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NicolaUngaro1
,CarlaRitaFerrari2
,EmilioCellini3
,RosellaBertolotto4
Aosta, 14-15-16 marzo 2018
in collaborazione
con
LA DIRETTIVA STRATEGIA MARINA: UN ESEMPIO E
UNA OPPORTUNITA’ PER L’APPLICAZIONE DEI
PRINCIPI FONDATIVI DEL SNPA
1
ARPAPuglia,DirettoreScientifcof.f.
2
ARPAEmiliaRomagna,CoordinamentoStrategiaMarinaSottoregioneAdriatica
3
ARPACalabria,CoordinamentoStrategiaMarinaSottoregioneMediterraneoCentrale-MarIonio
4
ARPALiguria-CoordinamentoStrategiaMarinaSottoregione MediterraneoOccidentale
I monitoraggi delle acque superficiali, il ruolo delle ARPA
Le Agenzie Regionali e Provinciali per la protezione dell’Ambiente (ARPA/APPA) hanno sempre svolto, e continuano
a svolgere, un ruolo di primo piano (talvolta esclusivo) nel monitoraggio delle acque superficiali, siano esse quelle
interne, di transizione o marine, comprese quelle a specifica destinazione d’uso ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Vigente la Legge 132/2016, istitutiva del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, tale evidenza si
concretizza ancor di più con il «Documento istruttorio ai fini della determinazione dei LEPTA», licenziato dal Consiglio
SNPA. Infatti, nel Catalogo Nazionale dei Servizi, tra le 97 prestazioni elencate particolare rilievo hanno proprio quelle
relative al monitoraggio della qualità delle acque, attualmente realizzate dalla quasi totalità delle Agenzie.
Tali attività di monitoraggio sono peraltro previste da Direttive Comunitarie, tra le quali si possono menzionare la Direttiva
2000/60 CE -“Acque”, la Direttiva 2006/7 CE -“Acque di Balneazione” e la Direttiva 2008/56 CE -“Strategia
Marina”. Le tre citate Direttive sono state recepite dallo Stato Italiano e rese attuative dai rispettivi Decreti Legislativi
152/2006 s.m.i., 116/2008 s.m.i. e 190/2010 s.m.i, per ognuno dei quali sono attualmente in corso attività svolte
direttamente dalle ARPA/APPA.
L’importanza di queste attività per il
Sistema è peraltro acclarata dal redigendo
Piano Triennale delle Attività SNPA
2018-2020 (attualmente in fase di bozza
ED2REV1 del 20/02/2018), nel quale sono
inserite, tra gli obiettivi prestazionali
da garantire, due specifiche tipologie di
monitoraggio.
I monitoraggi delle acque superficiali, il ruolo delle ARPA
Solo per quanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i, si fa riferimento a più di 8000 corpi idrici superficiali con circa
4400 stazioni di monitoraggio, allocate nei circa 90000 km di reticolo idrografico e circa 9000 km di costa.
#
Ambiti di
intervento
(da bozza Catalogo dei
Servizi SNPA)
riferimentocomma1art.3L.132/2016(lettera)
Prestazione di dettaglio
e N. Prestazione
catalogo
Norma obiettivo prestazionale da garantire da parte del SNPA
Dimensioni del
contesto/matrice/
settore di riferimento
2 Monitoraggio a)
A.1.2.1
Monitoraggio della
qualità delle acque
interne (fiumi e laghi),
attraverso rilievi in
campo e/o strumentali
(rete fissa e mobile) e
analisi laboratoristiche
D.Lgs
152/ 2006
e smi
D.Lgs
172/2015
Monitoraggio periodico con rete rappresentativa dei corpi
idrici superficiali secondo programmi di monitoraggio
(frequenze, parametri chimici ed elementi di qualità
biologica EQB) in adempimento della Direttiva 2000/60/CE
e del D.lgs. 152/06.
Valutazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici
superficiali (fiumi e laghi) ai sensi del D.lgs. 152/06, di cui
all’Allegato 1 parte III e D.M. MATTM 260/2010.
Valutazioni ai fini della classificazione dei corpi idrici a
destinazione funzionale, di cui all’Allegato 2 parte III del
D.lgs. 152/2006 (acque a specifica destinazione: POT,
acque potabili – VTP, vita pesci – VTM, vita molluschi.
8.284 corpi idrici
(tratti idrografici
omogenei della rete
principale)
89.800 km
di reticolo idrografico
principale da
monitorare
circa 4.400
stazioni di
monitoraggio
4 Monitoraggio a)
A.1.2.4
Monitoraggio delle
Acque marine
(Direttiva Marine
Strategy)
Decreto
Legge
91/2014
Programmi di Monitoraggio e relative convenzioni.
