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Raimondo Villano
L’epopea maltese del
Sovrano Militare Ordine di Malta
Giu.: “Mi maraviglio, che fra tanti honorati Cavalieri,
non ci sia stato alcuno, cha habbia preso assunto di scrivere,
ò di far scrivere, i progressi, che si erano fatti, et facevano;
perchè le virtù, che non restano in luce, et in memoria,
in breve tempo si spengono, ne se ne può cavar frutto;
et quelle, che si descrivono, danno animo,
et esempio, alli successori di seguirle”.
Cam.: “Voi dite il vero, ma li nostri antecessori
sono stati più pronti a far le buone opere, che a descriverle”
Dialogo del ‘500 sui Cavalieri di Malta
ISBN 978-88-904235-43, CDD 900 VIL tui 2008, 4^ edizione (esaurita), pp. 390, Pergamena,
ottobre 2009.
Con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Mi.B.A.C.). Secondo S.E. Ven. Balì
Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz Von Lobstein, già Gran Priore di Roma e Membro del
Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita
informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili,
religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran
Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati.
L’epopea maltese
Il 23 marzo 1530, dopo sette anni di prolungate trattative, per
intercessione di Papa Adriano VI(30)
che accoglie i Giovanniti a
Civitavecchia, dall’Imperatore Carlo V nella sua veste di Re delle Due
Sicilie con Diploma imperiale Cum pro restaurandis firmato a
Castelfranco presso Bologna(31)
sono concede all’Ordine, e suoi
successori, le isole di Tripoli, Malta e Gozo in feudo perpetuo, nobile,
libero e franco con piena giurisdizione, alta e media giustizia, come
riportato nella Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII che
recita: “Sane, sicut nobis plene innonuit nuper, cum charissimus in Christo
filius noster Carolus V, Romanorum imperatori semper augustus, qui
etiam rex Siciliae existit, pro sua munificentia et pietate ac Religionis
hospitalis praedicti devotione, ne dilecti filii Philippus de Villers
Lieladam, magister, et conventus ipsius hospitalis, qui superioribus annis,
expugnata per Turcos, sanctissimi nominis Christi nefandissimos hostes, vi
et armis insula Rhodi olim eiusdem hospitalis, insulam ipsam relinquere
coacti fuerunt, amplius per alienas sedes vagari contigeret, sed, pro
vetusto eorum more et laudabili consuetudine, locum, ubi contra ipsos
fidei hostes, praesertim classe maritima, arma exercere possent,
obtinerent, eisdem hospitali ac Philippo magistro, et conventui civitates,
castra et insulas Tripolis, Melittae et Gaudisiis in feudum perpetuum,
nobile, liberum et francum, sub conditionibus infrascriptis, quas, pro
inviolabili observatione per ipsos et magistri et conventum in statua et
stabilimenta perpetua redigit voluit et mandavit, per has authentica
litteras, manu ipsius Caroli imperatoris subscriptas et illius sigillo, quo in
regno suo superioris Siciliae utitur; munitas, sub data videlicet
vigesimatertia mensis martii proxime praeteriti, donasset et
concessisset(32)
.
A fronte di notevoli vantaggi che l’Ordine Gerosolimitano trae dal
possesso feudale di Malta e dalla sua relativa sudditanza alla Corona
napoletana, altro non deve al Re che un servizio di polizia sulle rotte del
Mediterraneo e l’offerta di un Falcone ogni anno in segno di soggezione e
di tributo(33)
.
Con quest’atto, in effetti, l’Imperatore non intende fare alcun favore
all’Ordine, bensì liberarsi di una grave responsabilità: assegnando Malta e
Tripoli all’Ordine, infatti, Carlo V riversa sui Cavalieri la responsabilità
della loro difesa essendo tali isole lungo la linea di demarcazione fra il
mondo cristiano e quello islamico(34)
.
La cessione di Malta da parte dell’Imperatore Carlo V ai Cavalieri
giovanniti, poi, riceve dal Sommo Pontefice Adriano IV l’indispensabile
Approbatio con Bolla: infatti, l’isola è nel Regno di Sicilia di cui
l’Imperatore è Re mentre la dipendenza feudale del Regnum Sicilae è in
capo al Papa cui i Re Normanni e Svevi espressamente in più occasioni
l’hanno riconosciuta ammettendone anche la concessione a loro
direttamente dalla Santa Sede.
Il Consiglio dei Cavalieri, tuttavia, rifiuta di prestare giuramento di
fedeltà all’Imperatore ritenendo che l’assunzione di un vincolo di
obbedienza militare comporti una perdita dell’autonomia o attenuazione
dell’autonomia. I rapporti di carattere militare sono definiti anziché con un
giuramento di fedeltà con un impegno dei Cavalieri ad evitare conflitti
contro l’Impero e, del resto, assolutamente in ossequio al vigente divieto
melitense di intraprendere azioni belliche contro regnanti e popoli
cristiani. Il territorio di Malta e Gozo è dato ai Cavalieri con Bolla Etsi ex
sollecitudinis del Sommo Pontefice Clemente VII “in pheudum
perpetuum, nobile, liberum et francum, (…) mero et mixto Imperio (…) ac
gladii potestate in hominibus et foeminis”. L’unico obbligo di
quest’originale vassallaggio è il dono simbolico unius Accipitris seu
Falchonis alla festa di Ognissanti mentre l’unica limitazione è
intrasferibilità o la non alienabilità dei territori nel caso in cui “contingerit
Religionem recuperare Insulam Rhodum, et ea ratione, aut alia ex causa
ipsam Religionem ab huismodi Insulis et locis infeudatis discendere, et
alibi mansionem, et sedem eorum stabilire”.
Prima di giungere a Malta, l’Ordine incarica una speciale Commissione di
stilare un rapporto sulla situazione nelle isole. Tra le altre cose, lo stato
di salute degli abitanti delle isole è valutato molto positivamente; il
rapporto descrive la popolazione locale come “..ordinariamente di lunga
vita, vedendovi quivi una grande moltitudine di vecchioni che passano gli
ottanta e anche i novant’anni, rubicondi, rigorosi e robusti” e spiega i due
fattori principali che svolgono un ruolo favorevole agli abitanti di Malta:
“la bontà dell’aria” e l’alimentazione frugale(35)
.
Il 26 ottobre 1530 il Gran Maestro Philippe Villiers de l’Isle-Adam
approda a Malta, al Borgo, con una flotta di 5 galere ed altre navi
ausiliarie, e vent’anni dopo a Mdina, su una croce portata da Rodi, presta
il solenne giuramento che l’Ordine avrebbe rispettato i diritti e i privilegi
dei maltesi. I Cavalieri, stabilendosi nell’isola di Malta, portano parte del
tesoro e dell’archivio(36)
.
Vari problemi, però, sono connessi all’arrivo dei Cavalieri a Malta:
innanzitutto se Malta viene considerata tappa transitoria, intesa come
base militare per tentare di recuperare l’amatissima Rodi, la cui perdita
costituirà sempre per gli Ospitalieri un cocente dolore; oppure se l’isola
viene intesa fin dal primo momento come sede stabile e permanente per
l’Ordine. Forse la prima ipotesi è la più probabile se si considera che la
flotta è posta subito in assetto di guerra e spedita a Modon nel sud della
Grecia per creare una base da cui puntare, poi, verso Rodi. La dura
sconfitta che ne consegue è, probabilmente, l’elemento decisivo che spinge
il Gran Maestro Filippo de Villiers de l’Isle Adam ad abbandonare questo
progetto e a dedicarsi a consolidare la presenza dell’Ordine a Malta.
A seguito dell’insediamento su Malta l’Ordine dei Giovanniti appare
rinato: sono erette imponenti fortificazioni, sono fondati la meravigliosa
capitale La Valletta (1566) e il magnifico Ospedale cui sono annesse la
Scuola di Anatomia e Chirurgia e la Scuola di Farmacia che, in poco
tempo, raggiungono fama mondiale.
Nel 1532 inizia la costruzione del primo Ospedale fatto erigere
dall’Ordine a Malta(37)
e di cui è il primo Ospedaliere il Cavaliere francese
Fra’ Bertrand Le Grant. Tra i primi medici maltesi si annoverano il
chirurgo Salvo Schembri e i medici Rainiero Bonello e Giuseppe
Callus.
Inoltre, il Primo Capitolo Generale che si celebra nel Forte a Malta
dispone che i medici al servizio dell’Ordine visitino gli infermi nelle loro
case, senza ricevere alcun compenso extra dai malati stessi. L’Ordine,
dunque, è già dedito ai malati, presumibilmente nell’area del Borgo, di
Zejtun e dei villaggi circostanti, ma certamente non a Mdina, troppo
lontana. Si dispone anche che i medici colti in flagranza nell’atto di
chiedere denaro ai loro pazienti incorrono in severe sanzioni: sono, infatti,
obbligati a pagare quattro volte la somma che hanno riscosso dai pazienti.
Inoltre, l’Ospedaliere riceve espresse istruzioni di controllare la qualità
dei farmaci dispensati e di verificare che i malati siano adeguatamente
curati. L’Ordine, poi, presta particolare attenzione ai farmaci che acquista
e non
risparmia sforzi né denaro per rifornirsi dei migliori: per acquistare i
farmaci sono inviati farmacisti fino a Soria (in Spagna centrale), centro
rinomato per la produzione di farmaci. L’ospedale ha istituito standard
elevati e li tiene sotto attento controllo. Grande attenzione, ancora, è
riservata alla qualità delle cure, al numero di visite che i medici devono
effettuare sui pazienti, alle ispezioni a sorpresa che l’Ospedaliere è tenuto
a svolgere nella farmacia dell’ospedale ed alla qualità del cibo servito ai
pazienti. I medici, infine, devono visitare i malati in ospedale almeno due
volte al giorno(38)
.
Caratteristiche, poi, sono le Pittanziere, una sorta di assistenti sociali, che
fanno base nell’Ospedale per produrre quotidianamente fino a 160 forme
di pane da distribuire alle donne povere di La Valletta e fornire medicinali,
biancheria e sostegno finanziario alle donne impossibilitate a muoversi da
casa.
Nel 1534 è eletto Gran Maestro Fra’ Pietrino del Ponte il cui curriculum
conventuale è abbastanza emblematico: nobile piemontese in servizio a
Rodi, governatore di Cos al momento dell’ultimo assedio turco del 1522,
partecipante ai confusi e travagliati spostamenti italiani dal 1523 al 1530.
Nel 1548 è emessa una direttiva dell’Ordine molto importante: si ordina ai
medici dell’Ospedale di tenere una riunione clinica collegiale settimanale
nella quale discutere le condizioni dei pazienti affidati alle loro cure, un
indiscutibile progresso per gli standard sanitari dell’epoca.
Nel 1561 Papa Pio IV invita il Gran Maestro all’ultima fase del Concilio
di Trento (la prima fase è dedicata a problematiche estranee all’Ordine,
come quelle dogmatiche relative a controversie con i Protestanti); in
rappresentanza dei Cavalieri giunge il cappellano spagnolo Martin Rojas
de Portalrubeo che fa richiesta di collocazione tra i rappresentanti dei
Principi regnanti mentre i Vescovi di Germania elevano una vibrata
protesta(39)
: il caso è risolto concedendo al cappellano dell’Ordine la
posizione tra i rappresentanti dei Sovrani. Inoltre, i pivilegi e le immunità
sono conservate e l’indipendenza sovrana dell’Ordine tutelata e,
addirittura, rafforzata nella conquista della posizione del rappresentante
con il medesimo rango degli ambasciatori dei Principi regnanti(40)
.
Nel 1565 Malta corre il pericolo più grande per la sua indipendenza: è il
celebre assedio ottomano durante il quale i 6000/9000 combattenti del
Gran Maestro Jean de La Valette respingono oltre 29.000 ottomani, circa
150 navi da combattimento ed oltre 50 altre navi partiti da Istambul(41)
.
Questa strenua e valorosa difesa giovannita di Malta quasi certamente
impedisce ai Turchi di stabilire una base navale a poca distanza dalla
Sicilia.
Dopo il grande assedio del 1565 si decide di edificare una città nuova e
meglio difesa: La Valletta.
Nel contempo, ormai le leggi economiche di mercato cominciano ad
ampliare gli orizzonti degli occidentali anche verso i loro tradizionali
nemici, gli Ottomani, e la Repubblica di Venezia è antesignana
nell’instaurazione in qualità di Stato di un rapporto commerciale con i
Turchi nonostante la disapprovazione dell’Ordine che giunge finanche
alla rottura con la Repubblica e la cui ricucitura dei rapporti, tesi sovente
per l’intercettazione di navi del Doge battenti bandiera turca, è paziente e
costante opera del papato.
Nel 1574 con il Capitolo Generale presieduto dal gran Maestro La
Cassiere si decreta che “si edifichi la Sacra Infermeria nella città nuova di
Valletta in luogo comodo”. È così fondata una nuova Sacra Infermeria
che è a lungo considerata uno dei migliori ospedali in Europa(42)
.
