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PATOLOGIE LIMITE O BORDERLINE
 Vengono a sfaldarsi irrimediabilmente le funzioni
metacognitive e le capacità autointegrative del Sé.
 Permanenza dell’instabilità, imprevedibilità dei
comportamenti e crolli regressivi frequenti.
 Sintomatologia varia: disturbi del sonno,
dell’alimentazione, dell’acquisizione e controllo
sfinteri, agitazione, chiusura, aggressività, ritardo
del linguaggio e difficoltà scolastiche.
Aggressività diffusa, crisi di collera con
comportamenti impulsivi; mancanza di interessi,
vuoto affettivo, depressione senza contenuto
DUE CLUSTER DESCRITTIVI (Bleiberg,
Fonagy e Target, 1997)
 Cluster A: bambini carichi di vergogna e privi di
amici, si ritirano in un mondo di fantasie bizzarre,
tormentati da idee di riferimento, sospettosità e da
un estremo disagio nelle situazioni sociali. La
capacità di dar senso alle relazioni umane ed
empatizzare è estremamente limitata. Impoveriti
nella capacità di comunicare, ostacolata dalla
stranezza dell’eloquio e dalla costrizione e
inappropriatezza della loro vita affettiva.
 Categoria diagnostica corrispondente nel DSM-
IV: disturbo schizoide, schizotipico e forme lievi
di disturbo generalizzato dello sviluppo.
 Cluster B: affetti intensi e drammatici e fame di relazioni
sociali. Nel primo sviluppo si hanno tendenza ad
aggrapparsi, vulnerabilità alle separazioni, iperattività e
accessi di collera temperamentali. In età scolare possono
mostrare disturbo da deficit di attenzione/iperattività
(ADHD, diagnosi su asse I DSM-IV), disturbo della
condotta, disturbo d’ansia di separazione o disturbo
dell’umore.
 Labilità emotiva: piccole contrarietà o frustrazioni
scatenano intense tempeste affettive, emotività
incontrollata e sproporzionata rispetto alla causa.
 Senso di Sé e degli altri “caleidoscopico”: questi bambini
a momenti si sentono espansivi, uniti, in perfetto amore e
armonia con un partner idealizzato; il momento
successivo cadono in uno stato di amaro disappunto e
rabbia, associato a disprezzo di sé e disperazione.
 Egocentrismo: questi bambini hanno bisogno di
essere costantemente al centro dell’attenzione e
rispondono con rabbia al rifiuto o all’indifferenza.
Oscillando tra idealizzazione e svalutazione, tentano
di costringere gli altri con modi seduttivi e
manipolatori a fornire loro ampi rifornimenti emotivi.
 Il cluster B è stato connesso alle prime manifestazioni
di disturbi di personalità definiti come “dramatic”
(Bleiberg, Fonagy e Target, 1997).
SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE
DELLO SVILUPPO
o
DISTURBI GENERALIZZATI DELLO
SVILUPPO
Anomalie qualitative delle interazioni sociali
e delle modalità di comunicazione,
repertorio limitato e stereotipato di
interessi e attività.
DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO
 Disturbo autistico
 Autismo infantile precoce, autismo di kanner
 Disturbo di Rett
 Disturbo di asperger
 Disturbo disintegrativo della fanciullezza
Autismo infantile precoce, autismo di
Kanner
 Epidemiologia
 2-5 casi su 10.000 soggetti
 Più frequente nei maschi (4/5 :1)
 Caratteristiche cliniche
 Autismo
 Alterazioni del linguaggio
 Alterazioni delle funzioni cognitive
 Abnormità a carico delle funzioni motorie
 Alterazioni dell’affettività
Autismo infantile
 Eziologia: in passato si attribuiva l’autismo a:
 Assenza di calore emotivo dei genitori (Meyers,
Goldfarb, 1961)
 Interazione patologica con comunicazione
povera (Goldfarb, Levi, Meyers, 1966)
 Rifiuti e separazioni precoci (Bettelheim, 1967)
 Atteggiamenti genitoiali sovrastimolanti o
sottostimolanti (Tinbergen, Tinbergen, 1972)
Autismo infantile
 … I dati più recenti indicano
 Che ci sono fattori organici che interferiscono
nello sviluppo del sistema nervoso centrale
(Giovanardi, Rossi, 2001)
Autismo infantile
 Indicatori
 Non compare il sorriso al 3° mese
 Non compare la risposta di angoscia all’8°
 Primi mesi di vita
 Bambini calmi, indifferenti, amanti della solitudine
 Non amano essere tenuti in braccio
 Non girano la testa per vedere la madre quando in
braccio a q.cun altro
 Inerti
Autismo infantile
 Indicatori