Tre agenzie capofila (Calabria, Emilia Romagna e Liguria),
per il coordinamento del lavoro delle macroregioni Mare
Ionio-Mediterraneo Centrale, Mediterraneo Orientale,
Mediterraneo Occidentale, su diverse tematiche ambientali
declinate in nove moduli operativi:
1: Colonna d’acqua – 2: Microplastiche – 3:
Specie non indigene – 4: Rifiuti spiaggiati – 5:
Contaminazione – 6: Input di nutrienti – 7: Habitat
coralligeno – 8: Habitat fondi a Maerl – 9: Habitat
8.962 km di costa
Il Mare, il ruolo delle ARPA
Per quanto poi attiene la specifica tematica «Mare», molte delle Agenzie, tra quelle territorialmente interessate, hanno nella
loro mission la tutela dell’ambiente marino e delle coste, così come espressamente stabilito dai rispettivi atti istitutivi.
Inoltre è utile ricordare che molte di queste stesse Agenzie sono state in passato coinvolte nei Programmi di
Monitoraggio dell’Ambiente Marino-Costiero, coordinati dal MATTM in applicazione della Legge n. 979/1982.
Esiste uno stretto legame tra l’attuazione dei monitoraggi, i risultati degli stessi, la valutazione, e la gestione degli
ambienti marini; infatti, sia nelle Direttive Comunitarie che negli atti di recepimento da parte dello Stato Italiano si fa
esplicito riferimento alla classificazione dello stato di qualità ambientale, ai profili di rischio sul mancato
raggiungimento degli obiettivi ambientali prefissati, e ai programmi di misure da adottare per migliorare uno stato di
qualità che eventualmente non risulti “buono”.
Perché sono importanti le attività delle Agenzie sulla tematica «Mare»
Il raggiungimento ed il mantenimento dello stato di qualità “buono” delle acque superficiali, soprattutto quelle
marine, può rappresentare una ipoteca per lo sviluppo sostenibile di talune attività fondamentali per molti territori
italiani, tra le quali il turismo, la pesca e l’acquacoltura; infatti, una tra le prerogative più importanti per attrarre i flussi
turistici è rappresentata da un ambiente non perturbato, sano e pulito, e inoltre, la qualità degli ambienti acquatici
condiziona in qualche modo la disponibilità quali-quantitativa delle risorse biologiche, e quindi le attività di pesca.
La Direttiva «Strategia Marina» (2008/56/CE)
La Direttiva 56/2008/CE è il primo strumento legislativo dell’Unione Europea finalizzato esclusivamente alla
protezione dell’ambiente marino e delle sue risorse naturali, integrando differenti aspetti.
La Strategia Marina è il pilastro ambientale della più generale Politica Marittima
Integrata promossa dall’Unione Europea. La politica marittima integrata (PMI) si basa
sull'idea che l'Unione possa ottenere maggiori benefici dai mari e dagli oceani e produrre un
impatto ambientale minore mediante il coordinamento delle sue politiche in diversi ambiti.
Perché una nuova Direttiva sull’ambiente marino?
Necessità di introdurre nuovi
elementi da monitorare (rifiuti,
energia, reti trofiche, etc.)
Per integrare e consolidare normative
esistenti (WFD, BWD, etc.)
Allo scopo di integrazione
spaziale nell’ambito della
cooperazione regionale
La Direttiva «Strategia Marina» (2008/56/CE)
La Strategia Marina si basa sul presupposto di raggiungere, entro il 2020, un Buono Stato Ambientale (GES) in
accordo a stabiliti descrittori.
Per «Buono stato ambientale» si intende lo stato che consenta di preservare la diversità ecologica e la vitalità
degli ambienti marini, di mantenere i mari e gli oceani puliti, sani e produttivi, e un utilizzo sostenibile degli
stessi ambienti.
I descrittori previsti dalla Strategia Marina:
1) Biodiversità marina
2) Specie non indigene
3) Sfruttamento delle risorse ittiche
4) Reti trofiche marine
5) Eutrofizzazione
6) Integrità del fondo marino
7) Condizioni idrografiche
8) Contaminanti nell’ambiente
9) Contaminanti presenti nei prodotti della pesca
10) Rifiuti marini
11) Introduzione di energia
Ambiti di applicazione della Direttiva «Strategia Marina»
Nelle acque marine comunitarie afferenti alla
regione marittima «Mar Mediterraneo»,
l’ambito di applicazione della Direttiva è
costituito dalle acque, i fondali e sottosuolo
situati oltre la linea di base che serve a
misurare l’estensione delle acque territoriali,
fino ai confini della zona su cui lo Stato ha o
esercita diritti giurisdizionali, in conformità al
diritto internazionale del mare, quale il mare
territoriale, la ZEE, zone di pesca protette, la
piattaforma continentale e, laddove istituite, le
zone di protezione ecologica e anche le acque
costiere definite così come definite dalla
Direttiva 2000/60/CE.
Il recepimento della Direttiva 56/2008/CE in Italia
A seguire, con il Decreto Ministeriale 17 ottobre 2014 sono stati determinati i requisiti del buono stato ambientale
(GES) per le acque marine e definiti i traguardi ambientali (TARGET) per i descrittori della Strategia Marina.
La Direttiva 2008/56/CE è stata recepita dallo Stato Italiano con il D.Lgs 190/2010.
Il recepimento della Direttiva 56/2008/CE in Italia
Successivamente, con il Decreto Ministeriale 11 febbraio 2015
sono stati definiti gli indicatori associati ai traguardi ambientali,
al fine di conseguire il buono stato ambientale, e i programmi
di monitoraggio coordinati per la valutazione continua dello stato
delle acque marine.
