Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/11/blog-post_28.html
Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Tre settimane prima di essere ucciso dalla mafia, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, racconta a Giorgio Bocca che i poteri speciali promessi dallo Stato per combattere Cosa nostra non sono ancora stati approvati (e non lo saranno mai). L'intervista è pubblicata su Repubblica del 10 agosto 1982
Volume 8. Parte II: Il traffico di stupefacenti - capitolo 3: Tommaso Spadaro e la sua organizzazione
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
Su WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie la più grande voce enciclopedica sul Maxiprocesso di Palermo mai creata: http://www.wikimafia.it/wiki/index.php?title=Maxiprocesso_di_Palermo
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
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Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
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MEMORIALE TRASMESSO IL 2 OTTOBRE 1963 DALLA
FEDERAZIONE DEL P.C. I. DI PALERMO SUI RAPPORTI
TRA COSCHE MAFIOSE ED ALCUNI AMBIENTI POLITICI
ED ECONOMICI
Repubblicanesimo geopolitico copiaincolla ii dal corriere della collera e dal...UNIVERSITY OF COIMBRA
Raccolta di articoli dal "Corriere della Collera" e dall' "Italia e il Mondo" sul Repubblicanesimo Geopolitico", di Massimo Morigi. A pagina 11 "Geopoliticus Chidld" di Salvodor Dalì. Il Repubblicanesimo Geopolitico è una dottrina filosofico-politica intesa a rinnovare, riallacciandosi alla tradizione politico-filosofico classica e al pensiero di Machiavelli e Karl Marx tutti gli gli attuali canoni interpretativi politici e filosofici.
Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza?
E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto.
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Tre settimane prima di essere ucciso dalla mafia, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, racconta a Giorgio Bocca che i poteri speciali promessi dallo Stato per combattere Cosa nostra non sono ancora stati approvati (e non lo saranno mai). L'intervista è pubblicata su Repubblica del 10 agosto 1982
Volume 8. Parte II: Il traffico di stupefacenti - capitolo 3: Tommaso Spadaro e la sua organizzazione
Ordinanza-sentenza contro Abbate Giovanni + 706 - Procedimento Penale N. 2289/82 R.G.U.I., Ufficio Istruzione Processi Penali, Tribunale di Palermo, 8 novembre 1985
Su WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie la più grande voce enciclopedica sul Maxiprocesso di Palermo mai creata: http://www.wikimafia.it/wiki/index.php?title=Maxiprocesso_di_Palermo
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
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Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
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Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
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Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
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MEMORIALE TRASMESSO IL 2 OTTOBRE 1963 DALLA
FEDERAZIONE DEL P.C. I. DI PALERMO SUI RAPPORTI
TRA COSCHE MAFIOSE ED ALCUNI AMBIENTI POLITICI
ED ECONOMICI
Repubblicanesimo geopolitico copiaincolla ii dal corriere della collera e dal...UNIVERSITY OF COIMBRA
Raccolta di articoli dal "Corriere della Collera" e dall' "Italia e il Mondo" sul Repubblicanesimo Geopolitico", di Massimo Morigi. A pagina 11 "Geopoliticus Chidld" di Salvodor Dalì. Il Repubblicanesimo Geopolitico è una dottrina filosofico-politica intesa a rinnovare, riallacciandosi alla tradizione politico-filosofico classica e al pensiero di Machiavelli e Karl Marx tutti gli gli attuali canoni interpretativi politici e filosofici.