 Dal secondo e terzo anno di vita
 Non si volta se chiamato, anche se udito buono
 Non guarda in faccia l’interlocutore, ma fissa il vuoto
 Viva attenzione, ma con sguardo periferico
 Rifiuta il contatto con l’altro
 Uso strumentale di parti del corpo dell’altro (mano)
 Non esprime ansia alla separazione
 Non esprime gioia al ricongiungimento
Autismo infantile
 Indicatori
 Rapporti difficili con gli altri bambini
 Indifferenza ai giochi di finzione o imitazione
 Uso degli oggetti (anche giocattoli) stereotipato e
ripetitivo
 Bisogno di sicurezza, regolarità, fastidio/protesta
violenta per i cambiamenti
Autismo infantile
 Linguaggio
 Difficoltà di comunicazione
 Non imita i gesti
 Suoni strani, grida, digrignare i denti, non i
normali vocalizzi
 Ripetizione di frasi fuori dal contesto
 Ecolalia= ripetizione di frasi appena udite
 Neologismi = parole inesistenti
 Confusione nei pronomi io/tu
 Discorso in funzione NON comunicativa
Autismo infantile
 Funzioni cognitive
 Profilo disarmonico
 Presenza di ritardo mentale
 Meno efficiente nelle prestazioni che richiedono
intelligenza sociale
 Più efficienti nelle prove che non richiedono il
riferimento al contesto (es. Cubi)
Autismo infantile
 Funzioni motorie
 Stereotipie = movimenti ripetuti in modo sempre
uguale
 Soprattutto le mani o le dita
 Movimenti dei tutto il corpo rotatori a trottola
 Camminare in punta di piedi
 Dondolarsi
 Fiutare oggetti e persone
 Condotte autolesionistiche (battere la testa contro il muro)
 mordersi
Autismo infantile
 Affettività
 Oscillazioni rapide del tono dell’umore
 Apatia
 Agitazione motoria
 Crisi d’ansia acute legate a frustrazioni
minime o minime modificazioni
dell’ambiente
 Aggressività in certi casi
Autismo infantile precoce, autismo di Kanner
 compromissione dello sviluppo che si manifesta
prima dei 3 anni, coinvolge le competenze
nell’interazione sociale
 Inadeguata capacità di cogliere segnali socio-
emozionali negli altri
 scarso uso di segnali sociali propri
 debole integrazione dei comportamenti sociali,
emotivi e comunicativi
 mancanza di reciprocità socio-emozionale.
Autismo infantile precoce, autismo di Kanner
 Mancato uso sociale di qualsiasi capacità di
linguaggio eventualmente presente
 Uso spesso compromesso di cadenza ed enfasi.
 Modelli di comportamento, attività ed interessi
spesso come tendenza ad imporre rigidità e
monotonia ad una grande varietà di aspetti della
vita quotidiana.
 E’ comune un interesse specifico per elementi
non funzionali degli oggetti, come odore o
sensazione al tatto.
Autismo infantile precoce, autismo di Kanner
 Possono essere inoltre presenti disturbi del
sonno e dell’alimentazione, autolesionismo,
paure e fobie di vario genere
Autismo infantile
 Deficit di funzionamento
 Teoria della mente e metarappresentazione
 Percezione e espressione delle emozioni
 Attenzione condivisa
 Orientamento sensoriale e la regolazione
dell’arousal
 Imitazione
 Gioco simbolico
 Comunicazione e linguaggio
 Attaccamento
 Comportamento intenzionale e finalistico
Autismo infantile
 Spostamento dell’attenzione dalla figura di
attaccamento all’ambiente fisico
 L’universo mentale è rigidamente fissato
sull’ambiente fisico e sulle sue regolarità, poiché
è da tali regolarità che riescono a ricavare alcuni
elementi minimi di stabilità, continuità e
unitarietà nel senso di sé.
 Diventa più comprensibile il bisogno di questi
bambini di costanza e uniformità nell’ambiente e
le loro reazioni di panico di fronte a cambiamenti
anche minimi dell’ambiente circostante
Autismo infantile: PROSPETTIVA
RELAZIONALE
 Indicatori dei pattern evitanti: marcato evitamento
della comunicazione verbale, del contatto fisico,
dello sguardo diretto, mancanza di reazione
all’allontanamento o al ritorno della madre; il
rapporto con gli oggetti è conservato in modo
stereotipato e monotono dando l’idea di una
funzione estrema della esplorazione come
“distrattore”.
 Indicatori dei pattern atipici: disorientamento e
disorganizzazione intrisa di paura, indici di
conflitto avvicinamento-allontanamento. Es.
dondolamenti, camminare verso qualcuno e poi
bloccarsi dondolando, la mano che si apre e
chiude etc.
