2. MUTISMO SELETTIVO
Disturbo ansioso infantile caratterizzato
dall'incapacità del bambino di parlare in
determinate situazioni sociali.
Non è causato da ritardo mentale, handicap uditivo
o altri disturbi organici. E' caratterizzato dall'uso
appropriato della lingua parlata in alcune
situazioni, con una totale e persistente assenza
dell'uso del linguaggio altrove. La maggior parte
dei bambini parla più con altri bambini che con
adulti.
Compare tra 3 e 6 anni con sintomi di timidezza, il rifiuto di parlare in
alcune situazioni, un comportamento riservato, etc.
Viene riconosciuto in modo chiaro solo in età scolare e spesso viene
considerato un segno di timidezza che sparirà col tempo (si considera
normale 1 mese di scarsa verbalizzazione)
Al momento della diagnosi la maggior parte dei bimbi sono muti da
almeno 2 anni
Il Mutismo Selettivo è più comune nelle femmine che nei maschi (2:1).
Apparentemente il Mutismo Selettivo è raro e si riscontra in meno dell'1%
dei bimbi in età scolare.
3. BREVE STORIA
Descritto per la prima volta nel 1877 in
Germania come aphasia voluntaria da
Kussmaul
Il termine Mutismo Elettivo fu coniato nel
1934 da Tramer per descrivere un preciso
aspetto di alcuni bambini che utilizzano il
linguaggio esclusivamente nello stretto
ambito familiare. Sostituito nel 2000 da
"mutismo selettivo".
Wilkins (1985) distingue il mutismo elettivo
persistente, molto raro, dal mutismo
elettivo transitorio, più frequente.
Inquadrato nell'ambito dei disturbi emotivi in
bambini con personalità nevrotica, spesso con
presenza di una situazione familiare
disturbata, in particolare nell'aspetto del
rapporto madre-bambino.
Kussmaul
4. BREVE STORIA
Lesser-Katz
(1988) fa risalire il
mutismo elettivo alla fissazione o
allo stadio evolutivo precoce della
"paura dell'estraneo” espressa con
"un rifiuto continuo a parlare in
tutte le situazioni sociali compresa
la scuola nonostante la capacità di
comprendere il linguaggio parlato e
di parlare".
Nel
2000 il DSM-IV-TR lo
ridefinisce Mutismo Selettivo
passando dal concetto di “rifiuto” a
quello di “incapacità”; il disturbo
non ha una valenza consapevole e
determinata.
5. CRITERI DIAGNOSTICI (2000)
La caratteristica fondamentale del Mutismo Selettivo è la persistente
incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche (per es. a scuola, coi
compagni di gioco) quando ci si aspetta che si parli, mentre in altre
situazioni parlare risulta possibile.
L’anomalia interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la
comunicazione sociale.
L’anomalia deve durare per almeno 1 mese e non è limitata al primo
mese di scuola (durante il quale molti bambini possono essere timidi o
riluttanti a parlare).
Il Mutismo Selettivo non dovrebbe essere diagnosticato se l’incapacità di
parlare del soggetto è dovuta soltanto al fatto che non conosce o non è a
proprio agio col modo di parlare richiesto nella situazione sociale.
Non viene neppure diagnosticato se l’anomalia è meglio attribuibile
all’imbarazzo relativo all’essere affetti da un Disturbo della Comunicazione
(per es. balbuzie) o se si manifesta esclusivamente durante un Disturbo
Pervasivo dello Sviluppo, Schizofrenia, o un altro Disturbo Psicotico
Circa il 90% dei bambini affetti da MS rispondono anche ai criteri diagnostici
della fobia sociale e disturbo evitante e presentano spesso disturbo di ansia
da separazione, il disturbo d’ansia generalizzato, la fobia sociale e l’ansia
sociale.
Mostrano anche timore di imbarazzo sociale, isolamento sociale e ritrosia,
tratti compulsivi e a volte manifestazioni di collera e oppositività, specie a
casa.
6. DISTURBI CORRELATI
Le manifestazioni associate al Mutismo Selettivo possono includere:
- ritardi e deficit di linguaggio
- timore di imbarazzo sociale
- isolamento sociale
- tratti compulsivi
- eccessi di collera, specie a casa.
A scuola può esserci una grave compromissione del funzionamento
sociale e scolastico ed è comune che questi bimbi siano presi in giro
o usati come capro espiatorio dai coetanei.
Occasionalmente può esservi un Disturbo della Comunicazione
associato (per es. Disturbo della Fonazione, Disturbo
dell'Espressione del Linguaggio o Disturbo Misto dell'Espressione e
della Ricezione del Linguaggio) o una condizione medica generale
che causa anomalie dell'articolazione.
