La prima di 3 presentazioni dedicate al Cilento. Con la descrizione, in particolare, di queste località:
Palinuro
Marina di Camerota
San Severino
Roccagloriosa
Santuario di Pietrasanta.
Il Cilento è pieno di bellissime località. La scelta è dovuta solo alla conoscenza personale di questi luoghi ed alle foto scattate personalmente.
La seconda presentazione sul Parco Nazionale del Cilento include 3 località:
L'oasi WWF delle grotte del Bussento
Sapri e la spigolatrice
Maratea e la statua del Cristo.
Il Cilento è pieno di belle località. La scelta di quelle presentate è dovuta solo alla loro personale conoscenza ed alle foto scattate personalmente.
La prima di 3 presentazioni dedicate al Cilento. Con la descrizione, in particolare, di queste località:
Palinuro
Marina di Camerota
San Severino
Roccagloriosa
Santuario di Pietrasanta.
Il Cilento è pieno di bellissime località. La scelta è dovuta solo alla conoscenza personale di questi luoghi ed alle foto scattate personalmente.
La seconda presentazione sul Parco Nazionale del Cilento include 3 località:
L'oasi WWF delle grotte del Bussento
Sapri e la spigolatrice
Maratea e la statua del Cristo.
Il Cilento è pieno di belle località. La scelta di quelle presentate è dovuta solo alla loro personale conoscenza ed alle foto scattate personalmente.
Linee guida per la ricostruzione delle interviste
• Lo studio del fiume attraverso quattro dimensioni
(trasversale, verticale, longitudinale e temporale).
• L'importanza di un approccio globale partecipativo e
pluridisciplinare a scala di bacino idrografico.
• Usi, sprechi e conflitti gestionali (le centrali idroelettriche, le
attività industriali, l’agricoltura con sistemi d’irrigazione poco
efficienti e le coltivazioni nell’alveo).
• Lo sfruttamento e l'artificializzazione del fiume (prelievi
idrici, escavazione); l'approccio ingegneristico a scapito
dell'approccio ecologico. L'impoverimento fisico dell’alveo
(ridotto e canalizzato).
• L’infrastrutturazione territoriale ed il consumo di suolo.
• La scarsa qualità dell’acqua in alcuni tratti del fiume.
• Il paesaggio: una richezza territoriale a rischio di
impoverimento, la perdita del ruolo culturale ed identitario
del paesaggio naturale.
• Ia perdita della funzione storica-culturale del Piave come via
di comunicazione tra i monti e il mare; l’indebolimento del
suo ruolo di corridoio ecologico, come luogo di passaggio,
migrazione e riproduzione della fauna.
• La ricchezza delle aree naturalistiche del corso medio del
Piave, malgrado la loro costante riduzione; il rapporto
cruciale tra il fiume e le aree circostanti e l’importanza della
biodiversità.
• La necessità di creare una rete di corridoi ecologici attorno
al fiume e di tutelare le zone umide ricche in biodiversità.
• L'imprevidibilità del Piave; le difficoltà nel valutare sia le
conseguenze delle sue manifestazioni estreme (le piene)
che le conseguenze inerenti gli interventi umani.
• Il dilemma conservare/valorizzare: per chi, come?
L'assenza di scenari condivisi.
• L’interconnessione tra i cambiamenti climatici/ambientali
degli ultimi 20 anni e la scomparsa di specie faunistiche e
floristiche.
• La scarsa considerazione/integrazione delle risorse
floristiche e faunistiche nella pianificazione territoriale.
Problematiche emerse:
Mancanza dell'acqua in estate; troppi prelievi idrici.
• Abbassamento del livello idrico del fiume.
• Escavazione nell'alveo.
• Inquinamento dell'acqua in determinati luoghi.
• Conoscenza e gestione settoriale e frammentaria del fiume
e delle risorse naturali.
• Occupazione golenale e rischio idrogeologico.
• Assenza di governance a scala di bacino idrografico.
• Sistema ambientale in equilibrio fragile.
• Infrastrutturazione, campagna urbanizzata, consumo del
suolo, perdita di aree umide, impoverimento della
biodiversità ed estinzione di alcune specie.
