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Amore e morte nei classici latini.Amore e morte nei classici latini.
 PercorsoPercorso
interdisciplinare suiinterdisciplinare sui
miti di Orfeo edmiti di Orfeo ed
Euridice, Piramo eEuridice, Piramo e
Tisbe, Narciso ed Eco,Tisbe, Narciso ed Eco,
 A cura della prof. ssaA cura della prof. ssa
Nella Di CarliNella Di Carli
Introduzione al percorsoIntroduzione al percorso
 LLaa morale tradizionale romana guardava con sospetto all’amore come passione totalizzante ed esclusiva che legava l’uomo ad una donna. Ilmorale tradizionale romana guardava con sospetto all’amore come passione totalizzante ed esclusiva che legava l’uomo ad una donna. Il
latino non ha neppure un termine per indicare l’amore come passione (il più vicino, da Lucrezio a Catullo a Cicerone fino a Virgilio è il termine :latino non ha neppure un termine per indicare l’amore come passione (il più vicino, da Lucrezio a Catullo a Cicerone fino a Virgilio è il termine :
““furorfuror”).”).
 La passione è un elemento destabilizzante dell’ordine sociale perché privilegia l’individuo rispetto alla collettività, rovesciando la gerarchia deiLa passione è un elemento destabilizzante dell’ordine sociale perché privilegia l’individuo rispetto alla collettività, rovesciando la gerarchia dei
valori tradizionali. Così era stato per Catullo, allorchè ,abbandonata la sua nativa Verona, si era immerso con tutto l’ardore nei circoli frequentativalori tradizionali. Così era stato per Catullo, allorchè ,abbandonata la sua nativa Verona, si era immerso con tutto l’ardore nei circoli frequentati
dalladalla jeunesse doreèjeunesse doreè dove aveva incontrato Lesbia, l’amore della sua vita, l’unica vera ragione di vita. Un amore anticonvenzionale il suo, dovedove aveva incontrato Lesbia, l’amore della sua vita, l’unica vera ragione di vita. Un amore anticonvenzionale il suo, dove
il sentimento amoroso, nella sua richiesta di corresponsione, di una possibilità stabilità, tende a trasformarsi in pietas, assumendo i connotati diil sentimento amoroso, nella sua richiesta di corresponsione, di una possibilità stabilità, tende a trasformarsi in pietas, assumendo i connotati di
un sacro foedus.un sacro foedus.
 Ben diversamente l’amore viene visto daBen diversamente l’amore viene visto da VirgilioVirgilio( 70-19 a.C.) Esso sia nelle Bucoliche che nelle Georgiche fino all’Eneide, si presenta( 70-19 a.C.) Esso sia nelle Bucoliche che nelle Georgiche fino all’Eneide, si presenta
contrassegnato dall’infelicità, in grado di travolgere uomini e bestie. Nel tranquillo paesaggio dell’Arcadia, l’amore sconvolge la serena pace deicontrassegnato dall’infelicità, in grado di travolgere uomini e bestie. Nel tranquillo paesaggio dell’Arcadia, l’amore sconvolge la serena pace dei
mandriani fino a condurre all’exitium , come avviene nell’mandriani fino a condurre all’exitium , come avviene nell’EglogaEgloga VIIIVIII, dove in una climax negativa, il pastore giunge al suicidio. Amore che nelle, dove in una climax negativa, il pastore giunge al suicidio. Amore che nelle
Bucoliche si contrappone allBucoliche si contrappone all’ “otium” ,’ “otium” , all’atarassia epicurea.all’atarassia epicurea.
 L’amore come passione insanabile e irrinunciabile , che sfocia nell’annientamento di sé , si ripropone , attraverso il personaggio diL’amore come passione insanabile e irrinunciabile , che sfocia nell’annientamento di sé , si ripropone , attraverso il personaggio di Didone ,Didone ,
nelnel IV libroIV libro dell’dell’EneideEneide in cui si contrappone alla “pietas” di Enea , ossia alla capacità di sacrificare il piacere al dovere , il bene personale alin cui si contrappone alla “pietas” di Enea , ossia alla capacità di sacrificare il piacere al dovere , il bene personale al
bene collettivo, al “bene collettivo, al “fatum”.fatum”. L’amore di Didone, con le sue pretese totalizzanti ed esclusive, volto al possesso dell’amato, costituisce un ostacoloL’amore di Didone, con le sue pretese totalizzanti ed esclusive, volto al possesso dell’amato, costituisce un ostacolo
alla realizzazione del fato , e costituisce l’antitesi della “pietas”.alla realizzazione del fato , e costituisce l’antitesi della “pietas”.
 In Ovidio, quel sentimento in grado di suscitare turbamenti emotivi, fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poti come Catullo, divieneIn Ovidio, quel sentimento in grado di suscitare turbamenti emotivi, fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poti come Catullo, diviene
nelle Metamorfosi oggetto di narrazione, proposto in un’infinita modulazione di temi: dalla passione, alla malattia, dall’incantamento allanelle Metamorfosi oggetto di narrazione, proposto in un’infinita modulazione di temi: dalla passione, alla malattia, dall’incantamento alla
dedizione generosa e alla fedeltà coniugale. Ma Ovidio sa anche raggiungere la profondità del sentimento amoroso quando ne ripercorre ladedizione generosa e alla fedeltà coniugale. Ma Ovidio sa anche raggiungere la profondità del sentimento amoroso quando ne ripercorre la
scaturigine ultima con, sensibilità inquieta e tormentata. L’espediente delle metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di unascaturigine ultima con, sensibilità inquieta e tormentata. L’espediente delle metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di una
passione che solo nel mutamento finale, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione.passione che solo nel mutamento finale, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione.
 Abbiamo scelto di presentare, con testi, commenti, riferimenti iconografici, alcuni tra i miti più celebri della letteratura latina, fonti di ispirazioneAbbiamo scelto di presentare, con testi, commenti, riferimenti iconografici, alcuni tra i miti più celebri della letteratura latina, fonti di ispirazione
per pittori, scultori, musicisti, scrittori di epoche diverse, nella convinzione che i classici latini sono ancora in grado di parlare alle menti e aiper pittori, scultori, musicisti, scrittori di epoche diverse, nella convinzione che i classici latini sono ancora in grado di parlare alle menti e ai
cuori delle giovani generazioni, suggerendo pensieri alti ed elevati, in grado di salvarle dalla mediocrità nella quale spesso sono immerse.cuori delle giovani generazioni, suggerendo pensieri alti ed elevati, in grado di salvarle dalla mediocrità nella quale spesso sono immerse.
Il mito di Orfeo ed Euridice nelleIl mito di Orfeo ed Euridice nelle
Georgiche di Virgilio. Commento.Georgiche di Virgilio. Commento.
 La sezione finale delLa sezione finale del IV libro delle GeorgicheIV libro delle Georgiche, l’epillio di Orfeo e di, l’epillio di Orfeo e di
Euridice, oltre a costituire il congedo definitivo del poeta mantovano dall’elegiaEuridice, oltre a costituire il congedo definitivo del poeta mantovano dall’elegia
amorosa di stampo ellenistico, fa intravedere in filigrana la particolare visioneamorosa di stampo ellenistico, fa intravedere in filigrana la particolare visione
dell’amore mutuata dalla sua formazione epicurea e l’adesione alla politicadell’amore mutuata dalla sua formazione epicurea e l’adesione alla politica
augustea. Il tema, apparentemente disimpegnato dell’amore infelice, nato daaugustea. Il tema, apparentemente disimpegnato dell’amore infelice, nato da
una trasgressione agli ordini divini, serve, nella sua negatività esemplare, auna trasgressione agli ordini divini, serve, nella sua negatività esemplare, a
confermare l’ordine politico- morale instaurato da Augusto, fondato sul rispettoconfermare l’ordine politico- morale instaurato da Augusto, fondato sul rispetto
della legge. Abbiamo scelto di esaminare l’ultima parte dell’epillio dove vienedella legge. Abbiamo scelto di esaminare l’ultima parte dell’epillio dove viene
evidenziato il tema dell’amore trasgressivo e infelice che si contrappone alevidenziato il tema dell’amore trasgressivo e infelice che si contrappone al
tema della lex. L’amore come “tema della lex. L’amore come “furor”furor” si contrappone infatti tematicamente alsi contrappone infatti tematicamente al
motivo della “motivo della “lex”lex” (v . 487). La “lex” richiama il successivo “(v . 487). La “lex” richiama il successivo “foederafoedera” del v. 493 ,” del v. 493 ,
il patto stipulato tra Orfeo e le divinità degli Inferi che prevedeva , comeil patto stipulato tra Orfeo e le divinità degli Inferi che prevedeva , come
condizione per far ritornare Euridice alle soglie della luce, che il cantore non sicondizione per far ritornare Euridice alle soglie della luce, che il cantore non si
voltasse indietro per rivedere l’amata .voltasse indietro per rivedere l’amata .
Introduzione al percorso (il lessicoIntroduzione al percorso (il lessico
amoroso di Virgilio)amoroso di Virgilio)
 L’amore nel quarto libro delle Georgiche, si presenta dunque come “L’amore nel quarto libro delle Georgiche, si presenta dunque come “furor”furor” (v. 495) , follia rovinosa, letale, passione(v. 495) , follia rovinosa, letale, passione totalizzante, chetotalizzante, che
acceca Orfeo, come precedentemente aveva ottenebrato la mente del pastore Aristeo, che in preda alla libidine avevaacceca Orfeo, come precedentemente aveva ottenebrato la mente del pastore Aristeo, che in preda alla libidine aveva
inseguito Euridice , provocandone la morte a causa del morso di un serpente e come successivamente avverrà alloinseguito Euridice , provocandone la morte a causa del morso di un serpente e come successivamente avverrà allo
stesso Orfeo, vittima della follia omicida delle donne della Tracia , che ne smembrano il corpo a causa del suostesso Orfeo, vittima della follia omicida delle donne della Tracia , che ne smembrano il corpo a causa del suo
insistente rifiuto.insistente rifiuto.
Il termine “Il termine “furor”furor” è da accostare ad altri lessemi negativi afferenti al tema dell’amore , ricorrenti nelè da accostare ad altri lessemi negativi afferenti al tema dell’amore , ricorrenti nel corpuscorpus delledelle
opere virgiliane: “opere virgiliane: “error”, “exitium“ , “insania”.error”, “exitium“ , “insania”. Il “Il “furor”furor” amoroso che colpisce indifferentemente bestie ed uomini è delamoroso che colpisce indifferentemente bestie ed uomini è del
resto il protagonista incontrastato delresto il protagonista incontrastato del III libroIII libro delledelle GeorgicheGeorgiche , v. 242: “, v. 242: “Omne adeo genus in terris hominumqueOmne adeo genus in terris hominumque
ferarumqueferarumque
Et genus aequoreum, pecudes pictaeque volucres,Et genus aequoreum, pecudes pictaeque volucres,
In furias ignemque ruunt : amor omnibus idem”. ( “A tal punto ogni specie terrestre di uomini e fiere /e la razzaIn furias ignemque ruunt : amor omnibus idem”. ( “A tal punto ogni specie terrestre di uomini e fiere /e la razza
acquatica e gli armenti e i colorati uccelli/ precipitano nella follia e nel fuoco :amore è uguale per tutti” ) .acquatica e gli armenti e i colorati uccelli/ precipitano nella follia e nel fuoco :amore è uguale per tutti” ) .
Precedentemente il “Precedentemente il “furofuror” di Orfeo era stato connotato come “r” di Orfeo era stato connotato come “dementia”dementia” dall’autore (v. 488). Il termine “dall’autore (v. 488). Il termine “dementia”dementia”
nelle Bucoliche era stato utilizzato nellanelle Bucoliche era stato utilizzato nella VI BucolicaVI Bucolica a proposita dell’amore innaturale di Pasifae per il giovane torelloa proposita dell’amore innaturale di Pasifae per il giovane torello
(VI , 47) e nella(VI , 47) e nella II BucolicaII Bucolica riferito all’amore di Coridone (II , 69) . Nell’Eneide di Virgilio , poi la ricorsività dellariferito all’amore di Coridone (II , 69) . Nell’Eneide di Virgilio , poi la ricorsività della
famiglia di furor ha 7 richiami, per connotare l’amore della regina , tipico esempio di femminilità scatenata edfamiglia di furor ha 7 richiami, per connotare l’amore della regina , tipico esempio di femminilità scatenata ed
incontrollata. Ma anche gli aggettivi usati per connotare l’amore di Orfeo per Euridice contengono sfumature negative .incontrollata. Ma anche gli aggettivi usati per connotare l’amore di Orfeo per Euridice contengono sfumature negative .
Nell’epillio Orfeo è “Nell’epillio Orfeo è “incautusincautus” (v.488) ,” (v.488) , “ immemor“ immemor” ( v. 490) .” ( v. 490) .
 InIn OvidioOvidio l’eros,quel sentimento inl’eros,quel sentimento in grado digrado di
suscitare turbamenti emotivi , fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poeti come Catullo, diviene nellesuscitare turbamenti emotivi , fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poeti come Catullo, diviene nelle
Metamorfosi oggetto di una narrazione leggera, nella sua molteplicità di modulazioni: dalla passione malattia,Metamorfosi oggetto di una narrazione leggera, nella sua molteplicità di modulazioni: dalla passione malattia,
all’incantamento, alla dedizione generosa, alla fedeltà coniugale, il vasto repertorio dell’amore si snoda in un ritmoall’incantamento, alla dedizione generosa, alla fedeltà coniugale, il vasto repertorio dell’amore si snoda in un ritmo
cangiante e mutevole. Si tratta soprattutto in prevalenza di amori fatti soprattutto di sensazioni, di attrazioni per lecangiante e mutevole. Si tratta soprattutto in prevalenza di amori fatti soprattutto di sensazioni, di attrazioni per le
forme , più che di turbamenti dell’anima. Ma il mito ovidiano non è solo legato a forme e superfici. Ovidio raggiunge laforme , più che di turbamenti dell’anima. Ma il mito ovidiano non è solo legato a forme e superfici. Ovidio raggiunge la
profondità del sentimento, laddove sa cogliere , con sensibilità inquieta e tormentata, l’impossibiltà di vivere l’amore inprofondità del sentimento, laddove sa cogliere , con sensibilità inquieta e tormentata, l’impossibiltà di vivere l’amore in
condizioni normali. L’espediente della metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di una passionecondizioni normali. L’espediente della metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di una passione
che solo nel mutamento, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione, il suo riscatto finale.che solo nel mutamento, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione, il suo riscatto finale.
Orfeo ed Euridice in Ovidio.Orfeo ed Euridice in Ovidio.
Differenze rispetto a VirgilioDifferenze rispetto a Virgilio
 InIn Ovidio ( Met. X , vv. 23-63),Ovidio ( Met. X , vv. 23-63), la vicenda di Euridice, fin da subito acquista carattere drammatico,la vicenda di Euridice, fin da subito acquista carattere drammatico,
perché già la cerimonia del matrimonio si colloca sotto cattivi auspici : la fiaccola dell’imeneo nonperché già la cerimonia del matrimonio si colloca sotto cattivi auspici : la fiaccola dell’imeneo non
riuscì a prendere fuoco ma stridette. La morte di Euridice avviene , dunque , subito dopo ilriuscì a prendere fuoco ma stridette. La morte di Euridice avviene , dunque , subito dopo il
matrimonio. In Ovidio, rispetto a Virgilio, viene esplicitato il contenuto della “matrimonio. In Ovidio, rispetto a Virgilio, viene esplicitato il contenuto della “lex” ,lex” , della condizionedella condizione
che avrebbe potuto riportare in vita Euridice , quella cioè di non volgere indietro lo sguardo , finchèche avrebbe potuto riportare in vita Euridice , quella cioè di non volgere indietro lo sguardo , finchè
non fosse uscito dalla vallata dell’Averno (v. 50).non fosse uscito dalla vallata dell’Averno (v. 50).
 In Ovidio , poi, rispetto a Virgilio, la trasgressione d’amore di cui è protagonista Orfeo, non suscita iIn Ovidio , poi, rispetto a Virgilio, la trasgressione d’amore di cui è protagonista Orfeo, non suscita i
rimproveri di Euridice, ben consapevole (come del resto Ovidio) della forza dell’amore per cui “rimproveri di Euridice, ben consapevole (come del resto Ovidio) della forza dell’amore per cui “AmorAmor
vicitvicit” (v. 25).” (v. 25).
Ma la differenza principale è che Ovidio mette in bocca ad Orfeo un lungo discorso , per convincereMa la differenza principale è che Ovidio mette in bocca ad Orfeo un lungo discorso , per convincere
le divinità dell’Ade a concedere il ritorno alla vita di Euridice . Nel suo lungo discorso, ricco di figurele divinità dell’Ade a concedere il ritorno alla vita di Euridice . Nel suo lungo discorso, ricco di figure
retoriche, soprattutto anafore e antitesi , Orfeo disegna la tragicità della vita umana , in totale potereretoriche, soprattutto anafore e antitesi , Orfeo disegna la tragicità della vita umana , in totale potere
delle divinità degli inferi . Egli chiede solo un attimo di felicità , chiede l’ “delle divinità degli inferi . Egli chiede solo un attimo di felicità , chiede l’ “usum”usum” che si contrapponeche si contrappone
tematicamente ai “tematicamente ai “longissima regna”longissima regna” del mondo dei morti . Ad Orfeo (ed anche ad Ovidio) il mondodel mondo dei morti . Ad Orfeo (ed anche ad Ovidio) il mondo
degli Inferi popolato di pallide ombre, il mondo dell’eternità con le sue leggi immutabili e ordinate nondegli Inferi popolato di pallide ombre, il mondo dell’eternità con le sue leggi immutabili e ordinate non
interessa . Si tratta infatti di un mondo incorporeo, privo di concretezza , di storicità . Ad esso siinteressa . Si tratta infatti di un mondo incorporeo, privo di concretezza , di storicità . Ad esso si
contrappone il mondo della vita della passione che qui non è rinnegata ma , anzi , riaffermata,contrappone il mondo della vita della passione che qui non è rinnegata ma , anzi , riaffermata,
rispetto a Virgilio .rispetto a Virgilio .
..
Ovidio ed il mito di Piramo e Tisbe.Ovidio ed il mito di Piramo e Tisbe.
CommentoCommento
 Al tema dell’amore e morte appartiene la storia di Piramo e TisbeAl tema dell’amore e morte appartiene la storia di Piramo e Tisbe ( Met . IV , 137-155 )( Met . IV , 137-155 ) narrata nelnarrata nel IVIV
librolibro delledelle MetamorfosiMetamorfosi . La storia è propriamente un αίτιον , un racconto che serve a spiegare il. La storia è propriamente un αίτιον , un racconto che serve a spiegare il
diverso colore dei frutti del gelso che, dapprima bianchi, una volta giunti a piena maturazionediverso colore dei frutti del gelso che, dapprima bianchi, una volta giunti a piena maturazione
assumono un colore talmente cupo da sembrare neri. La vicenda presenta gli elementi caratteristiciassumono un colore talmente cupo da sembrare neri. La vicenda presenta gli elementi caratteristici
degli “ερωτκά παθήματα” ( “le sofferenze amorose” o “storie d’amore”) , genere introdotto a Romadegli “ερωτκά παθήματα” ( “le sofferenze amorose” o “storie d’amore”) , genere introdotto a Roma
dal poeta Partenio di Nicea , giunto a Roma dopo le guerre mitridatiche e divenuto amico di Virgilio edal poeta Partenio di Nicea , giunto a Roma dopo le guerre mitridatiche e divenuto amico di Virgilio e
Gallo.Gallo.
Nella storia infelice di Piramo e Tisbe , Ovidio mantiene molti elementi tipici di questo particolareNella storia infelice di Piramo e Tisbe , Ovidio mantiene molti elementi tipici di questo particolare
genere letterario : il tema dell’amore contrastato , l’accanirsi della sorte contro i due sfortunati giovanigenere letterario : il tema dell’amore contrastato , l’accanirsi della sorte contro i due sfortunati giovani
, la simbolica unione delle loro ceneri dopo la morte. Nella vicenda di Piramo e Tisbe si intrecciano ,, la simbolica unione delle loro ceneri dopo la morte. Nella vicenda di Piramo e Tisbe si intrecciano ,
dunque , diversi motivi e generi : il motivo dell’elegia, quello della tragedia e del πάθος tragico,dunque , diversi motivi e generi : il motivo dell’elegia, quello della tragedia e del πάθος tragico,
quello finale dell’αίτιον , il tutto inserito in una struttura a cornice , dal tono fiabesco, dove il narratorequello finale dell’αίτιον , il tutto inserito in una struttura a cornice , dal tono fiabesco, dove il narratore
di primo grado (Ovidio) , cede la parola ad un narratore di secondo grado, costituto da alcune sorelledi primo grado (Ovidio) , cede la parola ad un narratore di secondo grado, costituto da alcune sorelle
di Orcomèno, di professione filatrici , le quali per alleviare le fatiche del lavoro , in un momento didi Orcomèno, di professione filatrici , le quali per alleviare le fatiche del lavoro , in un momento di
pausa, decidono di narrare un mito poco conosciuto , che consente ad Ovidio di esibire la propriapausa, decidono di narrare un mito poco conosciuto , che consente ad Ovidio di esibire la propria
erudizione.erudizione.
Ovidio ed il mito di Narciso ed Eco.Ovidio ed il mito di Narciso ed Eco.