Disturbo di Rett
 Epidemiologia
 Presente solo in soggetti di sesso femminile
 Legata a un’alterazione genetica
 Sviluppo normale fino a 5 mesi di vita
 Dopo il 6 mese:
 Riduzione della mobilità
 Ipotonia
 Arresto dello sviluppo psicomotorio (entro l’anno)
 Entro il 3 anno
 Perdita delle capacità motorie
 Perdita del linguaggio (espressione/comprensione)
Disturbo di Rett
 Compaiono movimenti stereotipati delle
mani (lavarle)
 Disturbi della coordinazione motoria
 Anomalie all’encefalogramma
 crisi epilettiche
 Tendenza a ritirarsi
 Compare ritardo mentale
Disturbo di Asperger
 Il disturbo presenta:
 Compromissione qualitativa nell’interazione sociale
 Modalità di comportamento , interessi e attività ristretti
e ripetitivi
 Prevalente nel sesso maschile
 Fattori genetici
 Evidente dopo il 2/3 anno di vita, al momento
dell’inserimento in contesti sociali
Disturbo di Asperger
 Mancano:
 Compromissione (ritardo o regressione) del
linguaggio
 Compromissione delle funzioni cognitive : ai test di
solito soggetti con punteggi molto elevati, al di sopra
della norma
 Non suscettibile di remissione, ma consente nei casi
meno gravi l’inserimento nel mondo, anche se
problemi nei rapporti interpersonali (ridotte capacità
empatiche)
Disturbo di Asperger
 Sono presenti
 Disturbi a livello dell’inserimento sociale e dei
rapporti interpersonali
 Mimica relazionale assente o molto scarsa
 No interesse per attività di gioco sociale
 Emotività congelata
 Interesse polarizzato su oggetti e attività di
manipolazione
 Stereotipie motorie, rituali
 Problemi di deambulazione
Disturbo disintegrativo della
fanciullezza sindrome di Heller
 Caratteristiche del disturbo:
 Disturbo raro
 Presente in soggetti di sesso maschile
 Caratterizzato da
 Sviluppo normale
 normale acquisizione del linguaggio, delle capacità
comunicative verbali e non-verbali
 Seguito da regressione in diverse aree del
funzionamento psicologico
 La sintomatologia inizia non prima dei 2 anni e
non compare più dopo i 10
Disturbo disintegrativo della fanciullezza sindrome di
Heller
 Evoluzione e caratteristiche:
 Grave regressione del linguaggio
 Regressione delle abilità comportamentali
 Compromissione dell’inserimento sociale ormai
acquisito
 Deterioramento delle funzioni cognitive fino al
ritardo mentale
 Iperattività
 Stereotipie, iteratività dei movimenti
 Ritiro sociale
 Anomalie elettroencefalografiche
SINDROMI DA ALTERAZIONE
GLOBALE DELLO SVILUPPO
 PSICOSI SIMBIOTICA: sembra rappresentare una delle modalità
più estreme e meno integrate di resistenza angosciosa, con tutti gli
indici di paura e l’esasperazione dell’ambivalenza tipica di questo
pattern
 il desiderio del genitore fino all’eccitamento e gli intensi sentimenti
di rabbia fino alla collera, si mescolano o si alternano nelle condotte
quotidiane del bambino.
 Lo scompenso sembra derivare da un qualche evento (es. nascita
fratellino, malattia della madre) elaborato come minaccia al
rapporto reciprocamente e potentemente vincolante con la madre;
 si hanno nel bambino reazioni di allarme e panico con evidente
angoscia e collera verso la madre, cui segue una condizione di totale
dipendenza dalla madre e chiusura ansiosa verso la minacciosità del
reale.
DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO
E DELL’APPRENDIMENTO
 Sono prova della profonda influenza che i legami
affettivi primari possono esercitare sullo sviluppo e
l’efficace utilizzo delle funzioni linguistiche e cognitive
in funzione dei livelli di sensibilità materna e
dell’efficacia del suo “ruolo tutorale” verso il bambino
(Meins, 1997).
 Anche a partire dal riconoscimento di una vulnerabilità
di fondo nel funzionamento neuropsicologico di tali
bambini, occorre riflettere sulle possibili funzioni
protettive, compensative e riparative che può esercitare
una relativa sicurezza nel contesto relazionale di cui il
bambino si nutre.
RICERCA DI PANZANINI (2000)
In una popolazione di 25 bambini dislessici:
 Il 70% di soggetti ha pattern d’attaccamento
insicuro;
 Nella popolazione di controllo non dislessica il
pattern insicuro risultava entro i valori
normativi del 25%.
In conclusione…
NELLA PROSPETTIVA RELAZIONALE…
 I processi di apprendimento possono organizzarsi
e svilupparsi in modo armonico solo all’interno di
una relazione percepita come significativa, sicura e
contenitiva.