Il recepimento della Direttiva 56/2008/CE in Italia
Nell’ambito della divisione dei Mari Comunitari prevista dalla Direttiva 56/2008/CE e recepita dal D.Lgs. 190/2010, i
mari italiani appartengono a tre distinte Sottoregioni del Mediterraneo.
- Sottoregione «Mare Adriatico»
- Sottoregione «Mediterraneo Occidentale»
- Sottoregione «Mediterraneo Centrale – Mar Ionio»
Le fasi di attuazione della Direttiva 56/2008 previste dal D.Lgs 190/2010
L’Autorità Competente per l’attuazione della Direttiva 56/2008 in Italia
L’Autorità Competente (A.C.) per l’attuazione della Direttiva Strategia Marina è il Ministero per la Tutela del
Territorio e del Mare (MATTM).
L’A.C. si avvale del Comitato tecnico, istituito con apposito Decreto, che si riunisce presso il Ministero. Il Comitato è
l’organismo che concorre alla definizione degli atti inerenti la strategia marina, e la sua composizione garantisce la
rappresentanza ad Amministrazioni centrali, Regioni e Provincie autonome, nonché gli altri enti locali.
Nelle prime fasi di attuazione il MATTM ha previsto il coinvolgimento diretto delle Regioni costiere, e a caduta delle
rispettive Agenzie Regionali per l’Ambiente, per alcune attività di monitoraggio realizzate negli anni 2013-2014 al fine
della valutazione dello stato iniziale, e propedeutiche per la fase di monitoraggio «a regime».
A partire dal 2015, il MATTM ha affidato direttamente al Sistema delle Agenzie molte delle attività di monitoraggio
previste dall’Art. 11 del D.Lgs. 190/2010, con una configurazione che prevede la regia centrale del Ministero e una
organizzazione, sia amministrativa che tecnica, basata sul coordinamento delle Agenzie a livello delle tre
Sottoregioni, con l’intesa e l’indicazione di implementare collaborazioni e sinergie al fine di ottimizzare l’uso delle risorse
disponibili e produrre i migliori risultati in termini di efficienza ed efficacia. Anche ISPRA è coinvolta nel processo, essendo
l’organo tecnico di riferimento a supporto del MATTM per l’attuazione della Direttiva.
L’Organizzazione istituzionale per l’attuazione della Direttiva 56/2008
MATTM
ISPRA
Sottoregione «MARE ADRIATICO»
- ARPA Capofila: Emilia Romagna
- Agenzie:
Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Marche, Abruzzo, Molise, Puglia
Sottoregione «MEDITERRANEO CENTRALE – MAR IONIO»
- ARPA Capofila: Calabria
- Agenzie:
Basilicata, Sicilia
Sottoregione «MEDITERRANEO OCCIDENTALE»
- ARPA Capofila: Liguria
- Agenzie:
Toscana, Lazio, Sardegna, Campania
SNPA dunque partecipa all’attuazione della Strategia Marina con ISPRA e le 15 ARPA afferenti alle corrispondenti Regioni
costiere. Solo per le Agenzie si stima un numero di circa 500 operatori direttamente coinvolti a diverso titolo, impegnati
totalmente o parzialmente per la realizzazione delle attività previste.
I rapporti tra MATTM e Agenzie per l’attuazione della Direttiva 56/2008
Per la realizzazione delle attività di monitoraggio previste dall’Art. 11 del D.Lgs.
190/2010 il MATTM ha sottoscritto apposite Convenzioni/Accordi di
Collaborazione di durata triennale, la prima per il triennio 2015-2017, il secondo
per il triennio 2018-2020, con ognuna delle tre ARPA capofila per le Sottoregioni.
Per rendere attuativi i POA, i Capofila di ogni Sottoregione hanno a loro volta sottoscritto un
Protocollo di Intesa, anche questo di durata triennale, con le ARPA delle Regioni costiere di
competenza territoriale.
I citati Atti prevedono per ognuna delle Sottoregioni la realizzazione dei monitoraggi secondo un Piano Operativo delle
Attività (POA). Il POA rappresenta per ciascuna Sottoregione il documento di riferimento che regola e descrive l’aspetto
operativo di dettaglio (piani di monitoraggio) ed economico (distribuzione delle risorse), al quale attenersi. Il POA viene
confermato/rimodulato ogni anno; per il primo triennio (2015-2017) sono stati predisposti 3 POA, che prevedevano gli
stessi 9 macro moduli, alcuni dei quali differenziati al loro interno (moduli: 1, 1E, 2, 3, 4, 5T, 5I, 6F, 6U, 6A, 7, 8, 9).
Tutte le questioni relative ai rapporti tra MATTM e le ARPA sono trattate in una Cabina di Regia nazionale istituita allo scopo,
di cui fanno parte, oltre al MATTM, le Agenzie Capofila più ARPA Toscana, ARPA Sicilia e ARPA Puglia in rappresentanza
delle Sottoregioni.