• Agricoltura invasiva ed impattante.
• Scarsa sensibilizzazione ed educazione in materia di
ambiente fluviale.
• Scarsa conoscenza e tutela delle aree di interesse
naturalistico.
• Scarsa frequentazione del Piave e perdita dell'identità
culturale del fiume.
• Cambiamenti climatici ed ambientali.
52 itinerari sulla neve sulle Prealpi Veronesi e Vicentine
Autore: Francesco Carrer, Luciano Dalla Mora
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 336 a colori
Formato: 15x21 cm
124 fotografie a colori
58 cartine
104 tabelle altimetriche e di percorsop
Note tecniche e culturali
Spesso succede che pensando ad una escursione sulla neve ci vengono alla mente meravigliosi paesaggi lontani, itinerari carichi di chilometri di avvicinamento che a volte fermano l’entusiasmo iniziale. I nostri Amici Francesco e Luciano, con questa guida invernale che spazia dall'Adige al Brenta, ci invitano a riscoprire meravigliose escursioni invernali “fuori porta”.
Una serie di percorsi che ci portano a godere ambienti familiari, ma lontani dal consueto aspetto estivo, coperti dal bianco mantello. Una piacevole scoperta a pochi chilometri dalla nostra pianura veneta, dove i molti segni dell'uomo, avvolte dalla coltre nevosa e dal silenzio, vengono esaltate nella loro bellezza, rivisitate anche nella tragicità di una guerra o nelle fatiche del mondo alpestre, nei segni della fede e nelle tracce del passato.
Ringraziamo quindi gli autori che attraverso questa pubblicazione hanno offerto, agli amanti della neve, una splendida opportunità di conoscenza della nostra Prealpe con una ricca serie di itinerari, descrizioni e consigli che, alla scoperta, aggiungono sicurezza e tanta voglia di partire.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=9
Grotte, miniere, ipogei e bottini, in Toscana.
Toscana Underground, valorizza risorse meno conosciute, quelle del sottosuolo, senza trascurare la tutela dell’ambiente, che costituisce un bene prezioso da salvaguardare.
I siti sono diffusi su gran parte del territorio regionale e molti di essi si trovano fuori dalle rotte turistiche tradizionali; peraltro, alcuni sono stati recentemente oggetto di interventi di recupero, messa in sicurezza, infrastrutturazione e meritano di essere valorizzati e fruiti dal pubblico.
Si tratta di luoghi di grande interesse e fascino, che arricchiscono l’offerta turistica del territorio e possono costituire una interessante proposta, non solo per gli amatori, ma anche per una escursione in famiglia o con gli amici e per l’attività didattica delle scuole.
Protagonisti di questa guida sono paesaggi segreti: manifestazioni spontanee e straordinarie della natura, come le grotte carsiche, e spazi sotterranei che raccontano la storia e il lavoro dell’uomo, come le necropoli, le miniere, gli antichi acquedotti.
File del Concorso "Classe Turistica" promosso da Touring Club Italia.
La 2^C del Liceo "Antonio Meucci" di Aprilia ci parla del viaggio d'Istruzione compiuto dai suoi studenti nella bellissima Val D'Orcia
Camminare, voce del verbo conoscere. Lungo il Sentiero Calabria ala scoperta di Luoghi, Culture, Tradizioni
https://scientificwte.it/event/sentiero-calabria/
WTE World Tourism Event for World Heritage Sites
XIIIa Edizione Consecutiva, da giovedì 15 a sabato 17 settembre 2022
A VERONA, Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra, proprio di fronte all'Arena
https://scientificwte.it/
L’itinerario del Sentiero Calabria è costituito dal tratto calabrese del Sentiero Italia e dai percorsi, o piste interne, denominati sentieri di avvicinamento, utilizzati per la fruizione naturalistica e ambientale delle aree protette.
Il percorso che attraversa i Parchi Nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino ed il Parco Regionale delle Serre, rappresenta il percorso escursionistico principale per la fruizione del patrimonio naturale, paesaggistico e storico-culturale delle aree interne della Calabria.
