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Il restauro
del PONTE DI CHIAIA
MONUMENTANDO NAPOLI
Categoria lavori: OG2 Classif. I
Inizio dei lavori: 13.06.2016
Fine dei lavori di restauro: 24.07.2017
Inaugurazione: 25.07.2017
Quadro economico: 265.000 Euro di cui per lavori: 210.000 Euro
Media e comunicazione nella città
La comunicazione e i media costituiscono ormai
un carattere imprescindibile della città contempo-
ranea; la città, intesa come una vetrina ideale e
piattaforma informativa per la comunità, sta assu-
mendo in modo sempre più evidente le caratte-
ristiche proprie del web trasformando l’informale
in un’esperienza totalizzante: un vero e proprio
apparato scenico allestito sul telaio della città in
grado di strutturare nuove relazioni spaziali, visive
e fruitive.
Se il fine ultimo del restauro è quello di traman-
dare ai posteri le testimonianze del passato quali
memoria storica della città e della sua cultura, si
deve tuttavia considerare che, oltre alla conserva-
zione fisica e materiale del manufatto, occorre in
primis riflettere sui meccanismi di riconoscimento
e dunque quelli di riqualificazione e recupero am-
bientale che ad una scala più ampia coinvolgono
tanto il singolo monumento quanto l’intero con-
testo ambientale che lo ospita.
Il Servizio Programma UNESCO e Valorizzazione
Città Storica del Comune di Napoli, nell’ambito
degli interventi di tutela del patrimonio storico
ed artistico della città, ha indetto un bando per la
ricerca di soggetti interessati a stipulare un con-
tratto di sponsorizzazione con l’amministrazione
comunale per la progettazione e per l’esecuzione
dei lavori di restauro di 27 monumenti siti sul ter-
ritorio cittadino.
La Uno Outdoor s.r.l., società di pubblicità aggiu-
dicataria della gara suddetta, si sta occupando del
restauro di alcuni dei monumenti più significativi
e identitari della città di Napoli, sostenendo eco-
nomicamente la progettazione ed i lavori di re-
stauro attraverso il criterio della sponsorizzazione.
Il progetto “Monumentando Napoli” sta promuo-
vendo non solo il recupero di parte del patrimonio
storico-artistico della città ma anche il coinvolgi-
mento nei lavori di imprese, enti ed associazioni,
giovani, innescando un processo di rinnovamento
della città e dell’economia che investe sulle risorse
culturali e sul “Made in Naples”.
Si è ormai diffusa nelle dinamiche urbane l’im-
magine definita straniante e inedita prodotta da
giganteschi teloni pubblicitari o da schermi lumi-
nosi che finanziano cantieri ed opere. Tuttavia si
deve riconoscere che è ancora meno riconosciuta
e trascurata la potenzialità conoscitiva sperimen-
tale associabile a queste operazioni di sponsoriz-
zazione ai fini di una re-significazione strutturale
dei beni culturali nella città contemporanea.
La ricerca artistico-comunicativa si sta muovendo
in questa direzione, mescolando forme espressive
diverse e mediando nuovi dialoghi tra l’individuo
e i beni di consumo da esso prodotti.
Secondo questa lettura, infatti, gli orizzonti di va-
lorizzazione dei sistemi monumentali della città
contemporanea possono essere coniugati e anti-
cipati dal discorso ‘pubblicità’.
La pubblicità, costruendo sull’esistente effimeri
apparati pubblicitari obbedienti a nuove logiche e
regole compositive può configurare “realtà altre”
provvisorie, interessanti da esplorare tanto per il
vantaggio di offrire uno strumento di reperimento
fondi che consente un rinnovamento della città a
costo zero, quanto per la capacità di restituire
un autentico nuovo valore di “monumento” a
beni culturali/architettonici divenuti marginali
o degradati.
La necessità di “travestire” i beni architettoni-
ci per rendere sostenibili economicamente le
operazioni di restauro e manutenzione, attu-
almente sopportata come inevitabile compro-
messo, può aprire a strumenti conoscitivi-ope-
rativi inediti di esplorazione ‘oltre il visibile’ e
costituire presupposto per una ri-signficazione
del bene che a partire dalla sua condizione
‘archeologica’ può essere ri-semantizzazato ri-
spetto al contesto disvelandone la disponibilità
a veicolare nuovi imprevisti significati ed espli-
citare relazioni nascoste e nuove, analogamen-
te alla pratica artistica.