Agli inizi del XVIII secolo l’Ordine di Malta è ormai un punto di
riferimento in campo medico per l’Europa continentale ed a numerosi
medici maltesi sono conferiti importanti incarichi oltremare. Tra essi
figurano, ad esempio: Michelangelo Magri, dapprima nominato Pubblico
Incisore in uno dei principali ospedali europei, quello di Santa Maria
Nuova a Firenze ed in seguito titolare della Cattedra di Anatomia e
Chirurgia presso il Regio Ospedale di Messina; Emanuele Grillet, titolare
della cattedra di Ostetricia e Ginecologia a Palermo; Josef Barth, titolare
della prima Cattedra di Oftalmologia in Europa presso l’Università di
Vienna (il figlio dell’Imperatrice Imperatrice Maria Teresa, che le sarebbe
succeduto al trono come Giuseppe II, soffriva di una malattia agli occhi
che i migliori dottori dell’epoca non avevano saputo curare. Josef Barth
riuscì a curarla e, in segno di gratitudine, nel 1773 l’Imperatrice istituì
apposta per lui la cattedra di oftalmologia all’Università di Vienna,
cattedra che Josef Barth occupò sino alla morte)(43)
.
Inoltre, il servizio sanitario gratuito è usufruibile non solo dai residenti
ma anche dai marinai e dai viaggiatori che si ammalano durante il loro
soggiorno a Malta: a tutti si prestano cure senza alcuna distinzione di
razza, colore o religione.
I servizi sanitari istituiti dall’Ordine (due ospedali, la scuola medica, l’uso
e la stipula di una protocollo operativo del personale medico qualificato, la
diffusione di una buona pratica farmaceutica) sono a tutti gli effetti i primi
servizi sociali istituiti sull’isola.
Nel 1592 il Gran Maestro Hugues Loubenx de Verdalle fonda a Malta
l’istituto di studi superiori Collegium Melitense, retto dai Gesuiti, che è il
punto di partenza dell’Università sull’isola.
Nel 1594 è pubblicato il primo volume del grande lavoro di Giacomo
Bosio, storiografo ufficiale dell’Ordine. Bosio lavora a Roma nel suo
palazzo in Via Condotti e, come suo fratello Fra’ Giovannottone Bosio è
vice-Cancelliere a Malta e perciò ha accesso ad un’eccellente
documentazione. Il primo volume di Bosio non ha più molto valore perchè
alla sua epoca i documenti siriani dell’Ordine si trovano sempre in
Provenza e, quindi, non sono a sua disposizione. Il secondo volume,
invece, è sempre di grande aiuto se utilizzato nella seconda edizione,
rifatta dopo che Bosio trova molte ulteriori informazioni nell’Archivio
Vaticano. Il terzo volume, dedicato al periodo maltese fino al 1571, basato
in parte sulle memorie di persone contemporanee, risulta forse il meno
oggettivo: Bosio presenta la versione ufficiale dell’assedio di Malta
ignorando il brillante contributo del Vicerè Garcia de Toledo e del
soccorso spagnolo.
Il lavoro di Bosio, continuato da Bartolomeo dal Pozzo, è stato molto
copiato e tradotto.
Nel 1607 e nel 1620 dall’Imperatore è conferito ai Gran Maestri il titolo
di Principe del Sacro Romano Impero con l’appellativo di Altezza
Serenissima, ulteriore conferma della qualità di sovrani.
Il 20 giugno 1643 è stilato l’atto con cui si ha l’istituzione del primo
ospedale femminile dell’Ordine a La Valletta, dedicato a Santa Maria
della Scala e chiamato La Casetta, ad opera della gentildonna senese
Caterina Scappi. L’atto specifica, inoltre, che il Gran Maestro deve
scegliere due Cavalieri di Siena per amministrare i fondi lasciati dalla
Scappi. Tuttavia, in pochi anni i fondi risultano insufficienti per finanziare
l’Ospedale per cui si ricorre a donazioni di privati ed a sussidi del Comun
Tesoro dell’Ordine.
Il 7 luglio 1647 a Napoli, allo scoppio dei “moti masanielliani”, tutta la
nobiltà si coalizza in difesa della monarchia spagnola. Il Priore dell’Ordine
Gregorio Carafa porta in salvo il Vicerè Duca d’Arcos nel convento di
San Luigi e due giorni dopo il Vicerè lo invia al Mercato per far leggere al
popolo un suo scritto riportante copia dei privilegi concessi dal Re Carlo
V; Masaniello, tuttavia, esige di vedere gli originali per cui il Priore
Carafa ritorna con un secondo scritto del Vicerè ritenuto, però, ugualmente
insoddisfacente sia da Masaniello che da Genoino. Il Priore, pertanto,
liberatosi a stento “da quella infuriata moltitudine, che già cominciava
dispettevolmente ad adirarsi con lui”, torna dal Vicerè per informarlo della
rischiosità di un eventuale ritorno al Mercato non tanto per la paura della
folla quanto pechè è venuto, nel frattempo, a conoscenza dell’esistenza di
una lista di case di ben 36 Cavalieri a breve destinate al rogo, tra cui sia la
casa dello stesso Priore che quella del Principe suo padre(44)
.
Nel 1652 i Cavalieri effettuano anche una estensione dei domini
territoriali dell’Ordine acquistando da una compagnia mercantile di
protettorato francese le isole di San Cristoforo, Martinica, Guadalupe, San
Bartolomeo, San Martino e Santa Crus nelle Antille la cui vendita è
ratificata con Diploma da Luigi XIV nel marzo 1653.
A partire dal 1652, inoltre, malgrado l’esiguo numero di Gran Maestri
italiani (solo quattro su 28), la lingua ufficiale adottata a Malta, accanto a
quella latina, è quella italiana.
Nel 1665 i Cavalieri, su pressioni francesi, devono effettuare la vendita
dei possedimenti acquistati nel 1652 alla Compagnia Francese delle Indie
Occidentali.
Nel 1676 il Gran Maestro Nicolò Cotoner, docente di medicina presso
l’Ospedale dell’Ordine, fonda a Malta una Scuola di Chirurgia e
Anatomia.
Nel XVII secolo la reputazione dei servizi medici e delle scuole degli
ospedali dell’Ordine è altissima. Numerosi sono i malati che si recano a
Malta per un consulto o per essere curati prevalentemente a livello
oftalmico (anche per interventi di cataratta) o per ferite belliche e traumi
ortopedici e, sovente, anche per le malattie veneree nel totale anonimato:
l’ospedale di La Valletta, infatti, possiede uno speciale reparto, la
Falanga, dove tali patologie curate con tecniche moderne in assoluta
segretezza e riservatezza. Molti, poi, sono gli studenti che giungono a
Malta per studiare o far pratica di medicina e chirurgia.
Nel 1680 appena eletto Gran Maestro Gregorio Carafa (1680-1690), si
pone l’obiettivo di riorganizzare l’economia isolana, in grave crisi,
disponendo la coniazione di zecchini e tarì.
Il 24 giugno 1680 il Gran Maestro Gregorio Carafa, rivolgendo la sua
attenzione in particolare alla situazione politica europea e soprattutto a
quella mediterranea e continuando i turchi ad imperversare ponendo in
pericolo tutte le flotte e, in particolar modo, quella maltese, si pone
l’obiettivo di tessere
una trama di alleanze e, a tal proposito, in una sua lettera al Re di Spagna
Carlo II pone in evidenza
la necessità di creare una “sagrada union de armas Christianas contra la
Ottomana potenzia sempre infesta y sempre formidable al Pueblo de Dio”,
cioè una “liga Cattholica(45)
”.
Nel XVIII secolo sono sempre più numerose le richieste di servizi
sanitari inoltrate ai Gran Maestri, ad esempio: nel 1723 il Principe Don
Carlo Albani di Roma e tre anni dopo il Senato di Catania chiedono di
inviare un chirurgo e il Gran Maestro manda Giuseppe Grillet; nel 1746
l’ospedale di Messina fa analoga richiesta ed è inviato il figlio di
Giuseppe, Michele; nel 1755 uno dei migliori chirurghi che Malta abbia
mai avuto, Michelangelo Grima, è inviato a curare il Duca di Floridia; nel
1770 nella Repubblica di Venezia è inviato Antonio Grillet. A volte
perfino i vicini musulmani, quando i rapporti con loro sono meno tesi,
chiedono aiuto: nel 1754, ad esempio, il medico Capania è inviato per
richiesta del Bey di Bengasi mentre nel 1788 il Pascià di Tripoli chiede
aiuto all’Ordine e gli è inviato il medico Giuseppe De Marco(46)
.
Nel 1701 il Gran Maestro Perrellos y Roccaful riesuma il progetto,
vecchio di cinquant’anni e tenuto nei cassetti costituendo uno sforzo
enorme potenzialmente in grado di svenare economicamente l’Ordine:
l’acquisizione dei mezzi navali alturieri, i Vascelli, il cui costo unitario è
circa tre volte maggiore di quello delle unità navali in servizio, le Galere,
che, al limite, potrebbero ancora essere considerate operativamente valide
almeno in acque costiere. I Cavalieri di Malta, grazie ai vascelli “San
Giovanni”, “San Giacomo” e “Santa Caterina” tornano ad essere
qualitativamente competitivi nel combattere gli Ottomani sul mare con
pari dignità rispetto ai Collegati.
Nel Settecento, in effetti, nonostante l’asse dei traffici marittimi si sia
spostato ormai da tempo nell’Oceano Atlantico, avendo l’Europa ancora
una sua centralità e continuando il Mediterraneo ad essere, a fronte di una
pur diminuita importanza soprattutto in ambito economico, teatro di
confronto fra Occidente ed Oriente(47)
, la posizione e la funzione
strategica dell’Isola di Malta in questo scacchiere restano, dunque,
evidenti e difficilmente misconoscibili: i suoi Signori, i Cavalieri di S.
Giovanni, pertanto, continuano a non poter essere ignorati!
Nel solo primo ventennio di attività i vascelli dell’Ordine catturano o
affondano 14 navi a vela, di cui ben 8 sono vascelli, il che è un risultato
tutt’altro che trascurabile, a dispetto delle apparenze, giacché gli effetti che
una Marina produce non sono esclusivamente le vittorie in combattimento
bensì l’influenza sul destino di interi Paesi: a partire dal 1725 la continua
presenza (244 giorni l’anno) dei vascelli giovanniti riduce drasticamente
gli eventi bellici per mare e scoraggia i traffici marittimi mussulmani
determinandone la rarefazione e costringe al ricorso alle carovane dei
cammelli attraverso il deserto(48)
. Un blocco del commercio marittimo di
tale portata, in effetti, allora come ora, porta inevitabilmente il Paese
vittima alla rovina economica giacché il mezzo di trasporto terrestre
smaltisce solo una percentuale infinitesimale delle merci trasportabili via
mare e tale drastica riduzione degli interscambi sortisce ben due effetti
drammatici: fa ripiombare l’Africa settentrionale nel medioevo(49)
(la
Libia, in particolare, circa due secoli dopo non casualmente ha ancora
un’economia poco al di là del medioevo “scandita dal ritmo delle
colture e dal passo delle
carovane(50)
” ed è ridotta ad un milione di abitanti, 80.000 ettari coltivati,
pochi traffici tradizionali, non ultimo quello degli schiavi) e priva l’Ordine
della voce principale delle entrate in bilancio per mancanza di prede
impoverendolo gradualmente in assenza di altri cespiti compensativi.
Nel 1732 il Gran Maestro portoghese de Vilhena fonda a Malta la Casa di
Carità che offre cura e ulteriori servizi agli anziani, sia uomini che donne.
Ancora nel 1732 un’abitazione di Floriana è trasformata in Ospizio per
anziani, uomini e donne.
Fino a quando l’Ordine Gerosolimitano tratta con la Spagna i propri
interessi nell’Italia meridionale perché Madrid guarda ai suoi possedimenti
maltesi con occhi e valutazioni di carattere colonialista. L’Ordine, inoltre,
come Stato Sovrano, investito di speciali compiti e doveri, fornisce alla
Corona ed insulare, le cose vanno bene non soltanto perché i rapporti con
la Corte sono buoni, ma anche
spagnola apprezzabili contributi politici ed utile assistenza nel bacino del
Mediterraneo, benché non in grado di sopperire totalmente alla debolezza
della marina militare napoletana.
Sopravvenuta la conquista delle contrade meridionali d’Italia da parte di
Carlo di Borbone, entrato questi in Palermo per esservi incoronato, trova
ad attenderlo in rada quattro galere della Religione Gerosolimitana
comandate dal Conte di S. Simon con il compito di ossequiarlo e di
riconoscerlo in nome del Gran Maestro nella solennità della sua
incoronazione quale vero e legittimo Sovrano delle Due Sicilie di cui la
stessa Malta e le Isole adiacenti fanno parte.
A partire dal 1734, conseguentemente, l’Ordine Gerosolimitano per gli
affari che interessano il Regno abbandona l’antico canale diplomatico
con Madrid per trattare direttamente con Napoli. Carlo, pur
confermando genericamente all’Ordine i suoi antichi privilegi nel Regno,
deve subito impegnarsi nel rafforzamento delle prerogative spettanti alla
Corona e, conseguentemente, ogni provvedimento finalizzato a tale scopo
non può non colpire antichi privilegi che in un modo o nell’altro risultino
dannosi o limitativi al potere del Re. Ed anche per il potente Ordine
Gerosolimitano di Malta diventa difficile evitare conflitti e collusioni,
nonostante la sincera volontà da entrambe le parti di mantenere rapporti
amichevoli. Re Carlo, in realtà, fin dal 1739 dimostra tutta la sua
disponibilità verso l’Ordine Gerosolimitano dando indubbia prova di
moderazione e buona disposizione e permettendo anche al Gran Maestro
Frà Raimondo Despuig di destinare, nelle cause passive dei suoi
Cavalieri nel Regno, un Cavaliere Commissario in Napoli con appello
presso il Gran Priorato di Capua. Quando, poi, il Re Carlo lascia il Regno
delle Due Sicilie per assumere la Corona di Spagna, il suo terzogenito
Ferdinando designato suo successore in Napoli, in quanto minore, è
sostituito fino alla sua maggiore età da una Reggenza soggetta per gli
affari più importanti alle direttive di Madrid. Tra le prime cure di
Ferdinando, divenuto maggiorenne, vi è la cerimonia della riconferma del
feudo maltese in godimento all’Ordine Gerosolimitano ed il
contemporaneo atto di sudditanza del Gran Maestro, come Capo dell’Isola,
al Re delle Due Sicilie(51)
.