 Una storia di amore , struggimento e morte è pure quella narrata da Ovidio nelUna storia di amore , struggimento e morte è pure quella narrata da Ovidio nel IIIIII libro dellelibro delle
MetamorfosiMetamorfosi , che ha come protagonisti Narciso ed Eco : anche qui ci troviamo di fronte a due, che ha come protagonisti Narciso ed Eco : anche qui ci troviamo di fronte a due
mondi tra loro impenetrabili e per molti tratti contrapposti : la presa di coscienza di sé , ribaltando ilmondi tra loro impenetrabili e per molti tratti contrapposti : la presa di coscienza di sé , ribaltando il
precetto delfico del “conosci te stesso” , rappresenta per Narciso l’origine della sua rovina . Di luiprecetto delfico del “conosci te stesso” , rappresenta per Narciso l’origine della sua rovina . Di lui
rimarrà una labile traccia nel fiore del narciso che etimologicamente rinvia al ναρκός , al sonno ,rimarrà una labile traccia nel fiore del narciso che etimologicamente rinvia al ναρκός , al sonno ,
all’oblio . Narciso è identità pura che , scissa , tenta inutilmente di possedersi, ma con esitiall’oblio . Narciso è identità pura che , scissa , tenta inutilmente di possedersi, ma con esiti
fallimentari che producono frustrazione, la presa di coscienza della propria povertà,l’ assenza dellafallimentari che producono frustrazione, la presa di coscienza della propria povertà,l’ assenza della
pienezza. Paradossalmente , migliore sarebbe la condizione di distanza dall’oggetto del desiderio ,pienezza. Paradossalmente , migliore sarebbe la condizione di distanza dall’oggetto del desiderio ,
meglio non averlo in sé , meglio fuggire dal proprio corpo ( vv . 466-468 ) . Narciso , dunque , èmeglio non averlo in sé , meglio fuggire dal proprio corpo ( vv . 466-468 ) . Narciso , dunque , è
condannato a struggersi fino alla morte per il mancato possesso di quel sé medesimo che gli sfuggecondannato a struggersi fino alla morte per il mancato possesso di quel sé medesimo che gli sfugge
e che al contempo gli è compenetrato , tanto da rappresentare l’essere amato e al contempo ile che al contempo gli è compenetrato , tanto da rappresentare l’essere amato e al contempo il
soggetto amante . La dimensione visiva , l’ “imago visus” , di cui Narciso è emblema e di cui si bea ,soggetto amante . La dimensione visiva , l’ “imago visus” , di cui Narciso è emblema e di cui si bea ,
non si sostanzia del l possesso e dell’appagamento amoroso ma è essa stessa motivo di sofferenzanon si sostanzia del l possesso e dell’appagamento amoroso ma è essa stessa motivo di sofferenza
profonda , generatrice di consunzione e di morte .profonda , generatrice di consunzione e di morte .
Diversamente , Eco incarna la pura alterità che insegue vanamente la mera identità che le sfugge .Diversamente , Eco incarna la pura alterità che insegue vanamente la mera identità che le sfugge .
Soffre e si consuma per amore sino a divenire “flatus vocis” . Non c’è possibilità di compenetrazioneSoffre e si consuma per amore sino a divenire “flatus vocis” . Non c’è possibilità di compenetrazione
o incontro tra due entità così diverse , eppure così parimenti insoddisfatte . L’unico elemento comuneo incontro tra due entità così diverse , eppure così parimenti insoddisfatte . L’unico elemento comune
è il progressivo disfacimento e la frustrazione profonda che le caratterizza . Ne deriva , attraverso laè il progressivo disfacimento e la frustrazione profonda che le caratterizza . Ne deriva , attraverso la
vena poetica ovidiana , un corrispondersi di effetti fonici e visivi , una serie di rimandi verbali , mentrevena poetica ovidiana , un corrispondersi di effetti fonici e visivi , una serie di rimandi verbali , mentre
tutto si dissolve e si risolve nel gioco incessante delle trasformazioni .tutto si dissolve e si risolve nel gioco incessante delle trasformazioni .
IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE.IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE.
Riassunto e commento.Riassunto e commento.
 Il poeta latino Ovidio nelle sueIl poeta latino Ovidio nelle sue MetamorfosiMetamorfosi,,
monumentale opera nella quale narra in versi moltimonumentale opera nella quale narra in versi molti
miti greco-romani, ci parla della vicenda di Orfeo edmiti greco-romani, ci parla della vicenda di Orfeo ed
Euridice. Orfeo era, secondo la mitologia, poeta eEuridice. Orfeo era, secondo la mitologia, poeta e
musico di eccezionale talento, figlio del dio Apollomusico di eccezionale talento, figlio del dio Apollo
(secondo altri di Eagro) e della musa Calliope.(secondo altri di Eagro) e della musa Calliope.
Quando suonava la lira incantava non solo gli uomini,Quando suonava la lira incantava non solo gli uomini,
ma anche gli animali e la natura in genere. Euridicema anche gli animali e la natura in genere. Euridice
era la sua giovane e bellissima sposa, che un giorno,era la sua giovane e bellissima sposa, che un giorno,
correndo per sfuggire ad un tentativo di violenza dacorrendo per sfuggire ad un tentativo di violenza da
parte del pastore Aristeo, inavvertitamente mise ilparte del pastore Aristeo, inavvertitamente mise il
piede sopra un serpente velenoso. Questo le diedepiede sopra un serpente velenoso. Questo le diede
un morso che per lei fu fatale. Euridice. infatti, morì eun morso che per lei fu fatale. Euridice. infatti, morì e
scese nell’Averno, ch’era per gli antichi il regno deiscese nell’Averno, ch’era per gli antichi il regno dei
morti. Orfeo provò un dolore immenso per questomorti. Orfeo provò un dolore immenso per questo
tragico evento e, non riuscendo a trovaretragico evento e, non riuscendo a trovare
consolazione, ebbe l’ardire di recarsi nell’Oltretombaconsolazione, ebbe l’ardire di recarsi nell’Oltretomba
per tentare di riportare in vita la sua dolcissima sposa.per tentare di riportare in vita la sua dolcissima sposa.
All’ingresso dell’Averno c’era il custode Cerbero, unAll’ingresso dell’Averno c’era il custode Cerbero, un
cane con tre facce; esso, latrando fortemente,cane con tre facce; esso, latrando fortemente,
scoraggiava i morti che volessero uscire da quelscoraggiava i morti che volessero uscire da quel
regno e i vivi che volessero entrarvi. Non riuscì,regno e i vivi che volessero entrarvi. Non riuscì,
comunque, ad impedire l’ingresso ad Orfeo perchécomunque, ad impedire l’ingresso ad Orfeo perché
questi, cantando accompagnandosi con la lira, seppequesti, cantando accompagnandosi con la lira, seppe
ammansirlo. Lo stesso fece Orfeo con altre creatureammansirlo. Lo stesso fece Orfeo con altre creature
sotterranee finché non giunse alla presenza disotterranee finché non giunse alla presenza di
Plutone, re dell’OltretombaPlutone, re dell’Oltretomba, e della sua sposa, e della sua sposa
Persefone (ovvero Proserpina, della qualePersefone (ovvero Proserpina, della quale
abbiamo già parlato).abbiamo già parlato).
IL MITO DI ORFEO E DIIL MITO DI ORFEO E DI
EURIDICE(continua)EURIDICE(continua)
 Quando vide che anch’essi erano incantati dalla dolcezza della sua voce e della suaQuando vide che anch’essi erano incantati dalla dolcezza della sua voce e della sua
musica, Orfeo chiese la restituzione di Euridice. Plutone acconsentì, a condizione chemusica, Orfeo chiese la restituzione di Euridice. Plutone acconsentì, a condizione che
egli, precedendo la sposa nella via del ritorno, sapesse resistere alla tentazione diegli, precedendo la sposa nella via del ritorno, sapesse resistere alla tentazione di
voltarsi indietro per guardarla. Orfeo accettò, convinto che fosse facile rispettare quellavoltarsi indietro per guardarla. Orfeo accettò, convinto che fosse facile rispettare quella
condizione. Tuttavia quando fu vicino alla luce del sole, un po’ per il timore che la sposacondizione. Tuttavia quando fu vicino alla luce del sole, un po’ per il timore che la sposa
non lo seguisse più e un po’ per il forte desiderio di guardarla in viso, si voltò e in quelnon lo seguisse più e un po’ per il forte desiderio di guardarla in viso, si voltò e in quel
preciso istante una forza misteriosa risucchiò Euridice, che scomparve per sempre. Apreciso istante una forza misteriosa risucchiò Euridice, che scomparve per sempre. A
questo punto Ovidio fa questa riflessione: “Quella morì per la seconda volta, ma nonquesto punto Ovidio fa questa riflessione: “Quella morì per la seconda volta, ma non
ebbe ragione di lagnarsi del marito (e di che cosa poteva lagnarsi se non di essere stataebbe ragione di lagnarsi del marito (e di che cosa poteva lagnarsi se non di essere stata
amata molto?)”. Orfeo, dunque, continuò da solo il viaggio di ritorno senza essereamata molto?)”. Orfeo, dunque, continuò da solo il viaggio di ritorno senza essere
riuscito a strappare all’Averno la sua diletta Euridice. Noi sappiamo che i miti, oltre adriuscito a strappare all’Averno la sua diletta Euridice. Noi sappiamo che i miti, oltre ad
essere avvincenti per se stessi, servono anche a spiegare certe verità. Qual é, dunque, ilessere avvincenti per se stessi, servono anche a spiegare certe verità. Qual é, dunque, il
significato del mito di Orfeo ed Euridice? Esso intende convincere gli uomini, consignificato del mito di Orfeo ed Euridice? Esso intende convincere gli uomini, con
immagini poetiche suggestive ed emozionanti, che quando si entra nel regno dei morti èimmagini poetiche suggestive ed emozionanti, che quando si entra nel regno dei morti è
impossibile ritornare nel mondo dei vivi. Il mito di Orfeo fu molto caro agli antichi, neimpossibile ritornare nel mondo dei vivi. Il mito di Orfeo fu molto caro agli antichi, ne
sono prova i numerosi reperti archeologici con la raffigurazione dei due protagonisti.sono prova i numerosi reperti archeologici con la raffigurazione dei due protagonisti.
Esso ha ispirato anche alcuni musicisti moderni, fra i quali il Monteverdi nel secolo XVII.Esso ha ispirato anche alcuni musicisti moderni, fra i quali il Monteverdi nel secolo XVII.
Testi:IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE IN VIRGILIO, IV GEORG.,vv. 485-Testi:IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE IN VIRGILIO, IV GEORG.,vv. 485-
503.Euridice scompare per sempre.503.Euridice scompare per sempre.
 IamqueIamque pedem referens casus evaseratpedem referens casus evaserat
omnes; 485omnes; 485
redditaque Eurydice superas veniebat ad auras,redditaque Eurydice superas veniebat ad auras,
pone sequens, namque hanc dederat Proserpinapone sequens, namque hanc dederat Proserpina
legem,legem,
cum subita incautum dementia cepit amantem,cum subita incautum dementia cepit amantem,
ignoscenda quidem, scirent si ignoscere manes.ignoscenda quidem, scirent si ignoscere manes.
Restitit Eurydicenque suam iam luce subRestitit Eurydicenque suam iam luce sub
ipsa 490ipsa 490
immemor heu! victusque animi respexit. Ibi omnisimmemor heu! victusque animi respexit. Ibi omnis
effusus labor atque immitis rupta tyrannieffusus labor atque immitis rupta tyranni
foedera, terque fragor stagnis auditus Avernis.foedera, terque fragor stagnis auditus Avernis.
Illa, Quis et me, inquit, miseram et te perdidit, Orpheu,Illa, Quis et me, inquit, miseram et te perdidit, Orpheu,
quis tantus furor? En iterum crudeliaquis tantus furor? En iterum crudelia
retro 495retro 495
Fata vocant, conditque natantia lumina somnus.Fata vocant, conditque natantia lumina somnus.
Iamque vale: feror ingenti circumdata nocteIamque vale: feror ingenti circumdata nocte
invalidasque tibi tendens, heu non tua, palmas!invalidasque tibi tendens, heu non tua, palmas!
dixit et ex oculis subito, ceu fumus in aurasdixit et ex oculis subito, ceu fumus in auras
commixtus tenues, fugit diversa, nequecommixtus tenues, fugit diversa, neque
illum, 500illum, 500
prensantem nequiquam umbras et multa volentemprensantem nequiquam umbras et multa volentem
dicere, praeterea vidit, nec portitor Orcidicere, praeterea vidit, nec portitor Orci
amplius obiectam passus transire paludem.amplius obiectam passus transire paludem.
Traduzione,Georg.vv. 485-503Traduzione,Georg.vv. 485-503
 E già aveva oltrepassato tutte le difficoltà indietreggiando il passo, edE già aveva oltrepassato tutte le difficoltà indietreggiando il passo, ed
Euridice, ritornata procedeva verso il cielo superiore sequendolo dietroEuridice, ritornata procedeva verso il cielo superiore sequendolo dietro
(e infatti Proserpina aveva dato questo comando, quando una(e infatti Proserpina aveva dato questo comando, quando una
improvvisa pazzia prese l'incauto amante, certamente da perdonare,improvvisa pazzia prese l'incauto amante, certamente da perdonare,
se i Mani sapessero perdonare.Si fermò, e già sotto ai primi raggise i Mani sapessero perdonare.Si fermò, e già sotto ai primi raggi
immemore ahi! E vinto nell'animo, la sua Euridicesi volse a guardare.immemore ahi! E vinto nell'animo, la sua Euridicesi volse a guardare.
Qui tutta la fatica fu sciupata e i patti dell'aspro tiranno furono rotti, treQui tutta la fatica fu sciupata e i patti dell'aspro tiranno furono rotti, tre
volte un rumore fu udito dal lago Averno. Ella disse: "Chi rovinò mevolte un rumore fu udito dal lago Averno. Ella disse: "Chi rovinò me
misera e te, oh Orfeo, quale pazzia così grande? Ecco che di nuovo imisera e te, oh Orfeo, quale pazzia così grande? Ecco che di nuovo i
crudeli fati mi chiamano indietro, e il sonno fa cessare le luci naviganti.crudeli fati mi chiamano indietro, e il sonno fa cessare le luci naviganti.
E ormai addio: sono portata, circondata, dalla grande notte che miE ormai addio: sono portata, circondata, dalla grande notte che mi
ravvolge, ed impotenti a te stendendo, ahi! Non più tua le palme”.ravvolge, ed impotenti a te stendendo, ahi! Non più tua le palme”.
Disse e, giratasi, immeditamente si allontanò dagli occhi, come il tenueDisse e, giratasi, immeditamente si allontanò dagli occhi, come il tenue
fumo misto nell'aria, e non vide lui che afferrava inutilmente le ombre efumo misto nell'aria, e non vide lui che afferrava inutilmente le ombre e
che voleva dire molte cose; nè il nocchiero dell'Orco accettò di fargliche voleva dire molte cose; nè il nocchiero dell'Orco accettò di fargli
passare di nuovo l’opposta palude.passare di nuovo l’opposta palude.
Georg. IV l. vv. 504-527. TraduzioneGeorg. IV l. vv. 504-527. Traduzione
 Che cosa potrebbe fare? dove si trascinerà, rapita la coniuge due volte (dopoChe cosa potrebbe fare? dove si trascinerà, rapita la coniuge due volte (dopo
che la coniuge fu rapita per due volte)? con quale lamento potrebbeche la coniuge fu rapita per due volte)? con quale lamento potrebbe
commuovere i Mani, quali numi con la voce? Ella già navigava nella freddacommuovere i Mani, quali numi con la voce? Ella già navigava nella fredda
barchetta stigia. Narrano che egli si lamentò di se stesso per sette interi mesibarchetta stigia. Narrano che egli si lamentò di se stesso per sette interi mesi
secondo l'ordine sotto una rupe di aria presso l'onda dello Strimone, e chesecondo l'ordine sotto una rupe di aria presso l'onda dello Strimone, e che
ricordò queste sotto gli gelidi antri mentre placava le tigri e parlava alle quercericordò queste sotto gli gelidi antri mentre placava le tigri e parlava alle querce
con una poesia: come il dolente usignolo si lamenta sotto l'ombra del pioppocon una poesia: come il dolente usignolo si lamenta sotto l'ombra del pioppo
dei figli persi, che il duro aratoresottrasse quardando nel nido implume; ma elladei figli persi, che il duro aratoresottrasse quardando nel nido implume; ma ella
piange la notte, sedendo sul ramo ricomincia il canto meraviglioso, e riempepiange la notte, sedendo sul ramo ricomincia il canto meraviglioso, e riempe
largamente di mesti lameti i luoghi. Nessuna Venere, nessun canto nuzialelargamente di mesti lameti i luoghi. Nessuna Venere, nessun canto nuziale
piegò l'animo: da solo rischiara i ghiacci iperborei e il nevoso Tanai e le regionipiegò l'animo: da solo rischiara i ghiacci iperborei e il nevoso Tanai e le regioni
mai prive dell'inverno rifeo, lamentandosi della rapita Euridice e dei donimai prive dell'inverno rifeo, lamentandosi della rapita Euridice e dei doni
strappati da Dite. Le madri disprezzate dei Ciconi cosparsero con quel regalo ilstrappati da Dite. Le madri disprezzate dei Ciconi cosparsero con quel regalo il
giovane, fatto a pezzi attraverso gli spazi larghi, tra le cose sacre degli dei egiovane, fatto a pezzi attraverso gli spazi larghi, tra le cose sacre degli dei e
nell'orgia notturna di Bacco. Allora,anche mentre Eagro Ebro volgeva il caponell'orgia notturna di Bacco. Allora,anche mentre Eagro Ebro volgeva il capo
divelto dalla marmorea cervice, mentre lo portava nel mezzo dei gorghi, ladivelto dalla marmorea cervice, mentre lo portava nel mezzo dei gorghi, la
stessa voce e la fredda lingua chiamavano Euridice, ah! misera Euridice: sustessa voce e la fredda lingua chiamavano Euridice, ah! misera Euridice: su
tutto il fiume le rive riferivano "Euridice".tutto il fiume le rive riferivano "Euridice".
IL MITO DI ORFEO ED EURIDICEIL MITO DI ORFEO ED EURIDICE
IN OVIDIO. Traduzione italianaIN OVIDIO. Traduzione italiana
 Di lì, avvolto nel suo mantello dorato, se ne andò ImeneoDi lì, avvolto nel suo mantello dorato, se ne andò Imeneo
per l’etere infinito, dirigendosi verso la terraper l’etere infinito, dirigendosi verso la terra
dei Cìconi, dove la voce di Orfeo lo invocava invano.dei Cìconi, dove la voce di Orfeo lo invocava invano.
Invano, sì, perché il dio venne, ma senza le parole di rito,Invano, sì, perché il dio venne, ma senza le parole di rito,
senza letizia in volto, senza presagi propizi.senza letizia in volto, senza presagi propizi.
Persino la fiaccola che impugnava sprigionò soltanto fumo,Persino la fiaccola che impugnava sprigionò soltanto fumo,
provocando lacrime, e, per quanto agitata, non levò mai fiamme.provocando lacrime, e, per quanto agitata, non levò mai fiamme.
Presagio infausto di peggiore evento: la giovane sposa,Presagio infausto di peggiore evento: la giovane sposa,
mentre tra i prati vagava in compagnia d’uno stuolomentre tra i prati vagava in compagnia d’uno stuolo
di Naiadi, morì, morsa al tallone da un serpente.di Naiadi, morì, morsa al tallone da un serpente.
A lungo sotto la volta del cielo la pianse il poetaA lungo sotto la volta del cielo la pianse il poeta
del Ròdope, ma per saggiare anche il mondo dei morti,del Ròdope, ma per saggiare anche il mondo dei morti,
non esitò a scendere sino allo Stige per la porta del Tènaro:non esitò a scendere sino allo Stige per la porta del Tènaro:
tra folle irreali, tra fantasmi di defunti onorati, giunsetra folle irreali, tra fantasmi di defunti onorati, giunse
alla presenza di Persefone e del signore che reggealla presenza di Persefone e del signore che regge
lo squallido regno dei morti. Intonando al canto le cordelo squallido regno dei morti. Intonando al canto le corde
della lira, così disse: «O dei, che vivete nel mondo degl’Inferi,della lira, così disse: «O dei, che vivete nel mondo degl’Inferi,
dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire,dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire,
se è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugise è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugi
di un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitaredi un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitare
le tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre gole,le tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre gole,
irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.
 Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva calpestato,Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva calpestato,
in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso.in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso.
Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato:Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato:
ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo;ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo;
se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero:se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero:
se non è inventata la novella di quell’antico rapimento,se non è inventata la novella di quell’antico rapimento,
anche voi foste uniti da Amore. Per questi luoghi paurosi,anche voi foste uniti da Amore. Per questi luoghi paurosi,
per questo immane abisso, per i silenzi di questo immenso regno,per questo immane abisso, per i silenzi di questo immenso regno,
vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di Euridice!vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di Euridice!
Tutto vi dobbiamo, e dopo un breve soggiorno in terra,Tutto vi dobbiamo, e dopo un breve soggiorno in terra,
presto o tardi tutti precipitiamo in quest’unico luogo.presto o tardi tutti precipitiamo in quest’unico luogo.
Qui tutti noi siamo diretti; questa è l’ultima dimora, e quiQui tutti noi siamo diretti; questa è l’ultima dimora, e qui
sugli esseri umani il vostro dominio non avrà mai fine.sugli esseri umani il vostro dominio non avrà mai fine.
Anche Euridice sarà vostra, quando sino in fondo avrà compiutoAnche Euridice sarà vostra, quando sino in fondo avrà compiuto
il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono.il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono.
Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo è certo:Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo è certo:
io non me ne andrò: della morte d’entrambi godrete!».io non me ne andrò: della morte d’entrambi godrete!».
Il mito di Orfeo e di Euridice.Il mito di Orfeo e di Euridice.
Traduzione italiana (continua).Traduzione italiana (continua).
 Mentre così si esprimeva, accompagnato dal suono della lira,Mentre così si esprimeva, accompagnato dal suono della lira,
le anime esangui piangevano; Tantalo tralasciò d’afferrarele anime esangui piangevano; Tantalo tralasciò d’afferrare
l’acqua che gli sfuggiva, la ruota d’Issìone s’arrestò stupita,l’acqua che gli sfuggiva, la ruota d’Issìone s’arrestò stupita,
gli avvoltoi più non rosero il fegato a Tizio, deposero l’urnagli avvoltoi più non rosero il fegato a Tizio, deposero l’urna
le nipoti di Belo e tu, Sisifo, sedesti sul tuo macigno.le nipoti di Belo e tu, Sisifo, sedesti sul tuo macigno.
Si dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima voltaSi dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima volta
si bagnassero allora di lacrime le guance. Né ebbero cuore,si bagnassero allora di lacrime le guance. Né ebbero cuore,
regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera,regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera,
e chiamarono Euridice. Tra le ombre appena giunte si trovava,e chiamarono Euridice. Tra le ombre appena giunte si trovava,
e venne avanti con passo reso lento dalla ferita.e venne avanti con passo reso lento dalla ferita.