Disturbi d'Ansia (specie Fobia Sociale), Ritardo Mentale,
ospedalizzazione o gravissimi fattori psicosociali stressanti possono
essere associati al disturbo. I bambini con Mutismo Selettivo quasi
sempre ricevono una diagnosi aggiuntiva di un Disturbo d'Ansia, in
particolare di Fobia Sociale.
7. EZIOLOGIA
Disturbo multifattoriale (forse genetico, sono in corso studi su gemelli). Si
identificano fonti di ansia comuni:
inadeguatezza e incapacità: vivono un costante disagio nelle situazioni
non familiari
paura del giudizio altrui: sono convinti che gli altri li giudicheranno
negativamente
vergogna e metavergogna: paura di vergognarsi e di mostrare
vergogna agli altri
Di conseguenza vivono delle distorsioni della realtà quali
catastrofizzazione, minimizzazione delle proprie risorse e astrazione
selettiva delle proprie capacità.
q
È possibile che in generale i bambini
affetti da MS siano ipersensibili alla critica
e che si sentano profondamente a disagio
quando si trovano al centro
dell’attenzione e, autosvalutandosi, si
sentano inadeguati.
8. TRATTAMENTO
Approccio comportamentale: rinforzi positivi (figurine, gettoni, punti...) per la
verbalizzazione o per i tentativi di verbalizzazione; desensibilizzazione: il
bambino viene portato dal genitore dentro la scuola quando ancora ci sono
poche persone, affinché si "eserciti a parlare", poi verranno fatti entrare
insegnante e, gradualmente, gli altri bambini.
Play Therapy: terapisti qualificati usano terapie basate sul gioco per far
rilassare ed aprire il bambino.
Terapia Comportamentale Cognitiva: il bambino viene aiutato a modificare il
suo atteggiamento aiutandolo a ri-indirizzare le sue paure ansiose e
preoccupazioni in pensieri positivi.
Coinvolgimento della famiglia: i membri familiari devono essere coinvolti nel
processo di trattamento del bambino MS. Sesso sono necessari cambiamenti
negli stili e nelle aspettative genitoriali per andare incontro alle necessità iniziali
del bambino.
Socializzazione: si favoriscono gli incontri con i compagni di scuola a casa, per
aiutare il bambino a sentirsi più a suo agio proprio con i compagni affinché si
verifichi la verbalizzazione.
Coinvolgere la scuola: gli insegnanti devono essere istruiti sul MS. All'inizio la
non-verbalizzazione può essere accettata; quando il bambino mostra dei
progressi di incoraggia la verbalizzazione con delicatezza.
9. TRATTAMENTO
Trattamento farmacologico: combinato a tecniche comportamentiste.
Si usano farmaci SSRI (Serotonin Reuptake Inhibitors) come Prozac,
Paxil, Celexa, Luvox e Zoloft o farmaci che agiscono sui
neurotrasmettitori, come Effexor XR, Serzone, Neurontin, Buspar e
Remeron. Questa categoria di farmaci è particolarmente efficace in
bambini con vero squilibrio biochimico.
La terapia farmacologica viene adottata per ottenere il "primo
passo“.
Sono stati spesso notati risultati positivi nel tempo di una settimana.
L'obiettivo diminuire l'ansia tramite l'uso di farmaci per attuare le
tecniche comportamentali più facilmente e con successo .
10. LUOGHI COMUNI
Legame con abusi fisici/sessuali: casi rari,
non c’è palese evidenza di i fattori traumatici
particolari nel passato dei bambini affetti da
MS.
Legame con famiglie disfunzionali: non c’è
prova che una patologia familiare provochi IL
MS.
Si risolve con la crescita: La timidezza è un
tratto non-patologico della personalità, ma non
è paralizzante come il mutismo selettivo.
L'incapacità di parlare quando gli altri si
aspettano la verbalizzazione porta ad
insuccessi scolastici se non vengono adottate
strategie particolari, e ad una scarsa autostima
a causa della frustrazione e rabbia riflessa
dagli insegnanti ed altre persone
QI inferiore alla media: La difficoltà per gli
educatori di valutare le capacità dei bambini
MS può causare questa percezione errata.
11. LUOGHI COMUNI
Forma di autismo o rientra nello spettro autistico: Il DSM-IV
scarta in modo specifico una diagnosi di autismo. La differenza
principale è la selettività; nell’autismo a volte è presente il
mutismo ma non è variabile con la situazione, l'ambiente o le
persone circostanti.
Per escludere diagnosi di autismo bisogna osservare il bambino
nell'ambiente in cui si sente a suo agio (di solito la propria
casa). La maggioranza dei genitori sa che i bambini
selettivamente muti sono molto loquaci e chiassosi a casa e se i
medici e gli insegnanti possono osservare il comportamento
tramite la registrazione risulta evidente che il bambino non è
autistico.