Il ponte di Chaia
è sito in Via Chiaia,
una delle principali vie
dello shopping della
città partenopea
1 Arco di Trionfo di Castel Nuovo
2 Monumento ai Caduti del Mare
3 Fontana del Gigante
4 Fontane del Seguro
5 Ponte di Chiaia
6 Fontana del Carciofo
7 Monumento Armando Diaz
8 Mura Greche a Piazza Calenda
9 Ingresso Monumentale al Virgiliano
10 Obelisco di Portosalvo
11 Torri del Carmine
12 Fontana dei Papiri
13 Fontana della Maruzza
14 Statua di San Gaetano
15 Fontana Carlo II a Monteoliveto
16 Mon. ai Caduti a S. Anna alla Pigna
17 Tempietto di Tasso
18 Tempietto di Virgilio
19 Obelischi a Piazza Di Vittorio
20 Edicola Maria SS del Rosario
21 Statua del Bellini
22 Mura Greche a Piazza Bellini
23 Panchine nella Villa Comunale
24 Ponte levatoio di Castel Nuovo
25 Abbeveratoio Monumentale
26 Fontana Spina Corona
27 Monumento ai Caduti a Pianura
L’antica strada di Chiaia, che correva lungo il fondo del vallone naturale esistente tra il monte Echia e gli attuali Quartieri spagnoli, durante il
Vicereame spagnolo con i lavori di ampliamento della città voluti dal viceré don Pedro di Toledo ed eseguiti nel 1539 fu inglobata all’interno
della cinta muraria acquisendo un carattere spiccatamente urbano.
La strada era inizialmente dotata di una rampa che, a seguito dell’espansione edilizia e dell’esplosione demografica delle zone di Pizzofalcone
e di San Carlo alle Mortelle, divenne insufficiente a garantire le comunicazioni con la strada di Chiaia, pertanto, nel 1636 per volere del Viceré
e per favorire i collegamenti venne realizzato il ponte.
Nella sua conformazione iniziale, così come descritto da Ludovico de la Ville in Napoli Nobilissima, il ponte era affiancato dalla rampa ori-
ginaria che, nel corso degli anni, divenne sempre più degradata e malsana dovuto alla presenza di un selciato sconnesso e di un continuo
ruscellamento di acque, oltre che molto poco sicura durante la notte per la presenza di ladri e illuminazione assente.
Nel 1834, durante il regno di Ferdinando ll di Borbone, il ponte mostrò dissesti statici che ne determinarono il restauro, ad opera dell’architetto
Orazio Angelini, seguito dalla demolizione della rampa che fu pertanto rimpiazzata da un torrino scala.
Le opere di restauro e consolidamento riguardarono la costruzione di un secondo arco completo di piedritti all’intradosso dell’arco esistente,
il tutto fu rifinito con decorazioni a stucco e l’ab-
bellimento con fregi e rilievi in marmo.
Sul lato prospiciente alla piazza del Plebiscito
furono posizionate le sculture di due Fame ala-
te, opera degli scultori napoletani Tito Angelini e
Gennaro Cali, mentre sul lato opposto, verso piaz-
za dei Martiri, furono collocati due cavalli ram-
panti, simbolo della città di Napoli ed opera dello
scultore Tommaso Amoud.
Lo stemma dei Savoia posto in chiave all’arco del
fronte diretto su piazza del Plebiscito ha sostitui-
to, dopo l’Unità, quello esistente dei Borbone.
CENNI STORICI E DESCRIZIONE DEL MONUMENTO
Le epigrafi in marmo
recano alcuni versi della
“Vexilla Regis”
Arbor decora et fulgida,
ornata Regis purpura,
electa digno stipite
tam sancta membra tangere.
Beata, cuius brachiis
pretium pependit saeculi:
statera facta corporis,
praedam tulitque tartari.
O Crux ave, spes unica,
hoc Passionis tempore!
piis adauge gratiam,
reisque dele crimina.
Te, fons salutis Trinitas,
collaudet omnis spiritus:
quos per Crucis mysterium
salvas, fove per saecula
Descrizione del monumento
La struttura del Ponte di Chiaia richiama la geo-
metria tipica dell’arco trionfale, costruzione
monumentale e celebrativa caratterizzata da
una volta a botte cassettonata e sostenuta da
piedritti.
Le due facciate dell’arco, a causa della partico-
lare conformazione delle cortine degli edifici
prospicienti via Chiaia risultano diverse: il fronte
su piazza dei Martiri è più largo rispetto a quel-
lo diretto su piazza Trieste e Trento ed esiste un
dislivello di circa venti centimetri.
Il sistema murario portante del ponte è costi-
tuito dall’accoppiamento di conci in tufo giallo
napoletano e mattoni in laterizio che assicura-
va, tra l’altro, una migliore resistenza allo sforzo
di compressione a cui è maggiormente sotto-
posto l’arco.
Le murature sono rivestite con intonaco liscio
(murature di pennacchio e di piedritto), into-
naco listato a bugne (murature di rinfianco)
e decorazioni a stucco a motivo cassettonato
(estradosso della volta).
Prima degli interventi di restauro, lo strato di
finitura dei fronti risultava caratterizzato dalla
presenza di zolle di intonaco a base cementizia
realizzate in sostituzione di quello pozzolanico,
nonché da una tinteggiatura a quarzo che pre-
sentava estesi fenomeni di distacco della pelli-
cola pittorica.