Orfeo del Ròdope, prendendola per mano, ricevette l’ordineOrfeo del Ròdope, prendendola per mano, ricevette l’ordine
di non volgere indietro lo sguardo, finché non fosse uscitodi non volgere indietro lo sguardo, finché non fosse uscito
dalle valli dell’Averno; vano, se no, sarebbe stato il dono.dalle valli dell’Averno; vano, se no, sarebbe stato il dono.
In un silenzio di tomba s’inerpicano su per un sentieroIn un silenzio di tomba s’inerpicano su per un sentiero
scosceso, buio, immerso in una nebbia impenetrabile.scosceso, buio, immerso in una nebbia impenetrabile.
E ormai non erano lontani dalla superficie della terra,E ormai non erano lontani dalla superficie della terra,
quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla,quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla,
l’innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell’Averno;l’innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell’Averno;
cercò, sì, tendendo le braccia, d’afferrarlo ed essere afferrata,cercò, sì, tendendo le braccia, d’afferrarlo ed essere afferrata,
ma null’altro strinse, ahimè, che l’aria sfuggente.ma null’altro strinse, ahimè, che l’aria sfuggente.
Morendo di nuovo non ebbe per Orfeo parole di rimproveroMorendo di nuovo non ebbe per Orfeo parole di rimprovero
(di cosa avrebbe dovuto lamentarsi, se non d’essere amata?);(di cosa avrebbe dovuto lamentarsi, se non d’essere amata?);
per l’ultima volta gli disse ‘addio’, un addio che alle sue orecchieper l’ultima volta gli disse ‘addio’, un addio che alle sue orecchie
giunse appena, e ripiombò nell’abisso dal quale saliva.giunse appena, e ripiombò nell’abisso dal quale saliva.
Rimase impietrito Orfeo per la doppia morte della moglie,Rimase impietrito Orfeo per la doppia morte della moglie,
così come colui che fu terrorizzato nel vedere Cerberocosì come colui che fu terrorizzato nel vedere Cerbero
con la testa di mezzo incatenata, e il cui terrore non cessòcon la testa di mezzo incatenata, e il cui terrore non cessò
finché dall’avita natura il suo corpo non fu mutato in pietra;finché dall’avita natura il suo corpo non fu mutato in pietra;
o come Oleno che si addossò la colpa e volleo come Oleno che si addossò la colpa e volle
passare per reo; o te, sventurata Letea, troppo innamoratapassare per reo; o te, sventurata Letea, troppo innamorata
IL LESSICO AMOROSO INIL LESSICO AMOROSO IN
VIRGILIOVIRGILIO
 Le scelte lessicali di Virgilio, comeLe scelte lessicali di Virgilio, come
abbiamo detto, tanto nelleabbiamo detto, tanto nelle
determinazioni sostantivali che neglideterminazioni sostantivali che negli
aggettivi, manifestano una concezioneaggettivi, manifestano una concezione
negativa, pessimistica dell’amore.negativa, pessimistica dell’amore.
L’amore si presenta infatti come “L’amore si presenta infatti come “furor”furor”
(v. 495), follia rovinosa, letale, passione(v. 495), follia rovinosa, letale, passione
totalizzante, che acceca Orfeo, cometotalizzante, che acceca Orfeo, come
precedentemente aveva ottenebrato laprecedentemente aveva ottenebrato la
mente del pastore Aristeo, che in predamente del pastore Aristeo, che in preda
alla libidine aveva inseguito Proserpina,alla libidine aveva inseguito Proserpina,
provocandone la morte a causa delprovocandone la morte a causa del
morso di un serpente e comemorso di un serpente e come
successivamente avverrà allo stessosuccessivamente avverrà allo stesso
Orfeo, vittima della follia omicida delleOrfeo, vittima della follia omicida delle
donne della Tracia, che ne smembrano ildonne della Tracia, che ne smembrano il
corpo a causa del suo insistente rifiuto .icorpo a causa del suo insistente rifiuto .i
termini: furor error,exitium, sitermini: furor error,exitium, si
dispongono nell’opera secondo undispongono nell’opera secondo un
climax ascendente dove l’exitium è laclimax ascendente dove l’exitium è la
conseguenza dell’amore come furorconseguenza dell’amore come furor
(follia)(follia)
amor
furor error exitium
UN’INTERPRETAZIONE DEL MITOUN’INTERPRETAZIONE DEL MITO
DI ORFEO ED EURIDICEDI ORFEO ED EURIDICE
 L’amore comeL’amore come furorfuror si contrappone tematicamente al motivo dellasi contrappone tematicamente al motivo della lexlex (vv.487).(vv.487).
La lex richiama il successivo foedera del vv. 493 , il patto stipulato tra Orfeo eLa lex richiama il successivo foedera del vv. 493 , il patto stipulato tra Orfeo e
le divinità degli Inferi che prevedeva come condizione per far ritornare Euridicele divinità degli Inferi che prevedeva come condizione per far ritornare Euridice
alle soglie della luce, che il cantore non si voltasse indietro per rivederealle soglie della luce, che il cantore non si voltasse indietro per rivedere
l’amata. Come è stato notato,l’amata. Come è stato notato,‫ر‬‫ر‬** il patto stabilito tra Orfeo e le divinità infernaliil patto stabilito tra Orfeo e le divinità infernali
conteneva però una clausola che non poteva non essere violata, era un pattoconteneva però una clausola che non poteva non essere violata, era un patto
non equo tutto a sfavore di Orfeo, che serviva alle divinità infernali pernon equo tutto a sfavore di Orfeo, che serviva alle divinità infernali per
confermare la legge che vige nel mondo dell’Ade: la morte non si puòconfermare la legge che vige nel mondo dell’Ade: la morte non si può
trasformare nel suo contrario, nella vita,gli opposti sono senza conciliazione.trasformare nel suo contrario, nella vita,gli opposti sono senza conciliazione.
Nella sua passione totalizzante, accecante per un singolo individuo, OrfeoNella sua passione totalizzante, accecante per un singolo individuo, Orfeo
rischiava di mettere in crisi il ferreo ordine del mondo degli Inferi, come lerischiava di mettere in crisi il ferreo ordine del mondo degli Inferi, come le
guerre civili, le spinte individualistiche sorte nell’età cesariana, rischiavano diguerre civili, le spinte individualistiche sorte nell’età cesariana, rischiavano di
mettere in crisi il buon ordine stabilito da Augusto. Ma del resto la passione dimettere in crisi il buon ordine stabilito da Augusto. Ma del resto la passione di
Orfeo nella sua irrazionalità aveva una ragione: non si può amare chi non siOrfeo nella sua irrazionalità aveva una ragione: non si può amare chi non si
conosce, chi non si vede,di qui il desiderio di Orfeo di volerconosce, chi non si vede,di qui il desiderio di Orfeo di voler respicererespicere (dove il(dove il
verbo significa :”guardare con intensità, prendendosi cura dell’altro”) l’amata,verbo significa :”guardare con intensità, prendendosi cura dell’altro”) l’amata,
un desiderio da perdonare, se le divinità degli Inferi, conquistate all’un desiderio da perdonare, se le divinità degli Inferi, conquistate all’apatheiaapatheia
stoicheggiante di Augusto, avessero saputo perdonare”.stoicheggiante di Augusto, avessero saputo perdonare”.
ETIMOLOGIAETIMOLOGIALEXLEX Dalla radice i. e. legh,da cui l’ant. nordDalla radice i. e. legh,da cui l’ant. nord
ted. lted. löög = ant. sass. lag. (inglese law),g = ant. sass. lag. (inglese law),
“porre, giacere” che darebbe al termine“porre, giacere” che darebbe al termine
il senso di legge positiva, stabilita.il senso di legge positiva, stabilita.
Secondo altri si ricollega al verbo lat.Secondo altri si ricollega al verbo lat.
legere (greco legein)legere (greco legein)
IMPERIUMIMPERIUM I lessici etimologici, tra i quali l’ErnoutI lessici etimologici, tra i quali l’Ernout
Meillet , accettano la comune etimologiaMeillet , accettano la comune etimologia
che imperium derivi da in e paro; paroche imperium derivi da in e paro; paro
significa: “ preparo, procuro,significa: “ preparo, procuro,
apparecchio” e impero significherebbe:apparecchio” e impero significherebbe:
“faccio preparativi perché si compia“faccio preparativi perché si compia
qualcosa”. In imperare sarebbe implicitoqualcosa”. In imperare sarebbe implicito
il senso di comandare.il senso di comandare.
PRAECEPTUMPRAECEPTUM Dal latino, prae e capere, “prendere”,Dal latino, prae e capere, “prendere”,
norma relativa al comportamento dinorma relativa al comportamento di
un’autorità riconosciuta.un’autorità riconosciuta.
JUSJUS E’ la voce sincopata derivata da jussumE’ la voce sincopata derivata da jussum
= comando, ordine, regola prescritta,= comando, ordine, regola prescritta,
IL MITO DI PIRAMO EIL MITO DI PIRAMO E
TISBE.Riassunto..TISBE.Riassunto..
 Piramo e Tisbe, due fanciulli babilonesi, abitano in due casePiramo e Tisbe, due fanciulli babilonesi, abitano in due case
contigue; grazie alla vicinanza si conoscono e col tempo nascecontigue; grazie alla vicinanza si conoscono e col tempo nasce
l’amore. Si sarebbero uniti in legittime nozze, se non l’avesserol’amore. Si sarebbero uniti in legittime nozze, se non l’avessero
impedito i genitori, ma il loro amore cresceva sempre più. Non siimpedito i genitori, ma il loro amore cresceva sempre più. Non si
confidano con nessuno e si parlano con cenni e gesti. Il muroconfidano con nessuno e si parlano con cenni e gesti. Il muro
comune alle due case è solcato da una sottile fessura, la quale sicomune alle due case è solcato da una sottile fessura, la quale si
era formata al tempo in cui era stato costruito. La crepa viene cosìera formata al tempo in cui era stato costruito. La crepa viene così
usata dagli innamorati per parlarsi e sussurrarsi dolci parole.usata dagli innamorati per parlarsi e sussurrarsi dolci parole.
Restando divisi, una sera si salutano e ciascuno dà alla sua parteRestando divisi, una sera si salutano e ciascuno dà alla sua parte
del muro dei baci che non arrivano di là. L’indomani tornano tutti edel muro dei baci che non arrivano di là. L’indomani tornano tutti e
due al solito posto. Allora, dopo essersi a lungo lamentati,due al solito posto. Allora, dopo essersi a lungo lamentati,
stabiliscono di eludere la vigilanza e di tentar di uscire di casa nelstabiliscono di eludere la vigilanza e di tentar di uscire di casa nel
silenzio della notte, e una volta fuori, di lasciare anche l’abitato esilenzio della notte, e una volta fuori, di lasciare anche l’abitato e
incontrarsi al sepolcro del re Nino e nascondersi al buio sottoincontrarsi al sepolcro del re Nino e nascondersi al buio sotto
l’albero. C’è lì infatti un albero tutto carico di bacche bianche comel’albero. C’è lì infatti un albero tutto carico di bacche bianche come
neve, e un alto gelso sull’orlo di una freschissima fonte.neve, e un alto gelso sull’orlo di una freschissima fonte.
Rimangono d’accordo così. Di soppiatto, aperta con cautela laRimangono d’accordo così. Di soppiatto, aperta con cautela la
porta, Tisbe esce nelle tenebre senza farsi sentire dai suoi, e colporta, Tisbe esce nelle tenebre senza farsi sentire dai suoi, e col
volto velato arriva al sepolcro e si siede sotto l’albero prestabilito.volto velato arriva al sepolcro e si siede sotto l’albero prestabilito.
Quand’ecco che una leonessa, che aveva appena fatto strage diQuand’ecco che una leonessa, che aveva appena fatto strage di
buoi, giunge con la schiuma alla bocca e il muso intriso di sanguebuoi, giunge con la schiuma alla bocca e il muso intriso di sangue
a dissetarsi alla fonte lì accanto. Tisbe di Babilonia la vede ala dissetarsi alla fonte lì accanto. Tisbe di Babilonia la vede al
chiarore della luna, e con piede trepidante corre a rifugiarsi in unachiarore della luna, e con piede trepidante corre a rifugiarsi in una
grotta oscura, ma mentre fuggiva il velo le scivola dalle spalle. Lagrotta oscura, ma mentre fuggiva il velo le scivola dalle spalle. La
leonessa, sedata la sete, stava tornando nel bosco, quando perleonessa, sedata la sete, stava tornando nel bosco, quando per
caso trova il delicato velo abbandonato, e lo straccia con le faucicaso trova il delicato velo abbandonato, e lo straccia con le fauci
insanguinate. Piramo, uscito più tardi, scorge nell’alta polvere leinsanguinate. Piramo, uscito più tardi, scorge nell’alta polvere le
orme inconfondibili di una belva e impallidisce dalla paura.orme inconfondibili di una belva e impallidisce dalla paura.
Quando poi trova anche la veste macchiata di sangue piange laQuando poi trova anche la veste macchiata di sangue piange la
morte della sua amata e invoca anche per se stesso la morte,morte della sua amata e invoca anche per se stesso la morte,
essendo causa della tragedia dell’amata. Raccolti i brandelli delessendo causa della tragedia dell’amata. Raccolti i brandelli del
velo di Tisbe, li porta ai piedi dell’albero convenuto e si conficca ilvelo di Tisbe, li porta ai piedi dell’albero convenuto e si conficca il
pugnale nel ventre. Morente, lo ritrae dalla gorgogliante ferita epugnale nel ventre. Morente, lo ritrae dalla gorgogliante ferita e
cade a terra supino. Il sangue schizza in alto e i frutti della pianta,cade a terra supino. Il sangue schizza in alto e i frutti della pianta,
spruzzati di sangue, divengono scuri; la radice inzuppata continuaspruzzati di sangue, divengono scuri; la radice inzuppata continua
a tingere di rosso cupo i grappoli di bacche. Nel frattempo Tisbea tingere di rosso cupo i grappoli di bacche. Nel frattempo Tisbe
ritorna al luogo stabilito e cerca il giovane innamorato. Ritrova eritorna al luogo stabilito e cerca il giovane innamorato. Ritrova e
riconosce la forma della pianta, ma il colore dei frutti la fa restarericonosce la forma della pianta, ma il colore dei frutti la fa restare
incerta. Mentre è in dubbio, vede un corpo agonizzante a terra, inincerta. Mentre è in dubbio, vede un corpo agonizzante a terra, in
una pozza di sangue, e rabbrividisce. Riconosciuto il suo amore, siuna pozza di sangue, e rabbrividisce. Riconosciuto il suo amore, si
batte le braccia, si straccia i capelli, abbraccia il corpo amato ebatte le braccia, si straccia i capelli, abbraccia il corpo amato e
bacia il suo gelido volto. Piramo alza per un attimo gli occhi e libacia il suo gelido volto. Piramo alza per un attimo gli occhi e li
richiude. Tisbe riconobbe il suo velo e, preso il pugnale di Piramo,richiude. Tisbe riconobbe il suo velo e, preso il pugnale di Piramo,
si uccide. Prima di morire però rivolge ai genitori di entrambi unasi uccide. Prima di morire però rivolge ai genitori di entrambi una
preghiera: di restare uniti nella morte in un unico sepolcro, mentrepreghiera: di restare uniti nella morte in un unico sepolcro, mentre
all’albero di serbare il ricordo di questa tragedia e in segno di luttoall’albero di serbare il ricordo di questa tragedia e in segno di lutto
di conservare dei suoi frutti il colore scuro. Puntandosi il pugnaledi conservare dei suoi frutti il colore scuro. Puntandosi il pugnale
Il mito di Piramo e Tisbe in Ovidio,Il mito di Piramo e Tisbe in Ovidio,
MET.IV,135-165MET.IV,135-165

PPercutitercutit indignosindignos claroclaro plangoreplangore lacertoslacertos,,
etet laniatalaniata comascomas amplexaqueamplexaque corpuscorpus amatumamatum
140140vulneravulnera supplevitsupplevit lacrimislacrimis fletumquefletumque cruoricruori
miscuitmiscuit++ etet gelidisgelidis inin vultibusvultibus osculaoscula figensfigens
‘Pyrame’‘Pyrame’ clamavitclamavit ‘‘quisquis tete mihimihi casuscasus ademitademit??
PyramePyrame,, responderesponde:: tuatua tete carissimacarissima ThisbeThisbe
nominatnominat:: exaudiexaudi vultusquevultusque attolleattolle iacentesiacentes!’!’
145145AdAd nomennomen ThisbesThisbes oculosoculos iamiam mortemorte gravatosgravatos
PyramusPyramus erexiterexit,, visaquevisaque recondiditrecondidit illailla..
 QuaeQuae postquampostquam vestemquevestemque suamsuam cognovitcognovit etet enseense
viditvidit eburebur vacuumvacuum, ‘, ‘tuatua tete manus’manus’ inquitinquit ‘‘amorqueamorque
perdiditperdidit,, infelixinfelix.. EstEst etet mihimihi fortisfortis inin unumunum
hochoc manusmanus,, estest etet amoramor:: dabitdabit hichic inin vulneravulnera viresvires..
PersequarPersequar exstinctumexstinctum letiqueletique miserrimamiserrima dicardicar
causacausa comesquecomesque tuitui;; quiquequique aa meme mortemorte revellirevelli
heuheu sola poteras, poteris nec morte revelli.sola poteras, poteris nec morte revelli.
Traduzione di Met. IV, 135-165Traduzione di Met. IV, 135-165
 Si colpì con acute grida le braccia innocentiSi colpì con acute grida le braccia innocenti
 E, strappatasi i capelli, abbracciando il corpo amatoE, strappatasi i capelli, abbracciando il corpo amato
 Riempì le sue ferite di lacrime e mescolò il piantoRiempì le sue ferite di lacrime e mescolò il pianto
 Al sangue ; e imprimendo baci sul volto ormai freddo,Al sangue ; e imprimendo baci sul volto ormai freddo,
 gridò:”Piramo, quale sventura ti ha tolto a me?gridò:”Piramo, quale sventura ti ha tolto a me?
 Piramo rispondimi ! La tua carissima TisbePiramo rispondimi ! La tua carissima Tisbe
 Ti chiama; ascoltami e solleva il capo giacente!Ti chiama; ascoltami e solleva il capo giacente!
 Al nome di Tisbe , Piramo sollevò gli occhiAl nome di Tisbe , Piramo sollevò gli occhi
 Appesantiti dalla morte e li richiuse, dopo averla vista.Appesantiti dalla morte e li richiuse, dopo averla vista.
 Dopo che ella ebbe riconosciuta la propria veste eDopo che ella ebbe riconosciuta la propria veste e
 ScortoScorto
 Il fodero d’avorio vuoto della spada, disse : “La tuaIl fodero d’avorio vuoto della spada, disse : “La tua
 mano e il tuo amoremano e il tuo amore
 Ti hanno ucciso, infelice! Ma anch’io ho una mano forteTi hanno ucciso, infelice! Ma anch’io ho una mano forte
 Per questa sola impresa e ho anche l’amore: esso miPer questa sola impresa e ho anche l’amore: esso mi
 Darà la forza per colpirmi.Darà la forza per colpirmi.
 Ti seguirò nella morte e sarò detta infelicissima causaTi seguirò nella morte e sarò detta infelicissima causa
 e compagnae compagna
 della tua fine; ahimè, tu che potevi essermi strappatodella tua fine; ahimè, tu che potevi essermi strappato
 solo dalla morte, neppure dalla morte potrai essermi strappato.”solo dalla morte, neppure dalla morte potrai essermi strappato.”
LE FIGURE RETORICHE :LELE FIGURE RETORICHE :LE
ALLITTERAZIONI E I POLIPTOTIALLITTERAZIONI E I POLIPTOTI
 Tua te manusTua te manus , inquit, amorque perdidit,, inquit, amorque perdidit,
infelix”.(alliterazione)infelix”.(alliterazione)
 Quique a me morte revelliQuique a me morte revelli
 Heu solaHeu sola poteras, poterispoteras, poteris nec mortenec morte
revelli( poliptoto presente nel verbo :revelli( poliptoto presente nel verbo :
possum unitamente all’antitesi tra colapossum unitamente all’antitesi tra cola
simmetrici)simmetrici)
PIRAMO E TISBEPIRAMO E TISBE
 Il mito di Piramo e Tisbe nell’ArteIl mito di Piramo e Tisbe nell’Arte
Il mito di Piramo e Tisbe nell’arteIl mito di Piramo e Tisbe nell’arte
 IMMAGINIIMMAGINI
La fortuna del mito di Piramo eLa fortuna del mito di Piramo e
Tisbe.Tisbe.
Fonti CLASSICHEFonti CLASSICHE
 BibliografiaBibliografia
Tisfc01 Senofonte, Anabasi, I, 4
Tisfc02 Strabone, Geografia, V
Tisfc03 Ovidio, Metamorfosi, IV, vv. 55-166
Tisfc04 Igino, Fabulae, 142, 143
Tisfc05 Pseudo-Clemente, Recognitiones, X, 26
Tisfc06 Himerio di Bitinia, Orationes, IX
Tisfc07 Temistio di Bitinia, Discorsi, XI
Tisfc08 Anthologia Latina sive Poesis Latinae
Supplementum, I, 73
Tisfc09 Anthologia Latina, I, 2, 117
Tisfc10 Agostino Aurelio, De Ordine, 3, 8; 8, 21; 63
Tisfc11 Servio, Servi Grammatici qui feruntur in
Vergilii Bucolica et Georgica
commentari, VI, 22
Tisfc12 Nikolaos di Myra, Progymnasmata
Tisfc13 Nonno di Panopoli, Le Dionisiache, VI, vv.