Il “Sentiero Calabria” nasce dall’idea di collegare l’intero territorio regionale con un unico percorso costituito da 35 tappe, cercando di creare un’offerta strutturata con i servizi integrati nel territorio.
Il sentiero, i cui tratti sono in larga parte coincidenti con quelli del “Sentiero Italia”, è un percorso escursionistico che, percorrendo longitudinalmente la regione, collega le aree naturalistiche, i borghi e le aree protette che da Reggio Calabria, attraversando tutto il Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Parco Regionale delle Serre ed il Parco Nazionale della Sila, giunge fino al Parco Nazionale del Pollino.
Linee guida per la ricostruzione delle interviste
• Lo studio del fiume attraverso quattro dimensioni
(trasversale, verticale, longitudinale e temporale).
• L'importanza di un approccio globale partecipativo e
pluridisciplinare a scala di bacino idrografico.
• Usi, sprechi e conflitti gestionali (le centrali idroelettriche, le
attività industriali, l’agricoltura con sistemi d’irrigazione poco
efficienti e le coltivazioni nell’alveo).
• Lo sfruttamento e l'artificializzazione del fiume (prelievi
idrici, escavazione); l'approccio ingegneristico a scapito
dell'approccio ecologico. L'impoverimento fisico dell’alveo
(ridotto e canalizzato).
• L’infrastrutturazione territoriale ed il consumo di suolo.
• La scarsa qualità dell’acqua in alcuni tratti del fiume.
• Il paesaggio: una richezza territoriale a rischio di
impoverimento, la perdita del ruolo culturale ed identitario
del paesaggio naturale.
• Ia perdita della funzione storica-culturale del Piave come via
di comunicazione tra i monti e il mare; l’indebolimento del
suo ruolo di corridoio ecologico, come luogo di passaggio,
migrazione e riproduzione della fauna.
• La ricchezza delle aree naturalistiche del corso medio del
Piave, malgrado la loro costante riduzione; il rapporto
cruciale tra il fiume e le aree circostanti e l’importanza della
biodiversità.
• La necessità di creare una rete di corridoi ecologici attorno
al fiume e di tutelare le zone umide ricche in biodiversità.
• L'imprevidibilità del Piave; le difficoltà nel valutare sia le
conseguenze delle sue manifestazioni estreme (le piene)
che le conseguenze inerenti gli interventi umani.
• Il dilemma conservare/valorizzare: per chi, come?
L'assenza di scenari condivisi.
• L’interconnessione tra i cambiamenti climatici/ambientali
degli ultimi 20 anni e la scomparsa di specie faunistiche e
floristiche.
• La scarsa considerazione/integrazione delle risorse
floristiche e faunistiche nella pianificazione territoriale.
Problematiche emerse:
Mancanza dell'acqua in estate; troppi prelievi idrici.
• Abbassamento del livello idrico del fiume.
• Escavazione nell'alveo.
• Inquinamento dell'acqua in determinati luoghi.
• Conoscenza e gestione settoriale e frammentaria del fiume
e delle risorse naturali.
• Occupazione golenale e rischio idrogeologico.
• Assenza di governance a scala di bacino idrografico.
• Sistema ambientale in equilibrio fragile.
• Infrastrutturazione, campagna urbanizzata, consumo del
suolo, perdita di aree umide, impoverimento della
biodiversità ed estinzione di alcune specie.
• Agricoltura invasiva ed impattante.
• Scarsa sensibilizzazione ed educazione in materia di
ambiente fluviale.
• Scarsa conoscenza e tutela delle aree di interesse
naturalistico.
• Scarsa frequentazione del Piave e perdita dell'identità
culturale del fiume.
• Cambiamenti climatici ed ambientali.
52 itinerari sulla neve sulle Prealpi Veronesi e Vicentine
Autore: Francesco Carrer, Luciano Dalla Mora
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 336 a colori
Formato: 15x21 cm
124 fotografie a colori
58 cartine
104 tabelle altimetriche e di percorsop
Note tecniche e culturali
Spesso succede che pensando ad una escursione sulla neve ci vengono alla mente meravigliosi paesaggi lontani, itinerari carichi di chilometri di avvicinamento che a volte fermano l’entusiasmo iniziale. I nostri Amici Francesco e Luciano, con questa guida invernale che spazia dall'Adige al Brenta, ci invitano a riscoprire meravigliose escursioni invernali “fuori porta”.