Mediaset vivendi, bolloré va all’offensiva - il foglio
La confraternita della trattativa
1. 17/06/16, 22:22La Confraternita della Trattativa
Pagina 1 di 6http://www.ilfoglio.it/politica/2016/06/17/mafia-antimafia-confraternita-della-trattativa___1-v-143363-rubriche_c193.htm
Toò Riina (foto LaPresse)
La Confraternita della Trattativa
Una cupoletta di amabili visionari che non pagheranno mai il conto dei propri capricci. Giustizia, ingiustizie,
miserie. Povero Mattarella, che gli tocca vedere
di Giuseppe Sottile | 17 Giugno 2016 ore 06:15
Un libro di Bruno Cavallone, appena pubblicato da Adelphi, restituisce attualità e lucentezza a Miss Flite, la
vecchietta che in Bleak House di Dickens si apposta giorno dopo giorno nei corridoi della Court of Chancery
trascinandosi dietro una borsa con i suoi “documenti”, nella perenne attesa di un “giorno del giudizio” che
dovrà finalmente restituirle il patrimonio perduto a seguito di remote e intrigatissime vicende giudiziarie.
Miss Flite cerca nient’altro che un po’ di giustizia e chiunque abbia avuto a che fare con un tribunale, con una
procura o con una corte d’appello sa di quale sale è fatta la sua peregrinazione tra le aule e i corridoi della
Court. La curiosità, semmai, sta nei documenti. Quali prove, quali denunce, quali speranze custodiva la
vecchietta di Dickens? E soprattutto: quali domande tirerebbe fuori oggi dalla sua borsa se, per un miracolo
della natura e della letteratura, Miss Flite – con la sua tenacia di fata malvagia – capitasse in uno degli
imperiosi palazzi che da Trieste in giù amministrano la giustizia in nome del popolo italiano?
2. 17/06/16, 22:22La Confraternita della Trattativa
Pagina 2 di 6http://www.ilfoglio.it/politica/2016/06/17/mafia-antimafia-confraternita-della-trattativa___1-v-143363-rubriche_c193.htm
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Pensate: per affermare le sue ragioni questa donna fragile e svampita ha percorso venti miglia a piedi, dalla
City a Bleak House, “in a pair of dancing shoes”, senza beccare nemmeno un raffreddore. Potrebbe mai
nutrire una qualche soggezione per un magistrato, per un pubblico ministero, per un inquisitore scortato e
incoccardato o per Piercamillo Davigo, il più puro e il più duro di tutti i magistrati?
Cominciamo con la domanda che Miss Flite potrebbe porre proprio a lui, al presidente dell’Anm. Gentile
dottor Davigo, stando alle statistiche che lei avrà certamente sul tavolo, può dirmi se per caso sia mai stato
rilevato un caso di assenteismo tra gli ottomila magistrati che compongono il glorioso esercito della giustizia
italiana?
Stando alla memoria rocciosa e inossidabile di Miss Flite il
vizietto dell’assenteismo colpisce tutte le categorie, dagli
ospedali agli uffici statali, ma non i palazzi di giustizia. Qui
tutti i dipendenti entrano alle otto e trenta, né dieci minuti
prima né dieci minuti dopo, ed escono alle quattro del
pomeriggio; lavorano tutti disciplinatamente sette ore al
giorno con una sola pausa per il caffè e non c’è un solo pm
che oggi possa assentarsi per un convegno, domani per
un’intervista e dopodomani per prendere parte a un talk-
show; non c’è giudice di tribunale o di corte d’assise che oggi possa rinviare il processo per una conferenza
sulla legalità, domani per presentare il libro del collega e dopodomani per scrivere l’articolo che gli è stato
chiesto “con tanta insistenza” dall’autorevole direttore del più accreditato quotidiano di cronaca e attualità.
Bene. Molti suoi dotti e impennacchiati colleghi, egregio dottor Davigo, dibattono da sempre sui vergognosi
tempi della giustizia. E per accelerare inchieste e processi propongono le soluzioni più azzardate e, al tempo
stesso, più traumatiche. Il rimedio che, soprattutto in questi mesi, va per la maggiore, è quello di allungare i
tempi della prescrizione. Certo, i diritti dei cittadini che cercano giustizia si ridurrebbero drammaticamente,
ma in compenso la morte naturale del processo non arriverebbe mai.