La muratura di parapetto è caratterizzata da un
disegno grecato in pietra calcarea mentre nella
parte interna su Via Nicotera, invece, è rifinita
con lastre lisce e privi di motivi ornamentali.
Lo stato di conservazione prima dei lavori di
restauro era pessimo. Si era reso necessario, in-
fatti, intervenire con opportuni sistemi di mes-
sa in sicurezza per caduta di materiale dall’alto,
ovvero fenomeni di distacco soprattutto lo-
calizzati in corrispondenza della volta a botte
cassettonata e degli elementi aggettanti.
Come accennato nelle notizie storiche, il ponte è stato interessato da un solo intervento di restauro, riconducibile a quello effettuato nel
1834, dettato per lo più da ragioni statiche che hanno portato alla realizzazione di una sottostruttura ad arco che aiutasse a migliorare le
caratteristiche di resistenza della struttura esistente. In anni più recenti, a questo restauro sono seguite solo operazioni di manutenzione
che hanno interessato l’aspetto superficiale che, con l’uso talvolta improprio di tecniche e materiali, aggravando ulteriormente le condi-
zioni del ponte. In parte dovuto agli interventi impropri e in parte alla naturale azione del tempo e degli agenti atmosferici, le superfici
intonacate si presentavano con diffuse cavillature e nei casi più gravi, fessurazioni che avevano favorito la penetrazione nei substrati di
acqua piovana. Quest’ultima, agendo da solvente, avendo sciolto i leganti a base di calce aveva provocato la polverizzazione degli intonaci
e degli strati di allettamento creando diffuse lacune ed esponendo la muratura sottostante.
La presenza di un altissimo tasso di umidità, localizzato soprattutto nella muratura del secondo livello, sui fronti e sulla volta cassettonata,
per infiltrazioni dal manto stradale e per l’azione dell’acqua piovana battente, avevano favorito anche l’attecchimento di micro e macro
organismi nonché di una vegetazione spontanea di tipo infestante.
La composizione geometrica delle cornici e delle modanature era stata azzerata dall’apposizione di una rete anticaduta per la perdita di
materiale dalle superfici delle mensole e dentelli con il conseguente rischio per l’incolumità pubblica.
La presenza di una pittura a base di quarzo aveva provocato, a causa dell’evaporazione dell’acqua e della presenza massiccia di umidità, il
continuo decadimento delle pellicole pittoriche con estesi fenomeni di esfoliazione, rigonfiamento e distacco del film.
PRIMA DEI LAVORI DI RESTAURO
Operazione di assemblaggio
dei conci in piperno mediante
l’inserimento di una barra di
acciaio del tipo DYWIDAG
A causa delle condizioni in cui verteva il Ponte
prima dei lavori di restauro dunque, era stato
necessario metterlo in sicurezza attraverso un
sistema di ponteggi e reti.
Il gruppo scultoreo lapideo del ponte com-
prendente i quattro rilievi, i due stemmi in
chiave dell’arco, la balaustra e le epigrafi
commemorative, prima dei lavori di restauro
presentava diversi fenomeni di degrado e
alterazione.
In marmo e pietra calcarea, le parti erano
caratterizzate da un generale ingrigimento,
conseguenza del deposito di particolato at-
mosferico, terriccio e guano; inoltre, nelle zone
protette dal dilavamento delle acque, questi
depositi avevano dato origine ad incrosta-
zioni. La diffusa alterazione cromatica aveva
ormai appiattito tutti gli elementi di finitura e
riducendo il valore artistico dell’opera nel suo
complesso.
In particolare, le Fame alate e i cavalli rampanti
in facciata, risultavano interessati da pigmen-
tazioni accidentali e localizzate (macchie)
causate dal ruscellamento di ruggine degli
elementi metallici di ancoraggio nonché dal
grigliato metallico posto a protezione del
parapetto superiore.
In alcuni casi, l’azione dell’acqua piovana
combinata agli agenti inquinanti presenti
nell’atmosfera aveva dato origini a fenomeni di
erosione delle pietre.
La balaustra con motivo a greca posta corona-
mento dell’arco, per la presenza di numerose
piccole fenditure necessitava di stuccature.
Nella parte bassa dell’arco in corrispondenza
dei piedritti e sulla porzione di balaustra pro-
spiciente via Nicotera, oltre che i fenomeni so-
pra descritti vi era anche da un forte degrado
antropico, quali scritte vandaliche e collocazio-
ne impropria di elementi tecnologici.
Le epigrafi commemorative poste sui piedritti
dell’arco, presentavano anche lesioni profonde
nonché croste nere causate dalla solfatazione
dei materiali carbonatici in presenza di inqui-
namento.
Le indagini effettuate in loco hanno confermato quanto emerso dalle ricerche storiche svolte, ovvero, che il restauro effettuato nel 1834,
primo ed ultimo, aveva previsto sia delle modifiche di carattere estetico e diverse aggiunte decorative, sia un rinforzo della struttura origi-
naria con la creazione di un sottarco con piedritti di sostegno.