Nel 1733 e 1737 è pubblicato il Codice Diplomatico in due volumi di
Sebastiano Paoli che, dopo l’opera del Bosio, è il più importante
contributo storiografico frutto dell’utilizzo del ricco fondo giovannita
portato fuori della Siria prima del 1291 ed inviato dalla Provenza a Malta
nel Seicento.
Nel gennaio 1742 si ha la istituzione da parte del Gran Maestro Finto di
due scuole, l’una “per insegnare a’ Proeri di leggere e scrivere e
l'Aritmetica”, l'altra per insegnare “la nautica a’ Proeri e Marinai
ammaestrati nel leggere, scrivere e nell'Aritmetica”. Vengono fissati
esami ed anche premi.
Il 23 marzo 1747 Papa Benedetto XIV concede all’incaricato d’affari
dell’Ordine, che inizia ad essere chiamato ambasciatore, di “aggregarsi”
agli altri ambasciatori nelle funzioni pubbliche e private(52)
.
Il 12 marzo 1753 il Sommo Pontefice Benedetto XIV con Lettera
Apostolica Inter Illustria dichiara l’Ordine soggetto esclusivamente alla
protezione della Santa Sede ed immune da qualsiasi altra giurisdizione.
Nel 1761 a La Valletta l’Ordine fonda la Biblioteca Pubblica e
l’Università.
Nel 1776, sotto il governo di Fra’ Emanuele de Rohan-Polduc (1775-
1797), il Capitolo Generale redige il Codice del Sacro Militare Ordine
Gerosolimitano, noto come Codice di Rohan, che disciplina ogni forma e
aspetto dell’Ordine ma non dello Stato di Malta in XXII titoli che trattano:
consuetudini, norme e sanzioni dei Fran Maestri (Titolo I); ricevimento dei
Cavalieri, dei Donati e dei Cappellani Conventuali (Titolo II); culto nella
chiesa conventuale (Titolo III); ospitalità e cura degli infermi (Titolo IV);
Commun Tesoro, imposizioni e spese (Titolo V); Capitolo Generale e
Provinciale (Titolo VI); Consiglio Magistrale e Giudizi innanzi ad esso
(Titolo VII); Sguardio per rendere più spedita la decisione delle cause
(Titolo VIII); requisiti per l’elezione del Gran Maestro (Titolo IX); alte
cariche dell’Ordine (Titolo X); gerarchia ecclesiastica e Priore (Titolo XI);
obbligo di esercitare gli uffici ricevuti (Titolo XII); elezioni (Titolo XIII);
conferimento delle Commende (Titolo XIV-XVII); Codice Penale (Titolo
XVIII); ufficio di Gran Cancelliere (Titolo XIX); albergie (Titolo XX);
Galere dell’Ordine (Titolo XXI); linguaccio usato nella consuetudine
dell’Ordine (Titolo XXII).
Il 13 agosto 1779 il Codice è approvato (e resta in vigore fino al XX
secolo) da Papa Pio VI con Bolla Pastoralium nobis che sancisce: “Nos
igitur erga tam inclytum Ordinem de universa Christiana Republica
optime meritum peculiare studium ac debita exstimatione profitentes (...),
Motu proprio & de Apostolica potestatis plenitudine nova Statuta, &
Ordinationes sic correcta, emendata hujusmodi Apostolica Auctoritate
prefata tenore presentium perpetuo approbamus, confirmamus, &
emendatis, & singulos tam juris, quam facti, & solemnitatum, aliosque
quantumvis substantiales defectus, si qui desuper quomodolibet
intervenerint in iisdem supplemus”.
Nel 1776, il Re Luigi XVI convoca gli Stati Generali e chiama a
partecipare per l’elezione dei rappresentanti del proprio ceto nobiliare
molti Cavalieri giovanniti residenti a Malta e il Gran Maestro de Rohan
invano cerca di dissuaderli a non partire alla volta di Parigi ricordando loro
la neutralità e l’internazionalità dell’Ordine. Alla vigilia della rivoluzione
francese de Rohan parla di secolarizzazione dei beni ecclesiastici, si
appella al principio che l’Ordine è una potenza straniera anche con finalità
caritative ed i suoi collaboratori suggeriscono di donare alla Francia
un’ingente somma di denaro. Il Gran Maestro de Rohan, infine, si oppone
decisamente e fino alla sua morte nel 1791 si sobbarca tutte le spese per il
mantenimento dei numerosi Cavalieri francesi, totalmente spogliati dai
rivoluzionari(53)
.
Il 20 luglio 1779 è approvato da Papa Pio VI con la Pastoralium Nobis il
Codice di Rohan, riordinato nel 1776 sotto gli auspici di S. A. il Gran
Maestro Emmanuele de Rohan, che rappresenta un eccellente riassetto
normativo del diritto melitense e, con l’approvazione anche in quello
canonico, dei principi costituzionali relativi al fine ed all’unitaria sua
essenza religioso-militare(54)
.
Sempre nel 1779 il Gran Maestro De Rohan aggiunge fra gli studi
dell’Università Nautica istituita dal suo predecessore le Scuole di
matematiche superiori e di navigazione non più destinate soltanto ai
piloti ed ai marinai ma anche agli stessi Cavalieri e la cui frequenza è di
fatto resa obbligatoria e richiesta per le promozioni e gli avanzamenti nella
carriera.
Nel 1781, dopo aver recuperato possessioni nel ducato di Ostrog in
Polonia ed in Volvinia, Emmanuele de Rohan ristabilisce
temporaneamente come Lingua Anglo-Bavara(55)
la Lingua d’Inghilterra,
composta dai Priorati di Inghilterra e di Irlanda(56)
e soppressa da Enrico
VIII che ne aveva confiscato i beni.
Il 2 novembre 1789 nella tornata dell’Assemblea Costituente a Parigi, su
proposta del cittadino
Mirabeau, è decretato l’incameramento dei beni della Chiesa allo Stato.
Nel contempo le teorie scaturite dall’illuminismo e dalla rivoluzione
ritengono non più giustificabile l’impegno istituzionale melitense di
polizia nel Mediterraneo considerandolo uno stato di guerra permanente
contro i popoli musulmani per mera disparità di religione.
Sul finire del XVIII secolo a Malta gli abitanti non Cavalieri
cominciano ad esser pervasi dalle nuove ideologie francesi e ad amare
meno l’Ordine di cui, tra l’altro, non possono far parte.
Nel 1797, finiti i conflitti con i Turchi, persa la flotta ridotta a poche
vecchie e inefficienti navi, compromessi diversi rapporti internazionali con
i nuovi Stati, emergendo nuove potenze dagli effetti della rivoluzione
francese, si ha il termine della neutralità dell’Ordine (mantenuta
nonostante i nazionalismi monarchici europei avessero generato lotte
durissime, soprattutto tra Francia e Spagna, con la conseguente crisi delle
Lingue che vivevano in questi Stati) che è isolato nei confronti delle grandi
potenze europee.
Il 12 giugno 1798 l’Ordine ha la perdita della sovranità territoriale
quando il Primo Console di Francia Generale Napoleone Bonaparte
occupa a tradimento l’isola durante la sua Campagna di Egitto violando la
sua neutralità fino ad allora riconosciuta e garantita internazionalmente
senza che vi fosse alcuna resistenza poichè nella tradizione giovannita si
ritiene empio levare le armi contro altri cristiani. Infatti, uno dei punti
deboli in questa occasione si rivela esser proprio il voto dal sapore crociato
pronunciato dai Cavalieri all’atto della ricezione di non combattere mai
contro Principi cattolici.
La capitolazione è firmata alle due di notte a bordo della nave francese
Orient dove è al comando della flotta Napoleone Bonaparte. Gli articoli
del Trattato così recitano:
I. I Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme cederanno all’armata
francese la città e i forti di Malta. Essi rinunciano, a favore della
Repubblica francese, ai diritti di sovranità e di proprietà che essi
hanno, sia in questa città, che sulle isole di Malta, Gozo e
Comino.
II. La Repubblica farà valere la sua influenza al congresso di
Rastadt per fare avere al Gran Maestro, per la durata della sua
vita, un principato equivalente a quello che perde, e in attesa, si
impegna a dargli una pensione di 300.000 franchi. Gli sarà
inoltre dato il valore di due annate della sopraddetta pensione a
titolo di indennità per gli arredi. Finchè resterà a Malta,
conserverà gli onori militari di cui godeva.
III. I Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che sono
francesi, attualmente a Malta, e il cui stato sarà decretato dal
generale in capo, potranno rientrare in patria e la loro residenza
a Malta sarà loro computata con una residenza in Francia. La
Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le
repubbliche cisalpine, ligure, romana ed elvetica affinchè il
presente articolo sia dichiarato comune ai Cavalieri delle
corrispondenti nazioni.
IV. La Repubblica francese assegnerà una pensione vitalizia di 700
franchi ai Cavalieri francesi attualmente a Malta. La Repubblica
francese userà i suoi buoni uffici presso le repubbliche cisalpine,
ligure, romana ed elvetica, affinchè concedano la medesima
pensione ai cavalieri delle corrispondenti nazioni.
V. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre
potenze d’Europa affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della
loro Nazione, l’esercizio sui beni dell’Ordine di Malta nei loro
Stati.
VI. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre
potenze d’Europa affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della
loro Nazione, l’esercizio sui beni dell’Ordine di Malta nei loro
Stati.
VII. I Cavalieri conserveranno le proprietà che possiedono nell’isola
di Malta e Gozo a titolo di proprietà personale.
VIII. Gli abitanti delle isole di Malta e Gozo continueranno a godere,
come nel passato, del libero esercizio della religione cattolica e
apostolica romana; conserveranno i privilegi che possiedono;
nonsaranno soggetti a nessun contributo straordinario.
IX. Tutti gli atti civili passati sotto il governo dell’Ordine saranno
validi e avranno la loro esecuzione.
Nel contempo, gli Stati Uniti d’America offrono terre e protezione
all’Ordine.
_______________
_______________
30) L’Imperatore, concepito come depositario del glaidus materialis affidatogli dalla Chiesa, è sottomesso al Papa che ha il potere di
deporlo.
(31) Richiamato nel testo della Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII.
(32) In Bullarium Diplomatum et Privilegiorum Sanctorum Romanorum Pontificum, VI, Torino, 1861, 140.
(33) Ma taluni Autori non concordano sul numero di Falconi presentati alla Corona nel corso degli anni. In effetti varia di anno in
anno.
(34) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12
dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
(35) Al tempo i maltesi consumano pochissima carne e la loro dieta consiste essenzialmente di pane, olio, pasta, pomodori, verdure e
pesce.
(36) Come testimonia una Bolla papale del 2 gennaio 1524 di conferma dei privilegi, in cui si dice che l’Ordine fu costretto a lasciare
libri, documenti antichi e privilegi che andarono perduti; in seguito 1’archivio fu portato a Malta, dove ancora oggi si conserva.
(37) Prima che vi giungono gli Ospedalieri, le isole maltesi sono servite, dal punto di vista sanitario, soltanto da due piccoli ospedali
(il Santo Spirito e il San Giuliano) per complessivi venti posti letto circa.
(38) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12
dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
(39) Impossibilitati a presenziare al Concilio in quanto Principi dell’Impero, ma avendo avuto in precedenza il posto tra gli
ecclesiastici e giacchè i loro signori sono ecclesiastici, chiedono una perequazione nel senso che o il rappresentante giovannita sia
posto tra gli ecclesiastici o che tutti siano sistemati tra i laici.
(40) F. T.Colonna, Sovranità e indipendenza nel Sovrano Militare Ordine di Malta, Lib. Ed. Vaticana, 2002, pag. 48.
(41) Masala Anna, Malta e gli Ottomani - Studi Melitensi IX, 2001, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di
Malta, Centro Studi Melitensi - Taranto, 2002, pag. 45.
(42) Gli ospedali dell’Ordine, però, accolgono solo pazienti maschi (fino alla prima metà del ‘600).
(43) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S.
Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
(44) Abs. rimaneggiato da: Maria Sirago, Gregorio Carafa Gran Maestro Dell’Ordine di Malta. Il ruolo di Gregorio Carafa durante
la “rivolta di Masaniello” (1647-1648) - Melitensia 6 (monografie con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e
Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2001, pag 23.
(45) Come quella formatasi nel 1571.
(46) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S.
Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
(47) La battaglia di Vienna è del 1683 appena.
(48) Giovani Scarabelli, “L’Ordine di Malta nel Settecento: un dibattito tra polemica e apologia” - Studi Melitensi - VI, 1998,
Centro Studi Melitensi, sotto l’Alto Patronato del Gran Priore di Napoli e Sicilia, 1999, pag. 149.