 In contesti connotati da insicurezza, distanza
affettiva o addirittura pericolo il deficit si inserisce
in un circolo vizioso di progressivo aggravamento
delle performance linguistiche o di apprendimento
del bambino.
DINAMICA E MECCANISMI DI
SCOMPENSO
Guidano (1991)
ogni persona è un esperimento unico della natura e quindi ha
una modalità assolutamente peculiare di articolare sia la
sua dimensione di significato personale che i processi di ri-
ordinamento che si verificano.
Lo sforzo del clinico (ma anche, per quello che lo compete,
dell’insegnante) è approssimarsi, per formulazioni
successive di ipotesi, alla realtà affettiva di quel bambino
specifico nella relazione con quei genitori specifici, in quel
particolare momento e contesto di vita.
UNA CORNICE CONCETTUALE
FONDATA SULLA TEORIA
DELL’ATTACCAMENTO IMPLICA
CHE… Il livello di analisi sia diadico
 Venga tenuto in considerazione sia “l’interno” che
“l’esterno”
 Se utilizzata con equilibrio e rigore può offrire indicazioni
utili ad una equilibrata integrazione tra dati relativi al
versante intrapsichico (modelli operativi interni e
caratteristiche dell’organizzazione conoscitiva di sé e del
mondo del bambino) e dati relativi alla qualità del suo
contesto interpersonale (equilibri dei legami d’attaccamento
da cui emerge ed entro cui quel Sé mantiene i suoi
contorni).
Ricordare che…
 Lo stile affettivo dei genitori
 (cioè la specifica modalità di ricerca della reciprocità
affettiva, come conferma, mantenimento e articolazione nel
tempo del proprio senso di sé)
 si esprime coerentemente su più “fronti” affettivi: la
relazione con la propria famiglia d’origine e quindi con la
propria storia
 La relazione affettiva col partner, quindi il tipo di
reciprocità o collusione di coppia stabilita col coniuge
 La qualità del legame d’accudimento-cura verso il figlio
(ultimo fronte affettivo, in termini temporali).
LIVELLI DI COERENZA SISTEMICA
I piani di interscambio affettivo si influenzano
reciprocamente strutturandosi su elevati livelli
di coerenza sistemica:
 Genitori di bambini con attaccamento
insicuro: tendono a mostrare relazioni di tipo
ansioso sia coi propri genitori sia col proprio
coniuge, e viceversa;
 La relazione di accudimento verso il figlio
può essere vista come espressione e come
conferma rispetto agli altri piani affettivo-
relazionali.
ESEMPIO: BAMBINO con STILE
COMPULSIVAMENTE ACQUISCIENTE
 Regolazione del senso di Sé: per corrispondere
alle aspettative dei genitori, il bambino “lavora”
tacitamente per confermare e stabilizzare il
sentimento di sé di una madre con organizzazione
conoscitiva a contorni vaghi e sfumati, con le
relative difficoltà di esposizione emotiva e
necessità di conservare un “involucro” adeguato e
presentabile nella relazione col partner e/o col
genitore (esterno o interno) di cui
drammaticamente teme e costantemente controlla
il possibile giudizio.
DUNQUE…
 Le configurazioni comportamentali ed emotive, i
programmi assolutamente unici per il mantenimento dello
stato di relazione che il bambino costruisce e consolida nei
confronti delle sue figure d’attaccamento, devono
risolversi in uno stato ottimale di regolazione affettiva per
entrambi
 In questo senso, le diverse configurazioni d’attaccamento
rappresentano il meglio che quella particolare diade
potesse sviluppare relativamente alle caratteristiche del
sistema di accudimento di quel genitore specifico, del
contesto ambientale in cui l’interazione ha avuto luogo e
delle caratteristiche biologiche e temperamentali del
bambino.
Lambruschi (1996)
In questa prospettiva, il sintomo va considerato e
trova significato solo all’interno di quella
particolare relazione di attaccamento-
accudimento, di quella loro forma unica di
reciprocità.
I sintomi (che veicolano connotazioni negative per le
quote di sofferenza che comportano) trovano una
loro precisa significazione come specifiche
modalità volte a mantenere un’adeguata stabilità e
coerenza del senso di sé e della percezione della
realtà che il bambino è stato in grado di elaborare
nel rapporto con le proprie figure riferimento.
SIGNIFICATO DELLE CONFIGURAZIONI
SINTOMATOLOGICHE
 Esse sono attivamente costruite e mantenute
all’interno dello spazio relazionale
genitore/bambino, per il valore che assumono
nella diade entrando coerentemente e
funzionalmente a far parte del loro programma
per il mantenimento dello stato di relazione
 Quando specifici eventi mettono in crisi le
abituali configurazioni di rapporto plasmante
nell’interazione quotidiana con quel genitore, il
sintomo si inserisce allo scopo di ripristinare lo
stato perturbato di regolazione affettiva.