Una serie di percorsi che ci portano a godere ambienti familiari, ma lontani dal consueto aspetto estivo, coperti dal bianco mantello. Una piacevole scoperta a pochi chilometri dalla nostra pianura veneta, dove i molti segni dell'uomo, avvolte dalla coltre nevosa e dal silenzio, vengono esaltate nella loro bellezza, rivisitate anche nella tragicità di una guerra o nelle fatiche del mondo alpestre, nei segni della fede e nelle tracce del passato.
Ringraziamo quindi gli autori che attraverso questa pubblicazione hanno offerto, agli amanti della neve, una splendida opportunità di conoscenza della nostra Prealpe con una ricca serie di itinerari, descrizioni e consigli che, alla scoperta, aggiungono sicurezza e tanta voglia di partire.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=9
Grotte, miniere, ipogei e bottini, in Toscana.
Toscana Underground, valorizza risorse meno conosciute, quelle del sottosuolo, senza trascurare la tutela dell’ambiente, che costituisce un bene prezioso da salvaguardare.
I siti sono diffusi su gran parte del territorio regionale e molti di essi si trovano fuori dalle rotte turistiche tradizionali; peraltro, alcuni sono stati recentemente oggetto di interventi di recupero, messa in sicurezza, infrastrutturazione e meritano di essere valorizzati e fruiti dal pubblico.
Si tratta di luoghi di grande interesse e fascino, che arricchiscono l’offerta turistica del territorio e possono costituire una interessante proposta, non solo per gli amatori, ma anche per una escursione in famiglia o con gli amici e per l’attività didattica delle scuole.
Protagonisti di questa guida sono paesaggi segreti: manifestazioni spontanee e straordinarie della natura, come le grotte carsiche, e spazi sotterranei che raccontano la storia e il lavoro dell’uomo, come le necropoli, le miniere, gli antichi acquedotti.
File del Concorso "Classe Turistica" promosso da Touring Club Italia.
La 2^C del Liceo "Antonio Meucci" di Aprilia ci parla del viaggio d'Istruzione compiuto dai suoi studenti nella bellissima Val D'Orcia
Camminare, voce del verbo conoscere. Lungo il Sentiero Calabria ala scoperta di Luoghi, Culture, Tradizioni
https://scientificwte.it/event/sentiero-calabria/
WTE World Tourism Event for World Heritage Sites
XIIIa Edizione Consecutiva, da giovedì 15 a sabato 17 settembre 2022
A VERONA, Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra, proprio di fronte all'Arena
https://scientificwte.it/
L’itinerario del Sentiero Calabria è costituito dal tratto calabrese del Sentiero Italia e dai percorsi, o piste interne, denominati sentieri di avvicinamento, utilizzati per la fruizione naturalistica e ambientale delle aree protette.
Il percorso che attraversa i Parchi Nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino ed il Parco Regionale delle Serre, rappresenta il percorso escursionistico principale per la fruizione del patrimonio naturale, paesaggistico e storico-culturale delle aree interne della Calabria.
Il “Sentiero Calabria” nasce dall’idea di collegare l’intero territorio regionale con un unico percorso costituito da 35 tappe, cercando di creare un’offerta strutturata con i servizi integrati nel territorio.
Il sentiero, i cui tratti sono in larga parte coincidenti con quelli del “Sentiero Italia”, è un percorso escursionistico che, percorrendo longitudinalmente la regione, collega le aree naturalistiche, i borghi e le aree protette che da Reggio Calabria, attraversando tutto il Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Parco Regionale delle Serre ed il Parco Nazionale della Sila, giunge fino al Parco Nazionale del Pollino.