339-355; XII, vv. 84-85
Tisfc14 Lattanzio Placido, Lactantii Placidi qui
dicitur narrationes fabularum
ovidianarum, liber IV, fab. III
La fortuna di Piramo e Tisbe nelleLa fortuna di Piramo e Tisbe nelle
fonti medioevalifonti medioevali
 Tisfm01Tisfm01Arnolfo d’Orleans, Allegoriae super Ovidii Metamorphosen, IV,Arnolfo d’Orleans, Allegoriae super Ovidii Metamorphosen, IV,
4Tisfm024Tisfm02Giovanni di Garlandia, Integumenta Ovidii, vv. 181-182Tisfm03Giovanni di Garlandia, Integumenta Ovidii, vv. 181-182Tisfm03Matteo diMatteo di
Vendôme, Piramus et TisbeTisfm04Gervasio di Melkley, Piramus etVendôme, Piramus et TisbeTisfm04Gervasio di Melkley, Piramus et
TisbéTisfm05TisbéTisfm05Gesta RomanorumGesta Romanorum, 231, 35, 231, 35 Tisfm06Dante Alighieri, La DivinaTisfm06Dante Alighieri, La Divina
Commedia, Purgatorio, XXVII, vv. 35-42; Purgatorio, XXXIII, v. 69 Tisfm07GiovanniCommedia, Purgatorio, XXVII, vv. 35-42; Purgatorio, XXXIII, v. 69 Tisfm07Giovanni
del Virgilio, Allegoriae Librorum Ovidii Metamorphoseos, IV Tisfm08del Virgilio, Allegoriae Librorum Ovidii Metamorphoseos, IV Tisfm08Piramus etPiramus et
Tisbé, Ms R (Rouen, Bibliothèque municipale 1044, folios 91r-96v, vv. 1-Tisbé, Ms R (Rouen, Bibliothèque municipale 1044, folios 91r-96v, vv. 1-
904904Tisfm09Giovanni Boccaccio, Filocolo, II, 9.4 Tisfm10Petrus Berchorius, OvidiusTisfm09Giovanni Boccaccio, Filocolo, II, 9.4 Tisfm10Petrus Berchorius, Ovidius
Moralizatus, IV, fo. xxxviMoralizatus, IV, fo. xxxvi Tisfm11Francesco Petrarca, Africa, VI, vv. 65-69Tisfm11Francesco Petrarca, Africa, VI, vv. 65-69
Tisfm12Giovanni Boccaccio, Amorosa Visione, XXI, vv. 1-12 Tisfm13GiovanniTisfm12Giovanni Boccaccio, Amorosa Visione, XXI, vv. 1-12 Tisfm13Giovanni
Boccaccio, Elegia di Madonna Fiammetta, VIIITisfm14Francesco Petrarca, RimeBoccaccio, Elegia di Madonna Fiammetta, VIIITisfm14Francesco Petrarca, Rime
disperse, sonetto XVII Tisfm15Francesco Petrarca, Trionfo dell’Amore, III, vv. 1-24disperse, sonetto XVII Tisfm15Francesco Petrarca, Trionfo dell’Amore, III, vv. 1-24
Tisfm16Giovanni Boccaccio, De mulieribus claris, XIII Tisfm17Giovanni deiTisfm16Giovanni Boccaccio, De mulieribus claris, XIII Tisfm17Giovanni dei
Bonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, IV, cap. III, IV, V, VI, VIIBonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, IV, cap. III, IV, V, VI, VII
Tisfm18Geoffrey Chaucer, The Legend of Thisbe of Babylon in The Legend ofTisfm18Geoffrey Chaucer, The Legend of Thisbe of Babylon in The Legend of
Good Women, vv. 705-923Tisfm19John Gower, Confessio Amantis, III, vv. 1331-Good Women, vv. 705-923Tisfm19John Gower, Confessio Amantis, III, vv. 1331-
14941494 Tisfm20Christine de Pisan, Epistre d’Othéa, 38Tisfm20Christine de Pisan, Epistre d’Othéa, 38 Tisfm21Christine de Pisan, LaTisfm21Christine de Pisan, La
Città delle Dame, libro II, fol. lvijCittà delle Dame, libro II, fol. lvijTisfm22Ovide Moralisé en prose, texte duTisfm22Ovide Moralisé en prose, texte du
quinzième siècle, IVTisfm23Bible des Poètes, ed.quinzième siècle, IVTisfm23Bible des Poètes, ed. A. Verard, 1493A. Verard, 1493
LA FORTUNA DEL MITO DILA FORTUNA DEL MITO DI
PIRAMO E TISBE NELLE FONTIPIRAMO E TISBE NELLE FONTI
RINASCIMENTALIRINASCIMENTALI sigla di riferimentoriferimento bibliograficoTisfr01Raffaello Regio,sigla di riferimentoriferimento bibliograficoTisfr01Raffaello Regio,
Metamorphoseon Pub. Ovidii Nasonis libri XV, IV, 3Tisfr02Niccolò degliMetamorphoseon Pub. Ovidii Nasonis libri XV, IV, 3Tisfr02Niccolò degli
Agostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral inAgostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in
verso vulgar con le sue allegorie in prosa, IV, fol. 34, 35,verso vulgar con le sue allegorie in prosa, IV, fol. 34, 35,
36Tisfr03Lodovico Dolce, Le Trasformazioni, canto VIIITisfr04Vincenzo36Tisfr03Lodovico Dolce, Le Trasformazioni, canto VIIITisfr04Vincenzo
Cartari, Imagini degli dei degli antichi, cap.Cartari, Imagini degli dei degli antichi, cap. XIVTisfr05La MétamorphoseXIVTisfr05La Métamorphose
d’Ovide figuréed’Ovide figuréeTisfr06Gabriele Simeoni, Metamorfoseo d’Ovidio figuratoTisfr06Gabriele Simeoni, Metamorfoseo d’Ovidio figurato
& abbreviato in forma d’Epigrammi, IV, f. 62, 63Tisfr07Giovanni Andrea& abbreviato in forma d’Epigrammi, IV, f. 62, 63Tisfr07Giovanni Andrea
dell’Anguillara, Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andreadell’Anguillara, Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea
dell’Anguillara in ottava rima, IVTisfr08Giuseppe Orologgi, Annotazioni adell’Anguillara in ottava rima, IVTisfr08Giuseppe Orologgi, Annotazioni a
Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara inLe Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in
ottava rima, IVTisfr09Johannes Spreng, Metamorphoses Ovidii,ottava rima, IVTisfr09Johannes Spreng, Metamorphoses Ovidii,
Argumentis quidem soluta oratione, Enarrationibus autem & AllegorijisArgumentis quidem soluta oratione, Enarrationibus autem & Allegorijis
Elegiaco Versu accuratissime expositae, IV, 47Tisfr10Elegiaco Versu accuratissime expositae, IV, 47Tisfr10Johan. PosthiiJohan. Posthii
Gemershemii, Tetrasticha in Ovidii Metam.lib.XV Quibus accesseruntGemershemii, Tetrasticha in Ovidii Metam.lib.XV Quibus accesserunt
Vergilij Solis figurae elegantiss. Et iam primum in lucemVergilij Solis figurae elegantiss. Et iam primum in lucem
editaeTisfr11editaeTisfr11William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate,William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate,
atto V, scena 1atto V, scena 1Tisfr12Luis Gòngora y Argote, La Fabula de Piramo yTisfr12Luis Gòngora y Argote, La Fabula de Piramo y
TisbeTisfr13Isaac de Benserade, Metamorphoses en Rondeaux, G.2TisbeTisfr13Isaac de Benserade, Metamorphoses en Rondeaux, G.2
IL MITO DI ECO E DI NARCISO,OVIDIO, MET.IIIIL MITO DI ECO E DI NARCISO,OVIDIO, MET.III
Il DRAMMA DINARCISO IN QUATTRO ATTIIl DRAMMA DINARCISO IN QUATTRO ATTI
 1)1) La fonte che genera ingannoLa fonte che genera inganno:”C’era una fonte limpida, argentata per le acque trasparenti che né i:”C’era una fonte limpida, argentata per le acque trasparenti che né i
pastori, né le caprette pascolate sul monte o altro bestiame avevano toccato , che nessun uccello népastori, né le caprette pascolate sul monte o altro bestiame avevano toccato , che nessun uccello né
bestia selvatica aveva turbato, né ramo caduto dall’albero. C’era intorno dell’erba che un vicino corsobestia selvatica aveva turbato, né ramo caduto dall’albero. C’era intorno dell’erba che un vicino corso
d’acqua alimentava e una selva che non avrebbe permesso che il luogo si intiepidisse per alcun sole.d’acqua alimentava e una selva che non avrebbe permesso che il luogo si intiepidisse per alcun sole.
 Qui il fanciullo stanco e per il desiderio di cacciare e per il caldo, cadde a terra attratto dalla bellezzaQui il fanciullo stanco e per il desiderio di cacciare e per il caldo, cadde a terra attratto dalla bellezza
del luogo e della fonte”.(vv. 407-414)del luogo e della fonte”.(vv. 407-414)
 2)2) Il rovesciamento del mito di Edipo, quando la conoscenza di sé genera la non conoscenzaIl rovesciamento del mito di Edipo, quando la conoscenza di sé genera la non conoscenza::
 ““ Da solo si estasia di sé e non sa più staccarsi, immobile con la stessa espressione come unaDa solo si estasia di sé e non sa più staccarsi, immobile con la stessa espressione come una
statua tratta dal marmo pario. Quante volte ha dato baci inutili alla fonte! Quante volte ha immersostatua tratta dal marmo pario. Quante volte ha dato baci inutili alla fonte! Quante volte ha immerso
nelle acque le braccia per afferrare il collo visto e non si cattura!nelle acque le braccia per afferrare il collo visto e non si cattura! Non sa che cosa vede ; ma vieneNon sa che cosa vede ; ma viene
infiammato da ciò che vede e l’errore stesso che trae in inganno ed eccita gli occhi.Nèinfiammato da ciò che vede e l’errore stesso che trae in inganno ed eccita gli occhi.Nè lala
preoccupazione del cibo, né la preoccupazione del riposo lo possono sottrarre da lì, ma sdraiatopreoccupazione del cibo, né la preoccupazione del riposo lo possono sottrarre da lì, ma sdraiato
sull’erba folta guarda con occhio mai sazio la bellezza ingannevole e lui stesso si rovina attraverso isull’erba folta guarda con occhio mai sazio la bellezza ingannevole e lui stesso si rovina attraverso i
suoi occhi, e dopo essersi un po’ sollevato, tendendo le sue braccia alle selve circostantisuoi occhi, e dopo essersi un po’ sollevato, tendendo le sue braccia alle selve circostanti
disse:”Chiunque tu sia , esci di qui. Perché mi inganni fanciullo senza pari? Dove te ne vai ogni voltadisse:”Chiunque tu sia , esci di qui. Perché mi inganni fanciullo senza pari? Dove te ne vai ogni volta
che sei ricercato? Certo né la bellezza, né la mia età sono tali da doversi evitare, mi amarono ancheche sei ricercato? Certo né la bellezza, né la mia età sono tali da doversi evitare, mi amarono anche
le ninfe. Non so quale speranza mi prometti con volto amico e perciò quando ho teso verso te lele ninfe. Non so quale speranza mi prometti con volto amico e perciò quando ho teso verso te le
braccia, tu me le hai porte di nuovo, quando ho riso, tu hai riso. Spesso anche ho notato le lacrime ebraccia, tu me le hai porte di nuovo, quando ho riso, tu hai riso. Spesso anche ho notato le lacrime e
al cenno tu rimandi dei cenni e da quanto arguisco dal tuo bel viso, tu riporti le parole che nonal cenno tu rimandi dei cenni e da quanto arguisco dal tuo bel viso, tu riporti le parole che non
giungono al nostro orecchio” (vv.418-438)giungono al nostro orecchio” (vv.418-438)
IL DRAMMA DI NARCISO IN QUATTRO ATTI (CONTINUA)IL DRAMMA DI NARCISO IN QUATTRO ATTI (CONTINUA)
 3)3) La consapevolezza dell’ingannoLa consapevolezza dell’inganno : “Sono io codesto! L’ho capito e non mi inganna l’immagine.: “Sono io codesto! L’ho capito e non mi inganna l’immagine.
Sono infiammato dal’amore per me , muovo e produco le fiamme della passione! Che cosa dovreiSono infiammato dal’amore per me , muovo e produco le fiamme della passione! Che cosa dovrei
fare? Dovrei essere richiesto o devo essere io a richiedere? Che cosa chiederò? Ciò che desidero èfare? Dovrei essere richiesto o devo essere io a richiedere? Che cosa chiederò? Ciò che desidero è
con me . L’abbondanza mi fece povero . Oh potessi separarmi dal mio corpo!....(vv. 463-467)con me . L’abbondanza mi fece povero . Oh potessi separarmi dal mio corpo!....(vv. 463-467)
 Disse e fuori di sé ritornò alla stessa visione e con le lacrime turbò le acque e dopo che fu mosso loDisse e fuori di sé ritornò alla stessa visione e con le lacrime turbò le acque e dopo che fu mosso lo
specchio d’acqua, fu restituita la forma torbida. Avendo visto quella sparire disse: Dove fuggi? Rimanispecchio d’acqua, fu restituita la forma torbida. Avendo visto quella sparire disse: Dove fuggi? Rimani
e non abbandonarmi o crudele amante! Mi sia lecito di vedere ciò che non si può toccare e offriree non abbandonarmi o crudele amante! Mi sia lecito di vedere ciò che non si può toccare e offrire
esca all’infeliceesca all’infelice furorfuror (vv.474-479).(vv.474-479).La morte di Narciso e la sua metamorfosi.La morte di Narciso e la sua metamorfosi.
 E né ormai il rosso mescolato al bianco ha colore, né il vigore e le forze che un tempo piacevano adE né ormai il rosso mescolato al bianco ha colore, né il vigore e le forze che un tempo piacevano ad
Eco, né il corpo rimane che un tempo Eco aveva amato. Quella tuttavia quando lo vide adirata eEco, né il corpo rimane che un tempo Eco aveva amato. Quella tuttavia quando lo vide adirata e
memore, si addolorò e quante volte l’infelice fanciullo aveva detto:” Ahimè “, questa ripeteva con vocimemore, si addolorò e quante volte l’infelice fanciullo aveva detto:” Ahimè “, questa ripeteva con voci
risonanti, “Ahimè”. E quando quello aveva percosso con le sue mani le braccia, questa anche glirisonanti, “Ahimè”. E quando quello aveva percosso con le sue mani le braccia, questa anche gli
rimandava il medesimo suono del colpo rumoroso.L’ultima voce che guardava verso la solita acquarimandava il medesimo suono del colpo rumoroso.L’ultima voce che guardava verso la solita acqua
fu questa:”Addio , o caro fanciullo!”E altrettanti voci rimandò il luogo edetto:”Addio”,, “Addio”, risposefu questa:”Addio , o caro fanciullo!”E altrettanti voci rimandò il luogo edetto:”Addio”,, “Addio”, rispose
Eco. Quello nascose lo stanco capo nell’erba verde e la notte chiuse gli occhi che fissavano laEco. Quello nascose lo stanco capo nell’erba verde e la notte chiuse gli occhi che fissavano la
bellezza del signore. Ed anche allora, dopo che fu accolto nelle sedi degli inferi guardava la suabellezza del signore. Ed anche allora, dopo che fu accolto nelle sedi degli inferi guardava la sua
immagine nella palude Stigia . Piansero le sorelle Naiadi, tagliarono i loro capelli e li deposeroimmagine nella palude Stigia . Piansero le sorelle Naiadi, tagliarono i loro capelli e li deposero
davanti al fratello in segno di lutto, piansero le Driadi, Eco risponde al suono dei colpi e giàdavanti al fratello in segno di lutto, piansero le Driadi, Eco risponde al suono dei colpi e già
preparavano il rogo, il feretro e scuotevano quelle fiaccole: in nessuna parte c’era il corpo. Al postopreparavano il rogo, il feretro e scuotevano quelle fiaccole: in nessuna parte c’era il corpo. Al posto
del corpo trovano un fiore di colore giallo ,con foglie bianche che lo cingono tutt’intornodel corpo trovano un fiore di colore giallo ,con foglie bianche che lo cingono tutt’intorno
.Testo.Metamorfosi, III, 375-401.Testo.Metamorfosi, III, 375-401
– o quotiens voluit blandis accedere dictiso quotiens voluit blandis accedere dictis
et mollis adhibere preces! natura repugnatet mollis adhibere preces! natura repugnat
nec sinit, incipiat, sed, quod sinit, illa parata estnec sinit, incipiat, sed, quod sinit, illa parata est
exspectare sonos, ad quos sua verba remittat.exspectare sonos, ad quos sua verba remittat.
forte puer comitum seductus ab agmine fidoforte puer comitum seductus ab agmine fido
 380380
– dixerat: 'ecquis adest?' et 'adest' responderat Echo.dixerat: 'ecquis adest?' et 'adest' responderat Echo.
hic stupet atque aciem partes dimittit in omnis,hic stupet atque aciem partes dimittit in omnis,
voce 'veni!' magna clamat: vocat illa vocantem.voce 'veni!' magna clamat: vocat illa vocantem.
respicit et rursus nullo veniente 'quid' inquitrespicit et rursus nullo veniente 'quid' inquit
'me fugis?' et totidem, quot dixit, verba recepit.'me fugis?' et totidem, quot dixit, verba recepit.
 385385
– perstat et alternae deceptus imagine vocisperstat et alternae deceptus imagine vocis
'huc coeamus' ait, nullique libentius umquam'huc coeamus' ait, nullique libentius umquam
responsura sono 'coeamus' rettulit Echoresponsura sono 'coeamus' rettulit Echo
et verbis favet ipsa suis egressaque silvaet verbis favet ipsa suis egressaque silva
ibat, ut iniceret sperato bracchia collo;ibat, ut iniceret sperato bracchia collo;
 390390
– ille fugit fugiensque 'manus conplexibus aufer!ille fugit fugiensque 'manus conplexibus aufer!
ante' ait 'emoriar, quam sit tibi copia nostri';ante' ait 'emoriar, quam sit tibi copia nostri';
rettulit illa nihil nisi 'sit tibi copia nostri!'rettulit illa nihil nisi 'sit tibi copia nostri!'
spreta latet silvis pudibundaque frondibus oraspreta latet silvis pudibundaque frondibus ora
protegit et solis ex illo vivit in antris;protegit et solis ex illo vivit in antris;
 395395
– sed tamen haeret amor crescitque dolore repulsae;sed tamen haeret amor crescitque dolore repulsae;
extenuant vigiles corpus miserabile curae,extenuant vigiles corpus miserabile curae,
adducitque cutem macies et in aera sucusadducitque cutem macies et in aera sucus
corporis omnis abit; vox tantum atque ossa supersunt:corporis omnis abit; vox tantum atque ossa supersunt:
vox manet, ossa ferunt lapidis traxisse figuram.vox manet, ossa ferunt lapidis traxisse figuram.
 400400
– inde latet silvis nulloque in monte videtur,inde latet silvis nulloque in monte videtur,
omnibus auditur: sonus est, qui vivit in illa.omnibus auditur: sonus est, qui vivit in illa.
Traduzione, III, 375-401Traduzione, III, 375-401
 Oh quante volte avrebbe voluto abbordarlo con dolci parole e rivolgergli tenere preghiere !LaOh quante volte avrebbe voluto abbordarlo con dolci parole e rivolgergli tenere preghiere !La
 Natura si oppone, non le permette di cominciare però- questo le è permesso- sta pronta ad afferrare i suoni, per rimandargli le sue stesse parole. Per caso il fanciullo si sperdeNatura si oppone, non le permette di cominciare però- questo le è permesso- sta pronta ad afferrare i suoni, per rimandargli le sue stesse parole. Per caso il fanciullo si sperde
dai suoi compagni e dice:”C’è qualcuno?”ed Eco risponde “Qualcuno”. Lui si meraviglia, e cercando con gli occhi da tutte le parti grida a gran voce “Vieni” .E lei chiama lui che ladai suoi compagni e dice:”C’è qualcuno?”ed Eco risponde “Qualcuno”. Lui si meraviglia, e cercando con gli occhi da tutte le parti grida a gran voce “Vieni” .E lei chiama lui che la
chiama. Egli si guarda dietro le spalle, e poiché neanche questa volta qualcuno viene fuori,2Perchè mi fuggi?”, e quante parole pronuncia , altre ne riceve. Insiste, e smarrito dalchiama. Egli si guarda dietro le spalle, e poiché neanche questa volta qualcuno viene fuori,2Perchè mi fuggi?”, e quante parole pronuncia , altre ne riceve. Insiste, e smarrito dal
rimbalzare della voce dice:” qui riuniamoci”, ed Eco, che a nessun suono risponderebbe più volentieri, “Uniamoci”! Ripete. E decisa a far come dice usciva dal bosco e fa perrimbalzare della voce dice:” qui riuniamoci”, ed Eco, che a nessun suono risponderebbe più volentieri, “Uniamoci”! Ripete. E decisa a far come dice usciva dal bosco e fa per
gettargli bramosamente le braccia al collo. Lui fugge e nel fuggire;”Giù le mani, non mi abbracciare !-esclama- Preferisco morire piuttosto che darmi a te!” Eco non risponde altrogettargli bramosamente le braccia al collo. Lui fugge e nel fuggire;”Giù le mani, non mi abbracciare !-esclama- Preferisco morire piuttosto che darmi a te!” Eco non risponde altro
che “Darmi a te”. Disprezzata essa si nasconde nei boschi, occultando dietro le frasche il volto per la vergogna e da allora vive in antri solitari. Ma l’amore resta confitto in lei eche “Darmi a te”. Disprezzata essa si nasconde nei boschi, occultando dietro le frasche il volto per la vergogna e da allora vive in antri solitari. Ma l’amore resta confitto in lei e
cresce per il dolore del rifiuto. I pensieri la tengono desta e la fanno deperire in modo pietoso, la pelle si raggrinza per la magrezza e tutti gli umori del corpo si disperdonocresce per il dolore del rifiuto. I pensieri la tengono desta e la fanno deperire in modo pietoso, la pelle si raggrinza per la magrezza e tutti gli umori del corpo si disperdono
nell’aria. Non rimangono che la voce e le ossa. La voce esiste ancora, le ossa dicono presero l’aspetto dei sassi. E così sta celata nei boschi e non si vede su nessun monte, manell’aria. Non rimangono che la voce e le ossa. La voce esiste ancora, le ossa dicono presero l’aspetto dei sassi. E così sta celata nei boschi e non si vede su nessun monte, ma
dappertutto si sente: è il suono che vive in lei.dappertutto si sente: è il suono che vive in lei.