SINTOMO COME CURA DELLA
RELAZIONE FERITA
Al di là delle sue apparenze negative e di sofferenza,
il sintomo svolge una funzione regolatrice
positiva, conservando una sorta di miracolosa
reciprocità genitore/bambino, a dispetto delle
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Autismo evolutivo

  • 1. PATOLOGIE LIMITE O BORDERLINE  Vengono a sfaldarsi irrimediabilmente le funzioni metacognitive e le capacità autointegrative del Sé.  Permanenza dell’instabilità, imprevedibilità dei comportamenti e crolli regressivi frequenti.  Sintomatologia varia: disturbi del sonno, dell’alimentazione, dell’acquisizione e controllo sfinteri, agitazione, chiusura, aggressività, ritardo del linguaggio e difficoltà scolastiche. Aggressività diffusa, crisi di collera con comportamenti impulsivi; mancanza di interessi, vuoto affettivo, depressione senza contenuto
  • 2. DUE CLUSTER DESCRITTIVI (Bleiberg, Fonagy e Target, 1997)  Cluster A: bambini carichi di vergogna e privi di amici, si ritirano in un mondo di fantasie bizzarre, tormentati da idee di riferimento, sospettosità e da un estremo disagio nelle situazioni sociali. La capacità di dar senso alle relazioni umane ed empatizzare è estremamente limitata. Impoveriti nella capacità di comunicare, ostacolata dalla stranezza dell’eloquio e dalla costrizione e inappropriatezza della loro vita affettiva.  Categoria diagnostica corrispondente nel DSM- IV: disturbo schizoide, schizotipico e forme lievi di disturbo generalizzato dello sviluppo.
  • 3.  Cluster B: affetti intensi e drammatici e fame di relazioni sociali. Nel primo sviluppo si hanno tendenza ad aggrapparsi, vulnerabilità alle separazioni, iperattività e accessi di collera temperamentali. In età scolare possono mostrare disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD, diagnosi su asse I DSM-IV), disturbo della condotta, disturbo d’ansia di separazione o disturbo dell’umore.  Labilità emotiva: piccole contrarietà o frustrazioni scatenano intense tempeste affettive, emotività incontrollata e sproporzionata rispetto alla causa.  Senso di Sé e degli altri “caleidoscopico”: questi bambini a momenti si sentono espansivi, uniti, in perfetto amore e armonia con un partner idealizzato; il momento successivo cadono in uno stato di amaro disappunto e rabbia, associato a disprezzo di sé e disperazione.
  • 4.  Egocentrismo: questi bambini hanno bisogno di essere costantemente al centro dell’attenzione e rispondono con rabbia al rifiuto o all’indifferenza. Oscillando tra idealizzazione e svalutazione, tentano di costringere gli altri con modi seduttivi e manipolatori a fornire loro ampi rifornimenti emotivi.  Il cluster B è stato connesso alle prime manifestazioni di disturbi di personalità definiti come “dramatic” (Bleiberg, Fonagy e Target, 1997).
  • 5. SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO o DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO Anomalie qualitative delle interazioni sociali e delle modalità di comunicazione, repertorio limitato e stereotipato di interessi e attività.
  • 6. DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO  Disturbo autistico  Autismo infantile precoce, autismo di kanner  Disturbo di Rett  Disturbo di asperger  Disturbo disintegrativo della fanciullezza
  • 7. Autismo infantile precoce, autismo di Kanner  Epidemiologia  2-5 casi su 10.000 soggetti  Più frequente nei maschi (4/5 :1)  Caratteristiche cliniche  Autismo  Alterazioni del linguaggio  Alterazioni delle funzioni cognitive  Abnormità a carico delle funzioni motorie  Alterazioni dell’affettività
  • 8. Autismo infantile  Eziologia: in passato si attribuiva l’autismo a:  Assenza di calore emotivo dei genitori (Meyers, Goldfarb, 1961)  Interazione patologica con comunicazione povera (Goldfarb, Levi, Meyers, 1966)  Rifiuti e separazioni precoci (Bettelheim, 1967)  Atteggiamenti genitoiali sovrastimolanti o sottostimolanti (Tinbergen, Tinbergen, 1972)
  • 9. Autismo infantile  … I dati più recenti indicano  Che ci sono fattori organici che interferiscono nello sviluppo del sistema nervoso centrale (Giovanardi, Rossi, 2001)
  • 10. Autismo infantile  Indicatori  Non compare il sorriso al 3° mese  Non compare la risposta di angoscia all’8°  Primi mesi di vita  Bambini calmi, indifferenti, amanti della solitudine  Non amano essere tenuti in braccio  Non girano la testa per vedere la madre quando in braccio a q.cun altro  Inerti