1. IL VALORE ESTETICO E CULTURALE
DEL PAESAGGIO
PROPOSTE DI CANDIDATURA UNESCO
COMPILAZIONE SIMULATA
TENTATIVE LIST SUBMISSION FORMAT
MODULO PLURIDISCIPLINARE “IL CONCETTO DI BELLEZZA NELL’ARTE E NELLE
SCIENZE”
LICEO SCIENTIFICO “GALILEO GALILEI”
CLASSE: I F
STORIA E GEOGRAFIA – DOCENTE: PROF.SSA MACRO FRANCESCA R. T.
3. Descrizione
Nome del bene paesaggistico: Altopiano dell’Argimusco.
Stato, Provincia o Regione: Italia, Provincia di Messina.
Latitudine e Longitudine: 37°59′16.91″N 15°02′34″E.
Descrizione:
L’Altopiano si trova poco a nord dell’Etna, al confine tra i monti Nebrodi e i
Peloritani. Qui si erge un affascinante complesso di megaliti intorno ai quali
aleggia un’aura molto densa di mistero. Un gruppo di grandi rocce di arenaria
quarzosa svettano sugli oltre mille metri di altitudine dell’altopiano modellati in
forma curiosa e suggestiva. La tradizione popolare riconduce questi megaliti
all’opera di popolazioni preistoriche ma i geomorfologi e gli archeologi
propendono per una loro origine naturale, poichè nei pressi non sono stati trovati
resti di presenza umana. Il luogo è diventato meta di appassionati di
archeoastronomia o di semplici curiosi con la passione per il Mistero. Le curiose
e strabiglianti forme dei megaliti e le atmosfere naturali mozzafiato che vi si
respirano, contribuiscono a rendere l’Argimusco un luogo di assoluto e
inimmaginabile splendore.
4. Criteri Unesco riscontrati
I. Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo.
II. Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione
culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.
IV. Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di
un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che
illustri uno o più importanti fasi nella storia umana.
VI. Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti
o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie
dotate di un significato universale eccezionale.
5. Rocca di Cerere
Membri del gruppo di lavoro : Alessandro Ferla, Simone Grasso,
Vittoria Commendatore, Federica Cutrona, Justin Jaunky
6. Descrizione
Nome del bene paesaggistico: Rocca di Cerere
Stato, provincia o regione: Italia, Sicilia, Enna
Coordinate: 37° 34′ 2″ N, 14° 17′ 17″ E
Criteri Unesco riscontrati: III, IV, VI, VIID
A Enna, sotto al Castello di Lombardia, così chiamato da una colonia di Lombardi
che durante la dominazione normanna in Sicilia occupava il quartiere limitrofo,
esisteva l’antica Rocca di Cerere. Scrittori latini come Cicerone l’hanno descritta
come un luogo di culto unico, quasi divino, dove le persone adoravano
l'immagine gloriosa di Cerere. La conformazione del territorio collinare e
montagnosa offre allo sguardo un paesaggio decisamente ricco di suggestioni,
costellato da valli, fiumi, torrenti e laghi (tra cui il lago di Pergusa, unico lago
naturale siciliano e luogo del mito di Proserpina), antichi centri arroccati e colline
che digradano verso le pianure orientali che, nel corso dei secoli sono stati teatro
di un’intensa attività umana e le cui testimonianze definiscono il patrimonio
paesaggistico-culturale dell’area. Per questo riteniamo il sito un ECCEZIONALE
candidato a diventare bene patrimonio dell’UNESCO.
7. Criteri Unesco riscontrati
• III. Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale
di una civiltà vivente o scomparsa
• IV. Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia,di un
insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o
più importanti fasi della storia umana
• VI. Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o
tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di
un significato universale eccezionale
• VII. Costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi
dell’evoluzione della terra,n comprese testimonianze di vita, di processi
geologici in atto nello sviluppo di caratteristiche fisiche della superficie
terrestre o di caratteristiche geomorfiche e fisiografiche significative
9. Descrizione
Nome del bene paesaggistico/sito: Le Gole dell'Alcantara
Stato, Provincia o Regione: Italia, Sicilia
Latitudine e longitudine: 37°53′23″N 15°09′36.68″E
Sono situate nella Valle dell'Alcantara in Sicilia dove termina la catena montuosa
dei Peloritani. Sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2
metri e nei punti più larghi 4-5 metri. Il canyon naturale a differenza di quanto si
pensa non è stato scavato nel corso di migliaia di anni dell'acqua. La particolarità di
questa gola consiste nella struttura delle pareti, create da colate di lava basaltica,
che si è poi raffreddata molto velocemente creando forme pentagonali ed esagonali.
