1. Formazione e Supporto di
Prevenzione all’Abuso di Droghe
Organizzato dal collegio Nazionale dei
Professori di Educazione Fisica e Sportiva e
dal Comitato Italiano Sport contro Droga –
autorizzato dal MIUR
Roma, 6 Dicembre 2011
3. Il termine adolescenza deriva dal latino “adolescere”
che significa crescere, è un età di cambiamento
psico-fisico e sociale ove il giovane capisce di non
essere più bambino ma neanche un adulto, infatti è
alla continua ricerca di una nuova identità.
L’adolescenza è un fenomeno complesso che porta a
profondi cambiamenti nella sfera fisica, psicologica,
affettiva, relazionale e sociale, cognitiva e alla
maturazione, intesa come processo di
differenziazione e integrazione (somatica e psichica)
4. • Il primo periodo dell'adolescenza viene chiamato
“pubertà” ed è caratterizzato dal cambiamento fisico
che porta alla maturazione sessuale. Questa fase
coincide con un periodo di crescita particolarmente
rapido e talora disorganico.
• Nasce nel ragazzo/a la difficoltà nel riconoscersi
all’interno di un corpo “nuovo”; molto spesso fin
dall’età di 12-13 anni si attua una vera e propria
“tempesta ormonale”. Al cambiamento fisico si
associano esperienze emozionali molto intense.
• La rilevanza dei cambiamenti corporei e dell'assetto
pulsionale impongono la ricerca di nuovi equilibri nei
rapporti con il mondo e con il proprio sé
5. Di questo mutamento di relazioni
l'adolescente è particolarmente consapevole:
in rapporto ad esso modifica il proprio
atteggiamento verso se stesso ed il mondo
circostante. Il primo indice, frequentemente
conflittuale, di questo cambiamento di
atteggiamenti si manifesta nel fatto che
egli/ella non accetta più di essere totalmente
dipendente dalla propria famiglia e dalle varie
forme di sostegno sociale-affettivo che la
famiglia gli/le ha fornito sino a quel momento.
6. I cambiamenti che si verificano mettono in
discussione il sistema di rappresentazioni e di schemi
che hanno regolato sino a quel momento le relazioni
dell'individuo (ragazzo o ragazza) con il proprio
corpo, con altri individui e gruppi, con attività,
oggetti ed istituzioni sociali. Molte certezze
consolidate sono così messe in discussione, anche
perché immaginare il proprio futuro e prepararsi ad
affrontarlo può risultare particolarmente difficile.
L'adolescente, in altre parole, si trova di fronte molte
incertezze a proposito di come interpretare la propria
esperienza, tanto più che non vuole più applicare ad
essa i metri di giudizio familiare.
7. Riorganizzazione del sistema di sé
si verifica grazie a una fitta rete di relazioni e di
scambi in cui il soggetto, consapevole almeno
in parte del cambiamento che lo concerne,
verifica il proprio valore e riflette su se stesso.
8. L'adolescenza si conclude quando l'individuo è
in grado di stabilire rapporti stabili e
significativi con se stesso, con i gruppi di
riferimento più prossimi e con il proprio
ambiente di vita più ampio. Questa
assunzione, fondata sul carattere attivo del
rapporto sé-altri-mondo, indica che nel corso
dell'adolescenza accadono avvenimenti che
obbligano l'individuo a comportarsi e a
definirsi in rapporto sia con l'ambiente in cui è
inserito, sia con i gruppi di cui è membro, sia
con le proprie trasformazioni.
9. E' possibile sostenere che ci sono molti modi
diversi di vivere l'adolescenza e che lo stesso
soggetto che cresce è parte attiva, costruttiva,
della propria evoluzione. Non ha quindi senso
considerare l'adolescenza come una fase
contrassegnata esclusivamente da ribellioni e da
conflitti (sia intrapsichici, sia fra l'attore e il suo
ambiente più prossimo) né vederla come un
passaggio privo di scosse dalla riva indistinta e
mal strutturata dell'infanzia alla riva ben
costruita, funzionante, sicura dell'età adulta.
10. In tutte le adolescenze il ragazzo/a deve affrontare una
gran mole di problemi: capita ad alcuni che essi siano
distribuiti lungo il percorso e possano essere affrontati
uno dopo l'altro sì che l'impresa può avere una buona
riuscita; capita a molti altri invece che essi si presentino
complessi, più o meno aggrovigliati in modo assurdo, tali
da rendere assai difficile, a volte quasi impossibile, la
risoluzione di essi. Non c'è adolescenza senza problemi
anche se nella maggior parte dei casi tali problemi
possono essere, con un costo più o meno rilevante,
risolti. I problemi, d'altronde, non sono entità fatali e
incomprensibili che capitano a caso. Sono sempre in
rapporto con il contesto culturale e sociale in cui
l'adolescente vive, con le relazioni che egli ha con il suo
ambiente più prossimo, con la sua storia.
11. Nel percorso adolescenziale il ragazzo/a non è mai del
tutto solo: egli è sempre in compagnia di altri (genitori,
insegnanti, coetanei, altre persone significative) che
possono offrirgli una guida sicura e comprensiva, oppure
richieste incomprensibili tali da svalorizzare il senso del
suo impegno, o al limite dargli indicazioni frammentate e
contraddittorie che aggiungono confusione alla
mancanza di esperienza. Questo non vuol dire che in
molte occasioni l'adolescente non si senta veramente
solo e distante da tutti: in quei momenti egli avverte di
non potersi fidare di nessuno, di dover dirigere da solo il
proprio cammino. Tutti fanno, in momenti più o meno
lunghi, questa esperienza: è augurabile che essa non sia
quella più importante o, all'estremo, quella che
contrassegna tutta l'adolescenza.