• Il relitto della Trattativa
• I reduci dell’antimafia
• Mori e il confine tra diritto e inquisizione
• "Non c'è mafia senza intimidazione", dice
Giovanni Fiandaca
3. 17/06/16, 22:22La Confraternita della Trattativa
Pagina 3 di 6http://www.ilfoglio.it/politica/2016/06/17/mafia-antimafia-confraternita-della-trattativa___1-v-143363-rubriche_c193.htm
Piercamillo Davigo (foto LaPresse)
L’altro rimedio suggerito dall’ala più illuminata della magistratura è una sottospecie della cosiddetta giustizia
sostanziale: eliminiamo il giudizio di appello, lasciamo primo grado e Cassazione e non ne parliamo più. Così
dicono.
Certo, sarebbe anche questo un ulteriore colpo ai diritti dell’imputato, ma chi se ne frega. L’importante è
mantenere intatti i sacri e inviolabili diritti dei magistrati. Che, come lei sa bene caro dottor Davigo, lavorano
senza tregua e senza distrazioni dalle sette alle otto ore al giorno. Con il miracolo, tutto italiano, che tra gli
ottomila componenti dell’esercito giudiziario non c’è neppure un assenteista. Perché, se ci fosse, lei –
smentendo platealmente l’odiosa maldicenza del cane che non mangia cane – lo avrebbe certamente
denunciato. Con grande sollievo di tutte le fate malvagie, come la signorina Flite, secondo le quali gli
insopportabili tempi della giustizia italiana dipendono anche dal fatto che nei tribunali nessuno controlla, in
maniera seria e manageriale, né gli orari di lavoro né la produttività dei singoli magistrati. In quell’immenso
paradiso della flessibilità in cui si avvoltolano le toghe di ogni ordine e grado, un controllo, anche il più
minuto, suonerebbe come un oltraggio all’autonomia e all’indipendenza che la magistratura vanta nei
confronti di ogni altro potere. Una sorta di beata immunità. Che spesso equivale al diritto di fare, disfare e
strafare senza mai pagare pegno.
Ed è a questo punto che l’eroina di Bleak House tirerebbe dalla borsa la sua seconda domanda. Da indirizzare
4. 17/06/16, 22:22La Confraternita della Trattativa
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non più a Davigo, che resta pur sempre il leader di un sindacato di categoria, ma al capo dello stato, Sergio
Mattarella, che secondo il dettato della Costituzione è anche il presidente del Consiglio superiore della
magistratura. La domanda è semplice e Miss Flite la pone addirittura con “lo stupore bianco dei sonnambuli”:
nei palazzi di giustizia è stato mai inquisito o perseguito, scelga lei Presidente, un pubblico ministero che,
avvalendosi del suo straordinario potere e dei suoi micidiali moduli, tra cui quello di firmare la richiesta di un
ordine di cattura, sia andato al di là dei confini tracciati dalla legge?
Se l’ultimo impiegatuzzo del più sperduto comune d’Italia autorizza, senza le necessarie procedure, la spesa di
trecento euro per tamponare in fretta e furia una frana, rischia di finire in una inchiesta giudiziaria che
immediatamente lo mette sotto scopa per “abuso di ufficio”, un reato duttile e malleabile con il quale sono
stati fatti fuori centinaia e centinaia di amministratori locali. Ma chi chiamerà mai a rispondere dell’enorme
danno procurato al bilancio dello stato quel pubblico ministero, che magari spinto dall’ambizione di
presentarsi alle elezioni che cadevano da lì a un anno, ha montato un colossale processo ricco di strabilianti
effetti mediatici ma poverissimo di prove e contenuti? Altro che i trecento euro spesi dall’impiegatuzzo di
Roccacannuccia per riparare in fretta e furia la strada che franava. Qui ballano i milioni di euro gettati al
vento e balla soprattutto la dignità di uomini che, per effetto di un capriccio giudiziario, si trovano da anni
imprigionati in un meccanismo dal quale potranno uscire, se mai ne usciranno, non prima di cinque o sette
anni. Con la beffa che nessuno pagherà mai il conto di quel capriccio e di tutti i capricci che nascono e
fioriscono all’ombra dell’impunità che il sistema assegna di fatto all’ordine giudiziario.