Per quanto riguarda le operazioni di restauro dei materiali lapidei queste si sono svolte seguendo le quattro fasi di preconsolidamento, pu-
litura, consolidamento e protezione finale.
Durante le fasi di preconsolidamento degli elementi in marmo e calcare è stata ristabilita la coesione in caso di fratture, lesioni e scagliatu-
re, in modo da non danneggiare ulteriormente gli elementi durante le successive fase di pulitura meccanica e chimica, avvenuta mediante
l’utilizzo di impacchi di polpa di cellulosa imbevuta di sali inorganici o carbonato di ammonio. La pulitura ha rimosso ogni deposito su-
perficiale, macchia e incrostazione, ogni traccia di micro e macro organismi, e ha permesso l’estrazione dei sali solubili. Il consolidamento
finale ha avuto l’obiettivo di verificare e risanare le zanche di ancoraggio del gruppo scultoreo (cavalli e fame) e delle epigrafi in marmo,
e inoltre di ripristinare la continuità della materia mediante stuccature e microstuccature, eseguite con malte ideone per colorazione e
granulometria.
A tutti gli elementi in marmo è stato applicato un protettivo finale a base di cera microcristallina; per la parte di balaustra prospiciente Via
Nicotera, è stato applicato un ulteriore protettivo antiscritta.
Per quando riguarda le murature, gli intonaci e le
coloriture è stato necessario effettuare operazio-
ni controllate di asportazione totale dei materiali
(intonaci cementizi, tinte a quarzo) avulsi dal
contesto storico-edilizio del manufatto nonché di
quelli in fase di crollo e totalmente decoesi dalla
pannellatura muraria.
E’ stato necessario effettuare una campagna di
indagini per verificare l’aderenza al supporto de-
gli intonaci che si presentavo già a vista in cattivo
stato di conservazione.
Si è saggiata puntualmente tutta la volta a cas-
settoni ed è stato necessario prevedere estese
iniezioni a bassa pressione e a base di malta di
calce per riempire i vuoti tra intonaci e supporto
e ristabilire quindi la coesione tra gli strati.
Il consolidamento corticale e quello profon-
do delle superfici è avvenuto attraverso le fasi
riadesione delle parti in fase di distacco, iniezioni
di malta di calce, integrazione di stucchi, cornici,
modanature e bugne, risarcimento e/o stilatura
dei giunti malta, rappezzatura delle lacune di
intonaco e sostruzione muraria.
GLI INTERVENTI DI RESTAURO
Operazione di assemblaggio
dei conci in piperno mediante
l’inserimento di una barra di
acciaio del tipo DYWIDAG
In particolare gli interventi di sostruzione muraria hanno per-
messo di ristabilire la coesione strutturale tra gli elementi, rim-
piazzando i conci ammalorati e talvolta riempiendo delle cavità
presenti nella muratura.
La resa cromatica finale è frutto di un’attenta analisi in loco e
sulla documentazione storica, condotta e concordata assieme
Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per il
Comune di Napoli e all’ufficio Servizio Programma UNESCO e
Valorizzazione della Città Storica del Comune di Napoli.
La scelta della nuova tinta è stata supportata da diverse indagini
stratigrafiche eseguite sugli strati d’intonaco e sulle diverse
coloriture apposte nel tempo.
La nuova resa cromatica, che comprende diverse scialbature a
base di calce e pigmenti naturali, nasce dalla volontà di unifor-
mare le diverse parti con il gruppo scultoreo e restituire al Ponte
il suo carattere monumentale proprio degli archi di trionfo.
Il nuovo impianto di illuminazione sostituisce quello preceden-
te, ed è a basso consumo energetico; comprende i faretti posti
sui piedritti ad illuminazione della volta dal basso, e strisce LED
sulla cornice dell’arco e alla base della balaustra, che mettono
in risalto il gruppo scultoreo e il raffinato motivo a greca della
balaustra.