All'interno di queste gole c'è Il fiume Alcantara che scorre tra pietra lavica che forma
il suo alveo caratteristico. I basalti colonnari visibili nelle Gole dono quelli della
colata meno antica e sarebbero il prodotto del raffreddamento rapido causato dalla
presenza dell'acqua del fiume. Essi formano strutture prismatiche di differenti
configurazioni, a "catasta", ad "arpa", ad andamento radiale. Le formazioni verticali,
a "canna d'organo" raggiungono in alcuni casi i 30 mLa particolarità del sito è dovuto
alla morfologia creata dallo scorrimento dell’acque del fiume alcantara che ha
modellato e inciso il territorio con la formazione di gole profonde a strapiombo,
laghetti, cascate di acque freddissime, strutture laviche colonnari a base
prismatiche. Grazie allo studio di tale strutturi i geologi hanno potute elaborare
precisi studi sull’evoluzione del vulcano Etna e sulla successione nel tempo delle
sue colate più imponenti per elaborare.
10. Criteri Unesco riscontrati
• VII: Per la colata lavica risalente a circa a 8000 anni fa.
• VIII: Per la presenza di tre colate di magma da fenditure e bocche apertesi nel
medio-basso dell’Etna, le colate hanno formato dei basalti colonnari (prodotti da
raffreddamento rapido del fiume) a “canna d’organo”
• X: Presenza della macchia mediterranea che è uno dei principali ecosistemi
mediterranei. Si tratta di una formazione vegetale arbustiva costituita tipicamente
da specie sclerofille, cioè con foglie persistenti poco ampie, coriacee e lucide, di
altezza media variabile dai 50 cm ai 4 metri.
• L'avifauna della valle dell'Alcantara è assai varia con rapaci e altri animali presenti
sono la volpe, il gatto selvatico, la martora, e il ghiro; ed ancora il riccio, l’istrice,
arvicola di Savi e la crocidura siciliana. Presso le rive può trovarsi il discoglosso
dipinto, anfibio tipico della Sicilia e il colubro leopardino, un bellissimo rettile raro ed
innocuo. Tra le specie ittiche troviamo la trota iridea che in questo particolare corso
d'acqua riesce a riprodursi, il triotto, l’anguilla e il ghiozzo.
11. Lago di Carrera
Membri del gruppo di lavoro : Mario Torrisi, Francesco Torres,
Robert Di Mauro, Marta Schinco e Edoardo Sterlino
12. Descrizione
Stato, provincia o regione: Trentino Alto Adige
Latitudine: 46°24’33.44”N
Longitudine: 11°34’30.35”E
Criteri riscontrati: V, VI, VII, IX, X
Il Lago di Carezza è incastonato nella fitta foresta ai piedi del Letamar e
del Catinaccio in Alto Adige. L'acqua cristallina del Lago di Carezza è nota per la sua
limpidezza, che contiene in sé tutti i colori dell'iride. Il lago di Carezza è privo di
emissari visibili ed è alimentato da sorgenti sotterrane. Il livello dell'acqua cambia
mensilmente: il livello più alto è raggiunto normalmente in primavera. A giugno e
luglio, il lago si riempie d'acqua in conseguenza del disgelo: l'acqua di supero scorre
nel ruscello che sgorga ad ovest del Lago di Carezza. Nei mesi successivi, il livello
dell'acqua cambia in seguito alle cadute di pioggia. La temperatura dell'acqua
massima (13º) viene registrata nel mese di agosto. Durante il resto dell'anno, le
temperature si aggirano intorno a ai 7-9ºC.