(49) Anche in Italia meridionale, in effetti, allontanandosi dal mare ed arroccandosi in piccole comunità sui cocuzzoli delle
montagne, i nostri antenati si ridussero alla povertà, con un’economia di sopravvivenza ed un progressivo inaridimento culturale
frutto anche della impossibilità di rapide ed affidabili comunicazioni.
(50) Ambasciatore Romano nel libro “La quarta sponda”.
(51) Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografie con l’alto patrocinio del
Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo
Ameglio, 2002, pagg. 7-12 .
(52) Annibale Ilari, Il Granpriorato Giovannita di Roma: ricerche storiche ed ipotesi - Vat. Lat. 10.372: il catasto più antico del
Gran Priorato Gerosolimitano di Roma (1333), (cfr. M.A.F. Frangulkis, Dictionnaire diplomatique, Il, Paris s.d., p.12), Melitensia
4, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi - Taranto, 1998, pag. 122.
(53) F. Turriziani Colonna, ibid., pag. 55.
(54) Fabrizio Turriziani Colonna, ibid., pagg. 74, 75.
(55) Più tardi, accettata la protezione della Russia, sarà detta Lingua Anglo-Bavara-Russa con la gestione del Priorato cattolico ed
un ed un altro di fede scismatica.
(56) E dotata di 54 Commende più il Baliaggio dell’Aquila ed il titolo di quella di Armenia.
Prefazione
Estremamente affascinato, da sempre, dal ruolo storico dell’Ordine e, dal
momento della mia ricezione come Donato sette anni fa, dalla sua splendida
dimensione ecclesiale e poliedricità esistenziale, ne ho approfondito le tematiche
arricchendole anche con riflessioni, per estrapolazioni e collazioni compilative
personali o di illustri Autori, elaborando un lavoro che, pur senza particolari
pretese, avendo costituito per me un buon momento integrativo iniziatico, ritengo
essere di un certo interesse.
Non escludendo, tuttavia, che l’informazione possa divenire esperienza e che
l’esperienza si trasformi in conoscenza, se l’approccio empirico del lettore non si
consuma nella distrazione, come avvertiva Walter Benjamin, allora questo libro
può avere un’ulteriore valenza inserendosi, sia pur marginalmente, nel solco di
quelle Opere la cui vocazione esistenziale, la cui funzione antropologica è quella di
concorrere a trasformare la memoria in esperimento, in costruzione dell’uomo.
Questo libro, infatti, ha una sua utilità sia se ci si avvale del valore attivo delle sue
enunciazioni, sperimentandolo e intendendolo come un momento di prassi o di
essa eziologico, sia prendendo coscienza del proprio tempo e del proprio ruolo,
aprendo spazi inusitati di senso tra il possibile e le sofferte certezze del mondo
reale della vita quotidiana.
Del resto, per dirla con Wittgenstein, i problemi della vita restano insolubili finchè
si pensa di coglierli in superficie: essi devono essere percepiti e afferrati nella
profondità, immersi nel flusso dell’esperienza e dell’esistenza.
Una tale esperienza funge, quindi, anche da “acceleratore della coscienza”
costituendo un’assicurazione morale di cui una società può disporre.
D’altro canto, si può giungere alla scoperta del proprio volto non comune, pur
nella sostanziale eguaglianza della coscienza, rintracciando una propria
singolarità scrutando nella propria storia.
Ovviamente, istituzionalizzandosi nell’intimo di ciascuno una oggettiva
argomentazione critica, non si può non scoprire l’inquietudine per la
riaffermazione della propria finitudine, ma nel contempo si affievolisce la
propria solitudine giacchè immersi nel coacervo solidale della confratellanza
melitense e, soprattutto, grazie ad un più profondo e consapevole percorso di fede,
anche attraverso ognuna delle pagine della storia della salvezza costituite dalle
Sacre Scritture, progressivamente si è condotti verso orizzonti di amore più alti e
perfetti spalancando gli occhi su quell’abisso di luce che è Cristo mentre
l’incertezza lascia il posto alla consapevolezza, appunto, che “ solo da Dio viene
la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo per il mondo”.
Dunque, non solo d’estasi tratta il percorso del Cavaliere, bensì del vero e proprio
innesto di un seme che germinando “apre la sua strada sotto il terreno sordo e
opaco dell’esistenza terrena(1)”: ciascun passo “è da considerarsi come
espressione della paziente educazione di Dio nei confronti della durezza di cuore o
del collo indurito dell’uomo(2)”.
Mi auguro, pertanto, che il lettore, rintracciando l’impulso nativo di questo lavoro
che, direbbe Fuentes, obbliga a renderci conto della nostra immersione nel tempo
tra vita, morte e memoria, scopra che “il significato del libro non è dietro di noi
bensì che il suo volto ci guarda dal futuro(3)”.
Mi auguro, infine, che questo lavoro possa “contribuire a rafforzare il fervore e la
disponibilità dei Cavalieri e induca quanti aspirano a far parte della milizia
giovannita a cogliere la palpitante attualità dei suoi ideali e a far propria la difesa
dei principi cristiani(4)”.
Cav. di Grazia Magistrale Raimondo Villano
_______________
(1) Gianfranco Ravasi, I Colleghi del Vangelo, Sole 24 Ore, 2007.
(2) Ibid.
(3) Ezio Raimondi, Un’etica del lettore, Voci, Mulino, 2007.
(4) S.A.E. il Principe e Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie; (Roma, dal Palazzo Magistrale, il 24
giugno 1995) Presentazione della pubblicazione “Cavalieri di Malta. Una leggenda verso il
futuro”, a cura del Cavaliere di Onore e Devozione Barone Marcello Maria Marrocco
Trischitta, Acismom, 1995.
“Non cercare di diventare un uomo di successo,
ma piuttosto un uomo di valore”
Albert Einstein
Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista, assistente
sociale e valente docente di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il figlio è un
brillante matematico universitario. Ruoli: General Manager Villano International Business
Team dal 2012, con attività in 16 ambiti di business, consulting & service (tra cui: affari
internazionali, immobiliare d’alta gamma, previdenza, edilizia e restauro, import-export, alimentari,
informatica, sanità, arte e cultura); Membro (dal 2013), Associate Professor in History of Health
Administration Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario of Ruggero II University of
Florida State (BR, Miami, Florida, USA, dal 2015); Trader (dal 1976), Trader operativo finanziario
indipendente di borse e forex (dal 1983), Cavaliere S.M.O. di Malta (dal 2002, presentato dal Cavaliere
di Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell’Eroe fondatore del Regno
d’Albania); Presidente della Fondazione sociosanitaria e umanitaria Chiron (dal 1985); Amministratore
Unico Chiron Editore (dal 2006). Accademie: Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C. (2006), già
pontificia Tiberina )2009), Studi Melitensi (2002), Medical Tradition Smithsonian Institution-USA
(2010), International Society History Pharmacy, Acc. Italiana Storia Farmacia (2001), Società
Napoletana Storia Patria (2008), Nobile Collegio Chimico Farmaceutico (ad honorem, 2006). Oltre 100
conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e
internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150
nazioni. Studi: classici; laurea e abilitazione: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali,
Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale, Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree
honoris causa: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e Filosofia (2010); Scienze Comunicazione
(2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.: Science Medical Ethics (2010). È stato:
autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza per manager, ottenendo Alti Patronati di Capo dello
Stato e ONU (2000), Consigliere diplomatico Aerec dpt ENVA 2011-15, Segretario International
Committee Biothecnologies Wabt-Unesco 2008-13, membro World Academy Biomedical Technology
(Unesco 2007-12), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda responsabile
sicurezza Tribunali Corte Appello Napoli), CdA Fondazione Beaumont Onlus ricerche su cancro
presieduta dal condidato al Nobel Tarro e con il Prefetto Napoli (2011-12), Accademico Europeo per le
Relazioni Economiche e Culturali 2004-2015. Per 32 anni socio e titolare di un’importante farmacia,
fino al 2010. Socio dal 1990, Segretario a 29 anni 1990-95 (tra i più giovani d’Italia), Presidente 2000-
01 Rotary Club Pompei-Vesuvio, 14 anni Delegato dei Governors per Archivio Distretto 2100-Italia
(oltre 3.000 rotariani e ca 80 Club) e presso I.C.R. per Rotary Italia; in Comm.ni Italia: Etica
professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei-
Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione
del Rotary della Proposta di istituzione Giornata internazionale a tutela della Vita (2001-04). Dal 1986
al 1990 Presidente a Napoli, coordinatore nazionale e fondatore Federazione Giovani Farmacisti;
Rappresentante nazionale Sindacato Federativo. Assist. Prof. Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90,
Cattedra Prof. Lembo-Ist. Sup. Sanità). Membro Gruppo internaz. di Studio ISHP Storia Farmacopee
(Univ. Berna, 2012-13). Nell’ambito degli eventi “World no-tobacco day”, ha partecipato a varie
iniziative presso il Ministero della Salute. Proponente e padrino di vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di
Pompei Mons. Francesco Saverio Toppi, dal 2013 Servo di Dio in Causa di Beatificazione e
Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino De Laurentiis (proposto nel 2000), produttore cinematografico di
Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio Greco, Presidente Tribunale TA (Rotary, 2000);
Giulio Tarro, virologo Candidato al Premio Nobel per la Medicina 2000 e 2015 (Asas, 2011); Gianni Rivera, Vice
Campione del Mondo di Calcio (Aerec, 2012); Patrizio Polisca, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni
Paolo II e Medico del Papa con Benedetto XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano; Gualtiero
Ricciardi, Presidente Istituto Superiore di Sanità. Premi internazionali: Diploma d’Onore per Servizi eccezionali
a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International (Evanston 2001: solo 100/anno/1,5
mln soci); Benemerenza Anticrimine-Task Force Rotary Italia, Albania, ex-Jugoslavia, S. Marino (Zurigo
2001); Sapientia Mundi-Etica (Rm 2008); Unione Legion d’Oro-Lavoro (Rm 2010); Veritas in
Charitate-Religione (2011); Bonifaciano-Cultura e Società (2011); Norman Ac.-Editoria Medaglia
aurata (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità Galeno (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità 2^ ed. Galeno (Rm
2015); Norman Ac.-Arte fotografica Medaglia aurata (Rm 2015). Premi nazionali: Aesculapius-Sanità
Patroc. Presidenza Consiglio Ministri (Rm 1987); LXVIII Piccinini Asas-Mi.BAC-Ricerca storico-
scientifica (Rm 2006); LXV Stramezzi-Sanità (Rm 2007); Capitolino-Attività umanitaria (Rm 2010);
Tiberino- Cultura (Rm 2012); LXXIV Serono-Storia e Letteratura (Rm 2012), Aerec-Cultura (Rm 2013);
Benemerenza al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2013): solo 269 dal 1800; Tiberino-Scienza (Rm
2014); LXXIV Piccinini Asas-Mi.BACT-Ricerca storico-scientifica (Rm 2014); Medaglia d’Argento al
merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2016); Speciale Asas-Mi.BACT-Studi storici in scienze biomediche
e farmaceutiche (Rm 2016). Autore di un’ampia e qualificata produzione letteraria che ammonta a oltre
790 pubblicazioni sanitarie, professionali, scientifiche, storiche, religiose, artistiche, di cui gran parte su
riviste dotate di revisione critica, indexate e con impact factor; oltre 50 libri (di cui 14 con complessive
35 edizioni e 19 ristampe, numerosi tradotti anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) con editori
prestigiosi come Zanichelli, con patrocini da Ministero Beni Culturali, Unesco, Rotary, Università, ecc.,
recensiti da Testate di rilievo nazionale, presenti in oltre 120 Biblioteche italiane (tra cui: Quirinale,
Accademia Nazionale Scienze, Ministeri) e in oltre 40 Nazioni (tra cui: National Institute Health-USA,
Nationale de France, Congress UK), in Istituti di Cultura, Università, Musei. Alla Fiera di Francoforte
ha debuttato un suo libro. Oltre 80 opere multimediali (in varie lingue e più edizioni e ristampe )
spesso di notevole pregio e pubblicate con editori e patrocini prestigiosi (tra cui Bayer S.p.A.).
Cataloghi: Library of Congress UK Authority (NACO); Bibliothèque nationale de France; Deutsche
Nationalbibliothek; Library of National Institutes of Health (NIH) U.S.A.; Biblioteca Magistrale S.M.
Ordine di Malta; Biblioteca della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI; 2000
Outstanding Intellectuals IBC-Cambridge UK dal 2010; Opac Sbn con oltre 200 opere; Scheda di
Autorità Ministero BAC. Vari libri hanno apprezzamenti da autorità istituzionali, tra cui alcuni
regnanti europei e più volte il Capo dello Stato e il Santo Padre.
* * *
Alcuni libri: Società globale informazione, 1996; Rotary per l’Uomo, 2001; Gestione sicurezza in
Farmacia (pres. Dr. Renzulli, già Consulente Sicurezza all’ONU, 2004); Arte e storia Farmacia (pres.
