1. Romanzo criminale
di Aurora Lagravinese
Nella Roma degli anni Settanta, una banda nata per
caso, ambisce alla conquista della città. Del cuore
della città. Dove vivere da padroni e non da
sudditi. Una storia avvincente, di vittorie, sconfitte,
delitti e potere, narrata in “Romanzo criminale”,
libro nato dall’abile penna del giudice Giancarlo
De Cataldo.
La storia si snoda dal 1977 al 1992, venti anni in
cui la banda si trasforma, si arricchisce e si
disperde. Venti anni dal rapimento di Aldo Moro,
alla decadenza dell’organizzazione. Tre giovani,
Dandi, il Libanese e il Freddo, da semplici
delinquenti hanno il sogno di creare
un’organizzazione criminale al pari di Cosa Nostra
e della ndrangheta. Hanno il sogno di conoscere
enormi e abissali somme di denaro, di partecipare
ai veri affari della malavita. Hanno il sogno di
conquistare il cielo di Roma, stanchi di vivere alla
periferia della città.
Il Libanese incontrerà il Freddo per caso, in seguito al furto della sua auto, che era finita
casualmente nelle mani di un suo futuro compagno. Da questo incontro i due malavitosi sul nascere,
porranno le fondamenta della loro organizzazione criminale. Roma era gestita da varie bande che si
occupavano dello spaccio, ognuna per ogni quartiere di Roma: la Garbatella, Trastevere, Viale
Marconi, Magliana, Trullo e Ostia – Acilia. Loro invece vorranno comandare su tutta la capitale,
vorranno essere i padroni dello spaccio, degli investimenti e ogni spacciatore, o misero scagnozzo
avrebbe dovuto far capo a loro. Decideranno di partire
dalla droga, perché la differenza tra il prezzo all’ingrosso
e quello al dettaglio era abissale. Tutto il ricavato sarebbe
andato nella cassa comune: quel denaro, se pur sporco,
era un’entrata sicura. Una necessità se volevano guardare
più in alto, dritto verso il cielo.
Il Libanese starà a capo della banda, gestirà lo spaccio e i
delitti. Ormai o si era dentro o si era fuori, perché quello
era l’inizio di una grande epoca di criminalità atroce e
senza scrupoli.
Dal delitto del barone Rossellini, la storia proseguirà fino
alla complicità nel caso di Aldo Moro. Con l’apertura del
Climax Seven, uno dei luoghi più frequentati della
capitale, inizieranno a controllare la prostituzione e pian
piano anche il gioco d’azzardo. Roma dunque li
apparterrà. Molti altri personaggi faranno da sfondo:
Scrocchiazeppi, Trentadenari, Bufalo, Fierolocchio,
Botola, il Sardo, Ricotta, il Maestro, il Nero, alcuni dei
quali moriranno, altri invece manterranno sempre
l’ambizione della conquista del cielo, del ruolo di capi di
quella banda nel massimo del suo splendore.
2. Ma a contrastarli il dottor Nicola Scialoja, e il
sostituto procuratore Borgia. Il dottor Scialoja
intraprendente e di grande intuizione, si opporrà
al giudice Borgia, strettamente legato alle leggi e
ai codici. Ma dal loro lavoro si arriverà a
eccellenti arresti, pentimenti e purtroppo anche
fughe ed evasioni.
Sconfitte e vittorie da entrambe le parti. Come
accade nella realtà, mai la vittoria starà da una
parte sola, né tanto meno la sconfitta. Il Libanese,
morirà ammazzato nel capitolo “morte di un
capo” e da lì la banda andrà nelle mani del Dandi,
che sarà ucciso anche lui. Altri dei componenti
invece, si affideranno alla giustizia, pentendosi
negli interrogatori incalzanti del giudice Borgia e
di Scialoja. Quasi tutti pagheranno, chi più chi
meno, il proprio debito con la giustizia. Lo Stato
dunque si libererà di alcuni distruttori della
Repubblica, ma sicuramente altri saranno pronti
ad entrare in azione nel duello tra Stato e mafia.
Un libro avvincente, che narra una storia ricalcata
su quella della Banda della Magliana, in cui si
possono cogliere i lati umani anche del Dandi, del
Freddo e del Libanese. Si può cogliere la loro
paura di essere arrestati o di essere uccisi. La paura dunque di perdere il loro impero e il loro ruolo
di imperatori. Il timore c’è anche dall’altra parte della barricata, quello del giudice Borgia, che
stanco del proprio lavoro, delle responsabilità e dei rischi, vuole diventare notaio.
Storie di imbarazzante verità, che, se da una parte raccontano la collusione e la corruzione di alcuni,
dall’altra mettono in luce la forza e la determinazione di altri, nella lotta alla mafia.