L’omogeneizzazione delle procedure per il campionamento e le analisi
nei monitoraggi previsti dalla «Strategia Marina»
L’omogeneizzazione delle procedure per il campionamento e le analisi
nei monitoraggi previsti dalla «Strategia Marina»
Cronoprogramma delle attività nel POA, con la descrizione delle
frequenze di monitoraggio per ogni modulo e parametro da rilevare.
Le attività di formazione per la standardizzazione delle attività
operative previste dalla «Strategia Marina»
La standardizzazione delle tempistiche per la
consegna dei dati
Per aumentare l’efficacia delle attività di monitoraggio si sono formati,
all’interno del sistema delle Agenzie, Gruppi di Lavoro tematici:
1. Fitoplancton (con lo scopo di approfondirne gli aspetti metodologici/tassonomici);
2. Zooplancton (con lo scopo di approfondirne gli aspetti metodologici/tassonomici);
3. Benthos (con lo scopo di approfondirne gli aspetti metodologici/tassonomici);
4. Chimica (con lo scopo di armonizzare le metodologie, con particolare riferimento
ai LOQ);
5. Amministrazione (con lo scopo di standardizzare le procedure, con particolare
riferimento alla rendicontazione).
Le iniziative per favorire lo scambio di
esperienze ed aumentare l’efficacia delle
attività messe in campo dalle Agenzie
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
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La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di
monitoraggio nel triennio 2015-2017
L’attività di monitoraggio svolta dalle Agenzie nel triennio 2015-2017
- 842 campagne di monitoraggio nel triennio
- 400 aree di indagine
- 1919 indagini specifiche per modulo
- 837 transetti costa-largo
- 6859 stazioni di campionamento
Tutti dati raccolti nell’ambito dei programmi di
monitoraggio confluiscono in un’unica banca
dati sulla Strategia Marina, centralizzata
presso il MATTM. Tale banca dati, predisposta
con il supporto di ISPRA, sarà fruibile
attraverso il portale Naturitalia del Ministero.
In attesa della piena operatività della banca
dati è stato predisposto un Web Repository
nel quale le ARPA, coordinate per
Sottoregione, immettono i dati derivanti dalle
attività di monitoraggio.
L’omogeneità e la confrontabilità dei dati derivanti dai monitoraggi viene garantita da specifici standard informativi
per la restituzione dei risultati, appositamente predisposti da ISPRA.
L’attività di monitoraggio delle Agenzie per il triennio 2018-2020
Per il nuovo triennio 2018-2020, ed in particolare per il POA 2018 (Gennaio 2018 – Dicembre 2018), in aggiunta ai moduli
dei precedenti POA (2015/16/17), tutti confermati, sono previsti ulteriori moduli* di monitoraggio; di questi nuovi moduli,
uno è aggiuntivo per gli obblighi della stessa Direttiva Strategia Marina (modulo 1S), gli altri riguardano gli obblighi imposti
dalle Direttive Habitat (1992/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE):
1. Modulo 1S – Contaminazione sedimenti costieri (Dir. Strategia marina);
2. Modulo 10 – Habitat delle praterie di Posidonia oceanica (Dir. Habitat);
3. Modulo 11F – Specie bentoniche protette: Patella ferruginea (Dir. Habitat);
4. Modulo 11N – Specie bentoniche protette: Pinna nobilis (Dir. Habitat);
5. Modulo 12 – Mammiferi marini: Tursiops truncatus (Dir. Habitat);
6. Modulo 13A – Avifauna Marina: aree di nidificazione del Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii)
(Dir. Uccelli);
7. Modulo 13C – Avifauna Marina: aree di nidificazione della Berta maggiore (Calonectris diomedea) (Dir. Uccelli);
8. Modulo 13I – Avifauna Marina: aree di nidificazione del Gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii) (Dir. Uccelli);
9. Modulo 13P – Avifauna Marina: aree di nidificazione della Berta minore (Puffinus yelkouan) (Dir. Uccelli).
*I nuovi moduli comporteranno un ulteriore impegno per le Agenzie, nei termini del personale da dedicare alle attività, aspetto
questo da valutare caso per caso.
Il contributo economico per le attività delle Agenzie
La fonte del contributo economico alle Agenzie per la realizzazione delle attività è di tipo Ministeriale diretto, ovvero il
MATTM prevede l’impegno economico e l’erogazione dei fondi direttamente alle ARPA Capofila, le quali poi trasferiscono le
rispettive quote alle singole Agenzie.
Il contributo è quindi da ritenersi aggiuntivo rispetto alle risorse attribuite ordinariamente alle ARPA dalle singole Regioni.
Per il triennio 2015-2017 il MATTM ha impegnato/erogato per le tre Sottoregioni le cifre riportate nella tabella:
Il contributo economico per le attività delle Agenzie
Per il POA 2018, il primo per il triennio 2018-2020, si prevede la seguente distribuzione delle risorse per
Sottoregione e per singola Agenzia:
Tornando al titolo della presentazione……..
Art. 1 - Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente
- 1. Al fine di assicurare omogeneità ed efficacia all'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico
della qualità dell'ambiente a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione
sanitaria a tutela della salute pubblica, è istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione
dell'ambiente, di seguito denominato «Sistema nazionale», del quale fanno parte l'Istituto superiore per
la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e le agenzie regionali e delle province autonome di Trento
e di Bolzano per la protezione dell'ambiente, di seguito denominate «agenzie».