Prof. Ledermann, Presid. International Society History Pharmacy, 2 ediz., 2006); Storia e attività del
SMOM (4 ediz., 2007); Meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica (pres. Prof. Tarro,
Comm. Naz.le Bioetica, 3 ediz., 2008); Thesaurus Pharmacologicus (pres. Presid. Farmacisti Italiani
Dr. Mandelli 2009); Tempo scolpito in silenzio eternità. Riflessioni su indagine diacronica per memoria
homo faber (pres. eminenti storico Fra’ von Lobstein e critico Prof. Carosella, 6 rist., 2010); Attività
farmaceutiche Regno di Napoli (pres.: Presid. Acc. It. Storia Farmacia Dr. Corvi, 2010); Logos e
teofania nel tempo digitale (pres. Mons. Trafny, Presid. Dpt Scienza-Fede Pontificio Consiglio Cultura,
2012); Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale SMOM (2013); Musei di farmacia: eco del passato per
un riscatto futuro (pres. Prof. Ledermann, Direttore Biblioteca Svizzera, 2015); Fotografie - circa 200
sue opere, selezionate per temi filosofici e creativi tra quelle realizzate in oltre 40 anni (2015). Tra i
multimedia: Cenni arte e storia farmacia (patroc. AISF, 2002); Influenza A/H1N1 (patroc. Unesco,
2009).
“Ho imparato così tanto da voi, Uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata”
Gabriel Garcia Marquez

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R. Villano - Epopea maltese del S.M. Ordine di Malta

  • 1. Raimondo Villano L’epopea maltese del Sovrano Militare Ordine di Malta Giu.: “Mi maraviglio, che fra tanti honorati Cavalieri, non ci sia stato alcuno, cha habbia preso assunto di scrivere, ò di far scrivere, i progressi, che si erano fatti, et facevano; perchè le virtù, che non restano in luce, et in memoria, in breve tempo si spengono, ne se ne può cavar frutto; et quelle, che si descrivono, danno animo, et esempio, alli successori di seguirle”. Cam.: “Voi dite il vero, ma li nostri antecessori sono stati più pronti a far le buone opere, che a descriverle” Dialogo del ‘500 sui Cavalieri di Malta
  • 2. ISBN 978-88-904235-43, CDD 900 VIL tui 2008, 4^ edizione (esaurita), pp. 390, Pergamena, ottobre 2009. Con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Mi.B.A.C.). Secondo S.E. Ven. Balì Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz Von Lobstein, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati. L’epopea maltese Il 23 marzo 1530, dopo sette anni di prolungate trattative, per intercessione di Papa Adriano VI(30) che accoglie i Giovanniti a Civitavecchia, dall’Imperatore Carlo V nella sua veste di Re delle Due Sicilie con Diploma imperiale Cum pro restaurandis firmato a Castelfranco presso Bologna(31) sono concede all’Ordine, e suoi successori, le isole di Tripoli, Malta e Gozo in feudo perpetuo, nobile, libero e franco con piena giurisdizione, alta e media giustizia, come riportato nella Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII che recita: “Sane, sicut nobis plene innonuit nuper, cum charissimus in Christo filius noster Carolus V, Romanorum imperatori semper augustus, qui etiam rex Siciliae existit, pro sua munificentia et pietate ac Religionis hospitalis praedicti devotione, ne dilecti filii Philippus de Villers Lieladam, magister, et conventus ipsius hospitalis, qui superioribus annis,
  • 3. expugnata per Turcos, sanctissimi nominis Christi nefandissimos hostes, vi et armis insula Rhodi olim eiusdem hospitalis, insulam ipsam relinquere coacti fuerunt, amplius per alienas sedes vagari contigeret, sed, pro vetusto eorum more et laudabili consuetudine, locum, ubi contra ipsos fidei hostes, praesertim classe maritima, arma exercere possent, obtinerent, eisdem hospitali ac Philippo magistro, et conventui civitates, castra et insulas Tripolis, Melittae et Gaudisiis in feudum perpetuum, nobile, liberum et francum, sub conditionibus infrascriptis, quas, pro inviolabili observatione per ipsos et magistri et conventum in statua et stabilimenta perpetua redigit voluit et mandavit, per has authentica litteras, manu ipsius Caroli imperatoris subscriptas et illius sigillo, quo in regno suo superioris Siciliae utitur; munitas, sub data videlicet vigesimatertia mensis martii proxime praeteriti, donasset et concessisset(32) . A fronte di notevoli vantaggi che l’Ordine Gerosolimitano trae dal possesso feudale di Malta e dalla sua relativa sudditanza alla Corona napoletana, altro non deve al Re che un servizio di polizia sulle rotte del Mediterraneo e l’offerta di un Falcone ogni anno in segno di soggezione e di tributo(33) .
  • 4. Con quest’atto, in effetti, l’Imperatore non intende fare alcun favore all’Ordine, bensì liberarsi di una grave responsabilità: assegnando Malta e Tripoli all’Ordine, infatti, Carlo V riversa sui Cavalieri la responsabilità della loro difesa essendo tali isole lungo la linea di demarcazione fra il mondo cristiano e quello islamico(34) . La cessione di Malta da parte dell’Imperatore Carlo V ai Cavalieri giovanniti, poi, riceve dal Sommo Pontefice Adriano IV l’indispensabile Approbatio con Bolla: infatti, l’isola è nel Regno di Sicilia di cui l’Imperatore è Re mentre la dipendenza feudale del Regnum Sicilae è in capo al Papa cui i Re Normanni e Svevi espressamente in più occasioni l’hanno riconosciuta ammettendone anche la concessione a loro direttamente dalla Santa Sede. Il Consiglio dei Cavalieri, tuttavia, rifiuta di prestare giuramento di fedeltà all’Imperatore ritenendo che l’assunzione di un vincolo di obbedienza militare comporti una perdita dell’autonomia o attenuazione dell’autonomia. I rapporti di carattere militare sono definiti anziché con un giuramento di fedeltà con un impegno dei Cavalieri ad evitare conflitti contro l’Impero e, del resto, assolutamente in ossequio al vigente divieto melitense di intraprendere azioni belliche contro regnanti e popoli
  • 5. cristiani. Il territorio di Malta e Gozo è dato ai Cavalieri con Bolla Etsi ex sollecitudinis del Sommo Pontefice Clemente VII “in pheudum perpetuum, nobile, liberum et francum, (…) mero et mixto Imperio (…) ac gladii potestate in hominibus et foeminis”. L’unico obbligo di quest’originale vassallaggio è il dono simbolico unius Accipitris seu Falchonis alla festa di Ognissanti mentre l’unica limitazione è intrasferibilità o la non alienabilità dei territori nel caso in cui “contingerit Religionem recuperare Insulam Rhodum, et ea ratione, aut alia ex causa ipsam Religionem ab huismodi Insulis et locis infeudatis discendere, et alibi mansionem, et sedem eorum stabilire”. Prima di giungere a Malta, l’Ordine incarica una speciale Commissione di stilare un rapporto sulla situazione nelle isole. Tra le altre cose, lo stato di salute degli abitanti delle isole è valutato molto positivamente; il rapporto descrive la popolazione locale come “..ordinariamente di lunga vita, vedendovi quivi una grande moltitudine di vecchioni che passano gli ottanta e anche i novant’anni, rubicondi, rigorosi e robusti” e spiega i due fattori principali che svolgono un ruolo favorevole agli abitanti di Malta: “la bontà dell’aria” e l’alimentazione frugale(35) .
  • 6. Il 26 ottobre 1530 il Gran Maestro Philippe Villiers de l’Isle-Adam approda a Malta, al Borgo, con una flotta di 5 galere ed altre navi ausiliarie, e vent’anni dopo a Mdina, su una croce portata da Rodi, presta il solenne giuramento che l’Ordine avrebbe rispettato i diritti e i privilegi dei maltesi. I Cavalieri, stabilendosi nell’isola di Malta, portano parte del tesoro e dell’archivio(36) . Vari problemi, però, sono connessi all’arrivo dei Cavalieri a Malta: innanzitutto se Malta viene considerata tappa transitoria, intesa come base militare per tentare di recuperare l’amatissima Rodi, la cui perdita costituirà sempre per gli Ospitalieri un cocente dolore; oppure se l’isola viene intesa fin dal primo momento come sede stabile e permanente per l’Ordine. Forse la prima ipotesi è la più probabile se si considera che la flotta è posta subito in assetto di guerra e spedita a Modon nel sud della Grecia per creare una base da cui puntare, poi, verso Rodi. La dura sconfitta che ne consegue è, probabilmente, l’elemento decisivo che spinge il Gran Maestro Filippo de Villiers de l’Isle Adam ad abbandonare questo progetto e a dedicarsi a consolidare la presenza dell’Ordine a Malta. A seguito dell’insediamento su Malta l’Ordine dei Giovanniti appare rinato: sono erette imponenti fortificazioni, sono fondati la meravigliosa
  • 7. capitale La Valletta (1566) e il magnifico Ospedale cui sono annesse la Scuola di Anatomia e Chirurgia e la Scuola di Farmacia che, in poco tempo, raggiungono fama mondiale. Nel 1532 inizia la costruzione del primo Ospedale fatto erigere dall’Ordine a Malta(37) e di cui è il primo Ospedaliere il Cavaliere francese Fra’ Bertrand Le Grant. Tra i primi medici maltesi si annoverano il chirurgo Salvo Schembri e i medici Rainiero Bonello e Giuseppe Callus. Inoltre, il Primo Capitolo Generale che si celebra nel Forte a Malta dispone che i medici al servizio dell’Ordine visitino gli infermi nelle loro case, senza ricevere alcun compenso extra dai malati stessi. L’Ordine, dunque, è già dedito ai malati, presumibilmente nell’area del Borgo, di Zejtun e dei villaggi circostanti, ma certamente non a Mdina, troppo lontana. Si dispone anche che i medici colti in flagranza nell’atto di chiedere denaro ai loro pazienti incorrono in severe sanzioni: sono, infatti, obbligati a pagare quattro volte la somma che hanno riscosso dai pazienti. Inoltre, l’Ospedaliere riceve espresse istruzioni di controllare la qualità dei farmaci dispensati e di verificare che i malati siano adeguatamente
  • 8. curati. L’Ordine, poi, presta particolare attenzione ai farmaci che acquista e non risparmia sforzi né denaro per rifornirsi dei migliori: per acquistare i farmaci sono inviati farmacisti fino a Soria (in Spagna centrale), centro rinomato per la produzione di farmaci. L’ospedale ha istituito standard elevati e li tiene sotto attento controllo. Grande attenzione, ancora, è riservata alla qualità delle cure, al numero di visite che i medici devono effettuare sui pazienti, alle ispezioni a sorpresa che l’Ospedaliere è tenuto a svolgere nella farmacia dell’ospedale ed alla qualità del cibo servito ai pazienti. I medici, infine, devono visitare i malati in ospedale almeno due volte al giorno(38) . Caratteristiche, poi, sono le Pittanziere, una sorta di assistenti sociali, che fanno base nell’Ospedale per produrre quotidianamente fino a 160 forme di pane da distribuire alle donne povere di La Valletta e fornire medicinali, biancheria e sostegno finanziario alle donne impossibilitate a muoversi da casa. Nel 1534 è eletto Gran Maestro Fra’ Pietrino del Ponte il cui curriculum conventuale è abbastanza emblematico: nobile piemontese in servizio a
  • 9. Rodi, governatore di Cos al momento dell’ultimo assedio turco del 1522, partecipante ai confusi e travagliati spostamenti italiani dal 1523 al 1530. Nel 1548 è emessa una direttiva dell’Ordine molto importante: si ordina ai medici dell’Ospedale di tenere una riunione clinica collegiale settimanale nella quale discutere le condizioni dei pazienti affidati alle loro cure, un indiscutibile progresso per gli standard sanitari dell’epoca. Nel 1561 Papa Pio IV invita il Gran Maestro all’ultima fase del Concilio di Trento (la prima fase è dedicata a problematiche estranee all’Ordine, come quelle dogmatiche relative a controversie con i Protestanti); in rappresentanza dei Cavalieri giunge il cappellano spagnolo Martin Rojas de Portalrubeo che fa richiesta di collocazione tra i rappresentanti dei Principi regnanti mentre i Vescovi di Germania elevano una vibrata protesta(39) : il caso è risolto concedendo al cappellano dell’Ordine la posizione tra i rappresentanti dei Sovrani. Inoltre, i pivilegi e le immunità sono conservate e l’indipendenza sovrana dell’Ordine tutelata e, addirittura, rafforzata nella conquista della posizione del rappresentante con il medesimo rango degli ambasciatori dei Principi regnanti(40) . Nel 1565 Malta corre il pericolo più grande per la sua indipendenza: è il celebre assedio ottomano durante il quale i 6000/9000 combattenti del
  • 10. Gran Maestro Jean de La Valette respingono oltre 29.000 ottomani, circa 150 navi da combattimento ed oltre 50 altre navi partiti da Istambul(41) . Questa strenua e valorosa difesa giovannita di Malta quasi certamente impedisce ai Turchi di stabilire una base navale a poca distanza dalla Sicilia. Dopo il grande assedio del 1565 si decide di edificare una città nuova e meglio difesa: La Valletta. Nel contempo, ormai le leggi economiche di mercato cominciano ad ampliare gli orizzonti degli occidentali anche verso i loro tradizionali nemici, gli Ottomani, e la Repubblica di Venezia è antesignana nell’instaurazione in qualità di Stato di un rapporto commerciale con i Turchi nonostante la disapprovazione dell’Ordine che giunge finanche alla rottura con la Repubblica e la cui ricucitura dei rapporti, tesi sovente per l’intercettazione di navi del Doge battenti bandiera turca, è paziente e costante opera del papato. Nel 1574 con il Capitolo Generale presieduto dal gran Maestro La Cassiere si decreta che “si edifichi la Sacra Infermeria nella città nuova di Valletta in luogo comodo”. È così fondata una nuova Sacra Infermeria che è a lungo considerata uno dei migliori ospedali in Europa(42) .