12. TESTIMONIANZA – MARIA
20 anni, studentessa universitaria
“Ho iniziato a parlare con uno zio con il quale non parlavo mai: lui mi
ha sempre considerato normalmente, non ha mai detto come tutti
gli altri zii "parla, parla, quando parlerai".
“Con altre persone invece era diventata come una sfida: ogni volta
che mi incontravano dicevano "voglio vedere quando mi parlerai,
quando dirai una parola". Questo provocava in me un desiderio di
sfida...il MS era come diventata una difesa, un alibi, un mondo nel
quale mi sentivo protetta”
“Ora ho 20 anni, ho capito, pensando a tutto quello che ho passato,
che il segreto di tutto sta nel trasmettere al bambino che se lui
parlerà, non si troverà di fronte un parente o un amico che esulterà
dalla gioia se lo sentirà parlare, che non dirà "finalmente ha
parlato": è tutto qui il segreto...se si trova una persona con queste
caratteristiche, davvero, il bambino inizierà a parlare e tutto poi
verrà spontaneo, inizierà anche a trovare il coraggio di parlare con
gli altri e man mano parlerà con tutti.”
13. TESTIMONIANZA – E.B. illustratrice e
pubblicitaria
“Ero una bambina affetta da MUTISMO SELETTIVO grave, sono nata nel
1961, e allora tutto veniva liquidato come "timidezza estrema" con il
tempo mi sono fatta un'auto diagnosi e mi sono "curata da sola".
Durante il liceo pensavo fosse necessario fare lo sforzo "sovrumano" di
uscire dalla mia "corazza silenziosa", ma è difficile quando molti ti
ignorano e alcuni ti scherniscono.”
“Si vorrebbe tanto, ma non si può, e intorno quelli che dispensano consigli
sbagliati e "spronano" a sproposito, quelli che ti dedicano la stessa
impotanza di un soprammobile, e quelli che possono prederti in giro
facilmente e indisturbati, data 'assenza totale di reazioni.
Un'infanzia così non è all'insegna della spensieratezza ma solo
dell'ANGOSCIA, alternata da PACE solo quando si ritorna in famiglia
come dei cagnolini bastonati, sapendo che la mattina dopo si
RICOMINCIA. Pensate che ogni mattino quando il pulmino che mi
portava a scuola raggiungeva l'ingresso della stessa, dovevo scappare
in bagno, e qualche volta non arrivavo in tempo.”
“Poi, occorre tanta, tantissima, sensibilità, perché il bimbo MUTO, non fa
capire quando soffre, non riesce ad esternare i disagi, quindi è
facilissimo distruggerlo moralmente.”
14. STADI DEL MUTISMO SELETTIVO
(E. Shipon-Blum)
Stadio 0: assenza totale di
comunicazione, verbale e non verbale. Il
bambino non prende iniziative, è
immobile, irrigidito, con sguardo fisso o
assente.
Stadio 1: comunicazione non verbale.
1A) indica con il dito, annuisce,
usa gesti o scrive.
1B) prende l’iniziativa
attirando l’attenzione
Stadio 2: comunicazione verbale del
bambino
2A) reagisce
producendo suoni, mugugni, usa il
linguaggio dei bambini piccoli, gemiti,
sussurri, versi di animali
2B) per attirare
l’attenzione di qualcuno emette un
suono qualsiasi
15. A SCUOLA
Lavorare in team con insegnanti, famiglia, terapisti con un piano
ben definito;
Non forzare, corrompere, punire il bimbo, trattarlo come un
qualsiasi studente;
Metterlo a suo agio per creare un ambiente sicuro in cui possa
parlare;
Graduare le proprie aspettative;
Creare occasioni “protette ” di comunicazione orale (es. a tu per
tu);
Evitare assolutamente di chiedere direttamente di parlare e
comunicare in generale o chiedere spiegazioni del disagio per non
creare il “caso” e metterlo al centro dell’attenzione della classe;
Stimolare la comunicazione non-verbale: tramite simboli, gesti,
cartellini;
Stimolare l’interazione sociale: individuare coetanei adatti con
cui far giocare il bambino durante la ricreazione scolastica, far
lavorare in piccoli gruppi, pianificare attività dove non siano
necessarie attività verbali e che stimolino la socializzazione.
16. COSE DA TENERE A MENTE
Evitare di mettere in ansia il bimbo con
MS (es. non fissarlo negli occhi)
Dare tempo per rispondere: i bimbi con
MS esitano quando sono in stato di ansia
Favorire l’indipendenza a casa per
sviluppare la consapevolezza e sicurezza
di sé
Favorire l’espressione di emozioni
tramite rituali confortanti (serali o diurni a
seconda della situazione)
Accettare le risposte senza insistere per
ottenere quella desiderata
Identificare un luogo sicuro in cui il
bimbo possa tranquillizzarsi ed esprimersi
liberamente