13. Leggenda della ninfa
Ondina
La ninfa Ondina deliziò con il suo canto melodioso i viandanti che salirono al
Passo di Costalunga. Un giorno, anche lo stregone di Masarè la sentì
cantare e si innamorò sperdutamente della ninfa. Egli usò tutti i suoi poteri
per conquistare la fatina del lago senza riuscirvi. Così lo stregone chiese
aiuto alla strega Langwerda, che gli consigliò di travestirsi da venditore di
gioielli, di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar, e di recarsi
quindi al Lago di Carezza, un lago a ben 1.520 m di altitudine, per attirare la
ninfa e portarla con sé.
Così fece: stese il più bell’arcobaleno mai visto sino ad allora tra le due
montagne e si recò al lago, ma dimenticò di travestirsi. La ninfa rimase
stupita di fronte all’arcobaleno colorato di gemme preziose. Ma ben presto si
accorse della presenza del mago e si immerse nuovamente nelle acque del
lago. Allora non fu più vista da nessuno. Lo stregone, distrutto dalle pene
d’amore, strappò l’arcobaleno con le gemme dal cielo, lo distrusse in mille
pezzi e lo gettò nel lago.
14. Caratteristiche
principali
La presenza di fauna e flora sul fondale, gli abeti rossi e la fitta boscaglia nei pressi delle
sponde e la luce solare che colora il massiccio del Catinaccio di un rosa particolare, sono
la spiegazione scientifica del fenomeno che da sempre attrae turisti e viaggiatori da tutto il
mondo.
È importante sapere che non è possibile tuffarsi nello specchio d’acqua. Le temperature
dell’acqua, anche in piena estate, sono molto rigide. Per questa ragione, e per preservare
la natura lacustre incontaminata, un cartello di divieto di balneazione capeggia l’inizio del
sentiero.
In pieno inverno è possibile ammirare il lago ghiacciato e coperto da una bianca coltre di
neve, in estate è una piacevole escursione da fare per chi cerca un po’ di fresco.
Il periodo migliore per visitare questo luogo incantato è nei mesi di maggio, giugno e
settembre, quando il disgelo porta acqua alle sorgenti e il caldo estivo non influisce
sull’estensione del lago. Parliamo comunque di una splendida terrazza che affaccia
sulle Dolomiti, visitarla durante altri periodi è sempre suggestivo.
15. Lago di Braies a
confronto
Il Lago di Braies, con la sua lunghezza di 1,2 km e l’ampiezza di 400 metri, si
trova nella zona del Sud Tirolo, precisamente all’interno del Parco naturale Fanes
– Sennes in provincia di Bolzano.
Il nome di questo lago alpino deriva dalla località che lo ospita e rappresenta una
delle mete più evocative delle Dolomiti. D’estate diventa una meta per turisti,
quindi chi ama il relax e la tranquillità potrebbe avere qualche problemino, ma
nelle prime ore del mattino e al tramonto è possibile godersi lo spettacolo di colori
offerto da questo meraviglioso lago. D’inverno, invece, solitamente si ricopre di
ghiaccio, al punto da rendere possibile camminarci sopra!
Le più importanti e sostanziali similitudini con il lago di Carezza, rappresentano la
vicinanza tra le Dolomiti, e alcune caratteristiche simili, come la temperatura, la
ricca flora e soprattutto il fenomeno dell’acqua ghiacciata che si presenta in
inverno.
16. L’Etna
Membri del gruppo di lavoro: Adriana Longo, Ludovica
Maccarrone, Gaia Monaco, Eleonora Subba, Alice Indelicato
17. Descrizione
Nome del bene paesaggistico: Vulcano Etna
Stato,provincia o regione: Catania
Latitudine: 37°45'00'' nord
Longitudine: 15°00'00'' est
L'Etna è uno dei più attivi vulcani ionici del mondo. Il suo territorio è vario e ricco di flora e
funa. Nel lato occidentale c'è un paesaggio selvaggio e brullo, il più adatto a sciare
d'inverno. Il versante nord, invece, è poco urbanizzato e ricco di boschi. A est troviamo la
Valle del Bove si quali margini sono presenti fitti boschi. La valle del bove è una conca
formatasi in seguito al collasso di due crateri, Trifoglietto I e Trifoglietto II, predecessori
dell'Etna. La Valle del Bove si presenta ricoperta da colate laviche, che rendono il terreno
fertile e adatto all'agricoltura. In inverno è presente la neve, alle quote più elevate, che può
durare fino al periodo estivo. Le aree turistiche sono aggiungibili dal versante sud e dal
versante nord-est, nel quale sono presenti anche due stazioni sciistiche.