  • 11. Agli inizi del XVIII secolo l’Ordine di Malta è ormai un punto di riferimento in campo medico per l’Europa continentale ed a numerosi medici maltesi sono conferiti importanti incarichi oltremare. Tra essi figurano, ad esempio: Michelangelo Magri, dapprima nominato Pubblico Incisore in uno dei principali ospedali europei, quello di Santa Maria Nuova a Firenze ed in seguito titolare della Cattedra di Anatomia e Chirurgia presso il Regio Ospedale di Messina; Emanuele Grillet, titolare della cattedra di Ostetricia e Ginecologia a Palermo; Josef Barth, titolare della prima Cattedra di Oftalmologia in Europa presso l’Università di Vienna (il figlio dell’Imperatrice Imperatrice Maria Teresa, che le sarebbe succeduto al trono come Giuseppe II, soffriva di una malattia agli occhi che i migliori dottori dell’epoca non avevano saputo curare. Josef Barth riuscì a curarla e, in segno di gratitudine, nel 1773 l’Imperatrice istituì apposta per lui la cattedra di oftalmologia all’Università di Vienna, cattedra che Josef Barth occupò sino alla morte)(43) . Inoltre, il servizio sanitario gratuito è usufruibile non solo dai residenti ma anche dai marinai e dai viaggiatori che si ammalano durante il loro soggiorno a Malta: a tutti si prestano cure senza alcuna distinzione di razza, colore o religione.
  • 12. I servizi sanitari istituiti dall’Ordine (due ospedali, la scuola medica, l’uso e la stipula di una protocollo operativo del personale medico qualificato, la diffusione di una buona pratica farmaceutica) sono a tutti gli effetti i primi servizi sociali istituiti sull’isola. Nel 1592 il Gran Maestro Hugues Loubenx de Verdalle fonda a Malta l’istituto di studi superiori Collegium Melitense, retto dai Gesuiti, che è il punto di partenza dell’Università sull’isola. Nel 1594 è pubblicato il primo volume del grande lavoro di Giacomo Bosio, storiografo ufficiale dell’Ordine. Bosio lavora a Roma nel suo palazzo in Via Condotti e, come suo fratello Fra’ Giovannottone Bosio è vice-Cancelliere a Malta e perciò ha accesso ad un’eccellente documentazione. Il primo volume di Bosio non ha più molto valore perchè alla sua epoca i documenti siriani dell’Ordine si trovano sempre in Provenza e, quindi, non sono a sua disposizione. Il secondo volume, invece, è sempre di grande aiuto se utilizzato nella seconda edizione, rifatta dopo che Bosio trova molte ulteriori informazioni nell’Archivio Vaticano. Il terzo volume, dedicato al periodo maltese fino al 1571, basato in parte sulle memorie di persone contemporanee, risulta forse il meno oggettivo: Bosio presenta la versione ufficiale dell’assedio di Malta
  • 13. ignorando il brillante contributo del Vicerè Garcia de Toledo e del soccorso spagnolo. Il lavoro di Bosio, continuato da Bartolomeo dal Pozzo, è stato molto copiato e tradotto. Nel 1607 e nel 1620 dall’Imperatore è conferito ai Gran Maestri il titolo di Principe del Sacro Romano Impero con l’appellativo di Altezza Serenissima, ulteriore conferma della qualità di sovrani. Il 20 giugno 1643 è stilato l’atto con cui si ha l’istituzione del primo ospedale femminile dell’Ordine a La Valletta, dedicato a Santa Maria della Scala e chiamato La Casetta, ad opera della gentildonna senese Caterina Scappi. L’atto specifica, inoltre, che il Gran Maestro deve scegliere due Cavalieri di Siena per amministrare i fondi lasciati dalla Scappi. Tuttavia, in pochi anni i fondi risultano insufficienti per finanziare l’Ospedale per cui si ricorre a donazioni di privati ed a sussidi del Comun Tesoro dell’Ordine. Il 7 luglio 1647 a Napoli, allo scoppio dei “moti masanielliani”, tutta la nobiltà si coalizza in difesa della monarchia spagnola. Il Priore dell’Ordine Gregorio Carafa porta in salvo il Vicerè Duca d’Arcos nel convento di San Luigi e due giorni dopo il Vicerè lo invia al Mercato per far leggere al
  • 14. popolo un suo scritto riportante copia dei privilegi concessi dal Re Carlo V; Masaniello, tuttavia, esige di vedere gli originali per cui il Priore Carafa ritorna con un secondo scritto del Vicerè ritenuto, però, ugualmente insoddisfacente sia da Masaniello che da Genoino. Il Priore, pertanto, liberatosi a stento “da quella infuriata moltitudine, che già cominciava dispettevolmente ad adirarsi con lui”, torna dal Vicerè per informarlo della rischiosità di un eventuale ritorno al Mercato non tanto per la paura della folla quanto pechè è venuto, nel frattempo, a conoscenza dell’esistenza di una lista di case di ben 36 Cavalieri a breve destinate al rogo, tra cui sia la casa dello stesso Priore che quella del Principe suo padre(44) . Nel 1652 i Cavalieri effettuano anche una estensione dei domini territoriali dell’Ordine acquistando da una compagnia mercantile di protettorato francese le isole di San Cristoforo, Martinica, Guadalupe, San Bartolomeo, San Martino e Santa Crus nelle Antille la cui vendita è ratificata con Diploma da Luigi XIV nel marzo 1653. A partire dal 1652, inoltre, malgrado l’esiguo numero di Gran Maestri italiani (solo quattro su 28), la lingua ufficiale adottata a Malta, accanto a quella latina, è quella italiana.
  • 15. Nel 1665 i Cavalieri, su pressioni francesi, devono effettuare la vendita dei possedimenti acquistati nel 1652 alla Compagnia Francese delle Indie Occidentali. Nel 1676 il Gran Maestro Nicolò Cotoner, docente di medicina presso l’Ospedale dell’Ordine, fonda a Malta una Scuola di Chirurgia e Anatomia. Nel XVII secolo la reputazione dei servizi medici e delle scuole degli ospedali dell’Ordine è altissima. Numerosi sono i malati che si recano a Malta per un consulto o per essere curati prevalentemente a livello oftalmico (anche per interventi di cataratta) o per ferite belliche e traumi ortopedici e, sovente, anche per le malattie veneree nel totale anonimato: l’ospedale di La Valletta, infatti, possiede uno speciale reparto, la Falanga, dove tali patologie curate con tecniche moderne in assoluta segretezza e riservatezza. Molti, poi, sono gli studenti che giungono a Malta per studiare o far pratica di medicina e chirurgia. Nel 1680 appena eletto Gran Maestro Gregorio Carafa (1680-1690), si pone l’obiettivo di riorganizzare l’economia isolana, in grave crisi, disponendo la coniazione di zecchini e tarì.
  • 16. Il 24 giugno 1680 il Gran Maestro Gregorio Carafa, rivolgendo la sua attenzione in particolare alla situazione politica europea e soprattutto a quella mediterranea e continuando i turchi ad imperversare ponendo in pericolo tutte le flotte e, in particolar modo, quella maltese, si pone l’obiettivo di tessere una trama di alleanze e, a tal proposito, in una sua lettera al Re di Spagna Carlo II pone in evidenza la necessità di creare una “sagrada union de armas Christianas contra la Ottomana potenzia sempre infesta y sempre formidable al Pueblo de Dio”, cioè una “liga Cattholica(45) ”. Nel XVIII secolo sono sempre più numerose le richieste di servizi sanitari inoltrate ai Gran Maestri, ad esempio: nel 1723 il Principe Don Carlo Albani di Roma e tre anni dopo il Senato di Catania chiedono di inviare un chirurgo e il Gran Maestro manda Giuseppe Grillet; nel 1746 l’ospedale di Messina fa analoga richiesta ed è inviato il figlio di Giuseppe, Michele; nel 1755 uno dei migliori chirurghi che Malta abbia mai avuto, Michelangelo Grima, è inviato a curare il Duca di Floridia; nel 1770 nella Repubblica di Venezia è inviato Antonio Grillet. A volte perfino i vicini musulmani, quando i rapporti con loro sono meno tesi,
  • 17. chiedono aiuto: nel 1754, ad esempio, il medico Capania è inviato per richiesta del Bey di Bengasi mentre nel 1788 il Pascià di Tripoli chiede aiuto all’Ordine e gli è inviato il medico Giuseppe De Marco(46) . Nel 1701 il Gran Maestro Perrellos y Roccaful riesuma il progetto, vecchio di cinquant’anni e tenuto nei cassetti costituendo uno sforzo enorme potenzialmente in grado di svenare economicamente l’Ordine: l’acquisizione dei mezzi navali alturieri, i Vascelli, il cui costo unitario è circa tre volte maggiore di quello delle unità navali in servizio, le Galere, che, al limite, potrebbero ancora essere considerate operativamente valide almeno in acque costiere. I Cavalieri di Malta, grazie ai vascelli “San Giovanni”, “San Giacomo” e “Santa Caterina” tornano ad essere qualitativamente competitivi nel combattere gli Ottomani sul mare con pari dignità rispetto ai Collegati. Nel Settecento, in effetti, nonostante l’asse dei traffici marittimi si sia spostato ormai da tempo nell’Oceano Atlantico, avendo l’Europa ancora una sua centralità e continuando il Mediterraneo ad essere, a fronte di una pur diminuita importanza soprattutto in ambito economico, teatro di confronto fra Occidente ed Oriente(47) , la posizione e la funzione strategica dell’Isola di Malta in questo scacchiere restano, dunque,
  • 18. evidenti e difficilmente misconoscibili: i suoi Signori, i Cavalieri di S. Giovanni, pertanto, continuano a non poter essere ignorati! Nel solo primo ventennio di attività i vascelli dell’Ordine catturano o affondano 14 navi a vela, di cui ben 8 sono vascelli, il che è un risultato tutt’altro che trascurabile, a dispetto delle apparenze, giacché gli effetti che una Marina produce non sono esclusivamente le vittorie in combattimento bensì l’influenza sul destino di interi Paesi: a partire dal 1725 la continua presenza (244 giorni l’anno) dei vascelli giovanniti riduce drasticamente gli eventi bellici per mare e scoraggia i traffici marittimi mussulmani determinandone la rarefazione e costringe al ricorso alle carovane dei cammelli attraverso il deserto(48) . Un blocco del commercio marittimo di tale portata, in effetti, allora come ora, porta inevitabilmente il Paese vittima alla rovina economica giacché il mezzo di trasporto terrestre smaltisce solo una percentuale infinitesimale delle merci trasportabili via mare e tale drastica riduzione degli interscambi sortisce ben due effetti drammatici: fa ripiombare l’Africa settentrionale nel medioevo(49) (la Libia, in particolare, circa due secoli dopo non casualmente ha ancora un’economia poco al di là del medioevo “scandita dal ritmo delle colture e dal passo delle
  • 19. carovane(50) ” ed è ridotta ad un milione di abitanti, 80.000 ettari coltivati, pochi traffici tradizionali, non ultimo quello degli schiavi) e priva l’Ordine della voce principale delle entrate in bilancio per mancanza di prede impoverendolo gradualmente in assenza di altri cespiti compensativi. Nel 1732 il Gran Maestro portoghese de Vilhena fonda a Malta la Casa di Carità che offre cura e ulteriori servizi agli anziani, sia uomini che donne. Ancora nel 1732 un’abitazione di Floriana è trasformata in Ospizio per anziani, uomini e donne. Fino a quando l’Ordine Gerosolimitano tratta con la Spagna i propri interessi nell’Italia meridionale perché Madrid guarda ai suoi possedimenti maltesi con occhi e valutazioni di carattere colonialista. L’Ordine, inoltre, come Stato Sovrano, investito di speciali compiti e doveri, fornisce alla Corona ed insulare, le cose vanno bene non soltanto perché i rapporti con la Corte sono buoni, ma anche spagnola apprezzabili contributi politici ed utile assistenza nel bacino del Mediterraneo, benché non in grado di sopperire totalmente alla debolezza della marina militare napoletana. Sopravvenuta la conquista delle contrade meridionali d’Italia da parte di Carlo di Borbone, entrato questi in Palermo per esservi incoronato, trova