Confronto tra Eco e NarcisoConfronto tra Eco e Narciso
NARCISONARCISO ECOECO
Narciso è imago visusNarciso è imago visus Eco è imago vocisEco è imago vocis
Narciso è la pura identità scissa cheNarciso è la pura identità scissa che
cerca vanamente di possedersicerca vanamente di possedersi
Eco è la pura alterità che insegueEco è la pura alterità che insegue
vanamente la pura identitàvanamente la pura identità
Narciso muore per consunzione,Narciso muore per consunzione,
divenendo un’impalpabile traccia (ildivenendo un’impalpabile traccia (il
fiore narciso reca in sé l’etimo difiore narciso reca in sé l’etimo di
narkòs,che significa sonno, oblionarkòs,che significa sonno, oblio
mortale9mortale9
Eco si consuma divenendo flatusEco si consuma divenendo flatus
vocisvocis
Bibliografia dei siti latiniBibliografia dei siti latini
 WWW.DIENNETI.ITWWW.DIENNETI.IT
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  • 2. Introduzione al percorsoIntroduzione al percorso  LLaa morale tradizionale romana guardava con sospetto all’amore come passione totalizzante ed esclusiva che legava l’uomo ad una donna. Ilmorale tradizionale romana guardava con sospetto all’amore come passione totalizzante ed esclusiva che legava l’uomo ad una donna. Il latino non ha neppure un termine per indicare l’amore come passione (il più vicino, da Lucrezio a Catullo a Cicerone fino a Virgilio è il termine :latino non ha neppure un termine per indicare l’amore come passione (il più vicino, da Lucrezio a Catullo a Cicerone fino a Virgilio è il termine : ““furorfuror”).”).  La passione è un elemento destabilizzante dell’ordine sociale perché privilegia l’individuo rispetto alla collettività, rovesciando la gerarchia deiLa passione è un elemento destabilizzante dell’ordine sociale perché privilegia l’individuo rispetto alla collettività, rovesciando la gerarchia dei valori tradizionali. Così era stato per Catullo, allorchè ,abbandonata la sua nativa Verona, si era immerso con tutto l’ardore nei circoli frequentativalori tradizionali. Così era stato per Catullo, allorchè ,abbandonata la sua nativa Verona, si era immerso con tutto l’ardore nei circoli frequentati dalladalla jeunesse doreèjeunesse doreè dove aveva incontrato Lesbia, l’amore della sua vita, l’unica vera ragione di vita. Un amore anticonvenzionale il suo, dovedove aveva incontrato Lesbia, l’amore della sua vita, l’unica vera ragione di vita. Un amore anticonvenzionale il suo, dove il sentimento amoroso, nella sua richiesta di corresponsione, di una possibilità stabilità, tende a trasformarsi in pietas, assumendo i connotati diil sentimento amoroso, nella sua richiesta di corresponsione, di una possibilità stabilità, tende a trasformarsi in pietas, assumendo i connotati di un sacro foedus.un sacro foedus.  Ben diversamente l’amore viene visto daBen diversamente l’amore viene visto da VirgilioVirgilio( 70-19 a.C.) Esso sia nelle Bucoliche che nelle Georgiche fino all’Eneide, si presenta( 70-19 a.C.) Esso sia nelle Bucoliche che nelle Georgiche fino all’Eneide, si presenta contrassegnato dall’infelicità, in grado di travolgere uomini e bestie. Nel tranquillo paesaggio dell’Arcadia, l’amore sconvolge la serena pace deicontrassegnato dall’infelicità, in grado di travolgere uomini e bestie. Nel tranquillo paesaggio dell’Arcadia, l’amore sconvolge la serena pace dei mandriani fino a condurre all’exitium , come avviene nell’mandriani fino a condurre all’exitium , come avviene nell’EglogaEgloga VIIIVIII, dove in una climax negativa, il pastore giunge al suicidio. Amore che nelle, dove in una climax negativa, il pastore giunge al suicidio. Amore che nelle Bucoliche si contrappone allBucoliche si contrappone all’ “otium” ,’ “otium” , all’atarassia epicurea.all’atarassia epicurea.  L’amore come passione insanabile e irrinunciabile , che sfocia nell’annientamento di sé , si ripropone , attraverso il personaggio diL’amore come passione insanabile e irrinunciabile , che sfocia nell’annientamento di sé , si ripropone , attraverso il personaggio di Didone ,Didone , nelnel IV libroIV libro dell’dell’EneideEneide in cui si contrappone alla “pietas” di Enea , ossia alla capacità di sacrificare il piacere al dovere , il bene personale alin cui si contrappone alla “pietas” di Enea , ossia alla capacità di sacrificare il piacere al dovere , il bene personale al bene collettivo, al “bene collettivo, al “fatum”.fatum”. L’amore di Didone, con le sue pretese totalizzanti ed esclusive, volto al possesso dell’amato, costituisce un ostacoloL’amore di Didone, con le sue pretese totalizzanti ed esclusive, volto al possesso dell’amato, costituisce un ostacolo alla realizzazione del fato , e costituisce l’antitesi della “pietas”.alla realizzazione del fato , e costituisce l’antitesi della “pietas”.  In Ovidio, quel sentimento in grado di suscitare turbamenti emotivi, fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poti come Catullo, divieneIn Ovidio, quel sentimento in grado di suscitare turbamenti emotivi, fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poti come Catullo, diviene nelle Metamorfosi oggetto di narrazione, proposto in un’infinita modulazione di temi: dalla passione, alla malattia, dall’incantamento allanelle Metamorfosi oggetto di narrazione, proposto in un’infinita modulazione di temi: dalla passione, alla malattia, dall’incantamento alla dedizione generosa e alla fedeltà coniugale. Ma Ovidio sa anche raggiungere la profondità del sentimento amoroso quando ne ripercorre ladedizione generosa e alla fedeltà coniugale. Ma Ovidio sa anche raggiungere la profondità del sentimento amoroso quando ne ripercorre la scaturigine ultima con, sensibilità inquieta e tormentata. L’espediente delle metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di unascaturigine ultima con, sensibilità inquieta e tormentata. L’espediente delle metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di una passione che solo nel mutamento finale, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione.passione che solo nel mutamento finale, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione.  Abbiamo scelto di presentare, con testi, commenti, riferimenti iconografici, alcuni tra i miti più celebri della letteratura latina, fonti di ispirazioneAbbiamo scelto di presentare, con testi, commenti, riferimenti iconografici, alcuni tra i miti più celebri della letteratura latina, fonti di ispirazione per pittori, scultori, musicisti, scrittori di epoche diverse, nella convinzione che i classici latini sono ancora in grado di parlare alle menti e aiper pittori, scultori, musicisti, scrittori di epoche diverse, nella convinzione che i classici latini sono ancora in grado di parlare alle menti e ai cuori delle giovani generazioni, suggerendo pensieri alti ed elevati, in grado di salvarle dalla mediocrità nella quale spesso sono immerse.cuori delle giovani generazioni, suggerendo pensieri alti ed elevati, in grado di salvarle dalla mediocrità nella quale spesso sono immerse.
  • 3. Il mito di Orfeo ed Euridice nelleIl mito di Orfeo ed Euridice nelle Georgiche di Virgilio. Commento.Georgiche di Virgilio. Commento.  La sezione finale delLa sezione finale del IV libro delle GeorgicheIV libro delle Georgiche, l’epillio di Orfeo e di, l’epillio di Orfeo e di Euridice, oltre a costituire il congedo definitivo del poeta mantovano dall’elegiaEuridice, oltre a costituire il congedo definitivo del poeta mantovano dall’elegia amorosa di stampo ellenistico, fa intravedere in filigrana la particolare visioneamorosa di stampo ellenistico, fa intravedere in filigrana la particolare visione dell’amore mutuata dalla sua formazione epicurea e l’adesione alla politicadell’amore mutuata dalla sua formazione epicurea e l’adesione alla politica augustea. Il tema, apparentemente disimpegnato dell’amore infelice, nato daaugustea. Il tema, apparentemente disimpegnato dell’amore infelice, nato da una trasgressione agli ordini divini, serve, nella sua negatività esemplare, auna trasgressione agli ordini divini, serve, nella sua negatività esemplare, a confermare l’ordine politico- morale instaurato da Augusto, fondato sul rispettoconfermare l’ordine politico- morale instaurato da Augusto, fondato sul rispetto della legge. Abbiamo scelto di esaminare l’ultima parte dell’epillio dove vienedella legge. Abbiamo scelto di esaminare l’ultima parte dell’epillio dove viene evidenziato il tema dell’amore trasgressivo e infelice che si contrappone alevidenziato il tema dell’amore trasgressivo e infelice che si contrappone al tema della lex. L’amore come “tema della lex. L’amore come “furor”furor” si contrappone infatti tematicamente alsi contrappone infatti tematicamente al motivo della “motivo della “lex”lex” (v . 487). La “lex” richiama il successivo “(v . 487). La “lex” richiama il successivo “foederafoedera” del v. 493 ,” del v. 493 , il patto stipulato tra Orfeo e le divinità degli Inferi che prevedeva , comeil patto stipulato tra Orfeo e le divinità degli Inferi che prevedeva , come condizione per far ritornare Euridice alle soglie della luce, che il cantore non sicondizione per far ritornare Euridice alle soglie della luce, che il cantore non si voltasse indietro per rivedere l’amata .voltasse indietro per rivedere l’amata .
  • 4. Introduzione al percorso (il lessicoIntroduzione al percorso (il lessico amoroso di Virgilio)amoroso di Virgilio)  L’amore nel quarto libro delle Georgiche, si presenta dunque come “L’amore nel quarto libro delle Georgiche, si presenta dunque come “furor”furor” (v. 495) , follia rovinosa, letale, passione(v. 495) , follia rovinosa, letale, passione totalizzante, chetotalizzante, che acceca Orfeo, come precedentemente aveva ottenebrato la mente del pastore Aristeo, che in preda alla libidine avevaacceca Orfeo, come precedentemente aveva ottenebrato la mente del pastore Aristeo, che in preda alla libidine aveva inseguito Euridice , provocandone la morte a causa del morso di un serpente e come successivamente avverrà alloinseguito Euridice , provocandone la morte a causa del morso di un serpente e come successivamente avverrà allo stesso Orfeo, vittima della follia omicida delle donne della Tracia , che ne smembrano il corpo a causa del suostesso Orfeo, vittima della follia omicida delle donne della Tracia , che ne smembrano il corpo a causa del suo insistente rifiuto.insistente rifiuto. Il termine “Il termine “furor”furor” è da accostare ad altri lessemi negativi afferenti al tema dell’amore , ricorrenti nelè da accostare ad altri lessemi negativi afferenti al tema dell’amore , ricorrenti nel corpuscorpus delledelle opere virgiliane: “opere virgiliane: “error”, “exitium“ , “insania”.error”, “exitium“ , “insania”. Il “Il “furor”furor” amoroso che colpisce indifferentemente bestie ed uomini è delamoroso che colpisce indifferentemente bestie ed uomini è del resto il protagonista incontrastato delresto il protagonista incontrastato del III libroIII libro delledelle GeorgicheGeorgiche , v. 242: “, v. 242: “Omne adeo genus in terris hominumqueOmne adeo genus in terris hominumque ferarumqueferarumque Et genus aequoreum, pecudes pictaeque volucres,Et genus aequoreum, pecudes pictaeque volucres, In furias ignemque ruunt : amor omnibus idem”. ( “A tal punto ogni specie terrestre di uomini e fiere /e la razzaIn furias ignemque ruunt : amor omnibus idem”. ( “A tal punto ogni specie terrestre di uomini e fiere /e la razza acquatica e gli armenti e i colorati uccelli/ precipitano nella follia e nel fuoco :amore è uguale per tutti” ) .acquatica e gli armenti e i colorati uccelli/ precipitano nella follia e nel fuoco :amore è uguale per tutti” ) . Precedentemente il “Precedentemente il “furofuror” di Orfeo era stato connotato come “r” di Orfeo era stato connotato come “dementia”dementia” dall’autore (v. 488). Il termine “dall’autore (v. 488). Il termine “dementia”dementia” nelle Bucoliche era stato utilizzato nellanelle Bucoliche era stato utilizzato nella VI BucolicaVI Bucolica a proposita dell’amore innaturale di Pasifae per il giovane torelloa proposita dell’amore innaturale di Pasifae per il giovane torello (VI , 47) e nella(VI , 47) e nella II BucolicaII Bucolica riferito all’amore di Coridone (II , 69) . Nell’Eneide di Virgilio , poi la ricorsività dellariferito all’amore di Coridone (II , 69) . Nell’Eneide di Virgilio , poi la ricorsività della famiglia di furor ha 7 richiami, per connotare l’amore della regina , tipico esempio di femminilità scatenata edfamiglia di furor ha 7 richiami, per connotare l’amore della regina , tipico esempio di femminilità scatenata ed incontrollata. Ma anche gli aggettivi usati per connotare l’amore di Orfeo per Euridice contengono sfumature negative .incontrollata. Ma anche gli aggettivi usati per connotare l’amore di Orfeo per Euridice contengono sfumature negative . Nell’epillio Orfeo è “Nell’epillio Orfeo è “incautusincautus” (v.488) ,” (v.488) , “ immemor“ immemor” ( v. 490) .” ( v. 490) .  InIn OvidioOvidio l’eros,quel sentimento inl’eros,quel sentimento in grado digrado di suscitare turbamenti emotivi , fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poeti come Catullo, diviene nellesuscitare turbamenti emotivi , fonte di sofferenza e di dolore, ragione di vita in poeti come Catullo, diviene nelle Metamorfosi oggetto di una narrazione leggera, nella sua molteplicità di modulazioni: dalla passione malattia,Metamorfosi oggetto di una narrazione leggera, nella sua molteplicità di modulazioni: dalla passione malattia, all’incantamento, alla dedizione generosa, alla fedeltà coniugale, il vasto repertorio dell’amore si snoda in un ritmoall’incantamento, alla dedizione generosa, alla fedeltà coniugale, il vasto repertorio dell’amore si snoda in un ritmo cangiante e mutevole. Si tratta soprattutto in prevalenza di amori fatti soprattutto di sensazioni, di attrazioni per lecangiante e mutevole. Si tratta soprattutto in prevalenza di amori fatti soprattutto di sensazioni, di attrazioni per le forme , più che di turbamenti dell’anima. Ma il mito ovidiano non è solo legato a forme e superfici. Ovidio raggiunge laforme , più che di turbamenti dell’anima. Ma il mito ovidiano non è solo legato a forme e superfici. Ovidio raggiunge la profondità del sentimento, laddove sa cogliere , con sensibilità inquieta e tormentata, l’impossibiltà di vivere l’amore inprofondità del sentimento, laddove sa cogliere , con sensibilità inquieta e tormentata, l’impossibiltà di vivere l’amore in condizioni normali. L’espediente della metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di una passionecondizioni normali. L’espediente della metamorfosi drammaticamente testimonia l’esito tormentato di una passione che solo nel mutamento, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione, il suo riscatto finale.che solo nel mutamento, nella trasformazione in altro da sé, trova la sua possibile conciliazione, il suo riscatto finale.
  • 5. Orfeo ed Euridice in Ovidio.Orfeo ed Euridice in Ovidio. Differenze rispetto a VirgilioDifferenze rispetto a Virgilio  InIn Ovidio ( Met. X , vv. 23-63),Ovidio ( Met. X , vv. 23-63), la vicenda di Euridice, fin da subito acquista carattere drammatico,la vicenda di Euridice, fin da subito acquista carattere drammatico, perché già la cerimonia del matrimonio si colloca sotto cattivi auspici : la fiaccola dell’imeneo nonperché già la cerimonia del matrimonio si colloca sotto cattivi auspici : la fiaccola dell’imeneo non riuscì a prendere fuoco ma stridette. La morte di Euridice avviene , dunque , subito dopo ilriuscì a prendere fuoco ma stridette. La morte di Euridice avviene , dunque , subito dopo il matrimonio. In Ovidio, rispetto a Virgilio, viene esplicitato il contenuto della “matrimonio. In Ovidio, rispetto a Virgilio, viene esplicitato il contenuto della “lex” ,lex” , della condizionedella condizione che avrebbe potuto riportare in vita Euridice , quella cioè di non volgere indietro lo sguardo , finchèche avrebbe potuto riportare in vita Euridice , quella cioè di non volgere indietro lo sguardo , finchè non fosse uscito dalla vallata dell’Averno (v. 50).non fosse uscito dalla vallata dell’Averno (v. 50).  In Ovidio , poi, rispetto a Virgilio, la trasgressione d’amore di cui è protagonista Orfeo, non suscita iIn Ovidio , poi, rispetto a Virgilio, la trasgressione d’amore di cui è protagonista Orfeo, non suscita i rimproveri di Euridice, ben consapevole (come del resto Ovidio) della forza dell’amore per cui “rimproveri di Euridice, ben consapevole (come del resto Ovidio) della forza dell’amore per cui “AmorAmor vicitvicit” (v. 25).” (v. 25). Ma la differenza principale è che Ovidio mette in bocca ad Orfeo un lungo discorso , per convincereMa la differenza principale è che Ovidio mette in bocca ad Orfeo un lungo discorso , per convincere le divinità dell’Ade a concedere il ritorno alla vita di Euridice . Nel suo lungo discorso, ricco di figurele divinità dell’Ade a concedere il ritorno alla vita di Euridice . Nel suo lungo discorso, ricco di figure retoriche, soprattutto anafore e antitesi , Orfeo disegna la tragicità della vita umana , in totale potereretoriche, soprattutto anafore e antitesi , Orfeo disegna la tragicità della vita umana , in totale potere delle divinità degli inferi . Egli chiede solo un attimo di felicità , chiede l’ “delle divinità degli inferi . Egli chiede solo un attimo di felicità , chiede l’ “usum”usum” che si contrapponeche si contrappone tematicamente ai “tematicamente ai “longissima regna”longissima regna” del mondo dei morti . Ad Orfeo (ed anche ad Ovidio) il mondodel mondo dei morti . Ad Orfeo (ed anche ad Ovidio) il mondo degli Inferi popolato di pallide ombre, il mondo dell’eternità con le sue leggi immutabili e ordinate nondegli Inferi popolato di pallide ombre, il mondo dell’eternità con le sue leggi immutabili e ordinate non interessa . Si tratta infatti di un mondo incorporeo, privo di concretezza , di storicità . Ad esso siinteressa . Si tratta infatti di un mondo incorporeo, privo di concretezza , di storicità . Ad esso si contrappone il mondo della vita della passione che qui non è rinnegata ma , anzi , riaffermata,contrappone il mondo della vita della passione che qui non è rinnegata ma , anzi , riaffermata, rispetto a Virgilio .rispetto a Virgilio . ..
  • 6. Ovidio ed il mito di Piramo e Tisbe.Ovidio ed il mito di Piramo e Tisbe. CommentoCommento  Al tema dell’amore e morte appartiene la storia di Piramo e TisbeAl tema dell’amore e morte appartiene la storia di Piramo e Tisbe ( Met . IV , 137-155 )( Met . IV , 137-155 ) narrata nelnarrata nel IVIV librolibro delledelle MetamorfosiMetamorfosi . La storia è propriamente un αίτιον , un racconto che serve a spiegare il. La storia è propriamente un αίτιον , un racconto che serve a spiegare il diverso colore dei frutti del gelso che, dapprima bianchi, una volta giunti a piena maturazionediverso colore dei frutti del gelso che, dapprima bianchi, una volta giunti a piena maturazione assumono un colore talmente cupo da sembrare neri. La vicenda presenta gli elementi caratteristiciassumono un colore talmente cupo da sembrare neri. La vicenda presenta gli elementi caratteristici degli “ερωτκά παθήματα” ( “le sofferenze amorose” o “storie d’amore”) , genere introdotto a Romadegli “ερωτκά παθήματα” ( “le sofferenze amorose” o “storie d’amore”) , genere introdotto a Roma dal poeta Partenio di Nicea , giunto a Roma dopo le guerre mitridatiche e divenuto amico di Virgilio edal poeta Partenio di Nicea , giunto a Roma dopo le guerre mitridatiche e divenuto amico di Virgilio e Gallo.Gallo. Nella storia infelice di Piramo e Tisbe , Ovidio mantiene molti elementi tipici di questo particolareNella storia infelice di Piramo e Tisbe , Ovidio mantiene molti elementi tipici di questo particolare genere letterario : il tema dell’amore contrastato , l’accanirsi della sorte contro i due sfortunati giovanigenere letterario : il tema dell’amore contrastato , l’accanirsi della sorte contro i due sfortunati giovani , la simbolica unione delle loro ceneri dopo la morte. Nella vicenda di Piramo e Tisbe si intrecciano ,, la simbolica unione delle loro ceneri dopo la morte. Nella vicenda di Piramo e Tisbe si intrecciano , dunque , diversi motivi e generi : il motivo dell’elegia, quello della tragedia e del πάθος tragico,dunque , diversi motivi e generi : il motivo dell’elegia, quello della tragedia e del πάθος tragico, quello finale dell’αίτιον , il tutto inserito in una struttura a cornice , dal tono fiabesco, dove il narratorequello finale dell’αίτιον , il tutto inserito in una struttura a cornice , dal tono fiabesco, dove il narratore di primo grado (Ovidio) , cede la parola ad un narratore di secondo grado, costituto da alcune sorelledi primo grado (Ovidio) , cede la parola ad un narratore di secondo grado, costituto da alcune sorelle di Orcomèno, di professione filatrici , le quali per alleviare le fatiche del lavoro , in un momento didi Orcomèno, di professione filatrici , le quali per alleviare le fatiche del lavoro , in un momento di pausa, decidono di narrare un mito poco conosciuto , che consente ad Ovidio di esibire la propriapausa, decidono di narrare un mito poco conosciuto , che consente ad Ovidio di esibire la propria erudizione.erudizione.
