica. Spesso si distingue fra prima
e seconda rivoluzione industriale. La prima interessò prevalentemente il settore
tessile-metallurgico.
34. BREVE DISTINZIONE TRA INVENZIONE E INNOVAZIONE:
L'invenzione, attività più intellettuale che pratica, ha raramente
arricchito il proprio ideatore, mentre l'innovazione ha riempito le
tasche degli intraprendenti innovatori che hanno fiutato l'interesse
di applicare a fini produttivi una tecnica inventata. Un'innovazione
non trova origine solamente da un'innovazione tecnica, ma può
anche derivare dalla creazione di un nuovo prodotto o dalla
conquista di nuovi mercati.
DURANE LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: Le innovazioni
tecniche coinvolsero le macchine utensili e le macchine motrici, le
industrie tessili e l'industria pesante (metallurgica e meccanica).
Quest'ultima divenne determinante nella metà del XIX secolo, in
concomitanza con lo sviluppo delle ferrovie. La produzione
domestica di tessuti era particolarmente lenta nella fase della
filatura, poiché occorrevano cinque filatori per alimentare un solo
telaio a mano.
35. INNOVAZIONI:
L’ALTOFORN
O
1709 - Abrahm Darby
L'altoforno è un tipo di
impianto utilizzato
nell'industria siderurgica
per produrre ghisa
partendo dal minerale
ferroso; l'altoforno produce
ghisa grigia, ovvero una
lega binaria di ferro e
carbonio, attraverso un
processo in cui concorre la
combustione di carbon
coke, la fusione di minerali
e riduzione degli ossidi
metallici presenti in natura
come minerale ferroso o
introdotti come rottami
ferrosi
36. LA
MACCHINA A
VAPORE
1712 - Thomas
Newcomen La
macchina di Newcomen,
è la prima applicazione
del vapore ad un
processo industriale, è
una pompa a pistone
azionata da un motore a
vapore a condensazione
interna. Essa fu
protagonista della prima
rivoluzione industriale, in
quanto primo esempio
della trasformazione di
energia chimica in
energia meccanica.
37. TELAIO CON
NAVETTA
VOLANE
1730 - Jon Key
Prima della sua invenzione
il tessitore doveva mettere
la navetta nel passo con
una mano, spingerla con
forza e prenderla con l'altra
mano quando arrivava sul
lato opposto, poi lasciarla
per mettere le mani sul
pettine e battere per
avvicinare il filo di trama.
Con la navetta lanciata
serve solo una mano per
far muovere la navetta,
l'altra rimane sul pettine per
la battuta, quindi consente
in pochi secondi di
effettuare un lavoro che
richiedeva un tempo molto
maggiore.
38. FILATOIO
MECCANICO,
“SPINNING
JENNY”
1765 –James Hargreaves
L'introduzione di tale
dispositivo nell'industria
tessile permise di ridurre
fortemente la
manodopera necessaria
per la produzione di filati
poiché era in grado di
fornire ad un solo
operaio la capacità di
gestire otto o più aste
contemporaneamente.
39. FILATOIO
IDRAULICO
“WATER
FRAME”
1767 - Richard
Arkwright Questa
macchina era mossa
interamente dalla
forza idraulica; in
seguito a questa
importantissima
invenzione Arkwright
e impiantò la prima
grande industria che
concentrava un
elevato numero di
operai.
40. PUDDELLAGGIO
per la
LAMINAZIONE
DEL FERRO
RAFFINATO IN
BARRE
1783 - Henry Cort
Il puddellaggio
(dall'inglese to puddle,
rimestare) è il
trattamento siderurgico
di ossigenazione di
carbonio, manganese,
silicio e fosforo (presenti
nel metallo) e
rimescolamento
(puddling) a cui viene
sottoposta, in appositi
forni, la ghisa per
ottenere una maggiore
duttilità e malleabilità del
metallo.
41. - In quasi 100 anni sono stati messi a punto sia la
meccanizzazione dell’industria tessile, sia lo
sfruttamento del ferro per la sua produzione. Non
sono stati scienziati a creare queste innovazioni,
ma artigiani.
- Lo sviluppo della scienza pura è avvenuto in
Francia, ma l’applicazione della scienza in
Inghilterra. Da tutto ciò di può dedurre che è la
macchina che dà la produttività, non è più
importante il lavoro.
42. L'avvento del sistema di fabbrica sconvolse i metodi di
produzione e le forme di organizzazione del lavoro. In
Inghilterra, fino alla metà del '700, la maggior parte
dell'attività lavorativa si svolgeva o nelle botteghe
artigiane o più comunemente nei sobborghi e nelle
campagne dove il metodo di produzione prevalente
era quello a domicilio. Con l'introduzione delle
macchine e del vapore questo sistema venne
progressivamente ma ineluttabilmente smantellato ed
il lavoratore divenne un operaio: abbandonò cioè tutte
la altre attività che nell'impresa familiare continuava a
svolgere, in particolare quella agricola, ed ebbe nella
fabbrica il suo unico impiego.
43.