  • 20. ad attenderlo in rada quattro galere della Religione Gerosolimitana comandate dal Conte di S. Simon con il compito di ossequiarlo e di riconoscerlo in nome del Gran Maestro nella solennità della sua incoronazione quale vero e legittimo Sovrano delle Due Sicilie di cui la stessa Malta e le Isole adiacenti fanno parte. A partire dal 1734, conseguentemente, l’Ordine Gerosolimitano per gli affari che interessano il Regno abbandona l’antico canale diplomatico con Madrid per trattare direttamente con Napoli. Carlo, pur confermando genericamente all’Ordine i suoi antichi privilegi nel Regno, deve subito impegnarsi nel rafforzamento delle prerogative spettanti alla Corona e, conseguentemente, ogni provvedimento finalizzato a tale scopo non può non colpire antichi privilegi che in un modo o nell’altro risultino dannosi o limitativi al potere del Re. Ed anche per il potente Ordine Gerosolimitano di Malta diventa difficile evitare conflitti e collusioni, nonostante la sincera volontà da entrambe le parti di mantenere rapporti amichevoli. Re Carlo, in realtà, fin dal 1739 dimostra tutta la sua disponibilità verso l’Ordine Gerosolimitano dando indubbia prova di moderazione e buona disposizione e permettendo anche al Gran Maestro Frà Raimondo Despuig di destinare, nelle cause passive dei suoi
  • 21. Cavalieri nel Regno, un Cavaliere Commissario in Napoli con appello presso il Gran Priorato di Capua. Quando, poi, il Re Carlo lascia il Regno delle Due Sicilie per assumere la Corona di Spagna, il suo terzogenito Ferdinando designato suo successore in Napoli, in quanto minore, è sostituito fino alla sua maggiore età da una Reggenza soggetta per gli affari più importanti alle direttive di Madrid. Tra le prime cure di Ferdinando, divenuto maggiorenne, vi è la cerimonia della riconferma del feudo maltese in godimento all’Ordine Gerosolimitano ed il contemporaneo atto di sudditanza del Gran Maestro, come Capo dell’Isola, al Re delle Due Sicilie(51) . Nel 1733 e 1737 è pubblicato il Codice Diplomatico in due volumi di Sebastiano Paoli che, dopo l’opera del Bosio, è il più importante contributo storiografico frutto dell’utilizzo del ricco fondo giovannita portato fuori della Siria prima del 1291 ed inviato dalla Provenza a Malta nel Seicento. Nel gennaio 1742 si ha la istituzione da parte del Gran Maestro Finto di due scuole, l’una “per insegnare a’ Proeri di leggere e scrivere e l'Aritmetica”, l'altra per insegnare “la nautica a’ Proeri e Marinai
  • 22. ammaestrati nel leggere, scrivere e nell'Aritmetica”. Vengono fissati esami ed anche premi. Il 23 marzo 1747 Papa Benedetto XIV concede all’incaricato d’affari dell’Ordine, che inizia ad essere chiamato ambasciatore, di “aggregarsi” agli altri ambasciatori nelle funzioni pubbliche e private(52) . Il 12 marzo 1753 il Sommo Pontefice Benedetto XIV con Lettera Apostolica Inter Illustria dichiara l’Ordine soggetto esclusivamente alla protezione della Santa Sede ed immune da qualsiasi altra giurisdizione. Nel 1761 a La Valletta l’Ordine fonda la Biblioteca Pubblica e l’Università. Nel 1776, sotto il governo di Fra’ Emanuele de Rohan-Polduc (1775- 1797), il Capitolo Generale redige il Codice del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano, noto come Codice di Rohan, che disciplina ogni forma e aspetto dell’Ordine ma non dello Stato di Malta in XXII titoli che trattano: consuetudini, norme e sanzioni dei Fran Maestri (Titolo I); ricevimento dei Cavalieri, dei Donati e dei Cappellani Conventuali (Titolo II); culto nella chiesa conventuale (Titolo III); ospitalità e cura degli infermi (Titolo IV); Commun Tesoro, imposizioni e spese (Titolo V); Capitolo Generale e Provinciale (Titolo VI); Consiglio Magistrale e Giudizi innanzi ad esso
  • 23. (Titolo VII); Sguardio per rendere più spedita la decisione delle cause (Titolo VIII); requisiti per l’elezione del Gran Maestro (Titolo IX); alte cariche dell’Ordine (Titolo X); gerarchia ecclesiastica e Priore (Titolo XI); obbligo di esercitare gli uffici ricevuti (Titolo XII); elezioni (Titolo XIII); conferimento delle Commende (Titolo XIV-XVII); Codice Penale (Titolo XVIII); ufficio di Gran Cancelliere (Titolo XIX); albergie (Titolo XX); Galere dell’Ordine (Titolo XXI); linguaccio usato nella consuetudine dell’Ordine (Titolo XXII). Il 13 agosto 1779 il Codice è approvato (e resta in vigore fino al XX secolo) da Papa Pio VI con Bolla Pastoralium nobis che sancisce: “Nos igitur erga tam inclytum Ordinem de universa Christiana Republica optime meritum peculiare studium ac debita exstimatione profitentes (...), Motu proprio & de Apostolica potestatis plenitudine nova Statuta, & Ordinationes sic correcta, emendata hujusmodi Apostolica Auctoritate prefata tenore presentium perpetuo approbamus, confirmamus, & emendatis, & singulos tam juris, quam facti, & solemnitatum, aliosque quantumvis substantiales defectus, si qui desuper quomodolibet intervenerint in iisdem supplemus”.
  • 24. Nel 1776, il Re Luigi XVI convoca gli Stati Generali e chiama a partecipare per l’elezione dei rappresentanti del proprio ceto nobiliare molti Cavalieri giovanniti residenti a Malta e il Gran Maestro de Rohan invano cerca di dissuaderli a non partire alla volta di Parigi ricordando loro la neutralità e l’internazionalità dell’Ordine. Alla vigilia della rivoluzione francese de Rohan parla di secolarizzazione dei beni ecclesiastici, si appella al principio che l’Ordine è una potenza straniera anche con finalità caritative ed i suoi collaboratori suggeriscono di donare alla Francia un’ingente somma di denaro. Il Gran Maestro de Rohan, infine, si oppone decisamente e fino alla sua morte nel 1791 si sobbarca tutte le spese per il mantenimento dei numerosi Cavalieri francesi, totalmente spogliati dai rivoluzionari(53) . Il 20 luglio 1779 è approvato da Papa Pio VI con la Pastoralium Nobis il Codice di Rohan, riordinato nel 1776 sotto gli auspici di S. A. il Gran Maestro Emmanuele de Rohan, che rappresenta un eccellente riassetto normativo del diritto melitense e, con l’approvazione anche in quello canonico, dei principi costituzionali relativi al fine ed all’unitaria sua essenza religioso-militare(54) .
  • 25. Sempre nel 1779 il Gran Maestro De Rohan aggiunge fra gli studi dell’Università Nautica istituita dal suo predecessore le Scuole di matematiche superiori e di navigazione non più destinate soltanto ai piloti ed ai marinai ma anche agli stessi Cavalieri e la cui frequenza è di fatto resa obbligatoria e richiesta per le promozioni e gli avanzamenti nella carriera. Nel 1781, dopo aver recuperato possessioni nel ducato di Ostrog in Polonia ed in Volvinia, Emmanuele de Rohan ristabilisce temporaneamente come Lingua Anglo-Bavara(55) la Lingua d’Inghilterra, composta dai Priorati di Inghilterra e di Irlanda(56) e soppressa da Enrico VIII che ne aveva confiscato i beni. Il 2 novembre 1789 nella tornata dell’Assemblea Costituente a Parigi, su proposta del cittadino Mirabeau, è decretato l’incameramento dei beni della Chiesa allo Stato. Nel contempo le teorie scaturite dall’illuminismo e dalla rivoluzione ritengono non più giustificabile l’impegno istituzionale melitense di polizia nel Mediterraneo considerandolo uno stato di guerra permanente contro i popoli musulmani per mera disparità di religione.
  • 26. Sul finire del XVIII secolo a Malta gli abitanti non Cavalieri cominciano ad esser pervasi dalle nuove ideologie francesi e ad amare meno l’Ordine di cui, tra l’altro, non possono far parte. Nel 1797, finiti i conflitti con i Turchi, persa la flotta ridotta a poche vecchie e inefficienti navi, compromessi diversi rapporti internazionali con i nuovi Stati, emergendo nuove potenze dagli effetti della rivoluzione francese, si ha il termine della neutralità dell’Ordine (mantenuta nonostante i nazionalismi monarchici europei avessero generato lotte durissime, soprattutto tra Francia e Spagna, con la conseguente crisi delle Lingue che vivevano in questi Stati) che è isolato nei confronti delle grandi potenze europee. Il 12 giugno 1798 l’Ordine ha la perdita della sovranità territoriale quando il Primo Console di Francia Generale Napoleone Bonaparte occupa a tradimento l’isola durante la sua Campagna di Egitto violando la sua neutralità fino ad allora riconosciuta e garantita internazionalmente senza che vi fosse alcuna resistenza poichè nella tradizione giovannita si ritiene empio levare le armi contro altri cristiani. Infatti, uno dei punti deboli in questa occasione si rivela esser proprio il voto dal sapore crociato
  • 27. pronunciato dai Cavalieri all’atto della ricezione di non combattere mai contro Principi cattolici. La capitolazione è firmata alle due di notte a bordo della nave francese Orient dove è al comando della flotta Napoleone Bonaparte. Gli articoli del Trattato così recitano: I. I Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme cederanno all’armata francese la città e i forti di Malta. Essi rinunciano, a favore della Repubblica francese, ai diritti di sovranità e di proprietà che essi hanno, sia in questa città, che sulle isole di Malta, Gozo e Comino. II. La Repubblica farà valere la sua influenza al congresso di Rastadt per fare avere al Gran Maestro, per la durata della sua vita, un principato equivalente a quello che perde, e in attesa, si impegna a dargli una pensione di 300.000 franchi. Gli sarà inoltre dato il valore di due annate della sopraddetta pensione a titolo di indennità per gli arredi. Finchè resterà a Malta, conserverà gli onori militari di cui godeva. III. I Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che sono francesi, attualmente a Malta, e il cui stato sarà decretato dal
  • 28. generale in capo, potranno rientrare in patria e la loro residenza a Malta sarà loro computata con una residenza in Francia. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le repubbliche cisalpine, ligure, romana ed elvetica affinchè il presente articolo sia dichiarato comune ai Cavalieri delle corrispondenti nazioni. IV. La Repubblica francese assegnerà una pensione vitalizia di 700 franchi ai Cavalieri francesi attualmente a Malta. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le repubbliche cisalpine, ligure, romana ed elvetica, affinchè concedano la medesima pensione ai cavalieri delle corrispondenti nazioni. V. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni dell’Ordine di Malta nei loro Stati. VI. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni dell’Ordine di Malta nei loro Stati.