18. Criterio Unesco riscontrato: VIII
L'Etna è uno de più attivi vulcani ionici del mondo e uno straordinario
esempio di processi geologici continui e formazioni vulcaniche. Lo
strato vulcanico è caratterizzato dalla quasi continua attività eruttiva
dai criteri del suo vertice e abbastanza frequenti eruzioni e colate
laviche dai crateri e fessure sui suoi fianchi. Questa eccezionale
attività vulcanica è stata documentata per almeno 2700 anni ed è una
delle più lunghe registrazioni documentate al mondo di vulcanismo
storico. Il vario e accessibile asseblaggio d caratteristiche vulcaniche
come la vetta dei crateri, i coni di cenere, le colate laviche, le grotte
laviche e la depressione della Valle del Bove hanno reso il Monte Etna
una despinazione privileggiata per la ricerca e l' educazione.
19. L’Etna oggi
Oggi l'Etna è uno dei più studiati e monitorati vulcani
del mondo e continua ad influenzare la vulcanologia,
la geografia e altre discpline di scienza della terra. La
notorietà, l'importanza scientifica e culturale e il valore
educativo sono di imporanza globale.
20. LE ALPI
MARITTIME
Membri del gruppo di lavoro: Carnazzo Martina, Casella Davide,
Catalano Alice, Cavallaro Riccardo, Collura Angelo e Torres Francesco
21. Nome del bene paesaggistico/sito: Alpi Marittime
Stato, provincia o regione: Italia, Francia e Monaco
Latitudine e longitudine: 44° 13’ 53” N; 7° 10’ 36” E
Il nome non è certamente casuale. Questa bellissima
sottosezione alpina, che segna il confine sud-occidentale
tra l’Italia e la Francia, è infatti, insieme alle eccezionali
Alpi Liguri, quella più vicina al mare sul quale si
affacciano.
Grazie a questa peculiare posizione, in cui agiscono sia
l’ambiente mediterraneo che quello alpino, sono fioriti
diversi micro ambienti stupefacenti. Proprio per questo
nelle Alpi Marittime vi sono spettacolari specie di piante e
animali diversissimi tra loro come: l’Aquila Reale, il
Picchio Muraiolo, lo Stambecco, l’Ermellino, il Lupo o Il
Muflone.
Descrizione
Aquila Reale
Lupo
Picchio Muraiolo
Stambecco
Ermellino
Muflone
22. Descrizione
Entrambi i versanti delle Alpi Marittime sono
sottoposti a protezione: sul lato italiano si
estende il bellissimo Parco Naturale
delle Alpi Marittime, sul lato francese, il Parco
nazionale del Mercantour, noto a livello
mondiale per la Valle delle Meraviglie,sito
caratterizzato dalla presenza di migliaia
di incisioni rupestri risalenti quasi tutte all'età
del Bronzo.I due parchi confinano per oltre 35
chilometri e formano un'area protetta di oltre
100 000 ettari.
Parco Naturale delle Alpi Marittime
Parco Nazionale del Mercantour
Incisioni rupestri
risalenti all’età del Bronzo
23. Descrizione
Tra le vette principali ricordiamo Monte Argentera (3.297 m),
Rocca dell'Abisso (2.755 m), Cima del Diavolo (2.686 m)
Monte Argentera
Rocca dell'Abisso
Cima del Diavolo
24. • (VII) Presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di
eccezionale bellezza naturale o importanza estetica.
• (IX)Costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e
biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ambienti vegetali
e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini.
• (X)Presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, della
diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie
minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della
scienza o della conservazione.
Criteri Unesco riscontrati