44. Nell’avvio della rivoluzione industriale l’Inghilterra sembra aver goduto del vantaggio
costituito dall’abbondanza delle risorse minerarie di carbone e ferro. Il possesso di
risorse, tuttavia, più che come una causa va inteso come una pre-condizione
favorevole. L’Inghilterra sviluppò un’industria cotoniera, ma doveva procurarsi la
materia prima attraverso il commercio. Quanto al ferro, la produzione inglese era
già molto elevata verso il 1720 e, oltre alla domanda dell’esercito e della flotta,
soddisfaceva consumi rilevanti nell’agricoltura e nella vita quotidiana.
Ma fino al 1760-70 ulteriori sviluppi furono bloccati dal crescente costo del carbone
di legna e dagli inconvenienti del carbone minerale. Questo produceva ghisa di
cattiva qualità e perciò le risorse di ferro nazionali restarono parzialmente
inutilizzate fino a che non si diffuse la tecnologia degli altiforni al coke. In questo
intervallo alla crescente domanda di materia prima da parte delle fabbriche di
oggetti in metallo si sopperì attraverso le importazioni di ferro da paesi che avevano
abbondanti risorse di carbone di legna. Ancora verso il 1780 i due terzi dei consumi
di ferro venivano dalle importazioni. La domanda di ferro diventò a questo punto
così alta da far diffondere rapidamente le nuove tecnologie che permettevano di
ricavare un buon prodotto anche dai minerali ferrosi nazionali.
45. Miniera di carbone nelle Midlands in cui si usa la forza
del vapore per l’estrazione, 1820 circa
46. Durante la rivoluzione industriale troviamo un singolo settore trainante nel quale
il processo di industrializzazione si sarebbe avviato per poi trasmettersi agli altri,
tale settore fu chiaramente quello tessile, in particolare del cotone.
Il settore tessile inglese del XVIII secolo era costituito da mercanti-manifatturieri
che si servivano di lavoratori a domicilio, i quali erano anche attivi
nell'agricoltura, per la cardatura, la filatura e la tessitura dei tessuti fornendo loro
la materia prima e riacquistando da loro il prodotto finito (putting-out-system).
Fino alla rivoluzione industriale, il settore tessile inglese era dominato dalla lana i
cui tessuti venivano anche esportati. Progressi tecnici avvengono nella tessitura
con alcune tra le invenzioni e innovazioni sopra elencate. E cosi la tessitura vide
un nuovo progresso tecnico con la costruzione della prima macchina automatica
per tessere di Edmund Cartwright (1785), inizialmente mossa da cavalli.
47. macchina
automatica
per tessere
di Edmund
Cartwright
(1785)
Cartwright fu
certamente il primo a
costruire una
macchina capace di
tessere tela liscia di
una certa altezza.
Intanto, egli inventava
anche una macchina
per pettinare la lana,
che, anche prima di
essere perfezionata,
faceva il lavoro di 20
operai.
48. La sua espansione avvenne principalmente nella regione attorno a
Manchester. Le ragioni fondamentali sono tre:
1) il cotone era adatto a resistere ai movimenti irregolari delle prime
imperfette macchine;
2) la domanda potenziale dei prodotti di cotone era molto alta ed era
quindi in grado di reagire positivamente alla riduzione dei prezzi
consentita dalla meccanizzazione;
3) le nuove macchine potevano essere introdotte facilmente poiché
non c’era un’organizzazione produttiva vecchia di secoli e refrattaria
ai cambiamenti come quella della lana.
La produzione di tessuti in cotone aumenta vertiginosamente, così
come la richiesta di cotone greggio che viene sempre più importato.
La loro qualità permette di sostituire i prodotti cotoniferi importati, fino
a quel momento, dall'India. I progressi tecnici, dall'industria del
cotone si estendono all'insieme dell'industria tessile, in particolare
alla lana e al lino, ma solo nel corso del XIX secolo.
49. 1785 - Edmund Cartwright inventa il primo telaio
meccanico, rapido ed automatico; inizialmente mosso
dall'acqua fu successivamente alimentato dalla
macchina a vapore.
50. Tuttavia lo sviluppo degli altri settori industriali, dall’estrazione
mineraria (carbone e ferro) alla siderurgia (ghisa e acciaio) e alla
meccanica, benché avviato nello stesso periodo (1760-90),
avvenne in maniera pressoché indipendente.
La legna era il combustibile utilizzato per fondere minerali di ferro.
Ma tale materiale cominciò a scarseggiare a causa
dell'esaurimento dei boschi, frenando così la produzione del ferro
e l'evoluzione dell'industria siderurgica.
Abraham Darby I trova fra il 1709 e il 1710 il modo di utilizzare il
carbon fossile sotto forma di carbone coke per produrre la ghisa.
L'invenzione del puddlage, brevettato da Henry Cort nel 1784,
completa le tecniche necessarie allo sviluppo della metallurgia.
52. La domanda di carbone aumentava sotto la pressione
dello sviluppo della metallurgia mentre il macchinismo
permetteva di migliorare i metodi e le condizioni di lavoro
nelle miniere. Infatti la macchina a vapore, quale nuova
fonte di energia, permise la costruzione di macchine in
ferro sempre più grandi permettendo il grande sviluppo
dell'industria metallurgica.
L'industria metallurgica durante la rivoluzione industriale
inglese si concentrò in varie zone, ma principalmente
attorno a Birmingham, Sheffield, Cardiff, Newcastle e
Whitehaven, tutte città in prossimità di importanti
giacimenti di carbon fossile.