ringrazia
IRGE PIGIAMI,
ORIGINAL MARINES,
DORABELLA, LIU JO,
SHINTO, D’AMICO, PREZIOSA
HOME, CONVERSE, NACSHUA
per aver finanziato i lavori
di progettazione e di restauro
del Ponte di Chiaia
Via Andrea D’Isernia, 24 - 80122 - Napoli
info: +39081664453 momumentandonapoli@gmail.com
www.monumentandonapoli.com
Committente:
Uno Outdoor srl
Responsabile dei lavori:
Geom. Alfredo Iannaccone
Responsabile del procedimento:
Monumentando Napoli
Arch. Monica Michelino
Servizio programma UNESCO e Valorizzazione Città Storica
Progettisti:
Arch. Flavio Morvillo
Direttore dei lavori:
Arch. Sergio De Gregorio
Impresa esecutrice:
Impresa di costruzione Castaldo Spa
Restauratore
Giorgio Arrighi
Restituzioni grafiche:
Arch. Maria Lucia Di Costanzo
Arch. Casimiro Martucci
Alta Sorveglianza SBAP
Soprintendente: arch. Luciano Garella
Arch. Maria Frattolillo
Arch. Amalia Scielzo
Dott. Roberto Middione
Restauro ponte di Chiaia

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Restauro ponte di Chiaia

  • 2. MONUMENTANDO NAPOLI Categoria lavori: OG2 Classif. I Inizio dei lavori: 13.06.2016 Fine dei lavori di restauro: 24.07.2017 Inaugurazione: 25.07.2017 Quadro economico: 265.000 Euro di cui per lavori: 210.000 Euro Media e comunicazione nella città La comunicazione e i media costituiscono ormai un carattere imprescindibile della città contempo- ranea; la città, intesa come una vetrina ideale e piattaforma informativa per la comunità, sta assu- mendo in modo sempre più evidente le caratte- ristiche proprie del web trasformando l’informale in un’esperienza totalizzante: un vero e proprio apparato scenico allestito sul telaio della città in grado di strutturare nuove relazioni spaziali, visive e fruitive. Se il fine ultimo del restauro è quello di traman- dare ai posteri le testimonianze del passato quali memoria storica della città e della sua cultura, si deve tuttavia considerare che, oltre alla conserva- zione fisica e materiale del manufatto, occorre in primis riflettere sui meccanismi di riconoscimento e dunque quelli di riqualificazione e recupero am- bientale che ad una scala più ampia coinvolgono tanto il singolo monumento quanto l’intero con- testo ambientale che lo ospita. Il Servizio Programma UNESCO e Valorizzazione Città Storica del Comune di Napoli, nell’ambito degli interventi di tutela del patrimonio storico ed artistico della città, ha indetto un bando per la ricerca di soggetti interessati a stipulare un con- tratto di sponsorizzazione con l’amministrazione comunale per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori di restauro di 27 monumenti siti sul ter- ritorio cittadino. La Uno Outdoor s.r.l., società di pubblicità aggiu- dicataria della gara suddetta, si sta occupando del restauro di alcuni dei monumenti più significativi e identitari della città di Napoli, sostenendo eco- nomicamente la progettazione ed i lavori di re- stauro attraverso il criterio della sponsorizzazione. Il progetto “Monumentando Napoli” sta promuo- vendo non solo il recupero di parte del patrimonio storico-artistico della città ma anche il coinvolgi- mento nei lavori di imprese, enti ed associazioni, giovani, innescando un processo di rinnovamento della città e dell’economia che investe sulle risorse culturali e sul “Made in Naples”.
  • 3. Si è ormai diffusa nelle dinamiche urbane l’im- magine definita straniante e inedita prodotta da giganteschi teloni pubblicitari o da schermi lumi- nosi che finanziano cantieri ed opere. Tuttavia si deve riconoscere che è ancora meno riconosciuta e trascurata la potenzialità conoscitiva sperimen- tale associabile a queste operazioni di sponsoriz- zazione ai fini di una re-significazione strutturale dei beni culturali nella città contemporanea. La ricerca artistico-comunicativa si sta muovendo in questa direzione, mescolando forme espressive diverse e mediando nuovi dialoghi tra l’individuo e i beni di consumo da esso prodotti. Secondo questa lettura, infatti, gli orizzonti di va- lorizzazione dei sistemi monumentali della città contemporanea possono essere coniugati e anti- cipati dal discorso ‘pubblicità’. La pubblicità, costruendo sull’esistente effimeri apparati pubblicitari obbedienti a nuove logiche e regole compositive può configurare “realtà altre” provvisorie, interessanti da esplorare tanto per il vantaggio di offrire uno strumento di reperimento fondi che consente un rinnovamento della città a costo zero, quanto per la capacità di restituire un autentico nuovo valore di “monumento” a beni culturali/architettonici divenuti marginali o degradati. La necessità di “travestire” i beni architettoni- ci per rendere sostenibili economicamente le operazioni di restauro e manutenzione, attu- almente sopportata come inevitabile compro- messo, può aprire a strumenti conoscitivi-ope- rativi inediti di esplorazione ‘oltre il visibile’ e costituire presupposto per una ri-signficazione del bene che a partire dalla sua condizione ‘archeologica’ può essere ri-semantizzazato ri- spetto al contesto disvelandone la disponibilità a veicolare nuovi imprevisti significati ed espli- citare relazioni nascoste e nuove, analogamen- te alla pratica artistica. Il ponte di Chaia è sito in Via Chiaia, una