Grazie per l’attenzione!!!

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Nicola Ungaro - Arpa Puglia

  • 1. NicolaUngaro1 ,CarlaRitaFerrari2 ,EmilioCellini3 ,RosellaBertolotto4 Aosta, 14-15-16 marzo 2018 in collaborazione con LA DIRETTIVA STRATEGIA MARINA: UN ESEMPIO E UNA OPPORTUNITA’ PER L’APPLICAZIONE DEI PRINCIPI FONDATIVI DEL SNPA 1 ARPAPuglia,DirettoreScientifcof.f. 2 ARPAEmiliaRomagna,CoordinamentoStrategiaMarinaSottoregioneAdriatica 3 ARPACalabria,CoordinamentoStrategiaMarinaSottoregioneMediterraneoCentrale-MarIonio 4 ARPALiguria-CoordinamentoStrategiaMarinaSottoregione MediterraneoOccidentale
  • 2. I monitoraggi delle acque superficiali, il ruolo delle ARPA Le Agenzie Regionali e Provinciali per la protezione dell’Ambiente (ARPA/APPA) hanno sempre svolto, e continuano a svolgere, un ruolo di primo piano (talvolta esclusivo) nel monitoraggio delle acque superficiali, siano esse quelle interne, di transizione o marine, comprese quelle a specifica destinazione d’uso ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Vigente la Legge 132/2016, istitutiva del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, tale evidenza si concretizza ancor di più con il «Documento istruttorio ai fini della determinazione dei LEPTA», licenziato dal Consiglio SNPA. Infatti, nel Catalogo Nazionale dei Servizi, tra le 97 prestazioni elencate particolare rilievo hanno proprio quelle relative al monitoraggio della qualità delle acque, attualmente realizzate dalla quasi totalità delle Agenzie.
  • 3. Tali attività di monitoraggio sono peraltro previste da Direttive Comunitarie, tra le quali si possono menzionare la Direttiva 2000/60 CE -“Acque”, la Direttiva 2006/7 CE -“Acque di Balneazione” e la Direttiva 2008/56 CE -“Strategia Marina”. Le tre citate Direttive sono state recepite dallo Stato Italiano e rese attuative dai rispettivi Decreti Legislativi 152/2006 s.m.i., 116/2008 s.m.i. e 190/2010 s.m.i, per ognuno dei quali sono attualmente in corso attività svolte direttamente dalle ARPA/APPA. L’importanza di queste attività per il Sistema è peraltro acclarata dal redigendo Piano Triennale delle Attività SNPA 2018-2020 (attualmente in fase di bozza ED2REV1 del 20/02/2018), nel quale sono inserite, tra gli obiettivi prestazionali da garantire, due specifiche tipologie di monitoraggio. I monitoraggi delle acque superficiali, il ruolo delle ARPA Solo per quanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i, si fa riferimento a più di 8000 corpi idrici superficiali con circa 4400 stazioni di monitoraggio, allocate nei circa 90000 km di reticolo idrografico e circa 9000 km di costa. # Ambiti di intervento (da bozza Catalogo dei Servizi SNPA) riferimentocomma1art.3L.132/2016(lettera) Prestazione di dettaglio e N. Prestazione catalogo Norma obiettivo prestazionale da garantire da parte del SNPA Dimensioni del contesto/matrice/ settore di riferimento 2 Monitoraggio a) A.1.2.1 Monitoraggio della qualità delle acque interne (fiumi e laghi), attraverso rilievi in campo e/o strumentali (rete fissa e mobile) e analisi laboratoristiche D.Lgs 152/ 2006 e smi D.Lgs 172/2015 Monitoraggio periodico con rete rappresentativa dei corpi idrici superficiali secondo programmi di monitoraggio (frequenze, parametri chimici ed elementi di qualità biologica EQB) in adempimento della Direttiva 2000/60/CE e del D.lgs. 152/06. Valutazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici superficiali (fiumi e laghi) ai sensi del D.lgs. 152/06, di cui all’Allegato 1 parte III e D.M. MATTM 260/2010. Valutazioni ai fini della classificazione dei corpi idrici a destinazione funzionale, di cui all’Allegato 2 parte III del D.lgs. 152/2006 (acque a specifica destinazione: POT, acque potabili – VTP, vita pesci – VTM, vita molluschi. 8.284 corpi idrici (tratti idrografici omogenei della rete principale) 89.800 km di reticolo idrografico principale da monitorare circa 4.400 stazioni di monitoraggio 4 Monitoraggio a) A.1.2.4 Monitoraggio delle Acque marine (Direttiva Marine Strategy) Decreto Legge 91/2014 Programmi di Monitoraggio e relative convenzioni. Tre agenzie capofila (Calabria, Emilia Romagna e Liguria), per il coordinamento del lavoro delle macroregioni Mare Ionio-Mediterraneo Centrale, Mediterraneo Orientale, Mediterraneo Occidentale, su diverse tematiche ambientali declinate in nove moduli operativi: 1: Colonna d’acqua – 2: Microplastiche – 3: Specie non indigene – 4: Rifiuti spiaggiati – 5: Contaminazione – 6: Input di nutrienti – 7: Habitat coralligeno – 8: Habitat fondi a Maerl – 9: Habitat 8.962 km di costa