  • 11. Autismo infantile  Indicatori  Dal secondo e terzo anno di vita  Non si volta se chiamato, anche se udito buono  Non guarda in faccia l’interlocutore, ma fissa il vuoto  Viva attenzione, ma con sguardo periferico  Rifiuta il contatto con l’altro  Uso strumentale di parti del corpo dell’altro (mano)  Non esprime ansia alla separazione  Non esprime gioia al ricongiungimento
  • 12. Autismo infantile  Indicatori  Rapporti difficili con gli altri bambini  Indifferenza ai giochi di finzione o imitazione  Uso degli oggetti (anche giocattoli) stereotipato e ripetitivo  Bisogno di sicurezza, regolarità, fastidio/protesta violenta per i cambiamenti
  • 13. Autismo infantile  Linguaggio  Difficoltà di comunicazione  Non imita i gesti  Suoni strani, grida, digrignare i denti, non i normali vocalizzi  Ripetizione di frasi fuori dal contesto  Ecolalia= ripetizione di frasi appena udite  Neologismi = parole inesistenti  Confusione nei pronomi io/tu  Discorso in funzione NON comunicativa
  • 14. Autismo infantile  Funzioni cognitive  Profilo disarmonico  Presenza di ritardo mentale  Meno efficiente nelle prestazioni che richiedono intelligenza sociale  Più efficienti nelle prove che non richiedono il riferimento al contesto (es. Cubi)
  • 15. Autismo infantile  Funzioni motorie  Stereotipie = movimenti ripetuti in modo sempre uguale  Soprattutto le mani o le dita  Movimenti dei tutto il corpo rotatori a trottola  Camminare in punta di piedi  Dondolarsi  Fiutare oggetti e persone  Condotte autolesionistiche (battere la testa contro il muro)  mordersi
  • 16. Autismo infantile  Affettività  Oscillazioni rapide del tono dell’umore  Apatia  Agitazione motoria  Crisi d’ansia acute legate a frustrazioni minime o minime modificazioni dell’ambiente  Aggressività in certi casi
  • 17. Autismo infantile precoce, autismo di Kanner  compromissione dello sviluppo che si manifesta prima dei 3 anni, coinvolge le competenze nell’interazione sociale  Inadeguata capacità di cogliere segnali socio- emozionali negli altri  scarso uso di segnali sociali propri  debole integrazione dei comportamenti sociali, emotivi e comunicativi  mancanza di reciprocità socio-emozionale.
  • 18. Autismo infantile precoce, autismo di Kanner  Mancato uso sociale di qualsiasi capacità di linguaggio eventualmente presente  Uso spesso compromesso di cadenza ed enfasi.  Modelli di comportamento, attività ed interessi spesso come tendenza ad imporre rigidità e monotonia ad una grande varietà di aspetti della vita quotidiana.  E’ comune un interesse specifico per elementi non funzionali degli oggetti, come odore o sensazione al tatto.
  • 19. Autismo infantile precoce, autismo di Kanner  Possono essere inoltre presenti disturbi del sonno e dell’alimentazione, autolesionismo, paure e fobie di vario genere
  • 20. Autismo infantile  Deficit di funzionamento  Teoria della mente e metarappresentazione  Percezione e espressione delle emozioni  Attenzione condivisa  Orientamento sensoriale e la regolazione dell’arousal  Imitazione  Gioco simbolico  Comunicazione e linguaggio  Attaccamento  Comportamento intenzionale e finalistico
  • 21. Autismo infantile  Spostamento dell’attenzione dalla figura di attaccamento all’ambiente fisico  L’universo mentale è rigidamente fissato sull’ambiente fisico e sulle sue regolarità, poiché è da tali regolarità che riescono a ricavare alcuni elementi minimi di stabilità, continuità e unitarietà nel senso di sé.  Diventa più comprensibile il bisogno di questi bambini di costanza e uniformità nell’ambiente e le loro reazioni di panico di fronte a cambiamenti anche minimi dell’ambiente circostante
  • 22. Autismo infantile: PROSPETTIVA RELAZIONALE  Indicatori dei pattern evitanti: marcato evitamento della comunicazione verbale, del contatto fisico, dello sguardo diretto, mancanza di reazione all’allontanamento o al ritorno della madre; il rapporto con gli oggetti è conservato in modo stereotipato e monotono dando l’idea di una funzione estrema della esplorazione come “distrattore”.  Indicatori dei pattern atipici: disorientamento e disorganizzazione intrisa di paura, indici di conflitto avvicinamento-allontanamento. Es. dondolamenti, camminare verso qualcuno e poi bloccarsi dondolando, la mano che si apre e chiude etc.