  • 7. Ovidio ed il mito di Narciso ed Eco.Ovidio ed il mito di Narciso ed Eco.  Una storia di amore , struggimento e morte è pure quella narrata da Ovidio nelUna storia di amore , struggimento e morte è pure quella narrata da Ovidio nel IIIIII libro dellelibro delle MetamorfosiMetamorfosi , che ha come protagonisti Narciso ed Eco : anche qui ci troviamo di fronte a due, che ha come protagonisti Narciso ed Eco : anche qui ci troviamo di fronte a due mondi tra loro impenetrabili e per molti tratti contrapposti : la presa di coscienza di sé , ribaltando ilmondi tra loro impenetrabili e per molti tratti contrapposti : la presa di coscienza di sé , ribaltando il precetto delfico del “conosci te stesso” , rappresenta per Narciso l’origine della sua rovina . Di luiprecetto delfico del “conosci te stesso” , rappresenta per Narciso l’origine della sua rovina . Di lui rimarrà una labile traccia nel fiore del narciso che etimologicamente rinvia al ναρκός , al sonno ,rimarrà una labile traccia nel fiore del narciso che etimologicamente rinvia al ναρκός , al sonno , all’oblio . Narciso è identità pura che , scissa , tenta inutilmente di possedersi, ma con esitiall’oblio . Narciso è identità pura che , scissa , tenta inutilmente di possedersi, ma con esiti fallimentari che producono frustrazione, la presa di coscienza della propria povertà,l’ assenza dellafallimentari che producono frustrazione, la presa di coscienza della propria povertà,l’ assenza della pienezza. Paradossalmente , migliore sarebbe la condizione di distanza dall’oggetto del desiderio ,pienezza. Paradossalmente , migliore sarebbe la condizione di distanza dall’oggetto del desiderio , meglio non averlo in sé , meglio fuggire dal proprio corpo ( vv . 466-468 ) . Narciso , dunque , èmeglio non averlo in sé , meglio fuggire dal proprio corpo ( vv . 466-468 ) . Narciso , dunque , è condannato a struggersi fino alla morte per il mancato possesso di quel sé medesimo che gli sfuggecondannato a struggersi fino alla morte per il mancato possesso di quel sé medesimo che gli sfugge e che al contempo gli è compenetrato , tanto da rappresentare l’essere amato e al contempo ile che al contempo gli è compenetrato , tanto da rappresentare l’essere amato e al contempo il soggetto amante . La dimensione visiva , l’ “imago visus” , di cui Narciso è emblema e di cui si bea ,soggetto amante . La dimensione visiva , l’ “imago visus” , di cui Narciso è emblema e di cui si bea , non si sostanzia del l possesso e dell’appagamento amoroso ma è essa stessa motivo di sofferenzanon si sostanzia del l possesso e dell’appagamento amoroso ma è essa stessa motivo di sofferenza profonda , generatrice di consunzione e di morte .profonda , generatrice di consunzione e di morte . Diversamente , Eco incarna la pura alterità che insegue vanamente la mera identità che le sfugge .Diversamente , Eco incarna la pura alterità che insegue vanamente la mera identità che le sfugge . Soffre e si consuma per amore sino a divenire “flatus vocis” . Non c’è possibilità di compenetrazioneSoffre e si consuma per amore sino a divenire “flatus vocis” . Non c’è possibilità di compenetrazione o incontro tra due entità così diverse , eppure così parimenti insoddisfatte . L’unico elemento comuneo incontro tra due entità così diverse , eppure così parimenti insoddisfatte . L’unico elemento comune è il progressivo disfacimento e la frustrazione profonda che le caratterizza . Ne deriva , attraverso laè il progressivo disfacimento e la frustrazione profonda che le caratterizza . Ne deriva , attraverso la vena poetica ovidiana , un corrispondersi di effetti fonici e visivi , una serie di rimandi verbali , mentrevena poetica ovidiana , un corrispondersi di effetti fonici e visivi , una serie di rimandi verbali , mentre tutto si dissolve e si risolve nel gioco incessante delle trasformazioni .tutto si dissolve e si risolve nel gioco incessante delle trasformazioni .
  • 8. IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE.IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE. Riassunto e commento.Riassunto e commento.  Il poeta latino Ovidio nelle sueIl poeta latino Ovidio nelle sue MetamorfosiMetamorfosi,, monumentale opera nella quale narra in versi moltimonumentale opera nella quale narra in versi molti miti greco-romani, ci parla della vicenda di Orfeo edmiti greco-romani, ci parla della vicenda di Orfeo ed Euridice. Orfeo era, secondo la mitologia, poeta eEuridice. Orfeo era, secondo la mitologia, poeta e musico di eccezionale talento, figlio del dio Apollomusico di eccezionale talento, figlio del dio Apollo (secondo altri di Eagro) e della musa Calliope.(secondo altri di Eagro) e della musa Calliope. Quando suonava la lira incantava non solo gli uomini,Quando suonava la lira incantava non solo gli uomini, ma anche gli animali e la natura in genere. Euridicema anche gli animali e la natura in genere. Euridice era la sua giovane e bellissima sposa, che un giorno,era la sua giovane e bellissima sposa, che un giorno, correndo per sfuggire ad un tentativo di violenza dacorrendo per sfuggire ad un tentativo di violenza da parte del pastore Aristeo, inavvertitamente mise ilparte del pastore Aristeo, inavvertitamente mise il piede sopra un serpente velenoso. Questo le diedepiede sopra un serpente velenoso. Questo le diede un morso che per lei fu fatale. Euridice. infatti, morì eun morso che per lei fu fatale. Euridice. infatti, morì e scese nell’Averno, ch’era per gli antichi il regno deiscese nell’Averno, ch’era per gli antichi il regno dei morti. Orfeo provò un dolore immenso per questomorti. Orfeo provò un dolore immenso per questo tragico evento e, non riuscendo a trovaretragico evento e, non riuscendo a trovare consolazione, ebbe l’ardire di recarsi nell’Oltretombaconsolazione, ebbe l’ardire di recarsi nell’Oltretomba per tentare di riportare in vita la sua dolcissima sposa.per tentare di riportare in vita la sua dolcissima sposa. All’ingresso dell’Averno c’era il custode Cerbero, unAll’ingresso dell’Averno c’era il custode Cerbero, un cane con tre facce; esso, latrando fortemente,cane con tre facce; esso, latrando fortemente, scoraggiava i morti che volessero uscire da quelscoraggiava i morti che volessero uscire da quel regno e i vivi che volessero entrarvi. Non riuscì,regno e i vivi che volessero entrarvi. Non riuscì, comunque, ad impedire l’ingresso ad Orfeo perchécomunque, ad impedire l’ingresso ad Orfeo perché questi, cantando accompagnandosi con la lira, seppequesti, cantando accompagnandosi con la lira, seppe ammansirlo. Lo stesso fece Orfeo con altre creatureammansirlo. Lo stesso fece Orfeo con altre creature sotterranee finché non giunse alla presenza disotterranee finché non giunse alla presenza di Plutone, re dell’OltretombaPlutone, re dell’Oltretomba, e della sua sposa, e della sua sposa Persefone (ovvero Proserpina, della qualePersefone (ovvero Proserpina, della quale abbiamo già parlato).abbiamo già parlato).
  • 9. IL MITO DI ORFEO E DIIL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE(continua)EURIDICE(continua)  Quando vide che anch’essi erano incantati dalla dolcezza della sua voce e della suaQuando vide che anch’essi erano incantati dalla dolcezza della sua voce e della sua musica, Orfeo chiese la restituzione di Euridice. Plutone acconsentì, a condizione chemusica, Orfeo chiese la restituzione di Euridice. Plutone acconsentì, a condizione che egli, precedendo la sposa nella via del ritorno, sapesse resistere alla tentazione diegli, precedendo la sposa nella via del ritorno, sapesse resistere alla tentazione di voltarsi indietro per guardarla. Orfeo accettò, convinto che fosse facile rispettare quellavoltarsi indietro per guardarla. Orfeo accettò, convinto che fosse facile rispettare quella condizione. Tuttavia quando fu vicino alla luce del sole, un po’ per il timore che la sposacondizione. Tuttavia quando fu vicino alla luce del sole, un po’ per il timore che la sposa non lo seguisse più e un po’ per il forte desiderio di guardarla in viso, si voltò e in quelnon lo seguisse più e un po’ per il forte desiderio di guardarla in viso, si voltò e in quel preciso istante una forza misteriosa risucchiò Euridice, che scomparve per sempre. Apreciso istante una forza misteriosa risucchiò Euridice, che scomparve per sempre. A questo punto Ovidio fa questa riflessione: “Quella morì per la seconda volta, ma nonquesto punto Ovidio fa questa riflessione: “Quella morì per la seconda volta, ma non ebbe ragione di lagnarsi del marito (e di che cosa poteva lagnarsi se non di essere stataebbe ragione di lagnarsi del marito (e di che cosa poteva lagnarsi se non di essere stata amata molto?)”. Orfeo, dunque, continuò da solo il viaggio di ritorno senza essereamata molto?)”. Orfeo, dunque, continuò da solo il viaggio di ritorno senza essere riuscito a strappare all’Averno la sua diletta Euridice. Noi sappiamo che i miti, oltre adriuscito a strappare all’Averno la sua diletta Euridice. Noi sappiamo che i miti, oltre ad essere avvincenti per se stessi, servono anche a spiegare certe verità. Qual é, dunque, ilessere avvincenti per se stessi, servono anche a spiegare certe verità. Qual é, dunque, il significato del mito di Orfeo ed Euridice? Esso intende convincere gli uomini, consignificato del mito di Orfeo ed Euridice? Esso intende convincere gli uomini, con immagini poetiche suggestive ed emozionanti, che quando si entra nel regno dei morti èimmagini poetiche suggestive ed emozionanti, che quando si entra nel regno dei morti è impossibile ritornare nel mondo dei vivi. Il mito di Orfeo fu molto caro agli antichi, neimpossibile ritornare nel mondo dei vivi. Il mito di Orfeo fu molto caro agli antichi, ne sono prova i numerosi reperti archeologici con la raffigurazione dei due protagonisti.sono prova i numerosi reperti archeologici con la raffigurazione dei due protagonisti. Esso ha ispirato anche alcuni musicisti moderni, fra i quali il Monteverdi nel secolo XVII.Esso ha ispirato anche alcuni musicisti moderni, fra i quali il Monteverdi nel secolo XVII.
  • 10. Testi:IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE IN VIRGILIO, IV GEORG.,vv. 485-Testi:IL MITO DI ORFEO E DI EURIDICE IN VIRGILIO, IV GEORG.,vv. 485- 503.Euridice scompare per sempre.503.Euridice scompare per sempre.  IamqueIamque pedem referens casus evaseratpedem referens casus evaserat omnes; 485omnes; 485 redditaque Eurydice superas veniebat ad auras,redditaque Eurydice superas veniebat ad auras, pone sequens, namque hanc dederat Proserpinapone sequens, namque hanc dederat Proserpina legem,legem, cum subita incautum dementia cepit amantem,cum subita incautum dementia cepit amantem, ignoscenda quidem, scirent si ignoscere manes.ignoscenda quidem, scirent si ignoscere manes. Restitit Eurydicenque suam iam luce subRestitit Eurydicenque suam iam luce sub ipsa 490ipsa 490 immemor heu! victusque animi respexit. Ibi omnisimmemor heu! victusque animi respexit. Ibi omnis effusus labor atque immitis rupta tyrannieffusus labor atque immitis rupta tyranni foedera, terque fragor stagnis auditus Avernis.foedera, terque fragor stagnis auditus Avernis. Illa, Quis et me, inquit, miseram et te perdidit, Orpheu,Illa, Quis et me, inquit, miseram et te perdidit, Orpheu, quis tantus furor? En iterum crudeliaquis tantus furor? En iterum crudelia retro 495retro 495 Fata vocant, conditque natantia lumina somnus.Fata vocant, conditque natantia lumina somnus. Iamque vale: feror ingenti circumdata nocteIamque vale: feror ingenti circumdata nocte invalidasque tibi tendens, heu non tua, palmas!invalidasque tibi tendens, heu non tua, palmas! dixit et ex oculis subito, ceu fumus in aurasdixit et ex oculis subito, ceu fumus in auras commixtus tenues, fugit diversa, nequecommixtus tenues, fugit diversa, neque illum, 500illum, 500 prensantem nequiquam umbras et multa volentemprensantem nequiquam umbras et multa volentem dicere, praeterea vidit, nec portitor Orcidicere, praeterea vidit, nec portitor Orci amplius obiectam passus transire paludem.amplius obiectam passus transire paludem.
  • 11. Traduzione,Georg.vv. 485-503Traduzione,Georg.vv. 485-503  E già aveva oltrepassato tutte le difficoltà indietreggiando il passo, edE già aveva oltrepassato tutte le difficoltà indietreggiando il passo, ed Euridice, ritornata procedeva verso il cielo superiore sequendolo dietroEuridice, ritornata procedeva verso il cielo superiore sequendolo dietro (e infatti Proserpina aveva dato questo comando, quando una(e infatti Proserpina aveva dato questo comando, quando una improvvisa pazzia prese l'incauto amante, certamente da perdonare,improvvisa pazzia prese l'incauto amante, certamente da perdonare, se i Mani sapessero perdonare.Si fermò, e già sotto ai primi raggise i Mani sapessero perdonare.Si fermò, e già sotto ai primi raggi immemore ahi! E vinto nell'animo, la sua Euridicesi volse a guardare.immemore ahi! E vinto nell'animo, la sua Euridicesi volse a guardare. Qui tutta la fatica fu sciupata e i patti dell'aspro tiranno furono rotti, treQui tutta la fatica fu sciupata e i patti dell'aspro tiranno furono rotti, tre volte un rumore fu udito dal lago Averno. Ella disse: "Chi rovinò mevolte un rumore fu udito dal lago Averno. Ella disse: "Chi rovinò me misera e te, oh Orfeo, quale pazzia così grande? Ecco che di nuovo imisera e te, oh Orfeo, quale pazzia così grande? Ecco che di nuovo i crudeli fati mi chiamano indietro, e il sonno fa cessare le luci naviganti.crudeli fati mi chiamano indietro, e il sonno fa cessare le luci naviganti. E ormai addio: sono portata, circondata, dalla grande notte che miE ormai addio: sono portata, circondata, dalla grande notte che mi ravvolge, ed impotenti a te stendendo, ahi! Non più tua le palme”.ravvolge, ed impotenti a te stendendo, ahi! Non più tua le palme”. Disse e, giratasi, immeditamente si allontanò dagli occhi, come il tenueDisse e, giratasi, immeditamente si allontanò dagli occhi, come il tenue fumo misto nell'aria, e non vide lui che afferrava inutilmente le ombre efumo misto nell'aria, e non vide lui che afferrava inutilmente le ombre e che voleva dire molte cose; nè il nocchiero dell'Orco accettò di fargliche voleva dire molte cose; nè il nocchiero dell'Orco accettò di fargli passare di nuovo l’opposta palude.passare di nuovo l’opposta palude.
  • 12. Georg. IV l. vv. 504-527. TraduzioneGeorg. IV l. vv. 504-527. Traduzione  Che cosa potrebbe fare? dove si trascinerà, rapita la coniuge due volte (dopoChe cosa potrebbe fare? dove si trascinerà, rapita la coniuge due volte (dopo che la coniuge fu rapita per due volte)? con quale lamento potrebbeche la coniuge fu rapita per due volte)? con quale lamento potrebbe commuovere i Mani, quali numi con la voce? Ella già navigava nella freddacommuovere i Mani, quali numi con la voce? Ella già navigava nella fredda barchetta stigia. Narrano che egli si lamentò di se stesso per sette interi mesibarchetta stigia. Narrano che egli si lamentò di se stesso per sette interi mesi secondo l'ordine sotto una rupe di aria presso l'onda dello Strimone, e chesecondo l'ordine sotto una rupe di aria presso l'onda dello Strimone, e che ricordò queste sotto gli gelidi antri mentre placava le tigri e parlava alle quercericordò queste sotto gli gelidi antri mentre placava le tigri e parlava alle querce con una poesia: come il dolente usignolo si lamenta sotto l'ombra del pioppocon una poesia: come il dolente usignolo si lamenta sotto l'ombra del pioppo dei figli persi, che il duro aratoresottrasse quardando nel nido implume; ma elladei figli persi, che il duro aratoresottrasse quardando nel nido implume; ma ella piange la notte, sedendo sul ramo ricomincia il canto meraviglioso, e riempepiange la notte, sedendo sul ramo ricomincia il canto meraviglioso, e riempe largamente di mesti lameti i luoghi. Nessuna Venere, nessun canto nuzialelargamente di mesti lameti i luoghi. Nessuna Venere, nessun canto nuziale piegò l'animo: da solo rischiara i ghiacci iperborei e il nevoso Tanai e le regionipiegò l'animo: da solo rischiara i ghiacci iperborei e il nevoso Tanai e le regioni mai prive dell'inverno rifeo, lamentandosi della rapita Euridice e dei donimai prive dell'inverno rifeo, lamentandosi della rapita Euridice e dei doni strappati da Dite. Le madri disprezzate dei Ciconi cosparsero con quel regalo ilstrappati da Dite. Le madri disprezzate dei Ciconi cosparsero con quel regalo il giovane, fatto a pezzi attraverso gli spazi larghi, tra le cose sacre degli dei egiovane, fatto a pezzi attraverso gli spazi larghi, tra le cose sacre degli dei e nell'orgia notturna di Bacco. Allora,anche mentre Eagro Ebro volgeva il caponell'orgia notturna di Bacco. Allora,anche mentre Eagro Ebro volgeva il capo divelto dalla marmorea cervice, mentre lo portava nel mezzo dei gorghi, ladivelto dalla marmorea cervice, mentre lo portava nel mezzo dei gorghi, la stessa voce e la fredda lingua chiamavano Euridice, ah! misera Euridice: sustessa voce e la fredda lingua chiamavano Euridice, ah! misera Euridice: su tutto il fiume le rive riferivano "Euridice".tutto il fiume le rive riferivano "Euridice".
  • 13. IL MITO DI ORFEO ED EURIDICEIL MITO DI ORFEO ED EURIDICE IN OVIDIO. Traduzione italianaIN OVIDIO. Traduzione italiana  Di lì, avvolto nel suo mantello dorato, se ne andò ImeneoDi lì, avvolto nel suo mantello dorato, se ne andò Imeneo per l’etere infinito, dirigendosi verso la terraper l’etere infinito, dirigendosi verso la terra dei Cìconi, dove la voce di Orfeo lo invocava invano.dei Cìconi, dove la voce di Orfeo lo invocava invano. Invano, sì, perché il dio venne, ma senza le parole di rito,Invano, sì, perché il dio venne, ma senza le parole di rito, senza letizia in volto, senza presagi propizi.senza letizia in volto, senza presagi propizi. Persino la fiaccola che impugnava sprigionò soltanto fumo,Persino la fiaccola che impugnava sprigionò soltanto fumo, provocando lacrime, e, per quanto agitata, non levò mai fiamme.provocando lacrime, e, per quanto agitata, non levò mai fiamme. Presagio infausto di peggiore evento: la giovane sposa,Presagio infausto di peggiore evento: la giovane sposa, mentre tra i prati vagava in compagnia d’uno stuolomentre tra i prati vagava in compagnia d’uno stuolo di Naiadi, morì, morsa al tallone da un serpente.di Naiadi, morì, morsa al tallone da un serpente. A lungo sotto la volta del cielo la pianse il poetaA lungo sotto la volta del cielo la pianse il poeta del Ròdope, ma per saggiare anche il mondo dei morti,del Ròdope, ma per saggiare anche il mondo dei morti, non esitò a scendere sino allo Stige per la porta del Tènaro:non esitò a scendere sino allo Stige per la porta del Tènaro: tra folle irreali, tra fantasmi di defunti onorati, giunsetra folle irreali, tra fantasmi di defunti onorati, giunse alla presenza di Persefone e del signore che reggealla presenza di Persefone e del signore che regge lo squallido regno dei morti. Intonando al canto le cordelo squallido regno dei morti. Intonando al canto le corde della lira, così disse: «O dei, che vivete nel mondo degl’Inferi,della lira, così disse: «O dei, che vivete nel mondo degl’Inferi, dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire,dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire, se è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugise è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugi di un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitaredi un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitare le tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre gole,le tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre gole, irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.  Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva calpestato,Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva calpestato, in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso.in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso. Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato:Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato: ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo;ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo; se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero:se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero: se non è inventata la novella di quell’antico rapimento,se non è inventata la novella di quell’antico rapimento, anche voi foste uniti da Amore. Per questi luoghi paurosi,anche voi foste uniti da Amore. Per questi luoghi paurosi, per questo immane abisso, per i silenzi di questo immenso regno,per questo immane abisso, per i silenzi di questo immenso regno, vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di Euridice!vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di Euridice! Tutto vi dobbiamo, e dopo un breve soggiorno in terra,Tutto vi dobbiamo, e dopo un breve soggiorno in terra, presto o tardi tutti precipitiamo in quest’unico luogo.presto o tardi tutti precipitiamo in quest’unico luogo. Qui tutti noi siamo diretti; questa è l’ultima dimora, e quiQui tutti noi siamo diretti; questa è l’ultima dimora, e qui sugli esseri umani il vostro dominio non avrà mai fine.sugli esseri umani il vostro dominio non avrà mai fine. Anche Euridice sarà vostra, quando sino in fondo avrà compiutoAnche Euridice sarà vostra, quando sino in fondo avrà compiuto il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono.il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono. Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo è certo:Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo è certo: io non me ne andrò: della morte d’entrambi godrete!».io non me ne andrò: della morte d’entrambi godrete!».