  • 4. Il Mare, il ruolo delle ARPA Per quanto poi attiene la specifica tematica «Mare», molte delle Agenzie, tra quelle territorialmente interessate, hanno nella loro mission la tutela dell’ambiente marino e delle coste, così come espressamente stabilito dai rispettivi atti istitutivi. Inoltre è utile ricordare che molte di queste stesse Agenzie sono state in passato coinvolte nei Programmi di Monitoraggio dell’Ambiente Marino-Costiero, coordinati dal MATTM in applicazione della Legge n. 979/1982. Esiste uno stretto legame tra l’attuazione dei monitoraggi, i risultati degli stessi, la valutazione, e la gestione degli ambienti marini; infatti, sia nelle Direttive Comunitarie che negli atti di recepimento da parte dello Stato Italiano si fa esplicito riferimento alla classificazione dello stato di qualità ambientale, ai profili di rischio sul mancato raggiungimento degli obiettivi ambientali prefissati, e ai programmi di misure da adottare per migliorare uno stato di qualità che eventualmente non risulti “buono”. Perché sono importanti le attività delle Agenzie sulla tematica «Mare» Il raggiungimento ed il mantenimento dello stato di qualità “buono” delle acque superficiali, soprattutto quelle marine, può rappresentare una ipoteca per lo sviluppo sostenibile di talune attività fondamentali per molti territori italiani, tra le quali il turismo, la pesca e l’acquacoltura; infatti, una tra le prerogative più importanti per attrarre i flussi turistici è rappresentata da un ambiente non perturbato, sano e pulito, e inoltre, la qualità degli ambienti acquatici condiziona in qualche modo la disponibilità quali-quantitativa delle risorse biologiche, e quindi le attività di pesca.
  • 5. La Direttiva «Strategia Marina» (2008/56/CE) La Direttiva 56/2008/CE è il primo strumento legislativo dell’Unione Europea finalizzato esclusivamente alla protezione dell’ambiente marino e delle sue risorse naturali, integrando differenti aspetti. La Strategia Marina è il pilastro ambientale della più generale Politica Marittima Integrata promossa dall’Unione Europea. La politica marittima integrata (PMI) si basa sull'idea che l'Unione possa ottenere maggiori benefici dai mari e dagli oceani e produrre un impatto ambientale minore mediante il coordinamento delle sue politiche in diversi ambiti. Perché una nuova Direttiva sull’ambiente marino? Necessità di introdurre nuovi elementi da monitorare (rifiuti, energia, reti trofiche, etc.) Per integrare e consolidare normative esistenti (WFD, BWD, etc.) Allo scopo di integrazione spaziale nell’ambito della cooperazione regionale
  • 6. La Direttiva «Strategia Marina» (2008/56/CE) La Strategia Marina si basa sul presupposto di raggiungere, entro il 2020, un Buono Stato Ambientale (GES) in accordo a stabiliti descrittori. Per «Buono stato ambientale» si intende lo stato che consenta di preservare la diversità ecologica e la vitalità degli ambienti marini, di mantenere i mari e gli oceani puliti, sani e produttivi, e un utilizzo sostenibile degli stessi ambienti. I descrittori previsti dalla Strategia Marina: 1) Biodiversità marina 2) Specie non indigene 3) Sfruttamento delle risorse ittiche 4) Reti trofiche marine 5) Eutrofizzazione 6) Integrità del fondo marino 7) Condizioni idrografiche 8) Contaminanti nell’ambiente 9) Contaminanti presenti nei prodotti della pesca 10) Rifiuti marini 11) Introduzione di energia
  • 7. Ambiti di applicazione della Direttiva «Strategia Marina» Nelle acque marine comunitarie afferenti alla regione marittima «Mar Mediterraneo», l’ambito di applicazione della Direttiva è costituito dalle acque, i fondali e sottosuolo situati oltre la linea di base che serve a misurare l’estensione delle acque territoriali, fino ai confini della zona su cui lo Stato ha o esercita diritti giurisdizionali, in conformità al diritto internazionale del mare, quale il mare territoriale, la ZEE, zone di pesca protette, la piattaforma continentale e, laddove istituite, le zone di protezione ecologica e anche le acque costiere definite così come definite dalla Direttiva 2000/60/CE.
  • 8. Il recepimento della Direttiva 56/2008/CE in Italia A seguire, con il Decreto Ministeriale 17 ottobre 2014 sono stati determinati i requisiti del buono stato ambientale (GES) per le acque marine e definiti i traguardi ambientali (TARGET) per i descrittori della Strategia Marina. La Direttiva 2008/56/CE è stata recepita dallo Stato Italiano con il D.Lgs 190/2010.
  • 9. Il recepimento della Direttiva 56/2008/CE in Italia Successivamente, con il Decreto Ministeriale 11 febbraio 2015 sono stati definiti gli indicatori associati ai traguardi ambientali, al fine di conseguire il buono stato ambientale, e i programmi di monitoraggio coordinati per la valutazione continua dello stato delle acque marine.