  • 23. Disturbo di Rett  Epidemiologia  Presente solo in soggetti di sesso femminile  Legata a un’alterazione genetica  Sviluppo normale fino a 5 mesi di vita  Dopo il 6 mese:  Riduzione della mobilità  Ipotonia  Arresto dello sviluppo psicomotorio (entro l’anno)  Entro il 3 anno  Perdita delle capacità motorie  Perdita del linguaggio (espressione/comprensione)
  • 24. Disturbo di Rett  Compaiono movimenti stereotipati delle mani (lavarle)  Disturbi della coordinazione motoria  Anomalie all’encefalogramma  crisi epilettiche  Tendenza a ritirarsi  Compare ritardo mentale
  • 25. Disturbo di Asperger  Il disturbo presenta:  Compromissione qualitativa nell’interazione sociale  Modalità di comportamento , interessi e attività ristretti e ripetitivi  Prevalente nel sesso maschile  Fattori genetici  Evidente dopo il 2/3 anno di vita, al momento dell’inserimento in contesti sociali
  • 26. Disturbo di Asperger  Mancano:  Compromissione (ritardo o regressione) del linguaggio  Compromissione delle funzioni cognitive : ai test di solito soggetti con punteggi molto elevati, al di sopra della norma  Non suscettibile di remissione, ma consente nei casi meno gravi l’inserimento nel mondo, anche se problemi nei rapporti interpersonali (ridotte capacità empatiche)
  • 27. Disturbo di Asperger  Sono presenti  Disturbi a livello dell’inserimento sociale e dei rapporti interpersonali  Mimica relazionale assente o molto scarsa  No interesse per attività di gioco sociale  Emotività congelata  Interesse polarizzato su oggetti e attività di manipolazione  Stereotipie motorie, rituali  Problemi di deambulazione
  • 28. Disturbo disintegrativo della fanciullezza sindrome di Heller  Caratteristiche del disturbo:  Disturbo raro  Presente in soggetti di sesso maschile  Caratterizzato da  Sviluppo normale  normale acquisizione del linguaggio, delle capacità comunicative verbali e non-verbali  Seguito da regressione in diverse aree del funzionamento psicologico  La sintomatologia inizia non prima dei 2 anni e non compare più dopo i 10
  • 29. Disturbo disintegrativo della fanciullezza sindrome di Heller  Evoluzione e caratteristiche:  Grave regressione del linguaggio  Regressione delle abilità comportamentali  Compromissione dell’inserimento sociale ormai acquisito  Deterioramento delle funzioni cognitive fino al ritardo mentale  Iperattività  Stereotipie, iteratività dei movimenti  Ritiro sociale  Anomalie elettroencefalografiche
  • 30. SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO  PSICOSI SIMBIOTICA: sembra rappresentare una delle modalità più estreme e meno integrate di resistenza angosciosa, con tutti gli indici di paura e l’esasperazione dell’ambivalenza tipica di questo pattern  il desiderio del genitore fino all’eccitamento e gli intensi sentimenti di rabbia fino alla collera, si mescolano o si alternano nelle condotte quotidiane del bambino.  Lo scompenso sembra derivare da un qualche evento (es. nascita fratellino, malattia della madre) elaborato come minaccia al rapporto reciprocamente e potentemente vincolante con la madre;  si hanno nel bambino reazioni di allarme e panico con evidente angoscia e collera verso la madre, cui segue una condizione di totale dipendenza dalla madre e chiusura ansiosa verso la minacciosità del reale.
  • 31. DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO E DELL’APPRENDIMENTO  Sono prova della profonda influenza che i legami affettivi primari possono esercitare sullo sviluppo e l’efficace utilizzo delle funzioni linguistiche e cognitive in funzione dei livelli di sensibilità materna e dell’efficacia del suo “ruolo tutorale” verso il bambino (Meins, 1997).  Anche a partire dal riconoscimento di una vulnerabilità di fondo nel funzionamento neuropsicologico di tali bambini, occorre riflettere sulle possibili funzioni protettive, compensative e riparative che può esercitare una relativa sicurezza nel contesto relazionale di cui il bambino si nutre.
  • 32. RICERCA DI PANZANINI (2000) In una popolazione di 25 bambini dislessici:  Il 70% di soggetti ha pattern d’attaccamento insicuro;  Nella popolazione di controllo non dislessica il pattern insicuro risultava entro i valori normativi del 25%.
  • 34. NELLA PROSPETTIVA RELAZIONALE…  I processi di apprendimento possono organizzarsi e svilupparsi in modo armonico solo all’interno di una relazione percepita come significativa, sicura e contenitiva.  In contesti connotati da insicurezza, distanza affettiva o addirittura pericolo il deficit si inserisce in un circolo vizioso di progressivo aggravamento delle performance linguistiche o di apprendimento del bambino.