Per carità, nessun riferimento al processo sulla Trattativa che da oltre tre anni si celebra davanti alla Corte di
assise di Palermo. Miss Flite, essendo nata nella mente di Dickens attorno al 1852, non ha avuto certamente
modo di leggere le carte. Perché, se le avesse lette, avrebbe scoperto, in aggiunta a tutte le storture che sin qui
sono state denunciate, un fenomeno difficile da riscontrare a Bleak House o a Londra o in qualunque altro
luogo geometrico dell’universo mondo giudiziario: il fenomeno della claque.
Il processo di Palermo – ormai lo sanno anche i bambinetti dell’asilo – non ha un movente, perché gli stragisti
di Cosa nostra che avrebbero trattato con lo stato, da Totò Riina a Bernardo Provenzano, sono tutti in galera,
sepolti e agonizzanti nelle segrete del 41 bis; e non ha neppure solide prove, perché il principale testimone
dell’accusa è un pataccaro, sotto processo per calunnia e altre devianze non proprio trascurabili. In compenso
però l’inchiesta imbastita dall’ex pm Antonio Ingroia e avallata dal gip Piergiorgio Morosini, può contare su
uno zoccolo duro di appassionati che, pur di mantenere alta la tensione attorno a un dibattimento affogato
ormai nel nerofondo della noia e della inconcludenza, agita lo spauracchio di una mafia ancora potente, anzi
potentissima, e per questo al centro di trame oscure, di regie occulte, di tavoli ovali, di complotti invisibili, di
cospirazioni sommerse, di complicità inconfessabili. E’ la Confraternita della Trattativa, bellezza. Una
cupoletta di amabili visionari – uno di questi mostra pure le stimmate, come padre Pio – sotto la quale hanno
trovato riparo i soggetti più bizzarri dell’indomita società civile: ci sono quei pochi, pochissimi, magistrati che
ancora credono in questo processo; ci sono due o tre giornalisti che non si rassegnano al concetto che la
guerra è finita; c’è un malmostoso ex ufficiale dei carabinieri che non ha mai digerito il fatto che Giovanni
Falcone, negli anni del maxi processo, gli preferisse Gianni De Gennaro, super investigatore della polizia; c’è
un gruppetto di studenti, massimo una quarantina, che per lo strazio del traffico sfila ogni tanto in difesa dei
nostri eroi; e c’è soprattutto un sottobosco di associazioni, ciascuna con il proprio sito e con il proprio grado di
credibilità, che pur di raggranellare qualche soldo dai fondi riservati del ministero dell’Interno, sono diventate
5. 17/06/16, 22:22La Confraternita della Trattativa
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Marco Dettaglio ha perso le staffe La signorina flop flop
“Vi spiego come e perché l’Italia ha reso impossibile la vita dei servizi segreti”
Lo scontro tra pm di sinistra segnalato dal penoso declino di Ingroia
Speranza contro la psoriasi. Uomo di mezza età trova un modo per combatterla.
Breve censimento delle balle con cui Marco Dettaglio risponde a Fiandaca
i Guardiani della Trattativa, pronti ad aggredire chiunque sollevi un dubbio su quell’inchiesta.
“Viva, viva la Trattativa”, verrebbe da canticchiare di fronte a tutte le mezzecalzette che popolano quest’ultima
stagione dell’antimafia militante: si muovono su un filo d’azione così avventato, scriverebbe Miss Flite, “che
basterebbe un niente a spericolarle nella parodia e nella caricatura”.
Povero Mattarella, che cosa gli tocca vedere.
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