delle principali vie dello shopping della città partenopea 1 Arco di Trionfo di Castel Nuovo 2 Monumento ai Caduti del Mare 3 Fontana del Gigante 4 Fontane del Seguro 5 Ponte di Chiaia 6 Fontana del Carciofo 7 Monumento Armando Diaz 8 Mura Greche a Piazza Calenda 9 Ingresso Monumentale al Virgiliano 10 Obelisco di Portosalvo 11 Torri del Carmine 12 Fontana dei Papiri 13 Fontana della Maruzza 14 Statua di San Gaetano 15 Fontana Carlo II a Monteoliveto 16 Mon. ai Caduti a S. Anna alla Pigna 17 Tempietto di Tasso 18 Tempietto di Virgilio 19 Obelischi a Piazza Di Vittorio 20 Edicola Maria SS del Rosario 21 Statua del Bellini 22 Mura Greche a Piazza Bellini 23 Panchine nella Villa Comunale 24 Ponte levatoio di Castel Nuovo 25 Abbeveratoio Monumentale 26 Fontana Spina Corona 27 Monumento ai Caduti a Pianura
  • 4. L’antica strada di Chiaia, che correva lungo il fondo del vallone naturale esistente tra il monte Echia e gli attuali Quartieri spagnoli, durante il Vicereame spagnolo con i lavori di ampliamento della città voluti dal viceré don Pedro di Toledo ed eseguiti nel 1539 fu inglobata all’interno della cinta muraria acquisendo un carattere spiccatamente urbano. La strada era inizialmente dotata di una rampa che, a seguito dell’espansione edilizia e dell’esplosione demografica delle zone di Pizzofalcone e di San Carlo alle Mortelle, divenne insufficiente a garantire le comunicazioni con la strada di Chiaia, pertanto, nel 1636 per volere del Viceré e per favorire i collegamenti venne realizzato il ponte. Nella sua conformazione iniziale, così come descritto da Ludovico de la Ville in Napoli Nobilissima, il ponte era affiancato dalla rampa ori- ginaria che, nel corso degli anni, divenne sempre più degradata e malsana dovuto alla presenza di un selciato sconnesso e di un continuo ruscellamento di acque, oltre che molto poco sicura durante la notte per la presenza di ladri e illuminazione assente. Nel 1834, durante il regno di Ferdinando ll di Borbone, il ponte mostrò dissesti statici che ne determinarono il restauro, ad opera dell’architetto Orazio Angelini, seguito dalla demolizione della rampa che fu pertanto rimpiazzata da un torrino scala. Le opere di restauro e consolidamento riguardarono la costruzione di un secondo arco completo di piedritti all’intradosso dell’arco esistente, il tutto fu rifinito con decorazioni a stucco e l’ab- bellimento con fregi e rilievi in marmo. Sul lato prospiciente alla piazza del Plebiscito furono posizionate le sculture di due Fame ala- te, opera degli scultori napoletani Tito Angelini e Gennaro Cali, mentre sul lato opposto, verso piaz- za dei Martiri, furono collocati due cavalli ram- panti, simbolo della città di Napoli ed opera dello scultore Tommaso Amoud. Lo stemma dei Savoia posto in chiave all’arco del fronte diretto su piazza del Plebiscito ha sostitui- to, dopo l’Unità, quello esistente dei Borbone. CENNI STORICI E DESCRIZIONE DEL MONUMENTO Le epigrafi in marmo recano alcuni versi della “Vexilla Regis” Arbor decora et fulgida, ornata Regis purpura, electa digno stipite tam sancta membra tangere. Beata, cuius brachiis pretium pependit saeculi: statera facta corporis, praedam tulitque tartari. O Crux ave, spes unica, hoc Passionis tempore! piis adauge gratiam, reisque dele crimina. Te, fons salutis Trinitas, collaudet omnis spiritus: quos per Crucis mysterium salvas, fove per saecula
  • 5. Descrizione del monumento La struttura del Ponte di Chiaia richiama la geo- metria tipica dell’arco trionfale, costruzione monumentale e celebrativa caratterizzata da una volta a botte cassettonata e sostenuta da piedritti. Le due facciate dell’arco, a causa della partico- lare conformazione delle cortine degli edifici prospicienti via Chiaia risultano diverse: il fronte su piazza dei Martiri è più largo rispetto a quel- lo diretto su piazza Trieste e Trento ed esiste un dislivello di circa venti centimetri. Il sistema murario portante del ponte è costi- tuito dall’accoppiamento di conci in tufo giallo napoletano e mattoni in laterizio che assicura- va, tra l’altro, una migliore resistenza allo sforzo di compressione a cui è maggiormente sotto- posto l’arco. Le murature sono rivestite con intonaco liscio (murature di pennacchio e di piedritto), into- naco listato a bugne (murature di rinfianco) e decorazioni a stucco a motivo cassettonato (estradosso della volta). Prima degli interventi di restauro, lo strato di finitura dei fronti risultava caratterizzato dalla presenza di zolle di intonaco a base cementizia realizzate in sostituzione di quello pozzolanico, nonché da una tinteggiatura a quarzo che pre- sentava estesi fenomeni di distacco della pelli- cola pittorica. La muratura di parapetto è caratterizzata da un disegno grecato in pietra calcarea mentre nella parte interna su Via Nicotera, invece, è rifinita con lastre lisce e privi di motivi ornamentali. Lo stato di conservazione prima dei lavori di restauro era pessimo. Si era reso necessario, in- fatti, intervenire con opportuni sistemi di mes- sa in sicurezza per caduta di materiale dall’alto, ovvero fenomeni di distacco soprattutto lo- calizzati in corrispondenza della volta a botte cassettonata e degli elementi aggettanti.