  • 14. Il mito di Orfeo e di Euridice.Il mito di Orfeo e di Euridice. Traduzione italiana (continua).Traduzione italiana (continua).  Mentre così si esprimeva, accompagnato dal suono della lira,Mentre così si esprimeva, accompagnato dal suono della lira, le anime esangui piangevano; Tantalo tralasciò d’afferrarele anime esangui piangevano; Tantalo tralasciò d’afferrare l’acqua che gli sfuggiva, la ruota d’Issìone s’arrestò stupita,l’acqua che gli sfuggiva, la ruota d’Issìone s’arrestò stupita, gli avvoltoi più non rosero il fegato a Tizio, deposero l’urnagli avvoltoi più non rosero il fegato a Tizio, deposero l’urna le nipoti di Belo e tu, Sisifo, sedesti sul tuo macigno.le nipoti di Belo e tu, Sisifo, sedesti sul tuo macigno. Si dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima voltaSi dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima volta si bagnassero allora di lacrime le guance. Né ebbero cuore,si bagnassero allora di lacrime le guance. Né ebbero cuore, regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera,regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera, e chiamarono Euridice. Tra le ombre appena giunte si trovava,e chiamarono Euridice. Tra le ombre appena giunte si trovava, e venne avanti con passo reso lento dalla ferita.e venne avanti con passo reso lento dalla ferita. Orfeo del Ròdope, prendendola per mano, ricevette l’ordineOrfeo del Ròdope, prendendola per mano, ricevette l’ordine di non volgere indietro lo sguardo, finché non fosse uscitodi non volgere indietro lo sguardo, finché non fosse uscito dalle valli dell’Averno; vano, se no, sarebbe stato il dono.dalle valli dell’Averno; vano, se no, sarebbe stato il dono. In un silenzio di tomba s’inerpicano su per un sentieroIn un silenzio di tomba s’inerpicano su per un sentiero scosceso, buio, immerso in una nebbia impenetrabile.scosceso, buio, immerso in una nebbia impenetrabile. E ormai non erano lontani dalla superficie della terra,E ormai non erano lontani dalla superficie della terra, quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla,quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla, l’innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell’Averno;l’innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell’Averno; cercò, sì, tendendo le braccia, d’afferrarlo ed essere afferrata,cercò, sì, tendendo le braccia, d’afferrarlo ed essere afferrata, ma null’altro strinse, ahimè, che l’aria sfuggente.ma null’altro strinse, ahimè, che l’aria sfuggente. Morendo di nuovo non ebbe per Orfeo parole di rimproveroMorendo di nuovo non ebbe per Orfeo parole di rimprovero (di cosa avrebbe dovuto lamentarsi, se non d’essere amata?);(di cosa avrebbe dovuto lamentarsi, se non d’essere amata?); per l’ultima volta gli disse ‘addio’, un addio che alle sue orecchieper l’ultima volta gli disse ‘addio’, un addio che alle sue orecchie giunse appena, e ripiombò nell’abisso dal quale saliva.giunse appena, e ripiombò nell’abisso dal quale saliva. Rimase impietrito Orfeo per la doppia morte della moglie,Rimase impietrito Orfeo per la doppia morte della moglie, così come colui che fu terrorizzato nel vedere Cerberocosì come colui che fu terrorizzato nel vedere Cerbero con la testa di mezzo incatenata, e il cui terrore non cessòcon la testa di mezzo incatenata, e il cui terrore non cessò finché dall’avita natura il suo corpo non fu mutato in pietra;finché dall’avita natura il suo corpo non fu mutato in pietra; o come Oleno che si addossò la colpa e volleo come Oleno che si addossò la colpa e volle passare per reo; o te, sventurata Letea, troppo innamoratapassare per reo; o te, sventurata Letea, troppo innamorata
  • 15. IL LESSICO AMOROSO INIL LESSICO AMOROSO IN VIRGILIOVIRGILIO  Le scelte lessicali di Virgilio, comeLe scelte lessicali di Virgilio, come abbiamo detto, tanto nelleabbiamo detto, tanto nelle determinazioni sostantivali che neglideterminazioni sostantivali che negli aggettivi, manifestano una concezioneaggettivi, manifestano una concezione negativa, pessimistica dell’amore.negativa, pessimistica dell’amore. L’amore si presenta infatti come “L’amore si presenta infatti come “furor”furor” (v. 495), follia rovinosa, letale, passione(v. 495), follia rovinosa, letale, passione totalizzante, che acceca Orfeo, cometotalizzante, che acceca Orfeo, come precedentemente aveva ottenebrato laprecedentemente aveva ottenebrato la mente del pastore Aristeo, che in predamente del pastore Aristeo, che in preda alla libidine aveva inseguito Proserpina,alla libidine aveva inseguito Proserpina, provocandone la morte a causa delprovocandone la morte a causa del morso di un serpente e comemorso di un serpente e come successivamente avverrà allo stessosuccessivamente avverrà allo stesso Orfeo, vittima della follia omicida delleOrfeo, vittima della follia omicida delle donne della Tracia, che ne smembrano ildonne della Tracia, che ne smembrano il corpo a causa del suo insistente rifiuto .icorpo a causa del suo insistente rifiuto .i termini: furor error,exitium, sitermini: furor error,exitium, si dispongono nell’opera secondo undispongono nell’opera secondo un climax ascendente dove l’exitium è laclimax ascendente dove l’exitium è la conseguenza dell’amore come furorconseguenza dell’amore come furor (follia)(follia) amor furor error exitium
  • 16. UN’INTERPRETAZIONE DEL MITOUN’INTERPRETAZIONE DEL MITO DI ORFEO ED EURIDICEDI ORFEO ED EURIDICE  L’amore comeL’amore come furorfuror si contrappone tematicamente al motivo dellasi contrappone tematicamente al motivo della lexlex (vv.487).(vv.487). La lex richiama il successivo foedera del vv. 493 , il patto stipulato tra Orfeo eLa lex richiama il successivo foedera del vv. 493 , il patto stipulato tra Orfeo e le divinità degli Inferi che prevedeva come condizione per far ritornare Euridicele divinità degli Inferi che prevedeva come condizione per far ritornare Euridice alle soglie della luce, che il cantore non si voltasse indietro per rivederealle soglie della luce, che il cantore non si voltasse indietro per rivedere l’amata. Come è stato notato,l’amata. Come è stato notato,‫ر‬‫ر‬** il patto stabilito tra Orfeo e le divinità infernaliil patto stabilito tra Orfeo e le divinità infernali conteneva però una clausola che non poteva non essere violata, era un pattoconteneva però una clausola che non poteva non essere violata, era un patto non equo tutto a sfavore di Orfeo, che serviva alle divinità infernali pernon equo tutto a sfavore di Orfeo, che serviva alle divinità infernali per confermare la legge che vige nel mondo dell’Ade: la morte non si puòconfermare la legge che vige nel mondo dell’Ade: la morte non si può trasformare nel suo contrario, nella vita,gli opposti sono senza conciliazione.trasformare nel suo contrario, nella vita,gli opposti sono senza conciliazione. Nella sua passione totalizzante, accecante per un singolo individuo, OrfeoNella sua passione totalizzante, accecante per un singolo individuo, Orfeo rischiava di mettere in crisi il ferreo ordine del mondo degli Inferi, come lerischiava di mettere in crisi il ferreo ordine del mondo degli Inferi, come le guerre civili, le spinte individualistiche sorte nell’età cesariana, rischiavano diguerre civili, le spinte individualistiche sorte nell’età cesariana, rischiavano di mettere in crisi il buon ordine stabilito da Augusto. Ma del resto la passione dimettere in crisi il buon ordine stabilito da Augusto. Ma del resto la passione di Orfeo nella sua irrazionalità aveva una ragione: non si può amare chi non siOrfeo nella sua irrazionalità aveva una ragione: non si può amare chi non si conosce, chi non si vede,di qui il desiderio di Orfeo di volerconosce, chi non si vede,di qui il desiderio di Orfeo di voler respicererespicere (dove il(dove il verbo significa :”guardare con intensità, prendendosi cura dell’altro”) l’amata,verbo significa :”guardare con intensità, prendendosi cura dell’altro”) l’amata, un desiderio da perdonare, se le divinità degli Inferi, conquistate all’un desiderio da perdonare, se le divinità degli Inferi, conquistate all’apatheiaapatheia stoicheggiante di Augusto, avessero saputo perdonare”.stoicheggiante di Augusto, avessero saputo perdonare”.
  • 17. ETIMOLOGIAETIMOLOGIALEXLEX Dalla radice i. e. legh,da cui l’ant. nordDalla radice i. e. legh,da cui l’ant. nord ted. lted. löög = ant. sass. lag. (inglese law),g = ant. sass. lag. (inglese law), “porre, giacere” che darebbe al termine“porre, giacere” che darebbe al termine il senso di legge positiva, stabilita.il senso di legge positiva, stabilita. Secondo altri si ricollega al verbo lat.Secondo altri si ricollega al verbo lat. legere (greco legein)legere (greco legein) IMPERIUMIMPERIUM I lessici etimologici, tra i quali l’ErnoutI lessici etimologici, tra i quali l’Ernout Meillet , accettano la comune etimologiaMeillet , accettano la comune etimologia che imperium derivi da in e paro; paroche imperium derivi da in e paro; paro significa: “ preparo, procuro,significa: “ preparo, procuro, apparecchio” e impero significherebbe:apparecchio” e impero significherebbe: “faccio preparativi perché si compia“faccio preparativi perché si compia qualcosa”. In imperare sarebbe implicitoqualcosa”. In imperare sarebbe implicito il senso di comandare.il senso di comandare. PRAECEPTUMPRAECEPTUM Dal latino, prae e capere, “prendere”,Dal latino, prae e capere, “prendere”, norma relativa al comportamento dinorma relativa al comportamento di un’autorità riconosciuta.un’autorità riconosciuta. JUSJUS E’ la voce sincopata derivata da jussumE’ la voce sincopata derivata da jussum = comando, ordine, regola prescritta,= comando, ordine, regola prescritta,
  • 18. IL MITO DI PIRAMO EIL MITO DI PIRAMO E TISBE.Riassunto..TISBE.Riassunto..  Piramo e Tisbe, due fanciulli babilonesi, abitano in due casePiramo e Tisbe, due fanciulli babilonesi, abitano in due case contigue; grazie alla vicinanza si conoscono e col tempo nascecontigue; grazie alla vicinanza si conoscono e col tempo nasce l’amore. Si sarebbero uniti in legittime nozze, se non l’avesserol’amore. Si sarebbero uniti in legittime nozze, se non l’avessero impedito i genitori, ma il loro amore cresceva sempre più. Non siimpedito i genitori, ma il loro amore cresceva sempre più. Non si confidano con nessuno e si parlano con cenni e gesti. Il muroconfidano con nessuno e si parlano con cenni e gesti. Il muro comune alle due case è solcato da una sottile fessura, la quale sicomune alle due case è solcato da una sottile fessura, la quale si era formata al tempo in cui era stato costruito. La crepa viene cosìera formata al tempo in cui era stato costruito. La crepa viene così usata dagli innamorati per parlarsi e sussurrarsi dolci parole.usata dagli innamorati per parlarsi e sussurrarsi dolci parole. Restando divisi, una sera si salutano e ciascuno dà alla sua parteRestando divisi, una sera si salutano e ciascuno dà alla sua parte del muro dei baci che non arrivano di là. L’indomani tornano tutti edel muro dei baci che non arrivano di là. L’indomani tornano tutti e due al solito posto. Allora, dopo essersi a lungo lamentati,due al solito posto. Allora, dopo essersi a lungo lamentati, stabiliscono di eludere la vigilanza e di tentar di uscire di casa nelstabiliscono di eludere la vigilanza e di tentar di uscire di casa nel silenzio della notte, e una volta fuori, di lasciare anche l’abitato esilenzio della notte, e una volta fuori, di lasciare anche l’abitato e incontrarsi al sepolcro del re Nino e nascondersi al buio sottoincontrarsi al sepolcro del re Nino e nascondersi al buio sotto l’albero. C’è lì infatti un albero tutto carico di bacche bianche comel’albero. C’è lì infatti un albero tutto carico di bacche bianche come neve, e un alto gelso sull’orlo di una freschissima fonte.neve, e un alto gelso sull’orlo di una freschissima fonte. Rimangono d’accordo così. Di soppiatto, aperta con cautela laRimangono d’accordo così. Di soppiatto, aperta con cautela la porta, Tisbe esce nelle tenebre senza farsi sentire dai suoi, e colporta, Tisbe esce nelle tenebre senza farsi sentire dai suoi, e col volto velato arriva al sepolcro e si siede sotto l’albero prestabilito.volto velato arriva al sepolcro e si siede sotto l’albero prestabilito. Quand’ecco che una leonessa, che aveva appena fatto strage diQuand’ecco che una leonessa, che aveva appena fatto strage di buoi, giunge con la schiuma alla bocca e il muso intriso di sanguebuoi, giunge con la schiuma alla bocca e il muso intriso di sangue a dissetarsi alla fonte lì accanto. Tisbe di Babilonia la vede ala dissetarsi alla fonte lì accanto. Tisbe di Babilonia la vede al chiarore della luna, e con piede trepidante corre a rifugiarsi in unachiarore della luna, e con piede trepidante corre a rifugiarsi in una grotta oscura, ma mentre fuggiva il velo le scivola dalle spalle. Lagrotta oscura, ma mentre fuggiva il velo le scivola dalle spalle. La leonessa, sedata la sete, stava tornando nel bosco, quando perleonessa, sedata la sete, stava tornando nel bosco, quando per caso trova il delicato velo abbandonato, e lo straccia con le faucicaso trova il delicato velo abbandonato, e lo straccia con le fauci insanguinate. Piramo, uscito più tardi, scorge nell’alta polvere leinsanguinate. Piramo, uscito più tardi, scorge nell’alta polvere le orme inconfondibili di una belva e impallidisce dalla paura.orme inconfondibili di una belva e impallidisce dalla paura. Quando poi trova anche la veste macchiata di sangue piange laQuando poi trova anche la veste macchiata di sangue piange la morte della sua amata e invoca anche per se stesso la morte,morte della sua amata e invoca anche per se stesso la morte, essendo causa della tragedia dell’amata. Raccolti i brandelli delessendo causa della tragedia dell’amata. Raccolti i brandelli del velo di Tisbe, li porta ai piedi dell’albero convenuto e si conficca ilvelo di Tisbe, li porta ai piedi dell’albero convenuto e si conficca il pugnale nel ventre. Morente, lo ritrae dalla gorgogliante ferita epugnale nel ventre. Morente, lo ritrae dalla gorgogliante ferita e cade a terra supino. Il sangue schizza in alto e i frutti della pianta,cade a terra supino. Il sangue schizza in alto e i frutti della pianta, spruzzati di sangue, divengono scuri; la radice inzuppata continuaspruzzati di sangue, divengono scuri; la radice inzuppata continua a tingere di rosso cupo i grappoli di bacche. Nel frattempo Tisbea tingere di rosso cupo i grappoli di bacche. Nel frattempo Tisbe ritorna al luogo stabilito e cerca il giovane innamorato. Ritrova eritorna al luogo stabilito e cerca il giovane innamorato. Ritrova e riconosce la forma della pianta, ma il colore dei frutti la fa restarericonosce la forma della pianta, ma il colore dei frutti la fa restare incerta. Mentre è in dubbio, vede un corpo agonizzante a terra, inincerta. Mentre è in dubbio, vede un corpo agonizzante a terra, in una pozza di sangue, e rabbrividisce. Riconosciuto il suo amore, siuna pozza di sangue, e rabbrividisce. Riconosciuto il suo amore, si batte le braccia, si straccia i capelli, abbraccia il corpo amato ebatte le braccia, si straccia i capelli, abbraccia il corpo amato e bacia il suo gelido volto. Piramo alza per un attimo gli occhi e libacia il suo gelido volto. Piramo alza per un attimo gli occhi e li richiude. Tisbe riconobbe il suo velo e, preso il pugnale di Piramo,richiude. Tisbe riconobbe il suo velo e, preso il pugnale di Piramo, si uccide. Prima di morire però rivolge ai genitori di entrambi unasi uccide. Prima di morire però rivolge ai genitori di entrambi una preghiera: di restare uniti nella morte in un unico sepolcro, mentrepreghiera: di restare uniti nella morte in un unico sepolcro, mentre all’albero di serbare il ricordo di questa tragedia e in segno di luttoall’albero di serbare il ricordo di questa tragedia e in segno di lutto di conservare dei suoi frutti il colore scuro. Puntandosi il pugnaledi conservare dei suoi frutti il colore scuro. Puntandosi il pugnale
  • 19. Il mito di Piramo e Tisbe in Ovidio,Il mito di Piramo e Tisbe in Ovidio, MET.IV,135-165MET.IV,135-165  PPercutitercutit indignosindignos claroclaro plangoreplangore lacertoslacertos,, etet laniatalaniata comascomas amplexaqueamplexaque corpuscorpus amatumamatum 140140vulneravulnera supplevitsupplevit lacrimislacrimis fletumquefletumque cruoricruori miscuitmiscuit++ etet gelidisgelidis inin vultibusvultibus osculaoscula figensfigens ‘Pyrame’‘Pyrame’ clamavitclamavit ‘‘quisquis tete mihimihi casuscasus ademitademit?? PyramePyrame,, responderesponde:: tuatua tete carissimacarissima ThisbeThisbe nominatnominat:: exaudiexaudi vultusquevultusque attolleattolle iacentesiacentes!’!’ 145145AdAd nomennomen ThisbesThisbes oculosoculos iamiam mortemorte gravatosgravatos PyramusPyramus erexiterexit,, visaquevisaque recondiditrecondidit illailla..  QuaeQuae postquampostquam vestemquevestemque suamsuam cognovitcognovit etet enseense viditvidit eburebur vacuumvacuum, ‘, ‘tuatua tete manus’manus’ inquitinquit ‘‘amorqueamorque perdiditperdidit,, infelixinfelix.. EstEst etet mihimihi fortisfortis inin unumunum hochoc manusmanus,, estest etet amoramor:: dabitdabit hichic inin vulneravulnera viresvires.. PersequarPersequar exstinctumexstinctum letiqueletique miserrimamiserrima dicardicar causacausa comesquecomesque tuitui;; quiquequique aa meme mortemorte revellirevelli heuheu sola poteras, poteris nec morte revelli.sola poteras, poteris nec morte revelli.
  • 20. Traduzione di Met. IV, 135-165Traduzione di Met. IV, 135-165  Si colpì con acute grida le braccia innocentiSi colpì con acute grida le braccia innocenti  E, strappatasi i capelli, abbracciando il corpo amatoE, strappatasi i capelli, abbracciando il corpo amato  Riempì le sue ferite di lacrime e mescolò il piantoRiempì le sue ferite di lacrime e mescolò il pianto  Al sangue ; e imprimendo baci sul volto ormai freddo,Al sangue ; e imprimendo baci sul volto ormai freddo,  gridò:”Piramo, quale sventura ti ha tolto a me?gridò:”Piramo, quale sventura ti ha tolto a me?  Piramo rispondimi ! La tua carissima TisbePiramo rispondimi ! La tua carissima Tisbe  Ti chiama; ascoltami e solleva il capo giacente!Ti chiama; ascoltami e solleva il capo giacente!  Al nome di Tisbe , Piramo sollevò gli occhiAl nome di Tisbe , Piramo sollevò gli occhi  Appesantiti dalla morte e li richiuse, dopo averla vista.Appesantiti dalla morte e li richiuse, dopo averla vista.  Dopo che ella ebbe riconosciuta la propria veste eDopo che ella ebbe riconosciuta la propria veste e  ScortoScorto  Il fodero d’avorio vuoto della spada, disse : “La tuaIl fodero d’avorio vuoto della spada, disse : “La tua  mano e il tuo amoremano e il tuo amore  Ti hanno ucciso, infelice! Ma anch’io ho una mano forteTi hanno ucciso, infelice! Ma anch’io ho una mano forte  Per questa sola impresa e ho anche l’amore: esso miPer questa sola impresa e ho anche l’amore: esso mi  Darà la forza per colpirmi.Darà la forza per colpirmi.  Ti seguirò nella morte e sarò detta infelicissima causaTi seguirò nella morte e sarò detta infelicissima causa  e compagnae compagna  della tua fine; ahimè, tu che potevi essermi strappatodella tua fine; ahimè, tu che potevi essermi strappato  solo dalla morte, neppure dalla morte potrai essermi strappato.”solo dalla morte, neppure dalla morte potrai essermi strappato.”