  • 10. Il recepimento della Direttiva 56/2008/CE in Italia Nell’ambito della divisione dei Mari Comunitari prevista dalla Direttiva 56/2008/CE e recepita dal D.Lgs. 190/2010, i mari italiani appartengono a tre distinte Sottoregioni del Mediterraneo. - Sottoregione «Mare Adriatico» - Sottoregione «Mediterraneo Occidentale» - Sottoregione «Mediterraneo Centrale – Mar Ionio»
  • 11. Le fasi di attuazione della Direttiva 56/2008 previste dal D.Lgs 190/2010
  • 12. L’Autorità Competente per l’attuazione della Direttiva 56/2008 in Italia L’Autorità Competente (A.C.) per l’attuazione della Direttiva Strategia Marina è il Ministero per la Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). L’A.C. si avvale del Comitato tecnico, istituito con apposito Decreto, che si riunisce presso il Ministero. Il Comitato è l’organismo che concorre alla definizione degli atti inerenti la strategia marina, e la sua composizione garantisce la rappresentanza ad Amministrazioni centrali, Regioni e Provincie autonome, nonché gli altri enti locali. Nelle prime fasi di attuazione il MATTM ha previsto il coinvolgimento diretto delle Regioni costiere, e a caduta delle rispettive Agenzie Regionali per l’Ambiente, per alcune attività di monitoraggio realizzate negli anni 2013-2014 al fine della valutazione dello stato iniziale, e propedeutiche per la fase di monitoraggio «a regime». A partire dal 2015, il MATTM ha affidato direttamente al Sistema delle Agenzie molte delle attività di monitoraggio previste dall’Art. 11 del D.Lgs. 190/2010, con una configurazione che prevede la regia centrale del Ministero e una organizzazione, sia amministrativa che tecnica, basata sul coordinamento delle Agenzie a livello delle tre Sottoregioni, con l’intesa e l’indicazione di implementare collaborazioni e sinergie al fine di ottimizzare l’uso delle risorse disponibili e produrre i migliori risultati in termini di efficienza ed efficacia. Anche ISPRA è coinvolta nel processo, essendo l’organo tecnico di riferimento a supporto del MATTM per l’attuazione della Direttiva.
  • 13. L’Organizzazione istituzionale per l’attuazione della Direttiva 56/2008 MATTM ISPRA Sottoregione «MARE ADRIATICO» - ARPA Capofila: Emilia Romagna - Agenzie: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia Sottoregione «MEDITERRANEO CENTRALE – MAR IONIO» - ARPA Capofila: Calabria - Agenzie: Basilicata, Sicilia Sottoregione «MEDITERRANEO OCCIDENTALE» - ARPA Capofila: Liguria - Agenzie: Toscana, Lazio, Sardegna, Campania SNPA dunque partecipa all’attuazione della Strategia Marina con ISPRA e le 15 ARPA afferenti alle corrispondenti Regioni costiere. Solo per le Agenzie si stima un numero di circa 500 operatori direttamente coinvolti a diverso titolo, impegnati totalmente o parzialmente per la realizzazione delle attività previste.
  • 14. I rapporti tra MATTM e Agenzie per l’attuazione della Direttiva 56/2008 Per la realizzazione delle attività di monitoraggio previste dall’Art. 11 del D.Lgs. 190/2010 il MATTM ha sottoscritto apposite Convenzioni/Accordi di Collaborazione di durata triennale, la prima per il triennio 2015-2017, il secondo per il triennio 2018-2020, con ognuna delle tre ARPA capofila per le Sottoregioni. Per rendere attuativi i POA, i Capofila di ogni Sottoregione hanno a loro volta sottoscritto un Protocollo di Intesa, anche questo di durata triennale, con le ARPA delle Regioni costiere di competenza territoriale. I citati Atti prevedono per ognuna delle Sottoregioni la realizzazione dei monitoraggi secondo un Piano Operativo delle Attività (POA). Il POA rappresenta per ciascuna Sottoregione il documento di riferimento che regola e descrive l’aspetto operativo di dettaglio (piani di monitoraggio) ed economico (distribuzione delle risorse), al quale attenersi. Il POA viene confermato/rimodulato ogni anno; per il primo triennio (2015-2017) sono stati predisposti 3 POA, che prevedevano gli stessi 9 macro moduli, alcuni dei quali differenziati al loro interno (moduli: 1, 1E, 2, 3, 4, 5T, 5I, 6F, 6U, 6A, 7, 8, 9). Tutte le questioni relative ai rapporti tra MATTM e le ARPA sono trattate in una Cabina di Regia nazionale istituita allo scopo, di cui fanno parte, oltre al MATTM, le Agenzie Capofila più ARPA Toscana, ARPA Sicilia e ARPA Puglia in rappresentanza delle Sottoregioni.
  • 15. L’omogeneizzazione delle procedure per il campionamento e le analisi nei monitoraggi previsti dalla «Strategia Marina»
  • 16. L’omogeneizzazione delle procedure per il campionamento e le analisi nei monitoraggi previsti dalla «Strategia Marina» Cronoprogramma delle attività nel POA, con la descrizione delle frequenze di monitoraggio per ogni modulo e parametro da rilevare.