  • 6. Come accennato nelle notizie storiche, il ponte è stato interessato da un solo intervento di restauro, riconducibile a quello effettuato nel 1834, dettato per lo più da ragioni statiche che hanno portato alla realizzazione di una sottostruttura ad arco che aiutasse a migliorare le caratteristiche di resistenza della struttura esistente. In anni più recenti, a questo restauro sono seguite solo operazioni di manutenzione che hanno interessato l’aspetto superficiale che, con l’uso talvolta improprio di tecniche e materiali, aggravando ulteriormente le condi- zioni del ponte. In parte dovuto agli interventi impropri e in parte alla naturale azione del tempo e degli agenti atmosferici, le superfici intonacate si presentavano con diffuse cavillature e nei casi più gravi, fessurazioni che avevano favorito la penetrazione nei substrati di acqua piovana. Quest’ultima, agendo da solvente, avendo sciolto i leganti a base di calce aveva provocato la polverizzazione degli intonaci e degli strati di allettamento creando diffuse lacune ed esponendo la muratura sottostante. La presenza di un altissimo tasso di umidità, localizzato soprattutto nella muratura del secondo livello, sui fronti e sulla volta cassettonata, per infiltrazioni dal manto stradale e per l’azione dell’acqua piovana battente, avevano favorito anche l’attecchimento di micro e macro organismi nonché di una vegetazione spontanea di tipo infestante. La composizione geometrica delle cornici e delle modanature era stata azzerata dall’apposizione di una rete anticaduta per la perdita di materiale dalle superfici delle mensole e dentelli con il conseguente rischio per l’incolumità pubblica. La presenza di una pittura a base di quarzo aveva provocato, a causa dell’evaporazione dell’acqua e della presenza massiccia di umidità, il continuo decadimento delle pellicole pittoriche con estesi fenomeni di esfoliazione, rigonfiamento e distacco del film. PRIMA DEI LAVORI DI RESTAURO Operazione di assemblaggio dei conci in piperno mediante l’inserimento di una barra di acciaio del tipo DYWIDAG
  • 7. A causa delle condizioni in cui verteva il Ponte prima dei lavori di restauro dunque, era stato necessario metterlo in sicurezza attraverso un sistema di ponteggi e reti. Il gruppo scultoreo lapideo del ponte com- prendente i quattro rilievi, i due stemmi in chiave dell’arco, la balaustra e le epigrafi commemorative, prima dei lavori di restauro presentava diversi fenomeni di degrado e alterazione. In marmo e pietra calcarea, le parti erano caratterizzate da un generale ingrigimento, conseguenza del deposito di particolato at- mosferico, terriccio e guano; inoltre, nelle zone protette dal dilavamento delle acque, questi depositi avevano dato origine ad incrosta- zioni. La diffusa alterazione cromatica aveva ormai appiattito tutti gli elementi di finitura e riducendo il valore artistico dell’opera nel suo complesso. In particolare, le Fame alate e i cavalli rampanti in facciata, risultavano interessati da pigmen- tazioni accidentali e localizzate (macchie) causate dal ruscellamento di ruggine degli elementi metallici di ancoraggio nonché dal grigliato metallico posto a protezione del parapetto superiore. In alcuni casi, l’azione dell’acqua piovana combinata agli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera aveva dato origini a fenomeni di erosione delle pietre. La balaustra con motivo a greca posta corona- mento dell’arco, per la presenza di numerose piccole fenditure necessitava di stuccature. Nella parte bassa dell’arco in corrispondenza dei piedritti e sulla porzione di balaustra pro- spiciente via Nicotera, oltre che i fenomeni so- pra descritti vi era anche da un forte degrado antropico, quali scritte vandaliche e collocazio- ne impropria di elementi tecnologici. Le epigrafi commemorative poste sui piedritti dell’arco, presentavano anche lesioni profonde nonché croste nere causate dalla solfatazione dei materiali carbonatici in presenza di inqui- namento.