  • 21. LE FIGURE RETORICHE :LELE FIGURE RETORICHE :LE ALLITTERAZIONI E I POLIPTOTIALLITTERAZIONI E I POLIPTOTI  Tua te manusTua te manus , inquit, amorque perdidit,, inquit, amorque perdidit, infelix”.(alliterazione)infelix”.(alliterazione)  Quique a me morte revelliQuique a me morte revelli  Heu solaHeu sola poteras, poterispoteras, poteris nec mortenec morte revelli( poliptoto presente nel verbo :revelli( poliptoto presente nel verbo : possum unitamente all’antitesi tra colapossum unitamente all’antitesi tra cola simmetrici)simmetrici)
  • 22. PIRAMO E TISBEPIRAMO E TISBE  Il mito di Piramo e Tisbe nell’ArteIl mito di Piramo e Tisbe nell’Arte
  • 23. Il mito di Piramo e Tisbe nell’arteIl mito di Piramo e Tisbe nell’arte  IMMAGINIIMMAGINI
  • 24. La fortuna del mito di Piramo eLa fortuna del mito di Piramo e Tisbe.Tisbe. Fonti CLASSICHEFonti CLASSICHE  BibliografiaBibliografia Tisfc01 Senofonte, Anabasi, I, 4 Tisfc02 Strabone, Geografia, V Tisfc03 Ovidio, Metamorfosi, IV, vv. 55-166 Tisfc04 Igino, Fabulae, 142, 143 Tisfc05 Pseudo-Clemente, Recognitiones, X, 26 Tisfc06 Himerio di Bitinia, Orationes, IX Tisfc07 Temistio di Bitinia, Discorsi, XI Tisfc08 Anthologia Latina sive Poesis Latinae Supplementum, I, 73 Tisfc09 Anthologia Latina, I, 2, 117 Tisfc10 Agostino Aurelio, De Ordine, 3, 8; 8, 21; 63 Tisfc11 Servio, Servi Grammatici qui feruntur in Vergilii Bucolica et Georgica commentari, VI, 22 Tisfc12 Nikolaos di Myra, Progymnasmata Tisfc13 Nonno di Panopoli, Le Dionisiache, VI, vv. 339-355; XII, vv. 84-85 Tisfc14 Lattanzio Placido, Lactantii Placidi qui dicitur narrationes fabularum ovidianarum, liber IV, fab. III
  • 25. La fortuna di Piramo e Tisbe nelleLa fortuna di Piramo e Tisbe nelle fonti medioevalifonti medioevali  Tisfm01Tisfm01Arnolfo d’Orleans, Allegoriae super Ovidii Metamorphosen, IV,Arnolfo d’Orleans, Allegoriae super Ovidii Metamorphosen, IV, 4Tisfm024Tisfm02Giovanni di Garlandia, Integumenta Ovidii, vv. 181-182Tisfm03Giovanni di Garlandia, Integumenta Ovidii, vv. 181-182Tisfm03Matteo diMatteo di Vendôme, Piramus et TisbeTisfm04Gervasio di Melkley, Piramus etVendôme, Piramus et TisbeTisfm04Gervasio di Melkley, Piramus et TisbéTisfm05TisbéTisfm05Gesta RomanorumGesta Romanorum, 231, 35, 231, 35 Tisfm06Dante Alighieri, La DivinaTisfm06Dante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, XXVII, vv. 35-42; Purgatorio, XXXIII, v. 69 Tisfm07GiovanniCommedia, Purgatorio, XXVII, vv. 35-42; Purgatorio, XXXIII, v. 69 Tisfm07Giovanni del Virgilio, Allegoriae Librorum Ovidii Metamorphoseos, IV Tisfm08del Virgilio, Allegoriae Librorum Ovidii Metamorphoseos, IV Tisfm08Piramus etPiramus et Tisbé, Ms R (Rouen, Bibliothèque municipale 1044, folios 91r-96v, vv. 1-Tisbé, Ms R (Rouen, Bibliothèque municipale 1044, folios 91r-96v, vv. 1- 904904Tisfm09Giovanni Boccaccio, Filocolo, II, 9.4 Tisfm10Petrus Berchorius, OvidiusTisfm09Giovanni Boccaccio, Filocolo, II, 9.4 Tisfm10Petrus Berchorius, Ovidius Moralizatus, IV, fo. xxxviMoralizatus, IV, fo. xxxvi Tisfm11Francesco Petrarca, Africa, VI, vv. 65-69Tisfm11Francesco Petrarca, Africa, VI, vv. 65-69 Tisfm12Giovanni Boccaccio, Amorosa Visione, XXI, vv. 1-12 Tisfm13GiovanniTisfm12Giovanni Boccaccio, Amorosa Visione, XXI, vv. 1-12 Tisfm13Giovanni Boccaccio, Elegia di Madonna Fiammetta, VIIITisfm14Francesco Petrarca, RimeBoccaccio, Elegia di Madonna Fiammetta, VIIITisfm14Francesco Petrarca, Rime disperse, sonetto XVII Tisfm15Francesco Petrarca, Trionfo dell’Amore, III, vv. 1-24disperse, sonetto XVII Tisfm15Francesco Petrarca, Trionfo dell’Amore, III, vv. 1-24 Tisfm16Giovanni Boccaccio, De mulieribus claris, XIII Tisfm17Giovanni deiTisfm16Giovanni Boccaccio, De mulieribus claris, XIII Tisfm17Giovanni dei Bonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, IV, cap. III, IV, V, VI, VIIBonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, IV, cap. III, IV, V, VI, VII Tisfm18Geoffrey Chaucer, The Legend of Thisbe of Babylon in The Legend ofTisfm18Geoffrey Chaucer, The Legend of Thisbe of Babylon in The Legend of Good Women, vv. 705-923Tisfm19John Gower, Confessio Amantis, III, vv. 1331-Good Women, vv. 705-923Tisfm19John Gower, Confessio Amantis, III, vv. 1331- 14941494 Tisfm20Christine de Pisan, Epistre d’Othéa, 38Tisfm20Christine de Pisan, Epistre d’Othéa, 38 Tisfm21Christine de Pisan, LaTisfm21Christine de Pisan, La Città delle Dame, libro II, fol. lvijCittà delle Dame, libro II, fol. lvijTisfm22Ovide Moralisé en prose, texte duTisfm22Ovide Moralisé en prose, texte du quinzième siècle, IVTisfm23Bible des Poètes, ed.quinzième siècle, IVTisfm23Bible des Poètes, ed. A. Verard, 1493A. Verard, 1493
  • 26. LA FORTUNA DEL MITO DILA FORTUNA DEL MITO DI PIRAMO E TISBE NELLE FONTIPIRAMO E TISBE NELLE FONTI RINASCIMENTALIRINASCIMENTALI sigla di riferimentoriferimento bibliograficoTisfr01Raffaello Regio,sigla di riferimentoriferimento bibliograficoTisfr01Raffaello Regio, Metamorphoseon Pub. Ovidii Nasonis libri XV, IV, 3Tisfr02Niccolò degliMetamorphoseon Pub. Ovidii Nasonis libri XV, IV, 3Tisfr02Niccolò degli Agostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral inAgostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa, IV, fol. 34, 35,verso vulgar con le sue allegorie in prosa, IV, fol. 34, 35, 36Tisfr03Lodovico Dolce, Le Trasformazioni, canto VIIITisfr04Vincenzo36Tisfr03Lodovico Dolce, Le Trasformazioni, canto VIIITisfr04Vincenzo Cartari, Imagini degli dei degli antichi, cap.Cartari, Imagini degli dei degli antichi, cap. XIVTisfr05La MétamorphoseXIVTisfr05La Métamorphose d’Ovide figuréed’Ovide figuréeTisfr06Gabriele Simeoni, Metamorfoseo d’Ovidio figuratoTisfr06Gabriele Simeoni, Metamorfoseo d’Ovidio figurato & abbreviato in forma d’Epigrammi, IV, f. 62, 63Tisfr07Giovanni Andrea& abbreviato in forma d’Epigrammi, IV, f. 62, 63Tisfr07Giovanni Andrea dell’Anguillara, Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andreadell’Anguillara, Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, IVTisfr08Giuseppe Orologgi, Annotazioni adell’Anguillara in ottava rima, IVTisfr08Giuseppe Orologgi, Annotazioni a Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara inLe Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, IVTisfr09Johannes Spreng, Metamorphoses Ovidii,ottava rima, IVTisfr09Johannes Spreng, Metamorphoses Ovidii, Argumentis quidem soluta oratione, Enarrationibus autem & AllegorijisArgumentis quidem soluta oratione, Enarrationibus autem & Allegorijis Elegiaco Versu accuratissime expositae, IV, 47Tisfr10Elegiaco Versu accuratissime expositae, IV, 47Tisfr10Johan. PosthiiJohan. Posthii Gemershemii, Tetrasticha in Ovidii Metam.lib.XV Quibus accesseruntGemershemii, Tetrasticha in Ovidii Metam.lib.XV Quibus accesserunt Vergilij Solis figurae elegantiss. Et iam primum in lucemVergilij Solis figurae elegantiss. Et iam primum in lucem editaeTisfr11editaeTisfr11William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate,William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate, atto V, scena 1atto V, scena 1Tisfr12Luis Gòngora y Argote, La Fabula de Piramo yTisfr12Luis Gòngora y Argote, La Fabula de Piramo y TisbeTisfr13Isaac de Benserade, Metamorphoses en Rondeaux, G.2TisbeTisfr13Isaac de Benserade, Metamorphoses en Rondeaux, G.2
  • 27. IL MITO DI ECO E DI NARCISO,OVIDIO, MET.IIIIL MITO DI ECO E DI NARCISO,OVIDIO, MET.III
  • 28. Il DRAMMA DINARCISO IN QUATTRO ATTIIl DRAMMA DINARCISO IN QUATTRO ATTI  1)1) La fonte che genera ingannoLa fonte che genera inganno:”C’era una fonte limpida, argentata per le acque trasparenti che né i:”C’era una fonte limpida, argentata per le acque trasparenti che né i pastori, né le caprette pascolate sul monte o altro bestiame avevano toccato , che nessun uccello népastori, né le caprette pascolate sul monte o altro bestiame avevano toccato , che nessun uccello né bestia selvatica aveva turbato, né ramo caduto dall’albero. C’era intorno dell’erba che un vicino corsobestia selvatica aveva turbato, né ramo caduto dall’albero. C’era intorno dell’erba che un vicino corso d’acqua alimentava e una selva che non avrebbe permesso che il luogo si intiepidisse per alcun sole.d’acqua alimentava e una selva che non avrebbe permesso che il luogo si intiepidisse per alcun sole.  Qui il fanciullo stanco e per il desiderio di cacciare e per il caldo, cadde a terra attratto dalla bellezzaQui il fanciullo stanco e per il desiderio di cacciare e per il caldo, cadde a terra attratto dalla bellezza del luogo e della fonte”.(vv. 407-414)del luogo e della fonte”.(vv. 407-414)  2)2) Il rovesciamento del mito di Edipo, quando la conoscenza di sé genera la non conoscenzaIl rovesciamento del mito di Edipo, quando la conoscenza di sé genera la non conoscenza::  ““ Da solo si estasia di sé e non sa più staccarsi, immobile con la stessa espressione come unaDa solo si estasia di sé e non sa più staccarsi, immobile con la stessa espressione come una statua tratta dal marmo pario. Quante volte ha dato baci inutili alla fonte! Quante volte ha immersostatua tratta dal marmo pario. Quante volte ha dato baci inutili alla fonte! Quante volte ha immerso nelle acque le braccia per afferrare il collo visto e non si cattura!nelle acque le braccia per afferrare il collo visto e non si cattura! Non sa che cosa vede ; ma vieneNon sa che cosa vede ; ma viene infiammato da ciò che vede e l’errore stesso che trae in inganno ed eccita gli occhi.Nèinfiammato da ciò che vede e l’errore stesso che trae in inganno ed eccita gli occhi.Nè lala preoccupazione del cibo, né la preoccupazione del riposo lo possono sottrarre da lì, ma sdraiatopreoccupazione del cibo, né la preoccupazione del riposo lo possono sottrarre da lì, ma sdraiato sull’erba folta guarda con occhio mai sazio la bellezza ingannevole e lui stesso si rovina attraverso isull’erba folta guarda con occhio mai sazio la bellezza ingannevole e lui stesso si rovina attraverso i suoi occhi, e dopo essersi un po’ sollevato, tendendo le sue braccia alle selve circostantisuoi occhi, e dopo essersi un po’ sollevato, tendendo le sue braccia alle selve circostanti disse:”Chiunque tu sia , esci di qui. Perché mi inganni fanciullo senza pari? Dove te ne vai ogni voltadisse:”Chiunque tu sia , esci di qui. Perché mi inganni fanciullo senza pari? Dove te ne vai ogni volta che sei ricercato? Certo né la bellezza, né la mia età sono tali da doversi evitare, mi amarono ancheche sei ricercato? Certo né la bellezza, né la mia età sono tali da doversi evitare, mi amarono anche le ninfe. Non so quale speranza mi prometti con volto amico e perciò quando ho teso verso te lele ninfe. Non so quale speranza mi prometti con volto amico e perciò quando ho teso verso te le braccia, tu me le hai porte di nuovo, quando ho riso, tu hai riso. Spesso anche ho notato le lacrime ebraccia, tu me le hai porte di nuovo, quando ho riso, tu hai riso. Spesso anche ho notato le lacrime e al cenno tu rimandi dei cenni e da quanto arguisco dal tuo bel viso, tu riporti le parole che nonal cenno tu rimandi dei cenni e da quanto arguisco dal tuo bel viso, tu riporti le parole che non giungono al nostro orecchio” (vv.418-438)giungono al nostro orecchio” (vv.418-438)
  • 29. IL DRAMMA DI NARCISO IN QUATTRO ATTI (CONTINUA)IL DRAMMA DI NARCISO IN QUATTRO ATTI (CONTINUA)  3)3) La consapevolezza dell’ingannoLa consapevolezza dell’inganno : “Sono io codesto! L’ho capito e non mi inganna l’immagine.: “Sono io codesto! L’ho capito e non mi inganna l’immagine. Sono infiammato dal’amore per me , muovo e produco le fiamme della passione! Che cosa dovreiSono infiammato dal’amore per me , muovo e produco le fiamme della passione! Che cosa dovrei fare? Dovrei essere richiesto o devo essere io a richiedere? Che cosa chiederò? Ciò che desidero èfare? Dovrei essere richiesto o devo essere io a richiedere? Che cosa chiederò? Ciò che desidero è con me . L’abbondanza mi fece povero . Oh potessi separarmi dal mio corpo!....(vv. 463-467)con me . L’abbondanza mi fece povero . Oh potessi separarmi dal mio corpo!....(vv. 463-467)  Disse e fuori di sé ritornò alla stessa visione e con le lacrime turbò le acque e dopo che fu mosso loDisse e fuori di sé ritornò alla stessa visione e con le lacrime turbò le acque e dopo che fu mosso lo specchio d’acqua, fu restituita la forma torbida. Avendo visto quella sparire disse: Dove fuggi? Rimanispecchio d’acqua, fu restituita la forma torbida. Avendo visto quella sparire disse: Dove fuggi? Rimani e non abbandonarmi o crudele amante! Mi sia lecito di vedere ciò che non si può toccare e offriree non abbandonarmi o crudele amante! Mi sia lecito di vedere ciò che non si può toccare e offrire esca all’infeliceesca all’infelice furorfuror (vv.474-479).(vv.474-479).La morte di Narciso e la sua metamorfosi.La morte di Narciso e la sua metamorfosi.  E né ormai il rosso mescolato al bianco ha colore, né il vigore e le forze che un tempo piacevano adE né ormai il rosso mescolato al bianco ha colore, né il vigore e le forze che un tempo piacevano ad Eco, né il corpo rimane che un tempo Eco aveva amato. Quella tuttavia quando lo vide adirata eEco, né il corpo rimane che un tempo Eco aveva amato. Quella tuttavia quando lo vide adirata e memore, si addolorò e quante volte l’infelice fanciullo aveva detto:” Ahimè “, questa ripeteva con vocimemore, si addolorò e quante volte l’infelice fanciullo aveva detto:” Ahimè “, questa ripeteva con voci risonanti, “Ahimè”. E quando quello aveva percosso con le sue mani le braccia, questa anche glirisonanti, “Ahimè”. E quando quello aveva percosso con le sue mani le braccia, questa anche gli rimandava il medesimo suono del colpo rumoroso.L’ultima voce che guardava verso la solita acquarimandava il medesimo suono del colpo rumoroso.L’ultima voce che guardava verso la solita acqua fu questa:”Addio , o caro fanciullo!”E altrettanti voci rimandò il luogo edetto:”Addio”,, “Addio”, risposefu questa:”Addio , o caro fanciullo!”E altrettanti voci rimandò il luogo edetto:”Addio”,, “Addio”, rispose Eco. Quello nascose lo stanco capo nell’erba verde e la notte chiuse gli occhi che fissavano laEco. Quello nascose lo stanco capo nell’erba verde e la notte chiuse gli occhi che fissavano la bellezza del signore. Ed anche allora, dopo che fu accolto nelle sedi degli inferi guardava la suabellezza del signore. Ed anche allora, dopo che fu accolto nelle sedi degli inferi guardava la sua immagine nella palude Stigia . Piansero le sorelle Naiadi, tagliarono i loro capelli e li deposeroimmagine nella palude Stigia . Piansero le sorelle Naiadi, tagliarono i loro capelli e li deposero davanti al fratello in segno di lutto, piansero le Driadi, Eco risponde al suono dei colpi e giàdavanti al fratello in segno di lutto, piansero le Driadi, Eco risponde al suono dei colpi e già preparavano il rogo, il feretro e scuotevano quelle fiaccole: in nessuna parte c’era il corpo. Al postopreparavano il rogo, il feretro e scuotevano quelle fiaccole: in nessuna parte c’era il corpo. Al posto del corpo trovano un fiore di colore giallo ,con foglie bianche che lo cingono tutt’intornodel corpo trovano un fiore di colore giallo ,con foglie bianche che lo cingono tutt’intorno
  • 30. .Testo.Metamorfosi, III, 375-401.Testo.Metamorfosi, III, 375-401 – o quotiens voluit blandis accedere dictiso quotiens voluit blandis accedere dictis et mollis adhibere preces! natura repugnatet mollis adhibere preces! natura repugnat nec sinit, incipiat, sed, quod sinit, illa parata estnec sinit, incipiat, sed, quod sinit, illa parata est exspectare sonos, ad quos sua verba remittat.exspectare sonos, ad quos sua verba remittat. forte puer comitum seductus ab agmine fidoforte puer comitum seductus ab agmine fido  380380 – dixerat: 'ecquis adest?' et 'adest' responderat Echo.dixerat: 'ecquis adest?' et 'adest' responderat Echo. hic stupet atque aciem partes dimittit in omnis,hic stupet atque aciem partes dimittit in omnis, voce 'veni!' magna clamat: vocat illa vocantem.voce 'veni!' magna clamat: vocat illa vocantem. respicit et rursus nullo veniente 'quid' inquitrespicit et rursus nullo veniente 'quid' inquit 'me fugis?' et totidem, quot dixit, verba recepit.'me fugis?' et totidem, quot dixit, verba recepit.  385385 – perstat et alternae deceptus imagine vocisperstat et alternae deceptus imagine vocis 'huc coeamus' ait, nullique libentius umquam'huc coeamus' ait, nullique libentius umquam responsura sono 'coeamus' rettulit Echoresponsura sono 'coeamus' rettulit Echo et verbis favet ipsa suis egressaque silvaet verbis favet ipsa suis egressaque silva ibat, ut iniceret sperato bracchia collo;ibat, ut iniceret sperato bracchia collo;  390390 – ille fugit fugiensque 'manus conplexibus aufer!ille fugit fugiensque 'manus conplexibus aufer! ante' ait 'emoriar, quam sit tibi copia nostri';ante' ait 'emoriar, quam sit tibi copia nostri'; rettulit illa nihil nisi 'sit tibi copia nostri!'rettulit illa nihil nisi 'sit tibi copia nostri!' spreta latet silvis pudibundaque frondibus oraspreta latet silvis pudibundaque frondibus ora protegit et solis ex illo vivit in antris;protegit et solis ex illo vivit in antris;  395395 – sed tamen haeret amor crescitque dolore repulsae;sed tamen haeret amor crescitque dolore repulsae; extenuant vigiles corpus miserabile curae,extenuant vigiles corpus miserabile curae, adducitque cutem macies et in aera sucusadducitque cutem macies et in aera sucus corporis omnis abit; vox tantum atque ossa supersunt:corporis omnis abit; vox tantum atque ossa supersunt: vox manet, ossa ferunt lapidis traxisse figuram.vox manet, ossa ferunt lapidis traxisse figuram.  400400 – inde latet silvis nulloque in monte videtur,inde latet silvis nulloque in monte videtur, omnibus auditur: sonus est, qui vivit in illa.omnibus auditur: sonus est, qui vivit in illa.
  • 31. Traduzione, III, 375-401Traduzione, III, 375-401  Oh quante volte avrebbe voluto abbordarlo con dolci parole e rivolgergli tenere preghiere !LaOh quante volte avrebbe voluto abbordarlo con dolci parole e rivolgergli tenere preghiere !La  Natura si oppone, non le permette di cominciare però- questo le è permesso- sta pronta ad afferrare i suoni, per rimandargli le sue stesse parole. Per caso il fanciullo si sperdeNatura si oppone, non le permette di cominciare però- questo le è permesso- sta pronta ad afferrare i suoni, per rimandargli le sue stesse parole. Per caso il fanciullo si sperde dai suoi compagni e dice:”C’è qualcuno?”ed Eco risponde “Qualcuno”. Lui si meraviglia, e cercando con gli occhi da tutte le parti grida a gran voce “Vieni” .E lei chiama lui che ladai suoi compagni e dice:”C’è qualcuno?”ed Eco risponde “Qualcuno”. Lui si meraviglia, e cercando con gli occhi da tutte le parti grida a gran voce “Vieni” .E lei chiama lui che la chiama. Egli si guarda dietro le spalle, e poiché neanche questa volta qualcuno viene fuori,2Perchè mi fuggi?”, e quante parole pronuncia , altre ne riceve. Insiste, e smarrito dalchiama. Egli si guarda dietro le spalle, e poiché neanche questa volta qualcuno viene fuori,2Perchè mi fuggi?”, e quante parole pronuncia , altre ne riceve. Insiste, e smarrito dal rimbalzare della voce dice:” qui riuniamoci”, ed Eco, che a nessun suono risponderebbe più volentieri, “Uniamoci”! Ripete. E decisa a far come dice usciva dal bosco e fa perrimbalzare della voce dice:” qui riuniamoci”, ed Eco, che a nessun suono risponderebbe più volentieri, “Uniamoci”! Ripete. E decisa a far come dice usciva dal bosco e fa per gettargli bramosamente le braccia al collo. Lui fugge e nel fuggire;”Giù le mani, non mi abbracciare !-esclama- Preferisco morire piuttosto che darmi a te!” Eco non risponde altrogettargli bramosamente le braccia al collo. Lui fugge e nel fuggire;”Giù le mani, non mi abbracciare !-esclama- Preferisco morire piuttosto che darmi a te!” Eco non risponde altro che “Darmi a te”. Disprezzata essa si nasconde nei boschi, occultando dietro le frasche il volto per la vergogna e da allora vive in antri solitari. Ma l’amore resta confitto in lei eche “Darmi a te”. Disprezzata essa si nasconde nei boschi, occultando dietro le frasche il volto per la vergogna e da allora vive in antri solitari. Ma l’amore resta confitto in lei e cresce per il dolore del rifiuto. I pensieri la tengono desta e la fanno deperire in modo pietoso, la pelle si raggrinza per la magrezza e tutti gli umori del corpo si disperdonocresce per il dolore del rifiuto. I pensieri la tengono desta e la fanno deperire in modo pietoso, la pelle si raggrinza per la magrezza e tutti gli umori del corpo si disperdono nell’aria. Non rimangono che la voce e le ossa. La voce esiste ancora, le ossa dicono presero l’aspetto dei sassi. E così sta celata nei boschi e non si vede su nessun monte, manell’aria. Non rimangono che la voce e le ossa. La voce esiste ancora, le ossa dicono presero l’aspetto dei sassi. E così sta celata nei boschi e non si vede su nessun monte, ma dappertutto si sente: è il suono che vive in lei.dappertutto si sente: è il suono che vive in lei.
  • 32. Confronto tra Eco e NarcisoConfronto tra Eco e Narciso NARCISONARCISO ECOECO Narciso è imago visusNarciso è imago visus Eco è imago vocisEco è imago vocis Narciso è la pura identità scissa cheNarciso è la pura identità scissa che cerca vanamente di possedersicerca vanamente di possedersi Eco è la pura alterità che insegueEco è la pura alterità che insegue vanamente la pura identitàvanamente la pura identità Narciso muore per consunzione,Narciso muore per consunzione, divenendo un’impalpabile traccia (ildivenendo un’impalpabile traccia (il fiore narciso reca in sé l’etimo difiore narciso reca in sé l’etimo di narkòs,che significa sonno, oblionarkòs,che significa sonno, oblio mortale9mortale9 Eco si consuma divenendo flatusEco si consuma divenendo flatus vocisvocis
  • 33. Bibliografia dei siti latiniBibliografia dei siti latini  WWW.DIENNETI.ITWWW.DIENNETI.IT  WWW.LATINITATIS. COMWWW.LATINITATIS. COM  WWW.DISCIPULUS.ITWWW.DISCIPULUS.IT  WWW.PERSEUS.ITWWW.PERSEUS.IT

Editor's Notes

  1. * Curi,