  • 29. VII. I Cavalieri conserveranno le proprietà che possiedono nell’isola di Malta e Gozo a titolo di proprietà personale. VIII. Gli abitanti delle isole di Malta e Gozo continueranno a godere, come nel passato, del libero esercizio della religione cattolica e apostolica romana; conserveranno i privilegi che possiedono; nonsaranno soggetti a nessun contributo straordinario. IX. Tutti gli atti civili passati sotto il governo dell’Ordine saranno validi e avranno la loro esecuzione. Nel contempo, gli Stati Uniti d’America offrono terre e protezione all’Ordine. _______________ _______________ 30) L’Imperatore, concepito come depositario del glaidus materialis affidatogli dalla Chiesa, è sottomesso al Papa che ha il potere di deporlo. (31) Richiamato nel testo della Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII. (32) In Bullarium Diplomatum et Privilegiorum Sanctorum Romanorum Pontificum, VI, Torino, 1861, 140. (33) Ma taluni Autori non concordano sul numero di Falconi presentati alla Corona nel corso degli anni. In effetti varia di anno in anno. (34) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense. (35) Al tempo i maltesi consumano pochissima carne e la loro dieta consiste essenzialmente di pane, olio, pasta, pomodori, verdure e pesce. (36) Come testimonia una Bolla papale del 2 gennaio 1524 di conferma dei privilegi, in cui si dice che l’Ordine fu costretto a lasciare libri, documenti antichi e privilegi che andarono perduti; in seguito 1’archivio fu portato a Malta, dove ancora oggi si conserva. (37) Prima che vi giungono gli Ospedalieri, le isole maltesi sono servite, dal punto di vista sanitario, soltanto da due piccoli ospedali (il Santo Spirito e il San Giuliano) per complessivi venti posti letto circa. (38) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense. (39) Impossibilitati a presenziare al Concilio in quanto Principi dell’Impero, ma avendo avuto in precedenza il posto tra gli ecclesiastici e giacchè i loro signori sono ecclesiastici, chiedono una perequazione nel senso che o il rappresentante giovannita sia posto tra gli ecclesiastici o che tutti siano sistemati tra i laici. (40) F. T.Colonna, Sovranità e indipendenza nel Sovrano Militare Ordine di Malta, Lib. Ed. Vaticana, 2002, pag. 48. (41) Masala Anna, Malta e gli Ottomani - Studi Melitensi IX, 2001, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi - Taranto, 2002, pag. 45. (42) Gli ospedali dell’Ordine, però, accolgono solo pazienti maschi (fino alla prima metà del ‘600). (43) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
  • 30. (44) Abs. rimaneggiato da: Maria Sirago, Gregorio Carafa Gran Maestro Dell’Ordine di Malta. Il ruolo di Gregorio Carafa durante la “rivolta di Masaniello” (1647-1648) - Melitensia 6 (monografie con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2001, pag 23. (45) Come quella formatasi nel 1571. (46) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense. (47) La battaglia di Vienna è del 1683 appena. (48) Giovani Scarabelli, “L’Ordine di Malta nel Settecento: un dibattito tra polemica e apologia” - Studi Melitensi - VI, 1998, Centro Studi Melitensi, sotto l’Alto Patronato del Gran Priore di Napoli e Sicilia, 1999, pag. 149. (49) Anche in Italia meridionale, in effetti, allontanandosi dal mare ed arroccandosi in piccole comunità sui cocuzzoli delle montagne, i nostri antenati si ridussero alla povertà, con un’economia di sopravvivenza ed un progressivo inaridimento culturale frutto anche della impossibilità di rapide ed affidabili comunicazioni. (50) Ambasciatore Romano nel libro “La quarta sponda”. (51) Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografie con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2002, pagg. 7-12 . (52) Annibale Ilari, Il Granpriorato Giovannita di Roma: ricerche storiche ed ipotesi - Vat. Lat. 10.372: il catasto più antico del Gran Priorato Gerosolimitano di Roma (1333), (cfr. M.A.F. Frangulkis, Dictionnaire diplomatique, Il, Paris s.d., p.12), Melitensia 4, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi - Taranto, 1998, pag. 122. (53) F. Turriziani Colonna, ibid., pag. 55. (54) Fabrizio Turriziani Colonna, ibid., pagg. 74, 75. (55) Più tardi, accettata la protezione della Russia, sarà detta Lingua Anglo-Bavara-Russa con la gestione del Priorato cattolico ed un ed un altro di fede scismatica. (56) E dotata di 54 Commende più il Baliaggio dell’Aquila ed il titolo di quella di Armenia. Prefazione Estremamente affascinato, da sempre, dal ruolo storico dell’Ordine e, dal momento della mia ricezione come Donato sette anni fa, dalla sua splendida dimensione ecclesiale e poliedricità esistenziale, ne ho approfondito le tematiche arricchendole anche con riflessioni, per estrapolazioni e collazioni compilative personali o di illustri Autori, elaborando un lavoro che, pur senza particolari pretese, avendo costituito per me un buon momento integrativo iniziatico, ritengo essere di un certo interesse. Non escludendo, tuttavia, che l’informazione possa divenire esperienza e che l’esperienza si trasformi in conoscenza, se l’approccio empirico del lettore non si consuma nella distrazione, come avvertiva Walter Benjamin, allora questo libro può avere un’ulteriore valenza inserendosi, sia pur marginalmente, nel solco di
  • 31. quelle Opere la cui vocazione esistenziale, la cui funzione antropologica è quella di concorrere a trasformare la memoria in esperimento, in costruzione dell’uomo. Questo libro, infatti, ha una sua utilità sia se ci si avvale del valore attivo delle sue enunciazioni, sperimentandolo e intendendolo come un momento di prassi o di essa eziologico, sia prendendo coscienza del proprio tempo e del proprio ruolo, aprendo spazi inusitati di senso tra il possibile e le sofferte certezze del mondo reale della vita quotidiana. Del resto, per dirla con Wittgenstein, i problemi della vita restano insolubili finchè si pensa di coglierli in superficie: essi devono essere percepiti e afferrati nella profondità, immersi nel flusso dell’esperienza e dell’esistenza. Una tale esperienza funge, quindi, anche da “acceleratore della coscienza” costituendo un’assicurazione morale di cui una società può disporre. D’altro canto, si può giungere alla scoperta del proprio volto non comune, pur nella sostanziale eguaglianza della coscienza, rintracciando una propria singolarità scrutando nella propria storia. Ovviamente, istituzionalizzandosi nell’intimo di ciascuno una oggettiva argomentazione critica, non si può non scoprire l’inquietudine per la riaffermazione della propria finitudine, ma nel contempo si affievolisce la propria solitudine giacchè immersi nel coacervo solidale della confratellanza melitense e, soprattutto, grazie ad un più profondo e consapevole percorso di fede, anche attraverso ognuna delle pagine della storia della salvezza costituite dalle Sacre Scritture, progressivamente si è condotti verso orizzonti di amore più alti e perfetti spalancando gli occhi su quell’abisso di luce che è Cristo mentre l’incertezza lascia il posto alla consapevolezza, appunto, che “ solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo per il mondo”. Dunque, non solo d’estasi tratta il percorso del Cavaliere, bensì del vero e proprio innesto di un seme che germinando “apre la sua strada sotto il terreno sordo e opaco dell’esistenza terrena(1)”: ciascun passo “è da considerarsi come espressione della paziente educazione di Dio nei confronti della durezza di cuore o del collo indurito dell’uomo(2)”. Mi auguro, pertanto, che il lettore, rintracciando l’impulso nativo di questo lavoro che, direbbe Fuentes, obbliga a renderci conto della nostra immersione nel tempo
  • 32. tra vita, morte e memoria, scopra che “il significato del libro non è dietro di noi bensì che il suo volto ci guarda dal futuro(3)”. Mi auguro, infine, che questo lavoro possa “contribuire a rafforzare il fervore e la disponibilità dei Cavalieri e induca quanti aspirano a far parte della milizia giovannita a cogliere la palpitante attualità dei suoi ideali e a far propria la difesa dei principi cristiani(4)”. Cav. di Grazia Magistrale Raimondo Villano _______________ (1) Gianfranco Ravasi, I Colleghi del Vangelo, Sole 24 Ore, 2007. (2) Ibid. (3) Ezio Raimondi, Un’etica del lettore, Voci, Mulino, 2007. (4) S.A.E. il Principe e Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie; (Roma, dal Palazzo Magistrale, il 24 giugno 1995) Presentazione della pubblicazione “Cavalieri di Malta. Una leggenda verso il futuro”, a cura del Cavaliere di Onore e Devozione Barone Marcello Maria Marrocco Trischitta, Acismom, 1995.
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  • 41. “Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore” Albert Einstein Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista, assistente sociale e valente docente di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il figlio è un brillante matematico universitario. Ruoli: General Manager Villano International Business Team dal 2012, con attività in 16 ambiti di business, consulting & service (tra cui: affari internazionali, immobiliare d’alta gamma, previdenza, edilizia e restauro, import-export, alimentari, informatica, sanità, arte e cultura); Membro (dal 2013), Associate Professor in History of Health Administration Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario of Ruggero II University of Florida State (BR, Miami, Florida, USA, dal 2015); Trader (dal 1976), Trader operativo finanziario indipendente di borse e forex (dal 1983), Cavaliere S.M.O. di Malta (dal 2002, presentato dal Cavaliere di Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell’Eroe fondatore del Regno d’Albania); Presidente della Fondazione sociosanitaria e umanitaria Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore (dal 2006). Accademie: Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C. (2006), già pontificia Tiberina )2009), Studi Melitensi (2002), Medical Tradition Smithsonian Institution-USA (2010), International Society History Pharmacy, Acc. Italiana Storia Farmacia (2001), Società Napoletana Storia Patria (2008), Nobile Collegio Chimico Farmaceutico (ad honorem, 2006). Oltre 100 conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni. Studi: classici; laurea e abilitazione: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale, Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree honoris causa: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.: Science Medical Ethics (2010). È stato: autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza per manager, ottenendo Alti Patronati di Capo dello Stato e ONU (2000), Consigliere diplomatico Aerec dpt ENVA 2011-15, Segretario International Committee Biothecnologies Wabt-Unesco 2008-13, membro World Academy Biomedical Technology (Unesco 2007-12), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda responsabile sicurezza Tribunali Corte Appello Napoli), CdA Fondazione Beaumont Onlus ricerche su cancro presieduta dal condidato al Nobel Tarro e con il Prefetto Napoli (2011-12), Accademico Europeo per le Relazioni Economiche e Culturali 2004-2015. Per 32 anni socio e titolare di un’importante farmacia, fino al 2010. Socio dal 1990, Segretario a 29 anni 1990-95 (tra i più giovani d’Italia), Presidente 2000- 01 Rotary Club Pompei-Vesuvio, 14 anni Delegato dei Governors per Archivio Distretto 2100-Italia (oltre 3.000 rotariani e ca 80 Club) e presso I.C.R. per Rotary Italia; in Comm.ni Italia: Etica professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei- Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione Giornata internazionale a tutela della Vita (2001-04). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli, coordinatore nazionale e fondatore Federazione Giovani Farmacisti; Rappresentante nazionale Sindacato Federativo. Assist. Prof. Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, Cattedra Prof. Lembo-Ist. Sup. Sanità). Membro Gruppo internaz. di Studio ISHP Storia Farmacopee (Univ. Berna, 2012-13). Nell’ambito degli eventi “World no-tobacco day”, ha partecipato a varie iniziative presso il Ministero della Salute. Proponente e padrino di vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons. Francesco Saverio Toppi, dal 2013 Servo di Dio in Causa di Beatificazione e Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino De Laurentiis (proposto nel 2000), produttore cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio Greco, Presidente Tribunale TA (Rotary, 2000); Giulio Tarro, virologo Candidato al Premio Nobel per la Medicina 2000 e 2015 (Asas, 2011); Gianni Rivera, Vice Campione del Mondo di Calcio (Aerec, 2012); Patrizio Polisca, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con Benedetto XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano; Gualtiero Ricciardi, Presidente Istituto Superiore di Sanità. Premi internazionali: Diploma d’Onore per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International (Evanston 2001: solo 100/anno/1,5 mln soci); Benemerenza Anticrimine-Task Force Rotary Italia, Albania, ex-Jugoslavia, S. Marino (Zurigo 2001); Sapientia Mundi-Etica (Rm 2008); Unione Legion d’Oro-Lavoro (Rm 2010); Veritas in Charitate-Religione (2011); Bonifaciano-Cultura e Società (2011); Norman Ac.-Editoria Medaglia
  • 42. aurata (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità Galeno (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità 2^ ed. Galeno (Rm 2015); Norman Ac.-Arte fotografica Medaglia aurata (Rm 2015). Premi nazionali: Aesculapius-Sanità Patroc. Presidenza Consiglio Ministri (Rm 1987); LXVIII Piccinini Asas-Mi.BAC-Ricerca storico- scientifica (Rm 2006); LXV Stramezzi-Sanità (Rm 2007); Capitolino-Attività umanitaria (Rm 2010); Tiberino- Cultura (Rm 2012); LXXIV Serono-Storia e Letteratura (Rm 2012), Aerec-Cultura (Rm 2013); Benemerenza al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2013): solo 269 dal 1800; Tiberino-Scienza (Rm 2014); LXXIV Piccinini Asas-Mi.BACT-Ricerca storico-scientifica (Rm 2014); Medaglia d’Argento al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2016); Speciale Asas-Mi.BACT-Studi storici in scienze biomediche e farmaceutiche (Rm 2016). Autore di un’ampia e qualificata produzione letteraria che ammonta a oltre 790 pubblicazioni sanitarie, professionali, scientifiche, storiche, religiose, artistiche, di cui gran parte su riviste dotate di revisione critica, indexate e con impact factor; oltre 50 libri (di cui 14 con complessive 35 edizioni e 19 ristampe, numerosi tradotti anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) con editori prestigiosi come Zanichelli, con patrocini da Ministero Beni Culturali, Unesco, Rotary, Università, ecc., recensiti da Testate di rilievo nazionale, presenti in oltre 120 Biblioteche italiane (tra cui: Quirinale, Accademia Nazionale Scienze, Ministeri) e in oltre 40 Nazioni (tra cui: National Institute Health-USA, Nationale de France, Congress UK), in Istituti di Cultura, Università, Musei. Alla Fiera di Francoforte ha debuttato un suo libro. Oltre 80 opere multimediali (in varie lingue e più edizioni e ristampe ) spesso di notevole pregio e pubblicate con editori e patrocini prestigiosi (tra cui Bayer S.p.A.). Cataloghi: Library of Congress UK Authority (NACO); Bibliothèque nationale de France; Deutsche Nationalbibliothek; Library of National Institutes of Health (NIH) U.S.A.; Biblioteca Magistrale S.M. Ordine di Malta; Biblioteca della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI; 2000 Outstanding Intellectuals IBC-Cambridge UK dal 2010; Opac Sbn con oltre 200 opere; Scheda di Autorità Ministero BAC. Vari libri hanno apprezzamenti da autorità istituzionali, tra cui alcuni regnanti europei e più volte il Capo dello Stato e il Santo Padre. * * * Alcuni libri: Società globale informazione, 1996; Rotary per l’Uomo, 2001; Gestione sicurezza in Farmacia (pres. Dr. Renzulli, già Consulente Sicurezza all’ONU, 2004); Arte e storia Farmacia (pres. Prof. Ledermann, Presid. International Society History Pharmacy, 2 ediz., 2006); Storia e attività del SMOM (4 ediz., 2007); Meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica (pres. Prof. Tarro, Comm. Naz.le Bioetica, 3 ediz., 2008); Thesaurus Pharmacologicus (pres. Presid. Farmacisti Italiani Dr. Mandelli 2009); Tempo scolpito in silenzio eternità. Riflessioni su indagine diacronica per memoria homo faber (pres. eminenti storico Fra’ von Lobstein e critico Prof. Carosella, 6 rist., 2010); Attività farmaceutiche Regno di Napoli (pres.: Presid. Acc. It. Storia Farmacia Dr. Corvi, 2010); Logos e teofania nel tempo digitale (pres. Mons. Trafny, Presid. Dpt Scienza-Fede Pontificio Consiglio Cultura, 2012); Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale SMOM (2013); Musei di farmacia: eco del passato per un riscatto futuro (pres. Prof. Ledermann, Direttore Biblioteca Svizzera, 2015); Fotografie - circa 200 sue opere, selezionate per temi filosofici e creativi tra quelle realizzate in oltre 40 anni (2015). Tra i multimedia: Cenni arte e storia farmacia (patroc. AISF, 2002); Influenza A/H1N1 (patroc. Unesco, 2009). “Ho imparato così tanto da voi, Uomini… Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata” Gabriel Garcia Marquez