  • 8. Le indagini effettuate in loco hanno confermato quanto emerso dalle ricerche storiche svolte, ovvero, che il restauro effettuato nel 1834, primo ed ultimo, aveva previsto sia delle modifiche di carattere estetico e diverse aggiunte decorative, sia un rinforzo della struttura origi- naria con la creazione di un sottarco con piedritti di sostegno. Per quanto riguarda le operazioni di restauro dei materiali lapidei queste si sono svolte seguendo le quattro fasi di preconsolidamento, pu- litura, consolidamento e protezione finale. Durante le fasi di preconsolidamento degli elementi in marmo e calcare è stata ristabilita la coesione in caso di fratture, lesioni e scagliatu- re, in modo da non danneggiare ulteriormente gli elementi durante le successive fase di pulitura meccanica e chimica, avvenuta mediante l’utilizzo di impacchi di polpa di cellulosa imbevuta di sali inorganici o carbonato di ammonio. La pulitura ha rimosso ogni deposito su- perficiale, macchia e incrostazione, ogni traccia di micro e macro organismi, e ha permesso l’estrazione dei sali solubili. Il consolidamento finale ha avuto l’obiettivo di verificare e risanare le zanche di ancoraggio del gruppo scultoreo (cavalli e fame) e delle epigrafi in marmo, e inoltre di ripristinare la continuità della materia mediante stuccature e microstuccature, eseguite con malte ideone per colorazione e granulometria. A tutti gli elementi in marmo è stato applicato un protettivo finale a base di cera microcristallina; per la parte di balaustra prospiciente Via Nicotera, è stato applicato un ulteriore protettivo antiscritta. Per quando riguarda le murature, gli intonaci e le coloriture è stato necessario effettuare operazio- ni controllate di asportazione totale dei materiali (intonaci cementizi, tinte a quarzo) avulsi dal contesto storico-edilizio del manufatto nonché di quelli in fase di crollo e totalmente decoesi dalla pannellatura muraria. E’ stato necessario effettuare una campagna di indagini per verificare l’aderenza al supporto de- gli intonaci che si presentavo già a vista in cattivo stato di conservazione. Si è saggiata puntualmente tutta la volta a cas- settoni ed è stato necessario prevedere estese iniezioni a bassa pressione e a base di malta di calce per riempire i vuoti tra intonaci e supporto e ristabilire quindi la coesione tra gli strati. Il consolidamento corticale e quello profon- do delle superfici è avvenuto attraverso le fasi riadesione delle parti in fase di distacco, iniezioni di malta di calce, integrazione di stucchi, cornici, modanature e bugne, risarcimento e/o stilatura dei giunti malta, rappezzatura delle lacune di intonaco e sostruzione muraria. GLI INTERVENTI DI RESTAURO Operazione di assemblaggio dei conci in piperno mediante l’inserimento di una barra di acciaio del tipo DYWIDAG
  • 9. In particolare gli interventi di sostruzione muraria hanno per- messo di ristabilire la coesione strutturale tra gli elementi, rim- piazzando i conci ammalorati e talvolta riempiendo delle cavità presenti nella muratura. La resa cromatica finale è frutto di un’attenta analisi in loco e sulla documentazione storica, condotta e concordata assieme Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per il Comune di Napoli e all’ufficio Servizio Programma UNESCO e Valorizzazione della Città Storica del Comune di Napoli. La scelta della nuova tinta è stata supportata da diverse indagini stratigrafiche eseguite sugli strati d’intonaco e sulle diverse coloriture apposte nel tempo. La nuova resa cromatica, che comprende diverse scialbature a base di calce e pigmenti naturali, nasce dalla volontà di unifor- mare le diverse parti con il gruppo scultoreo e restituire al Ponte il suo carattere monumentale proprio degli archi di trionfo. Il nuovo impianto di illuminazione sostituisce quello preceden- te, ed è a basso consumo energetico; comprende i faretti posti sui piedritti ad illuminazione della volta dal basso, e strisce LED sulla cornice dell’arco e alla base della balaustra, che mettono in risalto il gruppo scultoreo e il raffinato motivo a greca della balaustra.
  • 10.
  • 11.
  • 12. ringrazia IRGE PIGIAMI, ORIGINAL MARINES, DORABELLA, LIU JO, SHINTO, D’AMICO, PREZIOSA HOME, CONVERSE, NACSHUA per aver finanziato i lavori di progettazione e di restauro del Ponte di Chiaia Via Andrea D’Isernia, 24 - 80122 - Napoli info: +39081664453 momumentandonapoli@gmail.com www.monumentandonapoli.com
  • 13. Committente: Uno Outdoor srl Responsabile dei lavori: Geom. Alfredo Iannaccone Responsabile del procedimento: Monumentando Napoli Arch. Monica Michelino Servizio programma UNESCO e Valorizzazione Città Storica Progettisti: Arch. Flavio Morvillo Direttore dei lavori: Arch. Sergio De Gregorio Impresa esecutrice: Impresa di costruzione Castaldo Spa Restauratore Giorgio Arrighi Restituzioni grafiche: Arch. Maria Lucia Di Costanzo Arch. Casimiro Martucci Alta Sorveglianza SBAP Soprintendente: arch. Luciano Garella Arch. Maria Frattolillo Arch. Amalia Scielzo Dott. Roberto Middione