  • 35. DINAMICA E MECCANISMI DI SCOMPENSO Guidano (1991) ogni persona è un esperimento unico della natura e quindi ha una modalità assolutamente peculiare di articolare sia la sua dimensione di significato personale che i processi di ri- ordinamento che si verificano. Lo sforzo del clinico (ma anche, per quello che lo compete, dell’insegnante) è approssimarsi, per formulazioni successive di ipotesi, alla realtà affettiva di quel bambino specifico nella relazione con quei genitori specifici, in quel particolare momento e contesto di vita.
  • 36. UNA CORNICE CONCETTUALE FONDATA SULLA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO IMPLICA CHE… Il livello di analisi sia diadico  Venga tenuto in considerazione sia “l’interno” che “l’esterno”  Se utilizzata con equilibrio e rigore può offrire indicazioni utili ad una equilibrata integrazione tra dati relativi al versante intrapsichico (modelli operativi interni e caratteristiche dell’organizzazione conoscitiva di sé e del mondo del bambino) e dati relativi alla qualità del suo contesto interpersonale (equilibri dei legami d’attaccamento da cui emerge ed entro cui quel Sé mantiene i suoi contorni).
  • 37. Ricordare che…  Lo stile affettivo dei genitori  (cioè la specifica modalità di ricerca della reciprocità affettiva, come conferma, mantenimento e articolazione nel tempo del proprio senso di sé)  si esprime coerentemente su più “fronti” affettivi: la relazione con la propria famiglia d’origine e quindi con la propria storia  La relazione affettiva col partner, quindi il tipo di reciprocità o collusione di coppia stabilita col coniuge  La qualità del legame d’accudimento-cura verso il figlio (ultimo fronte affettivo, in termini temporali).
  • 38. LIVELLI DI COERENZA SISTEMICA I piani di interscambio affettivo si influenzano reciprocamente strutturandosi su elevati livelli di coerenza sistemica:  Genitori di bambini con attaccamento insicuro: tendono a mostrare relazioni di tipo ansioso sia coi propri genitori sia col proprio coniuge, e viceversa;  La relazione di accudimento verso il figlio può essere vista come espressione e come conferma rispetto agli altri piani affettivo- relazionali.
  • 39. ESEMPIO: BAMBINO con STILE COMPULSIVAMENTE ACQUISCIENTE  Regolazione del senso di Sé: per corrispondere alle aspettative dei genitori, il bambino “lavora” tacitamente per confermare e stabilizzare il sentimento di sé di una madre con organizzazione conoscitiva a contorni vaghi e sfumati, con le relative difficoltà di esposizione emotiva e necessità di conservare un “involucro” adeguato e presentabile nella relazione col partner e/o col genitore (esterno o interno) di cui drammaticamente teme e costantemente controlla il possibile giudizio.
  • 40. DUNQUE…  Le configurazioni comportamentali ed emotive, i programmi assolutamente unici per il mantenimento dello stato di relazione che il bambino costruisce e consolida nei confronti delle sue figure d’attaccamento, devono risolversi in uno stato ottimale di regolazione affettiva per entrambi  In questo senso, le diverse configurazioni d’attaccamento rappresentano il meglio che quella particolare diade potesse sviluppare relativamente alle caratteristiche del sistema di accudimento di quel genitore specifico, del contesto ambientale in cui l’interazione ha avuto luogo e delle caratteristiche biologiche e temperamentali del bambino.
  • 41. Lambruschi (1996) In questa prospettiva, il sintomo va considerato e trova significato solo all’interno di quella particolare relazione di attaccamento- accudimento, di quella loro forma unica di reciprocità. I sintomi (che veicolano connotazioni negative per le quote di sofferenza che comportano) trovano una loro precisa significazione come specifiche modalità volte a mantenere un’adeguata stabilità e coerenza del senso di sé e della percezione della realtà che il bambino è stato in grado di elaborare nel rapporto con le proprie figure riferimento.
  • 42. SIGNIFICATO DELLE CONFIGURAZIONI SINTOMATOLOGICHE  Esse sono attivamente costruite e mantenute all’interno dello spazio relazionale genitore/bambino, per il valore che assumono nella diade entrando coerentemente e funzionalmente a far parte del loro programma per il mantenimento dello stato di relazione  Quando specifici eventi mettono in crisi le abituali configurazioni di rapporto plasmante nell’interazione quotidiana con quel genitore, il sintomo si inserisce allo scopo di ripristinare lo stato perturbato di regolazione affettiva.
  • 43. SINTOMO COME CURA DELLA RELAZIONE FERITA Al di là delle sue apparenze negative e di sofferenza, il sintomo svolge una funzione regolatrice positiva, conservando una sorta di miracolosa reciprocità genitore/bambino, a dispetto delle avverse condizioni ambientali. Il sintomo continua a rappresentare il meglio che quella diade, in quel particolare momento del suo ciclo di vita, possa esprimere.