  • 17. Le attività di formazione per la standardizzazione delle attività operative previste dalla «Strategia Marina»
  • 18. La standardizzazione delle tempistiche per la consegna dei dati Per aumentare l’efficacia delle attività di monitoraggio si sono formati, all’interno del sistema delle Agenzie, Gruppi di Lavoro tematici: 1. Fitoplancton (con lo scopo di approfondirne gli aspetti metodologici/tassonomici); 2. Zooplancton (con lo scopo di approfondirne gli aspetti metodologici/tassonomici); 3. Benthos (con lo scopo di approfondirne gli aspetti metodologici/tassonomici); 4. Chimica (con lo scopo di armonizzare le metodologie, con particolare riferimento ai LOQ); 5. Amministrazione (con lo scopo di standardizzare le procedure, con particolare riferimento alla rendicontazione). Le iniziative per favorire lo scambio di esperienze ed aumentare l’efficacia delle attività messe in campo dalle Agenzie
  • 19. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 20. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 21. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 22. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 23. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 24. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 25. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 26. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 27. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 28. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 29. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 30. La distribuzione delle aree di indagine per singolo modulo di monitoraggio nel triennio 2015-2017
  • 31. L’attività di monitoraggio svolta dalle Agenzie nel triennio 2015-2017 - 842 campagne di monitoraggio nel triennio - 400 aree di indagine - 1919 indagini specifiche per modulo - 837 transetti costa-largo - 6859 stazioni di campionamento Tutti dati raccolti nell’ambito dei programmi di monitoraggio confluiscono in un’unica banca dati sulla Strategia Marina, centralizzata presso il MATTM. Tale banca dati, predisposta con il supporto di ISPRA, sarà fruibile attraverso il portale Naturitalia del Ministero. In attesa della piena operatività della banca dati è stato predisposto un Web Repository nel quale le ARPA, coordinate per Sottoregione, immettono i dati derivanti dalle attività di monitoraggio. L’omogeneità e la confrontabilità dei dati derivanti dai monitoraggi viene garantita da specifici standard informativi per la restituzione dei risultati, appositamente predisposti da ISPRA.
  • 32. L’attività di monitoraggio delle Agenzie per il triennio 2018-2020 Per il nuovo triennio 2018-2020, ed in particolare per il POA 2018 (Gennaio 2018 – Dicembre 2018), in aggiunta ai moduli dei precedenti POA (2015/16/17), tutti confermati, sono previsti ulteriori moduli* di monitoraggio; di questi nuovi moduli, uno è aggiuntivo per gli obblighi della stessa Direttiva Strategia Marina (modulo 1S), gli altri riguardano gli obblighi imposti dalle Direttive Habitat (1992/43/CE) e Uccelli (2009/147/CE): 1. Modulo 1S – Contaminazione sedimenti costieri (Dir. Strategia marina); 2. Modulo 10 – Habitat delle praterie di Posidonia oceanica (Dir. Habitat); 3. Modulo 11F – Specie bentoniche protette: Patella ferruginea (Dir. Habitat); 4. Modulo 11N – Specie bentoniche protette: Pinna nobilis (Dir. Habitat); 5. Modulo 12 – Mammiferi marini: Tursiops truncatus (Dir. Habitat); 6. Modulo 13A – Avifauna Marina: aree di nidificazione del Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii) (Dir. Uccelli); 7. Modulo 13C – Avifauna Marina: aree di nidificazione della Berta maggiore (Calonectris diomedea) (Dir. Uccelli); 8. Modulo 13I – Avifauna Marina: aree di nidificazione del Gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii) (Dir. Uccelli); 9. Modulo 13P – Avifauna Marina: aree di nidificazione della Berta minore (Puffinus yelkouan) (Dir. Uccelli). *I nuovi moduli comporteranno un ulteriore impegno per le Agenzie, nei termini del personale da dedicare alle attività, aspetto questo da valutare caso per caso.
  • 33. Il contributo economico per le attività delle Agenzie La fonte del contributo economico alle Agenzie per la realizzazione delle attività è di tipo Ministeriale diretto, ovvero il MATTM prevede l’impegno economico e l’erogazione dei fondi direttamente alle ARPA Capofila, le quali poi trasferiscono le rispettive quote alle singole Agenzie. Il contributo è quindi da ritenersi aggiuntivo rispetto alle risorse attribuite ordinariamente alle ARPA dalle singole Regioni. Per il triennio 2015-2017 il MATTM ha impegnato/erogato per le tre Sottoregioni le cifre riportate nella tabella:
  • 34. Il contributo economico per le attività delle Agenzie Per il POA 2018, il primo per il triennio 2018-2020, si prevede la seguente distribuzione delle risorse per Sottoregione e per singola Agenzia:
  • 35. Tornando al titolo della presentazione…….. Art. 1 - Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente - 1. Al fine di assicurare omogeneità ed efficacia all'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell'ambiente a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica, è istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, di seguito denominato «Sistema nazionale», del quale fanno parte l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e le agenzie regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano per la protezione dell'ambiente, di seguito denominate «agenzie».